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INDICE dell’opera originale.

INTRODUZIONE p.5
1.Josep Maria Sostres a grandezza naturale.
2.Un metodo d’indagine microanalitico.
3.L’alfiere e il cavallo: Sostres ‘seguace’ del
tempo.

CAPITOLO 1 p.11
1.1. Il franchismo negli anni ‘40: perché la storia
monumentale?
1.2. Sostres prima di Sostres: tentativi di accesso
al movimento moderno.
1.3. Architetture e progetti alla fine degli anni ‘40.
1.4. ll progetto dell’Hotel al Montseny(1949-54).
Appendice: intervista a R.Tort.
CAPITOLO 2 p.33
2.1 Le ragioni del cambiamento: apertura
internazionale e crescita economica.
2.2. Verso una prima sintesi.
2.3. Una comunità manierista.
2.4. Il progetto degli appartamenti a
Torredembarra (1955-57).
Appendice: intervista a O.Bohigas.
CAPITOLO 3 p.57
3.1. Le possibilità dell’industria e l’architettura «di
mercato».
3.2. Gli sviluppi del dibattito e l’isolamento di
autore Sostres.
MICHELE BONINO 3.3. Sostres 1957-1980: l’autonomia di una
seconda sintesi.
titolo 3.4. ll progetto di casa Xampeny a Ventolà (1971-
74).
JOSEP MARIA SOSTRES, SEGUACE
Appendice: intervista a A.Puig.
DEL TEMPO.
Una storia dell’architettura catalana APPENDICI p. 75
(1939-1980). Biografia
Cronologia delle opere
Bibliografia
tesi di laurea Antologia di scritti inediti
Torino, dicembre 1999 Ringraziamenti m.bonino@tin.it
Prefazione. Nell’inverno del 1999, le indagini per l’Espo-
Josep Maria Sostres a grandezza naturale sizione promossa dal Col.legi d’Arquitectes
de Catalunya2 , dedicata per la prima volta
all’intera carriera di Sostres, hanno portato
alla luce scritti e progetti rimasti nascosti per
anni : rivelano una nuova statura dell’archi-
tetto, fondata su quarant’anni di professione
ed insegnamento, e danno la possibilità, fi-
nalmente ed inequivocabilmente, di conosce-
re Josep Maria Sostres a grandezza naturale.
Per approfittare a fondo di questa opportuni-
Dai primi anni ’50, a Barcellona, un gruppo di tà, si è scelto di concentrare il lavoro su tre
architetti riuniti sotto il nome di Grupo R si casi-studio. Nata per avvicinarsi al ricchissi-
impegnò nella definizione di un “programma” mo e sconosciuto materiale di archivio con
comune- elaborato e diffuso attraverso scrit- obiettivi precisi e delineati, questa decisione
ti, edifici, esposizioni- diretto a riavvicinare la ha permesso poi di muoversi con maggior si-
Catalogna al movimento moderno: curezza, a partire dai casi in esame, in due
soppiantato, in seguito alla guerra civile spa- direzioni diverse. Da un lato è stata riservata
gnola (1936-39),da un’architettura accademi- un’attenzione speciale ai processi progettuali
ca e rappresentativa degli ideali epici e con- da cui sono nati i tre edifici; dall’altro i tre
servatori promossi dal regime di Franco, il suo casi specifici sono stati considerati il punto di
difficoltoso recupero preparò gli architetti partenza per un loro inquadramento genera-
catalani a muoversi, a partire dagli anni ’80, le attraverso i fatti, gli scritti e le idee intorno
