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3 DODICI MESI // FEBBRAIO 2010

IN QUESTO NUMERO
Editoriale Burocrazia: no grazie, tagliare la spesa! Prodotto & mercato Stefano Saglia: La Leonessa stanca, manonsc onfitta Alberto Cavalli: Superare i localismi per favorire economia e ripresa Pietro Odolini: quando lunione fa la forza Strategia dimpresa Mercato immobiliare Quale Brescia per quale rete? Strade e quartieri: Brescia 2 Viaggio in Provincia: la Bassa bresciana Tu e il fisco Inchiesta sul divorzio: lufficio dellultimo miglio Il lento sbocciare dei fiori darancio 5 63 Storie investigative 7 64 Desenzano: laccoglienza salvata 9 dalle escort immigrate 10 67 L emancipazione sessuale a 70 anni 69 Dallo Stato etico al mercato etico 14 73 Pelo e contropelo 75 L Italia che produce metta insieme le sue forze 17 77 Le nuove rock star 21 80 San Valentino: una festa ancora attuale? 23 81 San Faustino: una giornata da single 25 83 Gentile Farmacista 33 85 Sotto i Trenta 38 90 Qui e l 49 93 Videoteca 53 95 Specchio delle mie brame 60 96 successo

Mensile di attualit, economia, inchieste, opinioni e cultura da Brescia e dal Mondo Febbraio 2010 Anno II - Numero 2 Rivista mensile - 1,00 Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 e-mail: redazione@dodicimesi.com Direttore Responsabile Roberto Barucco e-mail: direzione@dodicimesi.com Editore Sales Solutions srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia Registrazione Tribunale di Brescia n. 52 del 24/11/2008 Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Brescia Hanno collaborato Eva Alessandri, Pietro Balbo, Roberto Barucco, Luce Bellori , Nicola Bendinelli, Livio Benassi, Esterino Benatti, Elizabeth Bertoli, Silvio Bettini, Paoloemilio Bonzio, Donatella Car, Alessandra Cascio, Lodovico Cherubini, Alessandro Cheula, Alessandro Chizzoni, Mario Conserva, Enrico Filippini, Rolando Giambelli, Viola Ladi, Lucrezia Lombardi, Riccardo Maffei, Ferdinando Magnino, Sergio Masini, Enrico Mattinzoli, Cristina Minini, Giorgio Olla, Antonio Panigalli, Francesco Rastrelli, Guido Sacchetto, Emanuele Salvi, Salvatore Scandurra, Alessandra Tonizzo, Silvia Valentini, Lella Vanetti.

DODICI MESI

MESI

Impaginazione Wave Communication Srl Cover Stefano Vigan Fotografie Archivio Sales Solutions, Rolando Giambelli Il Fotogramma, Agenzia Reporter, Patrick Merighi Brescia in Vetrina, Cristina Minini Stampa Mediagraf Spa - Padova Pubblicit

Sales Solutions Srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 25124 - Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 segreteria@salesolutions.it

MESI 12FEBBRAIO 2010

E
di ROBERTO BARUCCO

DITORIALE

I DOMICILIARI DEL LAVORO


FINISCONO A GIUGNO

In occasione delle prossime elezioni amministrative regionali, il mensile 12 Mesi offre uno spazio a titolo del tutto gratuito ai candidati delle varie formazioni politiche. I candidati che vorranno aderire dovranno rispondere tutti alle stesse quattro domande stilate dalla nostra redazione. I candidati potranno contattare la nostra redazione entro e non oltre venerd 5 febbraio p.v. mediante raccomandata (far fede la data del timbro postale) o tramite e-mail inviata a: redazione@dodicimesi.com. Le richieste pervenute successivamente alla data del 5 febbraio saranno scartate per questioni di programmazione degli spazi.

ai domiciliari del lavoro potremo evadere solo il 23 giugno. Giusto dopo il solstizio destate. Libert tributaria come libert vigilata. 173 giornate di produzione, per partite Iva, dipendenti, professionisti, precari, gi ipotecate sul nascere di questo nuovo anno, prima di aver saldato il proprio debito con lerario. S, perch la pressione fiscale ora salita al 47%. Tradotta in soldoni la recente, impietosa analisi del Corriere si traduce in quattro ore al giorno del proprio lavoro dedicate allo Stato. Almeno per il 2010. E cos limpresa e i lavoratori della pi bella penisola dEurasia incassano il nuovo uno-due, proprio mentre la ripresa scaldava i muscoli ai blocchi di partenza. La progressivit del sistema non perdona e lindebitamento della cosa pubblica non da meno. Se aumenta il reddito disponibile, ovvero lo stipendio sale in media del 3 %, altrettanto avviene con il fabbisogno pubblico. Anzi, di pi. Da un lato fisco, pubblica amministrazione, scuola. Dallaltro gente che lavora, popolo delle partite iva, dipendenti. Denari, sempre meno. Da pi parti lesortazione a superare la crisi a colpi di ottimismo, aggredire i nuovi mercati, ricorrere al fare sistema, alle reti, anche senza materassi pubblici ad addolcirne il cigolare precario. Superare i

peccati di campanile, allargare la visione al concetto pi ampio di regione, macroregione, anzi no, meglio leducazione allimprenditorialit internazionale. Allora, imprenditori senza frontiere, come i giochi? S, ma salvando i localismi. No, meglio un modello nuovo, anzi super Europa, strapaese, stracitt. Confronto e teorie a pioggia, da ripararsi romanticamente in due, impresa e lavoro, sotto lombrello stretto della speranza. Anticipo appena spolverato datmosfere parigine alla Peynet, visto che San Valentino gi incombe con i suoi riti. Dalla civilt alla civilizzazione, ricordando Spengler e Il tramonto delloccidente. Dallo slancio creatore allorganizzazione materiale in cui si declina ogni ideale eroico e ogni profonda spiritualit. Resistiamo, anche il trattore ha il suo carattere dicevano nella vecchia Urss, pensando alla nostra economia produttiva annaspante e al trascolorare del nostro stellone, reso ancor pi evidente dal risorgere dellOriente, della Cina e dellIndia, mentre cala il prestigio del dollaro statunitense. Allorizzonte intanto ammicca il traguardo pluridecennale delle riforme. Torniamo alle tasse: In fondo basterebbe tornare alla curva Irpef del periodo 2001-2006, ribattono alcuni specialisti deconomia, per sentirsi pi liberi. Nellattesa della verifica elettorale di primavera, mai curva apparsa pi seducente.
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O
di ANTONIO PANIGALLI

PINIONI

BUROCRAZIA: NO GRAZIE, TAGLIARE LA SPESA!

NON SOLO UNA NECESSIT, MA UN VALORE CIVICO

nche la Commissione Europea ha previsto di dare vita a un piano dazione che, snodato in diversi interventi e iniziative potr ridurre costi, inefficienze e sprechi derivanti dalla pervasivit della burocrazia. Linsieme di queste ipotizzate misure, solo una minima parte di quelle che ci si augura vengano in effetti adottate in tutti i paesi Europei e soprattutto in Italia, si stima potrebbe far risparmiare annualmente circa 200 miliardi di euro (allcirca l1,8% dellintero Pil del Vecchio Continente). La burocrazia in generale, e quella Italiana in particolare, si sono formate e radicate con lassoluta assenza di meritocrazia, lincertezza del diritto, il clientelismo diffuso e linettitudine di una buona parte dei singoli che nel tempo hanno smarrito uno dei valori fondanti del vivere in una societ, il senso di responsabilit civica. In Europa le diseconomie e il disagio legati alla produzione di norme, spesso astruse e complicate, e alla moltiplicazione dei costi connessi dilagante, ma, non per questo gli italiani si possono consolare. Il peso della burocrazia, anche se non un male concentrato nella sola Penisola, nel Belpaese si manifesta con particolare e unica virulenza. In un paese come la Germania, che in confronto allItalia poco burocraticizzata, uno studioso e statistico tedesco, Andreas Herberger, si preso la briga di confezionare e di spedire in internet la massa di leggi federali e regionali una volta approvate; il risultato, a distanza

di pochi anni dallavvio delliniziativa, che il sito www.rechtfuerdeutschland. de presenta oltre 700mila pagine di documenti pubblicati. Sono dati che dovrebbero far impallidire qualsiasi governante/burocrate e far riflettere ogni cittadino. Da quando esiste, la burocrazia genera problemi in ogni fase della sua applicazione: quando vengono istituite nuove leggi e quando poi si devono applicare in diversi contesti in cui vigono criteri e interpretazioni quasi sempre disomogenei. Cos ad esempio, una legge dello stato consente di aprire una nuova attivit a determinate condizioni ma a livello regionale, provinciale, comunale (senza contare gli enti, anchessi normanti, come le comunit montane) ogni realt adotta misure che tengono conto delle peculiarit urbanistiche, ambientali, lavorative e sociali. la correlazione tra le burocrazie amministrative che determina incroci e sovrapposizioni dispersive, richieste aggiuntive, blocchi normativi che vanno a pesare, in definitiva, sui cittadini e sulleconomia. Ed quindi indispensabile intervenire sia verso lo snellimento burocratico inteso come riduzione del corpo legislativo, sia verso il taglio delle interazioni tra diverse amministrazioni: sono due aspetti dello stesso problema che meritano per di essere studiati e indagati separatamente e possibilmente parallelamente. Questa impostazione stata, ad esempio, adottata nei Paesi scandinavi, dove sono stati fissati criteri di semplicit e di trasparenza nei rapporti tra i vari livelli

delle amministrazioni, per evitare accavallamenti di competenze e distorsioni di responsabilit. In Finlandia e in Norvegia, i rispettivi governi hanno stabilito leggi quadro che fissano ruoli e competenze precise tra i vari livelli dellapparato pubblico. AllUniversit di Rotterdam invece una squadra di ricercatori economici riesce a calcolare, prima che una legge venga promulgata, quanto questa pesi sul sistema sociale in termini di costi economici reali e di effetti burocratici, sia sul breve che sul lungo periodo. Un livello di valutazione cos alto e raffinato da noi inimmaginabile ma indubbio che questa la strada che si dovr prendere sia a livello comunitario che a livello locale: calcolare i costi economici di ogni iniziativa regolamentare. Le ottimizzazioni economiche non riguardano solo gli aspetti tecnici e normativi perch il risparmio potrebbe anche essere maggiore se si dovesse avviare un piano di snellimento del personale burocratico, che in Italia pesa pi che in ogni altro stato. Infatti, non pensabile che, mentre il mondo avanza verso livelli di maggiore efficienza informatica, di progressiva smaterializzazione dei documenti e di velocizzazione nello scambio dei pagamenti, il mondo della burocrazia cresca su se stesso con pesanti ricadute di costi per la socialit. Di questi argomenti, in tempi di recessione e di difficolt economica, la Commissione Europea non parla ma non c dubbio prima o poi sar necessario procedere con ragionamenti civici pi arguti.
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R
di SILVIO BETTINI

UBRICA

PRODOTTO & MERCATO BANCHE, PARAMETRI


E PARADOSSI (ITALIANI)
controllo interni, eventi eccezionali ecc.. Massiah dice, quindi, che qualora un istituto di credito non si dedichi ad attivit speculative, intrinsecamente limita o esclude una delle componenti di rischio riducendo in questo modo il parametro di patrimonializzazione necessario a garantire la propria stabilit. Non una considerazione da poco perch: tanto maggiore il Core Tier 1 richiesto ad un istituto (patrimonio infruttifero), tanto maggiore dovr essere il rendimento realizzato sulle attivit fruttifere per compensare il mancato reddito sul patrimonio a reddito zero. Ma le attivit fruttifere sono vasi comunicanti: perdo su attivit speculative? Bene mi rifaccio su commissioni e tassi di interesse applicati a famiglie e imprese, quindi se rischio meno probabilmente offro un miglior servizio alla collettivit. Ma se elargisco prestiti a qualcuno che non li restituisce? Probabilmente applico lo stesso principio compensativo. C forse qualche attinenza con la relazione del commissario Ue ai consumatori Meglena Kuneva (22 settembre 09), secondo il quale le banche italiane sono le pi care dEuropa? Laccordo di Basilea 2, raggiunto con la finalit di dare stabilit al sistema mondiale del credito, si fonda su tre pilastri principali: a) requisiti patrimoniali; b) processi di vigilanza; c) disciplina del mercato. I primi due sono fondamentali; il primo recita: la corretta definizione dei requisiti patrimoniali non pu prescindere dalla corretta valutazione dei rischi operativi; per effettuare la valutazione sono ammessi due metodi: un metodo standardizzato, un secondo metodo basato su rating interni. A me sembra paradossale, gli istituti di credito sono chiamati a patrimonializzarsi con analoga ponderazione dei rischi, ma qualcuno i rischi li pesa in mele, qualcun altro in banane, come si fa? Non si sa, tanto vero che Lehman Brothers, appena prima di fallire aveva un Tier 1 prossimo al 16%, doppio rispetto a quello minimo che le autorit di vigilanza vorrebbero imporre oggi! Ci pu aiutare in questo senso il secondo pilastro dellaccordo ovvero la rivisitazione dei poteri di vigilanza delle Banche Centrali oggi fondati su quattro principi. Almeno uno di essi, a questo proposito, appare fondamentale: La Banca Centrale deve certificare il modello interno utilizzato dalla banca nella ponderazione dei rischi e conseguentemente certificare la congruit del rischio determinata tramite il modello certificato. Qui da noi il compito demandato a Banca dItalia, recita il primo articolo dello statuto: La Banca dItalia istituto di diritto pubblico. Nellesercizio delle proprie funzioni, la Banca dItalia [] opera con autonomia ed indipendenza nel rispetto del principio della trasparenza, e non pu sollecitare o accettare istruzioni da altri soggetti pubblici e privati []. Splendido non vero? S, ma solo se si evita di approfondire compagine societaria e composizione del diritIntesa 28,4% to di voto in assemblea dellente (che dovrebbe essere) pubblico. A me pare che possa sussistere un vero conflitto dinteresse, voi che ne pensate? Unicredit
16,0%

n questo numero di 12 Mesi torno nuovamente sullintervista a Victor Massiah (a.d. Ubi Banca), pubblicata sul Sole 24 Ore del 1 dicembre scorso che mi ha permesso di sviluppare alcuni approfondimenti, ritengo, interessanti. In particolare Massiah affronta il tema dei coefficienti di patrimonializzazione della banche che le autorit di vigilanza vorrebbero innalzare dal minimo attuale del 6% all8% (per il Core Tier 1), affermando che a suo parere dovrebbe essere effettuata una netta distinzione tra banche retail e istituti maggiormante vocati ad operazioni speculative. Nulla da eccepire, ma cosa significa nella realt? I coefficienti di patrimonializzazione, rivisti dallaccordo definito Basilea 2, in estrema sintesi sono rappresentati dalla quota di patrimonio disponibile accantonato dagli istituti di credito a fronte di rischi connessi (eventuali perdite) allattivit caratteristica dimpresa, secondo la condizione: Quindi, sempre sintetizzando, la quota di patrimonio disponibile accantonato deve coprire i rischi derivanti da: a) attivit di credito, quali prestiti a privati, imprese ed enti pubblici; b) attivit di mercato, quali investimenti speculativi effettuati dalla banca, volatilit dei tassi dinteresse e di cambio; c) attivit operativa, come errori del personale, inadeguatezza dei sistemi di Patrimonio > Rc + Rm + Ro

Altre 39 Banche 15,3% MPS 4,6% Compagnie di Assicurazione 9,7%

Altre 33 Banche 29,7%

Intesa 42,7%

MPS 6,0%

INPS e INAIL 5,7%

Unicredit 22,1%

Compagnie di Assicurazione 12,7%

INPS e INAIL 7,2%

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ERSONAGGI

LA LEONESSA STANCA MA

NON SCONFITTA
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Il punto di vista del Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia.

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Un primo piano di Stefano Saglia.

