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La cute

Esercitazione – cute e mucose

Gabriella Alexandra Palma


Cosa si intende per pelle o per cute?

La cute è l’organo principale di protezione del corpo, questo tessuto continuo


appartiene all’apparato tegumentario.

Ø Essa riveste tutto l’organismo e lo separa dall’ambiente esterno, ergendosi a


barriera che si oppone ad ogni aggressione.
Ø Allo stesso tempo, è ciò che ci unisce con il mondo circostante, in quanto
rappresenta il primo contatto con gli altri, ci permette di percepire il caldo
dal freddo, ci permette percepire il dolore… Le carezze.
Aspetto macroscopico della pelle

š Nell’adulto, la pelle ha una superficie di circa 1,5-2 m2 e rappresenta circa il 15%


del peso dell’organismo.
š Lo spessore varia secondo l’età, il sesso e da regione a regione e va da 0,2mm
nelle palpebre a 3 mm nel dorso, sulla nuca, nel palmo delle mani.
š È elastica, distendibile, resistente.
š Il colorito della pelle è molto variabile e dipende dalla razza, dall’età, dalla
regione corporea, da eventuali patologie.
š La superficie cutanea non è liscia ma presenta una grande quantità di
sporgenze, solchi e orifizi.
š Sul palmo della mano e sulla pianta del piede si trovano caratteristiche
sporgenze (creste cutanee), separate dai solchi cutanei. In corrispondenza dei
polpastrelli le creste si dispongono a formare dei vortici che, variando da
individuo ad individuo, che rimanendo invariate nelle diverse età dello stesso
soggetto, costituiscono con la loro impronta un buon mezzo di identificazione
personale (impronte digitali)
š La cute presenta anche dei solchi superficiali che, pur non determinando delle
vere creste, danno origine ad un sottile reticolo che circoscrive piccole aree
poligonali, ben visibile sul dorso della mano quando la pelle è secca.
š Altre depressioni lineari sono date dai solchi muscolari, prodotti dalle contrazioni
dei muscoli pellicciai (rughe d’espressione) che sono di solito temporanei nel
giovane, ad eccezione dei solchi genio-labiali, e diventano invece permanenti
nel vecchio, dove costituiscono le rughe senili.
Aspetto microscopico della pelle

La cute è costituita da due componenti:


1. l’epidermide, in superficie, di natura epiteliale e di origine ectodermica
2. il derma in profondità, di natura connettivale e di origine mesodermica.
Questi due strati sono separati da una distinta lamina basale, che è ancorata
al derma per mezzo di esili fibrille collagene.
Sotto il derma si trova uno strato di connettivo più lasso, il connettivo
sottocutaneo o ipoderma, che in molte regioni del corpo si trasforma nel
pannicolo adiposo sottocutaneo.
Annessi alla cute vi sono peli, unghie e ghiandole sebacee e sudoripare che si
sviluppano dallo strato germinativo dell’epidermide.
L’epidermide e il derma non si sovrappongono in modo lineare e piatto ma si
incurvano l’uno nell’altro formando una specie di ingranaggio; infatti il derma si
solleva in pieghe, le papille dermiche, che si alternano con sporgenze
dell’epidermide denominate creste epidermiche. Questi rilievi rendono
maggiore la superficie di contatto tra le due zone e ciò favorisce sia
l’adesione, quindi l’aggancio tra i due tessuti, sia, soprattutto, la filtrazione di
sostanze nutritive che così raggiungono l’epidermide che non è vascolarizzata.
L’eventuale appiattimento della giunzione dermo-epidermica conduce
inevitabilmente all’alterazione dell’epidermide sovrastante a causa di una
diminuita nutrizione.
Assolve numerose e
importantissime funzioni:

ü Ci protegge da traumi, radiazioni ultraviolette, microrganismi ed agenti chimici.