in un ambito di avanguardia mondiale. a loro sviluppatesi. Ogni caso è così introdot-
Josep Maria Sostres fu uno dei più attenti pro- to da un discorso generale, che ne definisce
tagonisti di questo rinnovamento. Le sue ca- il sottofondo culturale e professionale: se let-
pacità, tuttavia, sono state riconosciute esclu- te autonomamamnte in successione, queste
sivamente in riferimento alla sua attività di tre parti definiscono un filo critico continuo lun-
membro del Grupo R; scioltosi il gruppo, fu- go la carriera di Sostres, ancora mai tentato
rono progressivamente sotterrate ed il suo e qui per la prima volta ricostruito.
ruolo si fece piccolo. Nel 1983 Josep Prima di una presentazione dei tre casi in esa-
Quetglas, introducendo gli scritti di Sostres, me, merita di essere discusso il criterio che
raccolti e pubblicati con il titolo di Opiniones ha portato alla loro individuazione.
sobre arquitectura, descrisse “lo sforzo che è
costato agli attuali mandarini/mandatari della
cultura architettonica catalana elevarsi fino Nell’aprile 1951, una cartolina portò a Sostres
alle più alte posizioni che gli corrispondono, i saluti del ventiseienne Oriol Bohigas dal ser-
dovendo prima spostare, annullare e vizio militare: il mittente, indicando il grado
Il Grupo R in riunione: da sx Pep
cancellare José María Sostres dalla sua conferitogli dall’esercito franchista, firmò
Pratmarso’, Manuel Valls, J.M.
posizione naturale di guida indiscutibile, “alférez Bohigas”. Nel gioco degli scacchi, la Sostres, Antoni de Moragas, Oriol
riferimento sicuro e solido maestro” 1 . pedina dell’alfiere incrocia dritta lo spazio di Bohigas.
gioco, lasciando segno della sua azione in rispose soltanto, dalle caselle vicine, qual-
qualsiasi punto scelga di fermarsi: strategi- che raro controcanto; solo ora, quattro de-
camente, può muovere su caselle contigue o cenni dopo e molte caselle più in là, si inizia
“mangiare” più lontano. Il cavallo, invece, con a cogliere la loro influenza e ad apprezzarne
movimento non rettilineo, agisce soltanto su gli effetti.
caselle relativamente distanti, in ogni dire- Sono così oggetto prevalente di questo stu-
zione. dio gli atteggiamenti di Sostres nei confronti
Josep Maria Sostres, per le condizioni cultu- del tempo: di questo, e delle sue possibili ri-
rali in cui si trovò ad operare, acquisì presto salite, proiezioni, distorsioni, si fece “segua-
la consapevolezza che “l’unica direzione an- ce”. La sua indole introversa, perplessa, in-
cora possibile nelle condizioni della disfatta tempestiva fu infatti raramente capace di tro-
si trova nei discreti interstizi della composi- vare, nel suo momento, gli spunti su cui im-
zione, dell’applicazione, della ripetizione di postare le proprie mosse. I tre casi-studio di-
qualcosa che una volta è stato nuovo”3 : si scutono altrettante posizioni eccentriche di
dedicò quindi a esercizi di intonazione su spar- Sostres, cavallo sulla scacchiera catalana,
titi composti da maestri del passato, posizio- rispetto al proprio tempo.
nati su caselle distanti. A queste intonazioni

