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Giovanni Sgro’
nuclei tematici ben definiti e strettamente correlati, in quanto
sono tutti e tre il risultato della prassi sociale dell’uomo: natura,
978-88-8292-505-5
€ 12,00
3
In copertina: Quentin Metsys, Il cambiavalute e sua moglie (1514).
Edizioni
«LA CITTÀ DEL SOLE»
redazione@lacittadelsole.net – www.lacittadelsole.net
Gennaio 2019
ISBN 978-88-8292-505-5
4
Indice
Ringraziamenti e dedica p. 9
Presentazione 11
Nota bibliografica 13
Sigle e abbreviazioni 15
5
2.3.1. Le risposte di Marx ai suoi critici (1867-1877) p. 59
2.3.2. Le lettere di Engels sul materialismo storico
(1890-1895) 66
2.4. Conclusione 74
3. Marx e il linguaggio
3.1. Introduzione 79
3.2. L’origine e la funzione sociale del linguaggio 79
3.2.1. Il linguaggio come «coscienza reale»
della vita degli uomini 79
3.2.2. Il linguaggio come «prodotto sociale» dell’uomo 81
3.2.3. La critica del linguaggio ideologico
come astrazione dalla vita reale 83
3.3. L’analogia tra circolazione di valori-merci e circolazione
di segni di valore nella critica dell’economia politica 88
3.3.1. La merce come «geroglifico sociale» 88
3.3.2. Il denaro come «simbolo sociale» del valore 91
3.3.3. Il denaro come «moneta mondiale» 93
3.3.4. Il prezzo come «denominazione in denaro»
del valore 94
3.3.5. Il carattere storicamente determinato
delle categorie 95
3.3.6. L’analogia tra denaro e linguaggio 97
APPENDICI
6
4. La Commedia del (e nel) Capitale p. 106
5. Conclusione 111
7
Ringraziamenti e dedica
9
Presentazione
11
La prima appendice passa in rassegna i non molti “luoghi” in
cui Marx cita la Commedia, al fine di poter fondare e formulare
un giudizio sulla sua lettura dell’opera di Dante e, soprattutto,
sulla funzione esemplare svolta dall’exul immeritus come modello
etico-politico.
A partire dalle recenti acquisizioni filologiche della Marx-For-
schung, la seconda appendice offre una rivalutazione di Stato e
rivoluzione di Lenin alla luce del dibattito italiano degli anni Set-
tanta del Novecento sull’esistenza (o meno) di una concezione
marxista dello Stato e presenta anche alcune ipotesi di lavoro per
una futura ricerca sulla teoria marxiana dello Stato.
La terza appendice offre una sintesi del modo in cui Marx
considerava l’Europa negli anni Cinquanta dell’Ottocento, in
particolare nel periodo che intercorre tra la fine della Rivoluzione
del 1848 e il tramonto delle speranze rivoluzionarie connesse alla
prima crisi mondiale di sovrapproduzione del 1857.
12
Nota bibliografica
13
Rivista di filosofia e letteratura», n. 2 (dicembre 2012), Salerno,
Edizioni Arcoiris, 2012, pp. 159-172 e poi, in versione rielabora-
ta, in «Dante. Rivista internazionale di studi su Dante Alighieri»,
X (2013), Pisa-Roma, Fabrizio Serra Editore, 2014, pp. 107-116.
La seconda appendice è la versione originaria di un artico-
lo pubblicato con il titolo redazionale La «vera dottrina di Marx
sullo Stato»? Lenin lettore e interprete di Marx, in «Politics. Rivista
di studi politici», 7 (1/2017), pp. 59-76. In esso sono confluiti
alcuni materiali già utilizzati:
a) nei §§ 9.3.1 e 10.2-10.4 (pp. 149-151 e 162-166) del mio
volume MEGA-Marx. Studi sulla edizione e sulla recezione di Marx
in Germania e in Italia, Napoli-Salerno, Orthotes Editrice, 2016.
b) nei §§ 5.1.1-5.1.2 (pp. 121-129) del mio già citato volu-
me su Engels.
La terza appendice è inedita. Si tratta della versione rielabora-
ta e ampliata del testo di una relazione presentata il 23 novembre
2017 al Convegno O que será da Europa? Entre niilismo do presente
e invenção do futuro, tenutosi presso l’Universidade de Évora (Por-
togallo). Gli atti del convegno saranno pubblicati a cura di Irene
Viparelli per i tipi della casa editrice Edições Humus di Lisbona.
