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Dermatologia Lezione 1 - 08/03/17 Prof.

Pistone

LA CUTE

Premessa

Attraverso la pelle si possono prevenire moltissime patologie soprattutto tumorali, come i linfomi
(tra i sintomi più importanti può esserci il prurito). E’ possibile osservare inoltre manifestazioni
come l’ acanthosis nigricans, che è un ispessimento con colorito più scuro delle zone di frizione
quali i cavi ascellari e le regioni laterali del collo e che potrebbe essere legato a patologie primitive,
ma più spesso è secondario a disturbi metabolici (un diabete si può manifestare con questo segno
clinico in un primo tempo) o a patologie tumorali (l’acanthosis nigricans rientra tra le patologie
paraneoplastiche che precedono o accompagnano un tumore importante).

La cute è l’organo più esteso del nostro organismo, ha una superficie di quasi 2 mq (adesso si parla
di mq perché secondo la farmacocinetica e la farmacodinamica più recente, alcuni farmaci
importanti vanno somministrati non più secondo il peso corporeo, ma secondo i mq, cioè tante
compresse per ogni mq di cute).

I mq di cute sono misurati in base all’altezza e al peso di ogni individuo.

La cute pesa all’incirca 3 kg, chiaramente il peso varierà a seconda della statura e della mole del
soggetto, ma ciò che varia più facilmente in ogni singolo individuo è lo spessore. La cute non è
ugualmente spessa in tutto il nostro organismo, ci sono sedi dove è più spessa e sedi dove è meno
spessa. Le sedi tipiche in cui la cute è meno spessa sono le regioni palpebrali, mentre le regioni
cutanee in cui la cute è più spessa sono le regioni palmo-plantari, ma anche la regione dei glutei.

Caratteri macroscopici

Un carattere macroscopico della cute è il colore, che può essere fisiologico o patologico (spesso la
cute è lo specchio di qualcosa che non funziona all’interno, come accade nell’ittero in cui la cute
assume un colorito giallognolo, che è dovuto ad un problema di natura epatica; se la cute diventa
di colorito scuro c’è il cosiddetto mal bronzino o un accumulo di rame).

In condizioni fisiologiche la cute ha un determinato colore, che dipende dalla razza, dal sesso
(solitamente nella stessa razza il sesso maschile è più scuro rispetto al sesso femminile), dall’età (la
pelle del neonato è molto più chiara della pelle dell’adulto e la pelle dell’adulto è più chiara della
pelle dell’anziano), dalla regione cutanea (logicamente il colorito della pelle dipende dalle zone più
o meno foto esposte).

Secondo Fitzpatrick esistono 5 diversi fototipi per quanto riguarda la razza umana, che vanno da 1
a 5, dove il fototipo 1 è rappresentato dai soggetti con carnagione chiarissima, lattea, capelli biondi
o rossicci e occhi chiari e il fototipo 5 è quello tipico della razza nera. Nei fototipi intermedi man
mano i caratteri si vanno inscurendo e passiamo dal biondo latteo, al castano con carnagione
chiara, al moro, fino ad arrivare ai caratteri tipici della razza nera.

Questa distinzione è molto importante anche dal punto di vista patologico, perché i soggetti con
fototipo 1 e 2 sono soggetti a pelle molto chiara e più delicata rispetto al fototipo 5, quindi sono
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predisposti a patologie tumorali in misura maggiore rispetto ai soggetti con pelle nera. Non a caso
all’Equatore ci sono soggetti con la pelle nera e al Polo Nord vivono soggetti chiarissimi, biondi e
con occhi azzurri: nel tempo ci siamo adattati a quello che è l’ambiente in cui viviamo. Dunque
all’Equatore i soggetti con la pelle nera reagiscono meglio all’esposizione solare lì dove essi vivono,
mentre nei Paesi nordici si riduce l’esposizione solare e si potrà sopravvivere con una carnagione
più chiara.

Il nostro colore è dovuto inoltre al pigmento melanico, che è responsabile del colorito chiaro e del
colorito scuro. I melanociti sono le cellule deputate alla produzione di melanina e queste cellule
possono produrre 2 tipi di melanina: le eumelanine e le feomelanine.