JMS, casa Moratiel, Esplugues,


Barcellona, 1955-57
1. L’Hotel al Montseny (1949-54).

Il primo caso è il progetto dell’Hotel al


Montseny, che Sostres iniziò nel 1949 e pro-
seguì fino alla metà del decennio successivo,
nonostante il committente avesse rinunciato
alla realizzazione già nel 1951: fu la prima
grande esplorazione nell’architettura moder-
na realizzata in Catalogna dopo la guerra ci-
vile.
Rispetto al progetto, Sostres commenta: “si
può vedere come si manifesta il conflitto cen-
trale dell’architettura degli anni Quaranta, tra
l’ispirazione popolare diretta e gli schemi funzionalismo, condizionato dal trinomio uti-
astratti propri del recupero di un razionalismo lità-bellezza-economia, era riuscito ad elevare
che, in quei momenti critici, poteva soltanto il problema utilitario alla categoria dell’opera
accettarsi come selezione di certi elementi”4 . d’arte senza ricorrere al decorativismo degli
Il progetto, nella complessità del suo proce- stili”7 . Una copia venne inviata a Sartoris che
dere, risulta effettivamente un testimone sin- ne approvò il contenuto .
cero del dibattito per il recupero di un linguag- Il secondo articolo, revisione del primo, fu
gio moderno in Catalogna: due articoli di scritto pochi mesi dopo la conferenza di Bru-
Sostres, pubblicati proprio nel periodo più in- no Zevi, tenutasi all’Ateneu nella primavera
tenso di lavoro per l’Hotel, ne sintetizano i ter- del ‘50. Sostres parla questa volta della ne-
mini. Si tratta di El funcionalismo cessita’ di superare la logica razionalista ed il
arquitectonico y la nueva plasticidad5 , pub- suo “gusto particolare per un’estetica intel-
blicato nel giugno 1949 , e Il funcionalismo y lettuale, nuda e fredda ”, poiché “ nel suo pro-
la nueva plastica6 , pubblicato nel luglio 1950. cesso di diffusione ed infiltrazione si compor-
Il primo seguì di qualche mese la fondamen- ta come gli altri stili storici“8 ”. Presenta quin-
tale conferenza di Alberto Sartoris a di l’architettura organica come un “movimen-
Barcellona, tenuta all’Ateneu Barcelonés nel to di restaurazione” che nasce da diverse
maggio del ‘49 con titolo Le fonti della nuova cause: “dalla necessità di umanizzare l’archi-
architettura. Lo scritto ritrae il funzionalismo tettura, dalla crisi del razionalismo filosofico
come protagonista decisivo per la formazio- (…), da Wright (…), dall’espressione nazio- JMS, schizzo per l’Hotel al
ne dello spirito del ventesimo secolo: “il nale di fronte all’utopia di un’architettura in- Montseny.
ternazionale (…), dal ritorno alla Natura come
reazione alla vita anonima e artificiale delle
grandi città”9 . Una copia dell’articolo giunse
nelle mani di Zevi, che presto scrisse a
Sostres: “Carissimo Sostres Maluquer, ho letto
un eccellente suo articolo sull’architettura
moderna (…) e una risposta di Alberto
Sartoris. Alberto Sartoris è notoriamente un
mediocre collezionista di fotografie (male scel-
te), e un pessimo critico. Non ha la minima
nozione di ciò che significa ragionare storica-
mente. Essere attaccati da lui, come Lei è
stato, è perciò un onore”1 0 .

La ricerca laboriosa di modelli per un nuovo


linguaggio affrontò distanze non solo geogra-
fiche, tentando le vie italiana o scandinava
(nel 1950 fu ospite a Barcellona Alvar Aalto) ,
ma anche, e spesso indifferentemente,
cronologiche. Così Sostres studiò Gaudì con
spirito simile a quello con cui assistette alle
lezioni di Sartoris, Zevi e Aalto, ricavandone
suggerimenti attualizzati, utili per l’attività
progettuale. Ne è un esempio l’articolo
Sentimiento y simbolismo del espacio, pub-
blicato nel numero monografico di “Proyectos
y materiales”, uscito a New York nel 1949:
evidenzia alcuni aspetti dell’opera di Gaudì
“ che poi compariranno nell’arte della prima
metà del XX secolo e che contribuiscono a
legittimare la continuità storica del
Gaudinismo”1 1: si discute soprattutto l’ipotesi
di una percezione dello spazio nella sua
espressione primitiva e di un ritorno al “grado
zero” dell’architettura. i n alto: JMS, schizzo della
casa di Cesare Cattaneo a
Cernobbio.
al centro: JMS (primo a sx),
con Alvar Aalto (al centro) e
altri architetti del Grupo R.
in basso: JMS, schizzi di viag-
gio.
2. Gli appartamenti a Torredembarra
(1955-57).

