Sei sulla pagina 1di 16

QUADERNI dellACS

LUIGI MORETTI
LA CASA DELLE ARMI
LE SUE OPERE E
IL SUO ARCHIVIO

ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO

2005

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI


ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO

LUIGI MORETTI

LA CASA DELLE ARMI,


LE SUE OPERE E IL SUO ARCHIVIO
ARCHIVIO CENTRALE DELLO STAT O

esposizione e catalogo a cura di Massimo Domenicucci, Flavia Lorello, Cristina Mosillo, Franco Papale
elaborazioni immagini: Paolo Audino - segreteria: Rita di Genova, Enrico Lipartiti, Marisa Santoni, Orlano Simeone

presentazione

Il 1983 ha rappresentato un anno speciale per l'Archivio Centrale dello Stato.


In quell'anno infatti l'Ente EUR (oggi
EUR Spa), a seguito di una serie di trattative con l'Istituto, deposit l'archivio
storico presso l'Archivio Centrale dello
Stato perch si avviasse il suo ordinamento, presupposto essenziale per la
successiva valorizzazione.
Si trattava di un fondo archivistico di
dimensioni grandiose come il progetto
per la cui realizzazione si era venuto
formando: l'Esposizione universale di
Roma, prevista per il 1942 come
'Olimpiade delle Civilt' e celebrazione
del XX del regime, e mai realizzata per
le vicende belliche. Un progetto urbanistico che coinvolgeva opere architettoniche, decorazioni artistiche (affreschi e
mosaici), arredi interni ed esterni, piani
d'illuminazione e cos via. Impossibile
fare l'elenco degli ingegneri, architetti,
pittori e scultori che misero mano all'impresa: il meglio dell'intellettualit del
tempo, i cui disegni, cartoni, fotografie e
quant'altro (sia di quanto venne realizzato, sia di quanto rimase sulla carta)
conservato appunto nell'archivio ora
depositato presso l'Archivio Centrale
dello Stato.
Da quel deposito trov origine la grande
mostra del 1987, E42.Utopia e scenario
di un regime, che ebbe il grande merito
di riproporre alla pubblica conoscenza
un patrimonio ideale nei cui confronti
era stata esercitata quella damnatio
memoriae che tanto ha pesato nelle

vicende culturali del nostro Paese, contribuendo, almeno in parte, alla sua
rimozione.
Oltre a questa incidenza nella formazione di una visione pi matura ed equilibrata del nostro passato, quella vicenda
ottenne anche un altro importante risultato, quello di dar vita a un movimento
di opinione che favor l'afflusso presso
lo stesso Archivio Centrale, di una serie
di importanti archivi di architettura, in
quanto ormai l'Istituto, a seguito di questa complessa operazione, veniva visto
come una delle sedi presso le quali era
possibile concentrarre e valorizzare
archivi di questa tutta particolare natura.
Basti ricordare, tra gli altri, gli archivi
della Societ Generale Immobiliare (poi
Sogene), cuore dello sviluppo urbanistico romano, di Plinio Marconi, Gaetano
Minnucci, G.B. Milani e, appunto, di
Luigi Moretti, il cui versamento, formalizzato nel 2000, scaturito dalla sensibilit degli eredi dello studio.
Proprio dalla presenza dell'archivio nel
nostro Istituto e dal successivo ordinamento delle migliaia di documenti, disegni, fotografie, provini, diapositive, pellicole ecc. potuto nascere lo studio del
prof. Severati sulla 'Casa delle armi', o
casa della scherma, o accademia della
scherma e cos via, una delle opere pi
affascinanti del nostro Autore, vero
capolavoro nel contesto del Foro
Mussolini, o Foro Italico, che trova tra
l'altro naturali elementi di completamento nei tanti altri fondi che registrano tracce di quell'impresa: dall'archivio
Marconi a quello della Presidenza del
Consiglio, dalla Segreteria del duce ai
fondi fotografici del PNF sulla sua attivit e cos via.
La mostra e il volume sulla Casa delle
Armi costituiscono le prime iniziative
che prendono le mosse dallutilizzazione dellarchivio di Luigi Moretti. Altre ne
seguiranno, nella prospettiva del centenario della sua nascita, nel 2007.
Aldo G. Ricci
Soprintendente dellArchivio Centrale dello Stato