ü Impedisce la perdita di liquidi (es. un'ustione provoca la distruzione di un


decimo della superficie cutanea, la perdita di liquidi ed elettroliti può portare a
conseguenze mortali)

ü Partecipa al meccanismo della termoregolazione, sfruttando l'intervento delle


ghiandole sudoripare e la capacità di regolare il flusso sanguigno, aumentando
(vasodilatazione) o rallentando (vasocostrizione) la dispersione del calore.
ü Coordina la risposta immune (contro agenti patogeni)

ü Ha proprietà metaboliche, poiché la sintesi della vitamina D avviene proprio a


livello cutaneo. La cute rappresenta inoltre un importante riserva lipidica.

ü Ha anche funzione sensitiva, con il suo strato più superficiale registra e trasmette
stimoli pressori (tattili), dolorifici e termici, mentre con quello più profondo
percepisce anche segnali termici e vibratori.

ü In quanto è sede di organi di senso e ci permette di percepire il caldo, il freddo,


il dolore, il solletico, le carezze etc.

ü Funge poi da organo secretore ed escretore e di assorbimento.


Il colore della pelle umana
Da cosa dipende? Qual è il ruolo della melanina?

Progetto Humanae: colori Pantone per superare le differenze razziali


(2016)
Da cosa dipende il colorito della nostra pelle?

Il colore della pelle è molto variabile e dipende dalla razza, dall’età, dalla regione corporea, da eventuali patologie.
Il colorito varia anche in corso di malattie, la persona anemica è pallida, il cardiopatico o l’asmatico hanno sfumature cianotiche, nell’ittero dovuto
ad epatite virale o ad altre malattie del fegato la pelle ha una pigmentazione gialla, nella persona sofferente di reni la cute è grigiastra.
La cute può essere perciò bianca, giallo-olivastra, rosso-rameica e nera. Nell’europeo il colorito è bianco-roseo, più chiaro nel bambino, più scuro
nell’adulto e nell’anziano. Generalmente le parti scoperte sono sempre più scure.

Il colore della nostra cute è dovuto, alla presenza di un pigmento cutaneo chiamato melanina, la stessa sostanza responsabile dell'imbrunimento
della pelle quando ci si espone al sole.
Il colore quindi, nasce dalla miscela di vari pigmenti prodotti dall’organismo, questi sono contenuti nelle cellule dell’epidermide, ed aumenta sotto lo
stimolo dei raggi solari; In misura minore è anche determinato dall'emoglobina, dai i flavonoidi e il carotene che sono localizzati nello strato più
superficiale della pelle e le apportano delle sfumature olivastre o giallastre.
La emoglobina quando lega l'ossigeno, conferisce al sangue un colore rosso vivace, donando alla pelle una colorazione rosata. Viceversa, quando
l'emoglobina è dissociata il sangue assume un colore bluastro e ciò può conferire alla pelle una colorazione cianotica (grigio-bluastra). Il fenomeno è
più evidente negli individui di pelle chiara.
Anche i pigmenti carotenoidi, presenti negli alimenti di colore giallo-arancio (in primis le carote, seguite da albicocche, peperoni, pomodori ecc.)
contribuiscono a determinare il colorito cutaneo. Se la dieta di un individuo è particolarmente ricca di questi alimenti la sua pelle, soprattutto nei
palmi delle mani, può assumere una colorazione vagamente giallastra. Si parla in questi casi di carotenosi.
La melanina

La melanina ha una funzione protettiva, difende il genoma dall'azione nociva dei raggi MELANINA: pigmento responsabile dell'imbrunimento della pelle
ultravioletti. Va a formare una sorta di schermo protettivo che funge da filtro, assorbendo e
MELANOCITI: cellule che producono la melanina
respingendo parte delle radiazioni solari.
MELANOSOMI: organuli interni ai melanociti deputati alla sintesi di
La melanina neutralizza efficacemente la produzione di radicali liberi in risposta ai raggi UV,
melanina
prevenendo l'invecchiamento cutaneo ed alcune patologie degenerative. Per difendersi
dalle radiazioni solari, l'organismo avvia inoltre un processo ausiliario che stimola la MELANOGENESI: processo di produzione della melanina
proliferazione dello strato corneo, favorendo l'ispessimento dell'epidermide.
CHERATINOCITI: componente maggiore delle cellule epidermiche
La quantità e la distribuzione di melanina nella cute varia anche in funzione di molti
parametri, legati alla razza, all'età (la pelle dei bambini è meno protetta dalle radiazioni
solari) e alla regione corporea (le zone maggiormente esposte sono più pigmentate ma lo Il processo della melanogenesi è ripartito in quattro fasi:
sono anche aeree coperte, come l'areola mammaria o le aree anogenitali).
1. produzione dei melanosomi dentro i melanociti

