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APPUNTI DI TOPOGRAFIA U.D.

TEORIA DEGLI ERRORI

STATISTICA  Scienza fondata sull’esame ( indagine ) di fenomeni collettivi, che non si conoscono
immediatamente a causa della loro vastità, instabilità e eterogeneità: essa si avvale del procedimento logico
della induzione che risale dal particolare al generale e dalla conoscenza dei fatti alle leggi che li governano.

La statistica ci permette di estrapolare considerazioni e di effettuare previsioni sulla probabilità che si


verifichi l’evento quando si presentano determinate cause.

MISURE DIRETTE : sono quelle nelle quali si conta quante volte l’unità di misura è contenuta nella quantità
da misurare

MISURE INDIRETTE : sono quelle che si ottengono correlando e legando in una relazione funzionale più
grandezze misurate direttamente.

Errore commesso in una misurazione :

X = misura effettuata o ottenuta


e = X - Xo
Xo = misura esatta o vera

Classificazione degli errori

1.- ERRORI GROSSOLANI dovuti a distrazioni o sbagli dell’operatore. Sempre eliminabili e facilmente
riscontrabili.

2.- ERRORI SISTEMATICI dovuti a cause fisico-strumentali . Sono di difficile individuazione e si


presentano sempre con lo stesso segno ed incidenza.

3.- ERRORI PERIODICI sono molto simili agli errori sistematici e si ripetono ciclicamente.

4.- ERRORI ACCIDENTALI sono dovuti a cause non conosciute , essendo del tutto casuali; gli e.a. non
sono eliminabili, ma si possono ridurre gli effetti ripetendo più volte le misurazioni. Si presentano con segno
alterno.

NB Non è possibile evitare di commettere errore durante una misurazione.


Non è grave commettere errori ( anche se comunque si prendono le precauzioni per limitarne l’entità),
grave invece sarebbe trascurare la loro presenza.

L’errore e = X - Xo risulta in sostanza dovuto agli errori accidentali e poco agli errori sistematici.

L’errore e può assumere segno alterno ( > 0 o < 0 ); se il numero di misure è molto elevato (   ) la
probabilità che il segno di e sia positivo o negativo è del 50% , ovvero siamo di fronte al caso analogo
dell’estrazione testa/croce di una moneta ( fenomeno di tipo casuale  legge empirica del caso ).

I fenomeni nei quali le cause che li generano possono essere anche note , ma non note sono le leggi che li
governano, si dicono casuali.

I fenomeni casuali vengono studiati con i metodi propri della statistica e pertanto ricadendo gli errori
accidentali in questa tipologia di fenomeno si studieranno attraverso la VARIABILE STATISTICA AD UNA
DIMENSIONE.

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VARIABILE STATISTICA AD UNA DIMENSIONE


La variabile statistica ad una dimensione specifica come un determinato attributo si distribuisce fra gli
individui di una popolazione.
Una popolazione è un insieme ben definito di individui ognuno dei quali è caratterizzato da un attributo X che
può assumere valori diversi ( valori argomentali ) X1, X2 ,X3 , Xn .

X1 X2 X3 X4 .......... Xn
X
F1 F2 F3 F4 .......... Fn

Si ricorda che con F si indica la Frequenza assoluta  N. di individui in ciascun intervallo di valore
argomentale.

Se N è il numero di individui oggetto di indagine (  Fi = N ) , di definisce Frequenza relativa f , il rapporto


tra la frequenza assoluta ed N.
Si dimostra che (  fi =  Fi / N = 1 ) [ dim ]

Si definisce MEDIA ( momento del 1° ordine )  M =


La media è il valore più probabile e rappresenta un indice di posizione nella scala dei valori argomentali, che
indica la tendenza degli individui della popolazione ad assumere il valore medio M.

MODA  valore argomentale per il quale si ha il massimo valore della frequenza

MEDIANA  valore argomentale dell’individuo che si trova in posizione centrale dopo avere ordinato i valori
argomentali in ordine crescente

N.B. La mediana è sempre compresa tra la moda e la media.

