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REGOLE PER IMPARARE LE SCALE A MEMORIA

Una scala è semplicemente una sequenza di note consecutive (cioè per grado congiunto, senza "salti") che parte
dalla prima nota (la Tonica, che dà il nome alla scala) e percorre tutte le note fino all'ottava superiore (salendo)
o inferiore (scendendo). Sul clarinetto solitamente si eseguono per un'estensione di due ottave. Sulle varie toniche ci
si ferma (nota da 1 quarto) mentre sulle altre note si procede più spediti (note da un ottavo). Per poter eseguire
correttamente una scala bisogna conoscere le alterazioni che ci sono in chiave.
Per prima cosa bisogna perciò conoscere a memoria l'ordine delle alterazioni in chiave:
Diesis ---> FA-DO - SOL- RE - LA-MI – SI
Bemolli ---> SI - MI - LA- RE -SOL - DO-FA
Useremo ora dei piccoli trucchi mnemonici (che non hanno un senso logico rispetto alla teoria musicale ma ...
funzionano!)

SCALE MAGGIORI
Abbiamo 3 possibilità: una scala può non avere alterazioni in chiave, oppure dei bemolli, altrimenti dei diesis.
1° caso Senza alterazioni in chiave siamo in DO maggiore (ricordarselo a memoria!)
2° caso Scale con i bemolli: sono tutte le scale che hanno come tonica (la tonica è la prima nota di una scala, cioè
quella che dà il nome alla scala) una nota bemollizzata. Quindi la scala ha un nome con una nota col bemolle (SI
bemolle maggiore, RE bemolle maggiore, ecc.). REGOLA: il nome della scala è il penultimo bemolle in chiave. C'è una
ECCEZZIONE: Con 1 bemolle (il SI) siamo in FA maggiore (ricordarselo a memoria!)
3° caso Scale con i diesis: sono tutte le rimanenti (non DO maggiore, non FA maggiore, non il bemolle nel nome della
scala) REGOLA: si scende di un semitono diatonico dalla tonica e si trova così l'ultimo diesis in chiave.

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Se ora qualcuno mi chiede "Fammi la scala di LA maggiore", io farò il seguente ragionamento: Non è DO maggiore
(che non avrebbe alterazioni in chiave), non è FA maggiore (che avrebbe un bemolle in chiave), (queste sono le
uniche due da ricordare a memoria senza regole), non ha il bemolle nel nome (sennò sarebbe una scala coi bemolli
on chiave), perciò è una scala con i diesis. Applico la regola dei diesis. Da LA scendo di un semitono diatonico e arrivo
a SOL diesis, quindi il SOL diesis è l'ultimo diesis in chiave. Conoscendo l'ordine dei diesis in chiave posso dire che LA
maggiore ha 3 diesis in chiave: FA - DO - SOL. Sono ora in grado di eseguire la scala.

SCALE MINORI
Ogni scala maggiore ha una sua relativa scala minore con le stesse alterazioni in chiave. La scala minore è costruita
partendo dal sesto grado della sua scala maggiore relativa (es. DO maggiore, il sesto grado, ovvero la sesta nota della
scala, è LA, perciò LA minore è la scala relativa minore di DO maggiore).
Ora siamo in grado di trovare le alterazioni in chiave delle scale minori, passando attraverso le scale maggiori relative
seguendo queste regole:
• Data una scala maggiore, trovo la sua relativa minore scendendo di una terza minore (scendo di un semitono
diatonico e poi di un tono diatonico).
• Data una scala minore, trovo la sua relativa maggiore salendo di una terza minore (salgo di un tono diatonico
e poi di un semitono diatonico).

Es.1 Qual è la relativa minore di FA maggiore? --> Scendo un semitono diatonico da FA (MI), e poi di un tono
diatonico da MI (RE), ecco quindi che la relativa minore di FA maggiore è RE minore. FA maggiore ha un bemolle in
chiave, e quindi anche RE minore.
Es.2 Cosa ha in chiave FA# minore? Trovo la sua relativa maggiore salendo di un tono (arrivo al SOL#) e poi di un
semitono diatonico (arrivo al LA). N.B. sempre intervalli diatonici! LA maggiore è la relativa maggiore di FA# minore.
LA maggiore ha 3 diesis in chiave, e quindi anche FA# minore.
Es. 3 Qual è la scala minore che ha 5 bemolli in chiave? Trovo la scala maggiore con 5 bemolli (la regola del
penultimo bemolle mi dice che è REb maggiore), da qui scendo di una terza minore (muovendomi sulle note della
scala) e trovo SIb. Quindi la mia scala è SIb minore.

Ora siamo in grado di definire le alterazioni in chiave delle scale minori. Dobbiamo però tener presente che esistono
diverse scale minori. Noi studieremo i 3 tipi "classici": la scala minore naturale, la scala minore armonica, la scala
minore melodica. A seconda del tipo dovremmo applicare delle regole aggiuntive per la costruzione delle stesse,
sempre partendo dalla conoscenza delle alterazioni che ci sono in chiave.
• 1° Tipo: SCALA MINORE NATURALE. E' la scala minore con le alterazioni di chiave, senza alterazioni aggiunte.
• 2° Tipo: SCALA MINORE ARMONICA. Oltre alle alterazioni di chiave, ha il settimo grado alzato di un semitono
sia salendo che scendendo.
• 3° Tipo: SCALA MINORE MELODICA. Oltre alle alterazioni di chiave ha il sesto ed il settimo grado alzati di un
semitono. Queste alterazioni però si applicano solo salendo (scala ascendente), mentre scendendo (scala
discendente) le alterazioni aggiunte si tolgono e si applicano solamente le alterazioni di chiave (in pratica
diventa come la scala minore naturale).