1936 roma
casa delle armi al foro italico
"La Casa delle Armi destinata agli
Accademisti che, in numero di circa 300,
seguono lo speciale Corso biennale di
Scherma: data la sua ubicazione ad un
ingresso del Foro, si presta ad ospitare cerimonie, ricevimenti, riunioni, esposizioni,
manifestazioni varie; il che giustifica le sue
doti di particolare decoro e ricchezza"*. Che
la chiave di interpretazione di questo complesso edificio sia legata alla evoluzione progressiva della ideologia del Foro Mussolini
da luogo deputato della giovent sportiva
fascista al Foro della terza Roma, capitale
dell'impero - come accennato nello scritto
di Plinio Marconi, testimoniato dal procedere delle varie fasi della sua costruzione e
progettazione. Moretti compare sulla scena
del Foro come progettista nel 1933 con alcuni progetti minori: ma assai credibile che
abbia in pectore - come ancora Plinio
Marconi dice - anche questo grande progetto fin da quella data. Lo stesso Enrico Del
Debbio, fino ad allora responsabile dei lavori del Foro, sorpreso: ed costretto a
modificare la sua 'foresteria' dallo stravolgimento imposto alla scena dall'edificio di

Moretti; pi che di un solo edificio, la Casa


delle Armi infatti una sorta di trama costruita, e costituisce un caposaldo strategico. La
grande Sala d'Armi e la pi complessa
costruzione polifunzionale che le si affianca
con la testa ed una sorta di braccio alzato
sospeso, sono edifici totalmente distinti, collegati solo stilisticamente; ma l'eccezionale
enfasi attribuita da Moretti alla rete costruita
di piattaforme e percorsi a pi livelli suggerisce di cogliere le due terrazze di collegamento non nella loro esile fisicit, intenzionalmente accentuata da sagomature aerodinamiche. Le terrazze materializzano le
quote d'uso principali, identiche, delle due
parti funzionali: le alte piattaforme aeree, da
cui si guarda il mondo.
Carlo Severati
*P. Marconi, La Casa delle Armi al Foro Mussolini in
Roma, Arch. Luigi Moretti, in Architettura, A. XVI, agosto 1937, pp. 435-454

la figura di icaro in caduta

La figura di un Icaro dalle "ali meccaniche" in


caduta verticale, un Minotauro in lotta, Orfeo
con la cetra, Perseo con il cavallo alato. Un
mosaico dal fondo d'oro alla maniera degli
antichi, cui demandato il compito di smaterializzare ulteriormente la parete della biblioteca della Casa delle Armi. Un pulviscolo di
luce che si frammenta nei riflessi in uno
specchio d'acqua, si amplifica nella trasparenza delle vetrate e prende pi forza
immergendosi nel paesaggio di Monte Mario
intravisto dal raccordo a ponte tra i due edifici. Sin dalle battute d'esordio di Moretti al
Foro, sin da quello che il primo bozzetto,
poi non eseguito, di Angelo Canevari, si definisce la necessit del rapporto con l'arte nell'architettura classico moderna della Casa
delle Armi. Un' abitudine all'arte, un sodalizio
intenso e ripetuto con i pittori contemporanei
che si ripete lungo tutta l'attivit dell'architetto romano: dai frammenti di capitelli disposti
scenograficamente nella sistemazione
esterna dei Mercati Traianei, alle immagini
della "Casa abitata" nella mostra di Palazzo
Strozzi dei primi anni Sessanta dove Moretti
espone la propria "stanza dell'architetto" con
opere di periodi diversi e di differenti culture
(Bernardo Cavallino e Mathieu, Battistello
Caracciolo e Capogrossi, sculture cinesi,
romane) disposte ovunque, accatastate
contro le pareti, disposte sul pavimento,
posate sulla scrivania, quasi a declinare gli
attributi simbolici di un ideale autoritratto.
Poco importa che il mosaico di Canevari si
trasformi in corso d'opera dal progetto al

