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TEGUMENTO
È costituito da:
1. Cute
2. Tessuto Sottocutaneo
3. Annessi cutanei

Funzioni del tegumento


a. Proteggere da insulti meccanici, chimici, termici, raggi UV e microbi.
b. Produrre secreti
c. Equilibrio idrosalino
d. Eliminazione cataboliti
e. Sintetizzare ormoni, vitamina D.
f. Assorbire sostanze, tramite le tight junction.
g. Termoregolazione
h. Organo di senso
i. Potente mezzo di comunicazione sociale.

CUTE ( formata da epidermide e derma)


Ha uno spessore variabile, maggiore dove le sollecitazioni meccaniche sono più frequenti , es la
piante del piede o delle mani
Il colore della cute varia a seconda dell’etnia, età , la regione corporea , l’esposizione al sole e lo
stato fisiologico
La pigmentazione cutanea dipende dalle melanine ,che sono dei pigmenti bruni o giallastri prodotti
da particolari cellule epidermiche (melanociti) e dalla presenza di carotene, pigmenti di origine
esogena

Formata da epidermide e derma, uniti per mezzo di un interfaccia irregolare per la presenza di
rilievi connettivali (papille dermiche) e zaffi epiteliali
- Tra epidermide e derma troviamo un tipo complesso di membrana basale (costituito delle
cellule dell’epitelio cheratinociti e fibroblasti del derma) che li separa fisicamente , della
giunzione dermoepidermica
- Il derma aderisce ai piani sottostanti per mezzo del tessuto sottocutaneo (ipoderma)
Epidermide: è una lamina costituita da epitelio pavimentoso stratificato cheratinizzato, in cui
sono presenti numerose :
 cellule epiteliali i cheratinociti:
- ciclo vitale di circa 14gg
- producono la cheratina
- citomorfosi cornea= processo differenziativo dei cheratinociti; dallo strato basale dove
ci sono delle cellule indifferenziate che hanno una grande capacità proliferativa, mano a
mano si maturano passando per i vari strati sino al corneo, dove avviene la
desquamazione dei cheratinociti e subentrano quelli nuovi.

 e altre cellule intrusive che migrano nella cute da diversi territori :


- melanociti (nello strato basale dell’epidermide e producono melanina) ,
-cellule dendritiche( negli strati intermedi , elementi della linea monocita macrofagica;
importanti per la protezione nei confronti di antigeni ambientali)
-le cellule tattili o di Merkel (nello strato basale e nella cute provista di peli in stretta
associazione con le terminazioni nervose; hanno ruolo di meccano recettori perché
trasferiscono l’impulso elettrico)
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L’epidermide presenta ,dalla superficie esterna alla base interna , i seguenti 5 strati di cheratinociti:

1. Corneo: corneociti, cellule morte e disidratate, con cheratina stabilizzata da ponti disolfuro,
trasformate in scagliette laminari, che gradualmente si staccano.
2. Lucido: cheratinociti morti, nel cui citoplasma è presente una sostanza oleosa.
3. Granuloso: cellule appiattite e ricche di irregolari granuli di cheratoialina.
4. Spinoso: iniziano ad appiattirsi, con prolungamenti, simili a spine, nei quali si pongono a
stretto contatto le une con le altre mediante desmosomi.
5. Germinativo: cellule prismatiche, indifferenziate, appoggiate alla lamina basale.

CO LU GRA SPI GE

In questo strato sono presenti:


- melanociti, Colore della cute: varia con il fototipo (1-6), dipende dalle melanine, pigmenti
bruni o giallastri prodotti dai melanociti, e dalla presenza di carotene, pigmento di origine
esogena di colore giallo arancione. Attenzione il colore della pelle non dipende dal numero
di melanociti, che è più o meno simile tra gli esseri umani, ma dalla qualità di melanina
prodotta dagli stessi.
- cellule dendritiche dette di Langherans
- cellule epiteliali tattiche, meccanocettori
Dermatoglifi: irregolarità della superficie esterna della cute, tipo le impronte digitali.

Derma: una lamina di tessuto connettivo denso a fibre intrecciate su cui poggia l’epidermide,
suddivisibile in:
a. Strato papillare: il derma è unito all’epidermide mediante una interfaccia irregolare per
la presenza di rilievi connettivali dette papille dermiche, questa giunzione si chiama
giunzione dermoepidermica, e aumentando la superficie di contatto migliora gli scambi, e
la fitta rete di capillari, con varie anastomosi, aiuta la regolazione termica.
b. Strato reticolare: fasci di collagene, determinano linee di resistenza.

TESSUTO SOTTOCUTANEO: noto anche con il nome di ipoderma, è uno strato di tessuto connettivo
lasso ricco di adipociti che in alcune regioni costituisce il pannicolo adiposo. Non si distingue bene
dal derma che invece si distingue bene dall’epidermide.

ANNESSI CUTANEI ( PELI, GHIANDOLE, UNGHIE)


Peli:
- filamenti cornei flessibili che coprono tutta la superficie del corpo tranne le regioni di cute
glabra.
- Crescono all’interno a delle piccolo invaginazioni (follicoli piliferi) dell’epidermide nella
quale sbuca una ghiandola sebacea (il sebo serve al trofismo del pelo)
- Il numero di follicoli piliferi è lo stesso della nascita, non se ne formano di nuovi.
- L’insieme del follicolo , del suo pelo e della ghiandola sebacea annessa, costituisce il
complesso pilosebaceo
Complesso pilosebaceo: il sebo nutre il pelo e lubrifica la pelle, proteggendola dall’umidità e dalla
secchezza, rende il pH della pelle lievemente acido, con azione protettiva antibatterica e
funghicida, la ghiandola sebacea è legata al pelo e al muscolo erettore del pelo.
Ghiandole sudoripare:
a. eccrine: sudore limpido e incolore, acqua e soluti inorganici, presenti su tutta la superficie
cutanea
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b. apocrine: sudore opaco, leggermente alcalino, odoroso per la decomposizione da parte dei
batteri, contiene proteine, acidi grassi, e feromoni. Sono più presenti, sulle ascelle, nelle
zone anogenitali, palpebre, piega inguinale, pianta del piede. Altre ghiandole apocrine
modificate sono le ghiandole ceruminose che si trovano nel condotto uditivo esterno e le
ghiandole mammarie
Ghiandole mammarie: le mammelle hanno tessuto adiposo, al cui interno sono ospitate le
ghiandole mammarie (nel maschio sono rudimentali). Capezzolo è la zona di convergenza dei dotti
escretori dotti galattofori, delle ghiandole mammarie, che in quella sede si dilatano nei seni
galattofori. La cute dell’areola è provvista di cellule muscolari lisce la cui contrazione permette la
spremitura dei seni galattofori e l’erezione del capezzolo così che il lattante possa meglio succhiare
il latte. La mammella è formata da una ventina di lobuli ghiandolari disposti a raggiera intorno al
capezzolo e immersi in un tessuto connettivo ricco di cellule adipose. Ogni lobulo ghiandolare è
provvisto di un suo condotto escretore detto dotto galattoforo, che confluendo con altri s apre
all’apice del capezzolo. Poco prima dello sbocco presenza una dilatazione che prende il nome di
seno galattoforo.