2. sintesi della melanina dentro i melanosomi


Viene prodotta dai melanociti, cellule dendritiche appartenenti allo strato basale
dell'epidermide. I loro dendriti si sviluppano verso l'alto e prendono contatto con un discreto 3. trasferimento dei melanosomi dai melanociti ai cheratinociti;
numero di cheratinociti. 4. degradazione dei melanosomi.
Il numero dei melanociti indipendentemente dalla popolazione di appartenenza è circa lo
stesso in ogni individuo. Nell'individuo che invecchia il numero di melanociti attivi (n grado di
produrre melanina) diminuisce progressivamente. Questo fenomeno diventa eclatante a
livello dei capelli, il cui incanutimento è legato proprio alla perdita di attività dei melanociti
presenti nei follicoli piliferi.
Ma… Com’è costituita la
nostra pelle?
Caratteristiche istologiche dell'epidermide

L'epidermide, costituisce lo strato più superficiale della pelle (è direttamente esposto all'ambiente esterno)
L'epidermide può avere dimensioni diverse in funzione dell'area del corpo che riveste. Il suo spessore varia dai 0,5 micrometri fino ad arrivare agli 1,5 millimetri.

LA SUA PRINCIPALE FUNZIONE: è quella di proteggere gli strati sottostanti da traumi di diversa origine e natura e dall'attacco di agenti chimici o fisici, ma non solo.
Ø Previene l'ingresso nell'organismo di agenti patogeni (come batteri o altri microorganismi)
Ø Controlla la permeabilità cutanea contribuendo così a prevenire la disidratazione
Ø È dotata di attività sensoriale, pertanto, registra sensazioni tattili e pressorie (grazie alle cellule di Merkel contenute nello strato basale)
Ø È dotata anche di attività metabolica, poiché all'interno delle sue cellule - grazie all'esposizione alle radiazioni solari - avviene la produzione della vitamina D3.

In base allo spessore dell'epidermide che si possono distinguere due tipologie di cute: la cute (o pelle) sottile e la cute (o pelle) spessa.

L'epidermide umana è un tessuto epiteliale in costante rinnovamento. Si rinnova completamente ogni 28 giorni circa attraverso un processo chiamato
cheratizzazione.
Ø Alcune patologie, come la psoriasi, sono caratterizzate da un rinnovamento troppo veloce dell'epidermide
Ø Il ritmo di proliferazione cellulare rallenta con l'invecchiamento, assottigliando l'epidermide
Ø Grazie a questa continua proliferazione, i cheratinociti "più vecchi" vengono gradualmente spinti dalle cellule più giovani verso gli strati superficiali
dell'epidermide. Durante questo passaggio, i cheratinociti perdono gradualmente la loro forza vitale, fino ad arrivare allo strato corneo, a livello del quale le
cellule sono morte e tendono a staccarsi per desquamazione, ovvero tendono a staccarsi come fossero delle minuscole squame. Generalmente questo
passaggio di una cellula dallo strato basale o germinativo fino all'apice dello strato corneo richiede un periodo di circa 14 giorni. Una volta "arrivate in cima", le
cellule ormai morte richiedono un tempo di altri 14 giorni per staccarsi o essere dilavate via.
I suoi strati

Si compone di diversi strati strutturati in maniera diversa l'uno


dall'altro, questi strati sono sovrapposti tra di loro.
Tutti questi strati sono costituiti da diversi tipi di cellule. Fra queste
cellule, quelle maggiormente presenti nell'epidermide prendono
il nome di cheratinociti (cellule responsabili della sintesi di
cheratina, una proteina fibrosa che rientra nella composizione di
unghie e capelli).

