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21.

1DALIA DESTRA ALLA SINISTRA LIBERALE


cAMBtA NEL 1876 LA MAGGIORANZA PARLAMENTARE Il Regno d'Italia fu .COLLEGA)
governato dalla Destra liberale, il partito di Cavour, fino al 1876.Le elezioni OGGI Y/SONOPARTITI DI DESTRA
E D/ S/N/sIRA, CON UN PROFILO
parlamentari, svoltesi nel novembre di quell'anno, diedero la vittoria a un diverso E UN PROGRAMMA PRECISI

i"ggrnpp*ento: la Sinistra liberale, che formò un nuovo goYerno, guidato da NELLOTTOCENTO Y/ ERANO SOIO
RAGGRUPPAM E NTI PARLAMENTARI DI
Agostino Depretis. DESIRA EDIS/N/SIRA

SENZA PROGRAMMA E UN PROFILO


DESTRA E SINISTRA: CAMBIANO I SIGNIFICATI OSgr i termini Sinistra e Destra IDEOLOGICO PRECISO

designano due schieramenti politici nettamente diversi: la Destra raggruppa i


conieruatori, che difendono gli interessi economici delle classi benestanti; nella
Sinistra militano i progressisrl, interessati a promuovere, nella società, una mag-
giore uguaglianzatra i cittadini e una migliore giustizia sociale, a vantaggio dei 35s
ceti sociali più umili.
Invece la Destra e la Sinistra ottocentesche erano, entrambe, due raggrup- TRICORDA)
pamenti liberali, seguaci cioè del liberalismo: l'aggettivo «storico» con cui sono 1uali idee erano alla base del libera-
definiti serve dunque a marcare la loro dlffercnzarispetto ai partiti contemporanei. lismo? 1uale ruolo avevano avuto i
liberali in ltalia?
Sia la Destra che la Sinistra, nell'Ottocento, erano espressione di un élite sociale,
quella che si riconosceva, apPunto, nel liberalismo, mentre il popolo risultava, di
fatto, escluso dalle decisioni politiche. Il diritto di voto continuava infatti a essere
ristretto a un'esigua minoranza di cittadini (nel 1876 112o/o dellapopolazione).

LE Dl FFERE NZE TRA DESTRA STORICA E St N ISTRA STORICA Malgrado le somi-


glianzedi fondo, ua Destra e Sinistra storica esistevano importanti differenze, in
virtù delle quali il cambio di maggioranzaverifrcatosi nel 1876 costituì urieffettiva
svolta politica (all'epoca si parlò, esagerando, di orivoluzione parlamentarer).
Durante il Risorgimento gli uomini della Destra avevano seguito la linea
moderata di Cavour, fiancheggiando la monarchia sabauda, mentre molti uomini
della Sinistra erano stati mazziniani o garibaidini, ostili ai Savoia. Jean-Franqois Baflaèlli, I vetera n i, 1BB4
Nei confronti della Chiesa, gli uomini della Destra intendevano ricucire lo 0lio su pannello {Amsterdam, Van Gogh

strappo del Non expedit (p. 298) di Pio IX e quindi auspicavano una concilia-
Museum). '
zione fra Stato e Chiesa, mentre quelli della Sinistra erano spesso su posizioni
anticlericali. :i@.=r;':::
Differenti risulravano anche le provenienze sociali. Nella Destra militavano i;:::i'it
i:tiri:tir..:iì+
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per lo più proprietari terrieri e ricchi borghesi, interessati a tutelare l'ordine


=1!::li.::r:i
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sociale, il rispetto delle leggi, la libertà imprenditoriale; i deputati della Sinistra
i

storica (intellettuali, professionisti, dirigenti pubblici, qualche imprenditore)


,aiì :r:'

erano più sensibili agli interessi del popolo, anche se PartiYano da posizioni
molto prudenti, lontanissime dalla carica rivoluzionaria del marxismo
(p.205).

21.2I PROBTEMI DA RISOLVERE


E LE RIFORME DI DEPRETIS
L'|TALIA DEL 1876 E I SUOI PROBLEMI La Destra storica, che aveva gover-
nato tra 1861 e 1876, avevadato un'organizztzione al giovane Stato italiano,
risanato le sue finanze, allargato l'unità territoriale e fatto di Roma la capitale
dell'Italia unita. La sua azione era stata guidata dalle teorie liberiste, care già a

cAPrT0LCI 21 I DA DIPRETIS A CRISPI


Federico Zandomeneght, I poveri sui gradini
nto d'Aracoe I i \particolar e),
de I conve 187 2
(Miìano. Pìnacoteca di Brera). >

€ART*. §HTEE.AYTIVÀ
tA iRÈ5C]TA
}ELilALTABTTlTTAZi*NÉ TRA
iL't§71 [ !L 1+ii

300

€ F§L§-ÀSffiÀÈ
Malattia della pelle, assai diffusa nelle
campagne, causata dalla mancanza
di vitamine. Colpiva i contadini che
n1n potevan7 alinentarsi c1n pr1d7tti
Cavour; applicando le quali erano stati difesi gli interessi dei proprietari terrieri,
proteici, e c1nsumavano quasi soltant7
nais e polenta.
sua base elettorale, ma non era stata ridotta Ia povertà delle masse popolari, né
contrastato il divario tra il Nord e il Sud era la oquestione meridionale, (p.292);
anche l'industria-lizzazione del Paese appariva in grave ritardo.

