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Gino Romano

Early Jazz

When the Saints

Gino Romano – When the Saints


80 anni di uno Standard del Jazz

€ 7,00
De Frede
Editore
Early Jazz
Gino Romano

When the Saints


80 anni di uno Standard del Jazz

De Frede Editore
Dal 1899 “A. De Frede Editore” - Napoli
Via Mezzocannone, 69
Tel. +39 081.5527353 - defrede@libero.it

In prima e quarta di copertina opere di Noel Rockmore (New Orleans 1964).

Stampa: A. De Frede
Napoli, marzo 2018

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fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, comma 4 della legge 22
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2, 20121 Milano, telefax 02.809506, e–mail:aidro@iol.it.
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Èil 13 maggio del 1938. Louis Armstrong si trova negli Studios della DEC-
CA Records di New York, da poco trasferitisi nel grattacielo Vornado in 50 West 57th
Street dalla originaria sede di 799 Seventh Avenue, per una
serie di registrazioni. La formazione è quella della Louis Ar-
mstrong & his Orchestra, che Satchmo aveva attivato fin dal
1928 e che, a seguito di successivi addii ed inserimenti, a
quella data prevedeva dieci elementi:

Louis Armstrong, tromba & vocal; Shelton Hemphill, trom-


ba; Jack C. Higginbotham, trombone; Rupert Cole, clarinet-
to; Charlie Holmes, sax alto; Bingie Madison, sax tenore;
Luis Russel, piano & arrang.; Lee Blair, chitarra; Pops Foster,
contrabbasso; Paul Barbarin, batteria.

Nella prima sessione di quella seduta furono regi-


strati i seguenti brani:

- So Little Time (So Much To Do) 


- Mexican Swing 
- As Long As You Live (You’ll Be Dead If You Die) *
- When The Saints Go Marching In 

Qest’ultimo titolo rappresentava un evento. Era stato infatti registrato un brano de-
stinato a diventare un inno popolarissimo negli USA e non solo, ma soprattutto era
la prima volta che veniva eseguito nello stile di in una versione di transizione dallo
Spiritual di chiesa al Traditional di New Orleans.

All’epoca Armstrong aveva lasciato New Orleans da oltre 15 anni e la sua or-
chestra proponeva ormai -a fianco di gemme jazzistiche- un ampio numero di brani
commerciali in stile swing. Gli altri 3 brani di quella fase della sessione, ed anche quelli
incisi nelle successive sessioni di quel giorno, erano infatti standard per big band di
scarso interesse jazzistico e certamente non legati a in alcun modo a New Orleans.

* As Long As You Live  avrebbe rappresentato la facciata B del disco.


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Quindi: come mai la scelta di registrare un Black Spiritual in versione New


Orleans, cosa che nessuno aveva mai fatto in precedenza ?

Probabilmente la recente scomparsa del suo mentore Joe “King” Oliver, mor-
to a Savannah (Georgia) il 10 aprile dello stesso anno ed al quale Satchmo era molto
legato e con il quale aveva suonato dal 1922 al 1924, ne aveva risvegliato il mai sopito
amore per lo stile con il quale aveva iniziato e che sarebbe stato successivamente ripre-
so con le formazioni degli All Stars (dal 1946 al 1968).

When the Saints era un tema che Louis aveva appreso durante la permanenza
alla Waif’s Home nel 1913, avendo come insegnante di cornetta il maestro Peter Davis
(con il quale avrebbe continuato a tenere rapporti di stima e deferenza anche dopo
oltre 50 anni).

Lo stesso Louis riferisce in più occasioni di aver ascoltato il brano suonato dal-
le brass band nello stile dirge, lentissimo tempo di accompagnamento nel percorso di
andata ai funerali, seguito da una esecuzione con un tempo più veloce in stile dixie al
ritorno da questi (Louis Armstrong, intervista nel DVD della CBS The portrait Collection).
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Nel brano del 1938 Louis inizia presentandosi come Reverend Satchelmouth e
parodiando l’apertura di un sermone:

“Sisters and Brothers, this is Reverend Satchmo, getting ready to beat out this
mellow sermon for you. My text this evening is ‘When the Saints Go Marchin’ In.’ Here
come Brother Higginbotham down the aisle with his tram-bone. Blow it, boy.”

