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Anthropoetics 5, no.

2 (Fall 1999 / Winter 2000)

L'estetica sacrificale: rituali di sangue


dall'arte all'assassinio
Dawn Perlmutter
Department of Fine Arts
Cheyney University of Pennsylvania

Versione dall'inglese di Fabio Brotto


www.bibliosofia.net

Il concetto di "estetica sacrificale" introdotto nella Chronicle No. 184 di Eric Gans intitolata
"Sacrificing Culture" descrive una situazione in cui le forme estetiche, pur rimanendo sacrificali, si
sono evolute da caratteristica necessaria dell'organizzazione sociale ad elemento psicologico della
condizione umana. Gans conclude che l'estetico sacrificale dell'arte è sostanzialmente esaurito come
forza creativa e che il futuro appartiene alle simulazioni, alle realtà virtuali in cui lo spettatore
svolge un ruolo parzialmente interattivo. La sua affermazione più significativa è che "Questa fine
della capacità dell'arte di discriminare tra il sacrificale e l'antisacrificale non costituisce la fine
dell'arte. Al contrario, essa libera l'estetico dal fine etico di giustificare il sacrificio". Il presente
saggio si occupa principalmente delle conseguenze della liberazione dalla giustificazione etica del
sacrificio.
Attraverso tutta la storia dell'arte abbiamo incontrato immagini di sangue, dalle rappresentazioni di
animali feriti nelle pitture delle grotte di Lascaux passando per secoli di brutali immagini bibliche,
per dipinti storici raffiguranti scene di guerra, fino agli innumerevoli film di guerra, orrore e
violenza. Ora il sangue è all'esterno della tela, all'esterno dello schermo, e qualche volta
letteralmente ce lo troviamo in faccia. Non è un caso che questa sostanza abbia affascinato gli artisti
nel corso della storia. Perché il sangue esercita fascino; esso rappresenta simultaneamente la purità
e l'impurità, il sacro e il profano, la vita e la morte.
Ci sono molte manifestazioni di quell'estetico che si manifesta nel sangue e nella carne. Gli esempi
più familiari sono sotto gli occhi di tutti nella grande popolarità delle pratiche come tatuaggio,
piercing, branding, modificazioni del corpo. Queste pratiche costituiscono i prerequisiti di base per
entrare nei mondi dei Modern Primitives, della Vampire Culture, e del Feticismo. Queste subculture
altamente ritualizzate si sono sviluppate a partire da generi estetici diversi, quali l'Happening, la
Body Art, la Performance, la Ritual Art, il Gothic Movement, e Hollywood. In origine l'obiettivo
degli artisti che facevano riferimento a questi filoni era la trasformazione personale, ed essi
tentavano di recuperare lo spirituale. Ne risultarono forme non convenzionali del sacro, manifestate
in un'arte che attaccava valori fondamentali della cultura occidentale, provocando la censura a molti
livelli della società. Cominciò la guerra della cultura. Il presente saggio dimostrerà come l'estetica,
ora ideologicamente liberata dalla responsabilità etica nei confronti della, società si sia evoluta in
un'autentica cultura sacrificale comprensiva dell'assassinio rituale.

