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MENSILE DI ATTUALIT ECONOMIA INCHIESTE OPINIONI E CULTURA DA BRESCIA E DAL MONDO

N. 3 DEL 2013 - APRILE 2013 - 2,50 1

Francesco Bedussi Paolo Bedussi Dario Daverio giuseppe Pasini

PENSiEri Di

BoNoMEtti For PrESiDENt

SantEufemia rezzato

StraDE E QuartiEri HiNtErlaND

calvisano ghedi gottolengo leno

viaggio iN ProviNcia

ProStituzioNE tra lEgalit E illEgalit SPEcialE EcoNoMia


infrastrutture e innovazione

Dal Medio Ego al Nuovo Evo


Prodotto & mercato | BsNews.it | Strategia dimpresa | Bacheca | Qui e l | Pelo e contropelo | Whatsup |

12/DODICIMESI
aprile 2013 NUMERO 3 RIVISTA MENSILE 2,50

12/DODICIMESI
SOMMARIO RUBRICHE
7 8 11 15 19 23 25 63 66 73 74 laperitivo leditoriale opinioni PRODOTTO & MERCATO STRATEGIA DIMPRESA il LAVORO bacheca TU E IL FISCO PELO E CONTROPELO GENTILE FARMACISTA qui & l

VIALE DUCA DEGLI ABRUZZI, 163 25124 BRESCIA . ITALIA T. +39 030 3758435 F. +39 030 3758444 www.dodicimesi.com redazione@dodicimesi.com DIRETTORE RESPONSABILE GIORGIO COSTA DIREZIONE@EDIZIONI12.IT COORDINAMENTO DONATELLA CAR DONATELLA.CARE@DODICIMESI.COM HANNO COLLABORATO Stefano Anzuinelli, Davide Bacca, Luce Bellori, Elisabetta Bentivoglio, Elizabeth Bertoli, Alberto Bertolotti, elisa bettini, Silvio Bettini, raffaella bondio, Donatella Car, Alessandra Cascio, Alessandro Cheula, Mario Conserva, Bruno Forza, Lorenzo Frizza, Emanuela Gastaldi, Rolando Giambelli, Roberto Giulietti, Immanuel, Ferdinando Magnino, Alessia Marsigalia, Enrico Mattinzoli, Fedele Morosi, Giorgio Olla, Antonio Panigalli, Irene Panighetti, Francesco Rastrelli, Libero Rosellini, Massimo Rossi, Rosanna Scardi, Giordana Talamona, Donatella Tiraboschi, Alessandra Tonizzo, Andrea Tortelli, Camilla Zampolini. EDITORE EDIZIONI 12 SRL VIALE DUCA DEGLI ABRUZZI, 163 25124 . BRESCIA . ITALIA REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI BRESCIA N. 52 DEL 24/11/2008 IMPAGINAZIONE SALES SOLUTIONS SRL FOTOGRAFIE Archivio Sales Solutions, Umberto Favretto Agenzia Reporter, Rolando Giambelli Il Fotogramma, Patrick Merighi Brescia in Vetrina, Cristina Minini STAMPA stilgraf . BRESCIA . ITALIA PUBBLICIT Sales Solutions Srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 25124 Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 segreteria@salesolutions.it abbonamento annuale 30 tramite bonifico bancario indicando nella causale abbonamento annuale 12 Mesi e nome dellabbonato iban: it 07 R05116 11201 000000027529 per ricevere la pubblicazione, insieme al bonifico sar necessario inviare una mail (abbonamenti@dodicimesi.com) o un fax (al n. 030.3758444) indicante, oltre al nome dellabbonato, lindirizzo al quale inviare la rivista e un numero di telefono

speciale economia
infrastrutture e innovazione

PENSIERI DI
12 giuseppe pasini: allearsi per non morire 16 dario daverio: cos si combattono mafia e contrabbando 20 Francesco e paolo bedussi: lavoriamo duro ma con soddisfazione

INCHIESTA
prostituzione tra legalit e illegalit

P. 59

politica
27 dal medio ego al nuovo evo (apartitici, non apolitici)

territorio
36 strade e quartieri: santeufemia 38 hinterland: rezzato

altro
69 www.bsnews.it: il sondaggio il risparmio passa dai fornelli 77 costume e societ: il riuso fa tendenza 78 whats up? s, viaggiare 80 farmacisti in prima linea per un uso pi corretto dei farmaci

viaggio in provincia
la bassa bresciana, tutti i colori della terra

P. 42

Questo periodico associato allUnione Stampa Periodica Italiana

12DODICIMESI MENSILE DI ATTUALIT ECONOMIA INCHIESTE OPINIONI E CULTURA DA BRESCIA E DAL MONDO

La tua azienda e la Provincia di Brescia per il rilancio delleconomia: insieme facciamo la parte del leone

La Provincia di Brescia e le aziende del suo territorio danno vita al marchio Made in PROVinCia di BResCia.

La campagna associativa gi partita: aderisci.


Ecco alcune delle opportunit di SviLuppo, promozionE, SoStEgno:

accesso ad incentivi e sostegni economici tesi alla valorizzazione delle risorse aziendali importante campagna pubblicitaria presso i consumatori costituzione di reti di imprese e di programmi di attivit comuni e condivisi attivit di promozione nei mercati locali, nazionali e internazionali

per informazioni e adesioni:

www.provincia.brescia.it

L/ APERITIVO
di GIORGIO COSTA

Fate quel che faccio, non fate quel che dico


Mio padre era un uomo taciturno. Non burbero, anzi amava molto lallegria, ma era stato segnato dalla vita. Le pesanti difficolt economiche dellinfanzia, la guerra in Africa, lemigrazione nel 55 dal Sulcis allalta Val Trompia, avevano mutato il suo carattere. Grazie alle sue capacit professionali e a grandissimi sacrifici port la sua famiglia, tra cui ovviamente il sottoscritto, a un benessere economico nella media dellepoca, se non addirittura superiore. Eravamo alla fine degli anni 60 ed io, studentello diciottenne, tornavo a casa tutti i giorni riversando fiumi di politica sul mio disincantato genitore. Sopport per molto tempo finch un giorno, guardandomi contrariato, disse: Giorgio, tu parli troppo. Non conta quello che dici, conta solo quello che fai. Ammutolii di colpo, umiliato e confuso. In quel periodo, infatti, pensavo che dibattiti e discussioni rappresentassero lessenza della vita e che le azioni di una persona fossero insite nelle parole che pronunciava. Quindici anni dopo nacque mia figlia. Dopo poco tempo, la gioia di tenere in braccio quellesserino donatomi dal Signore fu turbata dalla preoccupazione

di non essere in grado di darle unadeguata educazione. Decisi di parlarne con Marco, frate francescano mio coetaneo, responsabile di un seminario in citt. Dopo aver ascoltato i miei dubbi, Marco, con tranquillit e competenza, mi disse: Leducazione non si spiega, si apprende con lesempio. Tua figlia si former con lesempio che tu e tua moglie le darete. Sono passati quasi trentanni e oggi so che mio padre e Marco avevano ragione. Contano le azioni e non le parole, se vuoi essere seguito devi dare lesempio. Oggi osservo sconsolato il dibattito pubblico, sento parole che non contano, guardo esempi riprovevoli. Mi domando come questa scellerata classe dirigente possa ancora pensare che gli italiani debbano fare quello che loro dicono e non quello che loro fanno. Un mio amico imprenditore mi ha raccontato questo fatto che, purtroppo non uno scherzo: La scorsa settimana guardavo i miei dipendenti che facevano il corso per la sicurezza della postura sul posto di lavoro. Un corso di 8 ore per 174 dipendenti = 174 giorni uomo. E per dire cosa? Come si sta seduti. Praticamente quasi niente, sono partiti dalluomo delle caverne, per passare allhomo sapiens e poi finire alla spiegazione di come fatta la spina dorsale.... 174 giorni di lavoro in meno rispetto a certi miei concorrenti esteri? E perch? Perch continuano ad esserci leggi ad personam (ma non per Silvio stavolta..), per persone alla ricerca di inventarsi un lavoro a discapito del Paese che produce... davvero. E loro parlano, parlano. Parlano di come reperire risorse. Eccone una di risorsa che non costerebbe niente alle casse dello Stato se venisse tolta. Come molte onerose adempienze aziendali sulla privacy, per non parlare di altre decine di analoghe normative, inutili, pleonastiche, borboniche, antistoriche e strumentalmente astruse ed intricate. Ma per toglierle bisogna fare, e loro preferiscono parlare. Fino a che gli italiani, seguendo il loro esempio, incominceranno a parlare e smetteranno di fare.

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L/ editoriale

L/ editoriale

aib Bonometti for president


Quando, il 5 dicembre scorso, Bsnews ha lanciato le primarie dellAIB, le reazioni furono, nel migliore dei casi, di sufficienza. Fummo anche accusati di intrusione in fatti privati, o, pi volgarmente, di essere strumentalizzati da piccoli interessi personali di qualche non meglio identificata eminenza grigia, e di voler fare una velleitaria prova di forza con la pi potente associazione privata della nostra provincia. Tutto ci nonostante, avessimo scritto pi e pi volte, nei mesi e negli anni precedenti, su Dodicimesi e Bsnews, che la distanza tra la cosiddetta Societ Civile e la dirigenza, non solo della politica, ma anche dellassociazionismo, stava diventando incolmabile, e che la rappresentativit fosse ormai un fantasma dei principi fondanti della generalit delle associazioni di categoria. Abbiamo sentito vacui ed inascoltati proclami, sia da parte di organismi nazionali, sia locali, lanciati alle Istituzioni da chi, a sua volta, non recepiva i messaggi gridati dalla propria base. Nel gennaio scorso abbiamo offerto la nostra collaborazione alla dirigenza dellAssociazione industriale Bresciana, per individuare la volont della maggioranza degli iscritti nella scelta del proprio presidente, perch questo era il nostro vero obiettivo, non spingere un candidato rispetto ad un altro (Bonometti non era stato neanche proposto, nel sondaggio di Bsnews). La risposta fu un secco rifiuto. Lo subimmo con rammarico, convinti che, senza un radicale cambiamento, la prima vittima sarebbe stata proprio lAssociazione Industriale Bresciana, verso la quale parte importante degli iscritti manifestava ormai insofferenza o indifferenza. Oggi, il nostro sondaggio si rivelato corretto, affidabile e trasparente e, pur senza alcuna velleit scientifica, si dimostrato, assolutamente corrispondente alla realt. Nellultimo periodo Bsnews, ha scelto di astenersi dal dibattito, perch il contributo alla volont di cambiamento, espressaci con passione dai nostri lettori, era compiuto. Abbiamo letto con interesse gli articoli pubblicati sulle altre testate, apprezzando limparzialit e la professionalit di alcune e la mancanza di visione di altre che, fino allultimo, negavano levidenza dello tzunami che era gi arrivato. Il nostro obiettivo , e sar sempre, quello di intuire e di comprendere la volont della Societ e dei nostri lettori, e di essere un tramite con chi li rappresenta. Senza timore, perch chi interpreta la volont di tanti , diversa da quella di pochi noti, non sbaglia mai. La designazione di Marco Bonometti non rappresenta una vittoria di Bsnews, n di fantomatici burattinai che evoca chi non sa guardarsi attorno e non sa percepire il cambiamento, ma una vittoria di Brescia, della sua grande imprenditoria, che lotta per sopravvivere e guardare avanti, in Italia e nel mondo. Ed anche di tutti i cittadini e delle Istituzioni che li rappresentano, che nellAssociazione Industriale Bresciana potranno di nuovo vedere una risorsa collettiva, un fattore di prosperit e di benessere, una opportunit per i giovani e per il loro futuro. Giorgio Costa

LA BIOGRAFIA del cambiamento

arco Bonometti un bresciano doc. Uno di quelli che, se gli domandi cosa ha fatto nella vita, ti risponde senza imbarazzo: Ho lavorato, e basta. Nato a Brescia il 6 settembre del 1954, il presidente di Omr si laureato in Ingegneria meccanica al Politecnico di Milano. E gi da giovane ha dovuto prendere in mano le redini dellazienda di famiglia - fondata dai fratelli Tirini nel 1919 - a causa della prematura morte del padre, scomparso quando aveva soltanto 23 anni. Nellarco dei decenni, i fatturati delle sue Officine Meccaniche Rezzatesi - che producono componentistica per autoveicoli e riforniscono la Ferrari dal 1978 - sono passati velocemente da poche centinaia di migliaia di vecchie lire a oltre mezzo miliardo di euro. Oggi le sue aziende danno lavoro a quasi 3mila famiglie e contano dodici stabilimenti in tutto il mondo, di cui quattro tra Marocco, Brasile, India e Cina. Ma Marco Bonometti - con il successo mondiale - non ha perso lamore e la gratitudine per la terra che gli ha dato i natali. N ha ceduto alla tentazione di portare tutto in qualche paese emergente, dove tasse e vincoli burocratici sono decisamente inferiori. Anzi: limprenditore ha recentemente investito ben 40 milioni di euro nella sua Rezzato. Perch allItalia Bonometti ci crede ancora. Ma allItalia delleconomia reale, precisa subito, non a quella della finanza o agli astrologi delle agenzie di rating. Lelenco degli incarichi e dei consigli di

cui Bonometti stato parte lunghissimo. E comprende, tra laltro, Camera di Commercio, Pro-Brixia, In.Tec., Finlombarda, Museo Mille Miglia, Fondazione Comunit Bresciana, Csmt, Villa Gemma Spa, Dominato Leonense e Coxa Spa. In Aib stato presidente del gruppo giovani dal 1985 al 1988 e vicepresidente dellassociazione dal 1991 al

1993. Dal 2009 presidente di Banca Santa Giulia. Dal 2011 anche uno dei principali sostenitori della societ di pallanuoto An Brescia, sua grande passione. Un curriculum lunghissimo, che lo scorso maggio lo ha portato a essere insignito dellonorificenza di Cavaliere della Repubblica da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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/OPINIONI

WORLD WATER-DAY
Il 22 marzo scorso, in occasione della Giornata Mondiale dellAcqua 2013, promossa dallUnesco, la fondazione Barilla for Food & Nutrition (www.barillacfn.com) ha realizzato una interessante iniziativa sul web e sui canali tradizionali per suggerire scelte consapevoli per un uso pi responsabile di questa fondamentale risorsa per luomo e per il pianeta. Liniziativa ha contribuito anche alla diffusione di un interessantissimo volume dal titolo Lacqua che mangiamo. Cos lacqua virtuale e come la consumiamo, edito da Edizioni Ambiente, a cura di Marta Antonelli e Francesca Greco, entrambi dottorande del professor Tony Allan (ideatore del concetto di acqua virtuale e vincitore dello Stockolm Water Prize) presso il Kings College di Londra. Interessante anche la lettura delle varie prefazioni, tra le quali quella di Guido Barilla che scrive: Tutti sappiamo che lacqua indispensabile per la vita. La diamo quasi per scontata. Una risorsa apparentemente inesauribile, che costa pochissimo. meno noto che per fare qualunque prodotto, commestibile o non, serve una grande quantit dacqua. La stragrande maggioranza dellacqua che utilizziamo e che spesso sprechiamo non serve per bere, per farci la doccia o per lavarci i denti, serve per tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto, soprattutto per produrre il cibo del quale ci nutriamo. Da ci discende che le abitudini alimentari delle persone possono avere un impatto rilevante sulla disponibilit delle risorse idriche. Basti pensare che, se tutti gli abitanti del pianeta adottassero il regime alimentare medio dei Paesi occidentali, caratterizzato da un elevato consumo di carne, sarebbe necessario un incremento del 75% dellacqua utilizzata attualmente per produrre cibo. Se non cambieranno le nostre abitudini, la domanda idrica destinata a crescere progressivamente, con il rischio che in futuro lacqua sar pi scarsa e pi cara del petrolio. Con queste premesse, diventa fondamentale approfondire il tema dellacqua per comprenderlo meglio, come viene fatto nel libro Lacqua che mangiamo. importante divulgare i contenuti elaborati in ambito scientifico a tutti i soggetti che, a livello politico, economico, sociale o culturale, affrontano il tema del rapporto con le risorse finite del pianeta. Il sapere scientifico nel campo della gestione delle risorse naturali deve tradursi in ricadute concrete sul piano dei sistemi produttivi. I casi studio che arricchiscono il volume sono efficaci testimoni di un rapporto fecondo tra ricerca e innovazione nelle filiere. Il World Water Day 2013 ha lanciato lo slogan Water, water everywhere, only if we share. Tra le cose che fondamentale condividere affinch lacqua sia ovunque e per tutti, c la conoscenza. Il sapere sullacqua, come quello sul cibo e sulla salute delluomo e dellambiente, deve essere patrimonio diffuso a qualsiasi livello e in qualsiasi luogo.

Uso dellacqua dolce nei Paesi sviluppati e in via di sviluppo


Industria America del Nord America del Sud Europa Africa Asia Oceania 48,0% 10,3% 52,4% 7,3% 5,5% 11,4% Agricoltura 38,7% 70,7% 32,4% 84,1% 87,6% 81,3% Domestico 13,3% 19,0% 15,2% 8,6% 6,9% 7,3%
Fonte: FAO water

di ANTONIO PANIGALLI

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/pensieri di

/pensieri di
blemi nuovi occorre dare risposte nuove, come a questioni strutturali occorre rispondere con rimedi altrettanti strutturali ossia permanenti. La risposta deve essere continentale, ma noi dobbiamo cominciare da casa nostra. Come? Alleanze e cooperazione per razionalizzare lofferta, sia nella forma di accordi settoriali mirati, sia nella forma delle combinazioni, cio delle aggregazioni e fusioni, societarie. stato la colonna sonora dellultima edizione di Made in Steel. Un messaggio di fondo che questa volta ha assunto lurgenza di un imperativo, non pi di un mero auspicio. Aggregarsi per non morire. Ma se non razionalizziamo i comparti produttivi con una seria politica di cooperazione siamo destinati a soccombere. Sfruttiamo gli impianti al 55-60% delle capacit, il che significa una graduale ma inesorabile scomparsa dal mercato. Prima che questo succeda dobbiamo darci una mossa. Tutti, o quanto meno coloro che per dimensioni e mercato hanno maggiori responsabilit. Entro quanto tempo? Due-tre anni al massimo, crisi permettendo, cio ammesso che possiamo ancora pilotare la recessione in atto con i metodi ordinari, e sperando che la situazione non precipiti ulteriormente. Questo per quanto riguarda il cosiddetto fronte esterno alle aziende, le alleanze cooperative. Ma c anche un fronte interno da seguire, come ha ricordato il nostro presidente, dentro le nostre aziende. Ovvero? Dovremo passare attraverso altri step, cose gi note e gi affrontate dalle aziende siderurgiche, ma che richiedono un plus di accelerazione nella innovazione produttiva, che nel tondo non pu che essere soprattutto innovazione di processo, e nella sostenibilit ambientale. Ripeto, si tratta di problemi in gran parte da tempo allordine del giorno, ma che potrebbere essere meglio risolti con una condivisione degli obiettivi e degli investimenti scaturita da un percorso virtuoso di cooperazione e aggregazione. Recuperare, o rispolverare, il progetto di cinque anni fa con Alfa Acciai, Ferriera Valsabbia e Ferriere Nord di Osoppo? Non le pare che dopo lacquisizione della Leali da parte degli americani tale obiettivo sia ancora pi necessario, dal momento che un competitore attrezzato si affaccia sullo scenario locale? La Leali, come lei sa, era una opportunit che noi avevamo valutato con attenzione attraverso una due diligeance molto dettagliata che prevedeva, tra laltro, una governance secondo noi altrettanto adeguata. Lacquisizione purtroppo tramontata. Per quanto riguarda il vecchio progetto di concentrazione cui lei ha fatto ha fatto riferimento, nulla vieta che si possa riprendere il cammino laddove stato interrotto. Un impegno? O meglio un augurio? Fino ad oggi siamo rimasti competitivi nonostante tutte le difficolt, basti pensare a quella pi pesante quale il differenziale di costo energetico rispetto ai nostri concorrenti europei. Sono convinto che rimarremo ancora competitivi. Per farlo dobbiamo cambiare passo. Se lelettrosiderurgia bresciana vuole sopravvivere deve rompere il tab e cominciare a lavorare insieme; un passo difficile ma inevitabile, per il semplice fatto che non ci sono pi alternative. Ha ragione Stabiumi: i consumi non torneranno pi quelli di prima, la razionalizzazione e la concentrazione del settore sono necessarie. Anzi obbligate, come dice Ruggero Brunori. Oggi molto pi di ieri.

PASINI

ALLEARSI PER NON MORIRE


La siderurgia bresciana, come quella italiana e pi di quella europea, ha di fronte a s un imperativo ineludibile: cooperazione e combinazioni societarie. In una parola: concentrazione. Lalternativa la scomparsa.
di Alessandro Cheula

stato il primo, nel lontano 2002, esattamente undici anni fa allepoca del suo insediamento come presidente di Federacciai, a parlare pubblicamente e ufficialmente di aggregazioni nel settore siderurgico. Appello accolto con benevola sufficienza, per non dire incredulo scetticismo, dai suoi colleghi dellacciaio, soprattutto bresciani, destinatari privilegiati dellinvito. Proposta che cadde nel vuoto per alcuni anni, salvo essere ripresa nel 2008 da tre imprenditori di casa nostra oltre a Pasini di Feralpi anche Stabiumi-Lonati di Alfa Acciai e Brunori della Ferriera Valsabbia e da un imprenditore friulano, Andrea Pittini di Udine. Questultimo pi convinto e determinato di tutti della necessit di aggregarsi per far fronte a una crisi che nellacciaio dei prodotti lunghi, tondo in particolare, pi che da calo della domanda era allora generata dalleccesso di offerta (il calo della domanda, aggravata dalla concorrenza asiatica, si aggiunto dopo, portando alla ribalta come non mai in passato il problema della sovrapproduzione, conseguenza diretta delleccesso di capacit produttiva installata). Si arriva cos alla primavera del 2013 quando, in occasione del Made in Steel, la fiera dellacciaio di matrice bresciana tenuta per la prima volta a Milano, il tema

delle alleanze, non solo in forma di cooperazione per razionalizzare ma pure in forma di aggregazioni per fondersi, torna prepotentemente e urgentemente alla ribalta. La ragione semplice, come hanno evidenziato Gozzi, Pasini e il commissario Ue Tajani nei discorsi di apertura: recessione economica generale e, allinterno di questa, volumi in calo, concorrenza asiatica, sovracapacit produttiva che ha raggiunto livelli di guardia. Insomma: cambiare per non morire. E cambiare in fretta. Ci vale pi per i lunghi (forno elettrico) che per i piani (altoforno). Dunque prima di tutti per i bresciani. a questo punto che ci siamo rivolti a Giuseppe Pasini, presidente di Feralpi e past president di Federacciai. daccordo con Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, quando nellera dei computer e dellinformatica dice che il destino dellEuropa ancora legato allacciaio? Certamente: lacciaio, come ha detto anche il commissario Ue, Antonio Tajani, lo strumento con cui stata costruita lEuropa, non solo quella geo economica della seconda met del secolo scorso ma anche quella attuale, lEuropa geopolitica dei giorni nostri. Il destino della siderurgia il destino dellEuropa stessa. Non una visione arretrata, un evidente dato di fatto: per ci noi affermiamo che senza una politica industriale conseguente, a livello europeo come

italiano, non si esce dalla crisi. Non questione di assistenzialismo, ma di fare scelte incisive e risolutive di politica industriale. Ecco perch annettiamo grande importanza a quanto si decider a Bruxelles il 5 giugno prossimo, quando la Commissione europea presenter il nuovo piano dazione per lacciaio. Un altro piano Davignon come negli anni Settanta, con i relativi smantellamenti incentivati vale a dire assistenzialismo? Allora cera la Ceca, che nei suoi cinquantanni stata uno straordinario veicolo non solo di politica industriale ma anche garanzia di pace, poich la pace continentale, dopo secoli di guerre inter-europee, cominciata quando sono stati messi sotto controllo i due principali strumenti di guerra: il carbone e lacciaio, appunto. Ecco perch diciamo che lEuropa unita nata sullacciaio. Davignon salv la siderurgia europea trentanni fa facendo leva su una modernizzazione basata su due componenti: meno produzione e pi aiuti allinnovazione. Oggi lo scenario cambiato. LUnione europea ha una sovracapacit produttiva, di circa 50 milioni di tonnellate annue su 210 milioni, quasi due volte la produzione annua italiana. Come rispondere? Nei prossimi anni per noi sar impossibile continuare a produrre come oggi 27 milioni di tonnellate. La domanda non assorbe pi questa offerta. A pro-

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PRODOTTO&MERCATO

LA/RUBRICA
maggiori potenzialit di crescita. il caso della Russia dove, a causa di complessit burocratiche, la quota di mercato italiana scesa dal 28,8% del 2011 a 25,2% nel 2012; oppure del Brasile sceso dal 13,7% all11,9% nello stesso periodo. D poi da pensare anche il mercato cinese, dove su 100 bottiglie importate, 6 sono italiane e 55 sono francesi. In parte il problema pu essere ricondotto, come purtroppo da noi capita fin troppo frequentemente, alle dimensioni dimpresa: il nostro sistema produttivo conta 250mila viticoltori, 60mila produttori e 8mila imbottigliatori, ma nel 2012 solo 30 di queste imprese hanno fatturato pi di 50 milioni di euro e, guarda caso, queste 30 imprese da sole si sono aggiudicate il 40% della nostra quota di export totale, lasciando briciole alle migliaia rimanenti. Probabilmente la maggioranza delle aziende di piccole e medie dimensioni non ha la disponibilit finanziaria per sviluppare modelli di distribuzione e comunicazione al passo con i tempi e forse nemmeno la possibilit di investire in risorse di marketing per riuscire in quei mercati, quello cinese ad esempio, caratterizzati da un basso livello di educazione eno-gastronomica e quindi pi facilmente condizionabili, a differenza di quanto hanno fatto per esempio i francesi, che da anni ne hanno compreso la necessit e operano, in quei paesi, con investimenti massicci. Va da s che anche in questo settore la piccola media impresa, da sempre ossatura e vanto della nostra economia, si dimostra inadeguata a reggere la competizione globale. Una ulteriore riprova, qualora ce ne fosse bisogno, che il modello del piccolo bello un modello definitivamente tramontato.