Quattro blocchi a doppia altezza, collegati da di Sostres, dove appaiono riferimenti incro-
ponti che contengono le camere da letto, si ciati ai vari progetti, dall’hotel, alla casa Cusí,
affacciano sul mare a sud di fino agli appartamenti: si tratta di un docu-
Barcellona.Sostres riprende una tipologia che mento importante per comprendere l’origina-
il GATCPAC1 2 aveva proposto negli anni ‘30. lità di questa veloce transizione, che produs-
Questo riferimento, con altri molto evidenti, se, nel corso del suo passaggio, una forma
dimostra il carattere a-processuale del pro- di “terza modernità” non riferibile
getto, che si compone sinteticamente sulla precisamente a quella razionalista né a quella
fiducia riposta in pochi modelli acquisiti: Ignasi organica.
de Solà-Morales lo chiama razionalismo acri-
tico , dove l’obiettivo principale è la determi- a) Passaggio da un linguaggio “sensibile” e
nazione di un linguaggio architettonico “cor- soggettivo, che lavora su texture, rivestimen-
rente” (“no necesariamente genial”1 3) e facil- ti, superfici sinuosamente scolpite, ad un al-
mente diffondibile. tro astratto, che lo traduce in forma più com-
Tre ipotesi evolutive descrivono, i modi di
individuazione, acquisizione ed elaborazione
degli argomenti dell’architettura internazionale
in grado di condurre verso questo risultato.
Definiscono inoltre un legame tra il progetto
dell’Hotel al Montseny e quello degli apparta-
menti a Torredembarra. Il progetto dell’Hotel,
in elaborazione fino al 1954, fu continuamen-
te presente in questi anni: la ricchezza del
repertorio cui attinse fu un ottimo sostegno in alto: gli appartamenti a
per queste nuove ricerche in direzioni poco Torredembarra.
conosciute. Il legame è evidente in un’agen- a lato: JMS, agenda.
mo linguaggio, individuabile nello scritto
Sentimiento y simbolismo del espacio o nel
paragrafo sull’ “organico regionale” di El
funcionalismo y la nueva plástica , ebbe come
riferimento le idee del new empiricism del
nord Europa: suo manifesto la casa di Elissa
e Alvar Aalto a Muuratsalo, che accosta sulla
stessa facciata laterizi di diversa qualità, va-
riamente lavorati: l’edificio era in fase di pro-
getto quando Aalto visitò Barcellona.
Nella fase di traduzione ad un linguaggio sem-
plificato, si cercò di “valorizzare le linee della
struttura e le ombre come equivalenti della
modanatura”1 4; la forza espressiva che prima
era delegata alla scabrosità dei materiali,
all’accentuazione dei giunti, all’irregolarità de-
gli incastri volumetrici, si cercò in equivalen-
ze astratte: il colore, per esempio, fu simboli-
camente scelto come rappresentante elemen-
tare di texture, la cui realizzazione era troppo costruttivi e funzionali. Si collocano in questo
legata a talento e capacità individuali del processo gli studi in pianta per la Casa
progettista. Agustí: uno schema strutturale e distributivo
Tutto ciò è evidente, per esempio, nell’evolu- razionale accoglie episodi che rivelano
zione tra la Casa Cusí (prima versione 1950, attenzioni “organiche”. La sala da pranzo, per
realizzazione 1952) e la Casa Agustí (1953- esempio, gode di doppio affaccio all’esterno,
55). Nonostante si tratti di due edifici realiz- ponendosi lungo un pronunciato asse visuale
zati in situazioni ambientali diverse, in mon- che attraversa l’edificio e individua relazioni
tagna il primo, sulla costa il secondo, si pos- tra sala e giardino, sui due lati.
sono considerare come un progetto unico Uno studio analitico di questa evoluzione si
che, su una durata di 5 anni, giunse ad una può effettuare sul progetto della hall dell’Ho-
prima sintesi con la costruzione della Casa tel Maria Victoria a Puigcerdá (1952-56), at-
Cusí e proseguì il suo corso fino al secondo traverso le sue diverse versioni.
cantiere.