La carne

Nell'arte contemporanea si è manifestato un fenomeno nel quale il sangue non è più soltanto
rappresentato, ma viene utilizzato effettivamente per varie forme d'arte. Chris Burden, un artista di
performances, non dipinse o scolpì alcuna crocifissione; nel 1974, in un lavoro intitolato "Trans-
fixed", si fece lui stesso crocifiggere ad un'automobile. Negli anni Settanta le performances
artistiche di Burden compresero anche il farsi sparare, pungere, bruciare, e il farsi investire da
un'automobile. Il corpo di Burden divenne il materiale scultoreo supremo, l'oggetto supremo.
[Immagini e intervista "Intervista con Chris Burden": http://www.artnode.se/burden/] L'artista
Gina Pane effettua delle performances artistiche che consistono in tagli che essa stessa infligge al
proprio corpo, inclusa la faccia. Nel 1971 essa realizzò una "Escalade non-anesthésiée" durante la
quale salì una scala che aveva lame attaccate agli scalini. Nel 1972 in una performance intitolata
"The Conditioning (part I of "Auto-Portrait (s)", si distese su di un letto di ferro con poche sbarre
che aveva sotto quindici lunghe candele accese. Nel 1974, in una performance intitolata "Psyche",
si inginocchiò davanti ad uno specchio, si truccò, e procedette a tagliarsi la faccia con la lama di un
rasoio. Nel 1975, in una performance intitolata "Le corps pressenti", si fece dei tagli tra le dita dei
piedi con la lama di un rasoio in modo che il sangue potesse creare delle macchie permanenti su una
gettata di gesso sopra la quale stavano i suoi piedi. [Immagini:
http://www.geocities.com//SoHo/Lofts/8344/gina_pane.html] Nel 1974, l'artista Marina Abramovic
realizzò un lavoro intitolato "Rhythm O", in cui "permise agli spettatori che riempivano una sala in
una galleria di Napoli di abusare di lei a loro piacimento per sei ore, utilizzando strumenti di pena e
di piacere che erano stati collocati all'uopo su di un tavolo. Entro la terza ora, i vestiti le erano stati
tagliati via dal corpo con lame di rasoio, le era stata tagliata in più punti la pelle; infine una pistola
carica puntata alla sua testa provocò una rissa tra i torturatori, facendo terminare la procedura nel
panico".(1) In quello stesso anno l'artista Petr Stembera realizzò una performance intitolata
"Narcissus #1", durante la quale egli si pose in atto di contemplazione davanti ad un autoritratto
collocato su di un altare circondato da candele accese. Del sangue fu prelevato dal suo corpo con un
ago ipodermico; quindi Stembera procedette a mescolare il sangue con la sua orina, con suoi capelli
e ritagli di unghie, per concludere bevendo la mistura davanti al suo altare. Questi sono appena
alcuni esempi dell'uso del sangue nell'arte della performance.
Ci furono molti artisti europei che dagli anni Sessanta ai Settanta ( in cui la pratica raggiunse il
culmine) usarono sangue animale ed umano in azioni violente concentrate sul corpo. I più famosi di
essi furono un circolo di artisti viennesi cui appartenevano Hermann Nitsch, Gunter Brus, Otto
Muehl e Rudolph Schwartzkogler. Questi artisti utilizzavano mezzi artistici diversi che
comprendevano pittura, assemblaggio, disegno, fotografia e collage. Essi crearono anche quelli che
vennero chiamati action-happenings, e parteciparono a quegli eventi. Tuttavia la loro opera
differiva fondamentalmente dagli Happenings e dai Fluxus movements americani nel fatto che essa
era basata sulla tradizione del Surrealismo, il che spiega la schiacciante prevalenza del sangue e
della violenza. La loro opera, che influenzò molti artisti americani negli anni Novanta, divenne nota
come Azionismo viennese, e i loro interessi comprendevano il culto di Dioniso, il rituale della
Chiesa cattolica, e le teorie psicoanalitiche di Sigmund Freud, Karl Jung, e Wilhelm Reich.(2)
Hermann Nitsch fece una serie di performances intitolate "Orge-Misteri-Teatro" che frequentemente
implicavano lo smembramento di animali, larghe quantità di sangue e simbolismo religioso
tradizionale. [vedi "Bloody Man: The Ritual Art of Hermann Nitsch"
http://www.zhurnal.ru:8080/staff/gorny/english/nitsch.htm/] Una performance del 1974 intitolata 48th
Action, attuata al Teatro Moderno di Monaco, comportò lo sbudellamento di un agnello macellato,
le cui interiora e il cui sangue furono versati sopra un uomo nudo, mentre l'animale dissanguato fu
appeso sopra la sua testa. La storica dell'arte Rose Lee Goldberg descrive la performance di Nitsch
in termini di rituale: "Simili attività scaturirono dalla credenza di Nitsch che gli istinti aggressivi del
genere umano fossero stati repressi e soffocati tramite i media. Perfino il rito dell'uccisione di
animali, così naturale per l'uomo primitivo, era stato rimosso dall'esperienza di ogni giorno. Queste
azioni ritualizzate erano un mezzo di liberazione dell'energia repressa e contemporaneamente un
atto di purificazione e di redenzione attraverso la sofferenza. (3) Hermann Nitsch dirige ancora i
suoi Orge-Misteri-Teatro; questi attualmente durano fino a sei giorni e spesso suscitano la protesta
degli animalisti. [immagini/informazione: "The Official Hermann Nitsch O.M. Theater Website"
http://dogbert.inreach.com/vissol/index.html]
Brus e Muehl miravano a creare delle espressioni politiche attraverso l'uso di fotografia e collage;
tuttavia, le loro immagini implicavano anche corpi ricoperti di sangue e mutilazioni violente. Nel
libro Out of Actions, Hubert Klocker, curatore della Collezione Friedrichshof a Vienna, afferma:
"Nitsch e Schwartzkogler adoperano il gesto magico assumendo il ruolo dello sciamano o del
sacerdote. Brus, dal canto suo, usa il corpo come una superficie sulla quale si possa proiettare il
potenziale subconscio collettivo. Esso poi si converte in un'espressione dell'atto sacrificale". (4) Il
più controverso tra questi artisti è Rudolph Schwartzkogler, che partecipò alle azioni di Nitsch e
creò opere, che denominò "nudi artistici – simili a delle carcasse", in cui attuò delle auto-
mutilazioni. Schwartzkogler morì di morte violenta nel 1969, ispirando diversi resoconti
contrastanti intorno alle circostanze della sua fine. Il critico d'arte Robert Hughes in un numero del
1972 della rivista Time scrisse: " Schwartzkogler sembra aver dedotto che ciò che realmente conta
non è l'applicazione della pittura, ma la rimozione della carne in eccesso. Così egli procedette,
centimetro dopo centimetro, all'amputazione del proprio pene, mentre un fotografo registrava l'atto
come un evento d'arte. Le foto che ne risultarono furono rispettosamente esposte in quella sorta di
motor show dell'arte occidentale, Documenta V a Kassel. Successivi atti di auto-amputazione
