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Introduzione

Il presente lavoro si propone di studiare alcuni aspetti della


critica marcusiana alla figura ed al pensiero del sociologo tedesco,
con l'obiettivo primario di capire se Max Weber possa essere
considerato o meno un precursore di quel pensiero "ad una
dimensione", che il Filosofo denuncia nella celeberrima opera del
1964: One-dimensional man.

Nella Parte I, dopo aver fornito alcuni cenni storici, la nostra


analisi partirà da un esame testuale diretto di Industrializzazione e
capitalismo, il saggio, anch'esso del 1964, in cui Marcuse si occupa
della figura di Weber e valuta sia il complesso della sua opera
nell'orizzonte del suo tempo, sia il senso del suo recupero negli
anni sessanta. Esamineremo la prima versione del testo, registrata
quale contributo al XV Congresso di sociologia tedesca, dedicato
all'attualità di Weber in campo sociologico. Il nostro obiettivo sarà
mostrare come l'approccio critico di Marcuse sia basato sul tentativo
di svelare le implicazioni e le valutazioni implicite, nei concetti
weberiani di "ragione" e di "destino".
La nostra fonte, la pubblicazione degli atti del Congresso, ci
permette di offrire un esame delle repliche e delle obiezioni
sollevate all'intervento di Marcuse, nonché delle risposte conclusive
dell'autore. Cercheremo di valutare le ragioni, consapevoli o
contingenti, che animano le reazioni più polemiche, per delineare il
quadro di generale ostilità, o incomprensione, in cui il filosofo
tedesco espone la propria tesi.

Nella Parte II, verranno forniti l'approfondimento e le


riflessioni necessarie a rispondere al seguente interrogativo: in
Weber ragione e destino possono essere definiti concetti uni-
dimensionali? Le argomentazioni del saggio saranno valutate
nell'orizzonte dell'opera di Marcuse nei primi anni sessanta; fase in
cui trovano una nuova formulazione le sue critiche alla tecnica, alla

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società ed alla politica contemporanee. Analizzando le radici ed
alcuni dei momenti principali del pensiero marcusiano, cercheremo di
dare una visione d'insieme del complesso paradigma alternativo di
ragione e prassi, dal quale partono le obiezioni ai concetti
weberiani di "razionalità formale" e "destino". Infine, accennando
alle nuove analisi, formulate da Douglas Kellner ed Andrew Feenberg,
autori che si pongono come continuatori o riformatori della "teoria
critica", valuteremo le prospettive attuali del saggio marcusiano su
Weber.
Nel capitolo I, sulla base della periodizzazione storica della
critica weberiana, formulata da Antonio de Simone, sottolineeremo il
divario di posizioni ed interessi che vedevano contrapposti, durante
il Congresso di Heidelberg, i relatori "americani" e la Scuola di
Francoforte. Marcuse si presenta, così, come il più coerente
continuatore di una lettura filosofico-critica della modernità,
risalente alle origini stesse del "marxismo occidentale".
Risaliremo alle radici del pensiero marcusiano, nel capitolo II,
mostrando i rapporti tra Weber e la filosofia del suo tempo, il
progetto della Scuola di Francoforte e l'importanza della mediazione
di Storia e coscienza di classe, l'opera più conosciuta del giovane
Lukács. Il "dibattito sul metodo" delle scienze storico-sociali e la
critica romantica alla tecnologia sono gli argomenti che presentano
più diretta connessione con l'analisi di Marcuse. Li analizzeremo
tenendo in particolare considerazione le letture di De Feo, Colletti
e Bedeschi; tre autori che assumono anche un atteggiamento critico,
nei confronti del pensiero marcusiano, molto diverso, ma non meno
duro, da quello dei relatori americani al Congresso.
Nel capitolo III affronteremo un tema chiave di
Industrializzazione e capitalismo: il binomio forma-materia. La
distinzione "formale"-"materiale" viene contestata da Marcuse in
quanto ideologica e legata, in modo implicito, al pensiero borghese
ed al capitalismo; inoltre, è l'elemento neo-kantiano che più
determina, seppur in modo tutt'altro che univoco, alcune formulazioni
weberiane. Tenteremo di affrontare alcune antinomie del pensiero di
Weber, che sembrano derivare, da quest'opposizione originaria, la