Serve che la politica accompagni la trattativa tra sindacati e imprese, facendosi garante con la parte pi debole, rappresentata dai lavoratori.

rasformazione, evoluzione della cultura industriale locale, energie rinnovabili e sostenibilit come punti focali di una ripresa che appare lenta, sofferta, ma concreta. Per lonorevole Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo Economico, dalla dura lezione che arriva dalla crisi possibile trovare le ragioni per una nuova cultura dellimpresa e per la tutela dei lavoratori, passando per una visione del distretto produttivo che non pu essere slegata dalla dignit della persona. Vediamo come. Onorevole Saglia, Brescia esce dal 2009 con addosso i segni pesanti della crisi internazionale. E il mese di gennaio appena concluso non stato certo entusiasmante. Che accadr, domani? Brescia ancora vissuta a livello nazionale come potenza industriale, ma vista come una Leonessa stanca, dove la crisi ha accentuato i processi di trasformazione di aziende mature e creato difficolt ulteriori ad aziende con diversi problemi gi preesistenti. Inoltre paghiamo la realt delle multinazionali, che non vedono in Italia possibilit di investimento, ma cercano di trasferire altrove la loro produzione, in maniera massiccia rispetto al passato. Non esistono tuttavia solo aspetti negativi: noi possiamo contare su diverse eccellenze e gli imprenditori hanno mostrato in molte occasioni di potersi mettere o rimettere in discussione e costruire nuove opportunit. Penso a settori come quelli legati allo sviluppo sostenibile, alle energie compatibili, allinnovazione connessa alla produzione delle macchine utensili o allautomotive. Quindi si intravede una luce, in fondo al tunnel? S, ma dobbiamo sviluppare una cultura che non sia affine ai poteri forti. Il sostegno alla rottamazione delle auto ha portato un effetto benefico su chi lavora in quel settore e a chi lavora nellindotto. In questo caso le misure sono state efficaci, ma non si deve drogare il mercato, piuttosto ridurre gradualmente lincidenza degli incentivi, spostandoli

di ROBERTO BARUCCO

in parte in altri distretti, estendendoli a settori, ad esempio, come gli elettrodomestici. E i lavoratori inseriti in contesti produttivi non toccati dagli incentivi e in aziende in crisi? Lo sforzo del Governo volto anche a garantire la massima estensione degli ammortizzatori sociali, in particolare per le piccole e medie imprese. Il Governo sta avviando una riforma pi ampia, in questo senso e che la sinistra non ha

Se riusciamo a far dialogare lEuropa con i Paesi del Mediterraneo e con i Balcani, lItalia pu diventare un grande hub energetico.
fatto, e riguarda lavoratori privilegiati e dipendenti. Inoltre non va trascurato il settore dellenergia. Sappiamo di una sua proposta di legge, in merito. S, in discussione una mia proposta di legge per incentivare la presenza di punti di distribuzione di metano sul territorio, legata allincremento di incentivi per chi acquista automobili a doppia alimentazione. Dalle bombole del gas in auto alle centrali atomiche, non un passaggio azzardato? No, le fonti rinnovabili e lutilizzo dellenergia atomica sono elementi da sviluppare di pari passo. Le centrali della terza generazione possono aiutarci a superare il gap energetico che abbiamo nei confronti di altri Paesi dellUnione. Inoltre necessario creare le condizioni burocratico amministrative per procedere con celerit allimpiego delle energie rinnovabili. Dopo tanti anni di confronto e dibattito sembra piuttosto difficile invece un passaggio importante,
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ERSONAGGI

Un centro per la formazione di ingegneri e tecnici altamente specializzati pu trasformarsi per la nostra realt in una grande prospettiva.
che non pu prescindere dalla ricerca della riduzione dei consumi domestici e dalla riconversione industriale, attuando processi produttivi meno energivori. Il futuro deve essere sempre pi sinergico con la sostenibilit e deve essere sempre pi sicuro, in questo senso. E se riusciamo a far dialogare lEuropa con i Paesi del Mediterraneo e con i Balcani, lItalia pu diventare davvero un grande hub energetico e giocare un ruolo importante nello scenario globale. Torniamo a Brescia e al suo futuro, ora che il 2010 avviato. Brescia ha beneficiato in maniera significativa della riforma degli ammortizzatori sociali, per le ben note vicende aziendali. Ora serve sempre pi, a mio avviso, che la politica accompagni la trattativa tra sindacati e imprese, facendosi garante con la parte pi debole, quella rappresentata dai lavoratori. Lanno inizia con una ripresa lenta, ma che prevediamo duratura. La crisi che ha colpito il nostro territorio stata pesante. Adesso si tratta di rifocalizzare nuove azioni. Penso a strutture come il Csmt, una realt che seguo con molta attenzione, che devono crescere: in questi contesti che imprese e istituzioni possono studiare percorsi per far approdare le aziende a settori innovativi come, appunto, le energie rinnovabili, le nanotecnologie, la mobilit. Ed esistono bandi e risorse per poter finanziare progetti innovativi e seri. La multiutility bresciana come si colloca in questo contesto? A2A sta dimostrando di aver iniziato a pensare come azienda unica ed camMESI 12FEBBRAIO 2010

biato il ruolo del Comune-azionista, il che significa anche liberare risorse per gli investimenti dellazienda. Il consiglio di sorveglianza va bene. Sostiene lidea di Brescia come futuro grande polo dellindustria e della formazione: e in questo contesto il pro-

Una centrale elettrica.

getto, affascinante, di creare un centro per la formazione di ingegneri e tecnici altamente specializzati pu trasformarsi per la nostra realt in una grande prospettiva.

.LE INTERCONNESSIONI, PRINCIPALE PROBLEMA DEL MERCATO INTERNO


Stefano Saglia, sottosegretario con delega allenergia, ha preso parte, insieme ai paesi dellUnione europea, al Consiglio informale per lenergia di Siviglia dove si discusso del piano quadriennale per lenergia (che dovr essere approvato dal Consiglio europeo il prossimo 25 marzo) e del piano strategico per le tecnologie energetiche. I gestori delle reti energetiche devono realizzare quelle capacit di interconnessione necessarie a elevare il livello di sicurezza. In tal senso sar utile il lavoro della neonata Acer (Agenzia dei regolatori europei dellenergia) che secondo il sottosegretario dovrebbe essere dotata di ulteriori poteri, non solo consultivi. Saglia ha sottolineato limportanza di un miglioramento della governance del Piano strategico per le tecnologie energetiche e la necessit di un finanziamento della comunit europea per quelle iniziative prioritarie, in particolare quei progetti che riguardano la cattura e lo stoccaggio della CO2 che richiedono grossi investimenti.

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ERSONAGGI

ECONOMIA E RIPRESA
Alberto Cavalli analizza il passato recente e il futuro prossimo del Sistema Brescia.
di ROBERTO BARUCCO

SUPERARE I LOCALISMI PER FAVORIRE


Brescia sente la crisi. E sono aumentate le difficolt nella vita sociale. Anzi, una valutazione oggettiva ci dice che la crisi morde maggiormente Brescia rispetto ad altre realt, proprio per la particolare conformazione della nostra struttura produttiva, caratterizzata dalla forte presenza del settore manifatturiero e dellindustria meccanica. Il quaranta, cinquanta per cento del fatturato stato perduto e la disoccupazione una realt con la quale ci si deve confrontare seriamente. Le nostre industrie reggono perch esiste una forte capacit di reazione, di risposta da parte dellimprenditoria. E, daltro canto, luso massiccio degli ammortizzatori sociali stata una scelta opportuna del governo. In questo senso tuttavia bisogna intervenire ancora, consentendo da un lato il sostegno costante ai lavoratori e dallaltro

economia italiana che segna il passo, il potere dacquisto delle famiglie che scende, aziende che chiudono quasi quotidianamente, il disagio sociale in costante aumento. Clima pesante dinizio danno, che si riflette tanto sul livello nazionale quanto sui grandi distretti produttivi locali, come quello Bresciano. sul passato recente e sul futuro prossimo, sulle possibili evoluzioni e sui correttivi che la politica pu applicare che abbiamo discusso con Alberto Cavalli, gi presidente della Provincia di Brescia per due mandati consecutivi e membro del consiglio di sorveglianza della multiutility A2A.

lattivazione di strumenti che permettano di rispondere alla mutate esigenze del mercato. Come rispondere, nellimmediato? Serve da parte delle realt impegnate nel confronto sociale e politico un atteggiamento non barricadero, non vincolato da pregiudiziali ideologiche. Il sostegno alle imprese, ribadisco, luso massiccio degli ammortizzatori sociali consentono al sistema di procedere fino al momento della ripresa del lavoro e dellincremento dei fatturati. Resta tuttavia la necessit della riduzione del carico fiscale sulle aziende. E occorre, a mio avviso, un ulteriore ricorso alla realizzazione di opere pubbliche. La contrazione del sistema produttivo porter nellimmediato anche ad altri problemi

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S, Brescia soffre delle sue contraddizioni sociali. Il fenomeno migratorio non porta solo benefici al sistema. Infatti i grandi numeri si scontrano gi oggi con la riduzione del livello economico: Brescia soffrir una significativa disoccupazione giovanile con quel che ne consegue e limmigrazione attuale non copre solo gli spazi liberi. Questa una visione miope, di comodo e velata di ipocrisia. Quando leconomia cresce, va tutto bene, ma quando ci sono flessioni significative i nodi vengono al pettine e i lavori, anche quelli umili, divengono appetibili. Ed ora quegli spazi sono occupati. Questo potrebbe divenire un problema sociale, anche se sono ottimista per natura e convinto della forza della brescianit: grazie alle nostre radici, al dna della nostra gente, ad uno spirito di solidariet concreta. E non dimentico il ruolo della nostra realt come terra del mondo cooperativo. necessario che il sistema economico si orienti verso le eccellenze, la creazione di maggiori competenze, una migliore qualit. Le criticit si ridurranno, ma non saranno cancellate. Mentre, daltro canto, la ripresa sar rapida nei Paesi emergenti. Presto il sistema globale crescer. un treno, quello della ripresa, che esiste gi, ma questa volta la locomotiva sta altrove, le realt mature si troveranno con meno ossigeno. Questa situazione la prima a memoria duomo in cui non abbiamo la convinzione di poter passare ai nostri figli una qualit migliore della vita. Passeremo invece il testimone a una nuova generazione che conoscer una fase discendente, con una crescita limitata. Il futuro possibile passa anche per il superamento del campanilismo? necessaria una notevole evoluzione del nostro sistema economico. Una diversa visione dei problemi. Luniversit deve essere uno strumento efficace, inserita in una rete di rapporti a livello globale. Internazionalizzata. I giovani vanno nelle universit straniere e questo scambio va incrementato. A Brescia serve un sempre maggiore confronto tra pubblica amministrazione e categorie. Eventi particolari, nuovi stati generali, in questo contesto sono inutili, per delineare linee future. Il mondo dellimpresa volto, oggi, a problemi contingenti. E la comunit cerca,

chiede azioni concrete, immediate. Del resto ritengo che gli interventi di sviluppo non possano pi essere visti nellottica provinciale. La stagione delle competizioni tra sistemi locali stata vissuta per intero. Ora servono interventi con una valenza pi ampia. Pensa allaeroporto di Montichiari? Anche. La miopia di Verona, maturata in quella logica, un errore evidente. E tempo di superare i localismi, ragionare per progetti che siano autentica linfa per crescere. E non c dubbio che una delle sfide sia lintermodalit. E una carta che pu essere giocata sullaeroporto di Montichiari, potenziale risorsa per lItalia, con lausilio di una logistica completa. Purtroppo il tempo passato invano e abbiamo perduto una grande occasione. Basta dunque con i confini invalicabili tra provincia e provincia? necessario capire che i territori non hanno obiettivi in contrasto, ma comuni, che i progetti vanno condivisi e non limitati al proprio confine. E non solo: Milano non pu competere con New York o con le grandi capitali del mondo. Rispetto a Tokyo o Shangai, il nostro capoluogo di regione solo un quartiere. Non pu esistere una visione milanocentrica e la capitale del Nord non pu pensare solo a se stessa, ma a tutta la Lombardia. Deve essere competitivo un intero sistema che faccia capo al territorio, con al suo interno Bergamo, Brescia, Montichiari, molteplici realt, strutturate, collegate. Parliamo delle elezioni imminenti? Viviamo una stagione in cui al Paese servirebbe una maggiore competizione politica. Fa bene al sistema. E servirebbe anche una maggiore concorrenza allinterno del PdL, per superare steccati che gli elettori non conoscono. E non farebbe male anche una maggiore concorrenza politica tra PdL e Lega. Mi spiego: la competizione con la Lega ha una forza positiva, ci sollecita a nostra volta a met-

necessario capire che i territori non hanno obiettivi in contrasto, ma comuni.


tere in campo gli strumenti che loro utilizzano e meglio. Ci spinge a muoverci di pi sul territorio, ad ascoltare la gente, a costruire un rapporto stretto, quotidiano. La Lega valorizza molto gli amministratori locali e considera i sindaci dei punti di forza, mentre, a volte, il PdL sembra considerare quasi un peso gli amministratori locali. E poi non serve una separazione virtuale interna tra Pdl ed ex An. Si consenta invece di misurare il peso delle varie componenti allinterno del partito. Si scelgano le persone destinate a costruire i rapporti con gli elettori sganciandosi da scelte verticistiche. Lattribuzione della preferenza (un primo esempio di modello elettorale di lista che nasce proprio in Toscana, dalla sinistra), importante. Oggi il rapporto tra politica e comunit fondamentale, non pi attuale praticare abitudini da prima Repubblica: consenso significa leadership. Gli elettori vogliono conoscere e vedere in faccia chi votano e poter attribuire le responsabilit. Invece riscontro ancora che tutti i governi regionali mantengono un difetto di tradizione, una tendenza centralista. La Regione Lombardia a Brescia ha realizzato interventi significativi, questo vero, ma ritengo che dalla campagna elettorale imminente debba emergere una forte rivendicazione del ruolo di Brescia in Lombardia. Solo confronto interno al Pdl e competizione positiva con lalleato leghista? Sar quasi un eretico: in questo clima sociale, che ha visto il culmine nellaggressione a Silvio Berlusconi, serve maggior competizione tra centrodestra e Pd e serve un Pd forte, non debole, capace di rappresentare degli orientamenti che non divengano oggetti contundenti. La competizione vera, costruita nel rispetto delle diversit e delle diverse proposte, un beneficio per tutti. Porta al confronto tra programmi credibili e alla scelta di candidati considerati credibili e votabili. Il Pd in crisi evidente sotto questo profilo e questo un danno per il Paese. Del resto, se la libera concorrenza fa bene alleconomia, perch non deve accadere lo stesso per la politica?
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Rispetto a Tokyo o Shangai, il nostro capoluogo di regione solo un quartiere.

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Primavera/Estate 2010!

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ERSONAGGI

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QUANDO LUNIONE
Da un carretto carico di legna e pesche a 370 milioni di fatturato nel segno della famiglia. Quella degli Odolini.
di PIETRO BALBO

FA LA FORZA
a Rino Odolini (allanagrafe Pietro, come il padre) di raccontarci la nascita del gruppo. Tutto inizi con quel carrettino. Quale fu il primo cambio di marcia verso linnovazione? Verso la fine degli anni 40 gli americani misero allasta parecchi Dodge e i gipponi. Mio pap prese la patente ne compr uno. Ricordo che lasta fu alla caserma Papa. Si trattava di un balzo in avanti enorme, perch quel mezzo ci permetteva di portare le pesche al mercato di Milano. Erano tempi duri, si lavorava anche 15-16 ore al giorno. Comera la vostra giornata tipo? Bisognava partire alle 2 di mattina e si arrivava a Milano alle 4 perch viaggiavamo a 50 allora. Si scaricava la merce e alle 6 si cominciava a vendere. A mezzogiorno facevamo il ricavo, poi mio pap telefonava da Collebeato per sapere come erano andate le cose e in base al bilancio giornaliero andava di corsa a comprare altre pesche. Poi arrivato il primo negozio di frutta S, lo comprammo nel 53. Vendevamo frutta e verdura in via Patrioti. Nel giro di qualche anno avevamo tre negozi, di cui uno in Corso Magenta, ma il nostro percorso era in continua evoluzione. In che direzione? Ragionando sulla storia e sul percorso del prodotto ci siamo chiesti: perch far raccogliere le materie prime, portarle allingrosso, scaricare, pagare la provvigione, caricare e infine portare il tutto in negozio? Il prodotto faceva un giro troppo lungo che aumentava notevolmente i costi. A questo si aggiungeva lincognita del rischio del mercato allingrosso. Volevamo iniziare a sviluppare il minuto, ma per fare questa operazione servivano almeno cinque o sei negozi di una certa potenzialit che ci avrebbero permesso di ridurre le spese tramite accordi con i fornitori. Come avete superato questo ostacolo? Grazie al detto lunione fa la forza. Abbiamo deciso di fare una societ unica tra fratelli, ci siamo trasferiti da Collebeato alla Stocchetta e abbiamo preso unarea di 7.000 metri dove costruire case e magazzino. Vivevamo tutti l secondo i valori di una volta, quelli dello stare insieme. In quel momento, per, qualcuno di importante si fece da parte. Mio pap disse: Vi ho fatti diventare grandi, avete tutti la vostra casa e non voglio pi fare debiti. giunto il momento che camminiate con le vostre gambe. Noi eravamo conosciuti, ma avevamo bisogno di qualcuno di importante che finanziasse il nostro progetto. Anselmi accett e nel 1965 nacque una
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nni 40. Pietro Odolini raccoglie e commercia legna e pesche. Nella sua attivit giornaliera fiancheggiato e sostenuto dalla collaborazione dei suoi figli. Sono tempi duri in cui bisogna rimboccarsi le maniche e aguzzare lingegno. In inverno quel carrettino che viaggia grazie a due ruote di bicicletta trasporta mezzo quintale di legna da vendere nelle case di Collebeato; in estate si riempie di pesche succose e profumate. linizio di unavventura che condurr la famiglia Odolini a costruire, passo dopo passo, un impero che ha nei suoi pilastri principali Italfrutta e Italgros (appartenenti al Gruppo Italmark) e che nel corso degli anni si estender ad altri settori commerciali di successo fino a produrre un fatturato complessivo di 370 milioni di euro annui. Abbiamo chiesto

La famiglia Odolini. Da sinistra a destra: Luigi, Giuseppe, pap Pietro, Rino, mamma Lucia Castrezzati, Natale, Italo e Renato

Per vincere non bastano gli artigli. Ci vuole la testa.