È XTCESSIRIO UN CAMBIO Dl ROTTA Per fronteggiare quesri problemi, si rende-


yano necessarie riforme politiche e sociali, reclamate anzitutto dagli industriali:
solo una nuova gestione politica avrebbe potuto «proteggere» la nascente industria
italiana dalla conco rrenza straniera.
Anche i lavoratori erano favorevoli a un cambio di rotta: la povertà degli ita-
liani era così diffusa, che i prodotti sfornati dalle industrie del Nord rischiavano di
rimanere in gran parte invenduti. Se invece le famiglie avessero aumentato i loro
redditi, avrebbero potuto acquistare in maggiori quantità i beni che l'industria
immetteva sul mercato.

DEPRETIS: lL "DISCORSO Dl STRADELLA» Ai convergenti interessi di impren-


ditori e masse popolari, diede risposta la Sinistra storica. Il suo leader Agostino
Depretis annunciò, in un discorso elettorale tenuto a Stradella (vicino a Pavia),
varie riforme: a suo giudizio, occorreya diminuire le tasse per accrescere il benes-
sere generale della popolazione; allargare il diritto di voto; migliorare la qualità. e
la diffusione dell'istruzione; tutelare il lavoro delle fasce più deboli, specialmente
donne e bambini; combattere malattie endemiche, come malaria e FHLLeɧe.

L'ISTRUZIONE ELEMENTARE OBBLIGATORIA Salito al governo, Depretis rea-


Iizzò in buona parte questo programma. Già nel 1877 lalegge Coppino impose
l'obbligo dell'istruzione primaria in tutta italia, fino allaterza elementare. Era
però difficile applicare la legge, per vari motivi: mancavano infatti i fondi per
retribuire gli insegnanti e costruire gli edifici scolastici; inoltre molte famiglie
contadine tenevano i figli a casa per farli lavorare nei campi. Per tali ragioni Ia
lotta contro l'analfabetismo tardò a raggiungere i risultati sperati.

utlt'TA 7I f'ETÀ DTLnMPIR|AL|SM0


LOTTA CONTRO LA POYERTA E ALLARGAMENTO DEL SUFFRAGIO La tassa
sul macinato, che aveva creato scontenro oyunque, fu prima ridotta (1880) e
poi abolita (1884), alleviando così le difficoltà. quotidiane di milioni di italiani.
Nel 1882 una riforma elettorale allargò il diritto di voto ai cittadini che aves-
sero compiuto il ventunesimo anno d'età (in precedenza gli anni richiesti erano
25) e disponessero di almeno uno dei seguenti requisiti: o aver superato con buon
esito i primi due anni della scuola elementare, oppure aver versato almeno 19,80 (COLLEGA)
lire di imposte dirette (in precedenza il limite era4}lire). Numerosi artigiani, PROBLEMI APERTISONO /L DIVARIO
rRA NORD E SUO rr,q pOVUnrÀ
commercianti e impiegati poterono cosl entrare nel corpo elettorale, che salì DELLE MASSE POPOLARI

a quasi 1l l0o/o della popolazione complessiva; per operai e contadini, invece, le DEPRETIS ATTIVA RIFORME PER
ALLARGARE IL DIRITTO DIVOTO,
porte continuarono a rimanere chiuse. M I G LI O RARE EISTRUZION E, T UT E LAR E
Infine, tra 1883 e 1886, furono approvati alcuni prowedimenti sociali: ven- /T LAYORO, COMBATTERE LE MALATTIE

nero Posti limiti al lavoro dei ragazzi e fu varata l'assicurazione contro gli infortuni 3$r
sul lavoro.

21,3 tO STATO IMPRENDITORE,


TECONOMIA PROTETTA
L'ABBANDONO DEL LIBERISMO: LO STATO INTERYIENE NELL'ECONOMIA ffi nnoressroxe
Secondo la linea liberista tradizionalmente seguita dalla Destra cavouriana, lo wF TMPRENDTTORE

Stato in economia dettava le regole generali e poi si asteneva dall'attività econo-


mica; questa impostazione però non era sufficiente per mettere l'Italia al passo
delle altre potenze industriali europee. 'Acciaierie Terni. a Milano, fondate nel 1884.
Depretis dunque cambiò politica, portando lo
Stato italiano a divenire, da semplice regolatore, piir
attivo nella vita economica. Il suo gorrerno promosse
importanti opere pubbliche (trasporti, energia ecc.),
utili ad allargare l'occupazione e a stimolare la produ-
zione economica, in tutte le attivitàr collegate. Inoltre
favorì la nascita e lo sviluppo delle prime grandi indu-
strie italiane: chimiche, tessili, alimentari, metalmec-
caniche, impiantate quasi esclusivamente nelle regioni
settentrionali.