Piccolo bello
Per superare la desolante percezione di un paese allo sbando, il nostro, cos come appare dai giornali e dallanalisi dei principali opinionisti di politicoeconomica, non resta che scavare a fondo per cercare di individuare quei settori di eccellenza che ancora esistono, o meglio resistono alla crisi. Tra questi brilla senzaltro lindustria vitivinicola italiana che mostra un fatturato complessivo 2012 in aumento del 6,9% sul 2011, investimenti in crescita del 10,3%, e, altrettanto importante, genera occupazione al ritmo del 2,6% annuo, non male di questi tempi. Insomma, nel 2012 lindustria del vino sembra aver reagito alla crisi molto meglio di altri settori e lo ha fatto con numeri di tutto rispetto: oltre 8 miliardi di euro di fatturato dei quali pi del 56%, 4,5 miliardi circa, destinati allesportazione a fronte di un import inferiore a 300 milioni; generando, quindi, un contributo attivo alla nostra bilancia di pagamenti superiore a 4 miliardi. Ma andando oltre la cruda analisi dei numeri anche importante osservare come i risultati siano giunti allinterno di uno scenario macroeconomico europeo caratterizzato da consumi in costante e strutturale diminuzione, meno
Mercati di sbocco Usa Regno Unito Germania Canada Cina
eir un marchio

MA NON TROPPO
2% nellultimo biennio; solo nel nostro paese, per storia e tradizione il secondo maggior consumatore di vino al mondo dopo la Francia, si sono bevuti quasi 10 milioni di ettolitri in meno negli ultimi 5 anni e la produzione scesa tra il 2011 e il 2012 di quasi 3 milioni di ettolitri. Unindagine di Wine Monitor, condotta su un campione significativo di imprese italiane, dimostra che il 44% delle aziende ha evidenziato risultati negativi allinterno dei confini nazionali, cifra che sale al 53% per le imprese pi piccole, quelle che fatturano meno di 2 milioni. Per fortuna altri paesi apprezzano sempre di pi il nostro vino, la spinta generalizzata alla globalizzazione ha coinvolto da tempo anche questo mercato: paesi tradizionalmente dediti al consumo di altre bevande si stanno progressivamente convertendo ai rossi, ai bianchi e ai rosati. Il risultato che, sebbene Francia, Stati Uniti e Italia detengano tuttora il primato di maggiori consumatori mondiali, negli ultimi 15 anni il consumo di vino in paesi come Cina, India, Russia, Nuova Zelanda cresciuto a un ritmo superiore al 100 per cento. Proprio qui sta il limite: le nostre imprese non hanno saputo imporre la loro presenza nei mercati emergenti, quelli con le
2012/11 5% 4% -7% 3% 10% 18% 1% 10%

Ci sono cose che vorresti durassero per sempre.


A

consumi 2012 (quantit) 5.059 5.004 3.034 1.976 1.580 1.546 1.189 1.049

19,95 EURO
AL MESE

ADSL 7 MEGA

800 595 000

W W W.EIR. NE T

Giappone Svizzera Russia

di silvio bettini
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/pensieri di
Dario Daverio, volontario presso una comunit di recupero, ha un punto di vista e una proposta originali per affrontare in maniera efficace il problema droga.
altri, e a confrontarsi in modo chiaro ed onesto. E poi? La seconda fase prevede il lavoro sulle cause che hanno spinto la persona alla droga. Si ripercorre la storia familiare, perch nella stragrande maggioranza dei casi il problema nasce in famiglia, da rapporti difficili e sbagliati con i genitori. Si tratta di un anno di lavoro dolorosissimo perch si vanno a toccare cose che il tossicodipendente ha sempre voluto nascondere proprio tramite luso delle sostanze. La famiglia viene coinvolta in questo processo? S, sia separatamente sia con alcuni incontri con i ragazzi. I genitori si rendono cos conto di quello che non ha funzionato. grazie alla terapia che il genitore riesce a riconoscere dove e perch ha sbagliato, anche se ci avvenuto per il bene del figlio. Questo ci che propone la comunit terapeutica dove lei presta la sua opera. Ma dopo aver capito come si pu intervenire, bene fare un passo indietro e fare chiarezza sulle definizioni, poich spesso non c una netta distinzione tra droghe e farmaci, tra tipi di sostanze e situazioni che nuocciono e generano dipendenza: per lei cosa si pu definire droga? Qualsiasi sostanza che va ad interferire nei nostri sentimenti, modificando il rapporto tra emotivit e ragione. Quindi alcol e gioco dazzardo inclusi. Io non faccio distinzione tra droghe cosiddette leggere e pesanti; la differenza sta nelle reazioni che provocano le varie sostanze: alcune sono socialmente pi accettate di altre, ma per me non ci sono distinzioni, tutte alterano la persona. E adesso una valutazione sulla situazione italiana... Fallimentare: anni di proibizionismo ambiguo non hanno portato a risultati positivi, ma solo a un dispendio di risorse. Il numero di coloro che si rivolgono ai Sert per aiuto molto ridotto rispetto alle persone che fanno uso di sostanze. Perch? Per un tossicodipendente difficile riconoscersi tale o ammettere di aver bisogno di aiuto. Il proibizionismo allitaliana non produce risultati. Gli unici dati certi vengono dallanalisi delle acque reflue, da cui si evince, per esempio, che il consumo quotidiano di cocaina della citt di Milano superiore a quello di Svezia o Norvegia. Cosa intende per proibizionismo allitaliana? Un pasticcio, perch si tollera luso personale e si condanna lo spaccio. O si accetta del tutto o si proibisce del tutto.

/pensieri di
a prezzi inferiori molto vantaggiosi per gli utenti. In tal modo si eliminerebbero il contrabbando e le mafie. Un chilogrammo di cocaina in Colombia, in strada, costa 1.000 dollari, a Milano, al dettaglio, costa dagli 80 ai 100.000 euro: questo fa capire quali margini si ottengono attraverso lo spaccio. Con la mia proposta le mafie perderebbero miliardi di euro in pochi mesi!. Ci spieghi meglio: in tal modo una persona potrebbe rifornirsi al Sert e poi, invece di usare la droga, rivenderla No, perch la sostanza sarebbe venduta in apposite bustine con timbro e segni di riconoscimento, con tre giorni di tempo per essere consumata. Se dopo tre giorni certificati dalla data sulla bustina vieni trovato con quella droga sei messo in carcere dove stai almeno per 5 anni. I vantaggi sarebbero moltissimi: lo Stato prenderebbe in mano il controllo della situazione, avrebbe una mappa delle persone che si drogano, saprebbe chi sono e cosa fanno. Inoltre risparmierebbe un sacco di soldi, in termini di personale e risorse di polizia e di tribunali. Anche il tossicodipendente avrebbe solo vantaggi: a fronte della scocciatura di presentarsi al Sert con documenti e farsi schedare, avrebbe droga sicura, a costo inferiore, con possibilit di ricevere assistenza sanitaria e soprattutto psicologica oltre a raccogliere i fondi necessari per una vera azione di prevenzione ed educazione nelle scuole. Questi i possibili pro. E gli svantaggi? Pochi, anzi, nessuno, se non riconoscere il fallimento delle politiche tenute fino ad ora. E poi lo Stato dovrebbe cambiare le sue leggi: il mio modello funziona solo se accompagnato da una giurisdizione assolutamente repressiva e una politica di recupero e prevenzione efficace e seria volta a ridurre drasticamente il malessere e quindi la domanda. Insomma, lunico rischio che un tale modello venga gestito allitaliana....

di Irene Panighetti

l primo passo riconoscere che il problema droga esiste e che il modello italiano non ha funzionato. Poi si possono studiare le proposte di Stati esteri o di singole persone, come Dario Daverio, imprenditore bresciano e volontario presso una comunit di recupero: da questa sua decennale esperienza deriva la titolarit per avanzare proposte. Prima di entrare nel merito del suo modello, ci spiega come funziona la comunit terapeutica presso la quale opera?

Secondo lanalisi delle acque reflue, il consumo quotidiano di cocaina della citt di Milano superiore a quello di Svezia o Norvegia
Lei cosa proporrebbe? Io sono per un proibizionismo vero, con leggi rigide che colpiscano severamente con anni di carcere chi viene trovato con una qualsiasi quantit di droga. Ma a questo va affiancato un modello che superi i Sert. Io propongo che lo Stato venda la droga in modo controllato, auto producendo le sostanze: quelle chimiche si sintetizzano in fabbriche di Stato, quelle non chimiche si comprano direttamente dai produttori nei paesi di origine, come la Colombia o lAfghanistan, o si producono nelle nostre fertilissime campagne siciliane. Certo, occorre personale addestrato per questo. Lo Stato quindi fornirebbe la droga ai Sert, ai quali, secondo il mio modello, tutti potrebbero accedere, senza ricetta, per comprare droga previa presentazione di un documento e il racconto della propria situazione. Cos si raccoglierebbero dati, si seguirebbero le persone anche dal punto di vista sanitario, si introdurrebbero programmi di recupero, pi facilmente rispetto ad ora, e si venderebbero sostanze pulite/non tagliate

COS SI COMBATTONO

MAFIA E CONTRABBANDO
Ai Sert tutti dovrebbero accedere, senza ricetta, per comprare droga fornita dallo Stato.
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A mio avviso le comunit sono la strada pi efficace per uscire dalla tossicodipendenza, soprattutto se accompagnata da un percorso psicoterapeutico. Il lavoro lungo e difficile e si articola in pi fasi: la prima, che dura almeno un anno, quella che segue lingresso in comunit da parte del tossicodipendente. il momento pi sconvolgente perch la persona viene catapultata in un sistema di regole ferree che implicano il rispet-

to di s, della disciplina e dellautorit. Da un modo di vita senza regole e senza alcun rispetto, senza alcun riconoscimento delle proprie responsabilit, il tossicodipendente si trova a dover riconoscere obblighi e limitazioni. Non facile accettare questo cambiamento, non a caso la prima fase quella che vede il maggior numero di fallimenti. Ma chi resiste impara delle cose importantissime: a porsi in maniera paritaria di fronte agli

aprile 12/DODICIMESI

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Strategia dimpresa

LA/RUBRICA
partendo da risorse locali non convenzionali, come le riserve di metano cosiddetto difficile, intrappolate in scisti, sabbie compatte e strati di carbone; cos semplice che sembra luovo di Colombo, ma limpatto dovrebbe essere molto forte nel mercato del gas che ha condizioni particolari di sviluppo nel quadro internazionale per le condizioni e i costi del trasporto, per cui una risorsa domestica praticabile o poco onerosa risolve molti problemi. Questa ritrovata autonomia energetica degli Usa, frutto di una politica industriale basata su ricerca ed innovazione tecnologica, destinata a sostenere la ripresa economica interna gi in atto; i prezzi vantaggiosi di gas ed elettricit daranno allindustria, specialmente a quella manifatturiera, una marcia in pi, uno straordinario vantaggio competitivo, e rivaluteranno in modo strutturale il ruolo degli Stati Uniti non solo nel commercio mondiale dellenergia ma anche in tutto il sistema economico. In questa sfida planetaria lEuropa non messa molto bene, e secondo il rapporto dellAIE lunico risultato, deludente, il calo dei consumi, favorito anche dai costi energetici molto elevati; purtroppo lItalia risulta tra i paesi pi penalizzati, senza diversificazione dellofferta, poche fonti di generazione ed interconnessioni con lestero, ancora priva di un vero mercato concorrenziale dellenergia.

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La battaglia dellenergia
Merita grande attenzione il rapporto annuale World Energy Outlook fatto circolare a fine 2012 dallAIE, lAgenzia internazionale dellenergia creata nel 1974, dopo la crisi petrolifera, quando, per la guerra del Kippur con Egitto e Siria schierati contro Israele, i Paesi Arabi appartenenti allOpec bloccarono le esportazioni di petrolio verso quelli dellOcse fino al gennaio del 1975. La crisi e gli eventi successivi furono la molla per istituire lAIE incaricata di favorire la sicurezza energetica dei paesi membri attraverso una risposta collettiva allinterruzione fisica di forniture petrolifere, e di predisporre ricerche e analisi per indicare laccesso a fonti energetiche affidabili, accessibili e pulite. La sorpresa del rapporto, ma non per gli addetti ai lavori, che al centro dellattenzione sulla produzione di energia a livello globale, non ci sono i soliti nomi Medio Oriente, Russia e Cina, bens gli Stati Uniti, in corsa per riprendere quella leadership mantenuta sino ai primi anni 80, in virt dei nuovi sviluppi nellattivit di perforazione e produzione di petrolio e gas. Riferendosi alla produzione petrolifera, secondo lo studio AIE i grandi passi in avanti condotti negli ultimi tempi riporteranno gli Stati Uniti ad essere il primo produttore mondiale di greggio nel 2020 superando Arabia Saudita e Russia. La crescita dellofferta interna di petrolio, unita a incrementi rilevanti dellefficienza nelluso di questa fonte fossile (-1,4 % per anno nel periodo 2011-2035), fanno s che gli Stati Uniti vedranno ridurre sensibilmente le loro importazioni, che erano di oltre 12 milioni di barili/giorno nel 2005. Proprio entro quei pros-

Ritornano competitivi gli USA


simi anni dovrebbero materializzarsi in pieno gli effetti delle nuove misure di efficienza previste per i veicoli (dagli attuali 8 litri/ 100 kilometri entro il 2025 bisogner arrivare a non pi di 4,3); ci determiner quindi una notevole riduzione delle importazioni petrolifere da parte degli Usa, che intorno al 2030 potrebbe diventare un esportatore netto di petrolio; ad ogni modo, gi in tempi brevi la dipendenza petrolifera degli Stati Uniti sar sempre pi legata a paesi amici, come il Canada, e sempre meno rivolta al Medio Oriente. Sul fronte della produzione di gas, qui gli Usa giocano un ruolo pionieristico grazie alla messa a punto di nuove tecnologie per lo sfruttamento di questa fonte energetica, con la produzione, gi consistente, di quello che definito gas non convenzionale, dove la non convenzionalit si riferisce alle tecniche di estrazione e non alla qualit del gas estratto. Il cuore dellinnovazione labbassamento dei costi di estrazione

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/pensieri di

Lavoriamo duro

ma con soddisfazione
Francesco e Paolo, i Bedussi junior, non temono i sacrifici del mestiere nonostante la giovane et.

di Alessandra Tonizzo

uona strano sentirselo dire da due giovanissimi, ma cos. E, anche se Francesco (25 anni) e Paolo (22) portano un cognome che, a Brescia, tutta una storia (di fatica e tradizione), le maniche se le rimboccano eccome. Abbiamo parlato con i Bedussi junior allombra del fico che colora una delle facciate dellomonima gelateria sorta un anno fa in via Crocifissa di Rosa locale avanguardistico, con laboratorio a vista , iniziando con un inevitabile sguardo al passato. Giusto il tempo di ricordare il punto di ritrovo giovanile creato dai genitori, nel 1992, in via Dalmazia, e la trasferta in via Ducco, nel 96, coincisa con una svolta professionale (da un prodotto semi-industriale ad uno totalmente artigianale, che parte dalla materia prima in purezza), per arrivare al 2011, momento in cui i ragazzi ci mettono la faccia. Cresciuti in bottega, hanno seguito le proprie passioni. Paolo in primis la caffetteria, Francesco la pasticceria (Istituto alberghiero, universit di Scienze gastronomiche a Pollenzo, stage alla Combal.zero di Rivoli il suo iter professionale). Cosa avete mantenuto del vecchio stile, cosa innovato? Francesco: Fatto tesoro di una regola base per il nostro mestiere comprare direttamente dal piccolo produttore, spesso locale, per tenere sotto controllo

la qualit abbassando i costi , abbiamo inserito caffetteria e pasticceria. Parliamo di torte composite, montate a strati, di design: anche locchio vuole la sua parte. Paolo: Nel 2012 stata aggiunta la parte del salato, perch una struttura del genere, per sostenersi, deve lavorare dalla mattina alla sera. Francesco: Con il freddo, infatti, la vendita di gelato si fermava. Cos abbiamo lavorato su unidea di focaccia integrale, alta e leggera, con abbinamenti sia classici (burrata), che particolari (mortadella, pistacchi e alici), pi un hamburger di fassona.

I giovani di oggi vogliono lavorare ma manca loro la voglia. Pensano a far festa da venerd a domenica
Questo un lavoro duro, non c tanto da scherzare F. Abituati a vivere in negozio dai 14 anni, non stato un peso. Ma si devono fare tanti sacrifici, iniziando con il venire qui la mattina alle 6. un lavoro faticosissimo, ci sono momenti in cui si messi alla prova anche a livello psicologico, non solo fisico. Ma questa la nostra vita, e un progetto cos grande comporta sforzi del genere. P. Uno di noi, infatti, deve sempre esserci. Qui molto pi pesante la turnazione e la presenza rispetto allaltra attivit. Destate ci sono sempre sei per-

sone, oltre a noi. Una manodopera che difficile reperire? Gli stranieri sono pi flessibili? P. difficile perch i giovani di oggi vogliono lavorare ma manca loro la voglia. Pensano a far serata da venerd a domenica, lavorando nei giorni restanti. Noi abbiamo bisogno di persone che si adeguino ai nostri turni, ai nostri ritmi. F. Solo in laboratorio ci siamo avvalsi di un appoggio straniero: sono ragazzi moldavi che fanno lavori di fatica, come pulizie e spostamento di pesi. Come vi spiegate il boom dellattivit di gelataio? P. Teniamo conto di quanti ne aprono, e quanti ne chiudono Fare il gelataio non cos facile e, una volti scoperti i costi della materia prima e di gestione, sinizia a rendersene conto. F. Esistono dei falsi miti sul gelato, che ne hanno incentivato questa moda. Il primo che con il gelato si guadagna tanto: gli ingredienti sono ristretti, e costano poco? Tutto dipende dalla qualit. C la panna da un euro al chilo, e quella da 7, per la frutta bisogna anche pagare chi la pulisca, per non parlare delle macchine per gelare, da 30mila euro luna, quelle per pastorizzare, il pistacchio di qualit (40 euro al chilo).... Sorge spontaneo chiedervi: lo rifareste? P. Per la soddisfazione s. I sacrifici, abbiamo imparato a gestirli. Brescia apprezza idee come le vostre? P. A volte ci chiediamo davvero se

Da sinistra, Francesco e Paolo Bedussi

Brescia sia pronta per grandi strutture, come questa. F. C gente che ci raggiunge da fuori (Parigi, Boston) e rimane sbalordita. Noi ci abituiamo alleccellenza, non ci rendiamo conto del valore di determinate realt, anzi, sopravvalutiamo delle aziende che sono di medio/basso livello. Cosa intendono i bresciani per qualit? un mistero. Il gusto sar soggettivo, ma ci vuole un allenamento, nel nostro campo, a riconoscere la materia prima. Non vedo in vetrina gusti particolari, quelli che oggi vanno tanto di moda P. Si capisce se il gelato buono in base ad un solo gusto, massimo due. Crema e fiordilatte sono i punti di partenza. Puntiamo sul classico. Anche perch dalla semplicit che nato tutto. F. Ma guardi che difficile fare cose semplici! La nostra crema, ad esempio, famosa perch c tanto uovo e non aromatizzata. Per il fior di latte, invece,

C gente che ci raggiunge da fuori (Parigi, Boston) e rimane sbalordita


il latte stesso viene preso dalla stalla e poi pastorizzato, e si sente. Siamo tradizionalisti. I gusti gorgonzola o peperoncino li lasciamo agli altri. Passiamo ad altro, allo scenario politico odierno: cosa vi aspettate? F. Spero che facciano della politica sana, che vengano dimezzate le poltrone. La gente o non ha lavoro, o si spacca la schiena, e non possibile che i politici non paghino le tasse, o rubino i soldi. Ci vuole equit nel governare: non si pu chiedere il sangue ai cittadini e comportarsi cos.

Andreste allestero per lavoro? C una meta preferita? F. Io ci andrei. Sono stato con luniversit a Vancouver e, se ci fossero 5 o 6 gradi in pi, per me sarebbe la citt ideale: aperta, multietnica. P. Per me da noi il lavoro c. Manca solo la voglia. Siete per una Brescia tradizionalista, o votata al futuro? P. Brescia si sta rinnovando molto bene. Gi la metropolitana un salto avanti, sicura e molto bella, paragonata non a caso a quella di Copenaghen. solo questione di tempo. E di cambio di mentalit. Se vi dico famiglia, voi? F. Non una cosa cui penso adesso, sicuramente. P. Sono ancora giovane! Quello che so che il patto sar comunque quello di far stare fidanzate e mogli fuori dalla gelateria, per quieto vivere.