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Credete che per vincere sul mercato sia necessario essere forti come tigri? Noi pensiamo che conti pi lintelligenza. Wave Consulting: risposte chiare e semplici a problematiche complesse, grazie alla conoscenza e allo sviluppo di sistemi informatici evoluti, innovative modalit di lavoro e specializzati professionisti al servizio del vostro business. Fatevi furbi: usate anche la nostra testa.

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Rino Odolini.

societ con 900mila lire di capitale sociale. Avevamo il 65%. E poi? Nacque il concetto di Italfrutta. Nel giro di un anno e mezzo gestivamo sei negozi, ma unaltra svolta era vicina. Arriv il 1967 e Facchetti, che era nostro cliente, ci propose la gestione di un supermercato allinterno del complesso che stava costruendo a Desenzano. Non ci volle molto per accettare la proposta. Cosa vi spinse ad intraprendere questa via? Ci siamo chiesti: cosa acquista tutti i giorni il consumatore? La risposta era ed : il fresco. Qual il consumo di frutta e verdura su 100 lire di spesa? Era di 10-12 lire. Quindi la strada del supermercato era quella giusta. Non avevamo esperienza al di fuori di frutta e verdura, ma lentusiasmo e la voglia di fare non ci mancava di certo. Negli anni Settanta, poi, la concorrenza si fatta serrata. Di fronte a colossi come la Sma, lunica alternativa era creare gruppi, cos nel 74 abbiamo fatto leva su tutte le nostre conoscenze nel Nord Italia per fare sinergia. Avevamo 100-110 dipendenti, ma cera un problema: dovevamo costruire una nuova sede. Era un passo importante per il futuro. Progettammo il quartiere generale attuale sul modello tedesco. Qual era la vostra filosofia? Tenere ben presente che gli sviluppi delleconomia sono gestiti dagli uomini. Se il progresso mi porta ad avere i trattori non posso continuare con i cavalli, ma devo unirmi agli altri contadini per comprare un trattore. Per noi era lo stesso, il problema era che qui a Brescia si voleva andare avanti con i cavalli Lo sviluppo significava offrire servizi a misura duomo: una bella struttura con parcheggio e grande assortimento. Bisognava stare vicini al consumatore, bastava un centro di 5.000 metri che servisse la popolazione nel raggio di 60 km. In questo modo

i clienti non avrebbero consumato tempo e benzina. Bisognava unire una ventina di commercianti e inseguire il successo facendo squadra, ma lidea non fu recepita. Quindi? Ci abbiamo pensato noi. Sei fratelli maschi pi tutti i figli formano una bella squadra, che ci ha consentito di estenderci anche ad altri settori, come gli articoli sportivi, lelettronica, larredamento e limmobiliare. E com stato nel corso degli anni il clima allinterno della squadra? Si discuteva sempre ad alta voce, ma non si litigava mai. E nei Consigli dAmministrazione? Se una minoranza non era daccordo si adeguava. Il coraggio e le capacit sono sempre state le doti dei pi vecchi, poi gli altri hanno sempre lavorato duramente facendo il loro dovere. In ogni caso si cercava di remare tutti dalla stessa parte. Lazienda viene sempre al primo posto. E le mogli? Non le abbiamo mai coinvolte. Tra fratelli ci si sopporta, ma sopportare anche le mogli sul lavoro difficile. Quali principi avete trasmesso ai vostri figli riguardo alla sfera lavorativa? Innanzitutto che lazienda regge se spende 100 e guadagna 101, che i dipendenti a fine mese vogliono lo stipendio e che per gestire unimpresa bisogna dimostrare di essere allaltezza, altrimenti si cambia mestiere. I loro stipendi? Vanno in base ai meriti. Quando avete iniziato a pensare alla successione? Nel 98. Il percorso di maturazione si concluso nel 2008 ed oggi tutte le societ commerciali sono gestite dai figli. Lunica che gestiamo noi vecchi la Ponte Immobiliare. Chi sar il futuro numero uno? Una squadra di calcio formata da 11 giocatori, ma c sempre qualcuno che fa pi

ERSONAGGI

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gol per grinta, qualit o doti innate. Per la squadra che vince. Bisogna sempre tenerla unita. Cosa ne pensa del fatto che Brescia aveva fino a qualche anno fa aziende riconoscibili come Asm ed oggi non pi? Oggi per diventare forti bisogna fare economia insieme. Noi vendevamo e compravamo in gruppo, ma ognuno gestiva il suo territorio. Bisogna stare attenti a non perdere presenza ed efficienza sul territorio. Certo necessario fare sinergie con altri gruppi per comprare meglio, ma le fusioni possono essere molto negative se ti allontanano dal cliente. Ci sono possibilit che rinasca una banca bresciana? La fusione con Bergamo stata unoperazione giusta. Che sballa leconomia, piuttosto, il decentramento delle sedi. I bresciani devono avere un referente qui; ha ragione lamministrazione Paroli: ci vogliono risposte veloci per essere efficienti, lo stesso vale per A2A. Perch vanno forte le Bcc? Semplice: sono vicine al cliente e conquistano la sua fiducia. Oltre alla vicinanza al cliente voi avete sempre fatto leva sulla brescianit dei prodotti Per noi un marchio di fabbrica. Lultima esperienza in ordine di tempo riguarda laccordo con un caseificio di Calvisano. Grazie alla collaborazione con noi sta facendo fortuna. Fa le mozzarelle, ce le porta e noi le vendiamo in negozio ancora fresche. Queste cose fanno la differenza. Cosa c nel vostro futuro? Un nuovo polo logistico. Avevamo trovato unottima area alluscita di Brescia centro, vicino allAlfa Acciai, ma dopo la polemica con i verdi di San Polo il Comune ci ha indicato la zona di via Serenissima di recupero della cava. Andremo l. E la storia continua.

.IL GRUPPO ITALMARK


Italmark nasce a Brescia nel 1965. Negli anni cresce e si sviluppa con continuit nel settore della grande distribuzione nelle province di Brescia, Bergamo, Cremona, Mantova e Verona. Ad oggi, sono allattivo 42 punti vendita tra supermercati e superstore con il supporto di una squadra di oltre 950 persone. Insieme al gruppo dacquisto Sun per la marca commerciale, Italmark firma oltre 1.400 prodotti a marchio Consilia in tutti i reparti. Il Gruppo Italmark dagli anni 90 in poi si sviluppa con centri commerciali di propriet inserendo nella propria proposta tradizionale alimentare realt specializzate al dettaglio quali: Supermedia per il settore dellelettronica di consumo, Sportland per gli articoli e abbigliamento sportivo, Goccia di Rugiada per la profumeria e la cosmesi, Stilnovo per gli articoli regalo e liste nozze, EcoBrico per il settore bricolage. Nel suo complesso, il Gruppo Italmark raggiunge oggi oltre 130 punti vendita allattivo nel nord Italia, con un totale di oltre 1.500 collaboratori.
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di MARIO CONSERVA

UBRICA

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STRATEGIA DI IMPRESA
MA LEUROPA LA VUOLE ANCORA

LINDUSTRIA DI BASE?
come produzione e utilizzo, la produzione domestica di metallo primario e secondario alimenta a valle una solida industria trasformatrice e manifatturiera per i trasporti, le costruzioni, limballaggio, larredamento e la meccanica, con migliaia di aziende produttive e centinaia di migliaia di addetti. Il caso Alcoa si innesca a dicembre, quando da Bruxelles la Direzione Generale alla Concorrenza dellUnione Europea fa sapere che il prolungamento oltre il 2005 della tariffa elettrica per gli impianti di alluminio italiani deve essere considerato fuori della normativa vigente, che le tariffe concesse non erano giustificate da specifiche esigenze ambientali o di altro tipo, ma erano unicamente motivate dallesigenza di ridurre i costi operativi dellazienda che, con le agevolazioni concesse, aveva cos la possibilit di fare della concorrenza sleale ai competitori; in sostanza si tratterebbe di un caso di sussidio indebito, per cui lUnione Europea chiede per queste agevolazioni non concedibili un rimborso intorno a 300 milioni di euro. A quanto risulta, lazienda ha contestato la decisione precisando in primo luogo che non esistono in realt lamentele da parte di concorrenti o terze parti; nel merito poi delle tariffe messe in discussione, lazienda ha fatto presente che ai costi attuali dellenergia elettrica (senza agevolazioni) i due impianti italiani maturerebbero una perdita compresa tra 5 ed 8 milioni di euro al mese (a seconda delle probabili quotazioni internazionali del metallo), e questo unicamente per i superiori costi dellenergia rispetto alla concorrenza internazionale, essendo le fabbriche italiane, e Portovesme in particolare, tra le pi apprezzate in Europa per livello di efficienza. La questione vera che i costi dellenergia nel nostro vecchio continente sono enormemente elevati, grosso modo il doppio della media mondiale; da noi i

bbiamo parlato poco tempo fa dei costi dellenergia per il futuro industriale dellEuropa e, puntuale, ci troviamo di fronte proprio in casa nostra un caso spinoso e drammatico, quello della produzione di alluminio primario nelle uniche due fabbriche italiane di questo tipo, in Sardegna a Portovesme ed in Veneto a Fusina. I due stabilimenti appartengono dal 1995 alla principale compagnia mondiale del settore, la Alcoa, Aluminum Company of America, e hanno una produzione complessiva media annua intorno a 200mila tonnellate di metallo; poca cosa rispetto al fabbisogno del nostro mercato, che di oltre 4 volte tanto, ma comunque significativa per rendere completa la catena di valore del sistema industriale italiano del metallo leggero. Il nocciolo della questione che per produrre alluminio, come altre materie prime, serve energia, lenergia in Europa costa molto cara, in Italia anche di pi, e per questo le produzioni di primario in Italia hanno goduto di agevolazioni tariffarie sino al 2005, successivamente prorogate sino allo scorso dicembre; va tenuto presente che i prezzi agevolati dellenergia, assicurati contrattualmente ad Alcoa nel 1995, costituiscono n pi n meno che lo strumento predisposto per mettere in pari condizioni di competitivit la produzione di alluminio primario in Italia. anche bene ricordare che nel comparto dellalluminio il nostro paese da sempre in posizione leader

nuovi contratti stipulati dallindustria oscillano tra 37 to 72 per MWh, mentre in importanti aree mondiali dal punto di vista industriale, come i paesi del Golfo, lUcraina e lIslanda, sono a 20/MWh o meno, e in America la media a 26 /MWh. Purtroppo occorre inoltre dire che il problema energetico non il risultato di una pura fatalit, ma la conseguenza di cose non fatte e di decisioni anche discutibili assunte a livello UE; ed a Bruxelles conoscono benissimo la situazione, sanno perfettamente che il mercato europeo dellenergia non funziona affatto, per cui, nonostante i diversi pacchetti di regolamentazione predisposti, siamo lontani dagli obiettivi di una vera liberalizzazione. Ci nonostante, per, non si esitato ad incorporare nei prezzi attuali dellenergia i costi delle emissioni future di CO2, per un extra importo sulla bolletta sino a 27 /MWH, quindi proponendo oggi alle nostre industrie i prezzi dellenergia pi alti del mondo. chiaro che quello delle fabbriche di alluminio per il momento solo la punta di un iceberg; in realt tutta lindustria di base europea a rischio per la mancanza di una prospettiva strategica condivisa, tutti conoscono la situazione, la perdita di competitivit, le fabbriche a rischio chiusura, la disoccupazione in crescita, ma la DG Concorrenza dellUE invece di curare linteresse dei consumatori per un costo dellenergia pi basso si muove per allineare tutti gli utenti sui prezzi pi elevati. Ritorna purtroppo alla ribalta la scarsa considerazione che nella vecchia Europa viene dedicata allindustria di base; e, badate bene, si sta parlando di un patrimonio unico al mondo, di impianti competitivi, di tecnologie consolidate, di produzioni essenziali per alimentare lindustria manifatturiera, di migliaia di posti di lavoro messi in discussione da un rigorismo burocratico che in momenti complicati come quelli che stiamo attraversando proprio difficile da capire.
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M
ri, laffievolirsi della memoria e del senso di appartenenza ai luoghi, alle case in cui molto spesso i residenti, le loro famiglie, hanno vissuto per una vita intera. Si avverte allora lesigenza di un orientamento politico e culturale che, oltre a riaffermare la citt come luogo centrale di servizi primari e qualificati per il cittadino, possa anche generare regolamenti e normative rigorose sullutilizzo e il decoro degli spazi, siano pubblici che privati, elevandoli tutti a beni collettivi; una sorta di regolamento condominiale cittadino che, nel rispetto della propriet privata, oltre a definire regole e organismi sovracondominiali per il controllo, possa anche prevedere, con incentivi e sgravi fiscali (penso, ad esempio, alla detassazione delle rendite immobiliari reinvestite o agli oneri da corrispondere al Comune in parte da destinare nel tempo a opere di manutenzione periodica e garantita alle infrastrutture del quartiere) lobbligo di ristrutturazione e di manutenzione programmata delle facciate e degli spazi esterni, nellambito di progetti integrati di iniziativa sia pubblica che privata per la riqualificazione di interi quartieri. La recente esperienza del progetto Carmine (con lauspicio che la stessa possa essere estesa allintero centro storico), cos come lattuale impegno per i progetti di riqualificazione del quartiere di via Milano, tracciano linizio di un percorso e di un impegno comune per tutti quegli operatori istituzionali e non che hanno compreso che oggi, come non mai, linteresse pubblico pu coincidere con quello privato, poich la riqualificazione estetica e funzionale dello scenario urbano condizione fondamentale per la salvaguardia e il mantenimento nel tempo del valore del patrimonio immobiliare privato. Come detto, certe dinamiche, accentuate ancor pi dalla crisi, hanno determinato negli ultimi anni la progressiva perdita