UN PRIMO SYILUPPO INDUSTRIALE Nacquero in


questo periodo gli stabilimenti chimici Pirelli (1872)
a Milano, la Terni, prima acciaieriaitaliana (1884), le

{ NI§LABORARE ED E§PORftEI

§YENTI LUQ,GHI E DATI


r 0uali risultati avevano raggiunto i governi della Destra storica? r 0uando siverificò. in ltalia, un cambio di maggioranza?
r Ouali nuove esigenze favorirono il passaggio dalla Destra
alla Sinistra? EAL'§E /C§HSESUEHUE / RCLAZIOilI
r Hiassumi il programma di Depretis. r Esponi le differenze che dividevano Destra e Sinistra storica.
r lllustra la nuova legge elettorale che fu varata dalla Sinistra. r Ouali somiglianze, però, awicinavano i due schieramenti?

cAPrToLo 21 I 0A DEPRETTS A CHtSPt


officine metallurgiche Ernesto Breda (1886) sempre a Milano. A Genova si svi-
IEMìGRAZIONE ITAL]ANA
DI FINE OTTOCN[T*
luppò ulteriormente l'Ansaldo, nata qualche decennio prima per interessamento
di Cavour e attiva nella cantieristica e nella produzione di acciaio per la ferrovia.
§é FtEq l È{ ?e.*.rit 1:d,e.
::: ffiÈ:':
i,È:.ti{,,irir},::l-iajI i ij:a,i;:ii':}. Nel 1883 entrò in servizio a Milano la prima centrale termoelettrica: il cen-
À ilini: ii i aii::,=:'i;i.)
tro cittadino di Milano fu il primo d'Europa a essere illuminato elettricamente.
La nascente industria italiana, però, subiva la concorrenza di quella stranie-
€ L5À;ei{} È
ra, a\.lrantaggiata dal liberismo della Destra storica: infatti la mancanza di dazt e
Tassa che grava sulle nerci trasferite barriere in entrata apriva il mercato italiano all'ingresso di beni finiti e merci a
da uno Stato all'altrl; in precedenza era
inplsta anche sul passaggio di merci
prezzi molto concorrenziali.
da una regione all'altra dello stesso
Paese. L,à §e ÉLTA *Ht PR#TEU §#Nf,§h*# E LH §UE e ffiN§§GtJɧqU ffi Il protezionismo
(p.325) non era nei programmi della Sinistra; all'inizio solo pochi imprenditori.
362 tra cui l'industriale laniero Alessandro Rossi, 1o sostenevano. Poi però, in un con-
testo di crescente concorrenzialità fra le diverse economie nazionali, il governo
Un gruppo di emigrantì in attesa di partire
dal porto di Napoli per glì Statl Uniti. Depretis cambiò linea, imponendo nel 1887 forti +.-;.&:.::: sull'importazione der
Fotografia deila fine dell'Ottocento. v prodotti industriali provenienti dall'estero. In tal modo
r*€
anche l'Italia si allineò alle scelte protezionistiche in
uso negli altri Paesi europei.
Thle misura da una parte favorì le nascenti indu-
strie settentrionali, dall'altra però finì per impoverire
l'agricoltura meridionale, perché anche gli altri Paesi
introdussero, per ritorsione, misure protezionistiche,
che danneggiarono soprattutto le esportazioni dal Me-
ridione.
A quel punto la crescente poyertà nelle campagne
incoraggiò molti contadini a cercare fortuna all'este-
ro: iniziò in questa fase l'emigrazione di massa yerso
altri Paesi europei e, soprattutto, verso gli Stati Unid
d'America.

€È i$#flÉ=Ht F*F-+*éNTE. r.JL!Sr'+

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ll)() IIRE = COSTO DEI PRODOTTI ESTERI


OUANDO GIUNGONO AttE FBONTIERE DI UN PAESE

continuano a costare 100 lire costano 120 lire

. VANTAGGI: è favorita l'esportazione dei propri prodotti . VANTAGGI: le merci straniere, gravate da una tassa,
all'estero risultano meno concorrenziali di quelle italiane
. SVANTAGGI: i prodotti esteri possono inondare il mercato - SVANTAGGI: per ritorsione, gli Stati stranieri applicano
nazionale e danneggiare i produttori locali il medesimo freno e quindi Ie esportazioni sono penalizzate

§i§1§§TÀ ? i f [1A ![tilMpERlALt§t'/0


21 .4,,+5!fltuÉ$,ffi X=i:$ fl}'+-',r; :. ; l. r+ *; ;,ii ;;È
H §"u{à'*,Tl4 I ls il i ii :f ;*+à. L*r È il''§ §sìi,r+
tl (-Èi [ì;fi,:..
#iìA i!"i:3"Èz;1 iiÉi:ìl j;''{i }r{}N!"l'i{.lA Ì:ìT&:RÉ+ In politica estefa la po-
"i;{.,:r,ii';a =
i, /N POLITICA ESTERALAPOyZaNE
D E LL: ITALI A RI SULIA DEBO LE
sizione dell'Italia appariva assai debole. Lo si vide chiaramente al Congresso
+ MIRAALLA CONAU/sIA D/TUNISI.
di Berlino del 1878, convocato per decidere i nuovi assetti da dare all'Europa MA VIENE PRECEDUTA DALLA FRANCIA
orientale. Qui le tensioni tra imperi (russo, turco-ottomano e austtiaco) erano = DEPRETIS Sl LEGA A GERì/ANIA E
AU sT RI A CTRI P LI cE ALLEAN zA)
all'ordine del giorno e 1'Italia sperava di ottenere per via diplomatica, dall'Austria,
la concessione del tentino, ancota «irredento»; ma queste speranze andarono + lN ITALIA ARRIVANO CAPITALI E
INVESTIMENTI DAI PAESI ALLEATI
completamente deluse. L'|TAL\A CERC/ D/ CONOUISTARE
=
ETIOPIA ED ERITRÉA,- MAL:IMPRESA
-f
,,i.i.{IFiìia;i:i,ii l':ì: iul:i.i;i',, Nel corso dei colloqui di Berlino, alcuni diplomatici
i."-{1,:,
FALLISCE (DIS45TRO U DAGALI)