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il Lavoro

LA/RUBRICA

Cosa ci lasciamo
Dai diversi contesti universitari e istituzioni economiche emerge che stiamo crescendo giovani senza prospettiva storica. Nelle scuole di management, a livello internazionale, non si prevedono insegnamenti di storia delleconomia: ma se non sappiamo da dove veniamo come possiamo interpretare il futuro? Il secondo punto la crescente povert dello spessore culturale nelle figure tecniche che spingono le persone a chiudersi nella loro tecnicalit inibendo la capacit di creare connessioni per sviluppare la visione di insieme. Si ripropone quindi il tema antico della contrapposizione tra teoria e pratica che Gothe super affermando che non esiste conflitto tra teoria e pratica ma conflitto tra cattiva teoria e buona teoria, tra cattiva pratica e buona pratica. La risposta mi sembra adatta e, per superare il periodo tumultuoso e tormentato, potrebbe risultare utile ripensare alle teorie e definire quale di queste possono aiutarci ad interpretare la realt per tracciare nuove rotte e decidere cosa lasciare alle spalle. La teoria dominante negli ultimi 20-30 anni, e che stata sostenuta da premi Nobel e stampa internazionale, affermava che: - il darwinismo sociale trainante dello sviluppo e la solidariet sociale negativa; - il divario tra ricchi e poveri uno stimolatore della competitivit e della crescita; - la privatizzazione la corretta risposta allinefficienza dello Stato; - il capital gain, non il profitto, doveva essere al centro del sistema;

alle spalle
- il mercato e solo il mercato la rete che stabilisce tutte le relazioni sociali. La pratica che ne seguita si ispirata a queste teorie che oggi sappiamo non essere vere! Teorie che sono state enfatizzate da premi Nobel e universit ma che alla prova dei fatti ci hanno portato un mare di guai. Una dimostrazione sono la nazionalizzazione di banche, assicurazioni e industrie automobilistiche in importanti stati iper liberali (USA e Gran Bretagna) per salvare il sistema dal fallimento. Ora dobbiamo uscirne ricercando buone pratiche che si ispirano a buone teorie o perlomeno a quelle che hanno dimostrato maggior tenuta, dobbiamo avere il coraggio di andare controcorrente e ammettere che abbiamo bisogno di una nuova onest intellettuale. Lestablishment economico ha definito questa crisi come tante altre, nel 2011 tutti dicevano finita, finita falsa chimera. E come era possibile pensare

che fosse finita e fosse avviato un nuovo ciclo di sviluppo economico sostenibile quando le necessarie correzioni di sistema non erano state realizzate? Occorre quindi che riflettiamo con serenit, che alziamo lo sguardo dallazienda per recuperare quel coraggio creativo necessario a tracciare i riferimenti di un sistema economico rinnovato e ispirato alleconomia sociale di mercato. LEuropa ha una grande responsabilit in tal senso per due ragioni: la prima perch lAmerica come ha affermato un suo importante economista non ha spazio per un nuovo pensiero perch le grandi corporation lo impediscono; la seconda perch in Europa ci sono insiemi di saperi, esperienze, conoscenze che hanno resistito nel tempo e che dobbiamo recuperare e attualizzare attraverso un dialogo continuo tra Governi, Istituzioni economiche e mondo imprenditoriale. Queste riflessioni mi riportano al bel discorso di Clinton alla convenzione democratica: Noi democratici crediamo che We are all in this together una filosofia migliore di ognuno per s e per la sua strada. Lo perch lavorare per proteggere le uguali opportunit e possibilit economiche per la maggior parte dei nostri cittadini sia cosa moralmente giusta sia buona economia.

di Emanuela Gastaldi

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/Bacheca

Boom del web in Lombardia: Brescia vanta 195 imprese


28/03 Sono oltre 2.100 le imprese attive in Lombardia tra portali web e commercio elettronico. Secondo una ricerca della Camera di Commercio di Milano su dati registro imprese al IV trimestre 2011 e 2010, il capoluogo primo con 965 imprese attive (45,6% regionale e 8,9% nazionale), seguito da Brescia (195 imprese), Monza e Brianza (182) e Varese (174). Un settore in crescita, +20% in un anno in Lombardia, con 445 nuove imprese iscritte nel 2012.

Lavoro, c un posto per ogni 50 persone che lo cercano


29/03 Il Centro per limpiego della Provincia fa il punto e la situazione preoccupante. Nel 2012, si sono presentate in cerca di lavoro, immediatamente disponibili, 51.773 persone, ma dalle imprese sono arrivate 1.114 richieste. Per approfondimenti vai al sito: www.bsnews.it

ragionevolezza nel continuare a gravare la piccola e media impresa, vero motore dello sviluppo e del possibile rilancio del Paese, di costi che rendono sempre pi complesso il fare impresa e mortificano la voglia di fare degli artigiani. Ci piacerebbe che la Politica e le Istituzioni si rendessero conto delle potenzialit del sistema delle piccole imprese per luscita dalla crisi e non che le vedessero solo come soggetti su cui fare cassa senza un disegno dinsieme. Ma c anche di peggio. Con questi provvedimenti si rende ancora pi complicato il reinserimento lavorativo di chi viene licenziato, soprattutto delle persone pi avanti negli anni. Per Mattinzoli poi questo mortifica quei pochi imprenditori che erano nelle condizioni di assumere e che oggi non se la sentono pi di far firmare contratti. Per approfondimenti vai al sito: www.bsnews.it

Raffaele Volpi nuovo presidente della Fondazione Cogeme Onlus


03/04 Nuovi vertici della Fondazione Cogeme Onlus, ente istituito da Cogeme Spa per progetti ed iniziative a favore delle comunit locali e del territorio di riferimento della Societ dei Comuni della Franciacorta e dellOvest bresciano. Il Presidente il Senatore Raffaele Volpi. Gli altri membri del nuovo Cda, presieduto da Volpi sono: Gabriele Archetti, Maria Paola Bergomi, Giacomo Fogliata, Daniela Gerardini, Alessandro Pozzi, Giovanni Quaresmini. Completano il board Dario Fogazzi ed Eugenio Taglietti, rispettivamente presidente e consigliere di Cogeme Spa. Il nuovo Consiglio ha poi nominato al proprio interno come vice presidente Maria Paola Bergomi, assessore alla Cultura del Comune di Castrezzato.

Pensioni, sette bresciani su dieci non arrivano a 1.000 Euro al mese


01/04 Il dato dellInps sulle cifre delle pensioni mostrano un quadro preoccupante: nel bresciano 7 pensionati su dieci vivono con un assegno di meno di mille euro al mese. diminuito il numero delle pensioni di anzianit e vecchiaia liquidate, per effetto della riforma del ministro Fornero ha spiegato il segretario generale dei pensionati della Cisl Alfonso Rossini . Parimenti, sono aumentate le pensioni di invalidit civile e di reversibilit e sono anche cresciuti gli interventi a favore degli ammortizzatori sociali quali indennit di disoccupazione e cassa integrazione, strettamente collegati alla crisi esistente. Il 34% delle pensioni ha un importo inferiore ai 500 euro; il 33%, invece, ha un importo compreso tra i 501 e i mille euro al mese (mediamente, 759 euro per gli uomini e 686 per le donne). Quindi il 67% dei pensionati bresciani, pari a 233.160 persone, percepisce dallInps meno di mille euro al mese, cifra che oggi non permette di vivere con dignit, ma con fatica e attenzione a qualsiasi spreco, come dimostrano i dati sui consumi alimentati che registrano un -3% nellultimo anno.

Il presidente dellAssociazione Artigiani, Enrico Mattinzoli, allindomani delle recenti novit in tema di sgravi fiscali a chi assume lavoratori in mobilit e di contributi sui licenziamenti, prende posizione contro lAmministrazione dello Stato che aumenta ancora i costi per le imprese. Non vediamo dove sia la

Mattinzoli: Irresponsabile caricare di costi anche chi assume disoccupati 02/04 o costretto a licenziare

Sono 641 le imprese attive in Lombardia nel settore dellacciaio, il 40,6% del totale nazionale (1.578 sedi di impresa). Da unelaborazione della Camera di commercio di Milano, il capoluogo lombardo la provincia leader con 202 imprese presenti sul territorio (31,5% del totale lombardo, 12,8% del totale italiano), seguita da Brescia con 105 imprese (16,4%) e Lecco (90 imprese, 14%). Le aziende pi diffuse in Lombardia risultano essere quelle adibite alla fabbricazione di tubi e relativi accessori (173 imprese, il 27% del totale del settore) seguite da quelle siderurgiche generiche (158 imprese, 24,6%) e da quelle per la trafilatura a freddo (103, 16,1%) ma nei settori della stiratura a freddo di barre e della trafilatura a freddo che la Lombardia pesa di pi sul totale nazionale del comparto (rispettivamente 70,4% e 59,2%).

Acciaio, in lombardia il 40% delle imprese italiane del settore. 03/04 Brescia conta 105 aziende

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/POLITICA

DAL MEDIO EGO AL NUOVO EVO


I partiti attuali sembrano inadatti a mettere in relazione gli interessi (la pulsione, la pancia) con i valori (la ragione, la testa) attraverso le idee e gli ideali (la passione, il cuore). Incapaci a mettere in connessione leconomia con letica attraverso la politica e la cultura. Inadeguati, dunque, a trasformare letica dei valori in epica degli ideali.

(APARTITICI, NON APOLITICI)

di Alessandro Cheula

rillo stato una scossa, come nel 1992-94 lo fu Bossi. La Lega in ventanni, grazie anche a Berlusconi, stata depotenziata ossia integrata, assimilata, omologata e metabolizzata, tanto che dal secessionismo passata al federalismo e da questo al macroregionalismo (il sindacato del Nord di Roberto Maroni). Toccher la stessa sorte anche al M5S, pur essendo geograficamente nazionale, programmaticamente trasversale, politicamente diagonale e ideologicamente neutrale? La risposta del sistema politico se vuole salvare ci che resta della democrazia rappresentativa (delegata), essendo la democrazia partecipativa (diretta)

unistanza ancora astratta nonostante la rete e le sue possibilit di intervenire e interagire in tempo reale a livello di massa non pu che essere lautoriforma, ossia la rifondazione dei partiti che ne fanno parte. E i futuri protagonisti di tale processo, non esclusivi ma decisivi, potrebbero essere, oltre a Grillo e Matteo Renzi (il Blair italiano), anche i cadetti del Pdl quali Maurizio Lupi e Mariastella Gelmini. Il primo, Grillo, dallesterno del sistema, pur essendovi entrato; il secondo, Renzi, dallinterno del partito, pur volendone uscire. LIBERT E PROCESSO Rinunciare a se stessi per ritrovare se stessi. Questo devono fare i partiti storici se vogliono salvarsi. Vale a dire non solo rinnovarsi ma rifondarsi e rigenerarsi, cio estinguersi per rinascere. Lautoriforma, ossia il cambiamento motu proprio, generato al proprio interno, molto pi difficile di qualsiasi riforma suggerita o sollecitata dallesterno. Ma in compenso meno traumatico in quanto pu essere pilotato senza rotture, come invece avvenne ventanni fa con la rivoluzione di Mani Pulite.

Rivoluzione apparente proprio perch non effettuata per convinzione (o per opportunit) ma subita per convenzione (per necessit). Quale vision per gli anni a venire? Quale mission per uscire dal pantano? Non pi libert e progresso, troppo ingenuamente illuminista, e nemmeno libert e progetto, troppo illusoriamente dirigista, bens libert e processo, realisticamente e liberamente riformista. Un processo collettivo e condiviso, ma anche connettivo e conclusivo. Trasversale, diagonale e neutrale (non senza valori, ovviamente, ma senza sistemi di valori, ossia senza ideologie). Ecco perch il binomio di libert e processo, inteso in tale senso, pu far rima con progetto e progresso. Dipende da noi. Da ognuno di noi. Dal medio-ego a un nuovo evo. MENO TASSE MENO STATO PI LAVORO PI MERCATO Mentre Grillo, sia pure con la veemenza populistica del suo motteggio e Renzi, con la irruenza riformistica del suo fraseggio, hanno mostrato di percepire le dirompenti novit dei processi in atto, Mario Monti, pur avendo intuito il

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/POLITICA
tendenziale strisciante superamento del dualismo destra-sinistra, non ha saputo o potuto essere conseguente con tale percezione. Sapr esserlo Gregorio Gitti, suo stretto collaboratore, che con la sua Fondazione Etica sembrato intravvedere la possibilit di nuovi scenari etico-politici e dunque nuove strategie della speranza, come da anni noi amiamo definire le istanze provenienti dalla societ civile? Domanda riassumibile, da una parte, nella vecchia protesta di meno tasse meno Stato, e dallaltra nelle nuove proposte di pi lavoro pi mercato? Meno tasse e meno Stato intesi come riduzione del carico fiscale, dei costi della politica (da non confondersi con quelli della democrazia), dei costi della burocrazia e della spesa pubblica: soprattutto quella corrente (salari e stipendi) e quella sociale (pensioni e sanit). Due voci che sommate sono pari alla met del Pil, percentuale non pi sostenibile, o tanto pi insostenibile quanto pi difficilmente comprimibile. Pi lavoro pi mercato intesi come riforma del mercato del lavoro, onde superarne la rigidit, e come controllo sulla organizzazione del lavoro. Due riforme contestuali trattandosi dei due fattori principali della produttivit e quindi della competitivit sistemica, cio del sistema-Paese nel suo insieme, senza la quale non c mercato poich anche i necessari investimenti in tecnologia verrebbero vanificati. Appare dunque assolutamente improponibile, in quanto praticamente impossibile, la proposta di Grillo di ridurre lorario dei lavoro a venti ore settimanali per fare posto ai giovani disoccupati. Apprezzabile il fine di occupare i giovani che rischiano di restare fuori a vita dal mondo del lavoro (la generazione perduta lemergenza pi drammatica con la quale abbiamo a che fare ma di cui non abbiamo sufficiente coscienza) ma del tutto inadeguato il mezzo, poich in molti comparti manifatturieri il dimezzamento dellorario creerebbe insormontabili problemi di organizzazione del lavoro. Ci che va cambiato non il singolo orario di lavoro ma il carico di lavoro complessivo attraverso la totale flessibilizzazione sia in entrata che in uscita della forza lavoro, in modo da ridistribuire a livello di sistema il lavoro esistente (se tutti siamo flessibili nessuno precario). Come del tutto fantapolitica laltra proposta, al limite della demagogia seppur eticamente motivata da una comprensibile ansia di giustizia sociale, relativa al salario di cittadinanza con mille euro mensili per tutti coloro che ne hanno bisogno. I conti dello Stato esploderebbero e il debito pubblico passerebbe dallattuale 127% del Pil al 140% con le immaginabili conseguenze sui tassi di interesse. Lunica risposta una crescita non tanto felice quanto possibile e sostenibile, e quindi perfettibile, certo difficile ma certamente preferibile alla romantica utopia grillina della decrescita felice, mutuata dal (economista?) francese Serge Latouche. chiaro che non si pu crescere allinfinito, ma da qui a teorizzare il pauperismo quale panacea di tutti i mali del sistema, ce ne corre. La decrescita solo una suggestiva sociologia di importazione che vorrebbe farci digerire una mistica della povert ammantata e legittimata da ideologia dellausterit. Certo che non pi il caso di andare a testa bassa verso una diseguaglianza della ricchezza senza morale n coscienza, ma da qui a teorizzare una nuova uguaglianza della miseria ce ne passa. Anche perch il caso di rammentare che giustizia sociale non significa automaticamente eguaglianza economica, essendo leguaglianza economica imponibile solo con una dittatura politica, cio con il massimo di ingiustizia sociale. NON CONTRO LA POLITICA MA CONTRO LA PARTITICA La rete, nuovo strumento di democrazia di massa interattiva, affosser i partiti? presto per dirlo, ma certo che i partiti tradizionali, come insegna lesperienza grillina, sono stati completamente scavalcati dalla rete. Un conto, infatti,

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Il Primotel di Brescia una moderna struttura, che offre efficienza, comodit ed eleganza. E situato a poche centinaia di metri dal casello A4 di Brescia Centro. LHotel propone 34 camere, di atmosfera rustico elegante, dotate di ogni confort. Sala Meeting recentemente rinnovata e attrezzata, ospitante fino a 80 posti. Disponibile accesso riservato: sappiamo darvi il benvenuto con la massima discrezione. Primotel garantisce un servizio superiore, a convenienti tariffe da 3 stelle.

Roberto Maroni

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/POLITICA
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la politica, un altro sono i partiti. Affermare che senza partiti non c politica e senza politica non c democrazia, e quindi senza partiti non c democrazia, stato vero fino ad oggi, ma non significa che in concreto debba esserlo per sempre. Certo, in tale discorso c una evidente ambiguit di fondo: come possibile una politica senza i partiti? possibile. Oggi la complessit della societ civile tale da contemplare una pluralit di soggetti politici, non solo i partiti tradizionali (istituzionali) ma anche attori sociali come movimenti, associazioni, aggregazioni, scuole o correnti di pensiero pi o meno organizzati. Del resto, i partiti stessi nel nostro ordinamento costituzionale repubblicano non sono considerati istituzioni ma semplice associazioni di interesse senza personalit giuridica. Un profilo assai poco caratterizzato nel senso istituzionale, ma contrassegnato da una intrinseca labilit e precariet giuridica. Ripetiamo: possibile una politica senza partiti? Ribadiamo: possibile. In primo luogo perch nella societ moderna i partiti non sono gli unici depositari della politica, come non sono pi lunico veicolo di organizzazione del consenso n lunico tramite di rappresentanza della volont popolare. Nel senso che la politica pu essere fatta anche da soggetti diversi dai partiti. In secondo luogo perch, nella fattispecie di cui si parla, non si va contro i partiti, ma si guarda oltre i partiti. Insomma, nessuna pretesa di rappresentanza esclusiva o sostitutiva dei partiti tradizionali, ma solo la convinzione di poterne assolvere lo stesso compito con altri mezzi ed altri strumenti la rete strumento elettivo ed effettivo di partecipazione al posto o accanto ai partiti stessi. Nessuna indebita concorrenza o competizione con i partiti-istituzione, ma concorso con questi, e se necessario al posto di questi, per la crescita della comunit e il benessere delle persone che ne fanno parte. Oltre la politica, infine, non tanto perch la politica pu apparire disgustosa, anche se dopo le elezioni del febbraio 2013 sembra dare segni di

Beppe Grillo

Matteo Renzi

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sotto forma di populismo antipartitico. Mai dimenticare che il qualunquismo in Italia morto per merito di Berlusconi poich grazie a lui entrato in politica, ha cominciato a fare politica, si assunto una responsabilit politica. efficienza e trasparenza Trasparenza ed efficienza sono in rapporto biunivoco. Se la trasparenza condizione di maggiore efficienza, questa per essere tale richiede la massima trasparenza. Ecco perch occorre giocare danticipo. Non per tattica opportunistica o per trucco elettoralistico. Il programma non deve essere un libro dei sogni da buttare alle ortiche dopo la sconfitta o da buttare nel cestino dopo la vittoria elettorale. Ma un progetto realizzabile in quanto concepito e concordato con la societ civile e dentro la societ civile, le cui articolazioni sono quanto mai capillari e corpuscolari, nel senso di essere estese a tutto lo spessore della complessit sociale. da qui che bisogna partire per la formulazione di un programma concreto, secondo passaggio dopo aver elaborato un progetto completo. Poich il progetto la cornice, il contenente, mentre il programma il soggetto, il contenuto. Un progetto connettivo per un programma conclusivo, un processo collettivo per un progresso condiviso. Non sar facile ma proprio per questo che occorre cominciare in anticipo sui tempi canonici tradizionali. QUALE PROCESSO ? PROGETTO E PROGRESSO Cambiare se stessi per cambiare gli altri? Riprendiamo sommariamente, articolandolo ulteriormente, il discorso avviato in premessa. Giova ribadire la distinzione tra apartitici e apolitici. Poich un conto essere apolitici, un altro essere apartitici. Un conto essere contro la politica, un altro andare oltre la politica. Non contro i partiti ma contro la partitica quindi fuori dai partiti. Non perch i partiti siano da aborrire o da abolire ma perch sono da cambiare. Ma se i partiti, cio la po-

Maurizio Lupi

ravvedimento e resipiscenza. E non solo perch per una parte degli elettori pu essere ancora tale, o perch per unaltra parte pu essere ancora recuperata e riguadagnata al bene comune. Ma perch la politica ha bisogno in ogni caso di una seria rifondazione. Rinnovamento che pu partire sia dallinterno che dallesterno dei partiti. MAGGIORANZE SILENZIOSE MINORANZE SEDIZIOSE Un equivoco da evitare: come ieri veniva demonizzato il qualunquismo, oggi viene criminalizzato il populismo. A prescindere dal fatto che sono due fenomeni differenti (il qualunquismo antipolitico cio contro la politica, il populismo antipartitico cio contro i partiti ma fa politica) si tratta di feticci terminologici devianti e funzionali a polemiche di comodo, utili ad evitare di affrontare il merito delle questioni. Ecco perch una mission allaltezza dei problemi, riassunta nella sintesi di uno slogan, potrebbe proporsi oggi con la

seguente sequenza: Leconomia al primo posto, la politica al secondo, la cultura come valore, letica come sensore. La politica dunque non al quarto posto ma al secondo, a conferma della sua importanza e rilevanza per la soluzione dei problemi comuni. Politica nelle pi diverse forme (movimenti, non solo partiti, e opinioni, non solo istituzioni) e coi pi differenti strumenti (liste civiche,anche se alla prova dei fatti la civica per eccellenza, quella nazionale di Monti, ha fatto flop rispetto alle previsioni). Pi chiaramente: il mercato (leconomia) come motore, lo Stato (la politica) come vettore, la societ (la cultura) come tutore, la persona (letica) sul palco donore. Nessuna parentela dunque n con maggioranze silenziose n con minoranze sediziose. Nessuna attinenza o connessione col qualunquismo dantan o col populismo dabord. Non quello arcaico di Guglielmo Giannini, patron dal qualunquismo storico dellimmediato dopoguerra, n col qualunquismo antipolitico, fenomeno ancora presente

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litica, sono lo specchio del Paese, per cambiare loro, gli eletti, occorre prima cambiare gli elettori. Cambiare noi stessi, appunto, per cambiare gli altri. Ecco perch Libert e processo un programma non contro qualcuno ma per qualcosa. Un progetto che guarda in alto ma comincia dal basso. Un percorso puntato in avanti ma che guarda al tuo accanto. Un cammino lungo fatto di piccoli passi. Un progresso graduale composto da un programma economico, un progetto politico, una proposta culturale, un profilo etico. Vale a dire un piano trasversale, un prodotto territoriale, un percorso popolare, un processo multipolare. interessi e valori Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. larticolo 49 della nostra Costituzione, lunico dove vengono menzionati i partiti che, pur privi di personalit giuridica, sono libere associazioni di interessi, come dice la dottrina politica conclamata e consacrata. Solo interessi? No, i partiti, aggiungiamo noi, sono associazioni di interessi e anche di valori, di idee e pure di ideali. Come del resto qualunque organizzazione di uomini liberi ed uguali, essendo interessi e valori due parti indivisibili, due facce della stessa medaglia: la persona umana. Come lo pure, nel proprio ambito e nella fattispecie di cui si parla, il binomio di libert e processo. Una istanza di gente comune che non vuole solo cambiare gli altri ma che aspira a cambiare se stessa, condizione necessaria, anche se non sempre sufficiente, per cambiare gli altri. Ma comunque necessaria, cio irrinunciabile. Anche perch, concludendo, va detto che gli attuali partiti nonostante tutti i commendevoli sforzi sembrano inadeguati a mettere in relazione gli interessi con i valori attraverso le idee e gli ideali. I partiti esistenti appaiono tuttora incapaci, nonostante tutta la buona volont, a mettere in connessione leconomia con letica attraverso la politica e la cultura.

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Mariastella Gelmini

RITORNA PROTAGONISTA DEL GIRO DITALIA


24 MAGGIO 2013
PONTEDILEGNO - VAL MARTELLO
Partenza della tappa decisiva del Giro dItalia 2013

PONTEDILEGNO

Gli appuntamenti con la bici da strada proseguono in agosto:


SABATO 3 AGOSTO: Gavia Day DOMENICA 4 AGOSTO: Mortirolo Day

Gregorio Gitti

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B UON O

/strade e quartieri
Dicono che questa una delle poche realt cittadine in cui resiste labitudine della spesa sotto casa Una volta, certo. Ma la mia esperienza odierna quella di una clientela che, per ben l85-90 per cento, viene da fuori. GIOVANNA (Il Mercatino) Cosa tratta e a chi si rivolge? Vendo biancheria per la casa. Il mio target composto soprattutto da persone anziane: la clientela storica, quella che non ha la possibilit di raggiungere i centri commerciali e preferisce la chiacchierata. Come sta vivendo la crisi? C stato un netto calo delle vendite: non vendo pane o latte una tovaglia si pu anche non cambiare con frequenza. La rinuncia di un nuovo acquisto, non indispensabile, la norma. Come vede SantEufemia? Come un quartiere che mantiene ancora una grossa identit, come un vero e proprio paese, con i suoi pro e contro: tutti si conoscono e si salutano, ma tutti sanno anche tutto. I commercianti di Via Indipendenza si danno manforte? Quando si vuole organizzare qualcosa insieme come le recenti serate con i negozi aperti o con la musica lo si fa, per purtroppo queste manifestazioni, alla fine, non hanno grande risonanza. Anche se la colpa non certo nostra, ma del momento difficile. Una lacuna della zona? Pochi spazi per i parcheggi. Per noi commercianti, poi, non esistono agevolazioni per la sosta. REMUS (I due Re, gelateria) Da quanto ha aperto? La mia unattivit recente: prima cera una forneria, e sono qui da nemmeno un anno. Come sta andando? La stagione del gelato deve ancora arrivare, ma spero bene. Siamo uno dei pochi laboratori che trattano gusti particolari, come zucca, o cannella.

