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Note di sala

La Sonata op. 10 n. 3 di Beethoven fu dedicata alla contessa Von Browne. Il primo dei quattro
movimenti è un Presto virtuosistico e brillantissimo, uno studio di colori puri accostati, senza
impasti. Segue il magnifico Largo e mesto, caratterizzato da un profondo senso di malinconia. Il
Minuetto con Trio, di carattere contra- stante, oppone un momento di dolcezza alla drammaticità
precedente. Il finale propone un tema interrotto da silenzi e concluso da una piccola cadenza, a
rappresentare l’intenzione di ricerca dell’autore.

Prima di Fryderyk Chopin la ballata era una composizione – che si trattasse di Lied o di sezioni di
un’opera lirica – che prevedeva sempre almeno una voce. Il pianista e compositore polacco fu
dunque il primo a trasformarla in un genere puramente strumentale, conservandone però
l’impianto metrico ternario – con la fluidità del 6/8 o del 6/4 – e il contrasto fra due principali idee
tematiche. La ballata op. 52 è l’ultima, quarta, delle ballate Chopiniane e rispetta in pieno tali
caratteristiche, pur aprendosi a un tono visionario già indice della maturità del compositore.

La suite “Out of Doors” venne scritta da Bartok nel 1926 ed è probabilmente il capolavoro
pianistico del compositore ungherese. In ognuno dei cinque brani che la compongono l’autore
sperimentò soluzioni timbriche innovative unicamente guidato dall’ispirazione data dai vari
elementi naturali. Il primo movimento “Con pifferi e tamburi”- Pesante contrappone martellanti
percussioni nel registro basso del pianoforte a frasi più calme ispirate al suono dei pifferi.
La Barcarola- Andante seguente porta il discorso musicale verso sensazioni nostalgiche attraverso
un continuo movimento ondeggiante. Dal sapore più popolare risulta il terzo movimento “Musettes”
- Moderato che alterna pedali e ricorrenti figurazioni ritmiche ad episodi più melodici. Nel quarto
movimento “Musica della notte” – lenta ricerca timbrica raggiunge il suo apice con evocative
sonorità che riescono a trasportare l’ascoltatore in un’atmosfera misteriosa, fatta di sospiri e
richiami, al limite tra il ricordo ed il surreale. Con l’ultimo movimento “La caccia” – Presto viene
raggiunto il massimo picco di drammaticità grazie a continue serie di note portate avanti da un
ritmo incalzante ed enfatizzate da numerosi accenti ed incisivi accordi.

Dopo aver tenuto la sua prima esecuzione del suo Concerto per pianoforte a Odessa, Skrjabin e
sua moglie andarono a Parigi, dove iniziò a lavorare sulla nuova sonata no. 3. Si dice che Skrjabin
abbia definito il lavoro finito "gotico", poiché evocava l'impressione di un castello in rovina. Alcuni
anni dopo, tuttavia, ideato una musica a programma diversa per questa sonata intitolata "Stati
dell'anima": “Drammatico”: L'anima, libera e selvaggia, gettata nel mulinello della sofferenza e della
lotta. “Allegretto”: Una tregua apparente e illusoria; stanca della sofferenza, l'anima vuole
dimenticare, vuole cantare e prosperare, nonostante tutto. Ma il ritmo leggero, le armonie fragranti
sono solo una copertura attraverso la quale brilla l'anima irrequieta e languida. “Andante”: Un
mare di sentimenti, teneri e dolorosi: amore, dolore, vaghi desideri, pensieri inspiegabili, illusioni di
un sogno delicato. “Presto con fuoco”: Dalla profondità dell'essere si alza la voce temibile
dell'uomo creativo la cui canzone vittoriosa risuona trionfante. Ma troppo debole ancora per
raggiungere l'apice si tuffa, temporaneamente sconfitto, nell'abisso del non essere.

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