363
stranieri suggerirono all'Italia di approfittare della crescente debolezzadell'impero
turco-ottomano per occupare militarmente Tirnisi: da tempo vi operavano im-
prenditori italiani, favoriti da speciali regolamenti stipulati in loco. La conquista
coloniale avrebbe aperto nuovi mercati a1le industrie italiane e offerto opportunità
di occupazione ai braccianti poveri delle campagne.
AllaThnisia, però, guardava anche la Francia: nel 1881 truppe francesi, con
un'azione di forza, occuparono militarmente il Paese. I nazionalisti italiani cri-
ticarono amaramente lo nschiaffio di Thnisir, come l'episodio fu rrbattezzato.

ì"'",.a.ttàìAi''{lJ"j; i,i.lr}:Ì !'À a-:tiÈ:r'+j:i,r.:1..*,::ì ;-'ÉfJilTllti,+ A quel punto Depretis abbandonò


la tradizionale alleanza con la Francia, per appoggiarsi invece alla potente Germa-
nia di Bismarck. Tale scelta implicava un riar,.vicinamento all'impero asburgico,
il nemico «storico» del nostro Risorgimento. La spefanza sottintesa nell'accordo
era una futura, pacifica cessione di tento e Trieste da parte dell'Austria.
Nel 1882 l'Italia firmò la tiplice Alleanza, composta appunto da Germa-
nia, Austria e Italia. Benché impopolare, questa decisione favorì però l'arrivo
nel nostro Paese di forti capitali e investimenti tedeschi. Sorsero banche, come la
Banca Commerciale e il Credito Italiano, che permisero di finanziare numerose Michele Cammarano, La battaglia di Dogali
imprese e industrie italiane. del 887,1 896 (Roma, Ga leria Nazionale
1

d'Arte Moderna). .

Ii* eÈ:Fli,,f..;i Tutti


L'+,1'.,,,9;:;"i;;i:?:4, r:;i:i:i_,i:"1i,il+r"il
gli Stati-nazione dell'epoca coltivavano pro-
getti di espansione coloniale, per affermare
nel mondo la propria potenza. Neppure I'Ita-
lia era immune da simili intenzioni. Persa la
Tunisia, la Sinistra spostò l'attenzione verso
l'Africa orientale, un'area fino ad allora poco
considerata dalle potenze coloniali.
Si iniziò con l'acquistare (1882) dalla
compagnia navale Rubattiruo la baia di Assab
sul Mar Rosso; poi un battaglione di bersa-
glieri fu inviato a occupare la fascia costiera
tra Massaua e Assab, nell'attuale Eritrea.

:i. i".;
j:i;d..iij'i"ll."lr Ll'l *{;;is+,i=!
Partendo da quella
zona, l'Italia cercò di mettere le mani sull'al-
topiano eritreo, allora formalmente parte dei
regno etiopico. Il tentativo di conquista si

C&TI§&L§:,§ I DA DEPNTTIS A CRISPI


€?'RA§FGRMI§tsT* I rivelò molto più difficile del previsto, per l'accanita resistenza delle forze locali.
Prassi politica per la quale le Nel 1887 cinquecento soldati italiani furono sorpresi e massacrati a Dogali dai
naggioranze parlamentari erano
combattenti del negus (imperatore)
fornate di volta in volta con l'appoggio
di singoli deputati, al di là delle
distinzioni tra Destra e Sinixra. )ggi TRASFORMISMO E FINE DI DEPRETIS Lopinione pubblica rimase impressionata
trasformismo indica, in senso negativo, dal ndisastro di Dogali, e il governo vacillò, anche se non cadde. Depretis fu
una politica che ricorre non al corretto sempre molto abile a gestire la situazione parlamentare, cercando di volta in volta
confronto parlamentare, ma a nanlvre
di corridoio e scambi di favori.
l'appoggio di singoli deputati, spesso estranei alla Sinistra: questo disinvolto stile
di governo fu chiamato T*AsF*RM!§u* (già nel 1876, in occasione del suo primo
§CLIENTEI-E§M** governo di Sinistra, Depretis aveva invitato i deputati a utrasformarsir, cioè a pas-
Da clientela, termine che definisce sare da uno schieramento all'altro). In effetti questo sistema si prestava ad accordi
un rapporto di sudditanza che lega
sottobanco e a trattative private, modificandosi così in un veicolo di corruzione
il «cliente» al suo protettore; il
clientelismo è una prassi con cui i e di cltxrqrrllsM*: le critiche al trasformismo erano tutt'altro che ingiustificate.
364
pol itici approfittano della propria Il governo cadde solo dopo la morte di Depretis, awenuta nel luglio 1887.
posizione di potere, per ottenere
voti alle elezioni o altri benefici o
servizi, elargendo, in canbio, appoggi,
racconandazioni ecc.