b) Evoluzione delle possibilità compositive


della pianta: da soluzioni che privilegiavano
l’attenzione ai comportamenti e studiavano
approfonditamente la relazione tra interno ed
esterno, si passò ad altre più rigorose e strut- in alto: casa Agusti’.
turate, che potessero perseguire obiettivi si- a lato: pianta dell’Hotel Maria
mili ma con un’attenzione prevalente a temi Victoria, prima versione.
c) acquisizione, grazie allo studio di progettisti il suo sviluppo: lo rendono il lavoro culmi- sopra: JMS, edifici di Gropius,
come Gropius e Breuer , di una maggior co- nante e più evoluto di questa fase. Parados- Breuer e altri, schizzi in prospetti-
salmente, è anche il meno elaborato, ripo- va.
scienza volumetrica, che permise semplicità
nendo ormai fiducia assoluta nelle soluzioni sotto: scala a Torredembarra.
nella composizione tridimensionale senza il
rischio di perdere incisività e forza espressi- che le sintesi di questi anni avevano maturato.
va. In uno scritto inedito, Diccionario del
cubismo1 5 , Sostres cerca la piena compren-
sione di alcuni principi discussi negli anni ‘20:
la composizione per parti, per cui un unico
contorno si riferisce a elementi diversi poten-
zialmente autonomi; la simultaneità di oggetti
visti di fronte con altri visti di profilo; la preci-
sione geometrica. Un caso che mostra que-
sta presa di coscienza, proprio nel pieno del
suo formarsi, è la proposta per un Casinó
con Teatro, probabilmente del 1952-53: si
basa sull’ accostamento di volumi diversi, che
evidenziano la scomposizione dell’edificio in
zone funzionalmente distinte.
In particolare, le case di Ciutat Diagonal
(1955-57, contemporanee a Torredembarra)
rivelano una volontà precisa verso questi
principi, ma anche la difficoltà effettiva della
loro applicazione, nello scontro con i problemi
di cantiere e le attese dei proprietari.

L’architettura degli ultimi anni ‘40, pur elabo-


rata su fonti limitate, aveva la caratteristica
di ammettere e provocare alcune sensibilità
personali, riguardo all’uso dei materiali, le tec-
niche costruttive, il trattamento “sensuale”
delle superfici. I tre nuovi percorsi individua-
ti, invece, dichiarano la necessità urgente di
schematizzare e formalizzare gli elementi lin-
guistici, funzionali, tecnici del movimento
moderno: questa operazione è considerata
indispensabile, a partire dal 1950, di fronte
alle ampie possibilità di espansione del lin-
guaggio. Gli esiti delle tre evoluzioni sono
compresenti nel progetto degli appartamenti
di Torredembarra e , intrecciandosi, reggono
3. Casa Xampeny a Ventolà (1971-74).