ERCATO IMMOBILIARE

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DI VALUTAZIONE PI AMPI

VERSO CRITERI
di valore delledilizia datata e la conseguente diminuzione reale del potere dacquisto e del valore di scambio per lacquisto di edilizia nuova. Tale situazione, unitamente al tendenziale allineamento dei diversi valori di zona (rare le eccezioni, peraltro praticamente prive di iniziative immobiliari ) e al costante incremento dei costi di costruzione, impone agli operatori la necessit di riscrivere le proprie regole. Se in passato il valore fondiario stato il principale, se non lunico criterio di valutazione immobiliare, oggi, e ancor pi in futuro, il criterio valutativo del mercato si sposter direttamente sulla qualit del fabbricato, in senso totale, premiando lutilizzo di nuove tecnologie e materiali, il risparmio energetico, lecocompatibilit, ma anche, e soprattutto, la miglior architettura, dove estetica e funzionalit sappiano suscitare emozioni e rinnovare motivazioni, non con estemporanei effetti modernisti, ma interpretando il desiderio che gi si avverte di un nuovo senso dellabitare, pi in linea con i tempi e con una realt sociale fortemente modificata. Cos, se vero che la situazione economica generale e la restrizione del credito verso il settore immobiliare impone agli operatori una maggior capacit critica e analitica preliminare che probabilmente porter a costruire meno, altrettanto vero sar che, per avere successo, diverr indispensabile porsi sul mercato con la massima professionalit, costruendo meglio per vendere al giusto prezzo, con lapporto integrato delle esperienze e delle competenze di tutti quegli attori del settore che, accomunati dal saper e voler fare per professione, sapranno, leggendo gli errori del recente passato, realizzare un nuovo modello operativo per interpretare la realt del mercato in modo etico, giustamente proficuo e duraturo.
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di MASSIMO PORTOLANI

inutile negarlo, ma a Brescia, negli ultimi anni, ancor prima della crisi, laumento del degrado urbano ha finito per condizionare negativamente lo sviluppo abitativo della citt. Lo scenario cittadino, tracciato prevalentemente dal boom edilizio degli anni 6070 ha visto progressivamente scadere il proprio livello qualitativo, fenomeno amplificato ancor pi dal costante incremento di nuovi residenti stranieri con basso potere dacquisto. Tale condizione, negli anni passati concentrata in zone come via Milano e nel quartiere del Carmine, si sta estendendo ormai ad altri quartieri, sino a ieri molto apprezzati dal mercato immobiliare, determinando, tra laltro, e a prescindere dalla crisi, una progressiva perdita di valore per il patrimonio edilizio datato, quello che molto spesso sorge nelle zone meglio servite e prossime al centro cittadino. Questo fattore, unitamente al pressoch nullo incremento demografico, rischia di determinare la progressiva perdita di attrattivit residenziale della citt con contraccolpi inevitabili per la ripresa del mercato immobiliare. Di fatto la citt sta diventando di giorno in giorno pi brutta; interi isolati degradati, muri ricoperti da graffiti, distese di parabole sui balconi; non solo degrado e mancanza di decoro ma soprattutto il rischio della perdita di identit dei quartie-

NFRASTRUTTURE

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QUALE BRESCIA
PER QUALE RETE?
Una grande area metropolitana la cui nervatura geoeconomica data da un asse omogeneo e insieme articolato, gi collegato dalla geografia e cablato dalleconomia, che collega Milano-Bergamo-Brescia-Verona. Una provincia bifronte e bivalve, da sempre periferia del Nord Ovest e anticamera del Nord Est: cerniera bancaria e tecnologica con Bergamo (Ubi Banca e Csmt-Kilometro Rosso); filiera terziaria e di utilities con Milano (A2A); frontiera commerciale e aeroportuale con Verona (fiere e aeroporto di Montichiari). Il tutto collegato da Tav e Brebemi.

na delle tante cose che ci sta insegnando la globalizzazione parola inflazionata, meglio sarebbe dire dilatazione dello scambio o allargamento del mercato che ragionare in termini di reti territoriali o di aree metropolitane omogenee uno dei modi pi efficaci per competere a livello globale.
di ALESSANDRO ChEULA

PADANIA VALLEY, UNA PADANIT SENZA PADANIE Facciamo un esempio. Se la valle del Po (alias la Padania Valley, detto senza alcuna implicazione o allusione politica separatista ma come mero connotato geoeconomico)

diventasse una rete governata di citt, sarebbe la seconda area urbana del mondo, dietro Boston-Filadelfia-New York-Washington e davanti a Inghilterra (larea urbana Londra-Southampton-Reading-Cambridge), Olanda (Amsterdam-Rotterdam-Utrecht), Francia (il progetto Parigi-Rouen-Le Havre) e persino Shanghai. Lo ha recentemente affermato uno studioso della materia, il docente statunitense Richard Peiser dellUniversit di Harvard, ospite a Brescia del convegno Reti di citt, per Expo 2015 organizzato nel novembre 2009 da Giacinto Musicco, amministratore delegato della Finsibi, la finanziaria immobiliare bresciana fondata e guidata da Dante Anselmi,
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uno dei pi noti ed esperti immobiliaristi italiani. Convegno molto istruttivo poich al di l della reale motivazione degli sponsor la proposta, sapientemente legittimata e tecnicamente supportata, della riconversione terziaria della ex Pietra in sede bresciana del Wtc, World Trade Center, societ della stessa Finsibi si parlato per la prima volta, in termini esaustivi ed autorevoli, della citt costellazione. Si tratta di una realt diversa dalla megalopoli che, sviluppandosi in modo policentrico e non radiale, potrebbe essere paragonata al concetto nostrano di area metropolitana. RETI ORIZZONTALI, FILIERE VERTICALI Parliamo di reti in duplice senso: locale (di territorio) e aziendale (di filiera). Ma parlare di reti locali significa evocare, per analogia, una concomitante e speculare entit, per ora esistente solo sulla carta geografica e geoeconomica ma domani su quella geopolitica e forsanche istituzionale: le aree metropolitane. Con una avvertenza: le nuove aree metropolitane, per loro natura multipolari e policentriche, non vanno confuse n identificate con le province, di cui anzi prefigurano il superamento. Parliamo di aree metropolitane come entit multiprovinciali e transregionali, come le reti locali sono transterritoriali e le filiere aziendali sono transettoriali. in questa ottica comprensoriale, non utopistica n avveniristica, che occorre inserire Brescia e il suo futuro, individuandone fin dora percorsi e progetti condivisi (tra questi la Tav, la Brebemi, Expo 2015 ma anche, contestualmente, laeroporto di Montichiari, la stessa Ubi Banca, un Consorzio per linnovazione Csmt-Kilometro Rosso e infine A2A). Aree metropolitane, ovviamente, innervate dalla rete come strumento alternativo ai distretti e metadistretti, storicamente benemeriti ma superati, e integrativo delle filiere. Con una differenza: mentre la rete una realt orizzontale in quanto territoriale, la filiera un concetto verticale in quanto funzionale. Ecco il perch della rete: per la ragione che dobbiamo creare quello che la sociologia economica chiama il capitalismo reticolare, vale a dire forme e assetti coalizionali in grado di superare ci che fino a ieri, a proposito della Pmi dei distretti, veniva chiamato capitalismo molecolare ovvero corpuscolare. Ecco la prima e principale ragione della rete. Se la filiera verticale, o meglio le alleanze verticali di filiera, serMESI 12FEBBRAIO 2010

NFRASTRUTTURE

vono alle aziende per fare squadra, la rete orizzontale serve ai sistemi locali per fare sistema. LA PADANIA VALLEY COME AREA METROPOLITANA? realistico ipotizzare una grande area metropolitana comprendente lasse che va da Milano a Verona passando per Bergamo e Brescia? Unarea interregionale che vada oltre il perimetro della Lombardia Orientale dei tempi di Bruno Boni e che sia in grado di superarne i confini collegandosi a reti territoriali (infrastrutturali, sia autostradali che ferroviarie) e funzionali (finanziarie, terziarie, informatiche, tecnologiche, aeroportuali e di servizi) tali da farne una profilo geoeconomico omogeneo? altrettanto realistico e verosimile pensare a quale ruolo potrebbe svolgere Brescia in tale asse? Un ruolo ovviamente non egemone ma nemmeno subalterno, bens da comprimario? E su quali presupposti potrebbe fondarsi tale ruolo? Vediamo di rispondere a questi interrogativi, nella consapevolezza che, trattandosi di materia in fieri, tuttora in evolversi e divenire, tutto ci che viene proposto va preso come ipotesi da sottoporre al vaglio della realt socioeconomica. TRA NORD OVEST E NORD EST Perch si pu parlare di Padania Valley? Perch non altro che la declinazione attuale, questa volta realisticamente fattibile, di unaltra ipostasi in voga alcuni anni fa ma

opportunamente smentita dalla storia, oltre che dalla cronaca. Parliamo della Euroregione, nella fattispecie Europadania, ipotesi di cui nessuno pi parla poich non ha retto alla prova della realt. Brescia questo il punto che ci differenzia dallintuizione di Boni di mezzo secolo fa oggi non pi capitale della Lombardia orientale ma periferia del Nord-Ovest e insieme anticamera del Nord-Est. Grande industria fordista del modello Nord-Ovest e piccola impresa postfordista del modello Nord-Est. Quindi unarea che, in presenza di un progetto adeguato, potrebbe diventare possibile interfaccia tra i due Nord del Paese. Pi chiaramente: Brescia periferia del Nord Ovest per storia e struttura (maturit del modello industriale fordista mirato al magazzino) e anticamera del Nord Est per vocazione e cultura (modernit del suo modello mercatista orientato allexport e al mercato). Una dualit che affonda nella storia e una dicotomia confermata dal fatto di non essere mai stata signoria, bens terra di frontiera in perenne contesa tra il Granducato di Milano (il Nord Ovest) e la Serenissima (il Nord Est). A OVEST CERNIERA, AD EST FRONTIERA, AL CENTRO FILIERA Vista la vanit e attesa linutilit di inseguire impossibili leadership territoriali, come la vecchia e superata illusione di capitale della Lombardia orientale coltivata in passato (pur storicamente feconda avendo portato

.CONFINDUSTRIA PARTE DA BRESCIA PER PROMUOVERE LE RETI DIMPRESA


LAssociazione Industriale Bresciana stata la prima tra le territoriali di Confindustria ad ospitare il seminario Facciamo rete, programma di formazione che proseguir in tutta Italia proposto a dirigenti e funzionari per favorire la diffusione delle reti dimpresa. Nel corso del seminario i cui obiettivi sono stati introdotti dal direttore di Aib Piero Costa , Fulvio DAlvia, che in Confindustria collabora con il vice presidente Aldo Bonomi per la diffusione del progetto, ha fatto un intervento sugli orientamenti e i programmi di Confindustria in relazione alle reti dimpresa e sulle opportunit del nuovo inquadramento. Cosa sono le reti dimpresa e cosa il nascente contratto di rete, la definizione del contesto normativo, gli aspetti organizzativi della rete, il ruolo del facilitatore e il profilo giuridico sono stati invece i temi che hanno portato il management di Aib nel cuore di un progetto che va letto come una condizione indispensabile per il rafforzamento della piccola e media impresa.

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Il progetto per la nuova autostrada Brebemi.

prima allEulo, Ente Universitario Lombardia Orientale, e poi allUniversit di Stato) occorre recuperare la funzione strategica di interfaccia tra i due Nord del Paese. A Ovest cerniera bancaria e tecnologica con Bergamo (Ubi Banca nonch sinergia Csmt-Kilometro Rosso, i due enti rispettivamente preposti alla ricerca e innovazione) e filiera terziaria con Milano (le utilities di A2A); a Est frontiera commerciale con Verona (Fiere e Aeroporto di Montichiari). Rilanciando e rivitalizzando le reti industriali non solo nella loro rinnovata versione economica di filiere produttive, ma pi ancora nellottica socio-economica, allargata e sistemica, delle aree metropolitane. Vale a dire i nuovi comprensori territoriali non solo strumentali o funzionali ma anche istituzionali che dovrebbero sostituire, in una credibile prospettiva di riforma costituzionale dello Stato in senso federale, le attuali istituzioni intermedie come le Province. AREE METROPOLITANE E FEDERALISMO Parlare di aree metropolitane significa infatti, nella attuale situazione politica, parlare anche di federalismo. I due momenti sono strettamente correlati, al punto che non si pu trattare del primo senza affrontare contestualmente anche il secondo. anche per tale ragione che il confronto politico sulle aree metropolitane caduto in desuetudine, assorbito e fagocitato da quello sul federalismo, in attesa che ne venga sciolto il nodo avviandone il processo concreto sul piano istituzionale. Federalismo, quello declinato nelle nuove aree metropolitane, di stampo ovviamente e marcatamente autonomista (funzionale) pi che autenticamente radicale (politico) che, senza intaccare lunit e sovranit nazionali, dovrebbe servire a dividere strumentalmente lo Stato per unire culturalmente la nazione (sia pure

in ritardo, in quanto la nazione oggi in via di superamento, assorbita nella pi ampia cornice europea e nel pi dilatato contesto europeista). Ci senza adombrare ipotesi fantapolitiche come le ricordate euroregioni, sincretismi di moda allepoca dei localismi etnici subalpini e pedemontani allo stato nascente. Recupero tardivo, la nazione, per due ragioni. Nel caso italiano il nostro Paese da sempre un popolo senza nazione e una nazione senza Stato. Nel contesto europeo e globale la nazione un monismo ideologico (etico-politico) in via di estinzione, stretto tra lincudine delle aggregazioni e integrazioni sovranazionali e il martello delle dis-aggregazioni e dis-integrazioni locali. Come dire costretto tra il rampante globalismo economico delle multinazionali e il ruspante localismo politico dei movimenti pre-nazionali e sub-nazionali. Anacronismi non tanto egoistici, giudizio moralistico da evitare, quanto arcaismi aggressivi e antistorici degni di chi non ha capito che letnia, in quanto infanzia della nazione, un ritorno al passato. E di chi non ha compreso che la nazione, in quanto federazione (unificazione) delle etnie e sublimazione (superamento) delle piccole patrie, nellet della globalizzazione dello scambio va certamente superata, ma non con il ritorno al passato pre-nazionale bens con lapprodo ad un futuro post-nazionale. Tutto ci detto senza nostalgie idealistiche crociane o gentiliane n rimpianti hegelomarxiani, ma semplicemente spinelliani (non Franco ma Altiero Spinelli, uno dei padri dellidea dEuropa) ed empiricamente monnetiani (non Monet pittore ma Jean Monnet, padre dellunit europea, figlia dellidea dEuropa e madre dellUnione). DAI DISTRETTI ALLE FILIERE DALLE SINERGIE AI SISTEMI I distretti, storicamente validi nella fase di

start up delle piccole imprese, rappresentano uno stadio illustre ma superato in quanto fondati sulle alleanze orizzontali di prodotto, mentre oggi occorre ragionare in termini di alleanze verticali di filiera (tra aziende della stessa sequenza o catena tecnologica). Il tutto, ripetiamo fino alla noia, nella prospettiva non immediata ma neppure remota di unarea metropolitana interprovinciale e infraregionale omogenea (Verona-BresciaBergamo-Milano, geograficamente e geoeconomicamente connesse anche dalla futura Bre-be-mi) che di fatto ha in A2A il proprio baricentro funzionale. Fusione che, per inciso, pu dirsi ormai compiuta e, dopo la recente rinegoziazione della governance tra Brescia e Milano, oggettivamente riuscita avendo mediato in un equilibrio bilanciato le tentazioni egemoniche della componente meneghina i cui ripensamenti e adeguamenti a posteriori sono stati dettati, per quanto riguarda Brescia, anche da opportunit politiche legate al passaggio da Corsini a Paroli (dalla maggioranza di centro sinistra a quella di centro-destra) oltre che da ragioni oggettive. ASSI PORTANTI: UBI BANCA, A2A, AEROPORTO, BREBEMI Sono le infrastrutture, sia territoriali che funzionali alcune gi esistenti, altre in corso di relizzazione a giustificare e rendere ormai matura nei fatti larea metropolitana Milano-Bergamo-Brescia-Verona. Come sono le stesse infrastrutture a costituirne la nervatura infrastrutturale. Intendiamo non solo le infrastrutture territoriali quali la prossima Tav (la cui fermata bresciana sul Corridoio 5 Lisbona-Kiev stata spostata da Montichiari a Desenzano). Non solo limportantissima infrastruttura funzionale dellaereporto di Montichiari la cui fattibilit oggi messa in crisi dalla secessione, si auspica provvisoria e reversibile,
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della componente bresciana dalla societ veronese che controlla il Catullo. Ma anche e sopratutto A2A. Una grande utility del Nord in grado di competere non tanto e non solo sul mercato dei servizi locali quanto su quello delle fonti di energia, che per loro natura richiedono dimensioni continentali e strategie internazionali adeguate alla nuova globalit. Come resta attuale, detto per inciso, laltra operazione di aggregazione interprovinciale, questa volta non nellindustria o nei servizi ma nella finanza: la fusione tra Banca Lombarda e Bpu (Banca Popolare di Bergamo) che ha dato vita a Ubi Banca, quarto polo bancario nazionale vocato (ma non sempre votato, nonostante le rassicurazioni dei suoi maggiorenti) al territorio come retroterra economicosociale e retrovia funzionale. Il problema, visto a posteriori con la comodit del senno di poi, riguarda semmai il modo, cio la troppa fretta, con cui si proceduto alle due operazioni. La prima, A2A, sollecitata dalla politica, la seconda, Ubi Banca, indotta dalle paventate scalate ostili alla preesistente Banca Lombarda da parte di istituti di credito esteri (spagnoli nella fattispecie). Si tratta della discrasia tra i tempi della politica in questo caso sorprendentemente e velleitariamente rapidi, a differenza della lentezza che solitamente li caratterizza e quelli delleconomia, che richiedono invece la maturazione di condizioni pi consone e la preparazione di contesti pi maturi. BRESCIA GIGANTE ECONOMICO, NANO POLITICO? Ma qual il ruolo che Brescia pu ritagliarsi nel contesto allargato dellarea metropolitana, nella fattispecie lasse Milano-BergamoBrescia-Verona? I lamenti del senno di poi su A2A e Ubi Banca, in particolare quelli manifestati in tempi recenti da personalit come Marco Vitale circa una pretesa perdita di brescianit e una presunta penalizzazione della componente bresciana, non convincono. Per due ragioni. La prima riguarda il paradosso che ha sempre distinto Brescia quale gigante economico e nano politico, cio il fatto che la terza provincia industriale dItalia non ha mai avuto, a livello nazionale, una valenza politica pari allimportanza del suo peso economico (di chi sia la responsabilit di tale situazione, se di una classe politica che non stata allaltezza di quelLingresso dellaeroporto Brescia Montichiari.

