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Fryderyk Chopin – Ballata op. 23 n.

1 in sol minore

Fryderyk Chopin (1810-1849) è stato un pianista e compositore polacco, uno dei più importanti del
romanticismo. Nato in Polonia da madre polacca e padre francese, si trasferisce prima a Vienna
(dove però non si sentiva a suo agio a causa degli austriaci, contro l’indipendenza Polacca), poi a
Parigi dove, a causa della sua salute cagionevole, morirà nel 1849. A Parigi ottiene grande successo
grazie al suo concerto in fa minore per pianoforte e orchestra, questo gli consentirà di insegnare
nelle migliori famiglie di Parigi e di dedicarsi alla composizione.

Bambino prodigio, Chopin tiene il suo primo concerto nel 1818 e nel 1827 comincia i primi studi di
armonia e composizione sotto la guida del maestro Elsner. Fino al 1829 è partecipante attivo della
vita a Varsavia, frequentando concerti di Paganini e assistendo alle opere rappresentate nel Teatro
Nazionale. A vent’anni si trasferisce a Parigi e nel 1835 si fidanza con la contessa Maria Wodziska
ma la famiglia di lei si mostra contraria al matrimonio inoltre, in questo stesso anno, ha l’ultimo
contatto con i suoi genitori. Pochi anni dopo conosce la scrittrice George Sand con cui trascorrerà
sette anni a seguito dei quali la sua salute si aggraverà fino alla morte.

Come abbiamo detto in precedenza, Chopin è uno dei maggiori esponenti del romanticismo. Il
romanticismo è un movimento culturale che nasce in Germania nel 1800, movimento che esalta il
sentimento e mette in primo piano l’uomo e quindi l’unicità di ogni singola opera. In questo periodo
il musicista non è più a servizio di una corte ma diventa libero professionista: questo permetterà ai
musicisti di potresti esprimere in libertà, senza sottostare alle regole formali del Classicismo.
Secondo i musicisti romantici la musica ha il potere di evocare sensazioni e ricordi e credono nella
libera espressione della creatività, infatti nascono due tendenze opposte: l’intimismo e il
virtuosismo. Chopin fa parte del primo gruppo, preferisce infatti esibirsi in realtà più appartate e
riesce a fare propria la realtà esterna trasfigurandola in linguaggio personale, mettendo al centro
delle sue opere i sentimenti che la musica evoca. Il rapporto tra la forma e il contenuto è molto
stretto, nelle Ballate ad esempio si può parlare di uno svolgimento narrativo emotivo che
rappresenta la tragedia dell’esilio che visse il compositore. E’ un susseguirsi di stati d’animo in cui
la semplicità delle frasi melodiche e la cantabilità e il senso dell’ornamentazione derivano
rispettivamente dallo stile Biedermeier e dalla tradizione operistica italiana.

La vasta produzione di Chopin è quasi esclusivamente pianistica (tratto tipico del romanticismo) e
comprende valzer, notturni che rispecchiano il suo carattere, introverso e chiuso in se stesso,
preludi, concerti, mazurke e polacche (in cui rievoca i ricordi della patria lontana attraverso ritmi e
incisi melodici) e ballate. Il suo stile è caratterizzato da una malinconia sempre presente,
inframezzata da slanci passionali e drammatici, rispecchia perfettamente l’irrequietezza dell’epoca
romantica. Chopin inoltre provava un notevole interesse verso la storia del suo paese, questo
diventò un elemento caratterizzante e costante nelle sue opere: riusciva infatti ad esprimere il
desiderio di libertà del suo paese attraverso il suono del pianoforte.

Il termine “ballata” nell’800 fa riferimento a una forma letteraria, a quelle poesie strofiche in voga
in Germania, per questo si dovrà specificare che le ballate di Chopin sono “senza parole”. Sarà lui il
primo compositore ad attribuire il nome di “ballata” a un brano esclusivamente musicale, seguito
poi da Liszt e da Brahms. Vengono scritte quattro ballate in tutto utilizzando in tutte un tempo
composto (6/4 nella prima e 6/8 nelle altre).

La Ballata op. 23 n. 1 è stata scritta da Chopin nel 1835, durante i sui primi anni di permanenza a
Parigi ed eseguita per la prima volta a Lipsia nel 1836. Tecnicamente difficile non manca di
elementi più propriamente musicali che creano un suono pianistico nuovo, intimo e romantico.
Presenta complessità strutturale, difficoltà tecniche, momenti drammatici molto intensi e episodi
lirici molto delicati. Questa ballata è definita da Schumann “una delle sue opere più selvagge e
caratteristiche” che “sembra essere il lavoro più vicino al suo genio”. La prima ballata ha una forma
simmetrica, che ha portato gli studiosi a parlare di una “forma ad arco”: introduzione, primo tema,
secondo tema, primo tema e coda. Un componente che dev’essere utilizzato all’interno della ballata
è il rubato per generare inflessioni di tempo necessarie per quest’opera (dev’essere utilizzato con
moderazione però, per non generare esagerazioni che potrebbero offuscare l’essenza dell’opera). Un
altro elemento indispensabile nelle opere di Chopin è il pedale: lui scrive infatti indicazioni ben
precise riguardo l’utilizzo di questo nei suoi manoscritti. Per ultimo è indispensabile un ottimo
bilanciamento delle dinamiche.