In vista della nuova pubblicazione nella presente edizione,
tutti gli studi sono stati profondamente rielaborati e in gran par-
te ampliati. L’apparato bibliografico di riferimento alle opere di
Marx, Engels e Weber è stato uniformato e aggiornato, parimenti
si è proceduto a un aggiornamento della letteratura critica.
14
Sigle e abbreviazioni
coll. = colonne.
15
vol. 5, pp. 1-645; ediz. it.: L’ideologia tedesca. Critica
della più recente filosofia tedesca nei suoi rappresen-
tanti Feuerbach, B. Bauer e Stirner, e del socialismo
tedesco nei suoi vari profeti, trad. it. di F. Codino,
MEOC, vol. 5, pp. 7-574. Alla sigla segue nei ri-
mandi bibliografici l’indicazione del solo numero di
pagina dell’edizione tedesca e dell’edizione italiana
(esempio: DI, 26; 27).
16
1857-1858, trad. it. E. Grillo, 2 voll., Scandicci, La
Nuova Italia, 1968 (ristampa “Paperbacks Classici”,
1997). Alla sigla segue nei rimandi bibliografici l’in-
dicazione del solo numero di pagina dell’edizione
tedesca e l’indicazione del volume (in cifra romana)
e della pagina (in cifra araba) dell’edizione italiana
(esempio: Gr., 417; II/150).
17
ne del solo numero di pagina dell’edizione tedesca
e dell’edizione italiana (esempio: KB, 480; 234).
18
Il capitale. Libro terzo. Il processo complessivo della
produzione capitalistica, trad. it. di M.L. Boggieri,
Roma, Editori Riuniti, 1994. Alla sigla segue nei ri-
mandi bibliografici l’indicazione del solo numero di
pagina dell’edizione tedesca e dell’edizione italiana
(esempio: MK3, 838; 933).
19
SR = V.I. Lenin, Stato e rivoluzione. La dottrina marxista
dello Stato e i compiti del proletariato nella rivolu-
zione (1917), trad. it. di F. e R. Platone, LOC, vol.
25, pp. 361-463; edizione a cura di V. Gerratana,
Roma, Editori Riuniti, 1966, pp. 55-203. Alla si-
gla segue nei rimandi bibliografici l’indicazione del
solo numero di pagina delle due edizioni italiane
(esempio: SR, 384; 87).
v. = voce.
20
Giovanni Sgro’
21
1.
Allora ci sarà «una sola scienza».
Sul rapporto tra natura e storia in Karl Marx
1.1. Introduzione
Karl Marx ha offerto in molte sue opere, non solo nei “gio-
vanili” Manoscritti economico-filosofici del 1844 o ne L’ideologia
tedesca, ma anche nei più “maturi” Grundrisse e ne Il capitale, una
profonda riflessione sulla relazione e, in particolare, sulla conver-
genza, compresenza e complementarietà di natura e storia.
Le sfere della natura e della storia non costituiscono infatti
per Marx degli «estremi reali», che «non hanno niente in comune
l’uno con l’altro, non si richiedono l’un l’altro, non si integrano
l’un l’altro»2; esse concorrono a formare piuttosto quello che Marx,
sulla scorta di Hegel, definisce una «unità dialettica», ovvero «dif-
ferenze nell’ambito di una unità», «articolazioni di una totalità» e
tra questi due momenti, come «avviene in ogni insieme organico»,
si esercita «un’azione reciproca [Wechselwirkung]» (Gr., 35; I/26)3.
Per questo motivo Marx parla sempre di una «natura storica»
e di una «storia naturale» dell’uomo (DI, 21; 25, c.m.), a seconda
dell’elemento che nel contesto specifico è necessario mettere in
1
K.M., Die moralisierende Kritik und die kritisierende Moral (1847),
MEW, vol. 4, pp. 331-359 (p. 339); MEOC, vol. 6, pp. 330-359 (p. 338).
2
Id., Zur Kritik der Hegelschen Rechtsphilosophie (1843), MEGA2, sez. I,
vol. 2, pp. 3-137 (p. 97); MEOC, vol. 3, pp. 3-143 (p. 99).
3
Per un confronto con la concezione engelsiana della natura e dell’azione
reciproca, spero che mi sia concesso di rinviare a G. Sgro’, F.E. e il punto d’ap-
prodo della filosofia classica tedesca, Napoli-Salerno, Orthotes Editrice, 2017,
pp. 21-47 e 140-144.
23
2.
Anticritiche conclusive.
Le risposte di Max Weber, Karl Marx
e Friedrich Engels ai loro rispettivi critici
Wer wird nicht einen Klopstock loben?
Doch wird ihn jeder lesen? Nein.