mosaico realizzato, perdendo le originali


caratteristiche geometrizzanti e acquisendone altre pi realistiche e legate all'ideologia
fascista, con la Vittoria Littoria, Icaro e i
cavalli del sole, gli atleti e la grande figura
del Genio Italico. Come succeder in seguito nella Palestra del duce, nella quale delimita lo spazio vetrificandolo tra le due statue
dorate di un Arciere e di un Fromboliere,
peraltro preesistenti, o come nel nastro dei
mosaici del Piazzale dell'Impero, per Moretti
l'arte funzionale all'architettura. Poco
importano ancora i soggetti delle statue che
Moretti dispone a significare gli allineamenti
di una virtuale sezione aurea*, che include in
pianta lo spazio esterno dell'Accademia. A
ribadirne la intrinseca necessit basterebbero la foto pubblicata su "Architettura" che ne
riprende l'insieme della casa della Scherma
e del suo spazio di pertinenza dall'angolo
esterno proprio a partire dalla figura di quell'atleta in primo piano. Cos ci sembra che
Moretti enfatizzi la funzione "architettonica"
delle opere esterne (persino il fondo d'oro
del mosaico sar rimosso perch troppo
piatto e sostituito da tessere meno regolari e
pi frammentate), mentre l'affresco di Achille
Capizzano sulla parete della scala interna,
gli stucchi del soffitto e il litostrato dell'ingresso recentemente portato alla luce - di
mano di Capizzano o dello stesso Moretti
questione poco importante, visto che lavoravano insieme in un unicum spesso indivisibile - hanno una funzione decorativa e di
comunicazione dei temi presenti nel foro: la
continuit, anche fisica, della cittadella
dell'ONB con la Roma antica, la celebrazione del duce e del suo tema astrologico natale.
Antonella Greco
*Debbo a Paola Ferri e alle sue ricerche nell'ambito
dell'Osservatorio sul moderno a Roma sia l'intuizione che
la dimostrazione del continuo ricorso di Moretti alla sezione aurea, nella pianta e nei prospetti dell'Accademia e
del suo interno.

l'archivio luigi w. moretti presso l'archivio centrale dello stato

L'archivio dell'architetto Luigi W. Moretti


stato donato all'Archivio Centrale dello Stato
nel 2000.
I primi contatti tra gli eredi dello Studio
Moretti e l'Istituto furono avviati nel 1992,
favoriti dall'intervento del prof. Carlo
Severati. Al momento dell'acquisizione l'archivio, vincolato nel 1990, era conservato
presso lo Studio Moretti, ubicato in via
Boncompagni, dove i suoi collaboratori, gli
architetti Giovanni Quadarella e Lucio
Causa e l'ingegnere Pierluigi Borlenghi, lo
utilizzavano per portare a termine gli incarichi assunti da Moretti prima della morte. Al
momento dell'acquisizione da parte
dell'Istituto si decise di procedere all'inventariazione del fondo, prima di metterlo a disposizione degli utenti. I collaboratori di Moretti,
l'architetto Luciana Mazzoleni, moglie di
Lucio Causa, e l'architetto Giovanni
Quadarella, si resero disponibili ad intervenire personalmente per svolgere le operazioni
di schedatura e riordinamento.
Dal momento del versamento a quello della
donazione trascorsero circa 7 anni. Il lungo
periodo richiesto per l'ordinamento del fondo
motivato dalla consistenza e, soprattutto,
dalla diversit dei materiali che lo compongono. I progetti ordinati cronologicamente
sono stati numerati secondo un ordine
desunto da un elenco di opere, progetti e
concorsi redatto dallo stesso Moretti.
Terminata dell'inventariazione, i fascicoliprogetti consultabili presso l'Archivio
Centrale dello Stato sono 195.
Certamente la parte pi consistente dell'archivio Moretti rappresentata dal materiale
grafico, costituito da circa 8.600 tavole. Di
questi elaborati stato compilato un inventario analitico in cui si d conto di tutti i dati:
titolo, descrizione e caratteristiche tecniche
di ciascun pezzo. Nel totale degli 8.600
pezzi, infatti, sono compresi circa 1.200
disegni o tavole autografe indicati nell'inventario con la dicitura disegni originali. Si tratta
di schizzi, studi, preliminari di progetto ed
anche elaborati esecutivi nonch riproduzioni o copie di tipologia diversa, con successivi interventi e modifiche autografe, firmati o
comunque attribuiti a Moretti. Anche la consistenza del materiale fotografico conservato nell'archivio non un dato trascurabile: il
numero complessivo di circa 3.000 pezzi.
Accanto ad una ricca serie di provini fotografici di grande formato (10x13), che documentano in parte anche le opere degli anni
trenta, si trovano stampe e diapositive relative ad un ampio numero di opere realizzate o
fotografie di modelli; vi sono poi gruppi omogenei di immagini destinate originariamente
ad essere utilizzate nel corso di conferenze

o lezioni e che spesso non hanno per oggetto opere di Moretti.