Francesco Crispi in una fotografia di 21,5 CRISPI, UN UOMO FORTE AL GOVERNO


fine Ottocento {Palermo, Museo del
Bìsorgimento).
' FRANCESCO CRISPI PRIMO MINISTRO (1887) A Depretis successe Francesco
Crispi, un siciliano, primo uomo del Sud a diventare capo del governo. Crispi
arrerra partecipato, nel 1860, alla spedizione di Garibaldi con i Mille; aveva pro-
fessato a lungo idee repubblicane, prima di accettare la monarchia.
Crispi gestì il potere in modo autoritario, badando soprattutto al manteni-
mento dell'ordine e al controllo sulla società; tenne per sé i due strategici ministeri
degli Esteri e degli Interni, trovandosi così tra le mani un potere enorme. In
quegli anni risultavano in forte crescita le otganizzazioni popolari, sia nelle città.
(gr;rzie ai socialisti) sia nelle campagne (grazie ai cattolici): Crispi le considerava
movimenti sowersivi e le combatté con grande decisione.

CRISI ECONOMICA E SOFFERENZE SOCIALI Come gli altri Paesi, l'Italia stava
soffrendo gli effetti della crisi economica,la Grande depressione di cui abbiamo
parlato a p. 340. La produzione industriale era in ginocchio, mentre il bilancio
dello Stato era in difficoltir a causa della nguerra doganale, con la Francia, awiata
dopo lo oschiaffo di Tunisi, del 1881.
In tutta risposta, il governo di Crispi impose nuove tasse, che - com'era ac-
caduto al tempo dell'odiata tassa sul macinato - andarono a colpire i consumi di

RE ED ESFORREI

EVEFIYI L§§§ECS
s Che cosa awenne in occasione del Congresso di Berlino? s Che cosa s'intende con liberismo economico? E con protezionismo?
r Spiega lo «schiaffo di Tunisi». x Spiega i due termini trasformismoe clientelismo.
c Esponi i fatti che portarono al disastro di Dogali.
CAI}§E / CON§EGUENZÉ I RELAEIGNI
LUO€HI E §ATE r Per quale ragione anche I'ltalia adottÒ il protezionismo economico?
. Ouando e perché l'ltalia firmò la Triplice Alleanza? x Ouali furono le conseguenze di questa scelta sull'agricoltura
s 0uando e come l'ltalia cominciò ad acquisire lerre in Africa orientale? meridionale?

uNmÀ7 I itTIADELilMPERIALISM0
prima necessità. Operai e contadini videro peggiorate le già difficili
condizioni di vita: salari bassi, frequenza di malattie dovute alle
cattive condizioni di lavoro, nessuna tutela in caso di malattia o
invalidità, ampio ricorso al lavoro minorile (in molti casi si entraYa
in fabbrica a noYe anni).

RIFORME SOCIAL! E lL NI,JOVO CODICE ZANARDELLI In vari cen-


tri del Paese scoppiarono manifestazioni di protesta e scioperi, che
Crispi non esitò a reprimere con l'uso dellaforza. Tirttavia il suo
governo non fu insensibile alla richiesta di prowedimenti sociali:
nel 1888 fu creata a favore degli operai la Cassa nazionale per gli
infortuni sul lavoro; seguirono la Cassa nazionale per la vecchiaia
e invalidità e la Cassa per la maternitit delle donne lavoratrici. 305
Nel 1889 fu poi approvato il nuovo Codice penale, scritto dal
ministro della giustizia Giuseppe Zanardelli. Esso sostituiva il prece-
dente Codice sardo, del 1859: 1o sciopero era cancellato dall'elenco
dei reati, mentre la pena di morte veniva abolita (una novità, per i
Paesi europei). Lltalia ebbe, così, una legislazione tra le più avanzate
allora esistenti. Emilio Longone, L'lratore dello scilpera,
^
189'1 (collezione privata). Crispi altuò
una p0litica repressìva contro scioperi e
manifestazioni dei Iavoratori.

21.6 §CANDALI E CBISI IUELTITALIA CRI§PINA


GIOLITTI CAPO DEL GOYERNO Con l'aggravarsi della crisi economica, Crispi
perse la maggioranza parlamentare e dovette dimettersi nel 1891. Nuovo capo
del governo divenne il piemontese Giovanni Giolitti (1842-7928), un uomo
della Sinistra liberale, esperto della macchina amministrativa dello Stato; fu il
primo presidente del Consiglio a non aver partecipato in prima persona alle lotte
risorgimentali.

LO SCANDALO DELLA BANCA ROMANA Durante il


suo governo scoppiò, nel
dicembre 1892,I|cosiddetto scandalo della Banca fomana. I1 Regno d'Italia
non aveva una sua Banca centrale: dunque sei diverse banche Potevano emet-
tere cartalnoneta. Alcune di esse, nel pieno della crisi economica, per far fronte
al bisogno di liquidità avevano stampato piìr denaro del consentito; avevano
Banconota da 50 ìire emessa dalla Banca
inoltre commesso varie altre irregolarità, in cui risultarono coinvolti importanti romana. v
uomini politici.
A quel punto il capitalismo italiano fu colpito
da un disastro finanziario, che provocò il falli-
mento di numerose imprese e il licenziamento di
molti lavoratori.

NASCE LA BANCA D'ITALIA Giolitti decise che


tre delle sei banche d'emissione si fondessero nella
Banca d'Italia (agosto 1893). lJna quarta, la Banca
Romana, particolarmente disastrata, fu sciolta e i
suoi debiti vennero car,catr (e in tal modo parzial.
mente nascosd) sul nuovo istituto bancario.