Queste 2 melanine sono caratteristiche dei diversi fototipi: le eumelanine sono tipiche dei soggetti
scuri, le feomelanine sono invece tipiche dei soggetti chiari.

Il colore può anche essere dovuto all’unione dei caratteri carotenoidi, che danno un colorito
giallastro e poi, se consideriamo le turbe vascolari di natura venosa dell’arto inferiore, ci saranno
delle chiazze violacee come manifestazioni cutanee, dovute all’emoglobina ridotta; quando invece
c’è ossiemoglobina, quindi sangue arterioso, il colorito tende più verso l’eritema (rosso chiaro).
Dall’unione di queste 4 diverse possibilità di pigmenti risulta la nostra colorazione.

Un altro carattere macroscopico importante da tenere in considerazione è la superficie della pelle:


se guardiamo la nostra pelle con attenzione e a forte ingrandimento, essa appare caratterizzata da
tutta una serie di linee che si intersecano, dando il caratteristico disegno della pelle. Il nostro
mantello cutaneo presenta delle pieghe, che possono essere temporanee o permanenti. Le pieghe
permanenti sono quelle localizzate nelle zone di articolazione, quindi ai gomiti, alle ginocchia. Un
esempio tipico di piega transitoria può essere la nostra mimica facciale. Altre pieghe permanenti
sono quelle dovute all’età.

La pelle di determinati distretti, quali i polpastrelli e le dita del piede è attraversata da delle creste
che sono importantissime, chiamate dermatoglifi che, messe assieme, costituiscono quel disegno
particolare che caratterizza le impronte digitali, le quali sono caratteristiche per ognuno di noi. Il
nostro mantello cutaneo presenta degli orifizi millimetrici attraverso i quali, ad esempio, spuntano
i capelli o sboccano le ghiandole sudoripare (il sudore sbocca da pori particolari chiamati
acrosiringi).

Sono presenti inoltre dei solchi nel nostro organismo.

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I dermatoglifi possono essere ad archi, ad anse, a vortici e sono disegni geneticamente testati
molto utilizzati in medicina legale perché sono distintivi di ognuno di noi.

L’origine della cute è diversa, può avere origine ectodermica e può avere origine mesodermica.

Dall’ectoderma prendono origine l’epidermide e gli annessi cutanei, mentre dal mesoderma
prende origine il derma e l’ipoderma.

Andando dall’esterno verso l’interno, la parte più esterna prende il nome di epidermide, al di sotto
dell’epidermide c’è una struttura particolare che prende il nome di giunzione dermo-epidermica
che tiene unite l’epidermide con il derma, al di sotto della giunzione dermo-epidermica abbiamo il
derma e al di sotto del derma abbiamo il tessuto sottocutaneo e il tessuto adiposo. Quindi
epidermide, giunzione dermo-epidermica, derma, ipoderma.

L’epidermide è la parte più superficiale a noi visibile ed è rappresentata da un epitelio


pavimentoso pluristratificato e cheratinizzato; l’epidermide è costituita da un punto di vista
citologico, per il 90% da cheratinociti, i quali assumono delle forme diverse a secondo dei diversi
strati, ma non sono cellule diverse, sono tutte le stesse cellule in fase maturativa diversa.

Una domanda d’esame potrebbe essere: “Cosa è la cheratinizzazione?”

Voi dovrete rispondere che la cheratinizzazione non è altro che quel processo fisiologico che
permette alle cellule dell’epidermide di maturare e quindi di trasformarsi da cellule basali in cellule
dello strato corneo.

Gli strati dell’epidermide sono 5: andando dal profondo, dalla giunzione dermo-epidermica fino a
salire verso l’esterno, abbiamo lo strato basale, lo strato spinoso, lo strato granuloso, lo strato
lucido e lo strato corneo.

Questo processo di cheratinizzazione, che è fondamentale ed importantissimo, dura in media 28


giorni.

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Per potere una cellula basale diventare una cellula cornea ci vogliono 28 giorni: questo è
importantissimo per l’omeostasi della nostra pelle, perché se questo processo dovesse accelerare,
la nostra pelle si ispessirà.

