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DI ROMA
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ELETTROACUSTICA E SISTEMI ELETTROACUSTICI II
Pasquale Citera
BIENNIO DI II LIVELLO IN MUSICA ELETTRONICA
paxxx06@gmail.com
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musica per lo più strumentale, fa pro- brano finisce di solito con un solo
prio il suono ed il concetto elettronico, metronomo che batte il tempo per la
realizzandolo però con gli strumenti carica rimasta. Il risultato, come evi-
acustici. La differenza sostanziale dente, è una nuvola di piccoli impulsi
tra i due è data dal fatto che Pende- dapprima indistinti ma che invece,
recki cerca le grandi masse di suono con la fine della carica dei metronomi
tramite l’utilizzo di numerosi elemen- più veloci, via via risaltano ritmi e
ti orchestrali (archi in special modo) periodicità.
e scrittura massiva controllata da li- Il terzo tempo del secondo Quartet-
miti minimi e massimi (in elettronica to non è nient’altro che uno studio
prenderebbero il nome di maschere di sul movimento meccanico, in cui le
tendenza) mentre invece Ligeti è pra- parti suonano creando un continuum
ticamente l’opposto. Ovvero organici granulare.3 Prova ne è l’assenza di
piccoli, staticità armonica apparente armonia durante tutto il movimento.
ma evidenti micro movimenti armo- I quattro strumenti suonano a distan-
nici. za di tono o semitono, senza evidenti
In una intervista del 1978, Ligeti af- movimenti ascendenti o discendenti.
ferma che il Quartetto n°2 è proba- Le sezioni sono armonicamente stati-
bilmente l’opera strumentale che ri- che. (fig.1)
flette le sue idee nel modo più chiaro,
dove si possono trovare tutte le varie
tecniche che ha usato.2
Prendiamo in esame il solo terzo
movimento. La descrizione recita
Come un meccanismo di precisione.
Ed infatti la caratteristica principale
di questo movimento è la meccanicità
di ogni ”voce”. Bisogna innanzitutto
ricordare che Ligeti, nel 1962 compo-
ne Poème symphonique un brano per
cento metronomi, ideato e scritto du-
rante la sua breve frequentazione del L’unico parametro che sembra aver
movimento Fluxus. Il brano richiede peso è il ritmo, anche quando vi sono
dieci performer, ognuno responsabile dei minimi cambi di intonazione. Ad-
di dieci dei cento metronomi. I me- dirittura Ligeti prescrive l’uso della
tronomi sono posizionati su di una sordina per evidentemente togliere
piattaforma, con la massima carica ancora più corpo al suono e lasciare
e regolati a diverse velocità. Dopo solo l’impulso iniziale. Per una mag-
qualche minuto di silenzio, a discre- giore riuscita del senso meccanico
zione del direttore, con un cenno si che il compositore vuole figurare, di-
fanno partire tutti i metronomi men- vide le battute in 4/4.
tre i performer lasciano il palco. Il Il movimento è diviso in tre parti ben
2 ”It is perhaps my Second Quartet which reflects my ideas most clearly—where you would
find all the different techniques I have used”. Richard Steinitz. György Ligeti: Music of the
Imagination (Boston, Massachusetts: Northeastern University Press, 2003), 181-182.
3 http://en.wikipedia.org/wiki/String Quartet No. 2 (Ligeti)
2
distinte più una coda. da pretesto (fig. 3) gli strumenti piz-
Prima parte zicano meccanicamente accelerando
Come per Poème symphonique, an- per frazionamento delle figure ritmi-
che questo movimento inizia con due che. Senza cioè che il tempo globale
battute di silenzio assoluto. Già in cambi.
altri punti del Quartetto, prescrive
lunghe pause che servono per cari-
care ulteriormente di tensione o per
lasciare scorrere quella precedente-
mente accumulata (fig.2) Bicordo dell’incipit
3
la densità è molto bassa e le altezze
Una veloce scala di raccordo apre tornano ad essere praticamente fisse.
la seconda parte. Questa sezione potrebbe indicare me-
Seconda e terza parte taforicamente il congegno meccanico
La seconda parte è ugualmente mo- che si rimette a punto. Rapidamente,
dulare come la prima ma, a differen- nelle due battute seguenti, la densità
za della precedente, cambiano tutti aumenta fino ad arrivare a battuta
i parametri musicali. Non più pizzi- 38 dove inizia la coda.
cato ma gettato, non più altezza fissa Vale a dire di nuovo come l’inizio, gli
ma variabile, nessun accelerando ma strumenti pizzicano con un ritmo os-
al contrario un tempo fisso che rende sessivo che, per le variazioni interne
il gettato ancor più meccanico. (fig.5) delle cellule ritmiche, dà la sensazio-
ne che il tempo oscilli.(fig.7)