Insieme a questa documentazione sono
stati acquisiti alcuni modelli: 17 plastici di
opere realizzate o soltanto progettate, tra cui
spiccano quelli realizzati nell'ambito della
ricerca condotta da Moretti sullo studio dei
volumi e dello sviluppo delle teorie dell'architettura parametrica, filone di cui si fece promotore costituendo nel 1957 un
apposito istituto, l'IRMOU. La donazione
Moretti, per, non si esaurisce con queste
tipologie di documentazione, espressione
dell'aspetto pi strettamente professionale
della sua attivit. Attraverso alcune opere
donate dai suoi collaboratori di studio possibile approfondire altri aspetti della sua
complessa e ricca personalit, a cominciare
da alcune pellicole prodotte o collezionate a
partire dagli anni 50 in poi, per arrivare a
comprendere una parte, seppur piccola,
della sua ricchissima biblioteca: un insieme
di 55 titoli diversi, di cui alcuni rappresentano delle rarit assolute. Come per altri archivi di ingegneri ed architetti conservati presso
l'Istituto, anche in questo caso presente
una parte di carteggio, seppure di consistenza esigua, se confrontata con il numero totale dei progetti. Infatti, soltanto per 56 progetti di essi stato possibile ritrovare documentazione. Si tratta in genere di corrispondenza, relazioni tecniche, permessi ed autorizzazioni, copie di bandi di concorso ed anche
testi che accompagnano studi e ricerche
compiute in ambito urbanistico.
Per completare il quadro vanno menzionati
alcuni interessanti fascicoli che trattano di
argomenti che esulano dall'attivit strettamente professionale di Moretti, documentazione riguardante la sua proficua attivit di
editore e gallerista.
Il valore intrinseco dell'archivio nonch la
facile deperibilit dei materiali, ha indotto
l'Istituto ad avviare un progetto per la riproduzione su supporto informatico del materiale grafico, al fine di salvaguardarlo evitando
la continua manipolazione degli elaborati.
Nel 2000, anno della donazione e della effettiva disponibilit del fondo alla consultazione, si dato inizio al progetto, che ha visto,
in una prima fase, l'acquisizione dei disegni
originali e di tutta la documentazione compresa nel nucleo degli "autografi". Nel corso
degli anni successivi il progetto proseguito
con la riproduzione dei disegni "esecutivi" e
terminer nel corso del corrente anno.
La sintesi cronologica delle opere di Luigi
Moretti, di seguito illustrata, si basa sulla selezione operata da lui stesso per la preparazione della mostra tenutasi a Madrid nel 1971.
Flavia Lorello

1933 roma
casa della giovent in via induno
Primo edificio progettato da Luigi Moretti
per l'ONB a Roma. Il tema che si trova ad
affrontare molto complesso richiedendo
un articolato assemblaggio di funzioni ed
attivit. la soluzione compositiva raggiunta
esprime un sapiente quilibrio che continuer a costituire un testo di riferimento fino ai
primi anni Quaranta.

1936 roma
piazzale dellimpero al foro italico
Il tema del piazzale, ovvero la progettazione di uno spazio necessariamente vuoto in
quanto destinato ad accogliere le adunate
previste per celebrare il regime, viene risolto utilizzando le teorie della percezione
visiva. Le preesistenze, l'obelisco e la fontana, che gi sottolineano la direttrice prospettica dello spazio, ed i monoliti inventati da Moretti formano, nel progetto definitivo, un unico sistema visivo e costruttivo.

1936 roma
palestra del duce al foro italico
La palestra riservata a Mussolini rappresenta una delle prime prove di rilettura di
uno spazio gi definito che Moretti si trova
ad affrontare. Il progetto, segnato dalle
preesistenze, impostato soprattutto sulla
differenziazione degli spazi e delle funzioni: la palestra vera e propria, lo spogliatoio,
lo spazio per il riposo. Differenziazione
messa in evidenza anche attraverso laccostamento di materiali tradizionali e
moderni, ricercati e funzionali, quali il
marmo ed il linoleum.