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loro struttura rigidamente bipolare. Riproponendo le analisi critiche
di Lukács e di Marcuse, faremo luce su alcune conseguenze teoriche e
pratiche della base epistemologica del cosiddetto "pensiero
borghese".
Nel capitolo IV, intitolato Tecnica e utopia, affronteremo gli
elementi politici e sociologici della critica alla tecnica, al
pensiero scientifico ed alla contrapposizione soggetto-oggetto,
offerta prima da Lukács e poi da Marcuse. Seguendo l'opinione di
Marramao, sulla perdurante valenza ontologica della riflessione
marcusiana, cercheremo di mostrare il lato più realistico e concreto
della posizione del filosofo francofortese. Considereremo, inoltre,
la "perdita del Logos"(la Ragione totale) e la "riduzione
dell'ontologia alla tecnologia" come l'orizzonte storico e teorico
della società e dell'uomo "ad una dimensione".
Nel capitolo V verranno delineate alcune delle complesse
relazioni che legano la riflessione di Marcuse su Hegel e sulla
Ragione, alla sua critica della scienza e della tecnica e ai suoi
concetti di soggettività, di negatività e di pensiero critico. L'uni-
dimensionalità sarà considerata il risultato dello sviluppo del tema
lukacsiano e francofortese della reificazione, ed intesa come "lato
soggettivo", o esperienza individuale, della perdita del Logos.
Mostreremo, nel capitolo VI, le complesse valenze del concetto
di "destino" negli scritti politici di Weber, dalla Prolusione del
1895 ai testi degli anni di guerra. Il tema verrà valutato
nell'ambito del linguaggio e della sensibilità del suo tempo, ma
distinguendo bene le formulazioni weberiane dagli elementi deteriori
dell'ideologia etno-nazionalista. Razionalizzazione ed interesse
nazionale saranno intesi da Marcuse nella loro valenza di concetti
reificati, estraniati dalla prassi e dalla consapevolezza umana, e
vissuti come un destino inevitabile, dalla prospettiva rigorosamente
individualistica della sociologia e del pensiero politico weberiani.

In sede conclusiva, valuteremo -all'interno di quella che


Douglas Kellner ha chiamato una "rinascita" di Marcuse- in quale modo
ed in quale senso possa essere inteso, oggi, un recupero della sua

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critica di quella "ragione" e a quel "destino" che Weber legava,
senza riserve, al futuro dell'Occidente e di tutta l'umanità.

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Cenni storici

NB: Per maggiori dettagli sulla produzione e sulle opere degli autori, e per le eventuali
traduzioni italiane, rimandiamo alla bibliografia.

Weber (Erfurt 1864-Monaco 1920)

Max Weber nasce ad Erfurt, in Turingia, il 21 aprile del 1864,


da Max Weber senior ed Helene Fallenstein. Il padre, giurista, è
deputato nazional-liberale; la madre è una donna di grande cultura,
interessata a problemi religiosi e sociali. Il giovane Max entra in
contatto con grandi esponenti del mondo filosofico e culturale che
frequentano il salotto della sua casa: Dilthey, Mommsen, Treitschke,
tra i più importanti. Grazie a questi stimoli culturali, già a
tredici anni compone alcuni saggi di storia politica e sociale.

