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Solo et Pensoso

il Nono Libro de Madrigali a cinque voci

Il madrigale è una delle forme poetico musicali della cosiddetta ars nova italiana (nel
XIV secolo l’ars nova era il nuovo sistema di notazione ritmico - musicale in
contrapposizione alla ars antiqua) e divenne la più raffinata e al tempo stesso più
diffusa e apprezzata della polifonia profana del Cinquecento.
La qualità nella scelta dei testi poetici, la scrittura musicale accurata, il modo di unire
le immagini con il canto, fecero del madrigale l’espressione più completa e in voga
nella società elegante e nelle corti del Rinascimento.
Salvo il nome, il madrigale del Trecento non aveva niente in comune con quello del
Cinquecento: il primo era a due o tre voci, aveva forma strofica su una struttura
metrica prestabilita; il secondo era a quattro, cinque, sei voci, di forma aperta, non
strofica e adottò le forme poetiche più diverse appunto, ad esempio sonetti, ottave o
sestine.
La caratteristica del madrigale è il legame stretto tra la poesia assunta come testo e la
parte musicale a più voci.
Nel nostro Cinquecento si ripresero Francesco Petrarca (1304 – 1374) per la poesia e
Giovanni Boccaccio (1313 – 1375) per la prosa.
Il linguaggio petrarchesco divenne il linguaggio assoluto e supremo della poesia
italiana.
Il Canzoniere fu il modello dal quale ricavare le regole del comportamento letterario
(lessico, versi, stile ecc.): la poesia d’amore del Cinquecento fu petrarchista e venne
tradotta in suono dalle voci del madrigale che ne interpretava ogni parte: descrittiva,
narrativa, meditativa, idillica, psicologica, naturalistica, pittorica, sentimentale,
patetica, appassionata, sensitiva, sensuale.
Fu creato un nuovo suono dalle voci, ricche di toni e di climi.
Propongo l’ascolto di un madrigale a 5 voci di Luca Marenzio (1553 – 1599),
compositore che coltivò poco la produzione sacra e si dedicò con intensità alla
produzione di madrigali (ne pubblicò tra il 1580 e il 1595, 16 libri). Marenzio poneva
un’attenzione estrema nella scelta dei testi, spesso di poeti illustri, dal Petrarca al
Tasso, e si distingueva per la cura e l’eleganza raffinata della sua tecnica
compositiva.
Il sonetto in questione Solo et pensoso i più deserti campi o semplicemente Solo et
pensoso è il sonetto XXXV del Canzoniere di Francesco Petrarca, musicato in
madrigale dove Marenzio domina alla perfezione tutti gli artifizi del linguaggio
musicale, alternandoli e intrecciandoli sapientemente (contrappunto), plasmandoli
con il testo poetico di Petrarca tratto dal suo grande capolavoro il Canzoniere.
Il Rinascimento vive un clima di innovazione, di rinascita appunto e trovo questo
nuovo modo di “fare musica” totalmente in linea con quel tempo. Ricordo che la
prima volta che lo ascoltai in un’aula universitaria dotata di amplificatori, al buio, con
le immagini che passavano sullo schermo mi emozionai fortemente sia per il testo che
la musicalità: soave, sereno. Solo et pensoso riproduce l’armonia dell’universo.

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