Pistone
CLASSI DI MICETI
Zigomiceti
Ascomiceti
Basidiomiceti
Deuteromiceti: la classe responsabile delle micosi superficiali.
PATOGENESI
Fondamentale per la patogenesi delle infezioni micotiche è il contagio (escludendo la pitiriasi versicolore)
che dipende da:
sede anatomica: rientrano infatti nel capitolo della malattia sessualmente trasmissibili;
Un aspetto importante è la condizione locale della cute: se essa è integra, difficilmente potrà avvenire
l’attecchimento del micete; il lavaggio continuo e psicotico della mani può causare xerosi, lesioni
ragadiformi e predisposizione all’infezione;
Carica infettante: il contatto con un solo micete difficilmente causa patologia; tanto maggiore è la
carica micotica tanto più alta è la probabilità di sviluppare la micosi;
capacità replicativa del micete: li dividiamo in miceti a rapida replicazione e miceti a lenta replicazione
(sono più facilmente debellabili).
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agli esami chiederà soltanto quelle superficiali.
fattori sistemici:
1) malattie endocrine: obesità (ci sono molte zone che non traspirano è che macerano costituendo porte
di ingresso per il micete), diabete mellito, malattia di Cushign, ipotiroidismo, ipoparatiroidismo
(alterazione delle pompe Na- Ca che fisiologicamente contribuiscono alle difese dell’organismo)
2) immunodepressione: AIDS
3) terapie sistemiche:
antibiotici, steroidi,
immunosoppressori.
INFEZIONI DA MUFFE
Muffe: tutte le specie fungine in
qualsiasi condizioni, sia in
coltura sia che stanno
parassitando, presentano un
tallo filamentoso.
Rientrano in questo gruppo i
dermatofiti, distinti a loro volta
in specie antropofile, zoofile,
geofile3.
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nei pazienti oncologici vengono frequente associate terapie antibiotiche e antimicotiche a scopo preventivo.
TINEA CAPITIS
La diagnosi può essere fatta osservando il cuoio capelluto:
nelle fasi iniziali la chiazza ha una forma rotondeggiante
anche se può assumere delle forme diverse nel corso della
sua evoluzione; inoltre se si esercita una trazione sui capelli
del bordo della chiazza, questi restano in mano a diversa
altezza. Ciò è dovuto al fatto che il micete ha parassitato il
follicolo pilifero, è entrato all’interno del pelo e
rosicchiandolo lo ha reso più debole e fragile.
Osservando la parte centrale della lesione, questa appare
con sfondo eritematoso ed una fine desquamazione
furfuracea; tale quadro deve serve far supporre un’infezione
micotica.
Si parla di pseudo-alopecia e non di alopecia perchè i capelli ci sono ma sono stati parassitati e
momentaneamente distrutti; con la giusta terapia antimicotica (sia per via topica che per via sistemica) i
capelli ricrescono totalemente.
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il prof ha detto che chiderà mai esempi.
Kerion celsi: è l’unica forma che da alopecia cicatriziale, è una forma acuta,
clinicamente è assolutamente diversa perchè prevale l’eritema, e sono presenti
laghi di pus; la risposta infiammatoria è così importante che i linfociti riescono a
distruggere i follicoli piliferi perciò se non adeguatamente e tempestivamente
trattata porta ad alopecia vera.
TINEA CRURIS
Sempre presente la zona centrale eritematosa e finemente desquamante con la zona periferica che
demarca e circoscrive la lesione.
Il paziente avrà sensazione di fastidio e prurito, se la zona è molto macerata si avrà anche bruciore.
Una differenza tra muffe e lieviti sta proprio nella presentazione: le muffe danno lesioni più secche quindi
pruriginose, candida invece crea delle lesioni più umide con meno prurito e più bruciore.
Nell’uomo, la diagnosi differenziale tra infezione da muffe ed eczema va fatta analizzando la cute dello
scroto: di solito la micosi non coinvolge lo scroto in quanto è una zona poco cheratinizzata, l’eczema invece
si manifesta più facilmente nello scroto e poi si espande nella regione inguinale. È pur vero che una zona
eczematosa può favorire l’attecchimento di muffe.
TINEA INCOGNITA
Si riferisce ad una probabile infezione da micete ma non verificabile perchè il paziente ha iniziato
spontaneamente o sotto consiglio di amici, parenti, farmacista, una terapia con steroidi e/o antibiotici e/o
antimicotici. In questi casi bisogna interrompere qualsiasi somministrazione per almeno 6 giorni e solo a
questo punto si ripristina la parte più superficiale del cornio ed è possibile fare l’esame micologico.
Per alleviare il fastidio si può consigliare di effettuare degli impacchi di camomilla perché è un
decongestionante e nella stesso tempo rimuove i residui di crema. Bisogna usare i fiori di camomilla e non
le bustine poiché queste contengono additivi e conservanti, il colore deve essere simile a quello del the, si
filtra, si lascia raffreddare un po’ e con delle garze imbevute la si poggia sulla sede coinvolta per circa
mezz’ora.
TINEA PEDIS
Quando il piedi è coinvolto da una muffa ci possono essere 3 forme cliniche:
intertriginosa
ipercheratosica a mocassino
infiammatoria disidrosiforme (simile all’eczema).
