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società ed alla politica contemporanee. Analizzando le radici ed
alcuni dei momenti principali del pensiero marcusiano, cercheremo di
dare una visione d'insieme del complesso paradigma alternativo di
ragione e prassi, dal quale partono le obiezioni ai concetti
weberiani di "razionalità formale" e "destino". Infine, accennando
alle nuove analisi, formulate da Douglas Kellner ed Andrew Feenberg,
autori che si pongono come continuatori o riformatori della "teoria
critica", valuteremo le prospettive attuali del saggio marcusiano su
Weber.
Nel capitolo I, sulla base della periodizzazione storica della
critica weberiana, formulata da Antonio de Simone, sottolineeremo il
divario di posizioni ed interessi che vedevano contrapposti, durante
il Congresso di Heidelberg, i relatori "americani" e la Scuola di
Francoforte. Marcuse si presenta, così, come il più coerente
continuatore di una lettura filosofico-critica della modernità,
risalente alle origini stesse del "marxismo occidentale".
Risaliremo alle radici del pensiero marcusiano, nel capitolo II,
mostrando i rapporti tra Weber e la filosofia del suo tempo, il
progetto della Scuola di Francoforte e l'importanza della mediazione
di Storia e coscienza di classe, l'opera più conosciuta del giovane
Lukács. Il "dibattito sul metodo" delle scienze storico-sociali e la
critica romantica alla tecnologia sono gli argomenti che presentano
più diretta connessione con l'analisi di Marcuse. Li analizzeremo
tenendo in particolare considerazione le letture di De Feo, Colletti
e Bedeschi; tre autori che assumono anche un atteggiamento critico,
nei confronti del pensiero marcusiano, molto diverso, ma non meno
duro, da quello dei relatori americani al Congresso.
Nel capitolo III affronteremo un tema chiave di
Industrializzazione e capitalismo: il binomio forma-materia. La
distinzione "formale"-"materiale" viene contestata da Marcuse in
quanto ideologica e legata, in modo implicito, al pensiero borghese
ed al capitalismo; inoltre, è l'elemento neo-kantiano che più
determina, seppur in modo tutt'altro che univoco, alcune formulazioni
weberiane. Tenteremo di affrontare alcune antinomie del pensiero di
Weber, che sembrano derivare, da quest'opposizione originaria, la
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loro struttura rigidamente bipolare. Riproponendo le analisi critiche
di Lukács e di Marcuse, faremo luce su alcune conseguenze teoriche e
pratiche della base epistemologica del cosiddetto "pensiero
borghese".
Nel capitolo IV, intitolato Tecnica e utopia, affronteremo gli
elementi politici e sociologici della critica alla tecnica, al
pensiero scientifico ed alla contrapposizione soggetto-oggetto,
offerta prima da Lukács e poi da Marcuse. Seguendo l'opinione di
Marramao, sulla perdurante valenza ontologica della riflessione
marcusiana, cercheremo di mostrare il lato più realistico e concreto
della posizione del filosofo francofortese. Considereremo, inoltre,
la "perdita del Logos"(la Ragione totale) e la "riduzione
dell'ontologia alla tecnologia" come l'orizzonte storico e teorico
della società e dell'uomo "ad una dimensione".
Nel capitolo V verranno delineate alcune delle complesse
relazioni che legano la riflessione di Marcuse su Hegel e sulla
Ragione, alla sua critica della scienza e della tecnica e ai suoi
concetti di soggettività, di negatività e di pensiero critico. L'uni-
dimensionalità sarà considerata il risultato dello sviluppo del tema
lukacsiano e francofortese della reificazione, ed intesa come "lato
soggettivo", o esperienza individuale, della perdita del Logos.
Mostreremo, nel capitolo VI, le complesse valenze del concetto
di "destino" negli scritti politici di Weber, dalla Prolusione del
1895 ai testi degli anni di guerra. Il tema verrà valutato
nell'ambito del linguaggio e della sensibilità del suo tempo, ma
distinguendo bene le formulazioni weberiane dagli elementi deteriori
dell'ideologia etno-nazionalista. Razionalizzazione ed interesse
nazionale saranno intesi da Marcuse nella loro valenza di concetti
reificati, estraniati dalla prassi e dalla consapevolezza umana, e
vissuti come un destino inevitabile, dalla prospettiva rigorosamente
individualistica della sociologia e del pensiero politico weberiani.
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critica di quella "ragione" e a quel "destino" che Weber legava,
senza riserve, al futuro dell'Occidente e di tutta l'umanità.
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Cenni storici
NB: Per maggiori dettagli sulla produzione e sulle opere degli autori, e per le eventuali
traduzioni italiane, rimandiamo alla bibliografia.