uccisero infine Schwartzkogler." (5)
La storica dell'arte Kristine Stiles ritiene che questo sia uno dei famigerati miti che circondano gli
artisti di performances, e che la causa reale della morte di Schwartzkogler sia stato il suo tuffo
mortale da una finestra, causato dall'ossessione per il fotomontaggio "Leap into the Void" di Yves
Klein, che rappresentava lo stesso Klein mentre si gettava da una finestra di un secondo piano. La
storica afferma anche che Schwartzkogler proprio quell'anno aveva iniziato a sperimentare regimi
salutisti che sperava lo avrebbero ripulito e purificato nel corpo e nella mente. (6) Secondo
entrambe le versioni, la morte di Schwartzkogler fu un atto violento ispirato dalla sua immersione
nell'estetico e ha la qualità di un rituale di purificazione fallito.
[articolo/immagini: http://www.brainwashed.com/axis/schwarzkogler/rudolf.htm] Questo
incidente senza volerlo creò una mitologia estetica in cui il suicidio è salutato come la suprema
performance art, il sacrificio portato a termine. Esempi simili di modificazioni estreme del corpo
nell'arte della performance si possono trovare in tutto il mondo, e sono incredibilmente simili ai
rituali religiosi che implicano il sangue. . ["Body Modification Ezine"
http://www.bme.freeq.com/index.html]
"L'artista di performances Michael Journiac fece un budino col suo stesso sangue e lo offrì in pasto
al suo pubblico".(7) Ciò assomiglia alla pratica dell'autosacrificio dei sacerdoti Aztechi che
versavano in offerta il loro sangue. (8) L'artista australiano Stelarc usa sospendersi in diversi
ambienti tramite funi attaccate ad uncini fatti passare attraverso le sue carni. Sebbene egli affermi
che "questi lavori mirano soltanto a superare i normali parametri umani, compreso il dolore", (9)
essi ricordano in modo stupefacente i riti di certe tribù di indiani delle Pianure e della costa nord-
occidentale del Nordamerica. [immagini/video: "Suspension"
http://www.stelarc.va.com.au/suspens.html]
L'artista di performances Fakir Musafar ha chiarito bene come le sue intenzioni siano di attuare
delle dimostrazioni dal vivo di rituali e pratiche religiose. Influenzato da National Geographic e
dalla Compton’s Picture Encyclopedia, "da quando aveva dodici anni, Fakir aveva cominciato una
sistematica esplorazione personale di ogni modificazione del corpo e ogni pratica rituale conosciuta
dall'uomo." (10) Un piccolo saggio delle sue performances comprende: lo stare appeso con uncini
nelle carni interpretando una cerimonia degli indiani O-Kee-Pa, il sottoporre il pene ad una tensione
tramite pesi inscenando riti di negazione sessuale dei Sadhu dell'India, l'attaccarsi al petto pesi da
una libbra con ami da pesca mettendo in atto pratiche mistiche dei Sadhu dell'India, e l'indossare un
corsetto stretto alla vita rappresentando un rituale iniziatico degli Ibitoe. Fakir Musafar ha messo in
scena rituali e modificazioni del corpo per oltre quarant'anni. [immagini/magazine: "Fakir
Musafar’s Home Page, Bodyplay Magazine, and Piercing School" http://www.bodyplay.com/]

Il sangue
L'uso del sangue nella performance può essere avvicinato all'uso del sangue nella teoria del
sacrificio di Girard. Questi parla della duplice natura della violenza, che può essere dannosa o
benefica, e ritiene che il rito non sia altro che l'esercizio regolare della violenza benefica che è
ottenuto attraverso i riti sacrificali: "La metamorfosi fisica del sangue versato può significare la
duplice natura della violenza. (…) Il sangue può letteralmente dar a intendere che è una sola e
medesima sostanza a insudiciare e a pulire nello stesso tempo, a rendere impuri e a purificare, a
spingere gli uomini al furore, alla follia e alla morte, come pure a placarli, a farli rivivere" [La
violenza e il sacro, Adelphi, Milano 1980, p.57]. (11) Questo è coerente con la spiegazione da parte
di Barbara Wiesen del suo uso del sangue come mezzo nella sua arte: "perché volevo provocare
reazioni multiple di attrazione e repulsione allo stesso tempo".(12) Per Girard "Il rituale ha per
funzione quella di 'purificare' la violenza, ossia di 'ingannarla' e di dissiparla su vittime che non
rischiano di essere vendicate" [ibidem]. (13) Rituali di sangue sono necessari per ridirigere la
violenza su vittime prive di conseguenze al fine di purificare la comunità dal terrore di un massacro
incontrollato. (14)
Girard scrive: "Quale straordinaria, inaudita sostanza resisterà al contagio del sangue impuro,
arriverà addirittura a purificarlo? E' il sangue stesso, ma stavolta il sangue delle vittime sacrificali, il
sangue che resta puro se versato ritualmente. […] E' chiaro che il sangue illustra in maniera
notevole l'intera operazione della violenza […] ed è il sangue che si asciuga sulla vittima, perde
presto la sua limpidezza, si fa torbido e sporco, forma delle croste e si stacca a placche; il sangue
che invecchia sul posto forma tutt'uno con il sangue impuro della violenza, della malattia e della
morte. A quel cattivo sangue subito guasto, si contrappone il sangue fresco delle vittime appena
immolate, sempre fluido e vermiglio poiché il rito non l'utilizza che nel momento stesso in cui viene
versato e sarà presto ripulito…" [ibidem]. (15)
L'artista diventa o mette in scena il sacrificio, la scena rappresenta lo spazio sacro, la performance si
svolge nel tempo sacro, e significativamente il sangue è fresco, vermiglio, e scorre liberamente. Un
esempio classico di arte della performance come sacrificio di sangue ci è offerto da una
performance intitolata "Bloodbath" dell'artista Billy Cumano, del Minnesota. Un comunicato
stampa annunciò che "L'artista versa il suo stesso sangue in un sacrificio umano che intende
richiamare l'attenzione sulla violenza globale".(16) Nella performance, che simbolicamente si tenne
nel giorno di s.Valentino, Cumano era vestito di bianco e sedeva vicino ad un mappamondo; gli
spettatori furono informati del fatto che il sangue sarebbe stato sparso come sacrificio per diminuire
il bisogno di sofferenza e di morte"(17) Dal momento che Cumano aveva promesso che per il
sacrificio avrebbe utilizzato il proprio sangue e non si sarebbe mutilato sulla scena, un'infermiera si
sedette al suo fianco e con un ago gli estrasse una dozzina di fiale di sangue dalle braccia, mentre un
tamburo batteva in sottofondo. Durante la cerimonia Cumano aprì coi denti ciascuna fiala e versò il
suo sangue sul mappamondo mentre una voce fuoriscena scandiva i nomi delle nazioni in conflitto.
(18) Questa, sebbene abbracci tutti gli aspetti dell'uso del sangue nel sacrificio, è fondamentalmente
una performance non violenta.

