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Ma cosa la jazz poetry ?

Brevi appunti di Gino Romano

La risposta pu essere data distinguendo innanzitutto tra due livelli di approccio,


sostanzialmente differenti.

1) E' una forma di poesia recitata con l'accompagnamento di una jazz band, spesso dal
piccolo organico. Ma non soltanto un recitare con lalternanza o con l'accompagnamento di
un sottofondo musicale, giacch la voce strettamente legata alla musica, e, sebbene non
sia melodica o modulata armonicamente e non segua le note, in untale contesto viene
considerata alla stregua di un qualsiasi strumento.
In breve la jazz poetry si sostanzia in una poesia che prevede una performance con
sottofondo di jazz music legato al testo e cerca di cogliere qualcosa delle variazioni ritmiche
di una jazz performance, nella quale anche la voce ha un suo ruolo.

2) E una forma di poesia che prende spunto da temi jazzistici, ed in particolare:

A) poesie su temi riferiti a canzoni, blues, spirituals, gospels;

B) poesie riferite a musicisti (Bix Beiderbecke, Bessie Smith, Billie Holiday, Charlie
Parker, John Coltrane, Chet Baker).

Comunque una poesia che si riferisca alle figure del jazz non direttamente un esempio di
jazz poetry, a meno che non abbia con se anche il ritmo del jazz e/o lo spirito della
improvvisazione.
In alcuni tipi di esibizione le poesie vengono alternate a brani jazz funzionali al testo.

Gi allinizio del 900 troviamo le prime forme di Jazz Poetry, ad opera del poeta
ufficiale della casa bianca Carl Sandburg, il quale con i suoi versi accusa larrivo dellepoca
dellindustrializzazione, contrapponendone lesaltazione della natura. Egli fu uno dei primi
ad accompagnare le sue poesia in stile witmaniano con la chitarra. Ma nel desiderio di
libert che pervadeva i testi dei blues che ad alcuni poeti nordamericani fa intravedere la
possibilit di fusioni tra musica nera e poesia.
Tra questi troviamo Paul Lawrence Dunbar e Sterling Allen Brown (sua allieva fu il premio
Nobel Toni Morrison, autrice del romanzo Jazz), che fecero ricorso nei loro scritti al
dialetto e alla struttura delle ballads dellottocento, dando luogo a quel filone di artisti
meglio conosciuti come blues-poets.

Fu comunque negli anni 20 che Langston Hughes (1902-1967) riusc a meglio


cogliere i significati pi profondi e poetici del jazz. Egli si form poeticamente durante il
periodo del Harlem Reinassance, storicamente conosciuta come Jazz Age.
Hughes ha collaborato con Lonnie Johnson, con Sonny Terry e Brownie McGhee, ed ha
collaborato moltissimo con James P. Johnson (1894-1955), con il quale ha prodotto
unopera Blues in 1 atto The Organizer.
Diverse e variegate sono le sue raccolte di poesie strettamente legate alla musica jazz e alla
Black Music in genere:
The Weary Blues (1926), Montage of a Dream Deferred (1951), Ask Your Mama: 12 Moods
for Jazz (1961)

In particolare in questultima raccolta, dedicata a Louis Armstrong, lAutore indica


quali brani suonare durante la declamazione dei versi e prescrive puntualmente anche
spunti musicali per la loro esecuzione. Vengono esplicitamente citati:
- Hesitation Blues,
- When the Saints go marchin in (esecuzione come spiritual),
- I wish i was in Dixie,
- All Gods Chillun Got Shoes,
- Battle Hymn of the Republic,
tutti brani celebri della tradizione Early Jazz, suonati da Jelly Morton, Joe King
Oliver, Louis Armstrong, Sidney Bechet, Kid Ory a New Orleans e da Bunk Johnson,
George Lewis, Jim Robinson, Punch Miller, Kis Thomas Valentine, DeDe Pierce, nel
periodo del New Orleans Revival (decenni successivi al 1943).

Da Hughes deriveranno i principali Jazz Poets: Amiri Baraka, Marvin Bell, Sterling
Brown, Hayden Carruth, Cortez, Hughes, Michael S. Harper, Jack Kerouac, Yusef
Komunyaaka, Mina Loy, Kenneth Rexroth, and Sonia Sanchez.

***

I Jazz Poets, a partire dagli anni '50, trovano posto nel canone letterario americano grazie ai
poeti della Beat Generation, che anchessi iniziarono ad incorporare l'estetica jazz.