Danny Barker riferisce che quando la sorella di Louis, Beatrice -chiamata an-
che Mama Lucy- seppe della registra-
zione si addolorò moltissimo, ritenendo
-secondo la morale religiosa di quegli
anni- che fosse stata fatta una azione
commerciale basata su di un atto blasfe-
mo. Ma pare che Louis le abbia risposto
che quello che lui stava facendo non era
diverso dal giocare a Bingo in chiesa,
negli orari al di fuori delle funzioni reli-
giose, cosa che sua sorella regolarmente
faceva.

In ogni caso va detto che Louis,


profondamente osservante, non avreb-
be mai avanzato una proposta ritenu-
ta blasfema. Di fatto già dal 1927 Sam
Morgan con la sua Band aveva iniziato a
proporre inni religiosi con uno stile jaz-
zistico ( si ricorda Down by the riverside)
e non vi erano state lamentele di alcun
genere, da parte sia laica, sia religiosa.
Da qui era nata la richiesta di Armstrong
alla OKEH di poter incidere i Saints.
Louis aveva anche già proposto la figura del Reverend Satchmo nella registrazione di
Lonesome Road incisa a Chicago per la OKEH nel 1931 e già in quella occasione ave-
va avanzato la richiesta per la registrazione dei Saints. Ma i consulenti della OKEH gli
avevano risposto che secondo loro “The masses are not too much aware of the Holy
Rollers”. Pop avrebbe dovuto aspettare ancora sette anni….

Questo il risultato della sessione del 13 maggio 1938, ascoltabile su YouTube

https://www.youtube.com/watch?v=g4Gd2dmzy2E
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Il 78 giri della Decca ebbe un


successo immediato e il tema divenne
popolare al punto che alcuni Autori pen-
sano che abbia contribuito in modo so-
stanziale al favorevole accoglimento del
New Orleans Revival agli inizi degli anni
‘40, nel quale molti anziani musicisti di
New Orleans, tornati in auge anche in
sala di incisione, proposero le loro per-
formance dei temi della tradizione.

Louis avrebbe inciso When the


Saints altre 57 volte, suonandolo inoltre
in svariate occasioni di partecipazione a
programmi radiofonici e televisivi dei qua-
li esiste ampia documentazione online.

Negli anni Satchmo ha trovato


anche il modo di esporre il tema in modo splendido in alcuni film di successo.
Ricordiamo:
- New Orleans, 1947
- The Strip (con Mickey Rooney), 1950
- Satchmo the Great, 1957
- Jazz on a Summer Day, 1958
- The Five Pennies (con Danny Kaye), 1958

Superiori a 200 le presenze del motivo in quasi tutti I film di concertistica


Traditional, secondo Jazz on the Screen di David Meeker (2015).
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Numerosi musicisti, jazzisti e non, avrebbero inserito The Saints nel proprio
repertorio, anche se in verità il brano non è particolarmente amato dai professionisti
per la eccessiva semplicità e ripetitività del tema, che sembra non dare possibilità di
grande sviluppo solistico.
Alla Preservation Hall di New Orleans, dove si suonano anche brani su richie-
sta del pubblico, per eseguire When the Saints la quota dovuta a pagamento è andata
aumentando, nel corso degli anni, dagli originari 5 $, passando prima a 10 ed agli at-
tuali 20 $, proprio come deterrente!!!
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Lo stesso Armstrong, prima di produrre innumerevoli variazioni di assolo, ave-


va preferito suonare The Saints come una medley, fondendo il brano con un altro pezzo
di origine religiosa: Shadrack, anche utilizzando un tempo velocissimo: oltre 250 bpm.

https://www.youtube.com/watch?v=lERwPMiFrJM

Dopo aver proposto questo schema per alcuni anni, anche come sigla di chiusura
dei concerti, alla fine degli anni ‘50 fu costretto ad abbandonarlo in quanto il pubblico
amava comunque ascoltare The Saints da solo ed il più a lungo possibile.