Unghie: lamine cornee presenti sulla superficie delle falangi distali delle dita. Hanno:
a. cuticola detta eponicio
b. lunula, area bianca coperta spesso dalla cuticola.
c. Strato onicogeno, matrice dell’unghia.

SISTEMA LOCOMOTORE
Funzione: spostarsi nello spazio.
Comprende:
a. Sistema scheletrico: ossa e articolazioni
b. Sistema muscolare: muscoli scheletrici
c. Sistema nervoso: formazioni nervose centrali e periferiche
d. Sistema cardiovascolare: tessuti irrorati da arterie, drenati da vene e vasi linfatici.
LE OSSA:
- sono 206 escludendo le ossa soprannumerarie: gli ossicini dell’udito e le ossa sesamoidi.
- Funzione statica
- Deposito di Sali minerali
- Contengono il midollo osseo, emopoiesi
- Protezione per organi e sistemi attraverso le cavità.
- Inserzione dei muscoli (tramite tendini) contribuiscono al movimento

SCHELETRO: formato dalle ossa che costituiscono l’elemento passivo necessario a qualsiasi
movimento nello spazio del corpo umano, mentre i muscoli ne costituiscono l’elemento attivo.
Ossa lunghe: un asse prevalente rispetto agli altri due (lunghezza maggiore rispetto a spessore e
larghezza).
- corpo allungato o diafisi e da due estremità ingrossate o epifisi. (es femore,braccio
,avambraccio).
- Nella cavità midollare ospitano il midollo osseo.
- Funzione di sostegno.
Ossa piatte: due assi con grosso modo, la stessa dimensione rispetto al terzo (lunghezza e
larghezza simili tra loro ma maggiore rispetto allo spessore).
- costituite da uno strato di tessuto spugnoso rivestito da due strati di tessuto osseo compatto.
(es Sterno).
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- Nel tessuto spugnoso ospitano midollo osseo.


- Funzione di protezione
Ossa brevi: le tre dimensioni pressappoco simili.
- un nucleo di tessuto osseo spugnoso avvolto da tessuto osseo compatto.
- Funzione di mobilità.
Ossa sesamoidi: si sviluppo nello spessore di alcuni tendini e legamenti in immediata prossimità di
superfici articolari

Periosteo: riveste esteriormente tutte le ossa, membrana di connettivo fibroso, ricco di cellule
progenitrici degli osteoblasti, che si arresta in prossimità delle cartilagini articolari.

ARTICOLAZIONI
Dispositivi giunzionali che mettono in relazione due o più ossa, consentendo fra esse movimenti più
o meno ampi. Articolazione non significa movimento ma contatto
Le suddividiamo in due categorie:
Sinartrosi (articolazioni per continuità): articolazioni immobili o quasi immobili;tessuto
interposto fra i due capi articolari coinvolti
o Suture: tessuto interposto tra le ossa è connettivo fibroso denso. Suture del cranio
o Sinfisi: tessuto interposto cartilagine fibrosa. Sinfisi pubica, o tra le vertebre.
o Sincondrosi: tessuto interposto è cartilagine ialina. Tra le coste e le cartilagini costali, o
tra l’osso occipitale e lo sfenoide.
o Sinostosi: una sincondrosi dove con il tempo, lo strato cartilagineo subisce un processo di
ossificazione.
o Gonfosi: articolazioni tra la radice dei denti e gli alveoli dentali.
Diartrosi (articolazioni per contiguità):articolazioni mobili i cui capi articolari sono separati
da uno spazio noto come cavità articolare, dove è contenuto il liquido sinoviale, che ha
funzione trofica e favorisce la mobilità dell’articolazione, diminuendo l’attrito tra le superfici
ossee.
o Condiloartrosi: le superfici articolari contrapposte hanno la forma di un ellissoide cavo e
di uno pieno. Permettono movimenti angolari. Temporo mandibolare, omeroradiale.
o Artrodie: le superfici articolari sono pianeggianti. Permettono leggeri movimenti di
scivolamento. Tra i processi articolari delle vertebre.
o Ginglimi: i corpi articolari hanno forma cilindrica, uno cavo, l’altro pieno. Se gli assi dei
cilindri sono paralleli all’asse longitudinale delle due ossa, si ha il ginglimo laterale
permetterà movimenti rotatori, Radio ulnare prossimale, Se gli assi dei cilindri sono
perpendicolari all’asse longitudinale delle due ossa avremo il ginglimo angolare
movimenti angolari. Articolazione Omero ulnare
o Articolazioni a sella: le superfici articolari sono biassali, convesse in una direzione,
concave nell’altra, permettono movimenti angolari in un solo piano. Articolazione
carpometacarpica del pollice.
o Enartrosi: i capi articolari sono a forma di sfera piena e sfera vuota. Permettono
movimenti angolari in tutte le direzioni. Testa del femore, articolazione coxofemorale.
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La capsula articolare è un involucro di tessuto connettivo che avvolge le articolazioni mobili,


all’interno della quale c’è una membrana sinoviale che produce il liquido sinoviale che ha una
funzione trofica e di scorrimento migliore di queste articolazioni.
- È rinforzata da alcuni fasci di fibre connettive chiamate legamenti*

LEGAMENTI *
Instrinseci: fasci di fibre connettivali che rinforzano la capsula articolare.
Estrinseci extrarticolari: propri della diartrosi, indipendenti dalla capsula e situati esterni ad essa.
Estrinseci intrarticolari: propri della diartrosi indipendenti dalla capsula e situati internamente ad
essa.

L’articolazione del ginocchio è un straordinario esempio di articolazione con una biomeccanica


particolare, dove praticamente i due capi articolari non si toccano perché ‘è un interposizione di
menischi cartilaginei mediale e laterale. Questo apparato legamentoso deve assicurarci
esclusivamente dei movimenti di flessione e di estensione della gamba sulla coscia, ma non deve
farci fare dei movimenti di lateralità (viene impedito dai legamenti collaterali , laterali e mediali)
ma soprattutto deve impedire movimenti di rotazione del femore sulla tibia (movimento impedito
dai legamenti crociato posteriore e anteriore). Questi legamenti devono avere carattere di
robustezza ma allo tempo stesso caratteri di elasticità, perché devono impedire i movimenti
innaturali per ogni specifica articolazione.

MUSCOLI SCHELETRICI:
- La muscolatura è formata dai muscoli scheletrici che, inseriti sullo scheletro, con la loro
forza contrattile, modificano l’orientamento delle ossa.
- Delimitano regioni del corpo
- Effettori dei movimenti
Movimento: la possibilità di spostare un osso rispetto a un altro, richiede l’intervento di almeno un
muscolo i cui capi siano attaccati (punti di inserzione = tendini) a ciascuna delle due ossa.
Muscoli sinergici: muscoli che collaborano per lo stesso movimento, con inserzioni ossee simili. In
questa maniera la loro contrazione simultanea aumenta la forza del movimento e la velocità dello
stesso.
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Muscoli antagonisti: compiono azioni opposte tra loro, la contrapposizione tra l’agonista e
l’antagonista consente movimenti in direzioni opposte, e rende possibile il rallentamento di un
azione sino all’arresto.