/strade e quartieri
fu il camino inserito in questo locale: crea la location perfetta. Non vi hanno mai detto che questa zona un po vecchiotta? Spesso. Ma a noi invece pare vitale. Poi, si vedr nel tempo. La vostra attivit in due parole. Tutto ci che in stile provenzale qui lo si trova: dal mobile, al complemento darredo, dai tessuti (tovaglie, tendaggi, copriletti...) ai bijoux, allabbigliamento per donna e bambino e tante altre idee regalo. MANUELA (La Locanda della Zia) Il suo un locale davvero particolare un locale prettamente serale. Nel crearlo, volevo fare ci che cerco io quando esco la sera: jazz in sottofondo, candele Insomma, il rilassamento tipico di fine giornata. un ristorante per molti, ma non per tutti. Ci descriva SantEufemia. Sono qui da sei anni, e devo dire che questo ancora un piccolo borgo a misura duomo. Poi, lo vedo come langolino della ristorazione bresciana: ci sono diversi locali caratteristici e carini. Chiss che concorrenza Macch! Pare strano, ma tra noi c una collaborazione davvero incredibile.

Remus

Come ha imparato questo mestiere? Ho avuto dei buoni maestri: per fare bene questo mestiere, ci stiamo passando la ricetta da insegnante ad allievo. Che idea si fatto di SantEufemia? un paese un po chiuso. Dicono sia una realt vecchiotta, ma io penso invece che si stia rigenerando. ELENA (Maison et petit) Avete un altro negozio, da un anno, a Botticino sera: come sta andando qui? Perch proprio a SantEufemia? A Botticino lavoriamo davvero bene. Qui abbiamo aperto il primo di dicembre, quindi presto per fare dei paragoni o per pronunciarci sul paese: diciamo che siamo sicuri del nostro prodotto e dei nostri prezzi, che non temono confronti. Per noi, a SantEufemia, galeotto

SantEufemia
un quartiere che fa paese

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di Alessandra Tonizzo

a popolosa frazione oltre 3mila abitanti ai piedi della Maddalena vive giorni tranquilli. Forse perch ha trovato il suo equilibrio, fatto di bilanciamenti ed eccezioni, in un quadro pressoch unico. A un passo dal caotico e glamour viale Venezia e dal movimentato Borgo Whrer, SantEufemia un quartiere che veste i panni di un paesello a tutto tondo, ove le chiacchiere a bordo strada si fanno sino a tarda sera, ci si conosce tutti e le botteghe sono quelle di una volta. La vocazione religiosa del borgo che si svilupp verso il 1008 attorno al mo-

nastero di cui porta il nome si evince dalle splendide chiesette, dalle santelle, gli affreschi e la recente Via Lucis (contraltare artistico, tutto bresciano, della via crucis), nonch dagli oratori, sempre vissuti dai pi giovani. Un centro analisi per servizi diagnostici, lAsl, numerosi negozi: a SantEufemia specialmente in via Indipendenza, lanima commerciale della frazione non manca niente. Lunico tema caldo resta quello dei parcheggi, scarsi e quasi tutti a pagamento. Ma per chi vuol fare quattro passi senza fretta, sognando altri tempi, SantEufemia va benissimo: una panchina per sostare non manca mai.

CI RACCONTANO SantEufemia

LAURA CORSINI (Caff Agust) Come descriverebbe, con un aggettivo, SantEufemia? Visti i tempi che corrono, SantEufemia ancora un angolino di tranquillit, un posto vivibile. La zona movimentata? Di giovani non se ne vedono molti: la fascia det corrisponde ad adulti e anziani. Di giorno qui c un discreto passaggio, la sera che si svuota.

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CI RACCONTANO rezzato a Rezzato sono stati meravigliosi anche a livello lavorativo. Questo paese offre tanti servizi (piscina, cinema, biblioteca, ecc.), ed un bel posto dove vivere. Lei vende e noleggia dvd. Com cambiato il suo lavoro nel tempo? Non un buon momento e come tutti sappiamo tanti negozi stanno chiudendo, anche qui. Nel mio caso io ho due tipi di problematiche da qualche anno a questa parte: quella della crisi e quella della pirateria. Il pirata non solo toglie i contributi agli artisti ma anche tanti, troppi posti di lavoro. Inutile dire che una volta si lavorava molto di pi. Una cosa che le piace particolarmente di Rezzato? Mi piace molto il fatto che sia vicino alla citt e che mantenga, allo stesso tempo, alcune attivit commerciali diverse rispetto a quelle cittadine, come ad esempio le botteghe o i piccoli negozi di alimentari. Un contesto familiare che permette di instaurare un rapporto umano con il cliente, che secondo me si sta perdendo. Giusy Manenti (La bottega dei popoli) Via IV Novembre Come si trova a Rezzato? Molto bene, lunica nota negativa il traffico. gestito male. Per il resto il paese offre molti servizi. Perch oggi vale la pena acquistare

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equosolidale? Principalmente per due motivi: il primo quello sociale, perch facendo un acquisto qui si possono aiutare persone o popoli in difficolt, il secondo invece legato ai prodotti in quanto tali: sono sicuramente pi naturali e, nel caso della frutta, biologici. A livello amministrativo com gestito Rezzato? LAmministrazione lavora bene; come dicevo prima dovrebbe cercare di gestire meglio il traffico. Per il resto non ho niente per cui lamentarmi, le iniziative e le idee non mancano. Laura Migliorati (Tabaccheria) Via IV Novembre Rezzato: pro e contro. Io non sono di Rezzato, ma lo sono le mie origini e lavoro qui da diverso tempo. Devo dire che un paese attivo, c movimento. Lunica nota negativa costituita dal traffico, dovrebbero costruire pi parcheggi o comunque trovare un modo per limitarlo e gestirlo. Il paese ben servito, per non capisco, ad esempio, perch non ci siano collegamenti con Botticino. Rezzatesi persone di paese o di citt? Rezzato vicino alla citt ma le persone sono di paese. La gente di Rezzato cortese ed ben disposta a fare due chiacchiere.

Maria Pasquali (Magic Disco) Via IV Novembre

Maria Pasquali

Lei di Rezzato? No ma abito qui da quando mi sono sposata, trentadue anni. I primi tempi

Rezzato

voce ai passanti
Elena, 70 anni Rezzato il mio paese e mi piace tantissimo vivere qui: ricco di storia e con tanti servizi. Marco, 25 anni Qui si sta bene. Forse il lato che mi piace meno il numero troppo alto di stranieri che vive qui. Adele, 38 anni Rezzato mi piace molto perch anche se vicino alla citt ha mantenuto nel tempo alcuni negozi tradizionali, le botteghe, proprio come una volta. molto bello anche il rapporto che si crea con il commerciante, di fiducia e amicizia. Giuseppe, 75 anni Oltre ad essere un paese a misura duomo, Rezzato possiede un patrimonio storico e artistico importante tra cui una biblioteca di libri antichi, presso il monastero di San Pietro in Colle che merita desser vista. Federica, 31 anni Un bel paese ma con molto traffico e pochi parcheggi.

la tradizione che piace

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di Elena Dalia

ttivo, movimentato, organizzato e multietnico. Un paese di circa 13mila abitanti, a misura duomo, ideale per farci una famiglia. Questo Rezzato, dove le persone sono cordiali e si fermano volentieri a fare due chiacchiere con il sorriso sulle labbra, come Elena e Giuseppe, una coppia di rezzatesi, amanti del proprio paese. Il paese ricco di storia e cultura, testimoniate dalla presenza di maestose e antiche dimore come Villa Fenaroli

oppure Villa Chizzoli, dove a met Cinquecento nacque la prima accademia di agricoltura del mondo che vide tra i suoi allievi anche Niccol Tartaglia e del Convento di San Pietro in Colle, costruito nel 1008 e sede dei frati francescani minori e di una biblioteca con manoscritti e libri molto antichi. Il commercio e la lavorazione del marmo, proveniente dalle vicine cave di Botticino, hanno rappresentato tradizionalmente le principali attivit economiche di Rezzato, tanto che i suoi maestri scalpellini sono famosi in tutto il mondo. Un polo economico importante, che offre

occupazione agli abitanti del luogo, rappresentato dal gruppo Officine Meccaniche Rezzatesi, tra i principali fornitori della General Motors e delle case automobilistiche Fiat e Ferrari, e dalla grande fabbrica di cemento della Italcementi, sorta negli anni 60 nel territorio tra Rezzato e Mazzano. Nonostante lindustrializzazione e la vicinanza con la citt, il paese ha mantenuto diverse botteghe e negozi tipici, dove si possono trovare prodotti di qualit e unatmosfera familiare e accogliente che, in questi tempi di crisi, scalda il cuore. Unica nota negativa: il traffico.

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Loredana Astolfi (Bar Biciopapao) Via Italia Come si vive a Rezzato? Abito qui da venticinque anni e non mi trovo pi molto bene perch ci sono tanti stranieri rispetto a una volta. Poi si sente molto la crisi. Fino a una quindicina di anni fa qui era tutta gente del paese e il lavoro non mancava. vero che la gente arriva a rinunciare anche a un caff? S, vero. Le persone cercano di tagliare il pi possibile, giustamente, perch la crisi c e tutti la sentono. Diana Volpini (La casa del dolce) Via Italia Ha aperto il suo negozio da gennaio. Perch ha scelto proprio Rezzato? Sono di Rezzato ma ho studiato e sono cresciuta in citt. Ho deciso di aprire qui perch il paese mi piace tantissimo: vicino alla citt ma ne fuori, tranquillo ma allo stesso tempo vivo, c poca crimiLe nostre domande a nalit e non ci si sente soffocati. Inoltre, la gentilezza e la disponibilit delle persone di paese impagabile. Penso sia il luogo ideale per far crescere i propri figli. Perch un negozio di caramelle e dolciumi? Penso che in questo periodo di crisi forse non un buon momento per aprire un nuovo negozio per allo stesso tempo credo anche che il vero modo per uscire dalla crisi sia inventarsi nuove opportunit e offrire nuovi servizi. Questidea mi ha portato fin qui, devo dire che sono molto felice e spero che continui cos.

Diana Volpini

Enrico Danesi, Sindaco di Rezzato


I rezzatesi dicono che ci sono pochi parcheggi, troppo affollamento e tantissimo traffico. Lei cosa risponde? Rezzato un paese trafficato per due motivi: il primo legato alla presenza della tangenziale (molti preferiscono uscirne per evitare il traffico passando per le vie del paese) e il secondo la difficolt di trovare spazi disponibili per costruire nuovi parcheggi. Questimpossibilit genera traffico, per anche vero che alcuni commercianti vorrebbero la pedonalizzazione del centro storico, Piazza Vantini in particolare. Certamente la piazza sarebbe ancora pi bella senza macchine ma bisogna cercare di soddisfare le esigenze di tutti i cittadini. Questione extracomunitari. Sono ben integrati a Rezzato? Iniziative da parte dellAmministrazione? Rezzato un paese con circa 14.000 abitanti e conta approssimativamente 1.750 extracomunitari. I numeri sono in linea con altri paesi vicini. Ritengo che nel nostro paese gli extracomunitari siano per lo pi ben integrati. Teniamo molto a questaspetto, infatti, organizziamo o sosteniamo diverse iniziative volte allintegrazione, tra cui: La festa dei popoli, Le cene etniche (dove le donne di varie nazionalit cucinano e propongono i loro piatti tipici) e altri eventi culturali che puntano allaccoglienza di culture diverse. Tanti negozi stanno chiudendo anche a Rezzato. Come si sta impegnando lAmministrazione per aiutare i commercianti in questo momento di grave crisi economica? Devo dire che a Rezzato, in particolare nel centro storico, c un ricambio forte nel senso che se un negozio chiude ne apre subito un altro, con unaltra gestione e unaltra tipologia merceologica. Anche qui, comunque, si sente molto la crisi, come nel resto

dItalia. Noi, insieme a Serle, Botticino e Mazzano, abbiamo provato ad aiutare i commercianti con liniziativa dei Distretti del Commercio, in particolare per quanto riguarda la riqualificazione dei negozi e del mercato. Purtroppo non facile soddisfare tutte le richieste dei commercianti (per esempio la richiesta di riqualificazione delle strade) perch siamo bloccati dal Patto di Stabilit che incide concretamente sullattivit dei Comuni.

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speciale/economia

speciale/economia
utili ma a come assorbire e ripianare le perdite (23 milioni di euro di sbilancio nel primo anno di esercizio, perdita destinata a salire a regime e mitigata solo in parte da un promesso contributo regionale annuo di 8 milioni di euro). Un caso di imprevidenza economica, pur nella indubbia utilit (differita) dellopera, basti pensare che allepoca della sua proposizione era stata garantita, sulla base di un apposito project financing, la assoluta redditivit delliniziativa. Redditivit che forse potrebbe essere raggiunta con lestensione della rete al territorio della provincia, come sostiene da tempo con buone ragioni Valerio Prignacchi, presidente di Brescia Mobilit, per la cui realizzazione tuttavia, a prescindere dai tempi di attuazione, mancano comunque le risorse immediate. Al secondo posto la Brebemi, lautostrada Brescia-Bergamo-Milano, il cui completamento previsto per la fine del 2014, in ogni caso in tempo per lExpo 2015 da cui si attendono importanti ricadute su Brescia (ricadute impossibili o quantomeno improbabili in assenza di una infrastruttura come la Brebemi). Ebbene, si pu dire che grazie alla Brebemi lemergenza stia per essere archiviata? Secondo Bettoni la risposta, come abbiamo ricordato in premessa, affermativa. Soffermiamoci a pensare per un momento, come spiega Bettoni, a cosa sar Brescia tra poco pi di un anno: Metropolitana, Brebemi, Corda Molle, Alta Velocit, viabilit locale fortemente migliorata dalle opere secondarie e complementari realizzate da Brebemi. Non va dimenticato inoltre - sempre Bettoni a dichiararlo - che nonostante tutti i ritardi e la criticit un moderno aeroporto sul nostro territorio esiste. Certo deve essere valorizzato, ma un giorno o laltro qualcuno si incaricher di farlo. La realizzazione della ferrovia ad Alta Velocit tra Brescia e Milano un altro grande asset che si aggiunge agli altri. Si tratta di vari addendi che, messi insieme, fanno dire a Bettoni che Brescia e il suo territorio saranno tra qualche anno tra i pi moderni ed infrastrutturati a livello europeo. Al terzo posto la Fiera di Brescia, la cui dimensione oggettivamente modesta ne ha condizionato sin dallinizio una congrua fruibilit penalizzandone i bilanci, i cui conti sono cronicamente in rosso con perdite che possono comprometterne il futuro, a meno che non si ricorra a un piano di razionalizzazione-integrazione con la struttura fieristica di Montichiari (polmone terziario di dimensione subregionale e interprovinciale). Struttura questultima che, opportunamente gestita, potrebbe proficuamente interagire con quella di Brescia in modo sinergico e complementare, senza inuti-

territoriali, funzionali, digitali, culturali


Metropolitana, Brebemi, Fiera, Aeroporto, A2A, Corda Molle, Alta Velocit: tutto (quasi) pronto in vista dellExpo universale 2015
BRESCIA, PRIMA EURO-PROVINCIA DITALIA?
di Alessandro Cheula

LE INFRASTRUTTURE

rescia come la Baviera? La provincia bresciana come il BadenWrttemberg? Tra qualche anno, il parere del presidente della Cdc Franco Bettoni, Brescia e il suo territorio saranno tra i pi infrastrutturati, moderni ed efficienti non solo dItalia ma anche del Sud-Europa. Affermazione azzardata? No, ambiziosa forse, ma non azzardata. Perch affrontare il tema delle infrastrutture? Per il fatto ovvio quanto evidente che si tratta del problema pi urgente e cogente data limportanza strategica che riveste per leconomia e la societ bresciane. Dopo lapertura dei cantieri della Brebemi, ormai entrati nella fase conclusiva, si pu dire che il momento emergenziale del problema infrastrutturale locale sia superato, o quantomeno avviato a soluzione, come dichiara Franco Bettoni, presidente della Camera di Commercio di Brescia? Parliamo di superamento della emergenza del problema, cio della sua fase acuta, non del problema, la cui immanenza e incombenza sono ancora attuali. il caso infatti di alcuni aspetti relativi alle opere citate, aspetti che potremmo annoverare quali perduranti punti critici dellassetto infrastrutturale bresciano.

Tralasciando ipotesi suggestive quali il traforo della Maddalena, e prescindendo da ipotesi superate dai fatti quali lautostrada della Valtrompia, superate non perch risolte ma perch rimosse dalla progressiva deindustrializzazione delle stessa valle, i problemi odierni riguardano opere fondamentali per il futuro di Brescia. Alcune realizzate, altre in corso di realizzazione, altre ancora

da realizzare. Si tratta di: Metropolitana Leggera, Brebemi, Fiera, Aeroporto di Montichiari, Corda Molle, Alta Velocit e A2A. Al primo posto la Metropolitana leggera cittadina, importante infrastruttura urbana inaugurata il 2 marzo scorso, a proposito della quale, prima ancora della sua entrata in funzione, si sta pensando non a come impiegare gli

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speciale/economia
li sovrapposizioni o duplicazioni. Come nel caso dellaeroporto di Montichiari, anche per la fiera di Brescia vale il discorso dellubicazione. Vale a dire il trovarsi a met strada tra due poli terziari affermati e attrezzati, quali Verona e Milano, di valenza internazionale, il secondo dei quali addirittura la maggiore struttura fieristica del mondo con servizi efficienti e competitivi quali pochi altri. Un contesto nel quale la fiera di Brescia, analogamente allaeroporto, non pu che ritagliarsi un ruolo oggettivamente marginale e subalterno. Il che non sarebbe di per s un male, se non fosse un servizio cronicamente in perdita. Al quarto posto laeroporto di Montichiari che, pur in presenza di una dotazione strutturale invidiabile (la pista abilitata allatterragio dei jumbo) non ha mai potuto decollare secondo le proprie potenzialit per cause sia soggettive (campanilistiche cio politiche) sia oggettive (geografiche e geoeconomiche, in primis la vicinanza a due efficienti e competitivi scali quali Verona e Bergamo). Come sostenuto da pi fonti, il futuro di Montichiari, infrastruttura suscettibile di grande sviluppo per una provincia come Brescia, nello scalo merci , un hub commerciale che, grazie alla concomitante crisi di Malpensa, potrebbe costituire una opportunit infrastrutturale ottimale per lintera Italia settentrionale. Tutto ci a prescindere dalla recente decisione ministreriale di assegnare a Verona le titolarit della gestione di Montichiari. Al quinto posto A2A, la grande utility lombarda risultato della fusione tra Asm di Brescia e Aem di Milano. Utility fondata su una divisione del lavoro che ha assegnato a Milano la gestione dellenergia e a Brescia il comparto ambientale, con una ripartizione dei compiti che, se non da tutti unanimemente condivisa, valorizzer le potenzialit e specificit dei due partners a vantaggio delle province interessate. Anche se il discorso su A2A sarebbe, oltre che lungo come tutti i discorsi di questo tipo, assai opinabile, stando a certe affermazioni - si veda lo stesso sindaco di Brescia, Adriano Paroli - tendenti a revocare in dubbio esplicitamente, sia pure con il senno di poi, la stessa opportunit dellopera, mettendone in discussione a posteriori la plausibilit. Ma anche Bettoni sulla stessa lunghezza donda di coloro che mettono in dubbio la razionalit della fusione, laddove afferma che la aggregazione con Milano era, nelle premesse, una grande operazione: mi auguro che alla base ci fosse un piano industriale importante e condiviso, diversamente farei molta fatica a capire perch stata fatta loperazione.

speciale/economia
INFRASTRUTTURE FUNZIONALI: Polo logistico intermodale e centrale turbogas
tente, contrariamente a quanto si possa pensare, di quella siderurgica (acciaio), metallurgica (rame-ottone) e delle armi, sia per ragioni politiche (i voti) sia per motivi economici (le banche, di cui gli agricoltori sono stakeholder di riferimento cio creditori privilegiati in quanto depositanti titolari di consistenti liquidit) sia infine per rilevanza nazionale (Brescia la prima provincia zootecnica dItalia e prima produttrice di latte a livello nazionale con quasi 12 milioni di quintali annui, ben oltre il 10% del totale). La seconda, il polo logistico intermodale o interporto, come laraba fenice: dove potrebbe trovarsi tutti lo sanno (la Piccola Velocit) ma cosa possa essere nessuno lo sa. Sia per il fatto che le Ferrovie dello Stato, titolari della Piccola Velocit, sono un pachiderma inamovibile (come gli enti pubblici e privati bresciani interessati quali Brescia Mobilit presieduta da

Impianto Idroelettrico del Resio Stazione Elevatrice.

a a concorrere alla formazione di un moderno polo infrastrutturale non ci sono solo le infrastrutture territoriali. Se da queste passiamo a quelle direttamente funzionali allapparato produttivo, lo scenario diventa ancor pi incerto e nebuloso. Si tratta infatti di ipotesi credibili ma allo stato dei fatti poco pro-

babili: la centrale termoelettrica turbogas e il centro intermodale. La prima una infrastruttura necessaria per una provincia energivora come Brescia (grande consumatrice di energia) ma bocciata a suo tempo dalla Regione Lombardia per la pressione della lobby del latte, gli agricoltori della Bassa, la pi potente lobby bresciana. Pi po-

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economia speciale/ speciale/


Valerio Prignacchi e Aib di Giancarlo Dallera hanno avuto modo di verificare), sia per la ragione che ipotesi alternative come Azzano Mella sono improbabili. hub intercontinentale, primo in Italia e terzo in Europa dopo Londra e Francoforte. Utopia? No. Lo hanno dimostrato, dati alla mano, imprenditori e operatori in un convegno tenuto a Milano a fine febbraio scorso. Ugo Calzoni, manager bresciano con esperienza professionale nelle infrastrutture fieristiche ( presidente della Fiera di Pescara) propone per aeroporto e fiera di Brescia lapertura del capitale ai privati, sulla base di esperienze analoghe da lui stesso promosse in altri contesti. Invito prontamente recepito e recentemente ribadito nel corso di un convegno sul Sistema aeroportuale della Valle Padana da Bernardo Caprotti, fondatore e patron della Esselunga, che ha assicurato il proprio coinvolgimento diretto in un eventuale quanto auspicabile piano di rilancio di Montichiari come scalo commerciale del lombardoveneto al servizio dellintera economia nazionale. A tale ruolo Montichiari chiamato per la sua straordinaria ubicazione geografica e geoeconomica, una localizzazione assolutamente unica nel panorama nazionale che consentirebbe allo scalo bresciano di porsi quale perno (hub) per tutto il sistema-Paese. A ci vocato, come se non bastasse, anche dalla prossima presenza di una stazione Tav (Alta Velocit). Ben oltre dunque lattuale Malpensa, definita da tutti come una promessa non mantenuta, al cui confronto Montichiari offrirebbe ben altre opportunit e potenzialit. La proposta di fare di Montichiari un hub intercontinentale di valenza nazionale ed importanza europea potrebbe rivelarsi, finalmente, lunica in grado di superare lostacolo principale che si frappone allingresso dei privati nel capitale del DAnnunzio, vale a dire lattuale cronica antieconomicit del DAnnunzio.

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Crelove: una banca per fare banca, non per fare finanza Una banca cerniera tra nord ovest e nord est
La fusione tra Mittel e Hopa, passata sotto una coltre di ovattato silenzio, ha concluso, il caso di sottolineare non essendo ancora stato adeguatamente percepito, un processo di concentrazione bancario - finanziaria radicale e strutturale durato quasi un quindicennio: dal 1998 (Banca San Paolo-Credito Agrario Bresciano) ai giorni nostri. Processo a conclusione del quale lassetto della finanza bresciana ne uscito completamente trasformato e pronto, si spera, a intercettare lavvento della ripresa e il successivo aggancio alla crescita. Cosa che sta peraltro nelle dichiarate intenzioni del Crelove-Credito Lombardo Veneto, la nuova banca con sede a Brescia operativa dall11 marzo scorso. Presieduta e guidata da Franco Spinelli (vicepresidenti Aldo Bonomi vicario e Giambattista Bruni Conter, Franco Ziliani e Gianfranco Dallera azionisti importanti, Alberto Campana direttore generale) con lesplicito obiettivo di inserirsi nello spazio interposto tra i grandi istituti bancari deterritorializzati e le piccole banche locali, la nuova banca, frutto dellapporto di oltre un centinaio di soci provenienti da province lombarde (Bergamo-Brescia, Cremona-Mantova) e venete (Verona-Vicenza), avr una dimensione regionale e una vocazione industriale. Sar cio una banca per lindustria sullesempio di quella che fu la Ubn di Francesco Perlasca, di cui potrebbe essere idealmente erede e continuatrice, allinsegna dello slogan cerniera tra Nord Ovest e Nord Est, trattandosi di un istituto che, in quanto lombardo-veneto, istituzionalmente frontiera tra Lombardia orientale e Veneto occidentale. Una banca per fare banca, non per fare finanza.