When the Saints sarebbe diventato una icona di New Orleans, del Jazz e dello
stesso Armstrong, alle cui registrazioni si sarebbero aggiunte quelle di moltissimi altri
musicisti.

Il 29 gennaio del 1971, pochi mesi prima della morte (6 luglio), Satchmo in
concerto presso l’ U.S. Press Club di New York registrò per un’ultima volta The Saints
in una esecuzione sostanzialmente melodica e solo cantata, con il titolo Boy from New
Orleans, con le parole cambiate per adattarle alla presentazione di una sintesi della
propria vita. Il testo è riportato più avanti, nella sezione “Testo”. Questa sarebbe stata
anche l’ultima apparizione di Satchmo in palcoscenico.

Il sito Web di Tom Lord The Jazz Discography https://www.lordisco.com/ elenca ben
1071 varie versioni registrate del brano!

Il brano è stato impiegato come musica popolare perfino per segreterie


telefoniche, jingle commerciali ed adottato anche come inno di squadre a livello spor-
tivo, quali il Tottenham Hotspur Football Club di Londra.

In altre parole: uno JAZZ STANDARD* in assoluto!

* Sulla definizione di Jazz Standard vedi nota a pag.24


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ORIGINE DEL BRANO


Secondo alcuni storici della musica The Saints nasce come tipico African-Ame-
rican Spiritual, cantato dagli schiavi neri come invocazione al giorno dell’incontro con
i propri antenati in paradiso, successivamente evoluto in una canzone Gospel dopo la
Guerra Civile (1861-1865). Il testo riprende immagini dall’ Apocalisse di Giovanni nel
quale la tromba dell’Arcangelo Gabriele annuncia il  Giudizio Universale.

Un altro studioso, Thomas Cunniffe, suggerisce che sia un adattamento del


brano religioso da messa In Paradisum, avvenuto a metà dell’Ottocento, le cui prime
quattro note ripetute corrispondono esattamente all’attacco del brano.

Quello che è certo è che quelli citati spesso come Autori, James Milton Black
e Katherine Purvis, nulla hanno a che vedere con il Saints del quale stiamo parlando.
Infatti il loro When the Saints ARE marching in, pubblicato nel 1896, è un
tema del tutto differente.
Successive partiture con titoli simili, ma ancora non esattamente quelle del
brano che tutti conoscono, si sarebbero avute negli anni successivi fino alla partitura
finale del 1927. Tra le altre:
- When the Saints March In For Crowning (1908),
- When All the Saints Come Marching In (1923),
- When the Saints Go Marching Home (1927 e finalmente
- When the Saints Go Marching In , pubblicato a Nashville,Tennessee, nel
1927 in un volume di raccolta di Inni Sacri, dal titolo Spirituals Triumphant,
Old and New, a cura di Edward Boatner, che pertanto viene accreditato da
molti Autori come l’ Autore del brano.