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romana in rapporto al diritto pubblico e privato, ottenendo un
impiego accademico alla facoltà di diritto di Berlino.
Nel 1893 sposa Marianne Schnitger; l'anno successivo diventa
docente di economia politica a Friburgo e pubblica la ricerca
condotta per il "Verein" con il titolo Le tendenze nell'evoluzione
della situazione dei lavoratori rurali della Germania orientale. Nel
1895 comincerà il suo corso pronunciando la nota prolusione
accademica Lo Stato nazionale e la politica economica; si trasferirà
ad Heidelberg l'anno successivo, subentrando a Knies. Dal 1897 al
1902 subisce una grave crisi nervosa, forse causata dalla morte del
padre in un periodo di tensioni familiari; in questi anni viaggia in
Europa e si dissocia dalla Lega pangermanica.
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Sociologia della religione e si impegna per la fine delle ostilità,
prendendo posizione contro la "guerra sottomarina illimitata" e
contro i progetti di annessione dell'Alsazia e del Belgio.
Nell'estate 1918 Weber ricopre la cattedra di economia politica
all'Università di Vienna; ha così occasione di tenere la conferenza
Il socialismo per conto dell'"Ufficio contro la propaganda nemica"
dell'esercito imperialregio. Nel 1917 e nel 1919 tiene le due
conferenze sulla scienza e la politica "come professione"; sempre nel
1919, dopo essere uscito dal comitato fondatore del nuovo "Partito
democratico tedesco", succede a Brentano, ottenendo una cattedra a
Monaco, e tiene un corso di storia economica generale, che verrà
pubblicato nel 1924 con il titolo di Wirtschaftsgeschichte. In questo
periodo fa parte della commissione incaricata di redigere la
costituzione della futura repubblica di Weimar.
In autunno dà alle stampe una prima parte di Economia e società,
opera che rimarrà incompiuta: Weber, infatti, sarà stroncato da una
grave polmonite, diagnosticata in ritardo, il 14 giugno del 1920.
Economia e società verrà pubblicata postuma, a cura della moglie
Marianne, nel 1922.
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dell'artista" nella letteratura tedesca), nella quale si riconoscono
le influenze di Hegel e di Lukács.
Nel 1924 si sposa e torna a Berlino, dove, anche grazie al
sostegno economico della famiglia, organizza un circolo culturale e
letterario. Legge Essere e tempo di Heidegger e, nel 1928, si
trasferisce con la moglie ed il figlio a Friburgo; dove diventa
assistente di Heidegger, appena subentrato ad Husserl. Qui Marcuse
scrive la sua prima opera organica: Hegels Ontologie und die
Grundlegung einer Theorie der Geschichtlichkeit (L'ontologia di Hegel
e la fondazione di una teoria della storicità), con cui intende
ottenere la libera docenza. L'opera verrà pubblicata a titolo
personale, sia per il mutamento di interessi seguito alla lettura dei
Manoscritti economico-filosofici del 1844 di Marx (pubblicati per la
prima volta nel 1932), sia per la svolta reazionaria della politica
tedesca. Marcuse scrive alcuni saggi, in cui unisce una sensibilità
ed un linguaggio heideggeriano ad una lettura marxista della società.
Esempi di questo "Heidegger-marxismus" sono Beiträge zur
Phänomenologie des Historischen Materialismus (Contributi alla
fenomenologia del materialismo storico) del 1928 e Über konkrete
Philosophie (Sulla filosofia concreta) del 1929.
A causa del progressivo allontanamento da Heidegger, Husserl
raccomanda Marcuse ad Horkheimer, attraverso un amico comune; ma solo
nel 1933 il giovane filosofo comincia la sua collaborazione attiva
con l'"Institut für Sozialforschung" di Francoforte.
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futuri esponenti della Scuola di Francoforte: Neumann, Pollock e
Wittfogel. Il successo dell'iniziativa, spinge Weil a cercare altri
finanziatori per costituire un centro di studi stabile, che viene
appunto chiamato, anche per ragioni di opportunità politica, Istituto
per la ricerca sociale, inaugurato il 3 febbraio del 1923. Il centro
viene associato all'università di Francoforte e riconosciuto dal
ministero dell'Istruzione, ricevendo, nel 1924, una sede nel
quartiere accademico, con una biblioteca indipendente. Il primo
direttore è Kurt Albert Gerlach, che muore di diabete pochi mesi dopo
la nomina; gli succede Karl Grünberg, con il quale l'Istituto
raggiunge una buona fama, arrivando a collaborare con l'Istituto
Marx-Engels di Mosca, all'edizione integrale delle opere dei due
fondatori del marxismo.