Il terzo caso-studio è la casa Xampeny sui


Pirenei, che propone elementi wrigthtiani quali
il camino come fulcro centrale ed il
camminamento rialzato che gli gira intorno,
cambiando livello per adattarsi alla topografia
del terreno. Nei primi anni ‘60 Sostres si ritirò
dalle attività di gruppo, mentre i suoi colleghi,
conclusa l’esperienza del Grup R, tentarono
un rilancio intorno ad un programma realista Sostres si dedicò all’analisi delle nuove pos-
concretizzato nelle attività della “Scuola di sibilità tecniche e della loro compatibilità con
Barcellona”: le loro intenzioni, di fronte a quel- i processi costruttivi tradizionali. Alcuni schizzi
le idealiste di un razionalismo fino a poco pri- riconducono ad esempi di razionalità struttu-
ma praticato, determinarono una forte e na- rale come la Crown Hall di Mies del 1956 e il
turale implicazione al presente. Sostres Pasadena Art Center di Craig Ellwood del
invece si mantenne fedele alla sua posizione 1970.
di “seguace” del tempo: compresa la crisi del- Sostres sviluppò inoltre un notevole interes-
l’architettura razionalista, cercò le possibilità se per l’architettura urbana, argomento com-
di una sua revisione in situazioni geografica- mentato a fondo nell’articolo Algunas
mente e cronologicamente diverse. In 25 anni premisas ante el futuro1 6 e fino ad allora tema
di lavoro solitario e perplesso, in cui sviluppò marginale nella sua opera. Anzitutto introdus-
anche un’intensa attività di insegnamento, se nella Scuola di Architettura l’interesse per
scaturirono dal suo studio appena una venti-
na di progetti esemplarmente risolti: ognuno
mette in forte discussione le posizioni prece-
denti, fondando un nuovo, colto ed attuale
immaginario critico. Le indagini per l’Esposi-
zione si sono per la prima volta inoltrate in
questa fase professionale di Josep Maria
Sostres, facendo emergere interessi inediti.
Accanto ad una forte ripresa dell’interesse
per temi wrightiani, anche attraverso lo stu- casa Xampeny, vista da valle e
dio dell’opera del suo discepolo Bruce Goff, soggiorno.
il recupero in ambito urbano, invitando nel
1960 Alberto Sartoris a pronunciare una con-
ferenza su Oeuvres d’art, monuments et
édifices collectifs et publics dans le cadre de
la cité nouvelle et de l’urbanisme .
Alcune delle sue ultime opere, poi, sviluppa-
no importanti intuizioni rispetto alla progetta-
zione urbana. Il Mercado de la Salut a Llefiá,
Badalona, si avvale progettualmente degli ele-
menti urbani che lo circondano. Il lotto desti-
nato al mercato, in forte pendenza, è circon-
dato da strade a rapido scorrimento: fu il pre-
testo per proporre un modo di relazionarsi con
la città che, facendo del movimento e della
congestione materiale di progetto, produsse
un’idea innovativa di mercato, opposta a quel-
la tradizionale che lo vuole posizionato in aree
accoglienti e accessibili della città. Ponti in
pendenza raccolgono i fruitori direttamente
ai bordi delle strade, conducendoli all’interno
di un involucro chiuso che riceve la luce esclu-
sivamente dall’alto.