Ad esempio nella psoriasi, patologia con chiazze eritemato-squamose, si formano le squame


perchè il turn over dell’epidermide è accelerato rispetto a ciò che avviene fisiologicamente.

Il turn over è un processo importantissimo perché se non ci fosse la pelle continuerebbe ad


ispessirsi e non sarebbe più vitale.

Lo strato corneo a sua volta si distingue in strato corneo compatto e strato corneo disgiunto. Noi
quotidianamente desquamiamo, in maniera molto fine ed impercettibile perdiamo cellule dello
strato corneo e questo processo è importante ai fini del turn over, anche se visivamente non ce ne
rendiamo conto.

Un esempio classico è quello dell’abbronzatura, che si va perdendo nel corso dei mesi, perché la
nostra pelle finemente desquama. Quando noi ci esponiamo al sole, non facciamo altro che
stimolare i nostri melanociti a produrre melanina, dunque i cheratinociti sono intrisi di melanina
ed ecco perché la nostra pelle diventa scura. Quando non ci esponiamo più al sole e i nostri
melanociti non producono più melanina, grazie al turn over dell’epidermide, le cellule
cheratinocitarie, che erano ricche di melanina, man mano si superficializzano, quindi dallo strato
basale passano allo spinoso, al granuloso, al lucido fino al corneo compatto e al corneo disguinto,
noi le perdiamo ed ecco che la pelle ritorna di colorito normale. Se vogliamo mantenere il più a
lungo possibile la nostra abbronzatura, possiamo o idratare perennemente la pelle in modo da
rallentare la desquamazione e quindi mantenere l’abbronzatura o evitare di lavarci in modo da
non facilitare la desquamazione.

L’epidermide dunque è un tessuto che si rinnova continuamente, il 90% delle cellule che
costituiscono l’epidermide è rappresentato dai cheratinociti, ma nell’epidermide sono presenti
altri tipi cellulari, come i melanociti, le cellule di Langerhans e le cellule di Merkel.

I cheratinociti rappresentano il 90% delle cellule epidermiche; essi contengono i tonofilamenti,


che non sono altro che delle proteine fibrose di 50 Angstrom, che sono riunite in tonofibrille.

Le giunzioni intercellulari sono importantissime e si chiamano desmosomi, gap junctions e tight


junctions. Le più importanti sono i desmosomi: essi sono delle strutture che tengono adeso un
cheratinocita ad un altro. Ci sono delle malattie autoimmunitarie che vanno ad aggredire i
desmosomi, li distruggono e clinicamente avremo patologie importanti e pericolosissime in
dermatologia quali il pemfigo; quest’ultimo è una dermatosi bollosa, caratterizzata dalla presenza
su tutto il mantello cutaneo di bolle. In dermatologia la bolla o la vescicola è qualcosa che è piena
di liquido; l’evoluzione delle bolle è la rottura, quindi ci sarà perdita di liquidi, sbilancio idro-
elettrolitico, shock ipovolemico oppure, aprendosi le bolle, ci saranno delle erosioni siero gementi
e qualsiasi danno del mantello cuteneo rappresenta la porta d’ingresso di virus, batteri e miceti,
che potranno dare sepsi.

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Le gap junctions servono invece a permettere il passaggio di ioni e di piccole molecole nelle cellule,
mentre le tight junctions sono quelle che contribuiscono alla funzione di barriera.

Il periodo di maturazione, la cheratinizzazione è di 28 giorni e, se questo si riduce, compare la


chiazza eritemato-squamosa (psoriasi).

Anche in questo paziente è presente un disturbo genetico della cheratinizzazione, che risulta
molto più accorciata rispetto a quello che fisiologicamente avviene: è un paziente affetto da ittiosi,
che va da forme semplici a forme non compatibili con la vita. In particolare questo nell’immagine è
un caso di ittiosi istrice in cui tutto il mantello cutaneo, le mani e i piedi, sono molto ispessiti e
ricordano la pelle di un serpente.

Le condizioni cutanee possono avere dei risvolti psicologici molto importanti, l’organo cute ha
molto a che fare con la psiche. Le patologie cutanee hanno molto a che fare con le patologie
psicosomatiche.