Nel 1882 si iscrive all'università di Heidelberg, studiando


diritto, economia, filosofia e teologia; entra nella squadra di
scherma dell'università, partecipando ai duelli ed alle cerimonie
della propria corporazione, ricevendo una formazione psico-fisica e
comportamentale che lo influenzerà per tutta la vita. L'anno
successivo presta servizio militare, ottenendo la qualifica di
ufficiale; nel 1884 riprende gli studi, a Berlino ed a Gottinga. Nel
1887 e nel 1888 partecipa a diverse operazioni militari in Prussia
orientale ed in Alsazia: due territori ai quali riserverà particolare
attenzione sociologica e politica. Nello stesso periodo partecipa al
"Verein für Sozialpolitik", fondato da G. Schmoller nel 1872, gruppo
di discussione e di ricerca su tematiche e problemi sociali, dominato
dai cosiddetti "socialisti della cattedra".

Nel 1889 consegue il dottorato in diritto all'università di


Berlino, con la dissertazione Per la storia delle società commerciali
nel Medioevo; entra nell'ordine degli avvocati, impara l'italiano e
lo spagnolo. Nel 1899 inizia un'indagine sulla situazione dei
contadini ostelbici per conto del "Verein", che verrà completata e
consegnata tre anni dopo. Nel 1891 scrive anche La storia agraria

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romana in rapporto al diritto pubblico e privato, ottenendo un
impiego accademico alla facoltà di diritto di Berlino.
Nel 1893 sposa Marianne Schnitger; l'anno successivo diventa
docente di economia politica a Friburgo e pubblica la ricerca
condotta per il "Verein" con il titolo Le tendenze nell'evoluzione
della situazione dei lavoratori rurali della Germania orientale. Nel
1895 comincerà il suo corso pronunciando la nota prolusione
accademica Lo Stato nazionale e la politica economica; si trasferirà
ad Heidelberg l'anno successivo, subentrando a Knies. Dal 1897 al
1902 subisce una grave crisi nervosa, forse causata dalla morte del
padre in un periodo di tensioni familiari; in questi anni viaggia in
Europa e si dissocia dalla Lega pangermanica.

Nel 1903 fonda con l'amico W.Sombart la rivista "Archiv für


Sozialwissenschaft un Sozialpolitik", sul quale, l'anno successivo,
apparirà il saggio L'"oggettività" conoscitiva della scienza sociale
e della politica sociale. Sempre nel 1904, viaggia in America e
pubblica la prima parte de L'etica protestante e lo spirito del
capitalismo, che verrà completata nel 1905, anno in cui si dedica ai
moti rivoluzionari russi. Lo studio della situazione e della lingua
russe si concretizza in alcuni studi pubblicati nel 1906, insieme ai
saggi Le sette protestanti e lo spirito del capitalismo e Studi
critici attorno alla logica delle scienze della cultura.
Nel 1907, riceve una cospicua eredità che gli consente di
occuparsi a tempo pieno dei suoi studi: si dedica alla psicologia
industriale, riunisce nella sua casa un circolo culturale frequentato
da autori affermati, come Windelband, Simmel e Troeltsch e da giovani
promettenti come Michels e Lukács; organizza anche l'Associazione
tedesca di sociologia, dalla quale uscirà due anni dopo per
divergenze sul tema della avalutatività.
Prima dello scoppio della guerra, Weber inizia la stesura di
Economia e società (1909) e pubblica il saggio Alcune categorie della
sociologia comprendente (1913). Durante il conflitto, Weber, come
ufficiale della riserva, dirige l'attività ospedaliera nella zona di
Heidelberg fino alla fine del 1915. Dal 1915 al 1917 lavora alla sua