1940 roma
cella commemorativa al foro italico
La necessit di collocare il proprio progetto
in un contesto gia edificato, non impedisce
a Moretti di realizzare una delle sue opere
pi interessanti in cui l'uso dei materiali
sfruttato per esaltare l'accurata composizione geometrica dei volumi e delle superfici. Nella stesura del progetto riemergono
con chiarezza i riferimenti classici che,
rielaborati, gli permettono di costruire una
spazio autenticamente moderno.

1948 milano
casa albergo in via corridoni
Moretti realizza a Milano tre interventi della
stessa tipologia edilizia: le case albergo.
Quello in via Corridoni il primo intervento
e certamente anche il pi noto, forse per il
forte contrasto che suscit al momento
della sua realizzazione: subito dopo la
guerra in un clima di ricostruzione dove il
dato fondamentale era l'economia degli
interventi. Da un punto di vista architettonico l'edificio si presenta come un fabbricato
lamellare la cui altezza viene esaltata dai
profondi e ininterrotti tagli verticali.

1949 roma
casa della cooperativa astrea in via
jenner
Primo intervento di Moretti a Roma dopo la
guerra. I singolari caratteri del fabbricato
sono dovuti all'eccezionale capacit dell'architetto di confrontarsi con dei dati iniziali assolutamente sfavorevoli: un'area
d'intervento irregolare, una cattiva esposizione. Il risultato affatto scontato. La
semplice distribuzione interna d luogo,
all'esterno, ad ampie superfici piegate ed
interrotte con forti contrasti di vuoti e pieni.

1950 roma
casa il girasole in viale bruno buozzi

La palazzina, una delle pi famose realizzazioni di Moretti a Roma, espressione di


un momento di grande maturit e della
padronanza assoluta di un linguaggio
architettonico che pu permettersi continue variazioni tra simmetria e dissimmetria
con soluzioni che rinviano alla classicit ed
alla pi rigorosa modernit. Il progetto definitivo richiese una lunga e articolata elaborazione: Moretti varia il prospetto e l'orientamento degli interni, fino a definire un progetto che mostra un equilibrio quasi assoluto.

Segnata dal vincolante disegno dell'area, ad andamento


triangolare, questo edificio rinvia in modo evidente alla contemporanea Casa del Girasole
di Roma. Anche qui l'esposizione dei blocchi segna in
modo determinate lo studio
delle superfici e l'impostazione
generale. Il risultato di grande
imponenza esteriore si accompagna ad una ricercata innovazione nell'uso di elementi quali i courtain wall, le tramezze mobili interne e strutture tecnologiche all'avanguardia.

1951 milano
complesso per abitazioni e uffici in
corso italia

1954 santa marinella (roma)


villa la saracena

lo stesso Moretti a definire l'abitazione


"gelosa, saracena" esaltandone, attraverso
le parole, i caratteri architettonici. Il gioco
dell'ambiguit, della chiusura-apertura,
della contrapposizione tra l'uso di involucri
massicci e separazioni trasparenti e leggere, caratterizza questa opera sia nella
distribuzione degli spazi interni che nella
incisiva articolazione dei prospetti esterni.

1958
progetto di un complesso residenziale
alberghiero a genova-nervi
"In Genova-Nervi esiste un giardino di
straordinaria bellezza, aperto alla vista del
mare, sul quale era costruito il vecchio e
monumentale albergo Eden ... Le piante
delle case alte sono di un disegno bellissimo - che vorremmo dire vegetale, simile a
quello di una lunga foglia rivolta con la
punta verso il mare - ed i vari prospetti ...
con le lunghe fessure verticali e le curve
superfici - come certi involti di foglie lungo
le canne - variano col variare dei punti di
vista". (Gio Ponti)

1959 roma
villaggio olimpico
Il quartiere, destinato ad ospitare 6.000
abitanti, realizzato su incarico dell'INCIS
che aveva anche il compito di gestirne l'utilizzo dopo le Olimpiadi del 1960. Il taglio
planimetrico del quartiere, dovuto soprattutto a Moretti, rimanda a un sistema composito di segni astratti, consonanti con la
sua passione per le arti pittoriche contemporanee e, soprattutto, per alcune elaborazioni di Giuseppe Capogrossi.
1961 roma
quartiere decima
Il quartiere commissionato dall'INCIS comprendeva alloggi per 8.000 abitanti completati dai servizi collettivi. Si deve a
Moretti l'interessante soluzione del progetto urbanistico complessivo e certamente
l'impostazione del progetto teneva conto
della speranza di vedere realizzata la chiesa "Mater Ecclesiae" situata al margine dal
costruito.