Il dolore

L'uso del sangue nella performance art è spesso estremamente violento e simile ad un altro concetto
religioso, quello della mortificazione. In un'ampia varietà di tradizioni religiose la mortificazione
ricorre nel contesto dei rituali iniziatici. "Il termine mortificazione deriva dal latino mortificare
(mettere a morte) … sembra che alcune pratiche di mortificazione intendano assimilare
simbolicamente l'iniziato entro una condizione di morte che deve precedere una rinascita iniziatica".
(19) Le pratiche si riferiscono a diverse forme di disciplina corporale, dalla privazione del sonno a
forme rituali di maltrattamento. Le privazioni sono modi di simboleggiare la morte: i morti non
parlano, non mangiano, non bevono né dormono. I rituali violenti possono essere intesi come prove
di resistenza che servono come riti di passaggio all'età adulta. Il significato non è l'atto violento ma
una morte e una rinascita simboliche. (20) La mortificazione cristiana può essere vista come un
elemento entro il più generale contesto delle pratiche ascetiche. Il concetto è derivato dall'ideale
paolino di partecipazione alla crocifissione di Cristo, che si ottiene mettendo a morte i desideri della
carne. Questa sorta di martirio auto-imposto era un modo perché i cristiani potessero recuperare
qualcosa della forza di auto-sacrificio della Chiesa dei primi tempi. (21) Ciò comprendeva vari
gradi di violenza inflitta su se stessi, quali erano rappresentati dal digiuno, dalla privazione del
sonno, dall'autoflagellazione, dall'indossare il cilicio, "in realtà uno staffile indossato come una
cintura sulla pelle nuda, reso più doloroso da nodi o dall'aggiunta di chiodi di metallo".(22)
L'obiettivo di questa auto-inflizione di dolore era quello di sperimentare l'unione estatica con Dio.
Nel suo libro dal titolo Holy Anorexia, Rudolph Bell descrive la vita di Caterina Benincasa, una tra
le molte donne medievali che torturarono se stesse come forma di mortificazione cristiana: "Dall'età
di sedici anni circa si sostentò con pane, acqua e verdure crude. Indossava solo lana ruvida e cambiò
il suo cilicio, la cui sporcizia la offendeva, con una catena di ferro stretta contro i suoi fianchi al
punto da infiammarle la pelle. Per tre anni osservò un voto, che ella stessa si era imposta, di silenzio
assoluto eccettuata la confessione. (…) tre volte al giorno si flagellava con una catena di ferro (…)
ogni battitura durava per un'ora e mezza e il sangue le scorreva dalle spalle ai piedi. (23)
Nel suo libro Mutilating The Body: Identity in Blood and Ink, Kim Hewitt afferma eloquentemente:
"Le devozioni religiose di Caterina la ricompensarono con visioni che la portarono a credere di aver
sperimentato l'unione mistica con Dio. Fu canonizzata come santa dalla Chiesa cattolica e divenne
un modello di santa anoressia per i due secoli successivi"(24) In un'intervista con Andrea Juno e
V.Vale nel libro Modern Primitives, l'artista di performances Genesis P-Orridge riferisce una di una
serie di art performances intitolate "Coum Transmissions", la quale presenta caratteristiche
sorprendentemente simili alle pratiche di mortificazione: "Istintivamente, senza averlo preordinato,
cominciai a farmi tagli ed escoriazioni con chiodi acuminati (non con lame di rasoio; a me quelle
non sembravano abbastanza ritualistiche; doveva essere una daga o un chiodo o un utensile… Mi
stavo spingendo fino al punto di essere dichiarato prossimo alla morte. Nell'ultima azione Coum
Transmissions ad Antwerp… Cominciai facendomi nel petto un taglio a forma di svastica larga
circa nove pollici con un chiodo ruggine; poi lo modificai nella forma dell'Union Jack (la bandiera
inglese), e poi mi limitai a graffiare e tagliare tutto nell'area segnata. (25)
Dopo quella performance egli fu trasportato in fretta all'ospedale, dove ebbe un'esperienza di quasi-
morte, con tanto di proiezione astrale. [intervista: "Coum Transmissions"
http://www.brainwashed.com/tg/coum.html]
Un altro esempio di performance che ricorda pratiche di mortificazione è quella di Sheree Rose e
Bob Flanagan intitolata "Autopsy". Mentre Flanagan giace nudo sopra un tavolo da autopsia viene
frustato, battuto, strangolato, pizzicato con mollette, subisce l'inserimento di vari oggetti nel retto, e
il suo pene viene affettato con un coltello. Il titolo presenta un ovvio riferimento alla morte, e
sebbene Bob Flanagan in questa performance non parli, in precedenti interviste dice che "frequenti
esperienze di quasi-morte modificarono il suo concetto di gratificazione e di astinenza, ricompensa
e punizione, e intensificarono la sua tendenza masochista".(26) [film review : "EUFS: Sick: The
Life and Death of Bob Flanagan, Supermasochist"
http://www.eusa.ed.ac.uk/societies/filmsoc/films/sick.html ] La logica retrostante le art performances sia di
Genesis P-Orridge che di Bob Flanagan è che esse sono mezzi per ottenere una trasformazione
spirituale attraverso dolore e violenza imposti o auto-imposti, che portano ad una condizione simile
alla morte. Resta il problema: come si può distinguere questa attività come arte della performance
da altri atti di sadomasochismo? In risposta ad una domanda siffatta Genesis dichiarò: "Io ho
incontrato dei veri masochisti, e loro sono in genere piuttosto ottusi, poiché non ti danno affatto una
qualsiasi spiegazione intellettuale, né sono interessati a darne… A me interessa un potenziamento
della coscienza, e mi interessa imparare sempre di più – e non solo circa me stesso, ma ciò che è
possibile attraverso il raggiungimento di – non stati di trance primari, ma stati di alterazione nel
vero senso della parola".(27) Questo presenta una concezione del sadomasochismo come una forma
di arte spirituale che corrisponde al concetto di mortificazione nei rituali di iniziazione e
nell'ascetismo cristiano. [[film review: "Not So Sick"
http://www.pathfinder.com/time/magazine/1997/dom/971103/acine.not_so_sick_.html ]
Vi è anche una corrispondenza con la filosofia del sacrificio di Bataille, che lo equipara all'erotismo.
Bataille afferma: "E compito comune del sacrificio porre in armonia la vita e la morte, dare alla
morte l'impulso della vita, alla vita la gravità e la vertigine della morte, apertura su un mondo
sconosciuto… se ora consideriamo la somiglianza tra l'atto d'amore e il sacrificio. Entrambi
rivelano la carne. Il sacrificio sostituisce alla vita ordinata dell'animale una cieca convulsione dei
suoi organi. Così è anche con la convulsione erotica; essa allenta le briglie ad organi estravaganti, la
cui cieca attività oltrepassa la volontà deliberata degli amanti." (28)
Il concetto di erotismo di Bataille propone un'interpretazione degli atti sadici e masochisti come
forma di sacrificio rituale. Un altro esempio di artista che nelle sue performances impiega il
sadomasochismo ci è offerto da Ron Athey. Athey incorpora nei suoi eventi artistici il piercing, il
versamento di sangue e il tatuaggio, al fine di creare rituali di redenzione. Ron Athey è sieropositivo
ed è stato eroinomane. In una performance del 1993 intitolata "Martyrs and Saints", Athey stava
nudo appeso ad una colonna con lunghi aghi conficcati nella testa in modo tale da rappresentare una
corona di spine. La sua intenzione artistica espressa era quella di raggiungere la redenzione
attraverso l'automutilazione. [intervista: "FAD: Ron Athey’s Saints"
http://www.fadmag.com/items/athey/athey.html]
Un altro esempio di ciò che potrebbe facilmente essere interpretato come masochismo è l'opera
dell'artista francese di performances multimediali Orlan, che si è sottoposta ad una serie di
operazioni cosmetiche come performances artistiche. Ella si occupa di immagini religiose, di cibo, e
di commenti sulla spiritualità e della sua connessione al corpo mentre sangue fresco le scorre sul
viso e sul corpo. Nel corso delle sue performances subisce la liposuzione e la ricostruzione facciale
e intanto legge a voce alta e mangia. Il titolo della sua performance è "Image/New Image(s) or the
Re-incarnation of Saint-Orlan" e l'obiettivo che intende conseguire è quello di trasformarsi in una
santa vivente. Finora Orlan si è sottoposta a nove diverse operazioni miranti alla sua trasformazione
fisica. Ella afferma: "Non è più chirurgia plastica, è rivelazione".(29) [immagini: "Orlan"
http://www.rtbf.be/interieurnuit/metamorphoses/orlan.html]
Le operazioni chirurgiche ritualizzate di Orlan ricordano le pratiche di mortificazione delle molte
donne medievali che si torturavano per ottenere l'estasi spirituale. Questa mortificazione
postmoderna è un ulteriore esempio della filosofia di George Bataille. "Gli impulsi della carne
oltrepassano tutti i limiti in assenza di una volontà che controlli. (…) Se un tabù esiste, è un tabù
che riguarda una qualche violenza elementare. Questa violenza appartiene alla carne".(30) Secondo
il concetto di erotismo di Bataille, gli atti di violento masochismo inscenati da Genesis P-Orridge,
Bob Flanagan, Ron Athey, e Orlan sono mezzi per raggiungere l'estasi spirituale attraverso la
mutilazione della carne precisamente perché queste azioni violente nella dottrina cristiana sono
proibite. I tabù danno forma alle trasgressioni, e la fluttuazione tra i due ambiti dà origine a
fenomeni religiosi. Non c'è alcun motivo di dubitare della pretesa di un artista che atti di auto-
mutilazione e di violenza nella sua opera gli procuri una trasformazione personale. Ciò che diviene
problematico è la decisione di praticare questi rituali violenti nel contesto della performance art, la
qual cosa è ulteriormente complicata dall'intenzione di redimere o trasformare gli spettatori.