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Sociologia della religione e si impegna per la fine delle ostilità,
prendendo posizione contro la "guerra sottomarina illimitata" e
contro i progetti di annessione dell'Alsazia e del Belgio.
Nell'estate 1918 Weber ricopre la cattedra di economia politica
all'Università di Vienna; ha così occasione di tenere la conferenza
Il socialismo per conto dell'"Ufficio contro la propaganda nemica"
dell'esercito imperialregio. Nel 1917 e nel 1919 tiene le due
conferenze sulla scienza e la politica "come professione"; sempre nel
1919, dopo essere uscito dal comitato fondatore del nuovo "Partito
democratico tedesco", succede a Brentano, ottenendo una cattedra a
Monaco, e tiene un corso di storia economica generale, che verrà
pubblicato nel 1924 con il titolo di Wirtschaftsgeschichte. In questo
periodo fa parte della commissione incaricata di redigere la
costituzione della futura repubblica di Weimar.
In autunno dà alle stampe una prima parte di Economia e società,
opera che rimarrà incompiuta: Weber, infatti, sarà stroncato da una
grave polmonite, diagnosticata in ritardo, il 14 giugno del 1920.
Economia e società verrà pubblicata postuma, a cura della moglie
Marianne, nel 1922.

Marcuse (Berlino 1898-Starnberg 1979) e la Scuola di Francoforte

Herbert Marcuse nasce a Berlino il 19 luglio 1898, da una ricca


famiglia di commercianti ebrei. Nel 1917 si iscrive alla SPD, partito
operaio guardato con disprezzo dai genitori; nel 1918 viene arruolato
in un reparto di appoggio ai dirigibili a Berlino e comincia gli
studi universitari. In novembre viene eletto nel Consiglio dei
soldati di Berlino-Reinickendorf: in questo periodo prova crescente
ammirazione per gli spartachisti, tanto da abbandonare la SPD nel
1919, dopo l'assassinio di Karl Liebknecht e di Rosa Luxemburg da
parte dei Freikorps ("reparti sciolti", molti dei quali confluiranno
nelle SA di Hitler). A Berlino ed a Friburgo, prosegue gli studi in
storia della letteratura, filosofia ed economia politica. Si laurea a
Friburgo nel 1922 con la tesi Der deutsche Künstlerroman (Il "romanzo

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dell'artista" nella letteratura tedesca), nella quale si riconoscono
le influenze di Hegel e di Lukács.
Nel 1924 si sposa e torna a Berlino, dove, anche grazie al
sostegno economico della famiglia, organizza un circolo culturale e
letterario. Legge Essere e tempo di Heidegger e, nel 1928, si
trasferisce con la moglie ed il figlio a Friburgo; dove diventa
assistente di Heidegger, appena subentrato ad Husserl. Qui Marcuse
scrive la sua prima opera organica: Hegels Ontologie und die
Grundlegung einer Theorie der Geschichtlichkeit (L'ontologia di Hegel
e la fondazione di una teoria della storicità), con cui intende
ottenere la libera docenza. L'opera verrà pubblicata a titolo
personale, sia per il mutamento di interessi seguito alla lettura dei
Manoscritti economico-filosofici del 1844 di Marx (pubblicati per la
prima volta nel 1932), sia per la svolta reazionaria della politica
tedesca. Marcuse scrive alcuni saggi, in cui unisce una sensibilità
ed un linguaggio heideggeriano ad una lettura marxista della società.
Esempi di questo "Heidegger-marxismus" sono Beiträge zur
Phänomenologie des Historischen Materialismus (Contributi alla
fenomenologia del materialismo storico) del 1928 e Über konkrete
Philosophie (Sulla filosofia concreta) del 1929.
A causa del progressivo allontanamento da Heidegger, Husserl
raccomanda Marcuse ad Horkheimer, attraverso un amico comune; ma solo
nel 1933 il giovane filosofo comincia la sua collaborazione attiva
con l'"Institut für Sozialforschung" di Francoforte.