Nel 1929 anche Grünberg deve dimettersi per motivi di salute;
gli subentra prima Pollock e poi, dal gennaio del 1931, un giovane
professore di filosofia sociale: Max Horkheimer. Sotto la sua guida
viene avviato quel progetto teorico complesso, multi-disciplinare,
anti-dogmatico che contraddistinguerà la cosiddetta Scuola di
Francoforte. Nel 1932, Horkheimer fonda l'organo dell'Istituto: la
"Zeitschrift für Sozialforschung", che presenta i contributi dei
membri della Scuola sotto forma di articoli e brevi saggi. Membri e
collaboratori sono, tra i più noti, K. A. Wittfogel, TH. W. Adorno,
F. Neumann, F. Pollock, H. Grossmann, E. Fromm. W. Benjamin, L.
Löwenthal e, dal 1933, H. Marcuse.
Nel 1933, dopo la presa del potere da parte del nazismo,
l'Istituto e la redazione della "Zeitschrift" si trasferiscono a
Ginevra e poi, dopo l'occupazione della Francia, a New York, dove
l'Istituto viene associato alla Columbia University. Il gruppo
principale dell'Istituto si ricostituisce solo nel settembre del
1934, con l'arrivo di Wittfogel, catturato e poi liberato dai
nazisti.
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principali: Über die philosophischen Grundlagen des wirtschafts-
wissenschaftlichen Arbeitsbegriffs (Sui fondamenti filosofici del
concetto di lavoro nella scienza economica) del 1933, Der Kampf gegen
den Liberalismus in der totalitaren Staatsauffassung (La lotta contro
il liberalismo nella concezione totalitaria dello Stato) del 1934,
Philosophische und kritische Theorie (Filosofia e teoria critica) del
1937, An introduction to Hegel's philosophy (non tradotto in
italiano) del 1939 e Some implications of modern technology (Alcune
implicazioni sociali della moderna tecnologia) del 1941. Marcuse
collabora, inoltre, al progetto più importante della Scuola: uno
studio sulla famiglia condotto in vari Paesi europei, intitolato
Studien über Autorität und Familie (Studi sull'autorità e la
famiglia); la versione definitiva del lavoro, che univa saggi teorici
e dati raccolti con ricerche empiriche, supera le mille pagine e
viene pubblicato nel 1936.
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Scuola di Francoforte, mentre le differenze politiche e metodologiche
si faranno sempre più nette.
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Nel 1969 pubblica An Essay on Liberation (Saggio sulla
liberazione) -in cui confluiscono tematiche e riflessioni presenti in
vari saggi e conferenze elaborati tra il 1964 ed il 1967- e, nel
1972, Counterrevolution and Revolt (Controrivoluzione e rivolta)
affrontando i temi della repressione e della delegittimazione della
contestazione, cercando di comprendere e spiegare le ragioni del
fallimento della grande ondata di protesta. Nello stesso anno muore
anche la seconda moglie e Marcuse si risposa, nel 1976, con Erica
Sherover. Negli ultimi anni della sua vita, Marcuse assume posizioni
molto critiche nei confronti del terrorismo e dell'assassinio per
motivi politici. La sua ultima opera, del 1979, Der Permanenz der
Kunst, pubblicata con il titolo inglese The aesthetic dimension (La
dimensione estetica) è incentrata sulla possibilità di una
liberazione estetica dell'individuo, che crei le basi per una
liberazione politica di tutta la società; inoltre, il testo è molto
critico nei riguardi dell'estetica "marxista" dell'Urss,
sottolineando, ancora una volta, il distacco di Marcuse da posizioni
"ortodosse".
Marcuse muore a Starnberg, nel luglio del 1979; le sue ceneri
vengono trasferite dalla famiglia in America. Nel 2003 il figlio
Peter le riporta in Germania; vengono tumulate, il 18 luglio, nel
cimitero Dorotheenstaadt a Berlino, dove riposano Hegel, Fichte e
Bertolt Brecht.
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Parte I
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Capitolo I
Premessa
-Introduzione (pagg.201-203),
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H. Marcuse, Industrializzazione e capitalismo in O. Stammer (a cura di), Max Weber e la sociologia oggi, Jaka
book, Milano, 1967, pagg. 200-225.
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l'avalutatività e la politica di potenza2. Viene presentato qui il
motivo principale del discorso marcusiano, il ruolo ideologico della
impostazione (ma non dei risultati) della ricerca weberiana.
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T. Parsons, Relazione ai valori e oggettività nelle scienze sociali e R. Aron, Max Weber e la politica di potenza
in O. Stammer, (a cura di), Max Weber…, cit.
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