La crisi

Sia dal punto di vista storico che da quello religioso, l'uso del sangue nella performance art fallisce
il suo scopo di realizzare rituali religiosi di sacrificio cruento o mortificazione rituale, poiché "i riti
che includono il sangue richiedono sempre la partecipazione del gruppo o della comunità".(31)
Quando santi e monaci attuavano riti individuali privati avevano il pieno sostegno della Chiesa
cattolica, e quando la mortificazione avviene nel contesto di riti di iniziazione, il rituale è parte di
una tradizione culturale consolidata, mentre gli artisti a supportare i loro rituali non hanno una
comune dottrina di fede o una comunità di credenti. Tuttavia, non è questa l'unica ragione per cui
l'uso del sangue nella performance art non può che fallire come rituale religioso.
René Girard propone un concetto che chiama della "crisi sacrificale" che avviene quando l'intera
struttura sacrificale fallisce. Secondo questo concetto i rituali possono fallire nei modi seguenti: 1)
quando la vittima sacrificale perde la sua relazione mimetica con la comunità, creando una
situazione in cui il sostituto sacrificale è differente in modo riconoscibile dagli altri membri del
gruppo; 2) quando vi è un disequilibrio tra violenza pura ed impura; e 3) quando la comunità non ha
più fede nel rito. In aggiunta, il fallimento rituale può causare più danno e scatenare una violenza
ancor più incontrollabile. Secondo Girard, "non si può toccare il sacrificio, insomma, senza
minacciare i princìpi fondamentali da cui dipendono l'equilibrio e l'armonia della comunità". (32)
[73] La performance art violenta fallisce come rituale su tutti e tre i piani, e rappresenta in modo
significativo un collasso della cultura americana se noi la leggiamo attraverso il concetto girardiano.
Quando l'artista di performance Gina Pane si brucia le mani e i piedi, si lacera con un rasoio e si
pratica dei tagli sulle palpebre, (33) gli spettatori non sperimentano un senso di catarsi collettiva;
questi atti servono solo a destare un senso di orrore a questa visione di una violenza apparentemente
inesplicabile. Un esempio di vittime sacrificali che perdono la loro relazione mimetica alla società
ci è dato dagli artisti di performance che sono sieropositivi o usano sangue infetto dal virus HIV.
Questo fallisce come rituale perché il sangue stesso è designato come "inquinato", facendo
dell'artista una vittima sacrificale surrogata inaccettabile per una comunità sana. Girard afferma: "Se
vi è eccessiva rottura tra la vittima e la comunità, la vittima non potrà più attirare su di sé la
violenza; il sacrificio cesserà di essere 'buon conduttore' nel senso in cui un metallo è detto buon
conduttore dell'elettricità".(34)[p.61] Un esempio di fallimento del rituale avvenne in una
performance di Ron Athey. Questi si trafisse con aghi, poi tracciò disegni nelle carni di un
assistente, e successivamente appese sopra il pubblico degli asciugamani di carta macchiati di
sangue impregnato di virus HIV, fatto che causò uno scompiglio durante il quale membri del
pubblico fuggirono dall'auditorium in preda al panico. Questo esemplifica il concetto girardiano di
crisi sacrificale: quando il rito di sangue non riesce, esso serve solo ad innescare una reazione a
catena di violenza incontrollabile. Molte delle opere precedentemente citate si situano al margine
della cultura americana tradizionale ed occasionalmente riescono a scuotere anche i veterani del
mondo dell'avant-garde di New York. Al fine di conseguire una piena comprensione del fenomeno
dell'uso del sangue nell'arte contemporanea è necessario esaminare questi lavori dalla prospettiva
delle proibizioni religiose e sociali. Poniamo mente a come la censura corrente sull'arte si sia
evoluta a partire dalla proibizione biblica delle immagini. Nel suo saggio intitolato Art and
Disturbation, il filosofo Arthur Danto ha rivolto la sua attenzione all'argomento della performance
violenta, per la quale ha coniato la definizione di "arti della disturbazione". "La realtà deve in
qualche modo essere una componente effettiva dell'arte disturbazionale, e di solito si tratta di una
realtà già di per sé disturbante: oscenità, nudità frontale, sangue, escremento, mutilazione, pericolo
reale, dolore effettivo, morte possibile . . . Si dà disturbazione allorquando i confini che separano
l'arte dalla vita sono sfondati".(35) Secondo Danto, l'arte disturbazionale è un movimento
regressivo; invece di procedere verso la propria trasfigurazione nella filosofia, essa retrocede verso
gli inizi dell'arte, e il coinvolgimento in quest'arte pone chi guarda in uno spazio interamente
differente da tutto ciò per cui la filosofia dell'arte ci ha preparato. (36) Danto sostiene che "ciò cui
mira l'artista disturbativo è di sacrificare se stesso così che attraverso di lui un pubblico di spettatori
possa essere trasformato . . . è un impegno a recuperare uno stadio dell'arte in cui l'arte stessa era
quasi come la magia – come la magia seria . . . in breve, si tratta del tentativo di recuperare all'arte
qualcosa di quella magia che fu eliminata quando l'arte divenne arte".(37) Sebbene io sia d'accordo
con questa impostazione, specificherei che l'espressione "quando l'arte divenne arte" dovrebbe
essere assunta a significare quando l'ideologia giudaico-cristiana impose a questa forma dell'estetico
il divieto biblico del culto delle immagini. Nel suo saggio Danto suggerisce che l'arte
disturbazionale è quella che in diversi periodi della storia provocò le controversie iconoclastiche
circa la fabbricazione di idoli: "Infine bisogna chiedersi perché in diversi periodi della storia vi sia
stata una controversia così intensa sulla fabbricazione degli idoli, perché vi siano stati dei
movimenti di iconoclastia. Si tratta di una lotta contro l'uso di poteri oscuri da parte di artisti che,
col fare un'immagine di x effettivamente si impadronivano di x".(38)
Quello che Danto descrive è il concetto religioso di idolatria. L'uso del sangue nell'arte,
specialmente quando l'intento dell'artista è la redenzione spirituale, costituirebbe un atto idolatrico
in quanto gli artisti sostituiscono se stessi all'idolo o al capro espiatorio. L'artista diventa un altro
dio, violando la proibizione biblica così come è espressa nel secondo e nel terzo comandamento "Tu
non avrai altri dèi al di fuori di me" e "Tu non ti farai alcuna immagine di Dio"(39) L'uso del sangue
nella performance art presenta anche delle stupefacenti somiglianze ai rituali di sacrificio cruento
nella forma, nel contenuto e nell'ideologia, la qual cosa è esattamente ciò che i comandamenti
biblici vietano. Nella società americana l'uso violento del sangue nell'arte sarà sempre visto come
deviante, perché l'auto-mutilazione non può essere culturalmente approvata in una società fondata
su valori giudeo-cristiani. Bataille offre una spiegazione per questo: "La trasgressione nelle religioni
precristiane era relativamente legittima; la pietà la richiedeva. Contro la trasgressione stava il tabù,
ma esso poteva sempre essere sospeso fin tanto che fossero osservati dei limiti. Nel mondo cristiano
il tabù era assoluto. La trasgressione avrebbe reso trasparente ciò che il cristianesimo nascondeva,
cioè che il sacro e il proibito sono una sola cosa, che il sacro può essere attinto tramite la violenza di
un tabù spezzato".(40)
L'idea che il sacro possa essere conseguito trasgredendo i comandamenti religiosi è un concetto
estremamente terrorizzante, che minerebbe la cultura americana sia dal punto di vista politico che
da quello religioso. Questo spiega perché le opere degli artisti siano prese così sul serio da
provocare la decisione della Corte Suprema di regolare la decenza nell'arte. Da una prospettiva
cristiana, il concetto, incarnato in queste opere d'arte, che la violenza, il sesso e il rituale sono mezzi
per conseguire il sacro costituisce blasfemia. Dal momento che il sistema legale americano è
fondamentalmente basato su princìpi patriarcali cristiani, non è sorprendente che opere d'arte
implicanti sangue, orina, escrementi, sperma e violenza, in quanto accusate di oscenità, non
potranno ricevere alcun finanziamento pubblico. Questo sarebbe equivalso a finanziare lo
smantellamento della struttura politica e religiosa attuale dell'America.
Sebbene le opinioni religiose e governative sull'argomento siano ovvie, è necessario occuparsi delle
reazioni del pubblico degli spettatori. Considerando che gli artisti tramite il loro lavoro possono
realizzare una trasformazione spirituale individuale, scegliere di esibire la procedura pubblicamente
implica una risposta e una partecipazione di chi guarda. Quando un artista propone se stesso come
capro espiatorio sacrificale durante una performance artistica, l'esperienza degli spettatori gioca un
ruolo significativo nell'interpretazione dell'evento. E' piuttosto interessante il fatto che la visione di
Danto circa l'arte disturbativa in campo estetico e la teoria del sacrificio di Girard in quello religioso
presentino la stessa posizione riguardo al significato della partecipazione degli spettatori. Secondo
Danto, è la scelta dello spettatore se partecipare o meno ad un'azione violenta che distingue la
performance art da tutto ciò che la filosofia dell'arte ci ha insegnato ad identificare come arte. (41)
Secondo Girard, la scelta dello spettatore se partecipare o no ad un'azione violenta è ciò che
distingue la performance art dal rituale accettabile. Così non è affatto una coincidenza che l'arte
della performance violenta non rientri nella costruzione hegeliana della storia dell'arte operata da
Danto e che senza partecipazione del pubblico rappresenti quel che Girard definisce "crisi
sacrificale", perché in ciascun caso l'arte violenta nell'arte e nella religione non è né culturalmente
approvata né portatrice di beneficio. Questo fornisce una spiegazione non-biblica del perché l'uso
del sangue sia una forma secolare di idolatria. Essa rappresenta una lotta tra coloro che vorrebbero
mantenere l'etica e la moralità di una società patriarcale monoteistica e coloro che credono in altre
ideologie. Il punto fondamentale è che l'arte, la religione e la cultura americane non possono
consentire l'uso del sangue nell'arte contemporanea per le stesse ragioni per cui il sangue è proibito
nella Bibbia: è una minaccia ai principi fondamentali della visione del mondo giudeo-cristiana.
Tuttavia, rimane il fatto che gli artisti stanno incrementando l'uso del sangue e della violenza
nell'arte, e che trovano un pubblico che li segue. Quest'arte può essere definita "mortificazione
postmoderna" poiché rappresenta un tentativo spirituale da parte di artisti che mirano a destrutturare
i confini personali e societari tramite il sacrificio fisico come forma rituale di purificazione. Per
quanto si sia dimostrato che ciò fallisce come rituale religioso, nondimeno è pur sempre un processo
rituale. Ciò che determinerà lo sviluppo di questo filone non sono tanto gli artisti quanto il pubblico.
Se inizierà a consolidarsi la partecipazione del pubblico, essendo la partecipazione definita come
interazione religiosa e trasformazione collettiva, la performance art non sarà più collocata nella
categoria dell'estetico, ma sarà catalogata dalla società come un nuovo movimento religioso.