L' Istituto per la ricerca sociale era nato dall'iniziativa del


mecenate Felix Weil, figlio di un ricco commerciante ebreo di
granaglie, interessato e preoccupato in prima persona per la
difficile situazione economica e politica della Germania, e dei suoi
imprenditori, nel dopoguerra. Felix, simpatizzante socialista, decide
di dare il suo contributo alla teoria marxista, per offrire una
soluzione al disorientamento teorico e politico del suo Paese;
riesce, nel 1922, a convincere il padre ad aiutarlo a finanziare un
convegno settimanale di studi marxisti, chiamato "Erste marxistische
Arbeitswoche", a cui parteciperanno pensatori come Lukács e Korsch e

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futuri esponenti della Scuola di Francoforte: Neumann, Pollock e
Wittfogel. Il successo dell'iniziativa, spinge Weil a cercare altri
finanziatori per costituire un centro di studi stabile, che viene
appunto chiamato, anche per ragioni di opportunità politica, Istituto
per la ricerca sociale, inaugurato il 3 febbraio del 1923. Il centro
viene associato all'università di Francoforte e riconosciuto dal
ministero dell'Istruzione, ricevendo, nel 1924, una sede nel
quartiere accademico, con una biblioteca indipendente. Il primo
direttore è Kurt Albert Gerlach, che muore di diabete pochi mesi dopo
la nomina; gli succede Karl Grünberg, con il quale l'Istituto
raggiunge una buona fama, arrivando a collaborare con l'Istituto
Marx-Engels di Mosca, all'edizione integrale delle opere dei due
fondatori del marxismo.
Nel 1929 anche Grünberg deve dimettersi per motivi di salute;
gli subentra prima Pollock e poi, dal gennaio del 1931, un giovane
professore di filosofia sociale: Max Horkheimer. Sotto la sua guida
viene avviato quel progetto teorico complesso, multi-disciplinare,
anti-dogmatico che contraddistinguerà la cosiddetta Scuola di
Francoforte. Nel 1932, Horkheimer fonda l'organo dell'Istituto: la
"Zeitschrift für Sozialforschung", che presenta i contributi dei
membri della Scuola sotto forma di articoli e brevi saggi. Membri e
collaboratori sono, tra i più noti, K. A. Wittfogel, TH. W. Adorno,
F. Neumann, F. Pollock, H. Grossmann, E. Fromm. W. Benjamin, L.
Löwenthal e, dal 1933, H. Marcuse.
Nel 1933, dopo la presa del potere da parte del nazismo,
l'Istituto e la redazione della "Zeitschrift" si trasferiscono a
Ginevra e poi, dopo l'occupazione della Francia, a New York, dove
l'Istituto viene associato alla Columbia University. Il gruppo
principale dell'Istituto si ricostituisce solo nel settembre del
1934, con l'arrivo di Wittfogel, catturato e poi liberato dai
nazisti.

I contributi più rilevanti di Marcuse in questo periodo sono


pubblicati sulla rivista della Scuola, che in America assume il
titolo di "Studies in philosophy and social science"; citiamo tra i

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principali: Über die philosophischen Grundlagen des wirtschafts-
wissenschaftlichen Arbeitsbegriffs (Sui fondamenti filosofici del
concetto di lavoro nella scienza economica) del 1933, Der Kampf gegen
den Liberalismus in der totalitaren Staatsauffassung (La lotta contro
il liberalismo nella concezione totalitaria dello Stato) del 1934,
Philosophische und kritische Theorie (Filosofia e teoria critica) del
1937, An introduction to Hegel's philosophy (non tradotto in
italiano) del 1939 e Some implications of modern technology (Alcune
implicazioni sociali della moderna tecnologia) del 1941. Marcuse
collabora, inoltre, al progetto più importante della Scuola: uno
studio sulla famiglia condotto in vari Paesi europei, intitolato
Studien über Autorität und Familie (Studi sull'autorità e la
famiglia); la versione definitiva del lavoro, che univa saggi teorici
e dati raccolti con ricerche empiriche, supera le mille pagine e
viene pubblicato nel 1936.