Wir wollen weniger erhoben
Und fleißiger gelesen sein!1.
2.1. Introduzione
Il problema del rapporto tra Marx e Weber, più precisamente
della possibile influenza dell’analisi marxiana del capitalismo oc-
cidentale e della società moderna su quella weberiana e la lettura
e la critica di Marx e del marxismo da parte di Weber, è – come
è noto – un tema molto ampio e molto studiato e non preten-
do quindi assolutamente di poterlo risolvere in poche pagine2. In
1
«Chi non loderà un Klopstock? / Ma forse che ognuno lo leggerà? No.
/ Noi vogliamo essere meno onorati / e letti più attentamente!». G.E. Lessing,
Sinngedichte. 1: Die Sinngedichte an den Leser (1771), in Id., Werke, hrsg. von
H.G. Göpfert, München, Carl Hanser Verlag, 1974, vol. I, p. 9.
2
Nella ormai sconfinata letteratura critica sul rapporto tra Weber e Marx
e sulla lettura e interpretazione weberiana del marxismo, ritengo che i migliori
contribuiti restino i seguenti: K. Löwith, M.W. und K.M., in «Archiv für Sozial-
wissenschaft und Sozialpolitik», 67 (1932), pp. 53-99 e pp. 175-214 (ediz. it. in
Id., Marx, Weber, Schmitt, trad. it. di A. Künkler Giavotto, Roma-Bari, Laterza,
1994, pp. 1-90); J. Kocka, K.M. und M.W. Ein methodologischer Vergleich, in
«Zeitschrift für die gesamte Staatswissenschaft», 122 (1966), n. 2, pp. 328-357;
G. Roth, Das historische Verhältnis der weberschen Soziologie zum Marxismus,
in «Kölner Zeitschrift für Soziologie und Sozialpsychologie», 20 (1968), pp.
429-447; W.J. Mommsen, M.W. als Kritiker des Marxismus, in «Zeitschrift für
Soziologie», 3 (1974), n. 3, pp. 256-278; G.A. Di Marco, Marx Nietzsche We-
ber. Gli ideali ascetici tra critica, genealogia, comprensione, Napoli, Guida, 1984;
R.J. Antonio – R.M. Glassman (Eds.), A Weber-Marx Dialogue, Lawrence
(Kansas), University Press of Kansas, 1985; S. Böckler – J. Weiss (Hrsg.),
Marx oder Weber? Zur Aktualisierung einer Kontroverse, Opladen, Westdeutscher
Verlag, 1987; D. Sayer, Capitalism and Modernity. An Excursus on Marx and
43
3.
Marx e il linguaggio
3.1. Introduzione
Nella prima parte del presente studio (§ 3.2) mi propongo
di offrire una ricostruzione delle riflessioni di Marx sull’origine e
sulla funzione sociale del linguaggio. Dopo aver delineato i pre-
supposti materiali della nascita del linguaggio (§ 3.2.1), proce-
derò alla definizione del linguaggio come prodotto tipicamente
sociale (§ 3.2.2) e alla ricostruzione delle critiche che Marx ri-
volge al carattere astratto e ideologico della terminologia e delle
categorie della filosofia e dell’economia borghese (§ 3.2.3). Nella
seconda parte (§ 3.3) offrirò un’analisi dei molteplici aspetti della
analogia instaurata da Marx tra circolazione di valori-merci e cir-
colazione di segni di valore (§ 3.3.6), soffermandomi sulla conce-
zione marxiana della merce come «geroglifico sociale» (§ 3.3.1),
del denaro come «simbolo sociale» del valore (§ 3.3.2) e come
«moneta mondiale» (§ 3.3.3), del prezzo come «denominazione
in denaro» del valore (§ 3.3.4), nonché sul carattere storicamente
determinato delle categorie (§ 3.3.5).
79
Appendici
99
I.
«Segui il tuo corso, e lascia dir le genti!».
Karl Marx lettore della Commedia
1. Introduzione
La passione di Karl Marx per i classici della letteratura mon-
diale, soprattutto per Shakespeare, è nota ed è documentata in
ottimi studi1 e in ampie antologie2. Meno noto è, forse, che nel
selezionato ventaglio di autori, che Marx aveva «eletto a suoi
sommi maestri» per quanto riguarda la «purezza» e la «correttezza
dell’espressione» e che «leggeva quasi ogni giorno»3, rientrasse, al
fianco di Heine, Goethe, Lessing, Shakespeare e Cervantes4, an-
1
Si veda soprattutto lo studio, a mio avviso ancora insuperato, di S.S.