Tipologie di muscolo: lo classifichiamo in base:


o Forma e orientamento fibre:
a. Lunghi
b. Brevi
c. Piatti
d. orbicolari
o Numero e forma dei capi di inserzione:
a. Bicipite,
b. Tricipite
c. Quadricipite
d. Pennati
e. semipennati
o Numero di ventri:
a. Poligastrico
b. Digastrico
Tendini: cordoni fibrosi, cilindrici, originati dal connettivo muscolare molto robusto
- Quando questi fasci connettivali sono disposti in maniera da formare delle lamine, queste
lamine prendono il nome di aponeurosi
Aponeurosi: connettivo che forma lamine, più o meno spesse, ma di superficie ampia.
- Quando il muscolo è a riposo i tendini sono distesi
- Quando il muscolo è contratto i tendini diventano rettilinei e le fibre elastiche si allungano
- La transizione da uno stato “ondulato” ad uno stato “disteso” delle fibre collagene
ammortizzano l’eventuale “strappo” causato dalla contrazione muscolare

Fasce: complesso di membrane fibrose che riveste i muscoli, per evitare lo spostamento laterale,
durante la contrazione, una sorta di funzione contenitiva. Possono inserirsi all’interno del muscolo
dividendolo in setti.

TESTA

MUSCOLI
I MUSCOLI DELLA TESTA SI DIVIDONO IN:
- muscoli masticatori: implicati nei movimenti dell’articolazione temporomandibolare.
o Temporale (eleva la mandibola e la sposta posteriormente)
o Massetere (eleva la mandibola)
o Pterigoideo laterale (due muscoli dx e sx, possono agire in sinergia proiettando in
avanti il condilo mandibolare )
o Pterigoideo mediale (eleva e protrude la mandibola. Movimenti di lateralità nella
masticazione)
- muscoli mimici: implicati nei movimenti dei tegumenti facciali. ( espressione facciale)sono
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SCHELETRO
La testa è la parte più craniale dello scheletro ed è connessa al tronco per mezzo del collo
 possiede una struttura ossea, il cranio che contiene l’encefalo , i principali organi di
senso e la parte iniziale dei sistemi digerente e respiratorio
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 il neurocranio e lo splancnocranio non sono nettamente separabili tra loro in quanto


alcune ossa craniche partecipano alla costituzione sia del neurocranio sia dello
splancnocranio

LE OSSA DELLA TESTA SI DISTINGUONO IN:


ossa del neurocranio: parte encefalica distinte in base e volta
- occipitale( impari, appiattito, nella parte posteriore della base)
- sfenoide (impari ,forma irregolare ,parte anteriore della base e porzioni della cavità cranica,
orbitarie e nasale)
- temporale (pari, forma irregolare, forma parte della faccia laterale e della base del cranio)
- etmoide ( impari, costituisce parte delle cavità nasali e orbitarie, forma le conche nasali)
- frontale (impari, piatto, forma la parte anteriore del cranio e il tetto delle cavità orbitarie)
- parietale (pari, posto fra il frontale e l’occipitale che formano i lati e il tetto del cranio)
alla base cranica distinguiamo:
- fossa cranica anteriore (su un piano elevato)
- fossa cranica media (dietro la prima, più bassa)
- fossa cranica posteriore ( più profonda)
- forame magno:
- altri forami
la volta cranica : costituita da:
- la squama dell’osso frontale (anteriormente)
- le due ossa parietali (centralmente)
- la squama dell’osso occipitale ( posteriormente)
le ossa della volta sono articolate tra loro mediante suture dentate: sutura coronale, sutura
sagittale, sutura lambdoidea

ossa dello splancnocranio ( letteralmente cranio viscerale): parte facciale in rapporto con la
porzione iniziale del digerente e respiratorio. Ossa molto diverse tra loro e irregolari, formate spesso
da una parte appiattita e da parti allungate o voluminose, a loro volta scavate da cavità contenenti
aria ,che le alleggeriscono (seni, ossa pneumatiche)
- mascella (pari. È l’osso più grande della faccia dopo la mandibola, accoglie i denti
superiori)
- mandibola (impari, osso a ferro di cavallo. Il più grande della faccia, accoglie denti
inferiori)
- zigomatico (pari, sottile e appiattito, forma la parte posteriore e inferiore del setto nasale)
- nasale (pari e simmetrico, forma il dorso del naso)
- lacrimale (pari, è l’osso più piccolo e fragile della faccia, ricorda un unghia, situato nella
parte anteriore mediale della orbita)
- palatino (pari, partecipa alla formazione di cavità nasali , palato e pavimento dell’orbita)
- conca nasale inferiore ( pari, lamina sottile irregolare, si estende orizzontalmente lungo la
parete laterale della cavità nasale)
- vomere ( impari, sottile ed appiattito, forma la parte posteriore e inferiore del setto nasale)

articolazioni: l’unica diartrosi del cranio è l’articolazione temporomandibolare, il resto sono tutte
sinartrosi, maggiormente suture

Cavità orbitaria: più ossa ( frontale, etmoide, lacrimale, nasale, zigomatico, sfenoide, palatino,
mascella)
Cavità nasali: morfologia a setti.
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- Sono rivestite da una tonaca mucosa (la mucosa nasale) che segue le superficie ossee e
cartilaginee
- Si possono considerare due porzioni o piani: inferiore ( detto anche respiratorio) che è
percorso dall’aria in senso opposto nell’ispirazione e nell’espirazione, superiore (detto
anche olfattivo) che è rappresentato dalla conca nasale superiore)
Seni paranasali: cavità ospitate all’interno delle ossa dello splancnocranio, in comunicazione con
le cavità nasali, riscaldano e umidificano, l’aria.
- Hanno il compito di alleggerire il massiccio facciale
- Sono classificati in un gruppo anteriore (seni paranasali, seni frontali, cellule etmoidali
anteriori e medie) ed un gruppo posteriore ( seno sfenoidale e cellule etmoidali posteriori)
- Quando si infiamma la mucosa dei seni paranasali si viene incontro alla sinusite

TRONCO
Formato da: collo, torace, addome, pelvi, perineo
La parte posteriore è caratterizzata da segmenti ossei, le vertebre, sovrapposti metamericamente
l’uno sull’altro a formare la colonna vertebrale (rachide)