§AprT&L& p§ I DA DEPftETIS A [RlSPl


(COLLEGA) Corruzione e trame politiche rendevano ancor più complessa la situazione;
SOTTO IL GOVERNO DI GIOLITTI
SCOPP/A TOSCANDALO
lo stesso Giolitti fu coinvolto nello scandalo e doYette (dicembre 1893) dare le
DELLA BANCA ROMANA dimissioni. A quel punto Crispi ritornò a capo del governo, malgrado neppure
ERA STATO STAMPATO PIÙ DENARO fosse esente da responsabilità.
DEt CONSENI/IO

3 DELLE 6 BANCHE D'EMISSIONE DEL CORRUZIONE E TRASFORMISMO NEI-LAVITA POLITICA Oltre alle gravi con-
DENARO 5/ FONDONO NEITA BANCA
D'ITALIA PFR R/DURRE IL DISASTRO seguenze economiche, lo scandalo dalla Banca Romana colpì l'ignara opinione
FINANZIARIO
pubblica per il deplorevole intreccio di affari e politica emerso in quella occa-
GIOLITTI SI DIMETTE
sione. «Il fango sale, sale e saler, scrisse il poeta Giosue Carducci, implacabile
accusatore dei opiccoli uomini» che, a suo dire, ayevano tradito i nobili ideali del
Risorgimento.
Molti, a ragione, puntarono l'indice contro la brutta abitudine, già introdot-
306
ta da Depretis, del trasformismo: un modo troppo disinvolto di gestire la vita
parlamentare. La situazione migliorò quando si formarono, in Parlamento, non
più gruppi e maggioranze variabili, ma partiti ben definiti. Il primo fu quello
socialista, fondato a Genova nel 1892 con il nome di Partito dei lauoratori italiani.
I Fasci siciliani, a Mazara del Vallo,
assaltano gli ufficÌ della Pretura, nel gennaio LAYIGLENTA pROTESTA DÉl FASCI§lClLlANt A far cadere il primo governo
1894. Il movimento popolare era sorto in
Sicilìa, per organizzare le rivendicazlonl di di Giolitti contribuì anche la crisi dei Fasci siciliani. I Fasci siciliani dei lauora-
contadini, operar e minatori contro le difficill tori erano un associazione di lavoratori e contadini, sorta a Catania nel l89l e
condizioni di vita. "
poi diffusasi a Palermo e in altri centri, che
reclamava abbassamento delle tasse, revisio-
ne dei contratti agrari, redistribuzione delle
terre: tutte richieste frequenti nei movimenti
politico-sindacali di quegli anni.
Nelf isola il movimento divenne in poco
tempo popolarissimo, ma ben presto co-
minciò a manifestare posizioni separatiste,
reclamando cioè l'autonomia dell'isola dallo
Stato centrale. I Fasci si resero responsabili
di violenze, con occupazioni delle proprietà.
terriere e assalti agli uffici pubblici. Lisola
sembrava sull'orlo di un'insurrezione gene-
rale, ma Giolitti non voleva usare la forza,
convinto com'era che il governo non dovesse
scontrarsi frontalmente con le forze popolari.

tI *#CL#§ F#È.dffiÀffiYà" f§5-tsf P

!L E*ÀSp*R*§g§F*#

1 876 tutti i successivi capi di governo in Parlamento il trasformismo finirà quando


c0n (tra cui Giolitti e Crispi) ricorrono non ci sono partiti, nasceranno PARTITI bene
D epretis a questa pratica ma solo gruppi organizzati e disciplinati

rnvita i deputati a «trasformarsi» la vita parlamentare è troppo quindi è facile convincere (o il primo fu
icioè a passare da un gruppo dipendente da queste manovre corrompere) i singoli deputati, il Partito socialista italiano
parlamentare è un altro) sottobanco e personali affinché votino a favore o contro (1 892)

UMYÀ ?; ìIETA t)[Lf IMPER|AL|SM0


UALLA TOLLERANUA F! Gl#tlTT! AE- FUGF{0 D§ FERRO SI CRISPE Thle rilut-
tanza fu sfruttata dagli awersari politici di Giolitti: approfittando anche del
contemporaneo scandalo della Banca Romana, essi indussero il re Umberto II
a esautorare Giolitti e a sostituirlo, come detto, con Crispi (dicembre 1893).
Quest'ultimo fece proclamare in Sicilia la legge marziale e mobilitò contro i Fasci
siciliani l'esercito: una dura repressione stroncò rapidamente il movimento isolano.
Pochi mesi dopo Crispi sciolse d'autorità anche il Partito socialista, oltre a
centinaia di altre associazioni operaie, accusate di disegni sor.versivi.

21.1 It &4{}\{tMrruT# fiATT$LÉf,S


36
§ LA ##ffierJB/rff#HAtr§§Wt
NASCE t'&pERA *El eONGRE§§! Oltre ai socialisti, in questi anni anche i cattoli-
ci attuarono importanti interventi sociali, concentrati soprattutto nelle campagne.
Infatti, se le fabbriche di città risultavano monopolizzate da socialisti e marxisti,
il mondo contadino era, dasempre, molto sensibile aivaTori religiosi. {RICORDA}
Sui cattolici continuava a gra.rlare il Ngryedq 0874) di Pio IX, or,wero ln seguito a quale episodio politico-
militare il papa aveva proclanato
l'esplicito divieto a impegnarsi direttamente in politica nel nuovo Stato unitario.
/ Non expeditT
Molti credend, di conseguenza, si diedero dafare non in Parlamento, ma nella vita
sociale: a tale scopo fu fondata nell874l'Opera dei Congressi, un'organizzazione
di laici che intendeva sostenere le opere sociali
via via create dai cattolici.

iFtlZlATlYE *l §{}[-lDAR!ÉTÀ Nacquero così,


nella pianuraPadana e poi altrove, numerose
iniziative finalizzate a promuoyere la solidarietà
tra i piccoli coltivatori e a migliorare la loro atti-
vità. Furono fondate Società cooperative (che
organizzavano vendita di prodotti, acquisto di
strumenti di lavoro, piccoli prestiti frnanziarl
ecc.) e Casse rurali, piccole banche locali che
concedevano ai contadini prestiti a bassissimo
interesse. Erano iniziative utilissime a sostenere
la piccola impresa agricola.

