a) La scala maggiore
Nella più lontana antichità , attenendosi a quanto riferisce Boezio, la Lira non aveva altri suoni
che do fa sol do appena sufficienti alla costruzione di qualche rudimentale melodia.
Aggiungendo a questi suoni, altri due intermedi, si ottiene la primitiva scala dei Cinesi e dei
popoli Gaelici, composta da cinque suoni, disposti in cinque modi differenti, nei quali manca il
semitono.
do – re – fa – sol – la – do
do – re – fa – sol – sib – do
do – mib – fa – sol – sib – do
do – re – mi – sol – la – do
do – mib – fa – lab – sib – do
I due semitoni collocati tra il terzo ed il quarto ed il settimo e l’ottavo e il criterio dei suoni
congiunti offrono come risultato la cosiddetta scala maggiore. Noi per comodità e non solo,
indicheremo detta scala con dei numeri: 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 – 7
Un modo facile e istruttivo per scrivere le “alterazioni” in chiave della scala voluta, è quello di
usare la sequenza tono/tono/semitono/ecc. Se scegliamo di scrivere la scala in Re maggiore,
sappiamo che la scala comincia con un Re. La nota seguente sarà un tono sopra: un Mi. La nota
ancora dopo sarà un tono sopra il Mi. Poiché il Fa è solo un semitono più in alto del Mi (sulla
tastiera del pianoforte non c'è un tasto nero tra queste due note) è necessario alzare il Fa e farlo
diventare un Fa diesis per raggiungere la differenza di un tono tra le note. Si può continuare fino
a creare l'intera scala con i diesis (o bemolle, a seconda della scala) al posto giusto. Costruendo
una scala può capitare che, in alcune tonalità ricche di “alterazioni”, grazie alla regola che ne
indica il senso diatonico (ogni nota deve avere un nome diverso), tutte le note sono presenti
nella successione dei suoni. Questo può comportare la presenza del doppio diesis (che viene
scritto con due simboli appaiati, e cioè ##, oppure con il simbolo x), o la presenza del doppio
bemolle (due bb davanti alla nota).Come esempio costruiamo la scala diatonica maggiore di
LA#: alla tonica, cioè LA#, aggiungiamo un tono. Ci troviamo subito alla prima trasformazione
enarmonica, in quanto la nota SI, per essere distante un tono dal LA#, deve avere
obbligatoriamente un diesis, che ne porta il suono coincidente con la nota DO. E siccome
utilizzando su questa nota il nome DO avremmo saltato il nome SI, ecco spiegato il motivo per
cui si deve utilizzare appunto il SI#.Dal SI# avanziamo di un tono, arrivando così al doppio
diesis, e cioè DO## (oppure DOx). Questa nota ha lo stesso suono della nota RE, ma, come
oramai deve essere chiaro, nella scala prende il nome di DO##.Da DO## avanziamo di
1semitono e troviamo quindi RE#... ecc.
I° grado : Tonica
II° grado: Sopratonica
III° grado : Modale
IV° grado: Sottodominante
V° grado : Dominante
VI° grado: Sopradominante
VII° grado: Sensibile
b) Le altre scale
Come e in base a quale criterio possiamo conoscere le altre scale? Il criterio da utilizzare è molto
semplice: i numeri.
La scala maggiore è : 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 – 7
La scala minore naturale per es. è : 1 – 2 – 3b – 4 – 5 – 6b – 7b, quindi il terzo, il sesto ed il settimo
grado abbassati di un semitono. Se il terzo grado, per es., fosse stato do# in questo caso
diventerebbe do naturale; se il sesto fosse stato fa# diventerebbe fa naturale; e se per es. il settimo
grado fosse stato sib diventerebbe sibb(cioè la). Ecco che allora possiamo passare alla formulazione
di tutte le altre scale utilizzando il criterio dei “numeri”.