Procedendo dall'interno verso l'esterno tali strati sono:

v Strato germinativo o basale


v Strato spinoso
v Strato granuloso
v Strato lucido
v Strato corneo
Strato germinativo o basale

È quello più profondo dell'epidermide.


In questo strato sono presenti numerose cellule di forma cubica o cilindrica, che proliferano a ritmi molto sostenuti. Queste cellule non sono ancora
completamente differenziate, cioè possono essere considerate come delle specie di cellule staminali. Grazie a questa loro peculiarità, tali cellule si replicano
con elevata velocità sostituendo gradualmente quelle soprastanti e quelle perse, o desquamate, sulla superficie dello strato corneo.

Nello strato germinativo, inoltre, sono presenti anche altri due tipi di cellule: le cellule di Merkel e i melanociti.

Cellule di Merkel
Sono particolari tipi di cellule che si trovano coinvolte nella sensibilità cutanea. Queste cellule, possono essere considerate come dei sensori del tatto, poiché
sono in grado di registrare e trasmettere al sistema nervoso centrale le pressioni esercitate sulla pelle (es. gli stimoli tattili)

Melanociti
Sono le cellule deputate alla sintesi della melanina, il pigmento responsabile della colorazione e dell'imbrunimento della nostra pelle. Hanno una forma
tendenzialmente tondeggiante e sono dotati di alcuni prolungamenti, attraverso i quali trasferiscono la melanina ai circostanti cheratinociti.

I cheratinociti hanno origine dagli strati più profondi dell'epidermide, in questo strato possiedono una spiccata attività proliferativa, generando continuamente
nuove cellule.
Strato spinoso

È lo strato più spesso dell'epidermide ed è costituito da numerosi cheratinociti, che tendono ad appiattirsi man mano che ci si avvicina agli strati più superficiali.

Lo strato spinoso deve il suo nome alla forma delle cellule che lo compongono. È formato da più file di cellule poliedriche, date dalla divisione del sottostante
strato germinativo. Questo strato è detto “spinoso” perché le cellule che lo compongono appaiono dotate di prolungamenti detti spine che sembrano porsi in
contatto con quelle delle cellule adiacenti. Tali punti di giunzione vengono chiamati desmosomi e consistono in un addensamento del citoplasma locale ricco di
filamenti.
Le cellule non vengono mai in diretto contatto tra loro ma sono separate da un sottile spazio intercellulare occupato da una sostanza glicoproteica. Il citoplasma
di questi elementi contiene fasci di fibrille di cheratina e granuli di melanina trasferitavi dai melanociti.

Cellule di Langerhans
Lo strato spinoso dell'epidermide non è composto solo ed esclusivamente da cheratinociti; infatti, al suo interno è presente anche un'altra tipologia di cellule: le
cellule di Langerhans.
Queste cellule fanno parte del nostro sistema immunitario per questo motivo svolgono un ruolo molto importante nei meccanismi di difesa del nostro organismo.

Si stima che le cellule di Langerhans costituiscano il 3-4% delle cellule epidermiche.


Derivano da un precursore nel midollo osseo, captano gli antigeni (patogeni o comunque sostanze estranee) e poi migrano nei linfonodi dove presentano queste
sostanze ai linfociti, innescando così la risposta immunitaria; sono perciò una sorta di “sentinella” immunitaria. Tuttavia intense e ripetute esposizioni agli UV
possono ridurre fortemente le sue capacità di difesa immunitaria cutanea.
Strato granuloso

È costituito da 2 o 3 ordini di cellule appiattite derivanti dalla migrazione delle cellule dello strato spinoso sottostante.
Qui gli elementi cellulari iniziano a mostrare segni di sofferenza e di invecchiamento: il nucleo è rimpicciolito con segni di
degenerazione, gli organuli sono in numero ridotto, si riduce anche il contenuto in acqua ( si passa da un 70% dello strato
basale ad un 30%).