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la economica, o di una classe economica che non si mai preoccupata di un altro discorso che non possiamo affrontare in questa sede). La seconda che i processi di aggregazione e concentrazione necessitati dalla inesorabile dilatazione dei mercati e imposti dalla progressiva globalizzazione dello scambio, non vanno elusi in nome di un presunto primato etnocentrico tanto miope quanto anacronistico, ma affrontati e pilotati negoziandone al meglio le condizioni e mediandone i diversi aspetti e differenti interessi. BRESCIA COMPRIMARIA, NON SUBALTERNA N PERIFERICA In entrambi i casi, le geremiadi sulla perdita di brescianit, secondo quanto lamentato a suo tempo da Vitale, studioso e osservatore (conservatore?) di cose bresciane, appaiono frutto di una desueta antropologia da piccole borghesie e di una obsoleta ideologia da piccole patrie, entrambe destituite dalla inesorabile progressiva dilatazione del mercato. Che significa infatti parlare di brescianit nelle attuali dimensioni dello scambio se non riproporre, sia pure in forme meno becere bens moderne e raffinate, lennesimo rimpianto per lautarchia del campanile o lennesima nostalgia per lautonomia della contrada nella fattispecie il perimetro delle mura venete care alla nostra infanzia politica e culturale? Quel municipalismo angu-

sto e chiuso dentro i profili pedemontani di cui si gi detto, quel particolarismo subalpino agorafobico smentito dalla storia, quel campanilismo subalterno e perdente poich stretto tra lincudine delle integrazioni sovranazionali e il martello delle disgregazioni sub-nazionali? Quel localismo miope che auspica lavvento del federalismo come processo inverso a quello storicamente percorso da tutti i federalismi, nati per unire le pluralit e coniugare le diversit (federare, appunto) invece che dividere le unit? Ben venga il federalismo, se serve a dividere tecnicamente lo Stato per unire idealmente la nazione, ma essendo lItalia un popolo senza nazione e una nazione senza Stato ossia un Paese la cui religione civile, intesa come etica sociale, non mai diventata un valore condiviso n un collettivo senso comune il federalismo malinteso pi che una opportunit potrebbe rivelarsi un rischio esiziale. Meglio allora un federalismo moderato, mediato dalle aree metropolitane e cablato dalle reti. Cominciando dallasse Nord Ovest-Nord Est, quello che collega Verona a Milano, di cui Brescia in quanto cerniera potrebbe ritagliarsi una funzione strategica e un riconoscimento allaltezza della sua oggettiva importanza economica. Una ruolo paritetico da comprimario. Non periferico rispetto a Milano, non secondario rispetto a Bergamo, non subalterno rispetto a Verona.
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Il punto di vista dellAssessore ai Lavori Pubblici e al Centro Storico Mario Labolani.

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LA BRESCIA CHE VERR


SI STA COSTRUENDO OGGI
di SERGIO MASINI

arola alla politica: cosa si fatto e cosa pu ancora fare per leconomia bresciana? Innanzitutto valorizzarne le eccellenze, promuoverne e farne conoscere le potenzialit, fornire strumenti e mezzi funzionali a farla crescere, perch possa finalmente dimostrare la leadership e le possibilit di cui la sappiamo capace. Cominciamo col dire che la nostra Citt e Provincia hanno dimostrato, anche e soprattutto nella crisi, quello che gi da tempo gli era riconosciuto proprio: i bresciani sono grandi lavoratori, ottimi risparmiatori, ma, soprattutto, gente che non si arrende alle prime difficolt, un popolo abituato a rimboccarsi le maniche e ad affrontare i problemi con profonda determinazione. Consci e fieri di questo, senza dunque mai dimenticare il passato che ci ha resi tali, bene senzaltro non scordare che primeggiamo nellambito industriale, agroalimentare e turistico, vantiamo marchi conosciuti e invidiati nel mondo: dalla Mille Miglia a Beretta, dal Franciacorta a Flos, solo per citarne alcuni. Siamo, per variet e caratteristiche, una realt unica. Accanto a questo, Brebemi, A2A, la stessa metropolitana (che sar pronta nel 2013) sono strumenti che ci proiettano in unottica sovra-provinciale, importantissimi mezzi di valorizzazione e di crescita quali solo le infrastrutture possono essere per favorire leconomia. A questo si aggiungano tutti gli immobili sfitti, i palazzi giudiziari, sanitari, isti-

tuzionali, le cui ridestinazioni e riqualificazioni modificheranno radicalmente il volto di Brescia. Ci sono stati anni in cui la citt stata abbandonata in favore dellhinterland da chi cercava maggiori spazi verdi, parcheggi o servizi a misura duomo. Nostro obiettivo fare che tali vantaggi tornino ad offrirsi anche qui, riportando i residenti a superare la quota dei 200.000, fieri e felici di abitare una Brescia riveduta e migliorata per loro: un progetto che da tempo stiamo portando avanti e che prevediamo offra risultati definitivi in non oltre i due mandati. Dunque far crescere Brescia nellottica di un futuro da protagonista? Senzaltro! Se Verona lo specchio del ricco Nord-est e Milano lespressione del capoluogo istituzionale e di rappresentanza, Brescia ha tutti i numeri per fare la differenza sullasse lombardoveneto, assumendo un ruolo di sempre maggiore rilievo. Brescia sta cambiando. Non pi una realt provinciale ma sta muovendo i primi, giusti passi verso la maturit duna citt metropolitana. Pur con le proprie autonomie, auspico accordi di servizio tra il nostro e i Comuni limitrofi perch dispongano tutti di servizi comuni: significherebbe ridurre i costi, ottimizzare i tempi, creare coesione e, non meno importante, offrire una migliore qualit della vita. Cos facendo otterremmo di sfruttare al meglio quanto abbiamo e far valere le nostre scelte. Sarebbe pi fattibile il potenziamento di reti e filiere, avrebbe allora davvero senso parlare duna metropolitana che abbracci la Valtrompia, il Garda o laeroporto di Montichiari.

LAssessore Mario Labolani

Essere unarea metropolitana ci consentirebbe di non ragionare pi a compartimenti stagni, ma permetterci di prendere in esame progetti e prospettive pi ampie ed efficaci. Oggi possiamo vantare unimportante presenza politica bresciana a livello nazionale: dal ministro Gelmini ai sottogretari Molgora e Saglia, onorevoli come Paroli, Beccalossi, Conti, Moroni, Romele, Caparini e gli altrettanto capaci rappresentanti dellopposizione, nostri concittadini che concorrono a sdoganare Brescia e ne appoggiano la crescita verso un futuro da vera protagonista tanto in Lombardia quanto nel panorama nazionale, un obbiettivo, dunque, che ora come non mai alla nostra portata.
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Limponente struttura del Crystal Palace.

TRADE E QUARTIERI

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TO BRESCIA 2
di ESTERINO BENATTI

WELCOME
frenetico andirivieni giornaliero fatto di uomini in giacca e cravatta e donne dai tacchi tanto eleganti quanto rumorosi. Lorizzonte dacciaio e vetro addolcito dalla presenza del parco Tarello, un polmone verde di dieci ettari che d ossigeno ad una zona su cui si staglia minacciosa la sagoma del termovalorizzatore. Niente a che vedere con i 341 ettari di Central Park, ma ci si pu accontentare. Imboccando le vie dedicate alle isole greche, la zona si fa pi residenziale, con il parco Gallo e loratorio di San Giacinto che costituiscono i principali luoghi di ritrovo allaria aperta. Brescia 2, infatti, non solo grattacieli e uffici, c anche una popolazione che vive cercando, a fatica, quella tranquillit che, forse, pu trovare solamente nel proprio appartamento. Attraversando i portici tra via Cipro
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rovare un parallelismo tra Brescia e New York impresa ardua. Pi che una Grande Mela la nostra Leonessa una piccola ma gustosa castagna tipicamente italiana. Ma lasciandosi alle spalle il centro storico e dirigendosi verso sud possibile fare un tuffo nel futuro superando, guarda caso, il cavalcavia Kennedy La visuale si apre in men che non si dica sul nostro Financial District, o pi semplicemente Brescia 2. Sulla skyline di casa nostra si scorge il Crystal Palace, capitano di uno squadrone di edifici imponenti proiettati gi a partire dallinizio degli anni 90 in una dimensione futuristica. Al loro interno, come in un alveare luminoso, si snodano gli uffici di banche, assicurazioni, commercialisti e avvocati, che mettono in moto quel

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TRADE E QUARTIERI

e via Rodi scattano nuovi flash di matrice newyorkese. Capitano incrociando un paio di ragazzi che sfidano scalini e corrimano a bordo dei loro skateboard, oppure focalizzando lo sguardo su quel mare di scritte che riempie muri e colonne raccontando le emozioni di amori adolescenziali o la totale assenza di senso di gesti gratuiti e insignificanti. Poi c via Rodi, con listituto professionale Camillo Golgi e la sua piramide di vetro stile Louvre, sotto la quale, di giorno, tanti under 20 vivono i migliori anni della loro vita. Qualche under 30, invece, ne ha fatto il punto di ritrovo per le uscite serali con i vecchi compagni di scuola, quelli che, anche quando il diploma gi appeso al muro, restano vicini di banco per la vita. Pi in l c il tempio della pallanuoto, il Palasystema, teatro di successi nazionali ed internazionali che avrebbero meritato maggior risalto. Il viaggio in questo angolo della Brescia dAmerica prosegue con un salto in via Corf, dove dopo il tramonto buio e degrado si fanno pi minacciosi, come

nel Bronx. Mi sposto in via Repubblica Argentina, dove ripenso ai volti che ho incontrato nel mio incedere a testa alta. E dopo due battute con la badante ucraina, lindicazione al fattorino ghanese e il caff dalla barista cinese fisso linsegna di quel ristorante sudamericano Il futuro di Brescia lAmerica, ma i palazzi centrano poco.

CI RACCONTANO BRESCIA 2 LORENZO PAGANI (GRAN CAF) Ci descriva Brescia 2. Questa una zona mista. Quando si pensa a Brescia 2 la si collega sempre agli uffici e alle banche, ma non bisogna dimenticare limportante bacino di residenti. Quali sono i ritmi del suo bar? Lavoro tutta settimana e la domenica mattina uno dei momenti pi intensi. La gente va a messa, a fare una passeggiata, a prendere il giornale e fa tappa qui al mio bar. In quei momenti vedo facce che solitamente non vedo mai. Durante la settimana, invece, che clientela c? Una clientela volatile. C la parte fissa, cio gli impiegati degli uffici, pi la parte variabile che deriva da tutti coloro che vengono in zona per usufruire di determinati servizi.

Aprire un bar in citt stata una scelta azzeccata? Ho avuto un bar a Ghedi per ventanni, lavoravamo dalla mattina alla notte seguendo i ritmi del paese finch abbiamo deciso di cambiare vita per i nostri figli. Qui a Brescia lavoro tanto, ma riesco anche ad avere una vita mia. Fate anche pause pranzo? S, ho attivato alcune convenzioni con gli uffici. Qui si mangiano panini, bruschette e i prodotti che la gastronomia mi fornisce due volte la settimana,

visto che non ho la licenza per cucinare. Il nostro fiore allocchiello? Sono le brioches, le fa il pasticcere che ha realizzato la torta per Benedetto XVI in occasione della sua visita a Brescia. Sono deliziose. SIMONA LANZA (MONDO TONDO, ABBIGLIAMENTO BAMBINI) Da quanto tempo ha lattivit qui? Da quasi quindici anni. Qui si vive e si lavora bene. La crisi nel 2009 si sentita ma stato il primo ed unico anno difficile. Chi abita qui? La zona pi vicina a Lamarmora composta maggiormente da anziani, mentre a Brescia 2 il target pi giovane. La sua clientela della zona o di passaggio? Inizialmente i miei clienti erano locali, ma col passare degli anni siamo riusciti ad attirare anche parecchie persone da fuori. Se tornasse indietro riuscirebbe a resistere al richiamo del centro com-

Lorenzo Pagani titolare del Gran Caf.

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A sinistra alcuni scorci del quartiere, in alto la chiesa e a destra il matitone.

merciale? Mi rendo conto che di questi tempi le alternative sono davvero poche, io mantengo questa linea, sarebbe un ripiego forzato perch odio i centri commerciali. E il tempo mi ha dato ragione. ROBERTO BONOMETTI (IL ROSTICCIERE) Che zona Brescia 2? una zona mista: ci sono anziani, famiglie nuove e giovani. C di tutto. A che punto sono immigrazione e integrazione?

La presenza di stranieri massiccia, ma non ci sono grossi problemi nel processo di integrazione. Alcuni di loro hanno anche attivit commerciali, qui accanto ci sono un sudamericano e un cinese, ma sono persone serie e lavoratrici. Niente da dire. Quali sono le vostre risposte alla crisi? La qualit ci tiene a galla: prosciutto crudo, formaggi e lasagne sono il nostro eccellente biglietto da visita, ma lanno appena trascorso stato duro e il boom dei centri commerciali non ci aiuta di certo. PAOLO TRAMONTI (EDICOLA) Dia un aggettivo a Brescia 2. Variegata. Qui in via Corf ci sono soprattutto uffici, mentre via Cefalonia zona economico-finanziaria. Brescia 2, per, anche zona residenziale. Cosa vede dalla sua edicola? Durante il giorno brulica da queste parti un sacco di gente che lavora in zona. Ci sono anche tanti stranieri di passaggio che gironzolano tra la stazione, i parchi pubblici e i parcheggi, dove possono racimolare qualche euro. Non hanno mai creato problemi. Scelta azzeccata quella di piazzare unedicola qui? Questa edicola di mia moglie da ventanni, ma anche prima del nostro arrivo si trovava qui. Gli affari? Ci sono parecchie edicole nel raggio di poche centinaia di metri e la licenza data ai supermercati di vendere i giornali ci ha tagliato le gambe, ma teniamo duro.

Quali sono i prodotti pi venduti? Al mattino vanno soprattutto i quotidiani, poi vendiamo riviste di settore, in primis Quattroruote. E le figurine dei calciatori non tramontano mai. ELISABETTA ZANELLI (LANGOLO DELLE OCCASIONI) Brescia 2 si rivolge spesso allAngolo della occasioni in tempo di crisi? Direi a giorni alterni. Chi frequenta il vostro negozio? La nostra clientela pi o meno della zona. Qui bazzicano per la maggior parte anziani e famiglie, soprattutto le donne di casa visto che i prodotti che vendiamo interessano soprattutto loro. Come definiresti Brescia 2? Una zona viva e dinamica. Scelta azzeccata aprire unattivit qui? Direi di s, perch il passaggio buono. Forse bisognerebbe inventarsi qualcosa di nuovo per attirare pi gente e rendere pi visibile il negozio.
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Nella foto, Roberto Bonometti. In alto Simona Lanza e a destra ledicolante Paolo Tramonti.

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IN EVIDENZA

Uno scorcio del centro di Verolanuova.