Gli scenari

La partecipazione rituale è stata realizzata e la si può incontrare in quegli ambienti che si chiamano
rispettivamente scenario Vampire, scenario Goth, scenario Fetish, e scenario della Body Art,
ciascuno dei quali è fondamentalmente basato sull'estetica. E' stata l'accettazione dell'uso estetico
del sangue nell'arte contemporanea che ha popolarizzato questi movimenti col sancire il rituale di
sangue. La differenza significativa sta nel fatto che la partecipazione rituale dei membri del
pubblico è richiesta nell'ambiente Vampire, in quello Fetish, e in quello della Body Art, producendo
una forma autentica di estetica sacrificale. La cultura Vampire, come altre religioni, è formata da
gente che si è affidata ad un'ideologia, mantiene principi etici entro un sistema gerarchico, partecipa
a riti che sono specifici del proprio clan e nei quali l'estetica tiene una posizione di grande e spesso
magica significatività entro il gruppo – definendo l'estetico in senso ampio come simbolismo, stile,
linguaggio, religione, arte, esibizione di sé, modo di apparire, e altre espressioni culturali.
L'ambiente Vampire si è sviluppato da una combinazione di miti culturali, leggende e immaginario
hollywoodiano romanticizzato. I Modern Vampyres si qualificano sillabando vampire con una "y",
che li distingue dai riferimenti narrativi, mitologici e hollywoodiani. La denominazione "scenario
Vampyre" si riferisce a individui, gruppi, organizzazioni, eventi, imprese, e così via, che
condividono tutti un interesse per lo stile di vita Vampyre. Un gruppo particolare ha una intricata
rete di membri, e si chiama "Il Sanguinarium". Questo termine deriva dalla parola latina che
significa sangue, sanguis, e significa che i Vampyres si vedono reciprocamente, come "del sangue".
Il Sanguinarium promuove un comune stile di vita Vampyre, con tanto di etichetta, estetica ed altri
princìpi. [immagini/informazioni: "The International Vampyre Connection"
http://www.sanguinarium.net/] Il manifesto che si trova alla loro pagina web recita: "Il
Sanguinarium è una rete di individui, organizzazioni sociali e imprese per cui il vampyre/vampire è
una metafora, che rappresenta un interesse comunitario per il feticismo, l'Occulto, la teatralità,
l'arte, le antiche tradizioni, come anche per l'espressione e l'esplorazione individuale e spirituale . . .
Il Sanguinarium si propone come meta finale di riunire insieme tutta la gente che trova gioia e
piacere nell'oscurità, nell'occulto, nel vampirismo e nel feticismo tenebroso. (42)
I Vampyres si distinguono peraltro dai Goths e dall'ambiente Gothic, sebbene gli stili estetici siano
simili e molte volte essi si ritrovino negli stessi club. Gli elementi di differenziazione sono che i
Goths non diventano membri di clan né adottano l'ideologia vampyre. Molta gente viene introdotta
nello scenario Vampyre tramite il gioco di ruolo "Vampire: the Masquerade", altri sono attratti dalla
natura erotica dello stile di vita e molti di più dalla letteratura popolare quale The Vampire
Chronicles di Anne Rice. I membri si radunano in Rifugi ( i nightclub Vampyre) e Corti, che sono
eventi sociali o "convegni cittadini" tenuti in specifiche ubicazioni geografiche. Vi è un sofisticato
sistema di Corti e Rifugi diffuso in tutti gli Stati Uniti e in Europa. Per esempio, la Court of Gotham
include tutta l'area metropolitana di New York e i seguenti Rifugi: Long Black Veil, The Bank,
Alchemy, Contempt, e Mother. Un altro esempio è la Court of Lost Angels, che abbraccia Los
Angeles e la California del sud e i cui Rifugi comprendono: Fang Club a Los Angeles, Bar Sinister,
Coven 13 e Absynthe a Hollywood, Vampiricus e Release the Bats a Long Beach, Repent ad
Anaheim e molti altri. [immagini/informazioni: "The Fang Club
"http://www.fangclub.com/findex.html] Attualmente il Sanguinarium conta dieci Corti nel web, e
ciascuna contiene molti Rifugi. Questo dimostra che la cultura Vampyre non è una voga passeggera
ma una comunità estesa e altamente organizzata i cui membri si contano a migliaia.
Il simbolo (sigillo) del Sanguinarium è l'Ankh cremisi. Disegnato dal mastro fabbro D'Drennen,
esso consente ai membri di identificarsi reciprocamente in tutto il mondo. E' stato derivato
dall'antico simbolo egizio della vita eterna e fa riferimento all'uso, da parte dei sacerdoti del dio
egizio Horus, di ankh taglienti per riti di versamento di sangue. La struttura gerarchica della cultura
Vampyre è denominata I Tre Pilastri. Il livello più basso è rappresentato dai Fledgling [pivellini],
che sono alle prime armi con questo stile di vita, senza esperienza, oppure figli di adulti Vampyre. Si
identificano per il non avere alcun prefisso prima del loro nome né alcuna pietra nel loro sigillo.
Dopo un periodo di iniziazione, i Fledgling diventano Calmae, che significa membri esperti del
clan, congrega o circolo, e portano nel loro sigillo una pietra rossa. Il livello più alto è quello degli
Anziani, che sono i membri più esperti e influenti del Sanguinarium. Si tratta di leader e fondatori
di clan, proprietari di rifugi e creatori di zanne (dentisti che realizzano denti acuminati permanenti
per i membri), ed essi hanno nel sigillo una pietra color porpora. [oggettistica: "Sabretooth
Emporium" http://www.sabretooth.com/main.html]
Nel Sanguinarium l'uso del linguaggio e dell'etichetta è altamente significativo, in quanto vi è la
pretesa di promuovere l'onore, la cavalleria, lo stile e la creatività. L'espressione "Il Risveglio"
allude all'attrazione iniziale per l'estetico Vampyre, di cui si parla anche come della "nascita alle
tenebre" o del "divenire". Sire [genitore] è denominato chiunque guidi un pivellino a realizzare la
sua natura Vampyre. Il fledgling è un iniziato finché non passa al secondo livello. Il termine
mundanes identifica tutti quelli che non sono Vampyres e la gente che non tollera questo stile di
vita. Cigni sono chiamati quelli che, ben conoscendo la cultura, scelgono però di non prendervi
parte. Cigni Neri sono coloro che manifestano tolleranza per lo stile di vita, mentre Cigni Bianchi
sono quelli che lo disapprovano e cercano di convincere membri della famiglia o amici ad uscire
dall'ambiente. E' interessante notare come nella cultura Vampyre nero sia termine positivo mentre
bianco è termine negativo. Altre forme di etichetta comprendono nomi, che sono pseudonimi
derivati da fonti varie, storiche, mitologiche e bibliche. Prefissi quali Lord, Lady, Marchese,
Signora e Signore indicano lo status entro un clan. Vi sono anche forme di saluto tipicamente
Vampyre; nel Sanguinarium di Gotham si usa prendersi per mano, scambiarsi un bacio sulle mani,
quindi baciarsi sulle guance.
Altre caratteristiche estetiche riguardano il modo di vestire, di cui si parla come "tenuta", che di
solito riflette un'epoca storica come quella vittoriana o edoardiana, e tutto un assortimento
feticistico di corsetti, mezzi per legare, e così via. I colori preferiti sono di solito il rosso, il nero, e il
porpora. La gioielleria d'argento è preferita a quella d'oro dal momento che è meno rappresentativa
dei riti della Chiesa cattolica. La musica è prevalentemente Gothic, ma non mancano la Industrial,
la classica, la Punk, la Techno e una varietà di altre forme. Tra le Vampyre bands più famose si
possono citare Inkubus Sukkubus, Type O Negative, Nosferatu e Malkador. Il vino è la bevanda di
elezione, e alcuni membri fanno uso di assenzio sebbene questa bevanda sia illegale negli Stati
Uniti e in molti paesi europei.
Il codice di comportamento è imposto dagli Anziani in una tradizione che è conosciuta come il
"Velo Nero". Si tratta di otto princìpi etici dei quali il primo e più importante è evitare che i segreti
del sangue oltrepassino la cerchia dei membri. La filosofia del Velo Nero include segretezza, nomi
vampyre, individualità, onora il sangue tuo, rispetto, cortesia e sicurezza del sangue. La punizione
comporta la scomunica da un clan per un tempo variabile, a seconda della violazione commessa. E'
importante ricordare che questi princìpi si applicano solo al Sanguinarium, e che vi sono molte sette
e sistemi di credenze differenti tra i vampiri che non fanno parte di questa associazione. In alcuni
clan si ha la pratica del bere e versare il sangue. Un gruppo che usa succhiare il sangue è chiamato
"circolo di alimentazione", ma a differenza dell'immagine diffusa dai media i suoi membri non si
mordono reciprocamente il collo ma generalmente usano lame di rasoio per fare dei tagli l'uno nel
corpo dell'altro e succhiano il sangue che ne esce. Di nuovo è importante ricordare che non tutti i
membri del Sanguinarium si danno a tali pratiche. Altre consuetudini diffuse sono quelle del
feticismo, del sadomasochismo e delle attività sessuali caratterizzate da varie forme di asservimento
[bondage & discipline]. Questo si ispira al mito del Vampyre cacciatore. I partecipanti sono chiamati
Regnant (signore) e Thrall (servo); ciò coinvolge un aspetto della magia Vampyre denominato "Vero
Nome", che è una variante della "parola di sicurezza" del sadomasochismo.
Quello del mondo Vampyre è un fenomeno serio in fase di crescita, come dimostrano i raduni cui
partecipano migliaia di Vampyres. Il raduno più grande è chiamato "Notte Infinita" e si tiene a New
Orleans durante Halloween. Tra i raduni equivalenti che si tengono in Europa si possono citare
Vampyria e il Whitby Vampire Festival.
Nella forma di questa nuova cultura sta prosperando l'estetico sacrificale. Da un punto di vista
sociologico, quando un gruppo di persone partecipa di un estetico condiviso in cui identità e status
sono organizzati intorno ad uno stile che si distingue dalla cultura dominante, è definito una
subcultura. La subcultura dei vampiri esiste in opposizione ai valori fondamentali giudeo-cristiani
che costituiscono il nucleo della società occidentale. I Vampyres sono fieri di praticare l'antitesi
dell'etica cristiana, e questo risalta nelle attività ritualizzate di sesso e violenza da cui sono pervase
le loro interazioni.