COLONNA VERTEBRALE
Insieme delle vertebre forma la colonna vertebrale, osservando la colonna vertebrale in proiezione
laterale sinistra , sul piano sagittale si nota l’alternarsi di
a. due lordosi: cervicali e lombari ( curvature a concavità posteriore)
b. due cifosi: toracica e sacrale. (curvature a convessità posteriore)
La colonna vertebrale è formata da 33 vertebre sovrapposte, divise in segmenti diversi:
 7 vertebre cervicali
- più piccole tra le vertebre, aumentano di dimensione in direzione craniocaudale,
- un foro in ciascun processo trasverso, in cui passano l’arteria e la vena
vertebrale
- Ha le prime due vertebre un po’ particolari:
a) Atlante :
o morfologicamente manca del corpo, possiede invece due archi vertebrali, uno
posteriore e uno anteriore.
o Si articola con i condili dell’ osso occipitale ( prominenze ossee che entrano a
far parte dell’ articolazione) a livello dei processi articolari superiori.
o Il forame vertebrale è molto più ampio perché il midollo comincia ad
ingrossarsi per diventare tronco encefalico quando entra nel cranio
o I processi trasversi presentano un foro per far passare i vasi vertebrali
b) Epistrofeo :
o tra questa e la precedente non vi è disco intervertebrale.
o Dalla fusione del corpo dell’ atlante con la seconda vertebra (avviene durante lo
sviluppo) si crea il dente o processo odontoideo che è fissato sulla superficie
interna dell’ atlante tramite un legamento trasverso. Questa conformazione
permette la rotazione della testa rispetto al corpo
o sul processo spinoso dell’ epistrofeo (molto robusto) si inseriscono numerosi
muscoli di sostegno della rotazione.
a. Settima vertebra: è una vertebra di transizione tra quelle toraciche e quelle
cervicali.
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 12 vertebre toraciche
- La dodicesima vertebra toracica presenta due faccette articolari per lato
- faccette articolari sul lato di tutti i corpi vertebrali e le prime 10 hanno anche
faccette articolari sui processi trasversi superiore e inferiore.

 5 vertebre lombari
- Hanno un corpo più voluminoso a discapito del foro che si riduce
- Caratteristico è il processo costiforme che, originando dai peduncoli e
dalle masse apofisarie, si dirige lateralmente e viene considerato un
residuo di coste lombari
 5 vertebre sacrali (osso sacro)
- Origina dalla fusione di cinque vertebre sacrali
- Si articola lateralmente con le due ossa dell’anca , costituendo il bacino insieme
al coccige
- Vi si distinguono: una faccia anteriore o pelvica, una faccia posteriore o dorsale,
due facce laterali
- La prima vertebra sacrale si articola con la faccia inferiore dell’ultima vertebra
lombare , formando un angolo sporgente anteriormente definito promontorio
- Nella faccia anteriore si osservano 4 coppie di forami sacrali che comunicano
con il canale sacrale e danno passaggio ai rami anteriori dei nervi sacrali
- Nella faccia posteriore si osservano: la cresta sacrale mediana, le docce sacrali,
le creste sacrali mediali, le creste sacrali laterali
 4-5 vertebre coccigee ( la nostra coda rudimentale; fuse tra di loro, soltanto la prima è
riconoscibile)
- Coccige, costituito dalla fusione di 4-5 segmenti ossei che rimpiccioliscono a
mano a mano in direzione cranio caudale
- Soltanto la prima mantiene le caratteristiche della vertebra

ESAME.Descrizione anatomica della vertebra:


- le vertebre sono articolate una sull’altra
- la vertebra è composta da un corpo e un arco che delimitano un foro.
- Passiamo a descrivere la vertebra in senso antero -dorsale (antero posteriore).:
- Nella zona ventrale della vertebra troviamo il corpo vertebrale, che è una struttura ovaloide
dove esternamente presenta una zona di osso compatto ed internamente una zona di osso
spugnoso
- Il corpo vertebrale ha una forma approssimativamente cilindrica, con due facce, superiore e
inferiore, concave nella porzione centrale e lievemente rilevate ai bordi.
- I corpi vertebrali si articolano tra di loro mediante sinfisi, dischi fibrocartilaginei, che
rendono complementari i corpi vertebrali, e ammortizzano le forze di carico.
- Sugli corpi vertebrali poggiano i dischi cartilaginei intervertebrali
- I dischi cartilaginei intervertebrali rappresentano circa un terzo della lunghezza della
colonna.
- I dischi cartilaginei sono formati da una cartilagine più spessa perifericamente rappresentata
dall’anello fibroso, ed una cartilagine più lassa all’interno rappresentata dal nucleo polposo
( quando questo nucleo esce dal disco produce la famosa ernia del disco)
- Subito dietro il corpo vertebrale si notano due strutture chiamate peduncoli che delimitano
l’apertura centrale chiamato foro o forame vertebrale ( qua passa il midollo spinale che non
segue tutta la struttura della colonna vertebrale ma si ferma all’altezza della prima o seconda
vertebra lombare dove continua con dei nervi che vanno poi ad uscire nei nervi sacrali)
(passano anche i 33 nervi spinali)
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- Lateralmente, il forame vertebrale è costituito da delle strutture chiamate faccette articolari


(processi articolari superiori) che si vanno ad articolare con i processi articolari inferiori che
si trovano sopra ( quindi a livello dei peduncoli abbiamo altre faccette articolari che sono
inferiori che si articolano ovviamente con i processi articolari superiori della vertebra
inferiore)
- Sempre procedendo posteriormente notiamo lateralmente due processi chiamati processi
trasversi (trasversali).Questi processi hanno un comportamento diverso a livello cervicale,
toracico e lombare. Solo le vertebre toraciche hanno la particolarità che i loro processi
trasversi ed i loro corpi si articolano con l’estremità posteriore delle coste( gabbia toracica) i
processi trasversi delle vertebre cervicali invece, presentano un foro dove passano i vasi
vertebrali che sono diretti al cervello.
- Andando ancora più posteriormente troviamo altre due strutture oblique che sono le lamine
dell’arco vertebrale, che poi si continuano posteriormente si uniscono e vanno a formare il
processo spinoso posizionato sul lato dorsale della vertebra (Il processo spinoso è quello
duro che si può toccare dietro la schiena quando ci pieghiamo)

In parole più semplici:


Vertebra
Corpo vertebrale: cilindrico convesso, bordi accentuati, sinfisi vertebrale con disco cartilagineo

2 peduncoli, collegano il corpo vertebrale alle masse apofisarie, essendo leggermente concavi,
formano, insieme al peduncolo della vertebra sovrastante, il forame intervertebrale da cui
emergono i nervi spinali.