Marcuse, cittadino americano dal 1940, collabora con l'OSS


(Office of Secret Services) insieme a Neumann, fornendo analisi e
consulenze sulla cultura tedesca e sulla manipolazione psicologica
operata dalla propaganda nazista. Nel 1941 escono Reason and
Revolution.Hegel and the raise of social theory (Ragione e
Rivoluzione.Hegel e il sorgere della teoria sociale) di Marcuse e
Dialectik der Aufklarung (Dialettica dell'Illuminismo) di Horkheimer
e Adorno. Entrambe le opere partono dalla comune critica alla
modernità ed alla tecnologia, ed imputano al concetto di ragione
occidentale, più che all'irrazionalismo, la colpa degli esiti
totalitari ed illiberali della società industriale. Tuttavia si può
già avvertire una differenza di posizioni tra l'esigenza
rivoluzionaria di Marcuse e la sua convinzione che sia possibile e
necessaria una rifondazione della Ragione, ed il pessimismo tragico
degli altri due autori.
Alla fine della guerra, Horkheimer, Adorno e Pollock tornano in
Germania, rifondando l'Istituto; Marcuse, Neumann, Wittfogel ed altri
restano, invece, negli Stati Uniti. Finisce il primo periodo della

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Scuola di Francoforte, mentre le differenze politiche e metodologiche
si faranno sempre più nette.

Marcuse, fino al 1951, dirige lo State Department's Central


European Bureau e, dopo la morte della moglie, dal 1951 al 1954
conduce ricerche sull'Unione Sovietica. Nello stesso anno ottiene una
cattedra alla Brandeis University di Boston. Nel 1955 pubblica Eros
and Civilization.A philosophical inquiry into Freud (Eros e Civiltà),
uno studio sulla psicologia individuale e di massa nella società
moderna, dedicato alla prima moglie Sophie. Nel 1956 sposa Inge
Werner, che gli sarà di aiuto anche nella composizione delle sue
opere; nel 1958 pubblica Soviet Marxism, testo molto duro nei
confronti del comunismo sovietico, in cui confluiscono materiali e
conoscenze raccolti nei primi anni cinquanta.
Nel 1964 Marcuse pubblica il suo libro più famoso e discusso:
One-dimensional man. Studies in the ideology of advanced industrial
society (L'uomo ad una dimensione. L'ideologia della società
industriale avanzata) che gli procura grande celebrità e molte
critiche. Nel 1965 perde la cattedra, a causa delle sue idee
radicali, e ottiene un posto nel piccolo -ma prestigioso- campus di
La Jolla, in California. In questi anni, Marcuse viaggia e tiene
conferenze in Europa ed in America, riscuotendo un grande successo
come oratore ed insegnante, e ricevendo varie critiche, sia da
sinistra -come revisionista- sia da ambienti conservatori e religiosi
e da esponenti di altre correnti intellettuali o metodologiche.
Pubblica molti articoli e conferenze, mentre la sua popolarità
cresce, soprattutto durante le manifestazioni internazionali di
protesta del 1968, che lo accostano -cosa a lui non gradita- a Mao e
a Marx negli slogan. Nei confronti della protesta, Marcuse mantiene
sempre una solidarietà critica ed un senso di simpatia, benché di
distacco, cercando di essere un interprete della realtà, più che un
trascinatore; tuttavia riconosce che le richieste dei "movimenti" si
oppongono alla repressione della sessualità, della libertà e della
capacità critica che aveva indicato e denunciato nelle sue opere.

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Nel 1969 pubblica An Essay on Liberation (Saggio sulla
liberazione) -in cui confluiscono tematiche e riflessioni presenti in
vari saggi e conferenze elaborati tra il 1964 ed il 1967- e, nel
1972, Counterrevolution and Revolt (Controrivoluzione e rivolta)
affrontando i temi della repressione e della delegittimazione della
contestazione, cercando di comprendere e spiegare le ragioni del
fallimento della grande ondata di protesta. Nello stesso anno muore
anche la seconda moglie e Marcuse si risposa, nel 1976, con Erica
Sherover. Negli ultimi anni della sua vita, Marcuse assume posizioni
molto critiche nei confronti del terrorismo e dell'assassinio per
motivi politici. La sua ultima opera, del 1979, Der Permanenz der
Kunst, pubblicata con il titolo inglese The aesthetic dimension (La
dimensione estetica) è incentrata sulla possibilità di una
liberazione estetica dell'individuo, che crei le basi per una
liberazione politica di tutta la società; inoltre, il testo è molto
critico nei riguardi dell'estetica "marxista" dell'Urss,
sottolineando, ancora una volta, il distacco di Marcuse da posizioni
"ortodosse".
Marcuse muore a Starnberg, nel luglio del 1979; le sue ceneri
vengono trasferite dalla famiglia in America. Nel 2003 il figlio
Peter le riporta in Germania; vengono tumulate, il 18 luglio, nel
cimitero Dorotheenstaadt a Berlino, dove riposano Hegel, Fichte e
Bertolt Brecht.