Le feste

I Vampyres sono spesso presenti nei club di scenario Fetish e Body, che danno spazio ad attività di
tipo sadomasochistico aperte al pubblico. E' nei numerosi club di "scenario" che convergono i
mondi della mutilazione corporea, del piercing, della performance art, dei rituali di sangue, del
tatuaggio, e tutte le forme di bondage e di attività sessuale violenta. Lo scenario Fetish riguarda i
club in cui si promuovono feticismo, sadomasochismo e pratiche di incatenamento e di
asservimento [bondage & discipline], e lo scenario della Body Art riguarda body piercing, tatuaggio,
modern primitives, ecc. Gli artisti di performance che usano il sangue operano in tutte queste sedi.
Questi ambienti, che sono tutti fondamentalmente basati su di un'estetica violenta, non si escludono
l'un l'altro, e di solito i loro confini si sovrappongono. Spesso i nomi dei club rimandano
appositamente a predecessori storici. Per esempio, un noto club feticistico a Brisbane e Townsville
in Australia si chiama "Hellfire Club". Nell'Inghilterra del diciottesimo e diciannovesimo secolo, si
chiamavano Hell Fire Clubs dei luoghi conosciuti per l'indecente eccitamento sessuale, dove erano
rilevanti le attività edonistiche ed occulte. Il primo Hellfire Club fu fondato da Francis Sashwood
nel 1751, quando egli trasformò un'abbazia in un centro di culto decorandola in stile gotico e con
una statuaria pagana. Si diffuse la voce che questi club fossero legati al satanismo e alla stregoneria.
In linea con la tradizione, il club Hell Fire australiano contemporaneo fornisce ai suoi membri un
assortimento di stanze disegnate in modo speciale, arredamento e accorgimenti con i quali essi
possono fare una fantasiosa esperienza di dolore/piacere. [immagini/informazioni: "Hellfire Club
Information Page" http://www.hellfireclub.com.au/intro.html pain/pleasure]
Nella Londra di oggi uno dei club più famigerati è appropriatamente chiamato "Torture Garden".
Fondato nel 1990, è attualmente il maggiore club europeo di Fetish/Body Art. Mediamente lo
frequentano dalle seicento alle ottocento persone, mentre eventi speciali ne attraggono anche
duemila, ed esso pretende di situarsi all'avanguardia del fenomeno fetish/body art. Questo club è
una combinazione di fetish, S/M, body art, Modern Primitives, straight, gay, performance art, body
ritual, fashion, techno/industrial/atmospheric music, multimedia, e cyberspace club.
[immagini/informazioni "Torture Garden" http://torturegarden.com/] Gli accessori originali
includono, oltre agli ultimi modelli di cuoio per sadomasochisti, sacchetti da catetere pieni di
sangue e orina, sacchetti sanitari pieni di sangue, e cannule per l'ossigeno quando necessario. Vi è
ogni immaginabile forma di maschera, catena, frusta, e qualche volta anche motoseghe e cannelli
rallegrano l'ambiente.
Il "Torture Garden" presenta un manifesto che dimostra chiaramente la natura anomala dei club
feticisti. Il manifesto proclama: "Il 'Torture Garden' resta il club più radicale e alternativo, sempre
all'avanguardia della subcultura underground del momento . . . Il 'Torture Garden' è un mondo dove
il bizzarro, lo strano e l'onirico diventano normali . . . Il 'Torture Garden' è l'apoteosi di tutte le
antinomie . . . La dissoluzione di tutte le opposizioni . . . Partecipando al processo di mutazione del
'Torture Garden', voi raggiungete nuovi vertici di piacere ed erotismo e vi liberate dai ceppi delle
convenzioni sociali . . . Il 'Torture Garden' rompe i tabù . . . Il 'Torture Garden' gode di
considerazione a livello internazionale per il suo incoraggiamento alla sperimentazione artistica e
alla trasgressione . . . (43)
Questa in pratica è una definizione da manuale delle antiche festività in cui avveniva la violazione
deliberata delle legalità costituita e in cui un comportamento scandaloso era temporaneamente
accettabile. Questo testo inoltre esemplifica il concetto di "orgia" elaborato da Bataille, secondo il
quale "Nell'orgia la festa procede con la forza travolgente che di solito spazza via tutti i vincoli. In
se stessa la festa è una negazione dei limiti che il lavoro pone alla vita, ma l'orgia capovolge ogni
cosa . . . Questi eccessi derivano il loro significato più pregnante dall'antica connessione tra piacere
sensuale ed esaltazione religiosa".(44) La filosofia dell'erotismo di Bataille afferma che l'origine
dell'orgia si radica nell'esistenza di tabù che si erano costituiti al fine di prevenire l'assassinio e la
violenza sessuale, e che questi tabù danno forma alla natura della trasgressione. Sostanzialmente, la
natura decadente di club del tipo del "Torture Garden" si è sviluppata direttamente dalla violenza e
dalle proibizioni sessuali presenti nella cultura occidentale. Il manifesto del club afferma anche che
"al 'Torture' Garden sparisce il confine tra pubblico ed esecutore".(45) La differenza cruciale tra gli
artisti di performances che attuano rituali di sangue e le attività che si svolgono nei diversi "scenari"
è che in questi si ha la partecipazione del pubblico. E qui abbiamo il criterio significativo, per cui si
dissolve la linea che separa l'estetico dal religioso, il tabù dalla trasgressione, l'immaginazione dalla
realtà.
Tenendo conto del fatto che i differenti club di "scenario" sono analoghi alle feste, da un punto di
vista girardiano essi ancora non risolvono il problema della crisi sacrificale. Secondo Girard "La
festa propriamente detta è soltanto una preparazione al sacrificio, che ne segna nello stesso tempo il
parossismo e la conclusione".(46) [p.162] Egli afferma anche che "La festa è basata su una
interpretazione del gioco della violenza che presuppone la continuità tra la crisi sacrificale e la sua
risoluzione".(47) [p.163] Il problema della cultura Vampyre è che la sua esistenza è una perpetua
condizione di crisi sacrificale. Priva di alcun riferimento ad una vittima surrogata e a qualsiasi
struttura ritualistica, essa è l'incarnazione di una società in disfacimento che è tornata indietro alle
sue origini violente. Le attività che si svolgono in questi Rifugi dei Vampyres e nei club feticisti
esemplificano il concetto di una festa deritualizzata. Girard afferma a proposito della festa nelle
società in crisi: "invece di tenere in scacco la violenza, essa dà l'avvio ad un nuovo ciclo della
vendetta. Non è più un freno ma un alleato delle forze malefiche, mediante un processo di
inversione analogo a quello che abbiamo osservato per il sacrificio e di cui, chiaramente, tutti i riti
possono essere oggetto".(48) Questa visione è sostenuta dalla filosofia di Bataille: "L'erotismo
orgiastico è per natura un eccesso pericoloso il cui contagio esplosivo è una minaccia indiscriminata
per tutti gli aspetti della vita".(49)