Prawer, K.M. and World Literature, Oxford, Clarendon Press, 1976; ediz. it.:
La biblioteca di Marx, trad. it. di M. Papi, Milano, Garzanti, 1978.
2
Cfr., ad esempio, K.M. – F.E., Über Kunst und Literatur, Auswahl und
Redaktion von M. Kliem, Frankfurt a.M., Europäische Verlagsanstalt, 1968,
2 voll.; K.M. – F.E. – V.I. Lenin, Über Kultur, Ästhetik, Literatur. Ausgewählte
Texte, hrsg. von H. Koch, Leipzig, Reclam, 1973.
3
W. Liebknecht, K.M. zum Gedächtnis (1896), trad. it. di A. Casalegno
in Colloqui con Marx e Engels, testimonianze sulla vita di Marx e Engels
raccolte da H.M. Enzensberger, Torino, Einaudi, 1977, p. 175. Liebknecht
(1826-1900) frequentò Marx quasi quotidianamente tra l’estate del 1850 e
l’inizio del 1862.
4
Secondo quanto ricorda Lafargue, Marx «sapeva a memoria Heine e
Goethe che citava spesso discorrendo; leggeva sempre le opere di poeti che
sceglieva da tutte le letterature d’Europa; ogni anno rileggeva Eschilo nel
testo originale greco; venerava lui e Shakespeare come i due massimi geni
drammatici che l’umanità avesse prodotto. Aveva fatto di Shakespeare, per
cui aveva una illimitata venerazione, l’oggetto del più intenso studio; ne
conosceva anche i personaggi più insignificanti». L’«illimitata venerazione» di
Marx per Shakespeare era dovuta anche alla sua profonda convinzione che la
grande letteratura costituisse il mezzo più sicuro per arrivare alla conoscenza
di una lingua straniera. Continua, infatti, Lafargue: «Quando dopo il 1848
volle perfezionarsi nella lingua inglese, che già prima sapeva leggere, cercò e
101
II.
La «vera dottrina di Marx sullo Stato»?
Appunti e ipotesi di lavoro per una ricerca
sulla concezione marxiana dello Stato
1. Introduzione
A partire dalle recenti acquisizioni filologiche della Marx-For-
schung, il presente studio si propone di offrire una rivalutazione
di Stato e rivoluzione di Lenin alla luce del dibattito italiano de-
gli anni Settanta del Novecento sull’esistenza (o meno) di una
concezione marxista dello Stato. Dopo aver ricostruito le finalità
teorico-politiche e la genesi di Stato e rivoluzione (§ 2) e dopo aver
delineato brevemente gli inizi del dibattito italiano sulla conce-
zione dello Stato di Marx e nel marxismo (§ 3), si metteranno in
evidenza alcuni limiti di ordine filologico e metodologico dell’a-
nalisi di Lenin (§ 4) e si presenteranno alcune ipotesi di lavoro per
una futura ricerca sulla teoria marxiana dello Stato (§ 5).
1
Su Kautsky resta fondamentale M.L. Salvadori, Kautsky e la rivoluzio-
ne socialista. 1880-1938, Milano, Feltrinelli, 1976. Per un’ampia ricostruzio-
113
III.
Un «piccolo angolo di mondo».
L’Europa nell’analisi di Karl Marx
(1850-1858)
1. Introduzione
Nel presente studio mi propongo di ricostruire sinteticamen-
te il modo in cui Karl Marx considerava l’Europa negli anni Cin-
quanta dell’Ottocento, in particolare nel periodo che intercorre
tra la fine della Rivoluzione del 1848 e il tramonto delle speranze
rivoluzionarie connesse alla crisi mondiale di sovrapproduzione
del 1857. Prima di passare alla collocazione dell’Europa nell’a-
nalisi marxiana del processo di formazione del mercato mondiale
(§§ 3-6), mi sembra opportuno riportare brevemente, quale ter-
mine di confronto, due diverse prospettive coeve sul processo di
costruzione dell’identità unitaria europea (§ 2).
1
Cfr. C. H. Saint-Simon ‒ A. Thierry, De la réorganisation de la société euro-
péenne, ou de la nécessité et des moyens de rassembler les peuples de l’Europe en un seul corps
politique, en conservant à chacun son indépendance nationale, Paris, Adrien Egron,
1814; ediz. it.: La riorganizzazione della società europea, trad. it. e introduzione di A.
Saitta, Roma, Atlantica, 1945 (nuove edizioni: Roma, Istituto storico italiano per
l’età moderna e contemporanea, 1986; a cura di P. Beraldi, Bari, Levante, 1996).
133