La prima latteria cooperativa, sorta nel 1872 in provincia di Belluno. >


Sul lato corto dell'edificio si leggono le scritte «[associazione moltiplica
le forze» e «Plauso alla concordia», due linee guida del movimento
cooperativo.

€ +l:flLÀEti:}F-.àffifr ** fl;È:.e+H#Fi È,

$J\PÈ+ITÉ {_L-i{:!'+t*iÈi *c+§È


s ln che modo Crispigestì ilpotere? 0ualisituazionievidenziarono ,e 0uando nacque, e dove, il Partito socialista italiano?
tale suo stile? ?i Ouando scoppiò, e perché, lo scandalo della Banca Romana?
+ Esponi la crisidei Fascisicilìani:quando e come scoppiÒ, e come fu .:
:. " ,
" i " "" .
risolta?
u: Ouali conseguenze, sia economiche sia politiche, ebbe lo scandalo
= Ouali novità furono introdotte dal Codice Zanardelli?
iir Ouali prowedimenti sociali assunse il governo di Crispi? bancario?
+: Perché Giolittinon voleva usare la forza contro i Fascisiciliani?

cAFrYSt*:'' I DA 0EPHrr§ A CHTSPT


-" -.: =:::=..-1 lì
LÀ iÈàrF?tu'É# i-f it Un evenro di grande rilievo a\.venne
r.,'ÀJil:i:.r-':i i.;,1 i".ii +E'!i# :d-!il {'Xfl,Él}
= PIO IXAVEVAVIETATO AI CATTOLICI
DI IMPEGNARSI IN POLITICA
nel 189i, allorché papaLeoneXIII (subentrato a Pio IXnel 1878) pubblicò la
(NON EXPEDIT) Rerurn Noaarum: si trattava di un enciclica, or,wero di una lettera ufficiale indi-
::./ LAICI CATTOLICI Si /MPEGNANO /N rizzata dal pontefice ai vescovi e ai fedeli della Chiesa cattolica.
INIZIATIVE DI SOLIDARIETÀ SOCIALE
La Rerum lVouarum era dedicata al mondo del lavoro e destò molto scalpore: infatti
.= tA RERUM NOVARUM D/ LEONE XIII
SASTIENE PASIZIONI APERTE VERSO la Chiesa cattolica sosteneya posizioni conservatrici, e quindi ostili ai lavoratori,
O P E RAI E CONTAD/N/ E CONDANNA
LI BERAUSMA E MATERIALISMO
mentre l'enciclica di Leone XIII prendeva posizione a favore di operai e contadini.
:.. 51 FONDA COsIt,4 DOTTRINA
Agli imprenditori, 1l papa raccomandava il dovere morale della «giusta merceder,
SOCIALE DELTA CHIESA. BASE PER ossia di una paga equa.
I PART IT I PO LITI C I C ATTO L I C I
DEL XX SECOLO
#3é I;ii3,*"1-j:#if;l!-i'i:
riti]lÈìiti:: Tale ribaltamento di prospettiva fece della Rerum
Nouarum una pietra miliare nella storia della Chiesa moderna. Il papa sottoli-
308 neava che la fede religiosa non riguarda solo la vita spirituale, ma che essa deve
cambiare, in meglio, anche la vita degli uomini su questa Terra. Condannava
tanto il materialismo marxista, con il suo appello alla lotta di classe, quanto gli
eccessi del liberismo, caro al capitalismo internazionale: Leone XIII rifiutava l'idea
che il lavoro sia essenzialmente una merce di scambio tra lavoratori e capitale,
per sottolineare il suo valore di strumento di elevazione, anche spirituale, e di
espressione della persona umana.

!=Ìr::+=È=.€ì:.==EÈ:ri:È ::-:S:a-=+l==Fli;ff:j==Clii=:i:!:!i:gi::#

''1lF L'encrclrca del 1891 segnò una tappa decisiva nella storia dei rapportrtra la Chiesa e rl "mondo"
moderno, chiudendo un'epoca di reciproca diffidenza e ìnaugurando un nuovo dialogo. Papa Leone
Xlll presenta qui i recrprocr doverr dei proprretari e degli operai; se verranno seguiti, si realrzzerà la
concordia sociale, cioè ilcontrario dell'odio diclasse predicato dalmarxismo.

=1:ÈL?insegnamenlo crisliano, di cui è inlerprele e custoda la Chiasa,


É po'an'L'.imr a -onctltanD o mD Dpp ìn ac..orclo [r-a ]oro -L r-L chj a l
. Hitratto di Leone Xlll
pr)rr La r., r.^orda ndo agl u n i e agil i rì,ri -L rruru l cÌov,r. i n^orn i ncia ndo

cia queLo .mposro oa-a giLSri- a.