BASILEA 3: UN ALTRO PASSO IN AVANTI DECISIVO VERSO LARMONIZZAZIONE DEL SISTEMA BANCARIO
Sar anche lEuropa delle banche ad aver forgiato leuro e larea geoeconomica europea che ha adottato la nuova moneta, ma va detto che in un sistema di mercato evoluto e di libero scambio senza le banche non possibile garantire n luno n laltro. Le banche, dunque, sono condizione fondamentale per la creazione di una unione economica e monetaria, come questa elemento altrettanto fondativo per la realizzazione dellEuropa politica federale. Ci per dire che tra la vituperata (demagogicamente) Europa della banca e della finanza, e lagognata (spesso strumentalmente) Europa delle nazioni o dei popoli, uno degli elementi adesivi (coesivi) di primaria importanza dato dal credito, quindi dalle banche. Insomma,

Calzoni e Caprotti: Montichiari ai privati per farne lhub intercontinentale del nord, primo in Italia e terzo in Europa
Dopo il conferimento al Catullo di Verona della gestione integrale del DAnnunzio di Brescia, questultimo ha di fronte a s una occasione unica e irripetibile, realmente fattibile e realisticamente proponibile. Fare di Montichiari, data la sua invidiabile e privilegiata posizione al centro della Valle Padana (fu Napoleone il primo a scoprirlo quando venne in Italia, tanto vero che ne fece il suo polo logistico) un

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senza le banche e la loro funzione prioritaria di erogazione del credito, non sarebbe possibile fornire la base economica per la costruzione dellEuropa politica, sbocco ultimo dellUnione Europea e del processo di integrazione continentale. Per dire che la polemica contro la cosiddetta Europa delle banche speciosa e pretestuosa, perch senza di esse non vi sarebbero gli strumenti per la gestione delleuro,anzi per lesistenza delleuro stesso. Prendersela con le banche significa allora lavorare contro leuro augurandosene la fine e il ritorno alle monete nazionali. Nella fattispecie italiana il ripristino della nostra liretta, con la conseguenza di una micidiale svalutazione che lEuropa giustamente ci farebbe pagare in quanto traditori dellideale europeo dopo oltre mezzo secolo di condivisione (per acquistare un euro non basteranno 1986 lire ma almeno il 4050% in pi,il che significa poco meno di tremila lire).

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PRIMA LUOVO O LA GALLINA? (PRIMA LEURO O LEUROPA?)
Le banche, per quanto in questi ultimi anni siano state al centro di critiche e accuse molto aspre, sono e rimarranno una formidabile cinghia di collegamento alla base di qualsiasi sistema economico da cui non solo non si pu prescindere ma che va salvaguardato come bene comune. per questo che ogni norma che crea solidit e sicurezza al sistema bancario va vista con favore da qualunque parte la si osservi. Basilea 3 forse non sar la risposta definitiva e probabilmente neppure la migliore, ma rappresenta sicuramente un altro importante passo nella direzione giusta. Anche nella direzione dellEuropa dei popoli, cio quella politica e federale, non solo delle banche, quella economica e monetaria. Ma, detto per inciso e conclusivamente, quanto fondata la domanda di coloro che si chiedono se meglio prima luovo o la gallina (se meglio creare la moneta prima dello Stato, allopposto di ci che avvenuto in tutte la altre formazioni storico-politiche?) La domanda strumentale in quanto riflette un falso problema. Nella particolare formazione dellunit europea,dove non era possibile per ovvie ragioni partire dallunione politica tout court, era necessario seguire un percorso graduale inverso a quello di altre analoghe formazioni storiche statuali. Un percorso il cui iter, necessariamente, poneva leconomia e quindi la moneta alla base del processo unitario, mentre la politica ne sarebbe stata lo sbocco finale. Insomma, un processo a tre stadi dove al mercato comune (il Mec) succeduta la Comunit economica europea (la Cee), a questa la Unione monetaria (la Ue) per approdare infine allEuropa politica federale (gli Stati Uniti dEuropa). Per i quali saranno necessari, ben che vada e crisi permettendo, almeno altri ventanni, a giudicare dal ventennio che ci separa da Maastricht e dalle decisioni che hanno dato vita alleuro. In mezzo ci stanno le banche e Basilea 1,2 e 3 ,poich la tenuta del sistema bancario, come insegna la crisi che stiamo attraversando e come ci dicono le sagge determinazioni della Bce di Mario Draghi, la condizione per la tenuta dellEuropa economica e monetaria, e questa il fondamento della costruzione dellEuropa politica e federale.

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bilit a breve. Meglio sarebbe invece parlare, prima ancora che di una improbabile crescita, quantomeno di una possibile ripresa, essendo questa condizione di quella. Se per la ripresa basta il ritorno del mercato, per la crescita occorre la ripresa della politica, cosa che da noi appare per ora molto ardua per non dire remota. Per quanto riguarda il primo aspetto, la ripresa, non aggiungeremo la nostra voce alle centinaia gi ascoltate, poich essa arriver quando si creeranno le condizioni interne e internazionali che la renderanno possibile, e che per ora non si vedono. Per quanto riguarda il secondo aspetto, la crescita, va posta una domanda: vi siete mai chiesti quanti sono gli economisti, presunti o sedicenti tali, che danno ricette, elaborano formule e propongono pozioni pi o meno magiche per propiziarla? Sono diverse centinaia infatti, solo per stare in Italia, gli analisti, gli esperti, i giornalisti, gli editorialisti, i fondisti, gli opinion leader, gli opinion maker che ogni giorno sui giornali, sul web, sui blog, su Internet o in televisione tranciano previsioni e trinciano profezie per uscire dalla crisi, ma ancora non si visto come e quando ne usciremo. Anzi, pare invece che le soluzioni si allontanino e che ci avvitiamo sempre pi in una spirale di recessione di cui non si vede la fine. Crescita diventata la parola magica, il totem cui tutti si inchinano e intonano danze della pioggia o riti propiziatori, ma anche un tab da cui tutti rifuggono inconsciamente nel momento stesso in cui a parole ne invocano lavvento e ne ammettono la necessit. Non solo Tremonti le cui tre manovre della estate 2011 erano depressive, ma anche Monti, la cui ponderosa madre di tutte le manovre si rivelata altrettanto depressiva pi che espansiva. Anzi, mancato poco che il sofferto parto del Governo si rivelasse una misura recessiva, come stato osservato peraltro da un liberista (nonch consulente del governo Monti) quale Francesco Giavazzi, per via dei due tempi: prima la messa in sicurezza dei conti, e poi la crescita, ossia le liberalizzazioni e privatizzazioni. Dimenticando che la politica dei due tempi, come ricorder chi ha un minimo di memoria storica (rammentate il famigerato e ossessivo prima la congiuntura e poi la struttura dei governi delle prima Repubblica?) non ha mai portato ai risultati sperati. Allo stesso modo vale il rapporto tra ripresa e crescita. Perch continuiamo a illuderci che vi possa essere crescita senza ripresa? Perch insistiamo nel pensare che possa darsi una crescita nazionale senza una previa ripresa internazionale o quantomeno continentale, europea?

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Tra economia reale e virtuale dove sta leconomia ideale?


Ovviamente non esiste, o esiste solo nei testi accademici o nelle buone intenzioni degli economisti o nelle simulazioni di laboratorio, poich leconomia ideale per essere tale deve o dovrebbe poggiare sulla innovazione permanente, cio senza soluzione di continuit: condizione necessaria ma non sufficiente del cambiamento, che a sua volta condizione necessaria della crescita.

Fuori dalle utopie filosofiche, poich anche linnovazione pi avanzata per essere fattore di sviluppo deve misurarsi con il mercato e con la sua capacit di assorbimento, linnovazione pi che permanente deve essere realmente coefficiente con il contesto in cui opera, cio aderirvi dissodandolo e fecondandolo per farlo fruttificare. Linnovazione insomma il vero fertilizzante delleconomia. La crisi in cui siamo immersi ormai da sei-sette anni ne , per converso, un conferma. Ma anche se la crisi scoraggia o ritarda gli investimenti, non dobbiamo rinunciare ad investire

in innovazione poich senza di questa non potremo intercettare la ripresa quando si decider ad arrivare. Si vedano gli Stati Uniti, che stanno uscendo dalla recessione grazie allinnovazione. O la Germania, che una vera recessione non lha vista. Parlare di progetti per uscire dalla crisi velleitario, oltre che banalmente ottimistico, inutilmente futuristico e vanamente probabilistico. Per uscire dalla crisi che stiamo vivendo forse non occorreranno altri dieci anni, come ha detto con sconfortante pessimismo leconomista francese Jean Paul Fitoussi allultimo forum Ambrosetti, ma certo non basteranno i prossimi due anni. Crescita una variabile ancora troppo indipendente dal novero delle possi-

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Prima la ripresa, poi la crescita
Domanda: come possibile una crescita senza una preliminare ripresa? Certo che la crescita porta con s la ripresa, ma come possibile la prima in assenza della seconda? Si continua invece a recitare il mantra della crescita - la parola pi abusata e inflazionata del momento - senza minimamente pensare alla ripresa. La luce in fondo al tunnel? Quante volte abbiamo sentito evocare questa metfora? Pi che alla fiera delle vanit siamo alla fiera delle banalit, alla rassegna delle ovviet , al trionfo delle chiacchiere. Per ogni Nouriel Roubini, leconomista irano-americano che ebbe la ventura di indovinare (non certo prevedere) la crisi poco prima che arrivasse, ci sono mille Carneadi che fanno a spintoni e gomitate per scrutare chi avvister la ripresa, come la vedetta delle caravelle di Colombo che per prima avvist il Nuovo Mondo (Terra! Terra!) dopo tre mesi di navigazione solitaria. Noi siamo da sei anni in bala dei venti e delle maree della crisi pi globale di tutte le crisi, anzi la prima crisi dellet globale. A volte sembra che la tempesta ci porti a riva, altre che ci sospinga di nuovo in mare aperto. Ma la terra, la terra promessa della ripresa, e pi ancora lEden della crescita, sono ancora di l da venire. Ciononostante dobbiamo sforzarci di fare quanto nelle nostre scarse possibilit per trovare una via di uscita. Proviamo allora a formulare una strada per dare un contributo non alla soluzione ma alla riflessione. Non una novit poich a Brescia sono anni che si discute di queste cose in pressoch tutte le sedi pubbliche e private (Universit e docenti della facolt di economia, Aib di Giancarlo Dallera, Camera di Commercio di Franco Bettoni, a suo tempo pure lApi di Flavio Pasotti (ora immersa in un ovattato silenzio), voci alle quali si affiancata ultimamente anche la moral suasion della Prefettura nella persona del prefetto Livia Narcisa Brassesco Pace).

Quale innovazione per superare la crisi?


Certo che occorre investire ma investire dove, in quali comparti e prodotti, in quali settori e processi se non c mercato o se il mercato sempre pi saturo? E innovare come, se essere competitivi significa misurarsi con competitori attrezzati come i paesi a tecnologia avanzata (Stati Uniti e Germania), e aggressivi come quelli a basso costo del lavoro (Cina e India)? Riempirsi la bocca di innovazione

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facile. Politici professionisti (a tempo pieno e indeterminato, purtroppo) ed economisti dilettanti (a tempo parziale e determinato) lo fanno ogni giorno. Senza tener conto che, se difficile innovare in tempi normali, ancora pi arduo farlo in tempi di crisi. A maggior ragione in presenza di una restrizione del credito come quella in atto nei paesi delleurozona (del fiscal compact, tanto per essere chiari, e dellausterit a senso unico che preferisce le politiche recessive e deflazionistiche alle politiche accrescitive e inflazionistiche). Ripetiamo la domanda: certo che va bene investire, ma investire dove se non c mercato? E investire come se tutto saturo? Ma quale tipologia di innovazione per una provincia che, a prescindere dalla crisi che ne sta penalizzando i settori pi maturi e pi esposti alla concorrenza globale, da sempre regina dei prodotti maturi e madrina dei processi moderni? Per una realt con migliaia di piccoli grandi solisti, tuttora individualisti, dove mancano le dimensioni aziendali e i driver per la ricerca? Per una economia dove nascono nuove aziende ma non ancora nuovi prodotti? Una innovazione degna di questo nome deve tener conto della caretteristiche specifiche del cosiddetto sistema Brescia. impresa postfordista mirata al mercato. Una microeconomia che va inserita nello scenario macroeconomico attuale, essendo la globalit per definizione un fenomeno dilatato allintero pianeta e dunque interconnesso, interdipendente e interagente. Uno scenario a due dimensioni. Quella di una crisi globale dove la crescita non va confusa con la ripresa, dal momento che la crescita richiede come condizione la ripresa poich se questa non c non si d neppure quella; quella di una crisi locale dove non si pu dare coesione (patto) sociale nelleconomia se prima non c a monte coesione nazionale nella politica. Per ci affermiamo che, se per uscire dalla crisi sufficiente la ripresa del mercato, per la crescita necessaria la ripresa della politica. Il fatto che purtroppo ci mancano sia la guida politica sia la ripresa delleconomia.

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Industria matura e innovativa sono due facce della stessa medaglia produttiva, progressiva e propulsiva
C chi sembra dimenticare un altro aspetto essenziale della questione, non solo nominale ma sostanziale. Ci che viene corrivamente chiamato, con una punta di evidente seppur sfumata sufficienza, tradizionale, altro non che il settore manifatturiero, parte fondamentale di quella economia reale (lindustria) della quale tutti auspicano il ritorno dopo i danni e le delusioni della cosidetta economia virtuale (la finanza). Certo occorre un modo di fare industria aggiornato alle nuove tecnologie produttive e adeguato alle nuove sensibilit ecologiche e ambientali. Certamente occorre tenere conto del terziario avanzato, dei servizi e di tutti quei comparti che oggi concorrono alla

Si scrive Brescia, si legge industria


Certo, ma quale industria? non quella astratta di cui tutti parlano ma quella concreta che pochi conoscono. Tra queste la specificit bresciana fatta di maturit dei prodotti e modernit dei processi (periferia del nord ovest e anticamera del nord est) grande industria fordista orientata al magazzino e piccola

Fluidmec, interno stabilimento.

formazione di un moderno sistema economico. Ma senza tralasciare il fatto che lattivit manifatturiera, sia tradizionale che innovativa, sia matura che avanzata, parte determinante di qualunque economia moderna che voglia mantenere i fondamentali secondo i quali lindustria a creare ricchezza mentre la finanza la trasferisce (crea valore). Ci vale in particolare,ma non solo, per una

economia manifatturiera come quella bresciana. Si vuol dire che linvestimento nei comparti avanzati non alternativo n in contrasto con quello in settori maturi: entrambi fanno parte della stessa medaglia produttiva, del medesimo processo di sviluppo, dellidentico sistema socioeconomico. proprio lattuale crisi generata dalla finanza a dimostrare come la old economy (leconomia reale) fos-

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se ricchezza senza valore mentre la new economy (leconomia virtuale) valore senza ricchezza. E senza tralasciare, sempre in tema di energie alternative non inquinanti quali leolico, il geotermico, il fotovoltaico e le biomasse, anche il nucleare, fondamentale per quella parte di industria italiana (e bresciana) energivora (grande consumatrice di energia) che voglia rimanere competitiva rispetto alla concorrenza europea (a meno che non si creda, come pensano coloro che non hanno mai messo piede in una fabbrica, di alimentare gli elettrodi dei forni delle acciaierie con i pannelli solari o le pale eoliche, fonti rinnovabili validissime ma per altri impieghi e altri utilizzi). dizionale e economia innovativa viene - oltre al fatto che non si d industria avanzata che non si innervi e si innesti su una diffusa e consolidata base di economia manifatturiera matura - da unaltra evidenza. I due Paesi, la Germania e la Cina, giustamente citati come casi esemplari di investimenti nelle energie alternative sono quelli i cui modelli economici si fondano sulla priorit della manifattura. Due economie le cui rispettive industrie sidermetallurgiche e meccaniche sono le maggiori del mondo: prima in Europa nel caso tedesco e prima nel pianeta nel caso cinese. Seguite oggi dalla Turchia, Paese di cui si parla poco ma il cui Pil industriale in crescita a due cifre, tanto da raggiungere tra due-tre anni la Germania nella produzione di acciaio. Tutto ci per dire che linnovazione di processo nei settori maturi pu andare di pari passo con linnovazione di prodotto dei settori avanzati, trattandosi di investimenti non alternativi ma complementari. Pi chiaramente, linvestimento nelle energie rinnovabili non contrasta - come sembrano intendere alcuni commentatori - con il miglioramento delle tecnologie tradizionali poich le prime sono necessarie alla crescita quanto le seconde. Nel caso di specie, non vero che Bruxelles, prendendosi cura delle esigenze dellindustria tradizionale con una pi congrua e pi consona normativa sul clima, abbia inteso penalizzare le aspettative dellimprenditoria avanzata o rinunciare alla ricerca o al sostegno allinnovazione. vero invece che, nella fattispecie italiana (e bresciana), la manifattura resta un pilastro portante del sistema industriale, e come tale va tutelata (non protetta n assistita bens difesa).

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LA BASSA BRESCIANA
TUTTI I COLORI DELLA TERRA
Ghedi, Leno, Calvisano e Gottolengo: agricoltura e allevamento sono il prezioso tessuto su cui si innestano comunit numerose, laboriose e solidali.

di Alessandra Tonizzo

ieccoci nella Bassa, terra popolosa ( la nostra area provinciale con pi comuni) e dalle salde radici (partendo, per gola, da quelle culinarie: casoncelli, polenta, salumi). Qui, il suolo ha reso grande unarea feconda, la cui economia poggia ancora in gran parte sullagricoltura incoraggiata dalla presenza di Oglio, Chiese e Mella, nonch di diversi fiumi minori e vasi artificiali , senza disdegnare lindustria e il terziario. Ghedi, comune vicino alla soglia dei 19mila abitanti, viene in effetti ancora descritto come un paese rurale, seppure abbia affiancato da tempo ad agricoltura e allevamento il comparto industriale (soprattutto tessile), e commerciale. Lo scorso anno, in merito, i commercianti annotavano una pericolosa china per gli affari, confermata (ma non aggravata) in parte per questinizio 2013, pur mantenendo alte le speranze: confidare nella bella stagione dobbligo. Tanti, qui, i giovani ancora in cerca daggregazione, ed il capitolo integrazione in paese gli stranieri sono oltre 3mila, con unalta percentuale delletnia marocchina e indiana tutto in salita. Come la discussa questione di Palazzo Arcioni, immobile con vista sul centro storico (che sarebbe dovuto diventare un teatro) recentemente messo in vendita dallamministrazione comunale per reperire fondi locali (per un

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nuovo pozzo, la manutenzione delle scuole e soprattutto lampliamento del cimitero). Leno ci accoglie con un po di sconforto: diverse, ad oggi, le attivit che hanno chiuso i battenti, e per chi ha iniziativa lo scenario non molto confortante. A detta dei suoi abitanti, il paese, complice la crisi, restio alle nuove proposte, cos i tanti giovani si sentono spesso imbavagliati prima ancora di muovere i primi passi nel mondo del lavoro. Piccoli passi avanti, invece, in tema di melting pot: gli stranieri ricalcano le proprie personali usanze, ma non disdegnano (e trovano) contatti con i lenesi stessi. Calvisano quasi 9mila anime, e lazzeccato sinonimo di paradiso del caviale (qui si esportano 24 tonnellate di prodotto in tutto il mondo, Russia esclusa, grazie a storioni dallevamento lunghi fino a 6 metri) resta fedele a se stesso. Risoluto e fiero, come la sua notoria squadra di rugby (il Cammi Calvisano), il paese eccelle, a livello europeo, anche nellallevamento di suini e tacchini, e costruisce anno dopo anno un grande affiatamento tra i suoi esercenti. Unico neo, la carenza dattivit culturali che sappiano coinvolgere i meno giovani. Potremmo descrivere Gottolengo come un tranquillo centro rurale multietnico (manodopera richiamata dalle numerose aziende agricole del paese), il cui le tracce di vita contadina sovrastano la propulsione crescente dellindustria. Pochi sanno che questa realt, posta ai confini di Cremona e Mantova, anche un rilevante sito archeologico: numerosi e di valore, infatti, i reperti ritrovati nella zona attorno a Castellaro, unica altura (65 m s.l.m.) della zona. Alla fine del nostro viaggio, siamo sicuri di aver scorto una Bassa diversa. Provata, certo, come tutti in questo periodo, ma stretta dalla solidariet e dalla comunanza. E sicura di scorgere tra i granelli della propria terra se non una risposta, quantomeno una promessa.
Nelle pagine precedenti, un particolare di Gottolengo. In questa pagina, dallalto, Ghedi, Leno e Calvisano.

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CI RACCONTANO ghedi ci seguono pure da fuori. Poi, avendo avuto lattivit anche altrove, gli avventori affezionati ci hanno seguiti. Com via Garibaldi? Per Ghedi una delle strade principali, e quindi c un discreto passaggio. Quando chiudete, le sere di primavera-estate, trovate movimento? Le sere sono quasi sempre deserte: in questo periodo la crisi ha fiaccato il paese. Crisi che avete affrontato con prezzi competitivi? Non siamo in competizione con gli altri negozi dabbigliamento, perch sono boutique mentre noi siamo, appunto, uno stock. CLARA BELLINI (Edicola) Largo Zanardelli Cosa leggono gli abitanti di Ghedi? Quotidiani, riviste La crisi noi la sen-

LA/provincia
tiamo, perch con il digitale, con internet, i tempi sono cambiati parecchio. Ghedi in un aggettivo. Un paese grande. Come va lintegrazione con la componente straniera? Dintegrazione ce n poca, a dire il vero. Oggi, quando nessuno lavora, simmagini come va: queste persone affollano le piazze. Il paese vivo? Gli eventi non mancano: feste, notti bianche, organizzazioni in piazza Poi ogni gioved c il mercato, e sabato lortofrutta. Cosa mi dice di palazzo Arcioni? Che, per me, potevano anche fare a meno di costruirlo, a questo punto. stato inutile iniziare unimpresa del genere: ora che non lo si pu terminare, e persino buttarlo gi costa troppo, lo vogliono vendere. Ma pare che, per adesso, tutto taccia.

di Alessandra Tonizzo

PAESE CHE VAI LE NOSTRE IMPRESSIONI


una stagione Un paese avvolto nel grigiore di questo inizio in di Ghe o pars ci cos difficile: rse attivit dive de, stra 2013. Poca gente per le sta granque Ma o. fiacc po un ito spir chiuse, lo ha una rse riso di ricca de realt popolosa e e solo Dev le. spal sue alle e izion trad grande pio. esem ido tornare ad essere un fulg

MAURO PEZZINI (Bar Giardino) P.za Roma Il vostro bar ha una lunga tradizione? Noi lo gestiamo dal 92, ma esiste da tantissimo tempo: uno dei bar pi vecchi di tutta Ghedi. Che clientela avete? Fungete da ritrovo? Qui vengono dai giovani in su. Chi ha voglia, la sera, di partecipare ad un torneo di calciobalilla, di vedersi la partita con gli amici davanti ad uno stuzzichino, qui lo pu fare. Come vedete il paese? Siamo mantovani e Ghedi abbiamo imparato a conoscerlo nel corso degli anni. Dicono sia un paese ancora prevalentemente agricolo, ed ovvio, essendo queste, in fondo, le sue radici. Ma una realt che, pure se un po chiusa, guarda avanti.

Stranieri: com la convivenza tra etnie diverse? Che si stiano integrando innegabile. Per, in paese, si sta sempre un po sul chi va l: noi, ad esempio, con alcune componenti abbiamo avuto dei problemi. Purtroppo ci sono dei gruppetti poco raccomandabili. ROSA FAVALLI (La Gelateria di Ghedi) P.za Roma Cosa connota la vostra attivit? Di sicuro il fatto che lavoriamo le materie prime ancora come una volta, artigianalmente. Che clientela avete? La gente viene anche da fuori paese. Ghedi spesso definito come il paese dei bar: concorda?