Es.1 Scala di MI minore armonica: ha il FA# in chiave (relativa di SOL maggiore).


Scala Ascendente → MI – FA# (in chiave) - SOL - LA – Si – DO – RE# (7° alzato di un semitono) - MI.
Scala Discendente → MI - RE# - DO - SI – LA – SOL – FA# – MI (uguale alla scala ascendente).
Es.2 Scala di SOL minore melodica: ha il SIb e il Mib in chiave (relativa di SIb maggiore).
Scala Ascendente → SOL – LA – SIb (in chiave) – DO – RE – MI (6° alzato, Mib → MI naturale) – FA# (7° alzato) – SOL.
Scala Discendente → SOL – FA – MIb – RE – DO – SIb – LA - SOL.

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Se ora qualcuno mi chiede "Fammi la scala di SI minore melodica", io farò il seguente ragionamento: trovo la relativa
maggiore salendo di una terza minore da SI (salgo di un tono e poi di un semitono diatonico) e trovo RE. Perciò RE
maggiore è la relativa maggiore di SI minore. RE maggiore ha 2 diesis in chiave (vedi scale maggiori). Quindi anche la
scala di SI minore ha 2 diesis in chiave (il FA e il DO).
Siccome devo fare la scala melodica, dovrò alzare il 6° e 7° grado, solo salendo. La mia scala perciò sarà:
SALENDO → SI - DO# (in chiave) - RE -MI -FA# (in chiave) - SOL# (6° grado alzato) - LA# (7° grado alzato) - SI
SCENDENDO → SI - LA (naturale) - SOL (naturale) - FA# (in chiave) - MI - RE -DO# (in chiave -SI.

COSTRUZIONE DELLE SCALE PER IL CLARINETTO


Le scale sul clarinetto si eseguono su due ottave (alcune su tre, dove possibile) con fermata sulla tonica.

Parto dalla tonica (la nota che dà il nome alla scala, che è la prima nota della scala) ed eseguo la scala su due ottave,
con fermata sulla tonica ad ogni ottava, salendo e scendendo. La nota di partenza deve essere la nota più grave a
disposizione sul clarinetto, quindi compresa tra il MI3 (sotto al pentagramma con tre tagli in gola) e il MIb4 (sulla
prima riga). Alcune scale (MI, FA, FA#, SOL) possono, sul clarinetto, essere eseguite su tre ottave (in quanto la grande
estensione del clarinetto lo permette)

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Esempio per una scala di FA (maggiore o minore è lo stesso dal punto di vista dell’estensione, cambieranno però le
alterazioni).
Parto dal FA3, cioè il FA sotto al pentagramma (il FA più grave che ho sul clarinetto, con due tagli in gola ed uno in
testa). Eseguo il FA (col valore di una semiminima, cioè di ¼) e proseguo con tutta la scala (con valori di croma, cioè
di 1/8) fino al FA4 (primo spazio) che eseguirò ancora col valore di una semiminima. Proseguo allo stesso modo fino
all’ottava superiore arrivando al FA5 (sulla quinta riga) che eseguirò con il valore di una semiminima. A questo punto
potrò salire ancora per una ottava fino al FA6 (se sono in grado di eseguire quelle note) oppure scendere, con le
stesse modalità con cui sono salito (tutte crome eccetto le toniche che eseguo come semiminime), fino alla nota di
partenza (il FA3 sotto il pentagramma).

COSTRUZIONE DELLE SCALE PER IL SAXOFONO


Le scale sul sax si eseguono partendo dalla tonica più grave possibile, per tutta l’estensione del sax sia verso acuto
che verso il grave senza fermate sulla tonica.

Parto dalla tonica della scala nel registro centrale, tra il DO4 (DO centrale sulla riga “zero”) al SI4 (SI 3° rigo) ed
eseguo la scala salendo per tutta l’estensione del sax, fino al FA6 o FA#6 (il FA più acuto del sax). Poi scendo fino al
SI3 o SIb3 (il SI più grave del sax). Arrivato al Si (o SIb a seconda della scala) risalgo fino ad incontrare nuovamente la
tonica da cui ero partito. L’esecuzione è “senza fermate”, cioè non ci si ferma, come per il clarinetto, sulle varie
toniche ma si eseguono tutte le note con la stessa durata (es. tutte crome o tutte semicrome).

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Esempio per una scala di MI (maggiore o minore, è lo stesso dal punto di vista dell’estensione, cambieranno però le
alterazioni)).
Parto dal MI primo rigo, salgo fino al FA#6 sopra al pentagramma (ultima nota acuta del sax, sopra al pentagramma
con 3 tagli in collo), scendo fino al SI sotto al pentagramma (ultima nota grave del sax) e risalgo fino al MI primo rigo
(da dove ero partito). LA scala si esegue due volte, la prima volta legata e la seconda volta staccata.

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