2 masse apofisarie: formano dei processi:


processo articolare: artrodie, con i processi articolari delle vertebre superiori
processo trasverso:

2 lamine
1 processo spinoso

LE ARTICOLAZIONI TRA LE VERTEBRE:


Abbiamo :
- un articolazione tra i due corpi vertebrali con l’interposizione del disco (sinartrosi,
sinfisi tra i corpi vertebrali, attraverso i dischi intervertebrali, che hanno forma di
lente biconvessa, in cui distinguiamo un anello fibroso, e un nucleo polposo. )
- Un articolazione delle faccette articolari delle vertebre (Diartrosi, artrodie tra le
faccette articolari. Ovviamente queste articolazioni sono provviste di legamenti e una
capsula fibrosa)
- Una serie di legamenti, perché non basterebbe solidarizzare la colonna sola con dei
processi articolari, ma dobbiamo renderla compatta

MUSCOLI DELLA COLONNA VERTEBRALE:


- non serve sapere i nomi, ma sapere che per i movimenti che la colonna vertebrale deve fare i
muscoli sono sinergici in varie regioni del collo, torace e della regione addominale e
lombare
- i muscoli della colonna vertebrale sono gruppi muscolari pari posti nelle docce vertebrali
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- si distinguono in 3 gruppi: muscoli del piano superficiale, muscoli del piano intermedio e
muscoli del piano profondo
- partono dalla base del cranio a finire all’osso iliaco

COLLO

Il collo è la regione che si interpone fra la testa e il torace , fa parte del tronco.
- Contiene organi propri, vasi, nervi e altre strutture che connettono tra loro la testa , il tronco
e gli arti superiori
- Lo scheletro è costituito dalla porzione cervicale della colonna vertebrale, la cui prima
vertebra atlante, si articola con l’osso occipitale e l’osso ioide
OSSA: vertebre cervicali e osso ioide.
 osso ioide: a forma di U, situato anteriormente nel collo fra mandibola e laringe
- è impari mediano
- è un intermedio per le inserzioni e le origini di muscoli anteriori del collo che si
chiamano sopraioidei e sottoioidei
MUSCOLI: si distinguono in:
a. Anteriori:
 Sopraioidei
 Sottoioidei
b. Laterali
c. Posteriori
Muscolo da ricordare: sternocleidomastoideo. Origina dall’estremità laterale del manubrio dello
sterno e dall’estremità mediale della clavicola , e si va ad inserire nel processo mastoideo dell’osso
temporale. Sterno e clavicola da un lato, e mastoide dell’osso temporale dall’altro.

TORACE

Detto anche gabbia toracica, il torace è la regione compresa tra il collo superiormente e l’addome
inferiormente
- È sostenuto da un impalcatura osteocartilaginea, la gabbia toracica, alla quale si
sovrappongono formazioni muscoloaponeurotiche
- Il torace da attacco gli arti superiori ed è la sede dei principali organi del sistema circolatorio
e gran parte del sistema respiratorio

Scheletro: è la gabbia toracica formata da:


 Anteriormente dallo sterno
 12 paia di coste che vanno ad articolare posteriormente con i corpi ed i processi
trasversi delle vertebre toraciche
 Posteriormente abbiamo le vertebre toraciche
vertebre toraciche: vedi sopra
sterno:
- Osso piatto impari ,situato in posizione mediana nella parete anteriore del torace che chiude
anteriormente la gabbia toracica
- Sul suo margine laterale si articolano le cartilagini costali delle prime 7 coste
- è formato da
 Manubrio ( da dove parte il muscolo sternocleidomastoideo)
 Corpo
 Processo xifoideo
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coste:
- Sono formate da una parte ossea ( la costa propriamente detta) e da una parte cartilaginea
( la cartilagine costale)
- sono 12 paia e le distinguiamo in:
 Coste vere( dalla prima alla settima): la parte anteriore delle coste si articola attraverso la
cartilagine, direttamente allo sterno. fatte da un corpo e due estremità:
 posteriore caratterizzata da:
o una testa: si articola con la faccetta superiore di una vertebra, e quella inferiore
della vertebra superiore.
o un collo:
o un tubercolo: invece si articola con i processi trasversi.
 Anteriore: continua con l’estremità laterale della cartilagine.
 coste false(8,9,10): sono tre, si uniscono tramite la loro cartilagine alla costa superiore
formando una linea cartilaginea, denominato arco costale.
 coste fluttuanti: ultime due paia, sono libere, non si articolano sul davanti, ma solo sul di
dietro.

MUSCOLI Si dividono in:


INTRINSECI: presentano origine ed inserzione nel torace
- partecipano alle fasi di ispirazione ed espirazione elevando e abbassando le coste
- abbiamo: m. elevatori delle coste, m. sottocostali , m. trasverso del torace e . intercostali
ESTRINSECI: dal torace si portano ad altre parti del corpo
- collegano le ossa del torace a quelle della cintura pettorale e alla colonna vertebrale
- abbiamo: m. grande pettorale dx e sx, m. piccolo pettorale, m. succlavio, m. dentato
anteriore, m. trapezio, m. grande dorsale, m. romboide, m. elevatore della scapola, m.
dentato posteriore superiore e inferiore
IL MUSCOLO DIAFRAMMA: forma di cupola il cui apice superiore arriva la quinto spazio
intercostale, caudale rispetto al polmone e al cuore, divide il torace dall’addome.
- La parte centrale è costituita dal centro tendineo, una grossa aponeurosi a forma di trifoglio,
sulla quale poggia il pericardio.
- Presenta un ampio orifizio, il forame della vena cava, che permette il passaggio di questo
vaso prima di entrare nell’atrio destro del cuore, e due iati, lo iato esofageo da cui passa
l’esofago prima di diventare stomaco e i nervi vaghi, e lo iato aortico da cui passano l’aorta
e il dotto toracico.
- Fa passare la catena dei gangli dei nervi simpatici e nervi e vasi
- Le origini del diaframma si dividono in tre parti:
1. sternale
2. costale
3. lombare

ADDOME

È la regione del tronco compresa tra torace superiormente e la pelvi inferiormente


SCHELETRO: costituito
a. vertebre lombari ( posteriormente)
b. porzioni iliache delle ossa dell’anca ( inferiormente)
MUSCOLI: i muscoli dell’addome sono in prevalenza larghi ed estesi, vanno a costituire la parete
addominale. Il loro compito è mantenere la pressione addominale, che mantiene gli organi
addominali in situ. Con la loro contrazione esercitano compressioni sugli organi interni
facilitandone lo svuotamento. E sono:
a. retto ( abbassa le coste, flette il torace in avanti)
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b. Piramidale ( in basso piccolino)


c. M. laterale Obliquo esterno (ruota il tronco dall’altra parte e lo flette in avanti)
d. M. laterale Obliquo interno
e. Cremastere ( avvolge il funicolo spermatico, si trova nel canale inguinale)
f. Quadrato dei lombi ( si trova a fianco della colonna vertebrale)
g. Grande psoas e M. iliaco ( costituiscono il m. iliopsoas che parte dalle colonna lombare
scende e poi supera il legamento inguinale e si porta sulla coscia)
Cavità addominale: i limiti superiori sono dati dal diaframma, quelli inferiori da un piano passante
per l’apertura superiore della pelvi.
Canale inguinale
- è un canale naturale che si fa strada attraversi questi muscoli: oblique esterno, oblique
interno e trasverso.
- Ha lo scopo di portare il dotto deferente del testicolo nella cavità addominale
- Il funicolo spermatico è costituito oltre che dal dotto deferente che sale dai testicoli, vasi e
nervi , anche dal m. cremastere che lo avvolge
- Nella donna nel canale inguinale c’è il legamento rotondo* dell’utero che è uno dei mezzi di
fissità dell’utero . questo legamento collega la parte anteriore dell’utero all’inguine: è l’area
nella quale il bacino è connesso alle gambe.( inserzione ossea che rappresenta un messo di
stabilizzazione e fissazione)
*nel corpo umano abbiamo in tutte 3 legamenti rotondi