Infine, si segnala un interesse precoce per


temi ambientali e paesaggistici. A tale propo-
Una conclusione
sito, Sostres impartì per la prima volta nel 1963
un corso di “Jardineria y paisaje”, novità as-
soluta nella Scuola: due anni dopo, entrò a
far parte dei piani di studio ufficiali. Sostres Nietzsche, in Sull’utilità e il danno della storia
ne sintetizza il programma e gli obiettivi nel- per la vita , individua tre casi in cui all’uomo è
l’articolo Paisaje y diseño1 7 : lontano dal rife- utile la storia, considerata come processo at-
rirsi ad una concezione “pittorica” e tivo che giunge al presente e crea prospetti-
decorativa del paesaggio, cerca spunti nei ve future: la storia monumentale, la storia
campi dell’ecologia e della progettazione del- antiquaria, la storia critica. Si può proporre
le infrastrutture. una loro lettura parallela ai tre episodi studia-
E’ vicino a questi interessi il progetto per la ti, come traccia per individuare tre
casa Xampeny che si inserisce, a 1300 mt di correspondenti atteggiamenti di Sostres ri-
quota, su un dolce crinale in posizione privi- spetto al tempo. Il caso dell’Hotel al Montseny
legiata, ma anche potenzialmente invadente, è riferibile alla “storia monumentale”: “la sto- il Mercado de La Salut a Llefia’,
nel paesaggio pirenaico. ria occorre soprattutto all’attivo (…), a colui Badalona.
che combatte una grande battaglia, che ha Josep Maria Sostres. biografia.
bisogno di modelli, maestri e consolatori, e
che non può trovarli tra i suoi compagni e nel
presente”.
Al razionalismo acritico, che si stava svilup- Nato nel 1915 a La Seu de Urgell, in età giovanile Sostres si
pando intorno al progetto di Torredembarra, dedica prevalentemente alla pittura. Si avvicina all’architet-
si può riferire il caso niciano della “storia tura da autodidatta, attraverso la “Casabella” di Pagano e
AC, rivista del GATCPAC; dopo aver trascorso sui Pirenei gli
antiquaria”: in maniera acritica e basata sulla anni della guerra civile, si laurea a 31 anni.
salvaguardia della propria identità culturale, Parallelamente al tirocinio nello studio dell’architetto
conferisce all’uomo un senso di stabilità. razionalista Sixte Illescas e alla collaborazione accademica
L’atteggiamento progettuale sperimentato con Ràfols, Sostres inizia a praticare la professione e a col-
tivare percorsi intellettuali autonomi. In questi anni di forma-
nella Casa Xampeny rappresenta infine l’ade-
zione coltiva rapporti internazionali, in particolare con il Bel-
sione all’idea di “storia critica”: “l’uomo deve gio e l’Italia: qui viene a contatto nel 1946 con Ico Parisi e
avere, e di tempo in tempo impiegare, la for- Mario Radice, che lo guidano alla scoperta della “Scuola di
za di infrangere e dissolvere il passato per Como” e delle opere di Giuseppe Terragni in particolare.
poter vivere”, attraverso una “lotta di una nuo- Successivamente, stringe durature amicizie con Alberto
Sartoris e Bruno Zevi, conosciuti in occasione delle loro visi-
va disciplina contro ciò che è acquisito e in- te a Barcellona.
nato da gran tempo”. Nel 1949 Sostres cura il numero monografico su Gaudì della
“Il ne faut pas choisir son epoque, mais se rivista newyorkese “Proyectos y materiales”; nello stesso
choisir en elle”. La frase di Sartre è da leg- anno vince il primo premio nel Concorso di idee per la solu-
zione del problema dell’abitazione a basso costo, promosso
gersi secondo le intenzioni del suo autore, ma
dal Colejo de Arquitectos de Barcelona. Il gruppo che vi par-
lo studio dell’opera di Sostres, specialmente tecipa è l’embrione del Grupo R, fondato nel 1951 da
dei periodi che seguono e precedono il Sostres, Josep Pratmarsó, Oriol Bohigas, Antoni Moragas,
decennio più “riconosciuto” degli anni ‘50, può Antoni Coderch, Manuel Valls e Josep Maria Martorell, con
suggerire un significato inverso: non scegliere l’obiettivo di promuovere in Catalogna l’architettura moder-
na: nel 1957 i suoi membri esporranno le loro opere alla IV
indiscutibilmente di aderire alla propria epo- Biennale di San Paolo. Nel 1952 è tra i fondatori dell’asso-
ca, ma scegliersi in lei selezionandone appe- ciazione Amigos de Gaudí; nel ‘56 sarà curatore della
na gli aspetti significativi, con la probabile ne- Exposición Gaudí, celebrata presso il Saló de Tinell in occa-
cessità di doversi rivolgere ad altri tempi per sione del centenario della nascita e nel ’60 verrà eletto diret-
tore della Catedra Gaudì, presso la Scuola di Architettura di
maturare la propria posizione.
Barcellona.
Nel 1962 vince le cattedre di “Storia dell’Architettura” e “Sto-
ria delle Arti Plastiche”; nel 1963 tiene un corso di “ Progetta-