Il soggetto acneico è un adolescente (l’acne non viene mai prima della maturazione sessuale, i
bambini non hanno mai l’acne, a meno che non abbiano una patologia); non appena le gonadi
maschili e femminili incominciano a produrre ormoni cominciano a manifestarsi in alcuni soggetti
acne lieve o grave, con risvolti psicologici importanti. Questi soggetti si guardano allo specchio, si
deprimono e questo non fa altro che peggiorare il loro stato perché producono più sebo: lo stress
fa peggiorare la seborrea e di conseguenza ecco che loro peggiorano.

Chi ha la pelle grassa sotto stress peggiora enormemente, durante l’estate invece la pelle del
seborroico migliora; chi sa di avere la pelle e i capelli grassi molto spesso è costretto a lavarli
spesso e questo è un grandissimo errore perché si fa fare “palestra” alle ghiandole sebacee: se una
persona ha la pelle grassa, non appena rimuove il grasso in eccesso, la pelle lo riformerà perché il
suo status normale è quello.

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Al paziente psoriasico farebbe bene andare al mare, tuttavia questi pazienti evitano di andarci per
timore di essere giudicati, si isolano, si lasciano andare mangiando, bevendo e fumando molto e
tutto questo non fa altro che peggiorare la loro condizione.

Infatti recentemente si è visto che l’aumento dell’adipe libera quelle citochine responsabili della
psoriasi; il grasso addominale, che viene considerato un vero e proprio organo endocrino, produce
citochine, TNF alfa: dunque noi abbiamo risultati terapeutici più importanti nei soggetti con indice
di massa corporea nella norma, piuttosto che nei soggetti in sovrappeso. Un’opinione sbagliata
può quindi portare alla rovina di una persona, bisogna stare molto attenti.

Lo strato basale è rappresentato da un’unica fila di cellule che sono caratterizzate da forma a
parallelepipedo, viste in 3 dimensioni, o da forma rettangolare, viste a 2 dimensioni. Queste cellule
di forma rettangolare hanno il loro asse (diametro) maggiore perpendicolare rispetto alla
giunzione dermo-epidermica.

Distinguiamo le cellule staminali, le cellule attivamente proliferanti e le cellule che vanno


incontro ad una differenziazione terminale.

Le cellule staminali sono fondamentali per la rigenerazione dello strato basale.

Le cellule attivamente proliferanti sono quelle che si duplicano e che mantengono lo strato basale
stesso, mentre le cellule che vanno in differenziazione sono quelle che si vanno trasformando in
cellule spinose.

Al di sopra dello strato basale abbiamo lo strato spinoso, che è costituito da più strati di cellule, 6-
7; le cellule hanno una forma poliedrica, quindi hanno diversa forma. Le spine che collegano una
cellula con l’altra, visibili all’ematossilina-eosina e a fortissimo ingrandimento, corrispondono ai
desmosomi, giunzioni importantissime che tengono un cheratinocita ancorato all’altro. Sono
cellule poliedriche, a nucleo rotondo e, man mano che vanno verso l’alto, le filiere più alte e le
cellule si vanno sempre più appiattendo.

Lo strato granuloso è rappresentato da cellule appiattite e allungate, che contengono nel loro
citoplasma i granuli di cheratoialina.

Lo strato lucido è molto sottile, si riscontra soltanto lì dove la cute è spessa, quindi soprattutto
nelle regioni palmo-plantari e qui è presente l’eleidina come proteina.

Lo strato corneo si distingue in compatto e disgiunto, nel quale le cellule incominciano a staccarsi
e a perdersi con la desquamazione. Le cellule dello strato corneo, a differenze di tutte le altre
cellule degli strati basale, spinoso e granuloso, sono cellule che hanno perso il loro nucleo, quindi
non sono più cellule vitali, sono cellule pronte ad essere eliminate. Esse contengono i
tonofilamenti.

Nel processo di cheratinizzazione di 28 giorni, 14 giorni sono il tempo necessario perchè una
cellula basale si trasformi in cellula cornea, gli altri 14 giorni sono il tempo richiesto perché le
cellule dello strato corneo vengano ad essere poi eliminate.
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I cheratinociti sono cellule immunologicamente attive per cui, se noi le andiamo a stimolare con
fattori esterni che possono essere le semplici radiazioni ultraviolette, esse sono in grado di
produrre citochine, chemochine e tutti i fattori che attivano la risposta immunologica.