Edward Hammond Boatner  (1898–1981) è stato un compositore


Afro-Americano, laureato in Musica e Composizione all’Università di
Chicago, autore di arrangiamenti per concerto di numerosi Spiritual.
È il padre naturale del sassofonista Sonny Stitt. Ampia biografia in :
http://www.afrovoices.com/boatner.html
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INCISIONI PRECEDENTI
Come già detto il disco DECCA di Armstrong del 1938 rappresenta la prima
incisione del brano in stile New Orleans tradizionale rispetto a numerose varie per-
formance di dischi precedenti, tutte eseguite da gruppi in stile religioso (i cosiddetti
Jubilee) ed anche da bluesmen e folk-singers. Ricordiamo alcune performance, assolu-
tamente gradevoli:
- Paramount Jubilee Singers (1923),
prima incisione assoluta del brano, un 78 giri Paramount (cat. 12073A). Anche se
l’etichetta riporta il titolo When all the Saints come marching in, il brano è quello
universalmente conosciuto.
- The Elkins-Payne Jubilee Singers (1924);
- Four Harmony Kings (1924);
- Atlanta’s Wheat Street Female Quartet (1925);
- Bo Weavil Jackson (1926);
- Alexander Deaconess (1926),
- Rev. E.D. Campbell (1927);
- Barbecue Bob Hicks (1927);
- Blind Willie Davis (1928);
- Pace Jubilee Singers (1929);
- Slim Duckett (1930);
- Clara Peach (1930);
- Sanctified Singers (1931).


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DAL 1938 A OGGI


Innumerevoli i musicisti che si sono cimentati sul tema. Nello stesso 1938, dopo al-
cuni mesi, Wingy Manone registrava una propria eccellente esecuzione (primo artista bianco
di rilievo a registrare il brano).

Ricordiamo quindi le pregevoli performance di:

Sidney Bechet, Wild Bill Davidson -1941 Bobby Hackett - 1962


Bunk Johnson - 1944 e 1945 Kid Thomas Valentine - 1967
Wild Bill Davidson, Art Hodes, T. Parenti - 1949 Punch Miller - 1969
George Lewis - 1952 Preservation Hall Jazz Band - 1970
Kid Ory - 1955 (con Billie e DeDe Pierce) - 1973
Louis Prima - 1957 Jack Teagarden, Teddy Buckner - 1976
H. Red Allen, Coleman Hawkins - 1958 Wynton Marsalis - 2013
Rex Stewart, Wilbur De Paris - 1958 Tuba Skinny - 2016
Lionel Hampton - 1961

Senza dimenticare che il brano è stato ripreso in ambito extra-jazzistico an-


che da: Fats Domino, Elvis Presley, Judy Garland, Harry Belafonte, Jerry Lee Lewis,
Bill Haley, Nat King Cole, Bing Crosby, Ink Spots, Peggy Lee; The Beatles, B.B. King,
Bruce Springsteen, Trini Lopez, Yusef Lateef e numerosi altri.
***
Per un motivo assolutamente personale sentimentale mi fa piacere ricordare di avere
registrato The Saints con la prima formazione della New Orleans Jazz Society nel lontano 1964
con Franco Astarita tb, Benito Saviano cl, Franco Saviano bjo, Vito Miccoli dms e il sottoscritto
alla cornetta. (ndA)

https://www.youtube.com/edit?video_id=F4j41IoBPdk
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TESTO
Come in tutti I casi di canzoni popolari non esiste una versione ufficiale del
testo.
Fermo restando lo schema AABA, il testo più comunemente utilizzato fa riferimento a
tutti o a solo alcuni dei versi seguenti, talvolta anche con modifica di singoli verbi e/o
sostantivi.
Oh, when the saints go marching in
Oh, when the saints go marching in
Oh Lord I want to be in that number
When the saints go marching in

Oh, when the drums begin to bang


Oh, when the drums begin to bang
Oh Lord I want to be in that number
When the saints go marching in

Oh, when the stars fall from the sky


Oh, when the stars fall from the sky
Oh Lord I want to be in that number
When the saints go marching in

Oh, when the moon turns red with blood


Oh, when the moon turns red with blood
Oh Lord I want to be in that number
When the saints go marching in

Oh, when the trumpet sounds its call


Oh, when the trumpet sounds its call
Oh Lord I want to be in that number
When the saints go marching in

Oh, when the horsemen begin to ride


Oh, when the horsemen begin to ride
Oh Lord I want to be in that number
When the saints go marching in

Oh, when the fire begins to blaze


Oh, when the fire begins to blaze
Oh Lord I want to be in that number
When the saints go marching in
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A New Orleans si canta anche un versetto “hot”:

I used to have a playmate


Who would walk and talk with me
But since she got religion
She has turned her back on me.