Il sacrificio

Sfortunatamente, la violenza che ricorre in questi club continuerà soltanto a crescere finché non sia
ristabilito il significato rituale. La risoluzione logica della crisi sacrificale, quale si manifesta nei
diversi "scenari", è il sacrificio di una vittima originale al fine di ricostituire un significato per le
future vittime surrogate. E' a questo punto che viene meno la linea di demarcazione tra performance
e realtà, e la violenza rituale sfocia in ciò che si definisce assassinio occulto. Un esempio ci è
offerto da un sedicente clan di vampiri del Kentuky che furono arrestati il 29 novembre del 1996
per l'assassinio di una coppia della Florida. Libri, televisione, interviste e uno special HBO
intitolato "Assassini vampiri" hanno fatto del sensazionalismo sui fatti.[immagini/articolo "Court
TV Verdicts: Florida v. Ferrell" http://www.courttv.com./verdicts/vampire.html] Il sedicenne
Rodrick Justin Ferrell era il capo di un clan di vampiri che comprendeva quattro altri adolescenti,
tra i cui rituali c'era anche quello di tagliarsi reciprocamente le braccia con rasoi e succhiare il
sangue. Il giorno degli omicidi, Heather Wendorf, la figlia delle vittime, partecipò all'"abbraccio
rituale" con Ferrel e "fece lo scambio" entrando nel clan con la cerimonia del bere l'uno il sangue
dell'altro in un cimitero. Quindi Ferrel divenne il suo sire. Quella stessa sera Rod Ferrel bastonò a
morte con un palanchino Richard e Naoma Wendorf nella loro casa in Florida. Sui loro corpi fu
impressa a fuoco la lettera V, che simboleggiava Rod, il cui nome da vampiro era "Vassago".
Bruciature più piccole su ciascun lato della V rappresentavano gli altri membri del clan. Dopo
essersi riconosciuto colpevole di fronte alle accuse di scasso e furto a mano armata, e a due
imputazioni di omicidio di primo grado, Ferrel fu condannato a morte sulla sedia elettrica il 27
febbraio 1998. E' la persona più giovane nel braccio della morte in Florida. Un altro membro
adolescente del clan, Howard Scott Anderson, sta scontando una condanna a vita dopo essersi
riconosciuto colpevole di partecipazione al duplice delitto come complice principale di Rod. Il
patteggiamento di pena da parte di Anderson lo ha salvato dalla sedia elettrica. Gli avvocati di
Ferrel lo avevano descritto come un giovane tormentato dedito alla droga e che aveva subito
violenze sessuali da parte di parenti. Era stato attratto dai Vampiri tramite il gioco di ruolo
"Vampire: The Masquerade", ed era stato iniziato allo scenario da un adolescente più grande di lui,
Steven Murphy (nome da vampiro: Jaden), il quale in seguito testimoniò al processo che: "iniziò
Rod al vampirismo a Murray (Kentuky), in un cimitero, durante una cerimonia di interscambio di
sangue che implicò tagli sulle braccia e condivisione del sangue, seguita da un prolungato periodo
di meditazione. Murphy disse che, in qualità di Vampiro più anziano che aveva iniziato Rod, egli
divenne il sire del ragazzo più giovane, e che era responsabile del suo comportamento. E sebbene
egli avesse spiegato le direttive della condotta vampirica a Rod, disse il testimone, il suo protetto
violò quei princìpi quando organizzò la sua propria banda di seguaci . . . Murphy spiegò che gli
assassini dei Wendorf non erano vampirici, perché Rod non aveva salassato i corpi. 'Non c'è stato
versamento di sangue. Non ne prese da loro'".(50)
Queste parole smentirono la sua precedente testimonianza secondo cui i vampiri non uccidono e si
richiede loro di mostrare la più alta ammirazione per la vita. Se i vampiri non uccidessero non si
darebbe alcuna conoscenza di un distintivo modus operandi vampirico. Gli inquirenti scoprirono
attraverso John Goodman (nome da vampiro: Damien), un amico intimo di Rod, che la sua
motivazione al crimine era che egli "era posseduto dall'idea di aprire le porte dell'Inferno, il che
significava che egli avrebbe dovuto uccidere un grande, grande numero di persone per consumare le
loro anime. Ferrel credeva che facendo ciò avrebbe ottenuto dei superpoteri".(51) A prescindere
dalle giustificazioni psicologiche, l'immersione di Rod Ferrel nell'occulto dimostra chiaramente che
egli pensava nei termini di una concezione religiosa di assassinio sacrificale. Questo caso è uno
soltanto tra i molti che coinvolgono rituali di sangue e assassinio. E' più semplice relegare questi
crimini nell'ambito del comportamento aberrante che formarsi l'idea che noi stiamo vivendo in
un'atmosfera sacrificale.
I gruppi occulti che praticano l'assassinio rituale hanno un'autentica comprensione della natura sacra
della violenza. Non è necessario alcuno sforzo per convincere Vampyres o satanisti che gli umani
sono per natura violenti; essi questo lo comprendono per intero, quasi esempi viventi della teoria
girardiana. Questo ci fornisce una spiegazione del perché Anziani e Sommi Sacerdoti di questi
gruppi non mostrino alcun rimorso delle loro uccisioni. La ragione per cui molti dei loro seguaci
abiurano è che questi hanno subito un reindottrinamento che li ha riportati nell'ideologia dominante,
e di conseguenza vedono le proprie azioni come crimini e non più come sacrificio. E' pericoloso
vedere le azioni criminali occulte da una prospettiva strettamente psicologica che tende a
categorizzarle come psicopatologiche; questo assunto relativo dà la falsa impressione che si tratti di
scelte non logiche né razionali. Così si perpetua la negazione del crimine occulto e si relega chi lo
ha perpetrato nell'unica categoria socialmente comprensibile: "l'altro irrazionale". Gli atti di
violenza sacra inesplicabile che avvengono oggi sono compresi in modo più efficace definendoli un
"anacronismo rituale": azioni violente che sono inappropriate, o non adatte, al sistema di valori
entro il quale sono attuate. Per quanto stravagante possa apparire un assassinio, esso può sempre
essere collocato come accettabile in qualche era storica o cultura distante da noi. I crimini occulti
sono il naturale risultato dell'escalation dell'estetica violenta che contesta i valori morali. Blood Art,
Vampyre Culture, The Fetish Scene letteralmente predispongono il palcoscenico rituale per il
sacrificio. L'assassinio rituale è il compendio dell'estetico sacrificale liberato dalla responsabilità
etica nei confronti della società. Ciò che comincia come artisti che fanno esperimenti con l'uso del
sangue e della mutilazione come forma di trasformazione personale, cresce fino a diventare
un'intera cultura fondata sui principi della mitologia tenebrosa manifestata nel rituale orgiastico.
Una volta che i rituali di sangue si fanno partecipativi e giustificano ideologicamente il sacrificio, è
realizzata l'idolatria.

Note

1. RoseLee Goldberg, Performance Art from Futurism to the Present (New York: Harry N. Abrams, Inc., 1988): 165.
(back)
2. Paul Schimmel, "Leap into the Void: Performance and the Object," Out of Actions Between Performance and the
Object 1949-1979. The Museum of Contemporary Art, Los Angeles, museum catalogue (New York: Thames and
Hudson, 1998): 84(back)
3. RoseLee Goldberg 164(back)
4. Hubert Klocker, "Gesture and the Object: Liberation as Aktion: A European Component of Performance Art," Out of
Actions Between Performance and the Object 193(back)
5. Kristine Stiles, Out of Actions Between Performance and the Object 290(back)
6. Kristine Stiles 293(back)
7. Kim Hewitt, Mutilating the Body: Identity in Blood and Ink (Bowling Green, Ohio: Bowling Green State University.
Press, 1997): 104(back)
8. Mircea Eliade, Editor in Chief, The Encyclopedia of Religion (New York: Macmillan Publishing Co., 1987) Volume
3, Cannibalism 60.(back)
9. Hewitt 105(back)
10. V. Vale and Andrea Juno, editors, Modern Primitives, An Investigation of Contemporary Adornment & Ritual (San
Francisco, CA: Re?Search Publications, 1989): 6.(back)
11. René Girard, Violence and the Sacred, translated by Patrick Gregory, (Baltimore and London: The Johns Hopkins
University Press, 1972): 37.(back)
12. Interview with Barbara Weisen, 1998.(back)
13. Girard 36.(back)
14. Girard 36.(back)
15. Girard 36-37(back)
16. Len LaCara, "Curmano Plans ‘Bloodbath’" (Winona Daily News, Thursday, February 9, 1984.(back)
17. Renee Boyle, "Bloodshed, Not Roses, Prevail" (Winona Daily News, Wednesday, February 15, 1984).(back)
18. Renee Boyle, February 15, 1984.(back)
19. Eliade, Volume 10, Dario Sabbatucci, Mortification 113, 114(back)
20. Eliade, Volume 10, Dario Sabbatucci, Mortification 114(back)
21. Eliade, Volume 10, Dario Sabbatucci, Mortification 113(back)
22. Eliade, Volume 10, Dario Sabbatucci ,Mortification.(back)
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