1961 washington
complesso residenziale the watergate
Il quartiere occupa, con i suoi tredici piani
un'area triangolare collocata al margine
del disegno urbano del L'Enfant e definito
per un lato dalla riva del fiume Potomac.
La mancata realizzazione di un grande
centro culturale contiguo ad est, costituisce una grave menomazione dell'insieme.
Inoltre pesanti variazioni del disegno originale richieste dalla committenza in corso
d'opera, non permettono di ritrovare la
sensazione aerea e baroccheggiante che
invece suggeriscono i primi studi elaborati
da Moretti.

1961 montreal
the stock exchange tower in place
victoria
Place Vittoria in realt la seconda riduzione di un progetto pi ampio che vedeva l'ipotesi di un complesso di tre torri collegate
da una piattaforma ai piani bassi. Edificio
di grande qualit tecnologica il cui interesse formale dovuto soprattutto alla soluzione del difficile rapporto tra struttura e
courtain wall.

1962 roma
palazzina san maurizio a monte mario
La palazzina inventata da Moretti nel tentativo di soddisfare le richieste della committenza, della percezione visiva del fabbricato, nonch le imposizioni del regolamento
edilizio, ne fanno un esempio di architettura tra i pi affermati negli anni a seguire nel
settore dell'edilizia residenziale privata
romana. La soluzione formale raggiunta da
Moretti attraverso l'uso di masse dinamiche e superfici sfuggenti, resta certamente
un esempio unico.

1964 roma
sede per gli uffici della esso e della sgi
alleur

Moretti ritorna a progettare per l'area circa


trenta anni dopo la sua prima esperienza
creativa per lE42. Certamente l'dea di realizzare un fabbricato destinato, per la sua
posizione a segnare lingresso al nuovo
quartiere, deve aver inciso sulla stesura di
questo progetto. Moretti progetta due edifici uguali caratterizzati dalla trasparenza
del courtain wall rigato del frangisole su cui
poggia, unico elemento leggibile dalla strada d'accesso al quartiere, la struttura di
chiusura in muratura continua alleggerita
visivamente dall'uso dell'intonaco bianco.

1965 fiuggi (frosinone)


nuova sistemazione del complesso termale delle fonti bonifacio VIII
La richiesta della committenza di una radicale trasformazione del precedente assetto dell'area porta l'architetto a concepire
una complessa e attraente sistemazione
caratterizzata dell'invenzione di superfici
aeree, le vele, che grazie ad una sapiente
soluzione strutturale appaiono come
sospese e confuse con la fitta vegetazione
che caratterizza il paesaggio.

1967
progetto del santuario sul lago di tiberiade
a tabgha (palestina)

"Meta di continui pellegrinaggi, la cappella


attuale, per la sua modestissima superficie
e pi ancora per le aperture minime che
sbarrano al vista dei luoghi intorno non
risponde assolutamente alle necessit
materiali e spirituali dell'ambiente ...
spontaneo onorare e riparare i luoghi sacri
della tradizione sotto grandi, antiche,
liturgiche umbrella sicch l'ombra ed il fresco del lago possano rendere incantante il
sostare e il pregare" (Luigi Moretti)

1968 santa marinella (roma)


villa la califfa
Realizzata, per gli stessi committenti circa
10 anni dopo la Saracena, questa villa
ripropone i temi gi messi a punto nella
precedente esperienza progettuale. Il gusto

1970
progetto per la chiesa del concilio sancta
maria mater ecclesiae a roma

di inventare un nuovo e diverso fabbricato


riesce, comunque, a concretizzarsi in
nuove e particolari soluzioni, come la partitura orizzontale della torre o le superfici
verticali che segnano e proteggono l'affaccio della zona letto.

La luce negli spazi sacri, nella sua qualit,


densit, nelle sue alternanze e sequenze
di modulazione, ha espresso sempre, pi
di ogni altra struttura architettonica, lessenza spirituale, il contenuto di fondo della
religiosit di ogni tempo: la natura e il
modo del rapporto delluomo con Dio.
(Luigi Moretti)

Potrebbero piacerti anche