PELVI E PERINEO
Pelvi: è la porzione inferiore del tronco confina in alto con l’addome, lateralmente con l’arto
inferiore e inferiormente con il perineo. È chiusa in basso dal diaframma pelvico e dai piani
muscolari che costituiscono il pavimento pelvico ( serie di strati di muscoli che costituiscono il
pavimento della cavità addominale)
- È più stretta nell’uomo e più larga nella donna
- Si trova delimitata dallo stretto inferiore , posteriormente troviamo l’osso sacro
- La zona pelvica contiene dei organi: vescica, utero, organi genitali , retto , la parte finale
dell’intestino crasso

Perineo: è una regione che corrisponde alla parete inferiore del tronco, Il Perineo si adatta
all'apertura inferiore della pelvi e a forma di losanga i cui lati sono formati in avanti dei rami ischio
pubici e indietro dalle due linee che uniscono l'apice del coccige alle tuberosità ischiatiche. Si
distingue:
a. Perineo anteriore: urogenitale, diverso per maschio e femmina. Nell’uomo vi è solo un buco
per l’uretra. Nella donna oltre il foro per l’uretra vi è anche l’apertura per la vagina.
b. Perineo posteriore: anale. Uguale per maschio e femmina. È presente lo iato anale.

Scheletro della pelvi: oltre il sacro e il coccige, vi è l’osso dell’anca, che nasce dalla fusione di tre
ossa, che sono inizialmente separate nella fase di sviluppo :
 Ileo: parte superiore appiattita chiamata ala che termina con una parte concava
acetabolo,
- Partecipa alla costituzione della cavità acetabolare dove si andrà ad inserire la
testa del femore
- La superficie interna, liscia e concava, costituisce la fossa iliaca, delimitata
lateralmente dalla spina iliaca anteriore inferiore
- Il limite inferiore è rappresentato dalla linea arcuata
- Anteriormente , la cresta, termina nella spina iliaca anteriore superiore
 Ischio: ha forma di C,
14

-
concorre alla formazione dell’acetabolo, e al forame otturato, insieme al
pube,
- è caratterizzato da tuberosità ischiatica nella parte posteriore, su cui si
forma la spina ischiatica su cui ci sediamo.
 Pube: tramite la fusione con ileo e ischio costituisce la porzione anteroinferiore
dell’acetabolo,
- concorre alla formazione del forame otturato ( ampio orifizio costituito
dall’unione dei rami ileopubico e ischiopubico, ed è chiuso dalla membrana
otturatoria che da passaggio vasi e nervi)
- si articola, attraverso la sinfisi pubica, all’altro osso del pube chirale.
- La sinfisi pubica risulta dall’unione della superficie articolari delle porzioni
pubiche dell’osso dell’anca

Quindi la Pelvi , nel suo insieme , è un anello costituito in avanti e lateralmente , dalla porzione inferiore delle due
ossa dell’anca e posteriormente dall’osso sacro e dal coccige.
Ha la forma di un cono , un imbuto molto basso nella sua porzione anteriore e molto alto posteriormente e
lateralmente
Al suo interno vi sono una serie di visceri

Da queste ossa viene fuori:


la grande pelvi: parte superiore
la piccola pelvi: parte inferiore

ARTICOLAZIONI sono due


a. Sinfisi pubica
b. Articolazione sacroiliaca .Artrodia tra osso sacro e osso dell’anca

MUSCOLI DELLA PELVI


Diaframma pelvico: lamina muscolare formata da muscoli elevatori dell’ano e ischiococcigeo.
Muscoli del perineo: muscoli della regione anale, e della regione urogenitale.
- Hanno lo scopo di far passare le cavità naturali e sono coinvolti nel meccanismo della
defecazione o di impedire l’apertura dell’ano
- Da ricordare che il diaframma pelvico va a chiudere in basso inferiormente la cavità pelvica

ARTO SUPERIORE
un appendice del torace a cui è connesso mediante un sistema osteomuscololegamentoso detto
cintura pettorale. (cingolo toracico)
Comprende :
 spalla( con scapola e clavicola). La clavicola e la scapola fungono da fulcro per
l’articolazione con l’omero. La scapola, si articola sia con l’omero ,sia con un processo
appiattito chiamato acromion, che con la clavicola
 braccio( omero)
 gomito
 avambraccio ( con radio e ulna )
 mano ( con carpo, metacarpo, falangi)

SPALLA ( lo scheletro è costituito dalla cintura pettorale formata da scapola e clavicola)


Scheletro della cintura pettorale:
Scapola: grande osso triangolare piatto che forma la parte dorsale della cintura pettorale, si
trova posteriormente nella regione dorsale dx e sx
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- La faccia ventrale è concava mentre quella dorsale è divisa in due da un processo


diagonale, la spina della scapola, che continua con l’acromion, un ampio processo
appiattito, dividendo la scapola in fossa sopraspinata e sottospinata.
- L’angolo superolaterale presenta la cavità glenoidea per l’articolazione con
l’omero.( la cavità glenoidea è molto ridotta rispetto alla superficie della testa
dell’omero, quindi questo determina una mobilità superiore per l’articolazione della
spalla( è la più mobili tra le articolazioni)
- Si articola con la clavicola con la faccetta articolare clavicolare posta sull’acromion
- Dal margine superiore origina un processo robusto diretto in avanti e lateralmente
( processo coracoideo), sede di origine muscolare, per esempio m. come il bicipite, il
piccolo pettorale*
*ricorda quando in un osso si vedono dei tubercoli, dei processi, delle creste, delle irregolarità, la
natura fa sì che questi posti siano sede o origine di inserzione muscolare, in maniera da renderli più
stabili
Quindi scapola, spina della scapola che si continua con l’acromion e divide in
sottospinato e sopraspinato. Cavità glenoidea per omero. Processo coracoideo per
inserzione muscoli
Clavicola: osso incurvato e allungato posto orizzontalmente sopra la prima costa.
- L’estremità laterale detta anche acromiale, mentre l’estremità mediale è detta anche
sternale,
- si articola con il processo articolare del manubrio dello sterno con un’articolazione a
sella.
Articolazioni della spalla
Sternoclavicolare: articolazione a sella, protrazione e retrazione.
Acromioclavicolare: diartrosi, artrodia, rotazione intorno all’asse.

Muscoli della spalla si suddividono in


a. Abduttori: deltoide e sopraspinato
b. Adduttori: infraspinato, piccolo rotondo, grande rotondo, sottoscapolare.