Scritta in forma libera, la prima ballata presenta un’introduzione di 7 battute in 4/4, poi, con
l’esposizione del primo tema in sol minore, diventerà in 6/4, tempo ternario che conferisce carattere
danzante. Questo primo tema attraverso un episodio secondario porterà all’esposizione del secondo
tema inizialmente calmo e disteso, poi appassionato e impetuoso, da cui si svilupperà sotto forma di
valzer leggero uno “scherzando” che ci riporterà alla calma e alla malinconia del primo tema. I due
temi si alternano fino ad arrivare alla coda (in 2/2), caratterizzata dall’indicazione “presto con
fuoco”, che terminerà la ballata in modo particolarmente agitato.

Analisi del brano

All’interno della Ballata op. 23 si possono individuare diversi temi:

I temi 1 e 3 sono esposti un maggior numero di volte rispetto ai temi 2 e 4, così verranno chiamati
“temi principali”. I due temi principali presentano caratteristiche opposte (le differenze tra questi
due temi verranno analizzate in seguito).

Come detto in precedenza la ballata inizia con una breve introduzione di 7 battute in 4/4 che utilizza
l’accordo in primo rivolto di la bemolle maggiore, una sesta napoletana che porta l’ascoltatore a
percepire il la bemolle come tonica.

Questo arpeggio che viene a crearsi è raddoppiato all’ottava dalla mano destra, il che rende più
semplice seguire l’indicazione “pesante” scritta a inizio riga.

E’ un’introduzione difficile da suonare perché nelle prime due battute il suono dev’essere forte e
pesante, mentre già dalla terza bisogna ricercare un suono molto morbido, dolce e un po' triste.
A battuta 8 si avrà l’esposizione del primo tema in sol minore. Tema che verrà ripresentato a battuta
94 in la minore e a battuta 194 dove tornerà alla tonalità originale. Il disegno melodico è un
arpeggio con una leggera enfasi in un’appoggiatura che si trova nella parte superiore della melodia.

In questo tema è molto importante la divisione dei piani sonori: le ultime dita della mano destra
eseguono il tema mentre pollice e indice della stessa mano e mano sinistra si occupano
dell’accompagnamento che consiste in accordi semplici.

E’ un motivo relativamente corto, un tema malinconico che utilizza una scrittura semplice ma
ingannevole proprio perché il tema è affidato alle dita più deboli della mano e l’accompagnamento è
costituito da accordi che, presentando più note insieme, presentano anche maggior sonorità. La
difficoltà sta proprio nel riuscire a suonare un accompagnamento pulito e a differenziarlo
completamente dal tema.

Questo primo tema è seguito da un episodio isolato, inizia mantenendo una linea melodica (data alla
voce superiore che verrà raddoppiata all’ottava) e terminerà in una serie di arpeggi in sol minore.
All’inizio sarà ancora tutto molto calmo ma già dopo la prima frase questo episodio diverrà sempre
più agitato.
La parte degli arpeggi in sol minore avrà la finalità di modulare per presentare l’esposizione del
secondo tema, caratterizzandosi per l’indicazione “sempre più mosso”.

Il secondo tema compare solo nella tonalità maggiore: a battuta 68 in mi bemolle maggiore, a
battuta 106 in la maggiore e a battuta 166 torna in mi bemolle maggiore. La caratteristica principale
di questo tema è l’espressività.

A battuta 68 con pochissime note Chopin introduce dolcemente il secondo tema che verrà poi
ripresentato in stile appassionato ed impetuoso, con accordi molto pieni e rappresenterà la centralità
del brano. Tema con un fraseggio lungo in cui l’articolazione delle dita non dev’essere esagerata, in
modo da ottenere la sensazione di un legato più affidabile.
A seguito di questo episodio c’è una sorta di ponte melodico che serve a connettere il finale
dell’esposizione del secondo tema con la riesposizione del primo tema, questa volta in la minore.

A battuta 94 si avrà la riesposizione del primo tema ma in la minore: viene enfatizzata la dominante
(mi) della nuova tonalità grazie all’ostinato della mano sinistra. Questa sezione dev’essere suonata
“pianissimo” e con un tempo relativamente lento per preparare all’arrivo della sezione seguente.

La parte centrale del brano parte da battuta 106 ed equivale alla riesposizione del secondo tema in la
maggiore. E’ esposto in una struttura di ottave con un’ornamentazione maggiore rispetto alla
presentazione precedente.
A termine di questo episodio si trova una sezione instabile a causa del suo carattere modulante,
all’interno di questa si trova uno “scherzando” (batt. 138-165) molto leggero e giocoso.

Porterà attraverso una scala discendente alla riesposizione del secondo tema in mi bemolle
maggiore: la mano destra suonerà degli accordi in cui il tema sarà dato alla voce superiore, mentre
la mano sinistra suonerà degli arpeggi incalzanti per tutta la durata dell’episodio. Ci sarà una
maggiore accelerazione ritmica rispetto alle presentazioni precedenti.

A battuta 194 torna invece il primo tema in sol minore, “meno mosso” e “pianissimo” il cui scopo è
quello di preparare l’arrivo dell’ultima sezione, la coda.

La coda inizia (batt. 208) con l’indicazione “presto con fuoco” e un cambio di metrica (da ternaria
6/4 a binaria 2/2). La dinamica è fortissimo e il materiale è nuovo. E’ caratterizzata dai salti della
sinistra, molto difficili tecnicamente e dall’assenza di un tema vero e proprio. Questa sezione
termina con delle ottave in terzina che portano ad un accordo di tonica.

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