TINEA MANUUM
Anche la mano può presentarsi nella forma intertriginosa e la forma disidrosiforme. Valgono le stesse
considerazioni fatte per la tinea pedis.
Esiste una forma equivalente di quella a mocassino che riguarda il palmo delle mani ma non ha una
denominazione specifica.
TINEA UNGUIUM
Ci sono fattori predisponenti che possono essere locali, da
alterazione delle unghia in seguito a patologia cutanee come la
psoriasi, da alterazione della vascolarizzazione (si hanno distrofie
della lamina ungueale),
predisposizione genetica,..
INFEZIONI DA LIEVITI
Sono quelle specie fungine con tallo unicellulare e blastosporeo che formano le pseudoife (non formate
dalle muffe).
I lieviti possono portare a 3 diverse manifestazioni cliniche:
forme lievi: localizzazioni cutanee e mucose.
forme moderate: quelle che si estendono dal cavo orale
all’orofaringe
forme gravi: quelle che si estendono per tutto l’esofago e le
polmoniti da candida.
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la distrofia ungueale si ha anche in corso di patologie come la psoriasi oppure para fisiologicamente negli uomini che
giocano a calcio o nelle donne che usano spesso scarpe a punta, l’unghia va in sofferenza a causa dell’ipossia.
Anche in questo caso, nell’uomo lo scroto non è coinvolto, inoltre la differenza con le muffe è data dalla
presenza di una zona centrale biancastra e dalla mancanza del bordo di avanzamento, la lesione sfuma
verso la periferia; il paziente spesso riferisce di trovare la biancheria intima umidiccia (le muffe sono più
secche). Queste caratteristiche dovrebbero già indirizzare verso una diagnosi da lieviti ma posso
confermare sempre con l’esame microscopico dove osservo le pseudoife.
La follicolite potrebbe esserci ma in quantità minore rispetto alle muffe.
Tutte le zone del corpo possono essere oggetto di infezione da Candida, si riconosco per la zona
particolarmente eritematosa che conferisce aspetto umido, zona biancastra
centrale e assenza del bordo.
I soggetti che più di frequente sviluppano infezioni di questo tipo sono i diabetici
e coloro che lavorano per molto tempo con le mani in acqua come baristi,
massaie, casalinghe (ancora di più se usano i guanti di gomma che creano
l’ambiente caldo-umido adatto all’attecchimento del micete).
Una caratteristica che distingue le muffe dalla Candida è il patereccio ungueale.
Dolente alla palpazione ma anche spontaneamente, spesso è inteso come
infezione batterica e vengono usati
antibiotici che logicamente non hanno nessun effetto.
Lentamente sarà coinvolto pure il letto ungueale con un totale
sovvertimento della struttura dell’unghia.
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bisogna spiegare ai pazienti che non si deve inserire la siringa all’interno dell’uretra perché non serve a nulla.
PITIRIASI VERSICOLORE
È l’unica forma a non essere contagiosa. L’agente etiologico è la malassezia furfur, un saprofita lipofilo della
cute normale. Ciò vuol dire che tutti quanti hanno sul proprio mantello cutaneo questo micete però,
essendo molto lipofilo, solo i soggetti con importante produzione di sebo, film idrolipidico,.. , creeranno le
condizioni favorenti per la sua replicazione.
Dipendendo da caratteristiche proprio del soggetto, il contatto diretto con un paziente non causa contagio.
Si parla di versicolore perché cambia colore: in fase attiva la micosi è di colorito rameico, rosa salmone o
rosa chiaro. Il paziente però chiederà l’aiuto del medico solo in un secondo momento, in estate perché il
sole rende l’infezione più evidente. In realtà i raggi solari hanno azione fungicida ma Malassezia, prima di
morire produce una sostanza che blocca la tirosinasi, l’enzima che permette di produrre la melanina; il
paziente sarà abbronzato ma laddove era presente il micete la pelle rimarrà chiara prendendo a volte un
aspetto a pois.
In questi casi la terapia non andrebbe fatta visto che il sole ha ucciso il micete, i momenti ideali sono
Maggio (prima dell’esposizione solare in modo che la pelle si pigmenti in maniera uniforme) e Ottobre; i
pazienti con forme importanti di pitiriasi devono essere trattati più volte l’anno.
Data la possibile difficoltà nell’osservare le lesioni si possono usare presidi come la lampada di Wood.
La terapia per poche chiazze è di tipo topico da eseguire per circa 20 giorni, bisogna ricordare al paziente
che le pomate vanno sparse anche nei 5 cm limitrofi alla lesione di modo che se ci sono delle chiazze che
stanno per comparire agiamo in maniera preventiva. Se l’infezione è molto sparsa è da preferire la via
orale: 2 compresse al giorno, 1 dopo pranzo e 1 dopo cena.
Per il coinvolgimento dei peli e delle unghia si fa sempre la terapia orale, quella topica è solo di supporto.
Se presente la follicolite terapia orale.
In generale la pitiriasi versicolore tende a recidivare anche per diversi anni, però ad un certo punto il nostro
“ambiente cutaneo” si modifica quindi la patologia si risolve. È importante perciò spiegare al paziente che
per almeno 2 o 3 anni sarà necessario controllare o eseguire la terapia.
DIAGNOSI DI MICOSI
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il prof dice che forse per la candida ce n’è uno che funziona meglio ma non specifica quale.