Scheletro della parte libera:


Omero: il più lungo e grande osso dell’arto superiore situato tra la spalla e il gomito.
-L’estremità prossimale è caratterizzata dalla presenza della testa dell’omero che si
articola nella cavità glenoidea con la scapola e la clavicola
- Tra la cartilagine articolare ed i tubercoli maggiori e minori( trochiti) troviamo un
restringimento chiamato collo anatomico
- Subito al di sotto dei tubercoli, dove c’è il restringimento dell’epifisi che diventa
diafisi, troviamo il collo chirurgico
- Sulla diafisi (all’interno troviamo il canale midollare) ci sono delle creste del
tubercolo maggiore e del tubercolo minore
- Nella parte dell’epifisi distale dell’omero troviamo due processi: epicondilo mediale
( o troclea) ed epicondilo laterale ( o epicondilo soltanto)
⸗ Tra i due epicondili si sviluppa una superficie articolare irregolare
( condilo) divisa in due porzioni : una laterale chiamato capitello ,per
l’articolazione con il radio
una mediale chiamata troclea, per
l’articolazione con l’ulna
- Sulla faccia anteriore dell’epifisi distale, al di sopra sia del capitello della troclea, troviamo
due fosse : una radiale ed una coronoidea
- Sulla faccia posteriore invece si trova una fossa piuttosto accentuata, chiamata fossa
olecranica, in cui si viene a porre il processo olecranico dell’ulna ( quando il braccio è
esteso)
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Radio: osso laterale dell’avambraccio


- l’estremità prossimale partecipa in minima parte all’articolazione del gomito, attraverso il
capitello si articola con il condilo omerale
- leggermente in posizione distale rispetto al capitello si trova l’inserzione del bicipite
brachiale
- L’estremità distale forma la parte maggiore dell’articolazione del polso, lateralmente
presenta il processo stiloideo del radio, medialmente l’incisura ulnare per l’articolazione
dell’ulna e distalmente un’ampia superficie per l’articolazione con le ossa del polso.

Ulna: osso mediale dell’avambraccio; parallelo al radio


- Presenta tre faccette articolari: 1. L’olecrano si articola con la fossetta dell’omero
2.Anteriormente si articola con l’omero tramite la troclea
3.con il radio tramite l’articolazione radio- ulnare
prossimale /distale
- Nella epifisi prossimale si sviluppano due processi, uno posteriore, olecrano, che si alloggia
nella fossa olecranica dell’omero durante l’estensione del braccio, il processo coronoideo
sul lato anteriore
- Nell’epifisi distale invece troviamo la testa dell’ulna, ricoperta completamente da
cartilagine di tipo ialino, mediante la quale si articola con il radio
- medialmente alla testa troviamo il processo stiloideo dell’ulna.

Carpo: complesso osseo di forma rettangolare costituito da otto ossa brevi su due file.
Metacarpo: cinque sottili ossa proprie della mano, formate da un corpo e due estremità,
numerate da 1 a 5
- Ossa lunghe articolate con la fila del carpo mediante artodie con scarsa mobilità
Falangi: piccole ossa lunghe in numero di due nel pollice e tre nelle altre dita.
- Si articolano tra di loro mediante troclea e con le ossa metacarpali tramite condili

ARTICOLAZIONE DEL GOMITO


È costituita dalle articolazioni omero-ulnare e omero-radiale, che permettono il movimento di
flessione ed estensione, e dall’ articolazione radio-ulnare che consente il posizionamento della
mano. Il complesso del gomito è un ginglimo angolare, poiché permette solo movimenti di
estensione e flessione.
 Omero-Ulnare : la troclea dell’ omero si proietta all’ incisura trocleare dell’ ulna.
 Omero-radiale : è un condiloartrosi, il condilo omerale, si articola con la testa del radio. È
posta lateralmente all’ articolazione omero-ulnare.
 Radio-ulnare: la testa del radio si articola con l’ incisura radiale dell’ ulna, tra radio e ulna
vi è un legamento anulare che abbraccia il radio per consentire il movimento angolare che
impedisce abduzione e adduzione perché blocca il radio all’ osso ulnare.

ARTICOLAZIONE GOMITO
Prof:gomito dx visto lateralmente:
 Il capitello radiale si va ad articolare con il condilo dell’omero ( quello che ci fa
fare il movimento di flesso- estensione)
 La troclea dell’omero consente all’ulna di girarci intorno per piegare
l’avambraccio sul braccio
 L’articolazione che sta tra radio e ulna consente i movimenti di pronosupinazione ,
per cui l’avambraccio tenendo fermo il braccio, è capace si far ruotare la mano
superiormente ed inferiormente
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 La particolarità è che l’ulna ha un faccetta articolare per l’omero anteriormente,


una faccetta articolare per la fossetta oleocranica posteriormente dell’omero, ed
una faccetta articolare per il radio. Il radio si articola con l’omero e con l’ulna

Libro: l’articolazione del gomito è complessa per cui si dispongono a contatto l’estremità
distale dell’omero e le epifisi prossimali di radio e ulna, realizzando i seguenti dispositivi:
 Articolazione omeroulnare – una troclea tra l’omero e l’ulna
-movimenti di flessoestensione dell’avambraccio sul braccio
 Articolazione omeroradiale – tra la testa del radio ed il condilo omerale
-movimenti di flessoestensione dell’avambraccio sul braccio e di
pronazione e supinazione
 Articolazione radioulnare prossimale – tra la testa del radio e l’incisura radiale dell’ulna
-movimenti di pronazione e supinazione
dell’avambraccio

I legamenti dell’articolazione del gomito: collaterale radiale, collaterale ulnare, anulare del radio ,
quadrato

Muscoli del braccio: si dividono in:


anteriori: prevalentemente flessori dell’avambraccio sul braccio
o Bicipite brachiale: flette l’avambraccio sul braccio e lo supina. Le inserzioni sono,
prossimale alla scapola, e all’apice del processo coracoideo, e nella parte distale sulla
tuberosità del radio.
o Coracobrachiale: flette e adduce il braccio.
o Brachiale: flette l’avambraccio
posteriori: prevalentemente estensori dell’avambraccio:
o Tricipite brachiale: estende il braccio sulla spalla e l’avambraccio sul braccio. Inserzioni:
Prossimale scapola e omero, distale faccia posteriore olecrano.
o Anconéo: estende l’avanbraccio.

Muscoli dell’avambraccio: si dividono in:


o anteriori: otto muscoli disposti in 4 strati sovrapposti
o laterali: flessori ed estensori della mano
o posteriori: estensori e abduttori della mano, otto muscoli in due strati.
Legamenti sono ricoperti di una guaina per poter scivolare l’uno sull’altro.