Non sono di qui, ma effettivamente ci sono tanti bar, vero. Per mi pare una cosa nella norma come per molte altre realt. E sul fatto, invece, che sia un paese individualistico, ove c poco spirito di corpo? Posso solo dire che, allinizio, Ghedi reagisce con molto entusiasmo. Che

poi, pian piano, viene meno. Due parole su Piazza Roma. Anni fa, racconta chi cera, la piazza era pi movimentata. Ma, nonostante tutto, mi sembra che anche oggi sia un buon punto dincontro. MICHELA USINI (Stock Grandi Firme abbigliamento) Via Garibaldi Chi vi frequenta? La clientela del negozio per cui lavoro composta principalmente da donne e bambini. Teniamo articoli giovanili, ma sappiamo accontentare anche le signore. Ci siete da quattro anni: vi conoscono solo a Ghedi? A dire il vero, oltre alla clientela locale,

Ernesto e Mauro Pezzini

Rosa Favalli

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CI RACCONTANO LENO

PAESE CHE VAI LE NOSTRE IMPRESSIONI


Leno ci sembrato un po spen to. Il brio e la vivacit che caratterizzavano il suo commercio stanno scemando, le nuove attiv it non attecchiscono. I giovani per strada cam minano accigliati, pensierosi, forse non riuscend o ad immaginare qui il proprio futuro.

di Alessandra cascio

Roberto Cavalli (La Ferramenta Cavalli) Via Brescia Come si vive a Leno? Abbastanza bene. Il paese un po in crisi e la gente sconfortata. Sappiamo che i furti in paese sono aumentati, preoccupato? S, abbastanza. Non mi sembra che stiano facendo molto per arginare il fenomeno. A tal proposito, che suggerimento

darebbe alla sua amministrazione comunale? Di incentivare maggiormente i controlli sul territorio con lausilio delle forze dellordine. Gli stranieri di Leno sono integrati? S e no. Nel senso che ogni gruppo fa a s. Indiani, senegalesi e magrebini si rivolgono a noi per gli acquisti; dei cinesi, invece, non si sa nulla. Elena Claudio (Interno treci) Via Brescia Lei originaria di Bagnolo, come mai ha deciso di aprire qui la sua attivit? capitata loccasione e ne ho approfittato. Questa per me la prima esperienza e, tutto sommato, devo dire che non

sta andando male. Come si trova a Leno? Direi bene. Mi sembra che qui le persone siano molto gentili e affabili. Venendo da fuori, ha notato qualche disservizio in paese? Lunica cosa un po fastidiosa sono i parcheggi. La gente, se potesse, entrerebbe in negozio direttamente in macchina. Manuela Giarratana (Bar Spinu) Via XXV Aprile Cosa offre Leno ai giovani? Purtroppo nulla. Siamo costretti a muoverci dal paese ed andare in citt. Che tipo di clientela frequenta il suo locale? Mista, prevalentemente giovani.

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Roberto Cavalli

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LA/provincia
A quanto vedo avete un prodotto famoso La nostra pizza, in effetti, spopola. Ma il nostro obiettivo quello di lanciare delle specialit oltre al pane comune, con prodotti innovativi come la quinoa o lamaranto. Certo che iniziare una nuova attivit in tempo di crisi Ce lo dicevano tutti. Ma noi ci siamo buttati. Qui, prima, cera una profumeria. Larredo lho disegnato io, poi ci siamo arrangiati. Cosa fa Calvisano per i giovani? Da questanno ha aperto la sala Polivalente. Per gli adolescenti, l opera il gruppo di teatro, musica e recitazione Ideando. Poi siamo conosciuti per la nostra squadra di Rugby. Capitolo integrazione? Per ora latita. Io, nel mio piccolo, con un gruppo di volontari, presso il circolo Acli in zona stazione, tengo dei corsi di lingua per i pi piccoli e di cucina per le mamme.

Secondo lei gli extracomunitari sono integrati? No, non mi sembra. Fanno vita a s. Un pregio e un difetto di Leno? Posso solo dirle che un paese vecchio dove gli abitanti sono attaccati ai negozi storici. Se a Leno apre una nuova attivit difficilmente attecchisce anzi, generalmente dopo un annetto chiude. Questo accade anche se ad aprire le attivit sono persone del paese? S, soprattutto se sono persone di Leno. Anna Perotti (Bresciani Frutta) Via Tito Speri Come sono cambiate le abitudini negli acquisti dei suoi clienti? Oggi comprano lindispensabile mentre prima si toglievano anche qualche sfizio. La gente ogni quanto fa la spesa nel suo negozio? Quelli che non abitano in paese vengono una volta a settimana, gli abitanti anche due o tre volte. Gli extracomunitari acquistano nel suo negozio? S, generalmente acquistano solo sacchi grandi di patate, cipolle e aglio che costano poco. Ritiene che siano integrati? No, non pi di tanto nel senso che hanno i loro canali dacquisto e le loro cerchie di amicizie. Leno con un aggettivo? Chiuso alle nuove proposte.

CI RACCONTANO Calvisano

di Alessandra Tonizzo

BENEDETTA BRESCIANI (Forno San Michele) Via San Michele La vostra attivit ha una storia particolare aperta da pochissimo, e viene dallinventiva di mio fratello Andrea, che faceva impianti solari, studiava alluniversit (comunicazione e marketing) e panificava la notte per guadagnarsi qualche soldino. Poi, diventata una passione, un lavoro che ha contagiato tutta la famiglia.

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LA/provincia

PAESE CHE VAI LE NOSTRE IMPRESSIONI


Realt vivace ed allegra, Calvisan o ci ha accolti con il solito buonumore, che, passando un pomeriggio tra i suoi portici, si scoperto essere contagioso. Se ci fossero pi chances per i ragazzi, allora la pagella di fine anno avrebbe tutti o quasi pieni voti .

NUCCIA (Merceria) Via Roma Questo un locale storico, vero? Proprio cos. Io lo gestisco da 25 anni, e prima era di una signora che lo amministrava da almeno 50. La crisi come vi ha colpiti? La gente compra meno. In tempo di crisi non si butta via niente, e si ripara tutto. Infatti ho clienti di tutte le et, dalla ragazza alla signora. Calvisano pu dirsi un paese attivo? La Proloco si d molto da fare. Come lo descriverebbe, con un aggettivo? Un paese alla portata di tutti, dove si vive ancora bene. Cosa manca? Di sicuro qualcosa per i giovani, specialmente gli adolescenti: chi, insomma, non in et da bar.

SIMONA SCASSA (La Boutique del gelato) Via Roma Fresca di un anno dapertura: perch qui a Calvisano? Ho scelto questo paese perch, pur non essendo di qui, mi ha letteralmente conquistata. Amo questa gente, affettuosa. Un primo bilancio commerciale? Le spese sono state tante, forse presto pronunciarsi ma mi sembra che vada bene. Il suo gelato Di qualit, e particolare: i gusti che fac-

cio ne ruoto 32/36 alla volta seguono le stagioni, il mercato e il mio stesso umore. Spesso, poi, sono i clienti stessi a darmi qualche buona idea. Si sente sicura a Calvisano? Lo vedo tranquillo. Poi, ho tanti amici: la sera aspettano che chiuda tutto e rientri in macchina. Trova che ci sia affiatamento tra i commercianti, che si promuovano attivit? Sono nuova, ma noto che c spirito di corpo in paese. La Proloco, poi, molto attiva.

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CI RACCONTANO GOTTOLENGO tamenti come questo e manifestazioni daltro genere. Un pregio e un difetto di Gottolengo? Un pregio che anche un difetto che ognuno sa tutto di tutti. Doninelli Giulia (LAngolo Fiorito) Via Umberto I Ci descriva la sua clientela. eterogenea, va dalloperaio alla persona pi abbiente non solo di Gottolengo, ma anche dei paesi limitrofi. Ritiene che Gottolengo sia rinomato per qualche eccellenza eno-gastronomica? Direi che lo per le patate e per i formaggi. Leggiamo spesso di incidenti mortali sulle vostre strade, crede che il problema possa essere risolto in qualche modo? Non credo che la questione si risolva facilmente, ma forse qualche speed check control in pi non guasterebbe. Il vostro un Comune multietnico, in quali settori sono impiegati gli stranieri? Gli indiani nelle aziende agricole, gli altri nelle fabbriche. Anna Gazza (La Corte dei Golosi) Via Luigi Grammatica La sua clientela prevalentemente del posto? No, arriva anche da fuori Gottolengo. Ci descriva Gottolengo. un paesino rurale dove manca un po tutto, ma dove si vive bene. Ha qualche suggerimento da dare alla sua amministrazione? Mi piacerebbe che puntasse maggiormente sui giovani e che organizzasse qualche manifestazione in pi. Ritiene che le strade del suo Comune siano pericolose? No, non credo, anche se non le tengono benissimo. Gazza Simona (Sotto Zero Gelateria) Via Dante Come si vive a Gottolengo? Abbastanza bene. un piccolo centro tranquillo, rurale e multietnico. Gli extra-comunitari sono integrati? S, penso che il livello dintegrazione sia buono. Ritiene che le strade del suo Comune siano pericolose? Non credo che lo siano anche perch negli ultimi anni hanno costruito una miriade di rotonde alcune delle quali reputo inutili. Le nostre domande a

LA/provincia

di Alessandra cascio

Alberini Daniela (Pasticceria Suite Caf) Via Perini Lei giovanissima, come mai ha deciso di rimanere a Gottolengo? Io e mia cugina abbiamo deciso di investire in questa attivit perch lunica del paese. Qui, inoltre, conosciamo molta gente e ci troviamo bene. Mi descriva Gottolengo? un piccolo centro che basa la sua economia prevalentemente sullagricoltura. In paese manca un po tutto, ma la mancanza sopperita dai grossi supermercati presenti in zona. Il Comune ha organizzato un ciclo di eventi denominato Caff Letterario, lo ritiene interessante? Tutte le iniziative servono e sono interessanti perch il paese di per s un po spento quindi ben vengano appun-

PAESE CHE VAI LE NOSTRE IMPRESSIONI


Gottolengo appare come un tran quillo centro rurale multietnico, dove la presenza di cittadini stranieri significativa e necessar ia alla sopravvivenza delle numerose aziende agricole che costellano la zona. In centro, alcu ni negozi hanno casa e bottega confinanti, segn o che qui la famiglia continua ad avere un ruol o fondamentale nella vita di tutti i giorni.

GIACOMO MASSA, SINDACO DI GOTTOLENGO


Che tipo di azioni ha messo in atto il Comune per supportare la promozione enogastronomica del territorio? Consapevoli che prerogativa di unamministrazione dinamica e attenta la valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze produttive, subito dopo le elezioni amministrative del 2012, ci siamo dedicati allorganizzazione dellimportante Sagra della Patata di Gottolengo per promuovere le colture e i prodotti agroalimentari locali e creare un momento di aggregazione a cui tutta la collettivit ha potuto partecipare. La decima sagra della patata stata un vero successo sia in termini di partecipazione, sia in termini di rilevanza. Sulla scia dei risultati ottenuti, abbiamo deciso di istituire delle commissioni permanenti che avranno il compito di promuovere ed organizzare eventi per il nostro territorio. Questione sicurezza stradale: che politica sta adottando il suo Comune? La sicurezza stradale una tematica sempre di grande attualit, ogni amministrazione ha il dovere di attuarla, nonostante le sempre pi risicate risorse, a tutela dei cittadini. Al fine di presidiare maggiormente il territorio, stiamo lavorando in concerto con i comuni di Gambara e Fiesse per potenziare i servizi stradali di polizia locale e stiamo intervenendo direttamente alla fonte, organizzando degli incontri di prevenzione ed educazione, nelle scuole, con i nostri agenti di polizia. Inoltre, grazie allassociazione Cultura sport anziani, che ha aderito al progetto Nonno vigile, stiamo presidiando luscita e lingresso dei ragazzi della scuola. Quali suggerimenti propone per disincentivare labbandono del suo Comune da parte dei giovani?

Da giovane Sindaco conosco perfettamente le problematiche che vivono quotidianamente i nostri ragazzi, soprattutto legate alla profonda crisi occupazionale dellultimo periodo. Gottolengo il paese che amo, nel quale sono cresciuto e dove spero di realizzare molti sogni. Quindi, linvito che faccio a tutti i giovani quello di non lasciarsi pervadere dallapatia e dallo sconforto, ma di provare a realizzare i loro sogni. Inoltre, ricordo che hanno un Sindaco che crede in loro e che, per quello che gli compete, sar proattivo al loro fianco.

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L/ INCHIESTA

i bresciani lo sanno prima

www.bsnews.it

TRA LEGALIT E ILLEGALIT

PROSTITUZIONE

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I vari Paesi europei hanno affrontato il problema con modalit che oscillano tra proibizionismo, abolizionismo e regolamentazione. In Italia, tiene banco da oltre cinquantanni il dibattito sulla riapertura delle case chiuse: a favore pesano il ritorno economico per le casse dello Stato, i controlli sanitari e la sicurezza delle prostitute.
di Irene Panighetti

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L/ INCHIESTA

L/ INCHIESTA
protettore, il prestare favoreggiamento, ogni attivit che porti ad ottenere profitto dalla prostituzione, linduzione). Latto del prostituirsi (effettuare prestazioni sessuali a pagamento) legale nella maggioranza dei Paesi dellEuropa occidentale, mentre tendenzialmente illegale nellEuropa orientale. Fruire della prostituzione (ricevere prestazioni sessuali dietro pagamento) legale nella gran parte dei Paesi europei. Solamente in Svezia, Norvegia e Islanda si recentemente affermato un nuovo modello legislativo nel quale viene punito il cliente. Per quel che riguarda ladescamento (linvito a fruire di prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico) la gran parte dei Paesi nei quali la prostituzione lecita ha leggi o disposizioni amministrative che puniscono questo tipo di condotte. Talvolta sono istituite delle zone di tolleranza (ufficiali o non) nelle quali ladescamento consentito. Lo sfruttamento, favoreggiamento, reclutamento o induzione infine sono illegali in gran parte dEuropa.

l re nudo: alcuni centri massaggio sono paravento per dei veri e propri bordelli. Lo confermano, ancora una volta, i recenti arresti e le chiusure di alcuni centri massaggio nel bresciano, che hanno riproposto la questione delle case chiuse e della prostituzione. Da affrontare senza tab, con sano realismo e senso pratico, considerando le tante contraddizioni insite nella tematica, dalla libert di scelta di chi esercita, allaspetto sanitario, a quello fiscale. Ma andiamo con ordine, iniziando dalla situazione normativa, europea e italiana, per conoscere modelli dai quali prendere spunto per proporre un cambiamento positivo nel nostro paese. Nel contesto comunitario non c ancora armonia nella legislazione: tra gli Stati membri sono notevoli le differenze di approccio sulla gestione della prostituzione e del suo mercato. In alcuni Stati compiere prestazioni sessuali a pagamento illegale, in altri la prostituzione in s lecita, mentre sono punite varie forme di favoreggiamento (come lagire come

i modelli
Il trattamento legale della prostituzione nei diversi Paesi europei segue tre modelli giuridici dominanti. Quello proibizionista consiste nel vietare la prostituzione e nel punire la prostituta con pene pecuniarie o detentive. In taluni Paesi in cui adottato questo modello, oltre alla prostituta viene punito anche il cliente. Questo modello seguito dalla gran parte dei Paesi dellEst Europa: Albania, Azerbaigian, Bielorussia, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Georgia, Kazakistan, Lituania, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Romania, Russia, Serbia, Slovenia, Ucraina. Il secondo, detto abolizionista, consiste nel non punire la prostituzione n lacquisto di prestazioni sessuali, ma al tempo stesso nel non regolamentarli, mentre si puniscono tutta una serie di condotte collaterali alla prostituzione (favoreggiamento, induzione, reclutamento, sfruttamento, gestione di case

Il quartiere a luci rosse di Amsterdam

Ci hanno detto
il parere del medico Donatella Albini, ginecologa

Il parere morale Don Fabio Corazzina, prete

Non basta la regolamentazione, occorre la responsabilizzazione.


Avere un posto definito dove esercitare la prostituzione non significa offrire una totale sicurezza sanitaria n garantire la preservazione dalle malattie. Anzi. Prima di tutto perch i vettori delle malattie, dalle pi comuni allAids, sono i clienti e non le prostitute e controllare i clienti impossibile. In secondo luogo perch la coercizione non ha mai dato risultati: le prostitute non devono essere costrette a sottoporsi ai controlli, devono essere formate a sentire la prevenzione e la cura come qualcosa che le coinvolge. Lo Stato non sarebbe in grado di garantire la sicurezza sanitaria nelle case schiuse, le prostitute dovrebbero invece sapersi gestire, fare i test, rifiutare rapporti senza preservativo, capire limportanza dei vaccini... del resto una donna potrebbe scegliere di fare il lavoro in una casa chiusa, poi smettere e poi riprendere, oppure cambiare posto: come potrebbe lo stato controllarla sempre, in ogni sua scelta di vita? Ripeto, non basta la regolamentazione, occorre la responsabilizzazione.

Le case chiuse significherebbero maggiori controlli, sicurezza e dignit per le persone che vi lavorano?
Non credo che le case chiuse sarebbero la soluzione di problemi profondi, che la societ ancora non vuole affrontare. Primo fra tutti la questione maschile: perch un uomo vuole, cerca e paga il sesso senza affetto? Occorre chiederselo e capirlo. Altro aspetto per me fondamentale: riaprire le case chiuse significherebbe maggiori controlli, maggiori sicurezze e maggiore dignit per le persone che vi lavorano? Se s potremmo ragionarci, ma non vorrei che fosse solo un modo per i benpensanti di togliere il problema dalla strada e dai loro occhi, senza invece affrontarlo con onest e seriet. La politica dello struzzo non paga.

to ad alcune prostitute lammontare del loro reddito. Ma dispositivi di legge non ci sono. In uno scenario di riapertura di case chiuse si potrebbe istituire una figura professionale collegata alla gestione separata che emetterebbe fattura al cliente. Per la casa chiusa la base imponibile verrebbe determinata dalla differenza tra gli introiti incassati e i costi sostenuti. In questo modo lo Stato avrebbe strumenti di controllo, pari a quelli che ha per tutte le altre attivit professionali e, ammettendo di riuscire a contenere o addirittura evitare levasione, lo Stato avrebbe dei vantaggi economici che ad oggi non ci sono perch i redditi derivanti dalla prostituzione sfuggono a qualsiasi verifica fiscale.

qualcuno non mi piace dico no, ma questo possiamo farlo noi italiane, mentre le straniere hanno dietro i magnaccia e non possono che obbedire. Lara si dice favorevole alla riapertura delle case chiuse perch ci sarebbe pi pulizia. Certo che sarei disponibile a pagare le tasse; se in cambio avessi un contributo per la pensione e la garanzia di alcuni diritti pagherei le tasse senza problema.

Il parere di una professionista del sesso /2

Con pi controlli sarebbe meno rischioso. Pagherei tasse in proporzione al mio guadagno.
Angela (nome di fantasia) ha quasi cinquantanni, si prostituisce da almeno dieci perch non ci stavo dentro, non riuscivo a pagare laffitto, ho avuto lo sfratto, il Comune non mi ha aiutata, sono stata lasciata sola da tutti. Cos ho iniziato a prostituirmi. Anche Angela, italiana, sceglie i clienti: a chi non le piace o se percepisce odore di fregatura dice no. Riaprire le case chiuse? Perch no? Sarebbe sicuramente meglio per questioni sanitarie, non avete idea di quante malattie ci sono in giro... con pi controlli sarebbe meno rischioso, anche se sono i clienti a portare le malattie e non so come si potrebbe controllarli tutti. Pagherei tasse in proporzione al mio guadagno, mi sembra giusto.

Il parere di una professionista del sesso/1

Il parere finanziario Un commercialista

Se avessi un contributo per la pensione e la garanzia di alcuni diritti pagherei le tasse senza problema.
Chiamiamola Lara, italiana di mezza et, che ha anche un altro lavoro part time. Ha iniziato a fare la vita da qualche anno, perch con linizio della crisi la pensione di mio marito e il misero stipendio del mio lavoro non bastavano pi: mi hanno diminuito le ore, non riuscivamo pi ad andare avanti. Quindi ha deciso di vendere il proprio corpo ma a chi voglio io: i miei clienti sono solo italiani e se

Oggi i redditi derivanti dalla prostituzione sfuggono a qualsiasi verifica fiscale.


Ad oggi non esiste una normativa, ci sono solo alcune circolari dellAgenzia delle entrate la quale ha contesta-

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IL MODELLO GERMANIA
La legge sulla prostituzione riconosce alle/agli sex worker il diritto allassistenza, al trattamento pensionistico e previdenziale. La regolamentazione vista come un mezzo per integrare il mercato della prostituzione nelleconomia formale.
La Prostitutionsgesetz (legge sulla prostituzione), approvata nel 2002, ha legalizzato il lavoro sessuale, riconoscendo alle/agli sex worker il diritto allassistenza, al trattamento pensionistico e previdenziale. In materia per prevale la legislazione regionale e in alcuni lnder tali diritti e la prostituzione non sono riconosciuti e consentiti. Di fatto vige il principio della zonizzazione, ossia le autorit locali decidono i luoghi predisposti allesercizio dellattivit e istituiscono i registri delle imprese commerciali. Il risultato un quadro complesso e variegato a livello territoriale: ad esempio a Berlino la prostituzione autorizzata solo in alcune zone, ad Amburgo solo in poche strade, a Stoccarda sono previste invece poche limitazioni. Gli obiettivi alla base della legge si possono riassumere nei seguenti punti: migliorare la posizione giuridica e sociale di coloro che vendono prestazioni sessuali; migliorarne le condizioni di lavoro; eliminare la prostituzione illegale e il traffico; predisporre condizioni alternative per le donne che desiderano cambiare professione. Lidea alla base della legge tedesca che la regolamentazione vista come un mezzo per integrare il mercato della prostituzione nelleconomia formale rimuovendone contestualmente lo stigma. Le/i sex workers possono esercitare lattivit sia come lavoratori autonomi sia come dipendenti. Al fine di evitare fenomeni di sfruttamento, depotenziando il racket che ruota attorno alla prostituzione, espressamente previsto il divieto di cessione a terzi dei crediti da lavoro della prostituta, che sono peraltro soggetti a tassazione. La legge sancisce che la relazione tra prostituta e cliente non pi considerata immorale e regolata per legge. In virt di tali disposizioni la sex worker pu esercitare il diritto legale al proprio compenso.

TU & IL FISCO
chiuse, ecc.). Il sistema chiama lo Stato fuori dalla disputa, senza proibire o regolamentare lesercizio della prostituzione, ma la vorrebbe scoraggiare attraverso la punizione di tutte le attivit collaterali e la mancata regolamentazione. Questo modello seguito dalla gran parte dei Paesi dellEuropa occidentale: Andorra, Armenia, Belgio, Bulgaria, Citt del Vaticano, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Monaco, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, San Marino, Slovacchia, Spagna. Il terzo modello, detto regolamentarista, un sistema teso alla legalizzazione e regolamentazione della prostituzione che pu avvenire con modalit differenti (come la statalizzazione dei bordelli, i quartieri a luci rosse). In 7 Paesi europei (Paesi Bassi, Germania, Austria, Svizzera, Grecia, Ungheria e Lettonia) la prostituzione legale e regolamentata. La legalizzazione sovente include limposizione di tasse e restrizioni, pi o meno ampie, nellesercizio della prostituzione anche con lindividuazione di luoghi preposti allesercizio dellattivit e la prescrizione di controlli sanitari obbligatori per prostitute e prostituti per la prevenzione e il contenimento delle malattie veneree e lobbligo di segnalare attivit e residenza.

