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L’emozione

Definizioni
Le emozioni sono degli stati psicologici e fisiologici che accompagnano delle situazioni percepite
dal soggetto come importanti per il mantenimento del proprio equilibrio e del proprio sapere.
Le teorie sulle emozioni concordano nell’individuare componenti differenti dell’emozione che rive-
stono tutte un importante significato funzionale:
- componente cognitiva: valutazione, in termini cognitivi, degli stimoli ambientali;
- componente fisiologica: attivazione del sistema nervoso centrale, del sistema nervoso auto-
nomo e del sistema endocrino (tensioni muscolari, modificazioni del ritmo cardiaco, saliva-
zione, sudorazione);
- componente motivazionale: predisposizione dell’organismo ad agire, ad elaborare piani per
la realizzazione di determinati scopi e il soddisfacimento di specifici bisogni;
- componente espressivo-motoria: espressione delle emozioni attraverso movimenti della fac-
cia e del corpo, diverse tonalità della voce, modificazione dell’eloquio;
- componente soggettiva: riflessione soggettiva sull’esperienza e sul vissuto emozionale.

Teorie in contrapposizione
In passato si sono contrapposte diverse teorie per l’interpretazione degli stati emotivi. La prima con-
trapposizione è stata quella tra la teoria di James-Lange (1884) e quella di Cannon-Bard (1927,
1934), più recente quella tra i sostenitori del primato degli elementi cognitivi nello studio delle e-
mozioni (Lazarus, 1984; Averill, 1982) verso quelli più propriamente emotivi (Zajonc, 1984).
• La teoria “periferica”: secondo James-Lange l’emozione è l’equivalente psichico di una
modificazione dell’attività del sistema nervoso autonomo. L’emozione si identifica con
l’esperienza della modificazione somatica, è un riflesso soggettivo dello stato di attivazione
corporea (arousal). Gli elementi valutativi-cognitivi non precedono cioè le risposte espres-
sivo-motorie ma, al contrario, queste ultime determinano i primi.
• La teoria “centrale”: secondo Cannon-Bard l’emozione deriva da un’attivazione
dell’ipotalamo provocata dall’azione degli stimoli ambientali sugli organi di senso. Questi
pattern di attivazione sono in realtà piuttosto simili anche per emozioni differenti. Non si
può dunque esperire un qualunque stato emotivo dalla sola attivazione fisiologica o arousal,
ma devono intervenire dei processi centrali di valutazione e attribuzione.
• La teoria “bifattoriale”: successivi ulteriori approfondimenti e verifiche sperimentali
dell’ipotesi centrale sono state condotte da Schachter e Singer (1962). Secondo questi autori
le emozioni dipendono dalle attribuzioni che compiamo riguardo ai nostri stati interni, piut-
tosto che costituirne un semplice riflesso. Le percezioni di arousal ci dicono che potremmo
star provando un’emozione, ma non la sua tonalità. I successivi processi di attibuzione cau-
sale sono responsabili del tono dell’emozione.
• La teoria del primato degli elementi cognitivi: secondo Lazarus (1984) e Averill (1982) la
risposta motorio-comportamentale e l’esperienza emotiva sono sempre successive alla valu-
tazione dell’evento.
• La teoria del primato degli elementi emotivi: secondo Zajonc (1984) le risposte motorio-
comportamentali precedono sia l’esperienza emotiva, sia la valutazione cognitiva di questa.

Attualmente prevale una visione olistica dei processi emotivi che considera le emozioni come degli
insiemi dinamici, costituiti da molteplici componenti organizzati in una struttura gerarchica, dai li-
velli più elementari a quelli più sofisticati (Scherer, 1984).

Emozioni primarie e emozioni sociali, l’approccio differenziale


Le cosiddette emozioni fondamentali, o primarie, o di base, manifestano al massimo grado il carat-
tere di risposta adattiva tipico dell’emozione. Esse sono paura, rabbia, felicità, tristezza, disgusto,
per le quali sono stati individuati nove tratti caratteristici (Ekman, 1992):

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1. universalità dell’espressione facciale;
2. continuità filogenetica tra il comportamento espressivo umano e animale (le emozioni fon-
damentali sono innate o apprese nei primi mesi di vita);
3. pattern di attivazione fisiologica specifici, a livello di sistema nervoso centrale e autonomo;
4. universalità degli antecedenti;
5. rapido instaurarsi delle manifestazioni emotive;
6. durata relativamente breve di ciascun episodio emotivo;
7. presenza di un meccanismo automatico nella valutazione dello stimolo (appraisal limitato);
8. sensazione di incontrollabilità per ciò che si prova;
9. coerenza fra i vari elementi del sistema emozionale (vari meccanismi di feedback fra le va-
rie componenti).

Lewis (1990) ha suggerito di individuare due altri gruppi di emozioni secondarie, dette anche “so-
ciali”. Si tratta delle emozioni dell’autoconsapevolezza (self conscious emotions: imbarazzo, empa-
tia, invidia) e delle emozioni valutative dell’autoconsapevolezza (self conscious evaluative emo-
tions: vergogna, colpa, soddisfazione, orgoglio), che derivano dalle primarie. Queste emozioni ri-
sultano da un’introspezione oppure da una valutazione che l’individuo realizza su di sé o sul proprio
comportamento in rapporto a norme e standard comportamentali interiorizzati, che costituiscono
parte integrante del Sé. Sono emozioni tipicamente umane e, diversamente dalle emozioni fonda-
mentali, non sono caratterizzate da espressioni mimiche universali, né da pattern di attivazione fi-
siologica specifici.

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