zione dei giardini e del paesaggio”, novità assoluta nelle
scuole di Architettura spagnole.
Nel 1966 riceve il premio Fad per l’ampliamento della sede
de El Noticiero Universal. Nel 1978 esce il numero
monografico di “2C Construcción de la ciudad”, che traccia
un profilo approfondito della sua opera; nel 1978 alcune sue
opere sono selezionate per la mostra Art i modernitat al
païssos catalans, a Berlino.
Nel 1979 progetta e costruisce il Mercato di Llefiá a Badalona,
sua ultima opera prima della morte che, nel 1984, lo coglie a
69 anni.
note 4
“Se puede ver cómo se manifiesta el conflicto central
de la arquitectura de los cuarenta, entre la inspiración
popular directa y los esquemas abstractos proprios
de la recuperación de un racionalismo que, en aquellos
momentos criticos, solamente podía aceptarse como
1
“el esfuerzo que les ha costado a los actuales selección de determinados elementos”, dattiloscritto
mandarines/mandatarios de la cultura arquitectónica custodito presso l’ETSA di Barcellona e pubblicato in
catalana auparse hasta las más altas posiciones que Sostres arquitecte, 1999.
por cuna y guapeza les corresponden, teniendo primero 5
in “Revista Pyrene”, Olot, giugno 1949.
que desplazar, anular y borrar a José María Sostres 6
in “Boletín de la Dirección general de Arquitectura”,
de su natural posición de guía indiscutible, referencia Madrid, luglio 1950.
segura y sólido maestro” Quetglas cita, a sostegno del 7 “
el funcionalismo, condicionado por el trinómio –
sua accusa, il n.15 di Zodiac del 1967: prima utilitad , belleza, economia- había logrado elevar el
monografia estera sull’architettura spagnola,fu problema utilitario a la categoria de la obra de arte sin
“controlado, en su parte catalana, por los luego recurrir al decorativismo de los estilos”.
inevitables o, quizás mejor, inexcusables Bohigas, 8
“en su proceso de extensión o de infiltración se com-
Correa, Ribas Piera”. In 250 pagine non viene mai ci- porta como los demás estilos históricos”.
tato, neppure in nota, il nome di Sostres, pur recente 9
“ de la necesidad de humanización de la arquitectura.
vincitore del Premio FAD con il Noticiero Universal De la crisis del racionalismo filosófico. (…). De Wright.
(1965). (…)De la expresión nacional frente a la utopía de una
2
Sostres arquitecte, a cura di Antonio Armesto, Mi- Arquitectura internacionalista (…), del retorno de la
chele Bonino, José Manuel Del Llano, Carles Martí, Naturaleza como reacción a la vida anónima y artificial
Xavier Monteys, Josep Quetglas, Simona Pierini. Pro- de las grandes ciudades”.
mossa dal Ministerio de Fomento de España e dal 10
Lettera di Zevi a Sostres datata 24 settembre 1951;
Col.legi d’Arquitectes de Catalunya. Catalogo edito dal dattiloscritto con firma autografa, inedito e non
COAC, maggio 1999, 215 pagine. Il materiale elabo- archiviato; custodito presso ETSAB, D.P.
rato nello studio di JMS fu pressoché inaccessibile a 11
“que luego aparecerán en el arte de la primera mitad
partire dalla fine degli anni ‘60, quando l’architetto ini- del siglo XX y que contribuyen a legitimar la continuidad
ziò a negarlo a chi lo richiedeva per studi o pubblica- histórica y la universalidad del Gaudinismo”
zioni. Si accumulò gradualmente su mobili e pavimen- 12
Il GATCPAC fu l’ala catalana del GATEPAC, il movi-
to dell’ufficio di Plaza Letamendi e, dopo la morte, fu mento razionalista spagnolo: tra 1929 e 1936 sviluppò
sottratto all’eliminazione intrapresa dai proprietari strette relazioni con l’ambiente architettonico interna-
dell’alloggio da Josep Quetglas, collaboratore di zionale e con Le Corbusier in particolare.
Sostres presso la Scuola di Architettura (ETSAB). Buo- 13
JMS, Creacción arquitectónica y manerismo, in
na parte dei disegni furono subito archiviati; i restanti “Cuadernos de arquitectura”, 22, 1955.
elaborati grafici, tutti gli schizzi, le bozze, la corrispon- 14
“valorar las líneas dea estructura y las sombras
denza rimasero inesplorati, nei sotterranei della Scuola, arrojadas como equivalentes a la molduración”, A.
fino al novembre 1998. Armesto, 1999.
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“el unico sentido todavía possible en las condiciones
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custodito presso archivio ETSA, Barcellona.
de la derrota está todo él en los discretos intersticios
16
. in “Cuadernos de arquitectura”, 63, 1963.
de la combinatoria, de la applicación, de la repetición
17
in “Cuadernos de arquitectura”, 64, 1966.
de algo que una vez fue nuevo”; Josep Quetglas, Josep
Maria Sostres: hombre en su siglo, in Sostres
arquitecte, catalogo dell’esposizione, Barcellona, 1999.

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