LACQUEDOTTO ChE UNISCE I COMUNI


ENTRO LANNO PREVISTO IL COMPLETAMENTO DELLACQUEDOTTO INTERCOMUNALE DELLA BASSA BRESCIANA.

ar il primo vero esempio di sistema intercomunale di distribuzione dellacqua potabile in provincia di Brescia, la prima rete in grado di gestire in modo unitario lapprovvigionamento idrico dei Comuni ottimizzando luso della risorsa e garantendo migliori condizioni dal punto di vista qualitativo. Stiamo parlando dellacquedotto consortile della Bassa Bresciana, unopera che legher ad un unico filo i Comuni di Manerbio, Bassano Bresciano, S. Gervasio, Verolanuova, Verolavecchia e Pontevico e che permetter ad oltre 42.000 abitanti di ricevere al loro rubinetto di casa la medesima acqua.
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Dopo aver realizzato negli ultimi anni il primo lotto dei lavori con la posa di una condotta di adduzione dellacqua lunga 25 km e lescavazione dei pozzi a nord di Manerbio, sono pronti a partire i lavori del secondo lotto, per un importo di circa 6 milioni di euro, che completeranno il sistema con lesecuzione degli ultimi tratti di condotta e la messa in opera della centrale di potabilizzazione dellacqua. Tutto ci grazie al recente Accordo di Programma siglato con lAato (lAutorit dAmbito cui compete la pianificazione e la programmazione degli interventi nel settore idrico) da A2A, gestore del servizio idrico nellarea, unitamente al Consorzio Bassa Bresciana Centrale (Cbbc) e alla societ Coges che hanno seguito i lavori fino ad oggi realizzati. Si arrivati finalmente a creare le condizioni per portare a conclusione un progetto che permetter presto di risolvere le criticit degli acquedotti comunali di questa zona della provincia, assicurando lerogazione di acqua di migliore qualit e ottimizzando la gestione, commenta con soddisfazione il presidente del Consiglio di Amministrazione dellAato, Stefano Dotti, che peraltro proviene proprio dalla Bassa e che per anni ha ricoperto la carica di Sindaco di Verolanuova e di presidente del Consorzio Cbbc. La realizzazione di un sistema unico di distribuzione dellacqua, infatti,

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Il Presidente dellAATO Stefano Dotti.

consentir il superamento definitivo delle problematiche qualitative riscontrate in corrispondenza dei pozzi comunali per la presenza di arsenico e ammoniaca di origine naturale nelle falde profonde captate, che richiedono oggi un trattamento spinto dellacqua con una forte incidenza anche sui costi di gestione. La centralizzazione della potabilizzazione e linterconnessione delle reti garantir, dunque, i Comuni sia in termini qualitativi che economici, ma dar anche maggiore sicurezza nella continuit della distribuzione potendo meglio compensare la variabilit della richiesta di acqua nei singoli Comuni. importante anche sottolineare continua il presidente Dotti che questi investimenti oggi sono possibili perch inquadrati in un sistema che va oltre i confini comunali permettendo di reperire con minori difficolt le risorse economiche necessarie. LAato, infatti, si fatto carico di completare la copertura finanziaria dellintervento mettendo a disposizione quasi 1,5 milioni di euro ed assumendo, a partire da questanno, gli obblighi di restituzione del prestito che la Provincia aveva accordato a Coges per un ammontare di circa 300.000 euro lanno. Questo accordo figlio della decisione dei Comuni della Bassa di prendere parte alla gestione del servizio idrico integrato dellAato e conseguentemente di entrare a pieno titolo nella programmazione annuale degli investimenti dellAutorit dAmbito. Con lentrata in funzione dellacquedotto consortile si realizza il primo vero esempio di infrastruttura a servizio di pi Comuni in campo acquedottistico. Fino ad oggi dichiara Dotti stata posta grande attenzione da parte dellAato al settore fognariodepurativo, che indubbiamente presenta a livello provinciale le

maggiori criticit, avviando i lavori necessari alla realizzazione o al completamento di sistemi di collettamento delle acque reflue ad impianti centralizzati di depurazione. Nei prossimi anni assisteremo alla progressiva eliminazione di piccoli impianti comunali obsoleti e inadeguati e allestensione della depurazione ai territori oggi sprovvisti di trattamento delle acque. Ma anche nellapprovvigionamento idrico, dove possibile, importante seguire le stesse logiche di centralizzazione e di aggregazione e da questo punto di vista non posso che compiacermi del fatto che proprio nella Bassa si assista al primo esempio in questo senso. Di recente ho proposto che anche nella Valtenesi venga verificata una soluzione di approvvigionamento intercomunale. Anche il settore acquedottistico richiede in definitiva interventi infrastrutturali da parte dellAato, soprattutto per rispondere ai fenomeni di emergenza idrica che si stanno riproponendo con sempre maggiore frequenza in particolare nei periodi estivi. Secondo il presidente Dotti il tema va affrontato in maniera sistematica e programmatica verificando le richieste in rapporto alla disponibilit di acqua e intervenendo in modo pi radicale per ridurre le perdite di acqua lungo le reti di distribuzione che in molti casi hanno unet superiore ai 3040 anni. Ma vanno portate avanti parallelamente dallAato le iniziative e le azioni che permettano da un lato di sensibilizzare sempre pi i cittadini ad un uso consapevole e razionale della risorsa idrica e dallaltro di assicurare gli stessi nei confronti della qualit del servizio di distribuzione dellacqua potabile. Tra quelle gi promosse dallAato sottolinea il presidente Dotti va senza dubbio evidenziata la realizzazione dei Punti Acqua, che mi auguro nel 2010 raggiunga la copertura territoriale che abbiamo previsto. Nel frattempo registriamo il grande consenso e lalto gradimento manifestato l dove sono stati avviate queste fontane erogatrici di acqua dellacquedotto comunale. Bastano pochi numeri per sintetizzarne il successo: 26.000 litri di acqua in media erogata giornalmente, pi di 2.500.000 litri complessivi in poco pi di quattro mesi. I campioni? Padenghe, Pralboino e Gardone Valtrompia, dove in media sono state riempite ogni giorno rispettivamente 1.590, 1.333 e 1.147 bottiglie da 1,5 litri. Se nello stesso giorno fossero state comprate al supermercato sarebbero costate oltre 1.000 euro.
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IAGGIO IN PROVINCIA

La piazza di Manerbio.

ALLA NEW ECONOMY


Economia e sviluppo della Bassa bresciana.
appare piuttosto variegato in quanto quasi in ogni paese c un ramo produttivo che si diversifica cos nettamente dallaltro da non consentire neppure uno scambio di sinergie. Insomma, non un mistero se diciamo che in alcuni comuni prevale oggi il terziario (Manerbio), in altri lagricoltura (Leno) e in altri ancora assume grande rilievo la meccanica (Verolanuova). Leconomia di Manerbio negli ultimi ventanni spiega Cavallini si letteralmente trasformata da economia produttiva di tipo manifatturiero ad economia principalmente di carattere terziario con delle nicchie di sviluppo a carattere artigianale. Un territorio in trasformazione nel quale, secondo lassessore Lorenzo Capelli (giunta Bozzoni di Pontevico, PdL-Lega) lomogeneit si deve alla sua vocazione agricola anche se negli ultimi due o tre decenni si sono insediate realt produttive di un certo livello legate ai settori peculiari di altre zone (citt e valli) per necessit di delocalizzazione e sviluppo legate anche alla migliore logistica del territorio (buone infrastrutture e disponibilit di aree ndr.). Nella fattispecie, a Pontevico si sono affermate negli anni diverse attivit artigianali e industriali nei settori delle confezioni, abbigliamento, edilizia, meccanica e trasformazione dei metalli, come Calibam, Citman, Roda, Eural Gnutti, Modine, Nuova Scalvenzi, solo per citare le pi significative dal punto di vista occupazionale. Non trascurabili sono anche il commercio e il settore socio-assistenziale, soprattutto per il numero di persone impiegate. Lagricoltura invece basata essenzialmente sulla zootecnia per la produzione di latte (bovini) e da carne (suini ed avicoli), mentre risulta quasi assente la semplice monocoltura intensiva dei terreni non interconnessa con lallevamento di bestiame. Da Leno, lassessore Cristina Tedaldi (lista civica Bisinella, area Pd) parla di un paese nel quale leconomia nasce e si

DALLE STALLE

di PAOLOEMILIO BONZIO

na distesa di terra fertile e ubertosa, una grande pianura da sempre votata allagricoltura e allallevamento. A sud di Brescia la vista si apre al tavoliere della bassa, un letto di terra i cui orizzonti si prolungano nel cremonese e nel mantovano come un placido campo che sconfina, pressoch simile, nellEmilia e prosegue fino ai primi contrafforti degli Appennini. Terra agricola per tradizione, la bassa oggi in realt un laborioso coacervo di attivit economiche con una grande variet di imprese artigiane e commerciali, senza dimenticare qualche piccola e media industria. Difficile dire se oggi la pianura bresciana sia ancora un territorio economicamente omogeneo: per lassessore Cristina Cavallini (giunta Meletti di Manerbio, PdL-Lega) il tessuto produttivo dellarea
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sviluppa nel tempo principalmente sullagricoltura: Ancora oggi le aziende agricole e gli allevamenti presenti sul territorio sono oltre 180 ma non mancano le piccole aziende artigiane e commerciali, che insieme superano le 500 unit, oltre a un paio di medie industrie. Interessata da una forte sviluppo edilizio, la pianura bresciana negli ultimi anni ha visto sorgere grosse strutture commerciali e capannoni che hanno trasformato il paesaggio con consistenti cementificazioni. Un rischio di cui gli amministratori locali sono consapevoli e che richiama per Tedaldi la necessit di una programmazione dello sviluppo attenta al territorio e allambiente, mentre per lassessore Cavallini linterventismo delluomo in merito alledificazione pu costituire un volano che permette la messa in marcia di operativit sopite da tempo in altri settori. Pi realisticamente, il modello di sviluppo in essere per Lorenzo Capelli quello pi consono alleconomia della zona, con la precisazione per che prima di occupare nuove aree sarebbe meglio incentivare il recupero del patrimonio edilizio gi esistente. Ed proprio sulla questione ambiente che lalleanza PdL-Lega in consiglio provinciale ha iniziato a scricchiolare, con il Carroccio che ha alzato le barricate contro la realizzazione del polo logistico di Azzano Mella, un enorme centro di stoccaggio di prodotti alimentari che sorgerebbe lungo la S.p. IX Quinzanese. Il progetto, se realizzato, porterebbe alla cementificazione di 566mila mq di terreno agricolo, circa 3 volte la superficie occupata dagli Spedali Civili di Brescia, quasi 80 campi da calcio regolamentari, con un impatto ambientale molto serio per un paese di soli 2.700 abitanti. Nonostante lavanzamento delliter procedurale, non si potr, comunque, non tenere conto in questa vicenda della sostanziale contrariet di molti cittadini e dei sindaci dei paesi limitrofi (Capriano, Dello, Mairano, Castelmella, Lograto). Il mondo agricolo della bassa attraversa intanto una grave crisi dovuta alla riduzione dei prezzi alla produzione e allau-

mento dei costi di gestione di impresa. Ma il problema numero uno delle stalle bresciane rimane ancora quello di sostenere un prezzo adeguato del latte, con il rischio di disperdere un patrimonio genetico bovino di alta qualit selezionato negli anni. Tutto ci avviene mentre la direttiva europea sui nitrati per labbattimento dellazoto, se applicata integralmente, vedrebbe la totalit delle nostre aziende fuori norma con una riduzione

del numero dei capi allevati e conseguente chiusura delle aziende stesse come spiega lassessore lenese Tedaldi. A tal proposito, lalta professionalit dei nostri imprenditori agricoli sugli aspetti energetico-ecologici , comunque, di buon auspicio per il futuro: Essi hanno perfettamente assimilato il concetto che gli scarti e le attenzioni sono materie prime seconde, che se trattate diversamente dal passato generano utili necessari alleconomia dellazienda, spiega lassessore con delega allAgricoltura Cavallini (Manerbio). Da Leno intanto, nel cuore della bassa agricola, partito lo studio di un progetto pilota sulla produzione di energia e biomasse dalla trasformazione dei liquami grazie al coinvolgimento di realt bancarie e industriali locali. Ma, per lo sviluppo economico della pianura bresciana urgono soluzioni anche al problema della viabilit, in quanto le principali vie di comunicazione con la citt sono sempre pi congestionate. Fra i tanti progetti che sono emersi negli ultimi anni, c quello dello sviluppo della ferrovia Brescia-Cremona, che, con degli scali intermedi di tipo commerciale, potrebbe sgravare, almeno in parte, lincessante brulicare di automezzi su arterie stradali come la Quinzanese o la statale 235 Orzinuovi-Brescia.
In alto uno scorcio di Manerbio, in basso una veduta del centro di Bagnolo Mella.

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CESARE GIOVANNI MELETTI SINDACO DI MANERBIO Quali sono le eccellenze del Comune da Lei amministrato? La Citt di Manerbio stata a lungo il polo centrale e il riferimento della Bassa Bresciana. Il Comune ha notevoli pregi artistici, ma le cose che lo rendono davvero unico sono le tradizioni, le cui manifestazioni pi importanti risiedono nella Seconda di Ottobre, il passaggio della Mille Miglia e il Torneo Internazionale di Tennis. Negli ultimi 15 anni il suo ruolo dal punto di vista economico ha subto un ribasso (circa dieci anni fa ha chiuso il Lanificio Marzotto che ai tempi della Prima Guerra Mondiale impiegava migliaia di dipendenti) e lobiettivo della mia amministrazione ora proprio quello di restituire a Manerbio la perduta centralit. Possiamo vantare una serie di attivit produttive leader di settore quali quella agro-alimentare, delle lastre fotografiche e della lavorazione dellalluminio. Manerbio , inoltre, anche un importante polo commerciale ed molto sviluppato nel Terziario, con realt di primo livello quali lOspedale o i Centri privati della Salute. La crisi, certo, non ci ha risparmiati, ma grazie alla coesione del tessuto sociale la stiamo affrontando efficacemente. Che novit, nel breve periodo, potrebbero aiutare la ripresa? Tra i principali problemi che potrebbero trasformarsi in opportunit, c lintervento sullarea ex Marzotto: 90.000 mq allinterno della nostra Citt, la cui riqualificazione aprirebbe nuove possibilit di sviluppo. Il progetto stato sinora inficiato da problemi amministrativi legati alla vecchia Amministrazione, ma grazie al Tar avr a breve risoluzione e potrebbe essere proprio un importante punto da cui partire. Quali disagi sono principalmente segnalati dai cittadini di Manerbio? Problemi di viabilit, sicurezza, traffico, rumore, e la necessit dapportare alcuni miglioramenti nei servizi pubblici. GIUSEPPE PANZINI SINDACO DI BAGNOLO MELLA Come definirebbe Bagnolo? Un comune di dodicimila abitanti la cui vicinanza alla citt non ha influito sulla vita del paese. Bagnolo ha sempre mantenuto, per scelta, la propria vocazione agricola dotandosi nel tempo di un fiorente artigianato ma quasi esclusivamente di servizio, senza dunque grandi insediamenti sia industriali che commerciali. Quali sono i principali obbiettivi che si preposto come primo cittadino? Il programma steso per il primo mandato e riconfermato poi, con i dovuti aggiornamenti, nel secondo, si basato quasi esclusivamente sui servizi: servizi alla persona (socialescuola-cultura-sport) e strutture di servizio: per rendere la vita dei bagnolesi la migliore possibile. Bagnolo stato colpito dalla crisi? La crisi ha colpito in modo pesante anche il nostro comune, ma senza quelle gravi conseguenze che avrebbe avuto in termini occupazionali se avesse avuto grossi insediamenti. Il disagio economico si riflesso sullimpossibilit dintervenire a dovere sul tema della viabilit e duna maggior presenza nei servizi sociali (oggi pi che mai a carico dei comuni). Nonostante tutto Bagnolo figura nella classifica nazionale dei comuni di pari dimensioni tra i primi per qualit della vita e, di questo, non posso che dirmi assolutamente felice. ROBERTO BOZZONI SINDACO DI PONTEVICO Com nata la volont di candidarsi come primo cittadino? Ho studiato a Padova, ho lavorato tra Milano e Brescia, ho passato molto tempo in Spagna, ma sono nato e cresciuto a Pontevico, realt che amo e della quale ho notato le troppe potenzialit

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PAROLA DI SINDACO
di SERGIO MASINI

inespresse: da qui lintenzione di riscoprire il valore del suo territorio e il desiderio di farmene promotore in prima persona. Cosa maggiormente necessitava di cambiamento? Senza ombra di dubbio le infrastrutture: fondamentali per rinnovare i livelli occupazionali. Con la Provincia (con la quale in essere unottima collaborazione), stiamo lavorando perch veda la luce la nuova tangenziale; ci stiamo inoltre adoperando per la ristrutturazione delle scuole (in condizioni davvero allarmanti) e per dare unadeguata e rinnovata attenzione allagricoltura. Economicamente, qual il fiore allocchiello di Pontevico e su cosa punta per il futuro? Il settore trainante oggi quello dei servizi alla persona, dalla cooperativa Il Gabbiano, allIstituto Cremonesini, alla casa di riposo Giroldi-Forcella, vere eccellenze da salvaguardare. E positiva la ricettivit commerciale (sono pi i cremonesi che vengono a Pontevico che non il contrario) ed molto buona anche la frequentazione serale nei nostri locali. ll tessile ha subto com noto la crisi, e cos il siderurgico, gli allevamenti di bovini e suini, lagricoltura. Sta cominciando una timida ripresa del mercato immobiliare, ma ancora presto. Abbiamo tuttavia la fortuna dessere ben serviti da ferrovia ed autostrada: unarea di circa 30.000 metri a ridosso di questa potrebbe essere la spinta necessaria per un insediamento produttivo utile a massimizzare il livello dimpiego. Il Comune come risponde nel frattempo al problema delloccupazione? Abbiamo istituito un apposito sportello che aiuta nella valutazione delle capacit del singolo lavoratore disoccupato, e nellassistenza alla sua potenziale ricollocazione in altro ambito. A Pontevico vi sentite pi cremonesi o bresciani? Assolutamente bresciani, perfino calcisticamente la rivalit non mai stata con lAtalanta o simili, ma con le piccole squadre oltre confine.