Si definisce VALORE QUADRATICO MEDIO ( momento del 2° ordine)  M2 =  Xi2 fi =  Xi2 Fi / N

Introducendo la variabile scarto vi = Xi – M , si definisce VARIANZA (2) il momento del 2° ordine della
variabile scarto così calcolato :
2 =  ( Xi – M)2 Fi / N = [dimostrazione] = M2 – M2
La radice quadrata della varianza si chiama SCARTO QUADRATICO MEDIO ()
La varianza rappresenta un indice di dispersione , ovvero indica il modo in cui gli individui si distribuiscono
intorno al valore medio M.

La media M è quel valore argomentale che


rende nulla la sommatoria degli scarti
v i = Xi – M

La varianza è un indice di dispersione significativo in quanto si può dimostrare [ vedi dimostrazione] che , in
base alla disuguaglianza di Tchebycheff , la maggior parte dei valori argomentali è contenuta entro i limiti
M-3 e M+3 qualunque sia la forma della distribuzione.

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F/N >= 1 – 1/2

con  = 1, 2, 3, 4 ....

Nella teoria delle osservazioni vengono considerati soltanto gli errori accidentali, che per la loro caratteristica
di variabilità possono essere assimilati ad estrazioni a caso dalla popolazione degli errori possibili e quindi
possono essere trattati statisticamente allo scopo di determinare di una o più grandezze osservate i valori
più attendibili.Si tratta cioè di stabilire i criteri atti a determinare delle numerose e sovrabbondanti misure i
valori e gli errori più probabili delle grandezze considerate.

Si raggiunge lo scopo applicando il METODO DEI MINIMI QUADRATI.

Gli errori accidentali vi = xi = Xi – Xo si distribuiscono sperimentalmente secondo una curva denominata


CURVA DI FREQUENZA DEGLI ERRORI o CURVA DI GAUSS.
La sua espressione matematica , dovuta a Gauss , è la seguente :

in cui : y = frequenza dell’errore x

e = numero di Nepero o base dei logaritmi naturali ( 2.71828...)


h = parametro di precisione

Dall’andamento della curva sperimentale si deduce quanto segue:


- gli errori piccoli sono più probabili di quelli grandi
- la curva è simmetrica  errori in valore assoluto uguali hanno la stessa probabilità
- la curva è asintotica rispetto all’asse delle X  ogni errore per quanto grande sia ha sempre la probabilità
di verificarsi (anche se minima)

Il Principio dei minimi quadrati si basa su due postulati che sono :

1.- La sommatoria degli scarti vi = Xi-M è nulla.   vi = 0 [dim]

2.- La sommatoria degli scarti al quadrato è minima   vi2 = minima [dim]

Per il PRINCIPIO DEI MINIMI QUADRATI si ha :

a) La MEDIA ARITMETICA XM =  Xi / N rappresenta il valore più probabile o attendibile.

b) Lo SCARTO QUADRATICO MEDIO s.q.m.  rappresenta l’indice di dispersione delle

osservazioni intorno al valore più attendibile XM.

c) La VARIANZA valo lo scarto quadratico medio al quadrato 2

d) Il parametro di precisione h vale  h =

e) Dalla legge di Gauss si ricava anche la probabilità che ha uno scarto vi ( o xi) di essere inferiore o
superiore allo scarto quadratico medio  ; precisamente :

vi <   è 0.683 ( 68.3%) vi < 2  è 0.954 ( 95.4%) vi < 3  è 0.997 ( 99.7%)

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E’ questo il motivo per cui nei lavori topografici si assume come ERRORE TEMIBILE o TOLLERANZA t il
triplo dell’errore quadratico medio  t=3

Se le misure non soddisfano la distribuzione di GAUSS vuol dire che le stesse non sono affette da solo
errore accidentale ( presenza di errore grossolano + sistematico ).

ERRORE MEDIO DELLA MEDIA per il principio dei M. Q.  M =

rappresenta la differenza tra la media della popolazione e la media del campione.

Tanto più piccolo è M e tanto più rappresentativo della popolazione è il campione.


La rappresentatività di due campioni si valuta in base all’errore medio della media.

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