Riportiamo di seguito il testo del brano Boy of New Orleans, cantata da Louis Arm-
strong sulle note di When the Saints.

Oh I was born, long long ago.


July the fourth, 19-0-0.
Back a town, down in Jane’s Alley.
Just a boy from New Orleans.

When I was only, 5 or so.


Down Rampart Street, I used to go.
And I heard the great Bunk Johnson.
Jazz it up in New Orleans.

Right then I knew, that I was born.


Blow that jazz on this ol’ horn.
And I’d make ‘em proud of Louis,
Way down in New Orleans.

And as time went by, I’d join a band.


Spread the sound all around the land.
Went from Beale Street to St. Louis,
Playing jazz from New Orleans.

We blew like mad, back in those days


(We sho’ did)
Speakeasy joints and cabaraets
And there were no prohibitions,
on the jazz from New Orleans.
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Now in Hollywood, I took my place,


With my friend Bing and Princess Grace
This old Satch was really swinging
A star from New Orleans

And then Europe called, and off I went.


And blew across the continent.
I was called the jazz ambassador.
Bringing jazz from New Orleans.

All through the years, I’ve had a ball.


Oh thank you Lord, And I thank you all.
You’ve been mighty good to old Satchmo…yes
This old boy from New Orleans


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ACCORDI
Gli accordi di base sono di estrema semplicità, spesso arricchiti da specifici
passaggi che possano più adeguatamente esaltare lo stile adottato.

Se l’incisione del 1938 lanciata da Armstrong era in Sol, altri musicisti hanno registrato
anche in tonalità differenti.

Ad esempio, con un sintetico riepilogo, ricordiamo che Louis Armstrong nel 1938 suona
in Sol, così pure Wingy Manone.
- Bunk Johnson, Kid Ory, Teddy Buckner con Jack Teagarden, Chris Barber e lo stesso
Armstrong (in alcune sessioni successive) suonano in La bem.
- Sidney Bechet, Kid Thomas Valentine, Henry Red Allen, Turk Murphy e DeDe Pierce e
Wynton Marsalis suonano in Fa
- Lionel Hampton e Louis Armstrong con Peter Davis, suo maestro alla Waif’s Home,
in Mi bem.
- Benny Goodman e Al Hirt in Si bem.
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In sintesi:
When the Saints go marchin’ in

Autore: Edward Boatner, brano pubblicato nel 1927 su un tema derivato da uno Spiri-
tual Afro-Americano di autori sconosciuti.
Prima incisione conosciuta: Paramount Jubilee Singers, novembre 1923 su disco 78 giri
della Paramount (cat. 12073°). Facciata B: That Od Time Religion.
Prima incisione in stile New Orleans : Louis Armstrong & His Orchestra, 13 maggio 1938
su disco 78 giri della Decca. Facciata B: As Long As You Live (You’ll Be Dead If You Die).
Studio : DECCA RECORDS – New York, 50 West 57th Street.
Formazione : Louis Armstrong, tromba & vocal; Shelton Hemphill, tromba; Jack C. Hig-
ginbotham, trombone; Rupert Cole, clarinetto; Charlie Holmes, sax alto; Bingie Madi-
son, sax tenore; Luis Russel, piano & arrang.; Lee Blair, chitarra; Pops Foster, contrab-
basso; Paul Barbarin, batteria.
Durata del brano : 2’.44”
Schema del testo : AABA, cantato secondo lo schema domanda/risposta.
Tonalità : SOL.
Tonalità più diffusa : FA.
Tonalità appresa da Armstrong (Riformatorio della Waif’s Home) : MI bem.
Registrazioni di Louis Armstrong : 57.
Registrazioni di vari musicisti (Armstrong incluso) a tutto il 2017 : 1071.