Obbtighi d.i giuslrlzia) quanto al prolelarro a all'opelraio, sono quÉsli:
pleslare inleramente e fedalmanta l'opara cha liberamenra e secondo
e ÌLr,afu paLuui a:non ?D at oanno a-la rooa. ne ollosa alla por-o.ra clej
padroni; nella difesa slessa dei propri diril',i aslanersi da atli r,rolail,i,
ne rnai Lraq[ormar.a in am-anu inaÌron,o I i
tr quesli sono i doveri del capilalisti e dei padroni: non lenere §li operaì
s'hìa-n: r ;--Fet'ar ìn oss la :Lgtjua lolla o- r'sona umana. no5ifLa,a dal
cara,Ller" cristiano. AgJi occhi deLla na€liona a della fede I lavoro nolL
d"-gr'ada ]'uomo, ma anzi lo nobilita col metterlo l-rl grado dir,rvere one-
cL3 r-lt?rìLe "or , ì'op- r'a pr o; ria. *uello ^ho v ran]or.< e -ndagno do.-'uomo
o oi abLqar'na ^omp rj'osa as.olod- guadagnolp non Lnarlo n -n1o
"
piu di quelJo che va-lgono i suoi nervi e Ìe sua f,orza.

l-alsi sono, secondo Leone Xlll, gli obblighi di giustizia del proletariato?
*-a ì sono invece gli obblighi dei capitalisti?
,-. cosa è ritenuto dal papa «indegno dell'uomo»?

i-ird§Y& ? I rErA t[Lf ]MprntAllsf"40


NASCE lL PENSIERO SOCIALE CATTOLICO Lenciclica del 1891 diede inizio
alla dottrina sociale della Chiesa di Roma, ovvero a quell'insieme di interventi e
dottrine, inerenti alla vita sociale ed economica, che nei decenni successivi sareb-
bero aumentati. Inoltre la Rerum Nouarurn alimentò 1o sviluppo di un organico
pensiero sociale cattolico: elaborato da politici e intellettuali, esso costituì la base
del partito politico dei cattolici, che sarebbe poi sorto nel )O( secolo.

21.8 tA TENTAZIONE DEt COLONIALISMO


E LA SCONFITTA IN ABISSINIA
NUOVE MIRE SULL'AFRICAORIENTALE Dopo il disastro di Dogali (1887, {PRS?ET?OftATS* 3Eg
Stato o territorio controllato (protetto)
p.363),I'Italia non ayeva abbandonato le sue mire sull'Africa orientale, unica
da uno Stato piit forte (protettore):
zona lasciata libera dagli altri Stati europei. Con il nuovo imperatore etiopico, quest'ultimo gestisce le relazioni con
Menelik, Crispi firmò nel 1889 il trattato di Uccialli: presentato come un ac- gli altri Stati e spesso dirige, in forme
pi[t o neno esplicite, anche la politica
cordo di pace, in reaitàL esso assoggettava l'Etiopia (all'epoca chiamata Abissinia)
interna. ll protettorato non è perÒ
all'Italia, come un suo PR§TETTaRAT*. un possedimento diretto dello Stato
Nel 1890 la regione dell'Eritrea fu proclamata prima colonia italiana, mentre prltettlre, come lo è, invece, la colonia.
una parte della Somalia divenne formalmente un protettorato del Regno italiano.

LA TE NTATA CO NOU ISTA D E LL'ABISSI N lA Quando divennero chiare le impli-


ll 3 dicembre 1895 circa 30000 abissinì
cazioni relative aI trattato di Uccialli, Menelik pretese una sua revisione: davanti investìrono le postazìoni italiane dell'Amba
al rifiuto italiano, la situazione si fece molto tesa, per precipitare dopo il ritorno Alagi. Iì presidio fu circondato e sopraffatto,
solo pochi superstiti poterono rifugiarsi nel
di Crispi al governo (p.366).
A quel punto riprese I'espansione coloniale
forte di Macallè.
'
in Etiopia. Le truppe italiane furono però scon-
fitte prima all'Amba Alagi (dicembre tS95) e
poi ad Adua (marzo 1896), dove si contarono
quasi 10000 caduti.

FINE DELL'AWENTURA E DIMISSIONI DI


CRISPI A quel punto l'Italia dovette firmare la
pace di Addis Abeba, che annullava gli accordi
di Uccialli: veniva riconosciuta l'indipen denza
dell'impero dAbissinia, mentre quest'uldmo ac-
cettò che l'Eritrea rimasse colonia italiana.
La sconfitta in Africa obbligò Crispi a dare
le dimissioni (marzo 1895), questa volta defi-
nitive, da capo del governo.

{ RIELA§*§ARE §§ E§PORRE }

EVENTI r 0uando e perché Crispi dovette dare le dimissioni?


e Ouali iniziative sociali furono promosse dai cattolici?
LE§5I€O
B lllustra i contenuti della Berum Novarum. a Che cos'è un'enciclica?
* Biassumi Ie vicende relative all'impresa coloniale italiana.
CAUSE / COH§EGT'ENUE / RELAZIGNI
LUGG}I! E DATE r Perché l'enciclica di Leone Xlll suscitò stupore?
c Ouando fu firmato iltrattato di Uccialli? Spiega in cosa consisteva. s Ouali conseguenze essa ebbe nel mondo cattolico?

cAPrr{,u} eI I DA DEPRETTS A CE|SPT

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