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Parte I

Marcuse interprete di Weber

Analisi e commento di Industrializzazione e capitalismo

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Capitolo I

Analisi del testo

Premessa

Industrializzazione e capitalismo è il contributo di Marcuse al


XV Congresso di sociologia, tenutosi ad Heidelberg nel 1964 ed
intitolato Max Weber e la sociologia oggi.
Noi utilizzeremo l'edizione italiana degli atti del Congresso,
cioè il saggio originale1, rispetto al quale la versione pubblicata
in Kultur und Gesellschaft nel 1965 presenta alcune, non
trascurabili, variazioni. Cercheremo di analizzare il testo
dell'intervento seguendo passo per passo l'argomentazione di Marcuse,
per ritornare ad un'opera complessa, discussa e presto dimenticata,
che forse non ha avuto occasione di sviluppare tutte le sue
potenzialità, critiche ed analitiche. E' nostra intenzione rilevare
sia i nodi teorici principali, sia i termini intermedi che, guidando
il discorso tra le varie formulazioni, garantiscono quell'aspetto di
coerenza e di organicità riconosciuto a più riprese dai commentatori,
nel dibattito successivo all'esposizione.

Proponiamo di suddividere il corpo del testo in quattro sequenze


principali che, a nostro avviso, individuano i grandi punti di svolta
del procedere argomentativo e che sono state così individuate:

-Introduzione (pagg.201-203),

in cui vengono fissati gli assunti di base e viene mostrato come


il tema richieda di includere nel discorso quegli aspetti già
precedentemente affrontati dai contributi di Parsons e di Aron,

1
H. Marcuse, Industrializzazione e capitalismo in O. Stammer (a cura di), Max Weber e la sociologia oggi, Jaka
book, Milano, 1967, pagg. 200-225.

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l'avalutatività e la politica di potenza2. Viene presentato qui il
motivo principale del discorso marcusiano, il ruolo ideologico della
impostazione (ma non dei risultati) della ricerca weberiana.

-L'idea della ragione (pagg.203-208),

in cui il rapporto razionalità-capitalismo-potere viene scelto


come nodo di analisi da svolgere per comprendere i limiti del
concetto di razionalità weberiana.

-La ragione capitalistica (pagg.208-216),

in cui, una volta contestualizzato il punto di vista di Weber,


viene riconosciuta la fallacia della distinzione metodologica tra
ragione formale e materiale; mentre, per quanto riguarda l'oggetto
del discorso, viene denunciato il carattere "materiale" ed
irrazionale dei cosiddetti elementi "formali".

-La ragione irrazionale (pagg.216-223),

in cui la ragione capitalistica viene riportata al suo


fondamento di progetto storico volto al dominio "calcolatorio" che ha
declassato la ratio a mero strumento.

Indichiamo come tesi primaria questa serie di punti, frutto di


una rielaborazione marcusiana della "teoria critica" della Scuola di
Francoforte:

- l'analisi weberiana offre un'immagine corretta della realtà del


capitalismo, specie nel riconoscimento dei suoi aspetti violenti e
coercitivi;

2
T. Parsons, Relazione ai valori e oggettività nelle scienze sociali e R. Aron, Max Weber e la politica di potenza
in O. Stammer, (a cura di), Max Weber…, cit.

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