LA/RUBRICA

Fino a giugno,

comprare immobili ristrutturati


Per le spese sostenute entro il 30 giugno 2013, possibile beneficiare della detrazione Irpef massima pari a 48.000 euro. Si ricorda che la detrazione spetta anche nel caso di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia di cui alle lettere c) e d) del comma 1 dellarticolo 3 del Dpr 6/6/2001, n. 380, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che provvedano entro sei mesi dalla data di termine dei lavori alla successiva alienazione o assegnazione dellimmobile. La detrazione spetta al successivo acquirente o assegnatario delle singole unit immobiliari, in ragione di unaliquota del 36 per cento del valore degli interventi eseguiti, che si assume in misura pari al 25 per cento del prezzo dellunit immobiliare risultante nellatto pubblico di compravendita o di assegnazione e, comunque, entro limporto massimo di 48.000 euro. Stante quanto premesso, si ritiene utile riepilogare il meccanismo sottostante la predetta agevolazione. A regime, la detrazione spettante allacquirente o assegnatario si assume nel 36% del valore dellintervento eseguito, considerato per legge pari al 25% del prezzo delle unit immobiliari, quale risulta dallatto pubblico di acquisto o assegnazione. Il 25% del corrispettivo assunto: - comprensivo di IVA; - comunque fino a concorrenza dellimporto massimo di rilevanza delle spese detraibili al 36%. In virt del potenziamento dellaliquota al 50% e dellaumento del tetto massimo di spesa a 96.000 euro, le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013 tornano ad essere rilevanti. Il chiarimento contenuto in risposta ad interrogazione parlamentare che, tra le altre cose, ha precisato che per quanto concerne, segnatamente, la rilevanza del limite di spesa di euro 96.000 e dellaliquota di detrazione

conviene

IL MODELLO ITALIA
La legge punisce lo sfruttamento, il favoreggiamento, il reclutamento, lagevolazione e linduzione alla prostituzione. La prostituzione unattivit lecita, ma quasi impossibile da esercitare nella legalit.
Prima dellapprovazione della legge Merlin (n. 75/1958), nel nostro ordinamento lesercizio della prostituzione era consentito in appositi locali dichiarati di meretricio, debitamente autorizzati e registrati, e previa sottoposizione delle prostitute a controlli sanitari periodici e obbligatori. Con la legge Merlin, la prostituzione risulta limitata da una serie di divieti tesi a consentirne lesercizio solo in forma individuale, non organizzata. Inoltre, non si prevede alcun obbligo di pagare le tasse sui proventi dellattivit. La legge punisce lo sfruttamento (dai 2 ai 6 anni di reclusione), sia puramente economico, sia attuato con violenza, minaccia o inganno che ne rappresentano delle aggravanti. Allo stesso modo punisce il favoreggiamento, il reclutamento, lagevolazione e linduzione alla prostituzione. In particolare, la legge Merlin vieta lesercizio delle case di prostituzione nel territorio dello Stato e dispone la chiusura dei locali di meretricio. In realt, la legge del 1958 reprime indirettamente la prostituzione creando una serie di limiti intorno al lavoro della prostituta, stabilendo delle vere e proprie incapacit che ne riducono pesantemente i diritti civili. Ad esempio, pur non essendo la prostituzione illecita, la prostituta sposata non pu contribuire ai bisogni della famiglia con i proventi della sua attivit, perch altrimenti il coniuge commette delitto di sfruttamento. Dunque, la prostituzione unattivit lecita, ma quasi impossibile da esercitare nella legalit.

del 50 per cento previsti per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 (data di entrata in vigore del decreto-legge) e fino al 30 giugno 2013 [...], comportando che il computo dei suddetti limiti vada effettuato distintamente per periodo di imposta, facendo comunque salvo, tra laltro, quanto previsto dal comma 4 del medesimo articolo 16-bis in caso di prosecuzione dei lavori iniziati in anni precedenti [...]. La considerazione da fare, oggi, una sola: coloro che intendono/possono acquistare un fabbricato ristrutturato da unimpresa edile si affrettino a farlo entro il prossimo giugno, ma soprattutto provvedano a sostenere entro il 30 giugno 2013 spese per un importo almeno pari a 96.000 euro. Cos facendo, potranno beneficiare dellaliquota Irpef del 50%, che consentir di fruire della detrazione massima pari a 48.000 euro. Detrazione che, spalmata su 10 anni, consentir di detrarre 4.800 euro allanno. Le modalit di pagamento non dovrebbero essere per forza quelle del bonifico (obbligatorio per poter beneficiare di altre agevolazioni), potendo utilizzare anche lassegno come modalit di pagamento, ma, come si dice, per non saper ne leggere ne scrivere, consiglio comunque il bonifico.

di FERDINANDO MAGNINO

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in evidenza

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OFFICINA DELLA VALLE

LAntica Trattoria Valle Bresciana cambia volto, contenuti, nome e propone, oltre alla cucina creativa dello chef Davide Bresciani, nuovi spazi ricchi di atmosfera, dove bere un aperitivo, ascoltare musica, acquistare oggetti di modernariato. Relax assicurato anche per le mamme e i pap, grazie al personale specializzato che si occupa di far divertire i loro bambini.

Se non siete disposti a mettere in dubbio le vostre abitudini, potete voltare pagina e andare oltre. Se invece avete imparato ad apprezzare il tempo che dedicate a voi stessi e alla vostra famiglia, se avete voglia di provare qualcosa di diverso perch il nuovo vi incuriosisce, LOfficina della Valle fa per voi. LAntica Trattoria Valle Bresciana, una delle storiche osterie da pollastrino, infatti, cambia volto, contenuti, nome e, guidata dallo chef Davide Bresciani, si propone con una nuova iden-

tit. Un cambiamento radicale che del passato si porta dietro solo lindirizzo. Un cambiamento che partendo dalla cucina, cuore del progetto, si allarga agli spazi e alle nuove proposte che mettiamo a disposizione di chi sceglie di prendersi del tempo di qualit spiega Davide Bresciani . Per questo ho voluto creare con il mio gruppo di lavoro un contenitore di socializzazione dove inventare esperienze creative di relazione. Ma andiamo con ordine. In collaborazione con Matteo Ciavarella, consulente di marketing strategico, la nuova impostazione, la cucina del ristorante e il suo timoniere sono diventati i protagonisti di una proposta che punta alla riscoperta di sapori della tradizione gastronomica nazionale abbinata a vini non necessariamente famosi, ma scelti a seguito di un percorso di ricerca tra cantine di tutta Italia e in grado di garantire una qualit di alto livello con prezzi accessibili per molti. Chi decide di mangiare allOfficina della Valle precisa lo chef Bresciani si deve soprattutto affidare al nostro lavoro creativo. Proporre nuovi accostamenti di sapori sicuramente pi difficile ma decisamente pi divertente, e rientra in una nuova filosofia di presentazione di piatti originali, fuori dagli schemi e dagli standard, in cui i prodotti freschi di stagione sono gli elementi fondamentali. Insomma una formula frizzante e creativa finalizzata alla soddisfazione di un ospite che condivida con noi un nuovo concetto di tempo, nuovi stili di vita. Il tutto a prezzi sempre pi sostenibili. Quella di Officina della Valle , infatti, una proposta che si rivolge a chi, nel corso della giornata, vuole uscire dalla propria routine. Ed ecco allora il Wine bear (lorso vino) che, con un gioco di parole, sintetizza la proposta di uno spazio ricco di stimoli dallatmosfera

metropolitana inglese, dove rilassarsi con un aperitivo e uno stuzzichino o trascorrere una serata sorseggiando birre artigianali non in commercio, un bicchiere di vino o di whisky. Le colonne sonore delle serate sono affidate al dj Franco che, con il suo ricco repertorio di vinile, propone una sapiente rilettura generazionale della musica che ha influenzato il tempo libero di molti negli ultimi quarantanni. Un viaggio alla riscoperta di quelle sensazioni che la musica o gli oggetti possono ancora regalarci. Anche per questo stato creato il Garage vintage, uno spazio dedicato al modernariato (che si pu anche acquistare) dove un esperto pu accompagnarvi nelle storie che gli oggetti esposti sanno raccontare. Ma per dare risposte di qualit a esigenze reali, Officina della Valle ha previsto anche delle proposte e degli spazi dedicati ai bambini. Lidea quella di dare la possibilit ai genitori di concedersi, nel fine settimana, un pranzo o una cena senza doversi preoccupare della gestione dei figli precisa Davide Bresciani . Per questo abbiamo predisposto uno spazio, attiguo al ristorante, nel quale i bambini, dai tre anni in su, trovano personale specia-

lizzato che li guida nel divertimento di un gioco. Non solo. Il grande spazio a disposizione dellOfficina della Valle, una collina a due passi dalla citt, lideale per accogliere mamme e figli per feste di compleanno con animazioni e rinfreschi personalizzati, per sperimentare, durante la settimana, laboratori artistici appositamente creati o pi semplicemente per giocare e fare sport nel periodo estivo di chiusura delle scuole. Insomma unoccasione per i genitori di trascorrere tempo e condividere gli spazi con i propri figli. Con una variet di proposte cos, come non pensare ai pi fedeli amici delluomo: i cani. Per esperienza personale sottolinea lo chef Bresciani in quelle rare occasioni in cui vado a mangiare da qualche parte, molto raramente posso portare con me il mio pastore tedesco e sono costretto a lasciarlo a casa. Qui, allOfficina della Valle con una collina a disposizione, ho voluto dare ai proprietari di cani la possibilit di affidare i loro animali a una struttura controllata da un dog sitter che li sapr gestire al meglio durante la cena. Ma anche in questo caso la proposta va oltre e include la disponibilit di un campo di addestramento cinofilo con corsi, gestiti da professionisti del settore, per conoscere e migliorare il carattere del proprio cane o sperimentare gli straordinari effetti della pet terapy (terapia dolce basata sullinterazione uomo-animale). In un contenitore di socializzazione come LOfficina della Valle, non poteva mancare infine unarea business di sessanta posti completamente attrezzata con moderne apparecchiature audio e video. Anche in questo caso, particolare. Ideale per meeting, corsi di formazione e conferenze, i partecipanti, immersi nel verde a due passi dalla citt e circondati da un silenzio tranquillizzante, avranno modo di riscoprire, anche attraverso un men personalizzato, come spazio e tempo possano tornare ad essere valori importanti nelle nostre vite. questo il filo conduttore che attraversa tutta la nuova avventura di Davide Bresciani. OFFICINA DELLA VALLE Via Valle Bresciana, 11 25127 Urago Mella (Brescia) - Tel 030.317666 www.facebook.com/RistoranteValleBresciana

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/POST-IT

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Pelo e
di IMMANU
immanuel

Margaret Thatcher
Se ne andata, nei giorni scorsi, la lady di ferro, che ingaggi una durissima lotta con Arthur Scargill, il potente leader dei minatori inglesi, e la vinse. I giornali di tutto il mondo ne hanno commentato in vari modi la scomparsa. Quello che a chi scrive sembra sia stato di lei un aspetto alquanto trascurato, e che invece la completa splendidamente, come donna di valore intrinsecamente superiore, una sua affermazione del 1982. In politica disse se vuoi che qualcosa venga detto chiedilo a un uomo, ma se vuoi che venga fatto allora chiedilo a una donna. E se le Camere riunite per la difficile successione a Napolitano se lo ricordassero?

Industria: chi va, chi viene, chi resta


Chi va? Cromodora wheels, che va ad investire in Repubblica Ceka, dove realizzer il raddoppio dello stabilimento gi esistente. Non ci sono, in questo momento, le condizioni per investire nel nostro territorio, ha dichiarato Giancarlo Dallera, patron dellazienda e presidente dellAssociazione Industriale Bresciana, durante una tavola rotonda organizzata da Unicredit presso la Camera di Commercio, secondo quanto riporta, virgolettato, il Giornale di Brescia del 6 marzo. Chi viene? Nessuno, gli investitori girano sempre pi alla larga dallItalia, visto quello che si vede, si sente e si dice. Chi resta? Cembre, che ha investito 16 milioni di euro per ampliare lo stabilimento di via Serenissima. Siamo attenti, ma non spaventati dalla concorrenza asiatica. Noi puntiamo su Brescia, ha detto Giovanni Rosani, sempre al Giornale di Brescia del 6 marzo, per strana coincidenza. Certo che, con quello che sta accadendo, il Grosso doro, a dicembre, il Comune di Brescia dovrebbe darlo alla Cembre!

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Bersani, il giaguaro e la Telecom


Rischia di essere una parabola strana, quella di Pierluigi Bersani. Politico di lungo corso e ministro stimato, del quale si ricordano provvedimenti le lenzuolate certamente non risolutive di tutti i vecchi problemi italiani, ma che hanno rappresentato lodevoli tentativi di riforme. Oggi Bersani appare incomprensibile ai pi. Dopo aver vinto le primarie contro Renzi, dopo essere riuscito a perdere elezioni che in partenza sembravano stravinte, si messo alla caccia dellappoggio di Grillo. Era ovvio, visto che il flop non inatteso di Monti, e la resurrezione di Berlusconi, del quale tutto si pu dire, ma non che non sia un eccellente venditore di se stesso ed un affascinante affabulatore, non gli davano alternativa. Oggi, mentre scriviamo, Bersani un congelato. Dopo 50 giorni dalle elezioni, dopo aver perso la battaglia della lavanderia contro il giaguaro, dopo aver inseguito invano le terga di Grillo, cosa fa? Si mette a lottare come un leone, ma udite udite contro Renzi, nel suo partito. Dove pensa di andare? A nuove elezioni? Con un partito spaccato, anzi dilaniato? E pensa di vincerle? Oppure a un governo appoggiato dalla dissidenza grillina? Con quali prospettive? Di una crisi a ogni stormire di fronde? A un accordo con il Cavaliere? In queste condizioni, di evidente debolezza, il giaguaro, che ha conservato integre le sue macchie, avrebbe ottime possibilit di azzannarlo alle caviglie e di azzopparlo, stavolta per sempre. Una cosa certa: Bersani non pu permettersi il lusso di spaccare il partito, facendo la lotta a Renzi. E non per questioni ideologiche, che non ci sono o non si vedono. Ma perch Bersani appare sempre pi, giorno dopo giorno, un rischio per lintegrit del suo partito. Non dato sapere con certezza se Renzi non sia stato scelto tra i grandi elettori per il Quirinale perch i toscani non lo hanno votato o perch una telefonata di Bersani lo ha impedito. Certamente, per, la sua risposta, chiedetelo alla Telecom non brilla per opportunit e tempismo. Dopo il suo smacchiamo il giaguaro, questo chiamiamo la Telecom rischia di essere un altro pesante, finale infortunio.

Ancora Bigio
Ancora lui! Con tutti i problemi che ci sono, Bigio sempre al centro dellattenzione, purtroppo, dei giornali. Non si placa, infatti, la polemica tra chi vorrebbe erigerlo in piazza Vittoria, e chi vorrebbe lasciarlo nel magazzino dellAsm (si dovrebbe dire Asmea, ma almeno la memoria la vogliamo conservare?). Sembra, per, che si apra uno spiraglio, che potrebbe risolvere questa vicenda che turba il sonno degli amministratori comunali. Sembra, infatti, che qualche mente fantasiosa abbia trovato la soluzione brillante: Bigio in piazza Vittoria s, ma non eretto, soltanto sdraiato! Gi, ma non crediate che finisca qui. Senza essere un profeta, immagino che si aprir laltra questione: sdraiato s, ma prono o supino?

La trincea delle imprese: pronti alla protesta


Il Corriere della sera ha scritto di unimportante riunione degli industriali lombardi, che si svolta a Milano, in preparazione della riunione dei piccoli industriali a Torino, in unatmosfera decisamente tesa. Giovanni Maggi, presidente della Confindustria di Lecco, ha richiamato lurgenza di una politica forte, attenta alle imprese, perch i piccoli stanno chiudendo. Renato Cerioli, presidente degli industriali di Monza e Brianza, regno del mobile, ha denunciato la rarefazione degli investimenti delle multinazionali, linsostenibile livello della tassazione, il rischio della delocalizzazione. Franco Bosi, presidente di Confindustria Pavia, ha evidenziato il rischio delle infiltrazioni mafiose tra le maglie della fragilit delle imprese. Guido Venturini, di Confindustria Bergamo, ha detto che chi produce per il mercato interno in trincea. Insomma, vista da Milano, lItalia allo stremo delle forze, afferrata per i capelli da Monti per non annegare, come ha detto Meomartini, presidente di Assolombarda, mentre Barcella, presidente di Confindustria Lombardia, ha paventato il rischio del salto nel buio di nuove elezioni. Non si sa il Corriere non ne fa menzione cosa abbia detto lAssociazione degli industriali di Brescia. Forse a Brescia la crisi non c, non la si avverte? Eppure la Ggil sostiene che a Brescia, ogni giorno, ci sono 153 licenziamenti. Se la Cgil non mente, perch lAssociazione Industriale Bresciana ha taciuto, in un momento cos delicato?

Montichiari, ancora!
Sembra che i bresciani di Abem dintesa con i bergamaschi, questa volta vogliano ricorrere alla giustizia europea contro la concessione aeroportuale quarantennale per il DAnnunzio in favore dei veronesi. Meglio tardi che mai, visto che Franco Bettoni, il presidente della Camera di Commercio, voleva farlo gi sei anni fa, ma nessuno gli diede ascolto. Certo che un ritardo di pi di 2.000 giorni non proprio una bella medaglia. A Brescia, poi, dove si dice che la concretezza sia il segno distintivo della cosiddetta brescianit

Credeteci, in un caso o nellaltro, ci sar chi ci vedr un maschilismo imperante, la negazione della pari condizione, il dilagare del permissivismo, linno, o, per converso, la deprecazione per lomosessualit dilagante, e cos via, in attesa che torni Z Dima Licasi.

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in evidenza

/SONDAGGIO

grandi successi per

Brescia Casa dentroCASA design 2013


Si sono spenti i riflettori su Brescia Casa dentroCASA design 2013, unedizione fatta di grandi successi, espositori entusiasti e visitatori numerosi: 20% in pi rispetto alla passata edizione.
Il 10 marzo 2013 si conclusa la rinnovata edizione della fiera dedicata allabitare in corso a Brixia Expo dallo scorso 1 marzo. Presenti 140 espositori provenienti dalle province della Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte, Marche e rappresentanti oltre 200 marchi espressione del design contemporaneo di alto livello. Molto apprezzato lo spazio eventi che nel corso della manifestazione ha ospitato numerosi appuntamenti sia per il grande pubblico che per gli operatori professionisti del settore. Per i primi, tra gli altri dentroCASA project, uniniziativa che ha coinvolto un gruppo di architetti professionisti nel fornire consulenza gratuita per riprogettare casa, richiesta nei due weekend da oltre 200 persone, oppure 4 MANI IN PASTA, il corso di cake design realizzato con Le Torte di Giada dedicato a mamme e bambini insieme che ha sempre registrato il tutto esaurito o ancora la rappresentazione teatrale EVNI seguita dalla presentazione dellomonimo libro sempre di Umberto Dattola davvero entusiasmante. Per i professionisti due importanti ospiti deccezione attori del design contemporaneo italiano hanno calcato il tappeto nero del palco eventi, come Francesco Trabucco e Carlotta de Bevilacqua ed il calendario dei convegni si concluso con due importanti incontri realizzati in collaborazione con gli esperti della rubrica dentroCASA clima. Un successo davvero strepitoso, espositori entusiasti e carichi di ottimismo, attendono adesso che i vari contatti si trasformino in richieste concrete di fornitura. Molte aziende hanno gi confermato la loro presenza per la prossima edizione che si svolger nei giorni 28 febbraio, 1-2 marzo e 8-9-10 marzo 2014. La richiesta da parte dellimprenditoria qui presente di partecipare alla prossima edizione in certi casi, con aumento della superficie espositiva, ci conferma che lo sforzo di rilancio e rinnovamento della tradizionale Brescia Casa, attuato grazie alla partnership con dentroCASA design, stato vincente dichiara Gianpaolo Natali, art director della rassegna espositiva. Non posso nascondere che inizialmente continua Natali sia le celebrazioni per lapertura della metropolitana del primo weekend di apertura che il blocco del traffico sul secondo, ci avevano procurato non poche ansie, ma poi gi dalle prime ore della domenica mattina i numeri ci confermavano il superamento complessivo dellaffluenza registrata nella passata edizione, un 20% in pi per un totale di circa 24.000 ingressi, di cui 7.000 solo nella giornata conclusiva.

e abitudini di spesa dei bresciani sono cambiate profondamente a causa della crisi. O meglio. A causa dellaumento delle tasse e della sempre minore fiducia nei confronti del futuro. A dirlo il sondaggio del quotidiano online Bsnews.it, che indica chiaramente nel capitolo vestiti-accessori-scarpe la prima voce di taglio dei bilanci familiari. Mentre lultimo, senza sorprese, rappresentato dai giocattoli per i bambini. Molti poi hanno ridotto anche le spese alimentari e tra gli scaffali guardano soltanto al massimo risparmio. Ma qualit del prodotto e marca secondo i lettori del sito restano due fattori determinanti nella scelta. Meglio tenere a mano con il fai da te. Rinunciando alla donna delle pulizie, dandosi al bricolage o pi semplicemente affidandosi ai fornelli per ritrovare il sapore di una sana cena casalinga. Ed abbassare il conto.

www.bsnews.it Il risparmio passa dai fornelli

In questi anni di crisi hai tagliato le spese?


I numeri non lasciano spazio alle interpretazioni. Otto lettori su dieci di Bsnews.it spiegano di aver scelto di tagliare le spese negli ultimi anni. Le ragioni di questo cambio di rotta emergono con chiarezza dalla successiva domanda.

S.

No.

Cosa ti ha spinto a tagliare sugli acquisti?


Interessante la spiegazione del perch molti hanno scelto di risparmiare di pi. Sei utenti su dieci spiegano che il loro budget si ridotto a causa dellaumento di tasse e imposte. Mentre il 27 per cento motiva la scelta con la semplice paura del futuro. Uno su dieci, infine, parla di problemi legati alla mancanza di lavoro (cassa integrazione, licenziamento, ecc.).

Ho meno disponibilit a causa dei vari aumenti (benzina, Imu, ecc.) . Ho solo pi paura del futuro e cerco di risparmiare per le emergenze. Ho meno disponibilit perch ho problemi con il lavoro (licenziamento, cassa, ecc.) .

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/SONDAGGIO
Quando acquisti un bene materiale qual il criterio principale con cui scegli?
Il risparmio il primo criterio con cui la maggioranza dei lettori affronta la spesa al supermercato. E se il 37 per cento cerca comunque di salvaguardare la qualit, quasi un utente su due spiega di puntare soltanto al prezzo pi basso. Ma c una fetta sostanziosa di bresciani che si comporta in maniera diversa. Ben il 15 per cento, infatti, si basa su criteri etici (eco compatibilit, chilometri zero, equo e solidale, ecc.), mentre il 14 sceglie sempre prodotti di marca e il 12 guarda esclusivamente alla qualit.

Risparmio salvaguardando la qualit. Risparmio massimo.

Criteri etici (eco compatibilit, km 0, equo e solidale, ecc.). Marca del prodotto.

Qualit del prodotto. Altro.

Cosa fai per risparmiare negli acquisti di beni materiali?


Labbigliamento la voce principale di risparmio delle famiglie bresciane. Ben un lettore su quattro, infatti, lo indica come prima voce di taglio. E se a questo valore si sommano accessori e scarpe si sale quasi al 50 per cento. Per il resto la scure si abbatte soprattutto su tecnologia (12 per cento), cura della persona (10 per
Taglio le spese per labbigliamento. Taglio le spese di prodotti tecnologici. Taglio le spese per gli accessori di abbigliamento. Taglio le spese alimentari (prendo solo prodotti essenziali). Taglio le spese alimentari (qualit dei prodotti) . Taglio le spese per prodotti culturali (ex libri) . Taglio le spese di prodotti per la casa. Taglio le spese per i giochi dei bambini. Taglio le spese di prodotti per la cura della persona e il benessere.

LA QUALIT PRODUCE CRESCITA.


DA OLTRE 40 ANNI.

cento) e prodotti culturali come libri e cd (8 per cento). Sostanziosa anche la fetta di coloro che risparmiano sul cibo: l11 per cento acquista solo prodotti essenziali, l8 per cento riduce la qualit dei prodotti. In coda, invece, i prodotti per la casa (4 per cento) e i giochi per i bambini (2 per cento).

Taglio le spese per le calzature.

Cosa fai in casa o di persona senza rivolgerti ad altri per risparmiare?


Il risparmio il primo criterio con cui la maggioranza dei lettori affronta la spesa al supermercato. E se il 37 per cento cerca comunque di salvaguardare la qualit, quasi un utente su due spiega di puntare soltanto al prezzo pi basso. Ma c una fetta sostanziosa di bresciani che si comporta in maniera diversa. Ben il 15 per cento, infatti, si basa su criteri etici (eco compatibilit, chilometri zero, equo e solidale, ecc.), mentre il 14 sceglie sempre prodotti di marca e il 12 guarda esclusivamente alla qualit.