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La crisi ti minaccia?

Noi vediamo in ogni cosa unopportunit.

una divisione di

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IL PARERE DEI COMMERCIANTI


di ALESSANDRA TONIZZO

pi forte lindizio di uneconomia prospera. Le sue prospettive per il futuro? F. C.: Non si pu smettere di sperare, nonostante tutto!. V. C.: Parlare di futuro in unattivit come la mia ridicolo: si vive giorno per giorno. F. R.: Le prospettive sono difficili, la stagione non delle migliori e per le famiglie sar dura ancora per molto. A. P.: Pi che altro, anche se brutto dirlo, qui si tira avanti.

Vincenzo Castelli.

BAGNOLO MELLA
FEDERICO COFFINARDI PANETTERIA Via Nazario Sauro 1 - Bagnolo Mella VINCENZO CASTELLI TABACCHERIA CASTELVECCHIO Via Solferino, 39 - Bagnolo Mella FRANCESCO RONCALI PASTICCERIA CAVOUR Via Cavour, 10 - Bagnolo Mella ADELINA PADOVANI GIORNALAIO LA STELLA Via Antonio Gramsci 110 - Bagnolo Mella EMANUELA BARONChELLI PARRUCCHIERA Via Antonio Gramsci 125 - Bagnolo Mella ORNELLA RIVIERA FIORI, FIORI PIANTE SEMENTI Via 25 Aprile 73 - Bagnolo Mella Come pensa stia andando il commercio a Bagnolo Mella? Federico Coffinardi: La crisi si sente, eccome: c stato un grosso calo nelle

vendite, sia nel mio negozio che in paese in generale. Vincenzo Castelli: Abbastanza bene, forse perch come tabaccheria non abbiamo avvertito pi di tanto i problemi delleconomia. Francesco Roncali: Il commercio prosegue tranquillamente, nella normalit, senza picchi. Adelina Padovani: C molta crisi, si vende davvero poco. Emanuela Baronchelli: Non sono una commerciante, ma nel mio piccolo posso dire che il mio flusso di tutto rispetto. Ornella: Credo che il paese sia abbastanza vivo economicamente, anche se, a mio parere, questo aspetto molto legato alle banche: pi ce ne sono, in un paese,

Francesco Roncali.

E. B.: Sono molto fatalista, ironicamente. Chiss se domattina saremo ancora qui: allora perch preoccuparci?. O.: il settore finanziario che, secondo me, ha in mano in toto le redini del futuro: staremo a vedere. Come le piacerebbe venisse descritto Bagnolo Mella, con un aggettivo? F. C.: Come un paese tranquillo, in cui si vive bene. V. C.: A Bagnolo Mella non tutto rose e fiori, la qualit della vita non certo delle migliori. F. R.: Direi che qui, pi che altro, servirebbe un censimento pi chiaro sulla

Emanuela Baronchelli.

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regolarit di molti stranieri. A. P.: Non abito qui, ma il paese, in generale, non mi sembra molto vitale. E. B.: Sempre con spirito, pensando alle etnie che abitano Bagnolo, lo definirei internazionale. O.: Mi sono trasferita altrove da tempo, vivo il paese solo negli spostamenti tra casa e lavoro, e la mia impressione quella che la riservatezza, le cosiddette serrande abbassate , sia vista come uno scudo.

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Nives Crotti.

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stisco con grande entusiasmo, da artigiana, i miei 30 metri quadri: non posso che essere ottimista!. M. M.: Innanzitutto un obiettivo quello di mantenere il mercato ed eventualmente di incrementarlo con le produzioni personalizzate, come ad esempio con i prodotti per celiaci. Come docente, inoltre, riscontro un crescente interesse nei ragazzi per la pasticceria, e questo fa ben sperare. Come le piacerebbe venisse descritto Manerbio? M. G.: Non saprei... Il paese cambiato molto, stiamo assistendo ad un vero scontro generazionale tra noi e i nuovi giovani. Inoltre, diverse fabbriche hanno chiuso i battenti, togliendo ancor pi vitalit. L. A.: Come un bel paese che sta rina-

MANERBIO
MARIAROSA GRAINER ALIMENTARI Via Dante Alighieri - Manerbio LUIGI ALGhISI MACELLERIA Via XX Settembre 65/M - Manerbio NIVES CROTTI LIBRERIA QUARTO STATO DI NAPOLETANO M.& C. Via XX Settembre - Manerbio GIGI VIVIANI BIGIAI BACKGROUND, ABBIGLIAMENTO ALTA MODA Via Mazzini 63 - Manerbio MARIA GRAZIA SALDI ARTECERAMICA, BOMBONIERE E ARTICOLI REGALO Via XX Settembre 70 - Manerbio MARCO MORANDI PASTICCERIA Via XX Settembre 18 - Manerbio

Come pensa stia andando il commercio a Manerbio? Mariarosa Grainer: Beh, bene no di certo. La crisi si sente molto in tutti i settori, per tutti i commercianti. Luigi Alghisi: Con la nuova amministrazione la situazione sta migliorando. Il mio angolo di visuale, poi, troppo ristretto per dare giudizi sui risultati oggettivi della crisi. Nives Crotti: Il mese in cui solitamente vendiamo di pi, dicembre, questanno ci ha visti in difficolt: un po per il brutto tempo, un po per la dote scuola che slittata, ci mancata parte del lavoro. Gigi Viviani: Come da tutte le altre parti: c una grossa crisi, dalla quale ci si pu risollevare solo puntando su professionalit, esperienza e seriet, che fanno il mercato. Maria Grazia Saldi: Da 36 anni lavoro qui, in questa via storica, e devo dire che, nonostante non sia paragonabile ai fasti dei tempi passati, la mia attivit ha avuto un Natale bellissimo. Marco Morandi: Con la nuova amministrazione le cose stanno migliorando: presto per tracciare un bilancio, ma limpostazione sta dando i suoi frutti. Le sue prospettive per il futuro? M. G.: In realt sono gi in pensione, quindi non faccio grandi progetti, penso pi che altro alla mia tranquillit. L. A.: Nel commercio di oggi non esistono progetti a lunga durata: bisogna vivere settimana per settimana. N. C.: Tra la concorrenza serrata di esercizi simili al nostro e dei supermercati, le prospettive non sono proprio buone. G. V.: Se continueremo su questa strada, improntata al made in Italy, alla qualit e non alla quantit, credo avremo buone sorprese. M.G. S.: Credo molto in Manerbio, ge-

Marco Morandi.

scendo. N. C.: Manerbio una realt che ultimamente ha vissuto uno stallo, reale e psicologico: spero si riprenda. G. V.: Come un paese tranquillo, che per paga questa quiete con lo stare troppo in ombra. Manerbio dovrebbe aprirsi di pi al mercato, valorizzarsi senza uniformarsi, personalizzandosi. M.G. S.: Come un paese potenzialmente strepitoso. M.M.: Lo definirei ricco di potenzialit.

PONTEVICO
BEPPE RENZI FORNO DI BEPPE RENZI & C. Vicolo del Vento 2 - Pontevico PAOLO ZILETTI GELATERIA MAZIGEL Piazza Giuseppe Mazzini 20 - Pontevico
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Maria Grazia Saldi.

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LUCIO NUOVA FOTO Via Guglielmo Marconi 22 - Pontevico MORANDI LEONMARKET COMMERCIO CALZATURE Via Galileo Galilei 22 - Pontevico
Morandi.

ANTONIO MIGLIORATI TABACCHERIA & COLONIALI Via Gaggia, 2 - Verolanuova Ha notato, nel tempo, cambiamenti di rilievo nella zona? Luca Fraschini: S, a causa dei centri commerciali. Prima qui si vestiva tutta la famiglia; ora, invece, acquistano solo alcuni capi. Giovanni Zacchi: Lapertura di numerosi centri commerciali ha inciso sulle vendite e sul lavoro. Daniela Sabatti: Con due ipermercati il cambiamento c stato: diminuzione della clientela e svuotamento del centro storico. Antonio Migliorati: Lavvento di due nuovi centri commerciali e di quattro punti vendita della grande distribuzione sul territorio ha comportato delle difficolt a livello commerciale. Che colore ha la crisi? L. F.: Grigia perch c la speranza che si superi. G. Z.: Rosa... Se i giornali e le Tv iniziassero a dire che la crisi non c pi, la crisi passerebbe!. D. S.: Grigia. Nel mese di dicembre una piccola ripresa c stata, ma non pu parlarsi di ripresa. A. M.: Grigia. Non si pu parlare di ripresa, ma vediamo degli spiragli. Un aggettivo con il quale descriverebbe Verolanuova? G. Z.: Tranquilla. D. S.: In questultimo periodo: triste, buia, spenta. A.M.: Difficile a livello commerciale perch ha sempre avuto unimpostazione industriale e artigianale. Cosa cambierebbe nel suo comune? L. F.: Farei pi attivit per cercare di aumentare il commercio allinterno del paese anzich portarlo fuori. A. M.: Proporrei: pi servizi allinterno del centro storico con la qualificazione dei negozi, nuovi punti vendita e nuove collocazioni commerciali; aiuti a livello abitativo per aumentare il target della clientela; punti interni fissi con dei circuiti di spesa; il miglioramento dellarredo urbano.

Beppe Renzi.

lora di riflesso va bene anche a me. P. Z.: Se non la si pensa con un po di ottimismo, allora non vale la pena di fare questo mestiere!. L.: Prevedo un futuro abbastanza gramo, ma dentro di me spero sempre, come fa ogni artigiano che conosce la fatica e il pregio del suo lavoro. M.: Non ho gli strumenti per giudicare, ma stando ad oggi non credo si prospetti un domani molto migliore, dipende dalla situazione nazionale. Come le piacerebbe venisse descritto Pontevico, con un aggettivo? B. R.: Pontevico una realt un po piatta. P. Z.: Nel caos che il mondo in cui viviamo, Pontevico resta un paese tranquillo, in cui si pu vivere bene. L.: Pontevico un paesino tranquillo. Forse troppo. M.: Userei sicuramente un aggettivo positivo: qui si sta bene.

Come pensa stia andando il commercio a Pontevico? Beppe Renzi: totalmente fermo a causa della crisi. Paolo Ziletti: Non va a gonfie vele qui a Pontevico molte attivit chiudono. Lucio: A me personalmente non va bene, come chi vive di un commercio vecchio stampo, artigianale. Ci dipende dalla crisi, dal nuovo modo di presentarsi e dalla realt molto piccola di Pontevico, in cui sono inserito. Morandi: Ultimamente qui il mercato sta conoscendo un po di stasi, credo dovuta alla crisi.

VEROLANUOVA
di ALESSANDRA CASCIO

LUCA FRASChINI LONEST ABBIGLIAMENTO Via Roma, 2 - Verolanuova GIOVANNI ZACChI PROFUMERIA E CASALINGHI Via Cavour, 1 - Verolanuova
Lucio.

Le sue prospettive per il futuro? B. R.: Nel mio caso tutto dipende dagli altri settori: se la gente spende, gira, alMESI 12FEBBRAIO 2010

DANIELA SABATTI E DANIEL FESI NEW MARK NEGOZIO ALIMENTARI Via Garibaldi, 7 - Verolanuova

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CI HANNO DETTO...
di ESTERINO BENATTI

Il centro di Manerbio.

DON SEVERINO ChIARI PARROCCHIA DELLA VISITAZIONE DI MARIA (BAGNOLO MELLA) Oratorio e parrocchia sono ancora il centro della vita sociale del paese? Loratorio molto vissuto, soprattutto grazie alle intense attivit sportive e culturali sulle quali la parrocchia ha investito parecchio. C grande organizzazione e passione attorno alle discipline sportive, ma anche cinema, teatro e rassegne musicali non sono da meno. La sfera religiosa, poi, ha il suo rilevante seguito, incentivato dalla presenza del santuario della Madonna della Stella. Quali sono le proporzioni del fenomeno immigrazione? Limmigrazione al 12% e loratorio non resta indifferente di fronte a questo fenomeno. Abbiamo una sala a disposizione dei ragazzi che nel dopo scuola vengono qui per fare i compiti, giocare e stare insieme almeno due ore al giorno. Ci sono ragazzi di tutte le religioni, la via giusta verso lintegrazione. Qual ad oggi la problematica sociale pi gravoso che investe la vostra zona? Leconomia. Il nostro territorio profondamente legato allagricoltura e le aziende del settore sono in crisi nera, soprattutto quelle

che producono latte. Anche il tasso di disoccupazione resta preoccupante. Su giornali e tv sento dire che in corso una ripresa. Qui direi che per ora non ve ne sono tracce. Cosa commerciate nella vostra bottega? Vendiamo alimenti e artigianato proveniente dal terzo mondo promuovendo il commercio equo e solidale, che evita lo sfruttamento dei pi deboli e garantisce ai produttori un reddito dignitoso favorendo lo sviluppo dei paesi poveri. ROSA MARIA ChIARI ASSOCIAZIONE JANGADA (MANERBIO)

GIUSEPPE COLLA GRUPPO CINOFILO VEROLESE (VEROLANUOVA)

Quanti sono i volontari di Jangada? Siamo una ventina, ma la nostra attivit va oltre i muri della bottega perch ci sono numerosi gruppi che comprano la nostra merce per allestire mercatini in paese, negli oratori o sui sagrati delle chiese. In quei casi il 10% del ricavato va a loro per le opere parrocchiali. C un target definito nella vostra clientela? Molti giovani, ma non solo loro. Non c un target preciso e let non influisce, ci che conta la sensibilit. Da quanto tempo siete attivi e come procedono gli affari? Nel 2009 abbiamo festeggiato i nostri primi dieci anni. La crisi ci spaventava, ma le vendite sono andate bene, soprattutto a Natale, quando hanno spopolato i presepi peruviani in terracotta.

Quali sono le aree di intervento che vi riguardano? I nostri sforzi si concentrano nellambito della protezione civile e nellattuazione di ricerche di superficie, quindi sono da escludere le situazioni di dispersi sotto le macerie. La maggior parte dei nostri interventi avviene in montagna e nei boschi. Da quanti elementi composta la vostra squadra? Siamo una trentina di volontari. Ci troviamo il sabato pomeriggio e la domenica mattina. Abbiamo sei cani gi abilitati alle ricerche e ventiquattro in fase di addestramento. Saranno messi alla prova con due esami, poi ogni anno dovranno fare una sorta di collaudo. Mantenersi in allenamento fondamentale. C una razza canina particolarmente dotata nelle ricerche di superficie? Non ce ne sono. Innanzitutto deve sentirsi volontario il padrone, per il resto come una scuola in cui gli alunni studiano una determinata materia. Qualcuno pi portato di natura, ma le razze non centrano e qualsiasi tipo di cane pu essere addestrato. Risultati alla mano siete soddisfatti? Nel recente passato le nostre spedizioni hanno fruttato otto ritrovamenti. Sono soddisfazioni immense, ma non facciamo tutto questo per orgoglio e per pubblicit. Quando una missione va a buon fine meglio defilarsi e pensare semplicemente a quella successiva.
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TU E IL FISCO
di FERDINANDO MAGNINO

UBRICA

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BREVE DIZIONARIO FISCALE

Abitazione principale
labitazione che pu usufruire di varie agevolazioni, ad esempio la detrazione degli interessi del mutuo stipulato per lacquisto, la costruzione o la ristrutturazione, o lesclusione dallIrpef. Ai fini Irpef quella posseduta a titolo di propriet o di altro diritto reale ed utilizzata dal contribuente e/o dai suoi familiari come abitazione abituale. Per beneficiare delle agevolazioni previste ai fini di Imposte dirette, in caso di trasferimento di ununit immobiliare (compravendita, donazione, successione), necessario che la stessa abbia i requisiti per essere definita prima casa. Con tale termine viene indicato limmobile non di lusso acquistato nel Comune di residenza o di lavoro da chi non possiede la propriet di altra abitazione nello stesso comune.