Le altre cellule che sono presenti nell’epidermide sono i melanociti: frammiste alle cellule basali vi
sono delle cellule chiare che sono appunto i melanociti e di solito vi è 1 melanocita per 36
cheratinociti. I melanociti, al contrario dei cheratinociti, sono cellule dendritiche dotate di
propaggini, sottili filamenti o dendriti (visibili attraverso la colorazione di Fontana-Masson, che è
un’impregnazione argentica), attraverso i quali, il melanocita si mette in contatto con i 36
cheratinociti che lo circondano ed è proprio attraverso questi dendriti che il melanocita dà
melanina ai cheratinociti. Sono cellule dendritiche che derivano dalla cresta neurale, non hanno
tonofilamenti e sono localizzate nello strato basale.

Queste cellule contengono i melanosomi, che sono organuli che ritroviamo nel citoplasma dei
melanociti e si distinguono esattamente in 4 stadi, dallo stadio 1 allo stato 4; questi melanosomi
sono importantissimi perché nel loro contesto viene ad essere prodotta la melanina. Lo stadio 1 è
rappresentato da vescicole che si ottengono dall’apparato del Golgi e hanno una ricchissima
attività tirosinasica. Man mano che si passa allo stadio 2, 3 e 4 si andrà perdendo l’attività
tirosinasica e i melanosomi saranno infarciti di melanina. I melanosomi 4 vengono rilasciati poi ai
cheratinociti. L’attività tirosinasica si va perdendo perché man mano questi organelli vanno
riducendo la loro possibilità di formare melanina, poiché si vanno infarcendo.

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Quindi abbiamo 1 melanocita ogni 36 cheratinociti e insieme formano l’unità funzionale


melanino-epidermica.

Il numero dei melanociti è uguale per tutti e due i sessi ed è uguale per tutte le razze, quindi i
soggetti di colore scuro, la razza nera non ha più melanociti rispetto ai nostri, ma sono
funzionalmente diversi perché hanno melanosomi di maggiori dimensioni rispetto a quelli della
razza caucasica. Gli albini sono quei soggetti che hanno melanociti che non riescono a produrre la
melanina, per cui essi hanno i capelli completamente bianchi e la pelle completamente priva di
pigmento, non possono stare al sole perché non hanno alcuna forma di protezione. La melanina è
una forma protettiva della nostra pelle ai raggi solari.

Le eumelanine sono caratteristiche dei soggetti a carnagione più scura, mentre le feomelanine
sono quelle dei soggetti a carnagione chiara. Il colore della pelle è determinato geneticamente,
vengono ad essere coinvolti all’incirca 120 geni, di questi il più importante è l’MC1R, localizzato sul
cromosoma 16q24 e codifica per un particolare recettore, l’MC1 recettore, al quale si lega
l’ormone melanocito-stimolante (prodotto di clivaggio della pro-opiomelanocortina o POMC). Una
volta che questo ormone alfa-MSH si lega al recettore, la cellula incomincia ad incrementare il suo
AMP cellulare (fonte di energia), quindi incomincia l’attività cellulare che porta all’attivazione della
tirosinasi e quindi alla formazione della melanina. Appena noi ci esponiamo al sole succede tutto
questo.

Nei feomelanici, nei biondi, anche loro geneticamente codificati, di fototipo 1 o 2 abbiamo una
proteina di segnale particolare che prende il nome di proteina agouti.

Al momento dell’esame il prof. potrebbe chiedere: “Perché tu sei biondo? Perché tu sei bruno?”
La risposta riguarda proprio questi meccanismi.