Nel citoplasma compaiono dei granuli (da cui la denominazione di strato granuloso) di una sostanza detta cheratoialina,
che a sua volta è una miscela di altre sostanze, tra cui ricordiamo la filaggrina, una proteina che funziona come supporto
meccanico per l’assemblaggio dei filamenti di cheratina.

Si vengono così a formare delle macrofibrille, specie di cordoni di cheratina che poggiano sulla filaggrina. Oltre ai granuli di
cheratoialina e alle fibrille sono presenti i corpi di Odland o corpi lamellari, vescicole ricche di lipidi che sono disposti in strati
lamellari, uno sopra l’altro, un po’ come una pila di piatti. Questi lipidi una volta espulsi dalle cellule formano un “cemento”
ricco di colesterolo, fosfolipidi e ceramidi, la cui azione è di tenere unite le cellule cornee tra loro.
Strato lucido

Lo strato lucido è formato da numerosi piani di cellule senza nucleo, appiattite e cheratinizzate, contenenti
circa il 20% d’acqua. Al microscopio questo strato appare come una linea chiara e lucida (da ciò deriva il
nome). Si osserva solo nelle zone di maggior attrito, per es. nel palmo della mano o nella pianta dei piedi.

I cheratinociti in questo strato ormai hanno perso la loro vitalità, sono ricchi di cheratina e strettamente
adesi gli uni agli altri.
Strato corneo

È lo strato più superficiale dell’epidermide.


È costituito da un numero variabile di piani cellulari, in media da 15 a 20, ma in certi casi anche molti di più.
Le cellule che lo compongono sono estremamente appiattite, senza nucleo e ripiene di cheratina, proteina
fibrosa molto resistente (cellule morte).

Le cellule più in profondità sono molto strette e unite fra loro, e prendono il nome di corneociti, mentre
quelle sulla superficie sono disgiunte e si staccano per desquamazione; per tale ragione, esse prendono il
nome di squame cornee.
Caratteristiche istologiche del derma

Il derma è il secondo strato della cute ed è posto al di sotto dell'epidermide, svolge funzioni di supporto meccanico e
metabolico in quanto vi trasferisce nutrienti.
Essa ha uno spessore 20-30 volte maggiore, fino a 4-5mm. Contiene tutti gli annessi cutanei: apparato pilo-sebaceo,
ghiandole sudoripare, circolazione arteriosa e venosa, sistema linfatico cutaneo ed una ricca innervazione.
La regione papillare del derma non si trova a contatto diretto con l'epidermide, poiché fra questi due strati della pelle è
presente la giunzione dermo-epidermica (membrana basale). Tale giunzione fornisce sostegno e permette il passaggio
dei nutrienti dal sottostante derma all'epidermide. Quest'ultima, infatti, non è vascolarizzata, non contiene vasi sanguigni
che trasportino il sangue, quindi i nutrienti necessari alla crescita e alla sopravvivenza delle cellule che la compongono.
Ha una forma ondulata per la presenza di papille dermiche, estroflessioni che hanno lo scopo di inserirsi nelle creste
presenti nello strato epidermico sovrastante. Questa particolare conformazione anatomica ha lo scopo di aumentare
l'aderenza tra i due strati e di favorire gli scambi metabolici.

Dal punto di vista istologico è un tessuto connettivo fibroelastico, in esso distinguiamo:


derma papillare costituito dalle papille che si insinuano nell'epidermide,
derma medio che occupa i 4/5 di tutto lo strato e rappresenta la vera impalcatura di sostegno di tutta la pelle
derma profondo che si continua poi nell'ipoderma.
Giunzione dermo-epidermica
Possiamo immaginare tutto il derma come una fittissima rete di vasi sanguigni e linfatici intrecciati con numerose fibre
connettivali allungate. Si forma così un'impalcatura resistente ed elastica, riempita da una sostanza amorfa ( la sostanza
fondamentale ) e da rare cellule.
Nel derma quindi si possono distinguere tre componenti: le cellule, le fibre e la sostanza fondamentale.
Le funzioni del derma