Muscoli della mano: tutti nella faccia palmare della mano distinti in:
o muscoli dell’eminenza tenar
o muscoli dell’eminenza ipotenar
o muscoli palmari

ARTO INFERIORE
distinguiamo la cintura pelvica che articola l’arto nella coclea femorale, e la parte libera che
comprende la coscia, gamba e piede.
Le principali regioni che costituiscono l’arto inferiore sono:
 l’anca ( che insieme alla controlaterale, all’osso sacro ed al coccige, costituisce la cintura
pelvica)
 la coscia ( femore)
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 il ginocchio
 la gamba ( con patella, tibia, fibula)
 il collo del piede
 il piede ( con tarso, metatarso e falangi) cv

SCHELETRO DELLA COSCIA:


FEMORE
- È l’osso più lungo e più robusto dello scheletro
- Situato tra anca e ginocchio
- Si articola con la cavità acetabolare che è la risultante del emibacino ( ileo, ischio e pube),
dove la testa del femore va a costituire una tipica enartrosi è si va ad inserire in una cavità
concava ( acetabolo) = quindi la testa del femore si articola con la fossa dell’acetabolo
presente sulla faccia laterale dell’anca
- Al centro della testa è inserito un corto e robusto legamento ( legamento rotondo) che unisce
la testa al fondo della cavità acetabolare
- Alla testa segue una porzione ristretta cilindrica, chiamata il collo anatomico
- Sul contorno del passaggio fra collo anatomico e diafisi sono presenti due protuberanze per
l’inserzione di muscoli, il grande ed il piccolo trocantere (a questo livello avvengono
maggiormente le fratture nell’anziano)
- Il limite tra epifisi prossimale e diafisi costituisce il collo chirurgico
- L’epifisi distale è caratterizzata dalla presenza degli epicondili mediale e laterale posti
superiormente ai due condili mediale e laterale
Epifisi prossimale: testa emisferica per l’articolazione con la fossa dell’acetabolo, sotto di questa vi
è il collo anatomico, e laterale rispetto alla testa del femore troviamo il piccolo e il grande
trocantere.
Epifisi distale: termina con due condili, uno laterale e uno mediale, in mezzo tra i due si sviluppa la
fossa intercondilare.
Articolazione: coxofemorale: enartrosi, acetabolo e testa del femore. Estensione e flessione,
abduzione e adduzione della coscia.

MUSCOLI DELLA COSCIA: distinti in


a. muscoli anteriori:
o sartorio
o quadricipite femorale: quattro ventri prossimali:
1. retto del femore
2. vasto laterale
3. vasto intermedio
4. vasto mediale
b. muscoli mediali: sono adduttori
o gracile
o pettineo
o adduttore lungo
o adduttore breve
o adduttore grande
c. muscoli posteriori: uniscono la parte inferiore dell’ischio del femore alle ossa della gamba:
o bicipite femorale: capo lungo e capo breve
o semitendinoso
o semimembranoso
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SCHELETRO DELLA GAMBA:


 Patella: osso sesamoide, è posto nella faccia patellare del femore fra i due condili, ed è
inserito all’interno dell’espansione tendinea del muscolo quadricipite femorale .esame)
 Perone( o fibula): sottile osso lungo posto lateralmente alla tibia.
- Si articola con la tibia
- Collabora a realizzare l’articolazione con l’astragalo
- L’epifisi distale presenta la superficie articolare (malleolo laterale)
 Tibia: osso lungo, corpo a sezione triangolare, il cui margine anteriore è affilato
- l’epifisi prossimale è allargata a piramide, con la base, superiore, provvista di due
facce articolari condiloidee dove poggeranno i menischi
- lateralmente presenta una faccetta articolare per la fibula
- in basso l’epifisi distale ha una superficie articolare e dei processi chiamati malleolo
mediale
- i malleolo laterale della fibula ed il malleolo mediale del perone collaboreranno per
realizzare l’articolazione con il primo osso del tarso ( astragalo)

MUSCOLI DELLA GAMBA:


a. muscoli anteriori: muscoli estensori
- m. tibiale anteriore
- m. estensore lungo delle dita
- m. estensore lungo dell’alluce
- m. peroniero terzo
b. muscoli laterali: peroniero lungo e breve
c. muscoli posteriori: flessori
o tricipite della sura: costituito da due muscoli:
- soleo
- gastrocnemio mediale
- gastrocnemio laterale
- plantare: dietro al ginocchio
- tibiale e altri

ARTICOLAZIONE DEL GINOCCHIO


Morfologicamente è una condiloartrosi doppia e incompleta per la presenza dei menischi.
Funzionalmente può compiere solo flessione ed estensione ed un piccolissimo grado di rotazione
perché i movimenti sono limitati da legamenti e menischi. Il complesso articolare del ginocchio è
composta da due articolazioni racchiuse in una capsula articolare, la femoro-tibiale e la femoro-
patellare(entrambi condili).
 Capsula articolare: non è struttura continua, a causa della presenza di formazioni
cartilaginee definite menischi (laterale e mediale) posti tra le superfici articolari di femore e
tibia. I menischi fungono da ammortizzatori, forniscono stabilità laterale all’ articolazione, e
si adattano alle superfici durante i cambi di posizione incrementando l’ area di superficie
della femoro-tibiale.
 Legamenti :
 Collaterale tibiale : rinforza la superficie mediale del ginocchio
 Collaterale fibulare: rinforza la superficie laterale
 2 legamenti poplitei: sono superficiali, si estendono tra femore e teste della tibia e
della fibula sul versante dorsale
 Crociato anteriore e posteriore: connettono le aree intercondiloidee della tibia ai
condili femorali, si incrociano procedendo poi sul femore. Limitano i movimenti
anteriori del femore e mantengono allineati i condili tibiali e femorali.
20

 Tendine del quadricipite femorale: passa sulla superficie anteriore dell’ articolazione,
includendo la patella e continuandosi con il legamento patellare, fino alla tuberosità tibiale.

PROF: la prima cosa che dobbiamo dire è quali sono i 4 capi ossei interessati:
 Estremità distale del femore
 Estremità prossimale della tibia
 La fibula, anche se non si articola direttamente con il femore ma è collegata al femore con
il legamento esterno
 La patella
 La rotula è contenuta nello spessore di un tendine del muscolo quadricipite
femorale che si va ad inserire su una protuberanza sulla tibia
Sulla superficie piana della tibia ( piatto tibiale) troviamo una particolare organizzazione di
menischi cartilaginei: menisco mediale ( con un a forma a “C”) ed il menisco laterale ( con forma
ad “O”)
Oltre ai menischi vi sono numerosi legamenti che provvedono alla stabilità e alla limitazione dei
movimenti reciproci di femore e tibia:
-legamento collaterale laterale( o fibiale)
-legamento collaterale mediale ( o tibiale)
-2legamenti crociati anteriore e posteriore
 Questi 4 legamenti servono al movimento del ginocchio che è un movimento limitato alla
flesso estensione della gamba sulla coscia ( non possiamo fare movimenti di lateralità o
rotazione perché lo impediscono i legamenti
 I legamenti crociati sono degli importanti stabilizzatori , contrastando il movimento di
intraruotazione a ginocchio flesso. Rappresentano il mezzo di unione più resistente tra le
due ossa a livello del ginocchio e impediscono lo scivolamento in avanti e indietro del
femore e della tibia

Ossa del piede: da ricordare, il talo o astragalo, coinvolti nell’articolazione talocruale o


tibiotarsica. Il calcagno, da l’attacco al tendine di Achille.

Muscoli del piede: si distinguono in dorsali e plantari.

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