La proteina agouti agisce come un inibitore competitivo dell’ormone melanocito-stimolante,


quindi si va a legare allo stesso recettore ma, non appena si lega, impedirà il legame di altro e
quindi verrà attivato tutto un altro sistema di cascate biochimiche che porteranno alla formazione
della feomelanina. Ecco perché uno e biondo e un altro è moro, proprio a causa di questi
ingranaggi geneticamente determinati.
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Le radiazioni ultraviolette sono pericolose, i bambini devono essere protetti con magliette, cappelli
e occhiali (gli oculisti hanno molti casi di cataratta precoce, dovuta sempre alle radiazioni). A
maggior ragione devono stare attenti i soggetti affetti da albinismo, piebaldismo, vitiligine, tutti
soggetti che hanno disturbi della pigmentazione.

Le cellule di Langerhans sono le cellule presentanti l’antigene della cute, molto importanti in
quanto cellule immunocompetenti; qualsiasi stimolo o antigene penetri nel nostro organismo,
ecco che queste cellule non fanno altro che processarlo, lo presentano ai linfociti T a livello
linfonodale, li attivano, questi ritornano indietro e danno tutta quella cascata infiammatoria che
porterà alla formazione di tutti i mediatori della flogosi. Sono in realtà degli istiociti altamente
specializzati e si riconoscono perché nel loro citoplasma contengono i granuli di Birbek. Sono
cellule importantissime perché possono dare anche loro patologie, come le istiocitosi X a partenza
dalle cellule di Langerhans dell’epidermide.

Le cellule di Merkel sono altre cellule chiare non dendritiche (a differenza del melanocita),
associate a terminazioni nervose non mielinizzate ed importanti come meccanocettori. Sono
cellule molto importanti perché non soltanto ci permettono di captare gli stimoli meccanici, ma
anche a partenza da queste cellule possono avvenire processi patologici quali il merkeloma, che è
un tumore grave che può colpire la cute.

La giunzione dermo-epidermica congiunge l’epidermide al derma, fornisce un supporto


all’epidermide e dà resistenza alle forze esterne.

È costituita da 3 strati: lamina lucida, lamina densa e lamina fibroreticolare.

La lamina lucida è quella che mette a contatto le cellule basali con la parte interna della
membrana basale ed è attraversata dagli emodesmosomi (che partono dal cheratinocita basale e
si legano alla lamina densa). La lamina densa è costituita da collagene IV; sotto la lamina densa noi
ritroviamo la lamina fibroreticolare è costituita da fibrille di ancoraggio fatte tutte di collagene di
tipo VII.

Il derma rappresenta la parte più spessa della cute.

È costituito da tessuto collagene, da tessuto elastico e da sostanza fondamentale.

Mentre l’epidermide non è irrorata, il derma lo è (se striscio il dito sul muro ed esce sangue, vuol
dire che sono arrivato al derma papillare perché si è rotto un piccolo capillare, in quanto il sangue
arriva al derma papillare e da lì poi trae nutrimento anche l’epidermide, ma non ci sono vasi
nell’epidermide).

Il derma è riccamente vascolarizzato e innervato, mentre l’epidermide non presenta


vascolarizzazione.

Il derma è importantissimo perché, oltre a contenere vasi sanguigni e linfatici, contiene le fibre
nervose, contiene tutti gli annessi cutanei, quindi il follicolo pilifero, la ghiandola sudoripara
eccrina e apocrina, la matrice ungueale: queste strutture sono tutte localizzate nel derma.
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Le cellule che compongono il derma sono i fibroblasti. Dunque i fibroblasti sono le cellule
importanti del derma e hanno la funzione di formare il collagene, l’elastina e la sostanza
fondamentale. Il collagene a sua volte prende parte alle fibre collegene, l’elastina farà parte delle
fibre elastiche.

Nel derma abbiamo inoltre macrofagi, mastociti e linfociti. Le funzioni del derma sono quelle di
sostegno, di forza e di nutrire.

Il derma è distinto in 2 parti: una parte più superficiale che è il derma papillare e una più profonda
che è il derma reticolare.

Il derma papillare è più sottile rispetto al derma reticolare.

I fibroblasti sintetizzano i fili di pro-collagene, che è un precursore del collagene e sintetizzano


anche le fibre elastiche: le fibre collagene e le fibre elastiche sono importantissime perché
abbiamo patologie che colpiscono proprio le fibre elastiche e le fibre collagene.

La cellulite, le smagliature non sono altro che alterazioni patologiche di queste strutture.