I vari brani riportati nel testo sono reperibili su YouTube indicando titolo, nome dell’esecutore e anno di
esecuzione.
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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24 Gino Romano

Note
UN REPERTORIO PER L’ EARLY JAZZ
Il jazz, tutto il jazz, è una musica “colta”.
Può essere definita tale, in quanto rispetta i tre principi fondamentali che caratterizza-
no questo aggettivo.
I primi due assolutamente generali, il terzo specifico per chi desìderi essere non solo
fruitore, ma anche attore di questa musica.
I tre princìpi sono:
1) lo sviluppo nel tempo della forma musicale;
2) l’individuazione di soggetti “attori” di tale sviluppo;
3) il grado di “fungibilità” tra esecutori e fruitori.

Chiariamo meglio.
1) Una musica che cambia nel tempo, prende le mosse da intuizioni precedenti rece-
pendole e ampliandole, sviluppa le forme e le strutture da cui deriva, è musica “colta”.
2) Questo tipo di musica, capace di nutrirsi e rigenerarsi di continuo nel tempo, con-
sente di individuare compositori, autori, creatori ecc. che sono stati, sono o saranno i
protagonisti di questo rinnovamento, dando origine a stili, scuole ecc.
Questo criterio, unito al precedente, rafforza il concetto di musica “colta”.
3) Tali competenze saranno relativamente “alte”, nel senso che nel tempo viene svi-
luppato un know-how difficilmente emulabile da chi non è “del mestiere”. Si sviluppa,
cioè, una professionalità specifica, anche per ciascuno degli stili di questa musica e
dell’ ambito temporale di riferimento. Infatti anche uno stile si modifica gradualmente
nel tempo.

Nell’ambito jazzistico bisogna poi fare un “distinguo” in riferimento al repertorio.


In linea di massima è opportuno distinguere i brani i due categorie:
1) brani specifici del jazz (in particolare di un determinato stile e periodo) e
2) gli standard.

I primi sono quei brani nati nell’ambito jazzistico ed eseguiti nello stesso ambito, che
vanno quindi suonati quasi alla lettera, esattamente come un brano di musica classica.
Infatti sono definiti classici. Invece qualsiasi canzone, brano, motivo nato in un altro
ambito (classico, operistico, teatrale, popolare, per film ecc. ), una volta IMPORTATO
nell’ambito del jazz DEVE essere cambiato, trattato, variato, in funzione dello stile pro-
posto, quindi interpretato secondo i canoni dello stile proposto: altrimenti non “suo-
na” jazz.
Quello è uno standard.

Tratto da: G. Romano, The Confederate Jass Band - Guida al repertorio - De Frede, Napoli 2017
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L’AUTORE
Appassionato di jazz dal 1956. Ha suonato la
cornetta in una formazione trad napoletana dal
’62 al ’68, per poi riprendere nel 2011 con due
formazioni: La Confederate Jass Band e la New
Orleans Jazz Society ‘65.

Senza mai tralasciare l’ascolto e la lettura del ge-


nere, ha collezionato un’ ampia discoteca e bi-
bliografia, riferimento essenziale per le sue pub-
blicazioni di saggi sul jazz delle origini e i suoi protagonisti.

È vicepresidente e delegato per la Campania di Hot Jazz Italia.

È fondatore, insieme a Franco Astarita, della New Orleans Jazz Society ‘65.

Ha pubblicato con la casa editrice De Frede:

Jazz Experiences - Microstoria di un gruppo amatoriale traditional - 2011


Jazz Experiences - Alle radici di un inedito: «Jazz in prospettiva» - 2012
Jazz Experiences - New Orleans - Le Brass Band - 2012
Jazz Experiences - New Orleans Revival - 2012
Bix Beiderbecke - Vita discografia, album - 2013
New Orleans Jazz Revival - A short review - 2014
New Orleans Experiences - 2015
Kid Rena - Un protagonista dell’Early Jazz - 2016
The Confederate Jass Band - Guida al repertorio - 2017

Contatti: romanokem@gmail.com
Finito di stampare nel mese di marzo 2018
presso “A. De Frede Editore”
Via Mezzocannone, 69 - Napoli
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