Il derma svolge numerose funzioni fondamentali:


ü Fornisce il nutrimento necessario alle cellule epidermiche che non sono direttamente raggiunte dalla circolazione
sanguigna
ü Ha funzione di supporto meccanico e metabolico
ü Registra sensazioni tattili, pressorie, vibratorie, dolorifiche e termiche, grazie alle terminazioni nervose in esso presenti
ü Limita la diffusione nell'organismo di eventuali patogeni che sono riusciti ad attraversare l'epidermide; ciò grazie alle
cellule della difesa in esso contenute e alle cellule immunitarie derivanti dal circolo sanguigno
ü Partecipa ai meccanismi di termoregolazione, grazie alla presenza delle ghiandole sudoripare e alla capacità di
regolare il flusso di sangue
ü Riserva di lipidi, poiché nella parte più profonda della regione reticolare del derma, le fibre che lo compongono
delimitano spazi all'interno dei quali vi sono "stoccati" gli adipociti, cellule ricche di grassi che costituiscono una
preziosa riserva di energia per il nostro organismo.
Le cellule che troviamo nel derma

Trattandosi di un tessuto connettivo, le principali cellule che costituiscono il derma sono i fibroblasti.

I fibroblasti sono particolari tipi di cellule deputate alla sintesi dei componenti della matrice extracellulare del derma; in altre parole, sintetizzano i vari elementi che costituiscono la particolare
sostanza (matrice extracellulare) che circonda le cellule in questo tessuto connettivo (il derma).

Loro si occupano della sintesi di collagene, glicosamminoglicani (fra cui ritroviamo il ben noto acido ialuronico), fibre elastiche, fibre reticolari e glicoproteine. Tutti questi elementi sono
fondamentali per il derma e per la pelle in generale, poiché nel loro insieme costituiscono quell'impalcatura che le dona tonicità ed elasticità; in particolare:

Il collagene crea una sorta di rete che conferisce alla pelle una spiccata resistenza alla trazione;

Le fibre elastiche, come si può facilmente intuire, donano elasticità alla pelle e le conferiscono un'estensibilità reversibile.
I glicosaminoglicani consentono di mantenere un buon livello d'idratazione e turgore.

Il collagene, le fibre elastiche e le fibre reticolari sono molto più numerosi nella regione reticolare del derma rispetto alla regione papillare.

Ø Un'alterata sintesi dei suddetti elementi (che può essere provocata da diversi fattori, come, ad esempio, l'invecchiamento, le radiazioni UV, ecc.) porta a modificazioni strutturali del derma
che, a loro volta, portano alla perdita del tono e della turgidità della pelle con conseguente formazione di inestetismi cutanei, come, ad esempio, le rughe.

Ad ogni modo, benché siano presenti in maggior numero, i fibroblasti non sono le uniche cellule presenti nel derma. In questo strato intermedio della pelle, infatti, si trovano anche mastociti e
macrofagi, cellule appartenenti al sistema immunitario, quindi implicate nei meccanismi di difesa dell'organismo.

Vasi Sanguigni e Vasi Linfatici

Caratteristica fondamentale del derma è la presenza dei vasi linfatici e dei vasi sanguigni. Questi ultimi, i particolare, sono molto importanti, poiché trasportano l'ossigeno e i nutrienti necessari allo
sviluppo e alla crescita delle cellule che compongono sia il derma, sia l'epidermide.

