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L'ITALIA POSTUNITARIA (1861-1913) – le fasi politiche

1861 1876 1896 1914-18

Proclamazione I Guerra
Regno d'Italia mondiale

GOVERNI DELLA DESTRA STORICA GOVERNI DELLA SINISTRA STORICA LA CRISI DI FINE SECOLO E L'ETÀ GIOLITTIANA

1) La maggioranza delle popolazione viveva nelle campagne e nei


piccoli centri rurali.
2) L'agricoltura occupava il 70% della popolazione (18% industria e
LE CARATTERISTICHE DEL NEONATO REGNO D'ITALIA
12% servizi).
3) Il 58% del PIL derivava dall'agricoltura (20% ca. gli altri settori).
- Monarchia costituzionale (dinastia sabauda + Statuto Albertino + 2 Camere)
4) Grande varietà di colture e di assetti agricoli:
- Legge elettorale con suffragio ristretto (votavano solo 240.000 persone)
a) Italia padana: aziende agricole moderne (agricoltura + allevamento;
- 22 milioni di abitanti (20% urbana in centri con + 20.000 ab.)
gestione capitalistica e lavoratori salariati);
- capitali: Torino (fino al '65), Firenze (fino al '71), Roma
b) Italia centrale: l'area della mezzadria;
- principali caratteristiche economiche:
c) Italia meridionale e insulare: latifondo.
- preminenza dell'agricoltura
- industrie poco diffuse (concentrate in Piemonte, Lombardia, Liguria)
- sistema di comunicazione insufficiente

I problemi sociali e culturali


- “Fatta l'Italia, bisogna fare gli Italiani!” (M. D'Azeglio) In generale i contadini italiani vivevano ai limiti della
- La conoscenza della lingua e il problema dell'analfabetismo (78% pop.) sussistenza fisica. Si nutrivano quasi esclusivamente di pane (per di più non di frumento
- Le condizioni di vita erano molto precarie come pure lo stato di salute ma di cereali “inferiori”, come granturco, avena o segale) e di pochi legumi: andavano
(alta mortalità infantile; vita media: 35/40 anni; malattie endemiche) quindi soggetti alle malattie da denutrizione, prima tra tutte la pellagra. Vivevano, specie
al Sud, ammucchiati in abitazioni piccole e malsane, se non in capanne o caverne usate
I problemi amministrativi anche per il ricovero delle bestie.
- Unificazione delle monete e dei sistemi di pesi e misure
- Unificazione delle leggi LA PIEMONTESIZZAZIONE DELLA PENISOLA (e le sue conseguenze)
- Unificazione delle tariffe doganali

Il problema del completamento dell'Unità

La questione romana
Alcune precisazioni.
Destra Maggioranza e opposizione
Il termine indica l’insieme degli schieramenti politici i cui In ogni Paese retto da un regime parlamentare, si formano due schieramenti, detti
rappresentanti, in Parlamento, siedano alla destra del Presidente “maggioranza” e “opposizione” Per maggioranza si intende l’insieme dei parlamentari
dell’assemblea. Per tradizione, questo posto viene generalmente che appartengono al partito o alla coalizione di partiti che, in seguito alle elezioni, hanno
occupato dalle forze conservatrici. ottenuto il maggior numero di seggi. Contando un numero maggiore di parlamentari, la
Sinistra maggioranza, se si mantiene compatta, può prevalere nelle votazioni che si tengono in
Il termine indica l’insieme degli schieramenti politici i cui aula. L’opposizione è costituita dai parlamentari della minoranza, che nell’attività
rappresentanti, in Parlamento, siedono alla sinistra del Presidente legislativa cercano di modificare le proposte della maggioranza su cui non concordano;
dell’assemblea. Questo posto viene generalmente occupato dalle forze qualora non riescano in questo intento, esprimono un voto contrario, opponendosi
politiche progressiste. all’approvazione dei provvedimenti da parte dell’aula.

LA CLASSE DIRIGENTE DEL TEMPO: DESTRA E SINISTRA STORICA

DESTRA STORICA SINISTRA STORICA

Governò il Paese per 15 anni (fino al '76). Governò il Paese dal '76 al '96.
Si trattava di un gruppo dirigente abbastanza omogeneo, Si trattava di esponenti della vecchia sinistra piemontese e dei patrioti mazziniani e garibaldini che, in
sia dal punto di vista sociale (venivano per lo più da numero crescente, decidevano di inserirsi nelle istituzioni monarchiche, sia pure per cambiarle.
famiglie di proprietari terrieri ed erano spesso di origine La vera sinistra, quella dei mazziniani di stretta osservanza e dei repubblicani intransigenti, rifiutarono di
aristocratica) sia sotto il profilo politico. partecipare all'attività politica ufficiale.
Più che una forza di destra, si trattava di un gruppo di Rispetto alla Destra, la Sinistra si appoggiava su una base sociale più ampia e composita, formata da
centro moderato: la vera destra, quella dei clericali e dei gruppi piccolo e medio-borghesi delle città (professionisti e intellettuali, ma anche commercianti e
nostalgici dei vecchi regimi, si era infatti autoesclusa imprenditori) e comprendeva anche gruppi di operai e di artigiani del Nord, esclusi dall'elettorato. Col
dalle istituzioni del nuovo Stato in quanto non ne passare del tempo, la Sinistra andò allargando la sua base, fino ad includere una serie di componenti
riconosceva la legittimità. eterogenee unite per lo più dall'avversione alla politica della Destra.
L'aggettivo “storica” fu aggiunto in un secondo momento per distinguerle da quelle attuali.

PAESE LEGALE E PAESE REALE

Una questione importante impostasi immediatamente dopo la nascita del nuovo Regno d’Italia riguardava la formazione della nuova classe politica che avrebbe
dovuto guidare il Paese. La legge elettorale piemontese, estesa all’intera Penisola, concedeva il diritto di voto solo a chi pagava una certa somma di tasse (40
lire annue), sapeva leggere e scrivere e aveva compiuto i 25 anni. Nelle prime elezioni dell’Italia unita i cittadini con diritto di voto furono meno del 2% di
tutta la popolazione ebbe modo di eleggere i propri rappresentanti al Parlamento; questi appartenevano all’aristocrazia, alla borghesia mercantile e industriale
e al ceto dei grandi proprietari terrieri. Si trattava di persone che non rappresentavano veramente il Paese reale, cioè la stragrande maggioranza del popolo
italiano, fatto di contadini analfabeti e poveri, esclusi dal diritto di voto. L’organizzazione del nuovo Stato italiano procedeva, quindi, sotto la guida di una élite e il
cammino verso il riconoscimento del principio della sovranità popolare sarebbe stato ancora lungo.
CENTRALISMO vs DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO

DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO
CENTRALISMO
Sistema amministrativo in cui il potere è assegnato
Forte dipendenza di ogni organismo amministrativo
dal potere centrale alle istituzioni periferiche
rispetto al potere centrale.
(Regioni, Province ecc.).

PREVALSE LA SCELTA DELL'ACCENTRAMENTO


(per il timore che la diffusa autonomia delle varie regioni potesse
dare spazio a nuove divisioni in un'Italia appena unificata)

furono create 59 PROVINCE, ognuna guidata da un PREFETTO (nominato dal Ministro degli Interni)

ogni provincia fu divisa in COMUNI, con a capo un SINDACO (nominato dal prefetto, cui rispondeva del suo operato)

PIEMONTESIZZAZIONE DEL REGNO

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