Quando il movimento Beat iniziava a mettersi in moto, il bebop era gi molto diffuso: visse il
suo massimo splendore negli anni '40, caratterizzato da piccoli gruppi, opposti alle big
bands, e da una concentrazione maggiore sul virtuosismo. La rinascita del bebop avvenne a
New York, per merito di musicisti quali Dizzy Gillespie, Thelonious Monk, Charlie Parker,
Miles Davis. Non fu soltanto la musica ad attrarre gli scrittori beat verso il be-bop, ma
soprattutto lo stile di vita dei boppers e degli hipsters e il loro lessico in continua
evoluzione.

Il "complesso di Rimbaud" era un'attitudine che condividevano sia i musicisti jazz che gli artisti beat.
L'attitudine di Rimbaud verso il dovere dell'artista di creare, era abbastanza simile a quella del musicista jazz e
del tipico poeta beat (bench probabile che quest'ultimo abbia consapevolmente imitato Rimbaud, mentre il
musicista jazz lo ha fatto essendo ignaro di qualsiasi influenza o somiglianza). I beats dichiararono Rimbaud
come un altro "eroe segreto", un artista con una dedizione tale alla sua arte che, intorno all'et di 21 anni,
arriv al punto da non poter fare niente altro che la sua arte, come Charlie Parker o Miles Davis.

Contemporaneamente in Europa qualcosa del genere si sostanziava grazie agli esempi di


Jean Cocteau, Igor Stravinskiy e dei Futuristi: certamente Marinetti, ma va ricordato
specificamente anche Vladimiro Miletti con Aria di Jazz.
Note
"Hesitation Blues" is a popular song adapted from a traditional tune. One version was published by Billy Smythe,
Scott Middleton, and Art Gillham. Another was published by W.C. Handy as "Hesitating Blues" (1915).
Because the tune is traditional, many artists have taken credit as writer, frequently adapting the lyrics of one
of the two published versions. Adaptations of the lyrics vary widely, though typically the refrain is
recognizably consistent. The song is a jug band standard and is also played as blues and sometimes as
Western swing.

Langston Hughes wrote The Weary Blues in 1925 during Prohibition and the Harlem Renaissance. The setting of
the poem is actually unclear, at first. However, as it goes on it is obvious the speaker is in a bar, or was. The
speaker is telling a story. He starts by setting the mood with an alliteration, droning a drowsy syncopated
tune / Rocking back and forth to a mellow croon. The narrator wants his listener and reader to get a feel for
the story he is about to tell. He wants people to know that he enjoyed the experience. Yet, his tone is
unhurried and nonchalant, like he just happened to stumble across the tune o those Weary Blues. He was
in a bar that provided entertainment. Once the speaker finishes his rendition of the musicians song, the
setting changes. At the end of the poem, the reader ends up in the musicians home.

"Weary Blues" is a 1915 tune by Artie Matthews.


Despite the name, the form is a multi-strain ragtime rather than a conventional blues. (At the time it was
published, many hot or raggy numbers were published with the word "Blues" in the title). It is often known by
the alternative title "Shake It and Break It," especially when played by New Orleans jazz bands.
The first jazz recording of the number was made by Yellow Nunez with the Louisiana Five in 1919. The tune
is a perennial jazz standard, especially with Dixieland groups. Important recordings of the piece include
those by the New Orleans Rhythm Kings, Louis Armstrong, Johnny Dodds, Sidney Bechet, George Lewis.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ESSENZIALI


- Giorgio Rimondi, La scrittura sincopata, Bruno Mondadori editore, Milano, 1999;
- Arrigo Polillo, Jazz, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1975;
- Emanuele Bevilacqua, Guida alla Beat Generation, Edizioni Teoria, Roma-Napoli, 1994;
- Walter Mauro, La storia del jazz, Newton, Milano, 1994;
- Vittorino Curci, Jazz e poesia, dalla rivista Hortus n. 24, Grottammare (AP), 1999;
- Marcello Lorrai, Unisola di jazz nella mente (intervista a L. Ferlinghetti), dalla rivista Musica
Jazz, novembre 2002, Rusconi, Milano, 2002;
- David Treggiari, Jazz Poetry, dal sito www.jazzitalia.net, 2002;
- Michele Taormina, Sulle tracce di una poetica jazz, dal sito www.jazzitalia.net, 2002;
- Maurizio Zerbo, Alcune riflessioni sulla beat generation, dal sito www.allaboutjazz.com, 2002;
- Maurizio Zerbo, La jazz poetry di Jayne Cortez, dal sito www.allaboutjazz.com, 2002;
- AA.VV., Amiri Baraka, dal sito www.amiribaraka.com, 2002;
- Guido Michelone, Francesca Tina Brunozzi, (a cura di), Swinginversi, Lampidistampa, Milano, 2004;
- AA.VV., Jazz Poetry: A Genre Emerges, dal sito www.d.umn.edu, 2005.

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