Queste sono le linee di Langer, che attraversano in maniera diversa la nostra cute e la conoscenza
di queste linee è fondamentale per i chirurghi plastici, in quanto se operano lungo le linee di
Langer il risultato estetico sarà migliore rispetto a quando si opera al contrario rispetto alle linee di
Langer (in quest’ultimo caso resteranno degli esiti cicatriziali molto più importanti).

Le smagliature sono patologie del tessuto connettivo con perdita di elasticità.

La patalogia di Elhers-Danlos è una patologia genetica che appartiene al capitolo delle geno-
dermatosi e che si caratterizza per alterazioni del tessuto connettivo (se si prende la pelle del
gomito di questi bambini, la posso stirare come voglio, poi questa ritorna). Un altro segno tipico di
questi soggetti è la capacità che essi hanno di toccare la punta del naso con la lingua.
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La vascolarizzazione si trova nel derma soltanto, abbiamo 2 plessi circolatori che sono paralleli tra
di loro: il plesso profondo e il plesso superficiale.

Il plesso profondo è allocato nel derma più profondo, il plesso superficiale si trova nel derma
papillare. I vasi del plesso profondo sono di calibro maggiore rispetto a quelli del plesso
superficiale e i 2 plessi non sono dissociati tra di loro, ma sono connessi attraverso vasi
perpendicolari. Abbiamo delle arteriole vere e proprie e delle venule di calibro maggiore che si
collegano al plesso superficiale che è di calibro inferiore, fino ad arrivare ai capillari arteriosi e
venosi.

Le terminazioni nervose sono importantissime e si distinguono in terminazioni nervose libere e


terminazioni nervose corpuscolate.

Le terminazioni nervose libere sono quelle che mi fanno percepire lo stimolo doloroso; le stesse
terminazioni, se stimolate in maniera inferiore, ci fanno avvertire il prurito, caratteristico di molte
dermatosi.

Le terminazioni nervose corpuscolate più importanti sono i corpuscoli di Meissner, i corpuscoli di


Pacini e corpuscoli di Ruffini. Queste terminazioni corpuscolate sono maggiormente presenti in
regioni palmo-plantari, cuoio capelluto, genitali, zone in cui siamo molto più sensibili, sia agli
stimoli tattili, sia agli stimoli meccanici.

I corpuscoli di Meissner sono importantissimi nella sensibilità tattile.

I corpuscoli di Ruffini sono dei meccanocettori.

I corpuscoli di Pacini sono quelli che ci permettono di sentire gli stimoli vibratori.

Le terminazioni nervose sono importantissime e permettono al nostro organismo di reagire agli


stimoli esterni.

Il tessuto sottocutaneo ipoderma invece è ancora più sotto del derma e ci sono vasi, nervi e vasi
linfatici ed è costituito da queste strutture anatomiche: lobi adiposi, delimitati dai retinacula cutis;
i lobi adiposi a loro volta vengono ad essere suddivisi in lobuli adiposi, delimitati da tutte le fibrille
connettivali e all’interno dei lobuli adiposi troviamo le cellule adipose, che sono quelle che
producono il grasso.

Il tessuto adiposo è diversamente distribuito nel nostro organismo: i cuscini dei glutei, ad esempio,
hanno più adipe rispetto ad altre sedi; poi c’è il grasso bianco, il grasso bruno, ecc.

La distribuzione del tessuto adiposo varia per età (con l’età il tessuto adiposo tende ad
aumentare), per sesso, per razza, per regione corporea, a secondo della nostra dieta e in base alle
condizioni climatiche (l’adipe ci protegge dalla temperatura esterna).

Gli annessi cutanei sono i follicoli piliferi, le ghiandole sebacee, le ghiandole sudoripare apocrine,
le ghiandole sudoripare eccrine e l’unghia.

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Per lesioni elementari intendiamo quelle lesioni cutanee del tutto caratteristiche di determinate
dermatosi, ad esempio le macule, le papule, le pustole, le vescicole, le bolle.

Il prof. sottolinea l’importanza di seguire le sue lezioni e comunica che all’esame si limiterà a
chiedere gli argomenti spiegati durante il corso e che pertanto non occorre approfondire da altri
testi.

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