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LA/RUBRICA

GENTILE FARMACISTA...
di Francesco Rastrelli
Presidente dellOrdine dei Farmacisti della Provincia di Brescia

Manda la tua domanda a: francesco.rastrelli@dodicimesi.com

IL FARMACISTARISPONDE
D// Gentile Farmacista, sento spesso parlare di acido ialuronico per contrastare linvecchiamento della pelle. Pu darmi delle informazioni a riguardo? Grazie. Michela R// Cara Michela, lacido ialuronico un componente presente naturalmente in diversi estratti organici, come nel tessuto connettivo di pelle e articolazioni e nellumor vitreo dellocchio. Caratterizzato da propriet idrofiliche, esso consente di catturare molecole dacqua e garantire ladeguata idratazione e compattezza del tessuto connettivo cutaneo. Con il passare del tempo la concentrazione di acido ialuronico si riduce provocando la perdita di idratazione e turgidit tipiche della pelle giovane. Le aree del corpo che presentano i segni pi evidenti dellet, dalla cute alle articolazioni, e che soffrono di disidratazione e mancanza di elasticit possono trarre beneficio dallintegrazione con acido ialuronico. In associazione anche la vitamina C, oltre allazione antiossidante, pu essere di supporto nel favorire il corretto trofismo del collagene. D// importante assumere acido folico durante la gravidanza? Veronica R// Cara Veronica, lacido folico necessario per assicurare una corretta crescita cellulare, poich coinvolto nella sintesi degli acidi nucleici. Rappresenta un nutriente fondamentale per i tessuti in rapida crescita, quali quelli materni, e per quelli in rapida rigenerazione, come i globuli rossi. In gravidanza quindi essenziale per il corretto sviluppo embrionale, in particolare per la prevenzione della spina bifida e di altre malformazioni fetali. Agisce sul metabolismo dei grassi e favorisce i processi energetici cellulari. D// Poich pratico molto sport, volevo sapere se lassunzione di integratori specifici per le articolazioni pu rinforzarle e renderle pi forti alle pressioni cui sono sottoposte. Mattia R// Caro Mattia, lassunzione di integratori alimentari di supporto in soggetti che necessitano di un supplemento per contrastare fenomeni infiammatori a livello articolare; per gli sportivi, il cui tessuto connettivo e cartilagineo sottoposto a sollecitazioni frequenti; nellanziano, per contrastare una fisiologica senescenza delle articolazioni. In farmacia sono disponibili alcuni prodotti a base di Glucosamina solfato e Condroitinsolfato, sono precursori del tessuto connettivo cartilagineo e svolgono unazione di struttura. Il Metilsulfonilmetano, lo zolfo organico, in associazione allolio di enotera contrasta i processi infiammatori e supporta il fisiologico turnover del tessuto cartilagineo. La vitamina E e la vitamina C in associazione a Boro e Manganese contrastano invece i processi ossidativi e coadiuvano un fisiologico benessere delle articolazioni.

Perch assum

SALUTE

Unintegrazione di magnesio ind icata nei casi di apporto con la die ridotto ta o di aumentat o fabbisogno di tale nutriente ch e si manifesta co n stati di irritabil nervosismo e te it, nsione muscolare . Il magnesio, mi altamente presen nerale te nel corpo, aiu ta a promuovere effetto rilassant un e, contrastando le situazioni di te nervosa e muscola nsione re. In alcune situa zioni, lassunzion eccessiva di alcoli e ci e lutilizzo di diu retici possono provocare carenz e di magnesio. At let i, anziani o color che si ritengano o particolarmente stressati possono soggetti a defic essere it di magnesio, ch e do vrebbe essere regolarmente int egrato.

ere il magnes

io

e imparato a produrr che lumanit ha inoltre mo bia da molto tempo ab li co se i col passare de ersi tta (ed anche div e ad usare lalcool: spezie, erbe, e fru ere ng giu ag ch ad so o es imparat di liquori pr tenere una variet rano dolcificanti) per ot liquori, si conside di mo rlia pa do an qu re, ne sto ge pa In infinita. rviti prima di un se: gli aperitivi (se sto per due variet di ba i (serviti a fine pa tiv es dig i e ) to eti pp la ari. Essi e am lar gli per stimo imi rientrano ne). Tra questi ult etito pp la o an cit aiutare la digestio ec llaiutare il corpo: ne di mo e tiv pi sta in o gu agiscon i nelle papille esso dei recettor e ce an gu lle ne innescando il proc e, molle, nella faring o lat pa co a l ne ma a, sto gu llo della lin mucosa de molano i villi della estione; dig tta rre co a nellepiglottide, sti un a gastrico necessario llassimilazione secernere il succo ssaria al corpo ne ce ne e, bil lla de il pancreas a o tan aiutano il flusso aiu llea al duodeno ed tife cis ali nel lla da si, as dei gr sulina, entrambi vit pancreatico che lin creare sia il succo cemia. controllo della gli

ari Liquori salut

PILLOLE DI

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/QUI E L
La Brescia Art Marathon ha cambiato strada
Lo scorso 10 marzo, la Brescia Art Marathon, entrata nel suo secondo decennio di vita, si rinnovata proponendo ai maratoneti un percorso variato rispetto agli anni precedenti a cominciare dalla partenza in Viale Europa. Il percorso ha toccato i punti pi significativi e belli della citt attraversandola da nord a ovest, da sud a est, fino a giungere allarrivo in Piazza Loggia. ll keniano Daniel Kiplino Songok ha vinto la gara con il tempo di 2 ore 11 minuti e 47 secondi. Secondo posto per letiope Megersa Gosa. Terzo il bresciano Alessandro Rambaldini dellAtletica Gavardo, che si cos aggiudicato il titolo di campione provinciale di Maratona. Per le donne la vittoria andata alla keniana Doreen Kitara.

/QUI E L
PAUL MC CARTNEY IL25 GIUGNO ALLARENA DI VERONA
Paul Mc Cartney ha annunciato le sue prime date live del 2013 che saranno parte di un tour tutto nuovo intitolato Out There! che vedr Paul e la sua band viaggiare per il mondo per tutto lanno, visitando anche luoghi in cui non si mai esibito. Accanto a Varsavia e Vienna McCartney ha scelto in Italia lo scenario dellArena di Verona, dove si esibir il 25 giugno prossimo, unica data italiana. Nel suo nuovo tour Paul Mc Cartney eseguir canzoni dei Beatles oltre a spaziare nel suo ampio repertorio, sia da artista solista che come membro dei Wings.

QUI & l
Il Giorno del Ricordo 2013
Il 14 marzo nel salone Vanvitelliano di palazzo Loggia si tenuto il Convegno internazionale organizzato dal Centro Mondiale per la cultura Dalmata, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Brescia, dal titolo: Le vicende del confine orientale dItalia e lesodo dei giuliano-dalmati. Una memoria per la nuova Europa che sta sorgendo. I relatori Arnaldo Mauri, Kristjan Knez, Giorgio Baroni, Milan Rakovac, Fulvio Salimbeni, Luciano Rubessa, Manuela Cattunar, Valerio Di Donato e il Sindaco Adriano Paroli hanno ripercorso, con una visione critica, le tappe e i momenti culminanti della tragedia epocale che invest le popolazioni italiane di Istria, Fiume e Dalmazia.

LATTERIA ARTIGIANALE MOLLOY: NUOVA SEDE ALLA NAVE DI HARLOCK


LAssociazione culturale Latteria Artigianale Molloy, a distanza di due anni dalla sua chiusura, ha riaperto i battenti presso la Nave di Harlock, al Parco Ducos, pronta per una nuova mungitura delle idee. Inaugurata il 29 marzo con Roy Paci. Non cambia la formula con cui tra il 2007 e il 2011 si era distinta negli ambienti del circolo Uisp di via Maggi. Tanta musica, ma anche teatro, cinema, presentazione di libri, mostre, dj set nella programmazione del circolo, oggi affiliato allArci. Ai grandi nomi della musica italiana gi annunciati, come Niccol Fabi (18/04), Simone Cristicchi (19/04) e i Marta sui Tubi (4/05), si affiancheranno i big della scena bresciana con la Oni Band (5/04), il 4/quarti e i Plan de Fuga.

a cura di ROLANDO

GIAMBELLI

LA GRANDE SCHERMA DI CASSAR E AVOLA A 3.000 METRI


Il duello sul ghiacciaio tra i campioni di scherma Andrea Cassar e Giorgio Avola si concluso con la vittoria per 15 a 13 dellatleta bresciano leader mondiale di Fioretto e grande appassionato di montagna. Lesibizione, ambientata ai piedi del ghiacciaio Presena (2.730 metri) si svolta sotto una leggera nevicata che ha contribuito ad esaltare leccezionalit della cornice naturale regalando grandi emozioni a tutti i presenti. stata una grande emozione e pensavo che sarebbe stato pi difficile duellare sotto la neve ha detto Cassar . Conoscere Giorgio e allenarmi spesso con lui mi ha permesso di vincere questo duello e di premiare lentusiasmo dei tifosi che hanno raggiunto il ghiacciaio Presena a 3.000 metri.

Sono Bresciani i campioni regionali di ballo 2013


I coniugi bresciani Massimo Bigoli e Anna Bertelli, appartenenti alla societ sportiva Rosy Dance dei maestri Curnis, hanno vinto il campionato regionale svoltosi a Treviglio, sabato 9 marzo. 700 le coppie in pista che si sono sfidate nelle varie categorie a suon di valzer e tango, ma leleganza e la determinazione di Massimo e Anna hanno avuto la meglio contribuendo cos ad alzare il medagliere della propria scuola portandolo a 7 titoli regionali. I coniugi Bigoli non sono nuovi a queste fantastiche performance, infatti alla prima tappa di Coppa Italia, competizione valida per tutto il settore nord Italia, si sono aggiudicati la prima posizione.

Giardinaria 2013: 1 edizione della mostra mercato


Castello Quistini, dimora storica immersa in uno splendido giardino botanico a Rovato, sar la location della prima edizione di Giardinaria, mostra mercato di vivaci perenni, stagionali, rose, orchidee, piante acquatiche, esemplari da interno ed esterno, succulente e cactacee, piante rare, piante officinali e curative, arredi e complementi. Organizzata dallAssociazione Florovivaisti Bresciani, che conta oltre 150 imprese florovivaistiche e di manutenzione del verde, e da Castello Quistini, azienda agricola specializzata in rose, Giardinaria sar in programma sabato 25 e domenica 26 maggio, dalle 10 alle 20, in Via Sopramura 3, a Rovato. Visita la manifestazione su Facebook a questo link: www.facebook.com/giardinaria.

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/COSTUME E SOCIET

Il riuso fa tendenza
Trashy fashion e swap-parties: abiti riciclati e feste del baratto si stanno diffondendo e, complice la crisi, stanno dando nuovi input al mondo della moda.

di Camilla Zampolini

vete mai sentito parlare di riuso in ambito moda? Riuso inteso non tanto come acquisto di capi vintage, ma come reinvenzione, riutilizzo, nuova vita. I meccanismi del mondo della moda, si basano sul concetto del ciclico ritorno: del fare, rifare e poi rielaborare di nuovo. Ebbene, negli ultimi tempi, complice forse la crisi, il riuso sta diventando un vero e proprio fenomeno di massa. Assistiamo alla costante fioritura di botteghe, bottegucce, spazi condivisi e shop che offrono una nuova prospettiva alla clientela che diversamente se ne starebbe ben lontana dagli spazi espositivi. Il concetto di base molto semplice: hai qualcosa di vecchio che non usi pi? oppure ancora possiedi dei capi nellarmadio che per svariati motivi non indossi? Portali da me. Posso aiutarti a reinventarli, oppure comprarli e poi rivenderli sotto nuova forma. Questa tendenza, ormai diffusa in tutto il mondo comunemente chiamata, con unespressione poco affascinante, trashy fashion. Esistono aziende improntate sul mondo del riciclaggio e della recology (contrazione dei termini reuse ed ecology), come ad esempio la Sanitary Fill Company di San Francisco, che incentivano a piene mani la moda; in realt, per parlare di riciclaggio dei rifiuti improntato alla realizzazione di nuovi materiali tessili non bisogna andare cos lontano: anche alcune aziende municipalizzate

italiane propongono di riciclare le bottiglie in pvc per la creazione di tessili dallappeal pi o meno fascinoso. Lidea di trasformare la spazzatura in prodotto di moda da tempo anche patrimonio culturale e ambito di studio e ricerca di scuole di creativit come lIstituto Europeo di Design o il Politecnico di Milano che svolgono da anni manifestazioni di moda incentrate su questo tema. Se non vi sentite ancora pronte per il trashy-chic in senso esteso, sempre parlando di riuso, potrebbero fare per voi gli swap-parties (letteralmente feste del baratto). Recentemente, un folto gruppo di fashion victims americane, con la complicit di alcune fashion bloggers molto in vista, ne hanno organizzati di grandiosi. E cos, ecco compa-

rire swap-parties dappertutto. Gli swap parties in realt non sono nulla di nuovo, infatti, erano gi in voga in America nel periodo tra le due guerre: le signore bene si incontravano di pomeriggio per bere il t e scambiarsi i vestiti! Tra un sorso di t e una chiacchiera quindi, si rinnovavano il guardaroba a costo zero. La cosa bella degli swap parties che si possono organizzare anche a casa tra amiche: basta spargere la voce, organizzare una merenda o un happy our gourmand e il gioco fatto! Se prima di provare a casa, volete testare qualcosa di gi organizzato, vi segnaliamo il sito http://www.swappartybrescia.it; che organizza fantastiche feste in abbinata a simpatici mercatini vintage, a due passi dalla nostra citt.

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/what s up?

/what s up?
Lilluminazione : bene partire con laria da sprovveduti, ma che sia soltanto una studiatissima allure da globetrotter navigato. Meglio tenersi in tasca una guida coi controfiocchi, e diffidare da consigli troppo entusiastici. La probabiGiusto per fare lit che il premuroso amico di qualche esempi o. Se siete dei ricercatori turno ti consigli cos caldaseriali, con la m an ia dellele nco pro & cont mente il tal (sperduto) museo ro, dovere reca rv ch i a Pein o city. L si trov per vedere come te la cavi in a il Love Marke su pe t: un rm er cato che, sugli un dedalo di corridoi senza sescaffali, al post di detersivi e o gnaletica, che neanche il Minobistecche con losso, mette in bella mostra tauro, alta. Tralasciando le le foto di 400 singles, con tanto di dettag nostre disavventure ma con la liate info. In Gi ap po ne, invece, ci va mente resa acuminata da siffatte da chi ha prov to (e fallito) la aesperienze abbiamo poi scoperto ggancio agli ha ppy hour nost ra ni. Se nemmen che, per i single, in qualche modo tutto fila o i machikon lo cali funzionano aper via pi liscio. Perch il mondo intero, pare, itivi di massa : ci si ritrova al m en o in 2mila si sent si adopera per trasportare la categoria da ir legittimato gettare la spug a una nazione allaltra seguendo il semplicina. E sbronzar si in santa pa ce , addominali de stico fil rouge dellaccoppiamento, dellincontratti. Ma la trovata contro, dellinnamoramento, insomma. E migliore arriva da oltreoceano. Fate cos: quando si organizza un viaggio cos, cosa prenotate in un alberghetto di vostro gust ce ne pu fregare del tempo, del raffredo in L.A., e viag gi ate estrem am ente leggeri. Pe dore, dei misunderstandings dagenzia? rch tutto ci se che vi rv e una t-shirt sdru Ladrenalina dellincognita amorosa a cita 100% coto ci do ne: rm ir et e per tre notti, mille, siamo dentro ad un brutto trip nel poi la deposite rete in un cent quale persino il cortese benvenuto dello ro specializzato che, dopo averla congelat stuart ci sembra una smaccata avance. a per bene, la numerer esponendola ai nasi in cerca dellanima gemella. Ebbene s: il colpo di fu lmine avverr (forse) gr azie alle esalaz ioni dei vostri feromoni. Tentar non nu oce.

S, viaggiare
Gioie e dolori dei globetrotters
di Alessandra Tonizzo o confessiamo subito. Questarticolo nasce come pretesto per parlare (anche) di un nostro viaggio andato a male, come quel barattolino di yogurt goloso di cui non potevamo farne a meno, e poi immancabilmente irrancidito dietro al cespo dinsalata bio. Partiamo col dire che viaggiare unarte (S, viaggiare Evitando le buche pi dure, cantava, appunto, Lucio Battisti, in tutta unaltra epoca), e se allincipit di ogni valigia e biglietto aereo appaiono le sintomatologie pi invalidanti, beh, si capisce subito che questarte non la si padroneggia molto bene. Forse il destino ci sta dicendo di lasciar perdere, di accoccolarci sul divano e, piuttosto, ascoltare ipnotizzati per ore ed ore le dissertazioni di Licia Col.

Ma noi siamo sordi (complice lintasamento al calcestruzzo da raffreddore cronico?) ad ogni avvisaglia, e ci imbarchiamo ugualmente. Non solo, scegliamo una meta svincolandola dal suo contesto stagionale migliore, perch nella nostra testa esistono posti che sono cool ad ogni latitudine climatica. Certo, come no. Andate a Berlino in un weekend marzolino, e poi diteci se di bello non resta solo la rima sibillina (a meno che, ovvio, non siate patiti per scenari da Cortina di Ferro). Dopo aver pattinato a -10 imbottiti di paracetamolo (sul marciapiedi, beninteso), quandanche gli artisti di strada quel florilegio di ragazzoni punk dalle mani doro, capaci di far sbocciare splendide parure da un servizio di vecchie posate facevano marameo dai loro caldi nascondigli, torniamo a casa, con unidea fissa in testa e un mal di gola da primato.

Quanto a noi, abbiamo deciso che, almeno per un po, seguiremo i dettami di Keiesuke Matsumoto. Monaco buddista 33 anni, dirigente (si fa per dire) del tempio tokyota Komyoji e da poco anche scrittore , Keiesuke pratica e predica lo Zengosaidan in casa propria, ovvero larte di non procrastinare nel fare ordine. Il suo primo libro, Manuale di pulizie di un monaco buddhista, ci chiarisce le idee: se vuoi essere felice, fai, guarda caso, le pulizie. Un panno, una scopa, e quattro solide mura. Siamo gi a nostro agio. Fino al prossimo, immancabile, viaggio.

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/attualit

Farmacisti in prima linea

per un uso pi corretto dei farmaci


Liniziativa condotta nelle farmacie bresciane ha dimostrato una maggiore efficacia della terapia nei pazienti seguiti dal farmacista. Con possibili risparmi anche sulla spesa sanitaria.

avorire il miglioramento delle condizioni di salute del paziente e, al contempo, garantire un taglio ai costi della sanit pubblica: con questi obiettivi di fondo, dallo scorso ottobre fino a gennaio, in circa venti farmacie della provincia di Brescia stato portato avanti il progetto pilota Mur Medicine use review, ossia revisione delluso dei medicinali , organizzato dallOrdine dei farmacisti di Brescia, in collaborazione la Fofi (Federazione Ordini dei Farmacisti Italiani) e con la Medway School of Pharmacy dellUniversit del Kent, e con il patrocinio dellOrdine dei medici, chirurghi, odontoiatri della provincia di Brescia, delle Asl di Brescia e di VallecamonicaSebino, e dellAtf (Associazione titolari farmacia). Il Mur si concretizzato in un questionario che i farmacisti coinvolti hanno sottoposto a un determinato tipo di clientela, al fine di verificare il livello di conoscenza dei farmaci, e aderenza alla terapia, da parte dei pazienti; il progetto stato rivolto a persone affette da asma bronchiale, malattia cronica i cui costi indiretti rappresentano pi del 50% della spesa sanitaria nazionale. L8 aprile, sono stati resi noti i risultati preliminari del progetto Mur (prima

sperimentazione nel suo genere in Italia, avviata in contemporanea anche nelle province di Pistoia, Torino e Treviso). I riscontri sono piuttosto eloquenti: dei circa 300 pazienti presi in esame, il 52% ha raggiunto una maggiore comprensione delle finalit dei trattamenti prescritti e il 36,4% ha migliorato le modalit di assunzione dei farmaci, contro il 13% che non lha fatto. In sostanza, il progetto ha gettato una nuova luce sullimportante ruolo del farmacista in relazione alluso pi corretto dei farmaci: in maniera diretta, stata misurata ed evidenziata lefficacia della terapia, a seguito di un pi approfondito controllo del farmacista riguardo allutilizzo dei medicinali prescritti. Allargando la visuale, la sperimentazione ha permesso una migliore aderenza terapeutica, allontanando i rischi di ricadute della patologia e, peggio ancora, di ricoveri in strutture ospedaliere, assicurando cos un notevole risparmio in termini di sanit pubblica. Dunque, sia a livello di benefici per lindividuo, che per quel che riguarda i vantaggi per la comunit, lo studio, che a breve verr ripreso, ha indicato, nella collaborazione tra chi prescrive la cura il medico e chi monitora il corretto

uso dei farmaci il farmacista , il viatico per un servizio sanitario virtuoso: Unesperienza come il Mur ha dichiarato il dottor Francesco Rastrelli, presidente dellOrdine dei Farmacisti bresciani rivalorizza la professione del farmacista in chiave pi moderna: di fatto, il farmacista non si sostituisce al medico curante ma lo affianca mettendo a disposizione le sue specifiche competenze, ossia quelle farmacologiche. La collaborazione tra farmacisti e medici ha detto il dottor Carmelo Scarcella, direttore generale dellAsl di Brescia un passaggio fondamentale per migliorare leducazione terapeutica dei pazienti: lassistito deve diventare soggetto attivo nella terapia, ma a questo si arriva solo con un percorso formativo come pu essere quello proposto con il Mur. Liniziativa del Mur secondo lanalisi del professor Andrea Manfrin, docente alla Medway School of Pharmacy e coordinatore del progetto indica che stiamo entrando sempre pi in mondo paziente-centrico e non pi farmacocentrico: il team working, lo scambio di informazioni, tra medico e farmacista, costituiscono una delle strutture portanti di questo mondo.

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La soluzione ai problemi dentali di tutta la famiglia


Trattamenti
ODONTOIATRIA GENERALE Conservativa - Endodonzia - Pedodonzia PROTESI DENTALE Protesi fissa e mobile Protesi estetica CHIRURGIA ed IMPLANTOLOGIA Implantologia computer assistita Implantologia tradizionale Implantologia a carico immediato PARODONTOLOGIA Chirurgia parodontale ORTODONZIA Mobile - Fissa - Estetica ed Invisibile GNATOLOGIA Correzioni occlusali Analisi posturali ESTETICA DENTALE Igiene dentale Trattamenti smacchianti rapidi Sbiancamento professionale Faccette estetiche Restauri estetici

I nostri prezzi

I nostri listini sono il risultato di uno studio accurato delle esigenze del Paziente, concretizzatosi in una struttura efficiente ed organizzata, che sa coniugare servizi, qualit e prezzo. Igiene orale 40,00 Otturazione semplice ( I classe ) 48,00 Corona in metallo-ceramica 420,00 Impianto endosseo 540,00 Ortodonzia bambini 600,00

Finanziamenti anche a tasso zero


Mediante convenzioni con Societ Finanziarie.

Per anno per arcata

La Qualit La Clinica

Per garantire servizi di eccellenza la nostra equipe medica composta da qualificati specialisti, utilizziamo le pi moderne attrezzature ed i migliori materiali tutti garantiti e certificati ISO e Su di una superficie di oltre 700 mq, abbiamo realizzato ambienti accoglienti e luminosi con 16 sale operative di cui 3 di chirurgia implantare, 2 di igiene e trattamenti di estetica dentale, 2 di prima visita generale ed ortodonzia. Qui i nostri pazienti sono accolti in una confortevole sala dattesa e dispongono di salottini privati post-operatori e di una area giochi bambini.

Igiene e Sicurezza

Il nostro reparto di STERILIZZAZIONE, dotato delle pi moderne ed efficienti apparecchiature, adotta rigorosi protocolli di pulizia e disinfezione dello strumentario. Un sistema computerizzato garantisce la tracciabilit degli strumenti impiegati. Gli ambienti sono costantemente sanificati e lacqua utilizzata negli ambulatori trattata mediante raggi UV.

Radiologia

Oltre alla tradizionale radiologia digitale endorale e panoramica, abbiamo investito in apparecchiature di ultima generazione, quali la TAC dentale 3D volumetrica a bassa emissione, oggi strumento indispensabile per una corretta e pi sicura diagnosi finalizzata sia ad interventi di chirugia implantare anche computer assistita che a valutazioni ortodontiche e gnatologiche.

Via O. Fallaci, 24 - Strada Prov. 235 - 25030 Castel Mella (Brescia) Tel. 030 2582204 (4 linee r.a.) - Fax 030 2584678 info@belsorrisogroup.it - www.belsorrisogroup.it Orario continuato: luned-venerd 8,00/20,00 - sabato 8,00/14,00

Controllo dell ansia

Tutti i trattamenti possono essere eseguiti in sedazione cosciente per il controllo dellansia o attraverso sedazione farmacologica in presenza di Anestesista.
Direttore Sanitario Dott. Aldo Albanese
Iscritto allalbo Medici-Odontoiatri di Brescia n 2804

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