Fibre Nervose
I nervi presenti nel derma svolgono numerose funzioni. Essi si trovano sia nella regione papillare che in quella reticolare e si occupano di regolare il flusso sanguigno e le secrezioni delle ghiandole
sudoripare e sebacee. Inoltre, alcuni di questi nervi hanno il compito di raccogliere le informazioni sensoriali dei recettori tattili, dolorifici e termici, sia dello stessa derma, sia degli strati più profondi
dell'epidermide.
La sostanza fondamentale e
le fibre

La sostanza fondamentale
È una sostanza amorfa simile ad un gel che riempie gli spazi tra le fibre e i vasi. Chimicamente è costituita da acqua, ioni, proteine e glicosaminoglicani (GAG). Questi sono grosse
molecole costituite da lunghe catene di zuccheri, sintetizzati dai fibroblasti, che si legano a proteine.
Il componente del GAG più noto, utilizzato in cosmetologia, è l'acido jaluronico.
La sostanza fondamentale contribuisce a dare plasticità e turgore al tessuto. Inoltre controlla il transito di molecole nel derma, in particolare la penetrazione di molecole
dall'esterno e la diffusione di ossigeno e di ioni nutritivi verso l'epidermide. E' anche responsabile, in parte, dell'idratazione profonda della pelle. Essendo un gel particolarmente
idrofilo, per la sua struttura può legarsi in maniera stabile con l'acqua. Quando i GAG si alterano, per es. per diminuzione dell'attività dei fibroblasti, per l'età o per aggressioni
esterne (radiazioni UV) queste proprietà diminuiscono e la pelle può divenire disidratata e senescente.

Le fibre
Si distinguono due principali tipi di fibre connettivali:
1. Le fibre di collagene sono le principali. Il collagene è una glicoproteina estremamente complessa organizzata in grossi fasci fibrosi, oltre ad essere la proteina più abbondante
dell'organismo, nella pelle rappresenta da sola il 70% delle proteine. L'unità strutturale del collagene è rappresentata dal tropocollagene, formato da tre catene polipeptidiche
intrecciate fra loro e resistenti allo stiramento. La biosintesi del collagene avviene nel fibroblasta, cellula del tessuto connettivo, quindi viene espulsa dalla cellula nello spazio
extracellulare, ove ha luogo l'assemblaggio del collagene nativo in grosse fibre, che provvedono a svolgere la propria funzione di sostegno del tessuto connettivo.
Ha funzione di sostegno e conferisce una notevole resistenza meccanica al derma. Nello strato più superficiale, sono presenti anche fibre di collagene più sottili, dette reticolari. Le
fibre di collagene hanno una grande capacità di trattenere l'acqua, capacità che tendono a perdere man mano che degenerano e invecchiano. La degradazione progressiva
del collagene, che a livello chimico consiste nella graduale sua trasformazione da solubile, idrofilo, a insolubile, non idrofilo, è una importante caratteristica dell'invecchiamento
cutaneo.
2. Le fibre elastiche è presente in una piccola quantità, nel loro insieme, rappresentano soltanto il 2% delle proteine cutanee. Sono prodotte dai fibroblasti e sono composte da un
insieme di microfibrille ed una proteina, l'elastina, che conferisce alla pelle un certo grado di elasticità, indispensabile sia per consentire la mimica facciale, sia per seguire le
numerose variazioni delle dimensioni corporee che avvengono nel corso della vita. Le molecole di elastina sono unite da ponti trasversali, grazie ai quali formano un'ampia rete
che conferisce alla pelle un discreto grado di elasticità. La distensione cutanea è però limitata dalla presenza di fibre di collagene frammiste a quelle elastiche. Esistono tuttavia
dei casi in cui la distensione della pelle è talmente pronunciata da causare la rottura delle fibre di collagene: un classico esempio è dato dalle smagliature gravidiche.
Un altro nemico dell'elastina è l’invecchiamento: soprattutto dopo i 30-40 anni, le concentrazioni dermiche di elastina funzionale diminuiscono, e la pelle perde fortemente
elasticità. Questo avviene sia per una riduzione della sintesi di elastina, sia per l'iperattivazione di sistemi enzimatici in grado di aumentare la degradazione di elastina,
sottraendogli la peculiare elasticità. Nel corso del processo di invecchiamento la pelle perde progressivamente la propria elasticità poiché l'elastina “danneggiata” o non viene
sostituita oppure è sostituita da fibre non funzionali.

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