Accertamento tradizionale: ammissibile solo al verificarsi di gravi violazioni contabili determinate dalla legge (es. se dal verbale dispezione risulta che il contribuente non ha tenuto o ha sottratto allispezione pi scritture contabili obbligatorie). Accertamento basato sugli studi di settore e sui parametri (ossia su strumenti statistico-matematici). La procedura, solitamente, termina con la notifica degli addebiti tramite apposito avviso.

mentare della base imponibile (aliquota regressiva).

Ammortamento dei beni


Consiste nellimputazione contabile per quote del costo originario di un bene che ha carattere durevole, sia materiale o immateriale, concorrendo alla determinazione dei costi riferiti ad ogni periodo dimposta.

Anagrafe Tributaria
il centro deputato alla raccolta ed elaborazione dei dati relativi alla fiscalit delle persone fisiche, delle societ, degli enti, cui lAgenzia delle Entrate attribuisce un codice identificativo (codice fiscale, partita Iva).

Accessi, Ispezioni, Verifiche


Con tali termini si intende lattivit di controllo svolta nei locali in cui viene esercitata lattivit del contribuente. Il contribuente destinatario dellattivit in questione non pu beneficiare del diritto di avvalersi di alcune opportunit previste dalla legge in suo favore ad esempio del ravvedimento. Il Ravvedimento latto con cui il contribuente regolarizza le omissioni e le irregolarit compiute in sede di compilazione e presentazione della dichiarazione dei redditi, e nel pagamento dellimporto dovuto.

Autotutela
Consiste nel potere di intervenire autonomamente, da parte degli organi dellamministrazione finanziaria, su istanza del contribuente in carta semplice, quando la stessa amministrazione verifica di aver commesso un errore che danneggia illegittimamente il contribuente.

Accertamento
latto o linsieme di atti compiuti dallAgenzia delle Entrate, entro i termini previsti di decadenza, ai fini della determinazione dellimponibile e dellimposta dovuta dal contribuente. Gli uffici procedono allaccertamento impiegando i dati contenuti nella banca dati dellanagrafe tributaria e delle notizie acquisite direttamente (tramite accessi, verifiche, ispezioni presso il contribuente) o indirettamente.

Accise
Rientrano nella categoria delle Imposte Indirette gravanti su determinati prodotti energetici o di origine alcolica. Limposta pu essere dovuta al momento della fabbricazione o dellimportazione oppure a quello del consumo.

Base imponibile
il valore su cui viene applicata laliquota per il calcolo dellimposta. Ai fini della determinazione delle Imposte dirette la base imponibile risulta dallapplicazione al reddito lordo delle deduzioni e riduzioni previste. Ai fini della determinazione delle Imposte indirette la metodologia di calcolo della base imponibile varia a seconda del tributo: per l Iva la base data dal corrispettivo delle cessioni e delle prestazioni di servizi. Per lImposta di registro la base data dal valore del bene o del diritto. Continua sul prossimo numero

Accertamento induttivo
Si applica ai redditi derivanti da attivit dimpresa e di lavoro autonomo, riguarda esclusivamente i soggetti obbligati alla tenuta delle scritture contabili. Mediante questo tipo di accertamento si perviene ad una ricostruzione extracontabile del reddito. Sia ai fini delle imposte dirette che ai fini Iva, esistono due tipologie di accertamento induttivo:

Aliquota
la percentuale che deve essere applicata alla base imponibile ai fini del calcolo dellimposta. Essa indica la misura del prelievo fiscale e pu essere fissa oppure pu aumentare allaumentare della base imponibile (aliquota progressiva) o diminuire allau-

Manda la tua domanda a: ferdinando.magnino

@dodicimesi.com
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IN EVIDENZA

LEVOLUZIONE SPORTIVA CONTINUA

di ANNALISA CAVALERI

novamento. Permettere ai clienti di muoversi, fare attivit sportiva, star bene, socializzare e divertirsi. Questa in sintesi la mission di Millennium Sport & Fitness: aiutare ad ottenere i risultati desiderati, senza stress, in modo piacevole e divertente, seguiti da un Team qualificato e sempre disponibile, per un completo benessere. Una filosofia che si basa su valori semplici ma importanti, come il rispetto della persona e dei suoi bisogni fondamentali. Per questanno, Millennium ha in serbo per tutti i clienti tante novit per offrire continuamente soluzioMESI 12FEBBRAIO 2010

el 2010 Millennium festeggia i suoi dieci anni di attivit. Sullonda del rin-

ni divertenti e stimolanti, per rendere sempre pi accattivante ogni visita al Club e pi dinamici i programmi specializzati. Grazie ad attrezzature allavanguardia ed alla professionalit di un Team preparato e motivato, Millennium, in dieci anni di attivit diventata punto di riferimento per chi desidera mantenere un ideale stato di salute e forma fisica e per gli atleti della nostra citt. Tante novit per il nuovo anno. Per migliorare sempre di pi il servizio offerto ai propri clienti il direttivo di Millennium ha programmato degli interventi che incrementeranno il comfort e lefficienza della struttura. Per il decimo anniversario di Millennium abbiamo deciso di rinnovare il nostro aspetto: un nuovo logo, una nuova immagine ed una nuova esperienza, per essere sempre aggiornati e sempre pi in forma spiegano Paolo Cima e Lucio Zanchi, titolari di Millennium Sport & Fitness-. La crescita un fattore inderogabile della nostra vita: rinnovarsi una necessit per creare nelle persone nuovi interessi e nuovi stimoli, per offrire sempre maggiori servizi e possibilit di scelta. Per il 2010, svilupperemo le attivit mente e corpo, come lo Hatha Yoga, il Pilates e Physical Sincrony (novit in esclusiva assoluta a Brescia), importanti per recuperare la consapevolezza di s e le energie disperse durante la frenetica

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vita quotidiana. Continueremo a curare la Fitness Metabolica, metodo che permette a persone obese, diabetiche o cardiopatiche, di muoversi in tutta sicurezza sotto il controllo attento di professionisti esperti, traendo giovamento da unattivit fisica mirata. Ma non solo: abbiamo deciso di intervenire anche sulla struttura, verr rinnovato totalmente il reparto docce degli spogliatoi, per migliorarne la funzionalit e la tecnologia con un occhio di riguardo al design. Naturalmente la nostra attenzione resta massima per garantire la salubrit degli ambienti: il nostro personale cura costantemente ligiene e la pulizia del Centro nei minimi dettagli ed effettua manutenzioni immediate perch la struttura sia sempre efficiente. Niente viene lasciato al caso. Degna di nota lattenzione al rispetto dellambiente grazie allutilizzo di energie alternative: nellimpianto, infatti, operativo da pochi mesi un impianto che permette un significativo contenimento dei consumi e pertanto delle emissioni legate al riscaldamento degli ambienti, ed e in programma la sostituzione della maggior parte delle lampade tradizionali con luci a led che permetteranno un risparmio energetico di elettricit del 75%. Il metodo di lavoro. Per raggiungere i risultati prefissati non basta limpegno: necessario che lattivit fisica sia costante nel tempo, e soprattutto, che ogni sforzo sia ben direzionato e guidato verso obiettivi realistici. Per questo Millennium adotta un metodo di lavoro particolare, denominato Millennium Fit Manager. Per ottimizzare i risultati dellallenamento, ogni cliente che decide di iniziare un programma di allenamento presso di noi esegue un percorso di inserimento costituito da tre sedute con un personal trainer, che illustra le varie attivit offerte dal Centro, fa prendere

confidenza con gli ambienti e con le persone di riferimento ed imposta un programma di allenamento su misura spiegano Paolo e Lucio. Il personal trainer sottopone il cliente ad una rilevazione plicometrica, delle circonferenze corporee e dei test di forza che un sofisticato programma computerizzato analizza stabilendo alcuni indici e valori numerici dello stato di forma fisica; una sorta di fotografia della forma persona in quel

.I NUMERI DI MILLENNIUM
Millennium uno dei Centri di Sport e Fitness pi attrezzati dItalia e gi i numeri parlano chiaro. Si estende su una superficie coperta di 5000 mq, a cui si aggiungono 8000 mq esterni, con campo da calcetto e da pallavolo. Per la massima comodit della clientela limpianto dispone di 150 parcheggi gratuiti coperti e 250 parcheggi esterni. Gli iscritti sono pi di 3000, oltre a 650 allievi che frequentano i corsi di nuoto, danza e squash. In 10 anni sono stati pi di 3 milioni gli ingressi nel Centro. Larea fitness, di oltre 2000 mq, equipaggiata con 6 linee Life Fitness, lazienda numero uno al mondo del settore, sono inoltre a disposizione 4 sale che ospitano oltre 120 corsi fitness, Hatha Yoga, Pilates, Indoor Bike ogni settimana. Inoltre il Centro dotato di due piscine, una grande (25x12) per il nuoto ed i corsi di nuoto, ed una piccola (8x4) con temperatura dellacqua a 32. Sport & Fitness s.r.l. societ sportiva dilettantistica Via Vittime Civili di Guerra n 10 25124 Brescia Tel. 030/3540613 - Fax 030/3540640

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IN EVIDENZA

momento che servir nel tempo come riferimento per il monitoraggio dei risultati. Si tratta di un metodo elaborato, ma crediamo fermamente che sia in grado di garantire risultati concreti e duraturi nel tempo. Il Gruppo Sportivo Sport & Fitness. Non bisogna dimenticare che Millennium SPORT & fitness: grandi soddisfazioni sono arrivate nel 2009 dalle squadre sportive di Millennium. Numerose le vittorie ed i piazzamenti di rilievo nelle tantissime gare a cui gli oltre 70 atleti della squadra ciclistica del Millennium Team Loda, guidata da Nicola Loda, ex professionista Bresciano, hanno partecipato. Importante anche la presenza del Millennium Running Team nelle classiche bresciane, nazionali ed internazionali. Tanti i tornei di Squash organizzati a Millennium con il culmine nel Torneo Internazionale che ha visto la partecipazione di 8 atleti fra i pi forti in rappresentanza di 8 nazioni. Molto buoni, infine, anche i risultati della squadra di Judo guidata dal Maestro Roberto Vecchi: i bambini e i ragazzi della Scuola Judo Millennium hanno raggiunto ottimi risultati nelle gare cittadine e provinciali del 2009. Un Team vincente. Nessuna macchina, per quanto bella e potente, pu funzionare senza un pilota esperto. Per questo possiamo dire che la grande forza di Millennium rappresentata dalle persone, cuore vivo e pulsante che anima tutte le attivit del Centro. Il nostro personale viene formato prima dellinserimento in organico e viene affiancato per il primo periodo di lavoro, in modo da poter gestire al meglio ogni situazione continuano Paolo e Lucio. Il nostro obiettivo che il cliente si senMESI 12FEBBRAIO 2010

ta davvero a casa, possa fidarsi di professionisti seri e preparati, capaci di rispondere ad ogni domanda e ad ogni dubbio con un sorriso. Per noi molto importante che chi frequenta il Club si senta sempre a suo agio e si rilassi, circondato da unatmosfera curata, piacevole e familiare. E per dimostrare che questa filosofia dellaccoglienza una realt, facile trovare Paolo e Lucio che in prima persona camminano per le sale, pronti a dialogare ed a rispondere ad ogni esigenza. Brescia, regina del fitness. Dieci anni di lavoro e di entusiasmo a Millennium ci hanno permesso di raggiungere risultati significativi. Di certo, se guardiamo al passato e ci soffermiamo a riflettere su quello che siamo riusciti a costruire, il bilancio molto positivo dicono Paolo e Lucio con un sorriso -. Un dato parla chiaro: Brescia la prima citt in Italia come propensione ed interesse allattivit sportiva. Questo lo si deve soprattutto agli imprenditori del settore, che hanno investito perch lattenzione al benessere, alla salute ed allattivit sportiva diventassero parte integrante dell essere bresciani. Si tratta di un importante cambiamento culturale che abbiamo raggiunto gradualmente in pi di 25 anni di impegno e di lavoro. Linnovazione e lavanguardia nello sport fanno parte del nostro carattere. In questi 10 anni abbiamo perfezionato il nostro metodo, grazie alle nuove tecnologie, ad una costante ricerca di nuove attivit, alla professionalit ed allesperienza di tutto il Team, che si impegna ogni giorno per far raggiungere a tutti i nostri iscritti i migliori risultati ed uno stile di vita pi sano e salutare. Questo 2010 lo dedichiamo a tutti voi, collaboratori, sponsor, partner, amici ed avversari, per tutti gli stimoli che, ogni giorno, continuate a regalarci.

NCHIESTA

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DELLULTIMO MIGLIO
Inaugurato alla cascina Bot di via San Zeno lo sportello Mamme e Pap Separati. Primo ufficio in Italia completamente dedicato a una Associazione Familiare nata per far fronte alle problematiche dei moltissimi genitori separati e dei loro figli che vivono nella nostra citt.
di SALVATORE SCANDURRA

LUFFICIO

ra il 1968 quando La strana coppia di Gene Saks, consacr il duo comico Jack Lemmon/Walter Matthau. La trama: un separato disordinato e trasandato (Oscar) decideva di andare a vivere con un amico ossessionato dallordine e dalla pulizia appena lasciato dalla moglie (Felix), dando vita ad una convivenza surreale e goliardica. Una perla del cinema di 42 anni fa, che oggi, ma con risvolti ben pi drammatici, torna di strettissima attualit. Finch tribunale non vi separi. Si sa, niente dura per sempre, e i matrimoni, in maniera esponenziale negli ultimi anni, non fanno eccezione. Separati, disperati e economicamente rovinati: ormai siamo di fronte ad un allarme sociale. In Italia, secondo i dati dellAssociazione matrimonialisti italiani, si separano 160mila persone allanno e 100mila sono i nuovi divorziati. Oggi come oggi per laddio pu costare molto pi che caro, e ridurre sul lastrico uno dei coniugi. Separazioni e divorzi che trasformano spesso i lavoratori in clochard, tanto che il 25%
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NCHIESTA

degli ospiti delle mense dei poveri sono separati. Molti dormono in auto, altri, i pi fortunati, tornano dalle loro famiglie di origine. Sono i nuovi poveri, spesso hanno passato i quaranta e hanno pi di un capello bianco, orfani di un matrimonio che non c pi. Numeri che fanno rabbrividire, e la Leonessa non fa eccezione, anzi, sembra attestarsi ai vertici di questa classifica: i dati del Tribunale di Brescia parlano di circa 800 separazioni annuali in citt e oltre 1200 in provincia. Fallimenti familiari in continuo aumento che colpiscono indistintamente tutte le fasce sociali, con figli quasi sempre (64%) minorenni. Divorziare, in tempi di crisi, diventato un lusso, e negli ultimi dieci anni i nuovi poveri sono appunto ex mariti, ex conviventi, molto spesso genitori. Fra i tanti clochard che dormono per strada o nei ricoveri delle grandi citt non difficile trovare ex coniugi separati: spesso sono impiegati, operai, insegnanti e nell80% dei casi si tratta di padri obbligati a mantenere mogli e figli che finiscono per ritrovarsi a non avere pi risorse per sopravvivere. Ma sono in aumento anche le donne condannate a mantenere lex marito: professioniste o con attivit commerciali che vivono per lo pi al Centro-Nord, che a volte rischiano di perdere anche la casa coniugale. Proprio come sempre successo, storicamente, agli uomini. Corsi e ricorsi storici verrebbe da dire. Che fare allora? Difficile trovare una risposta. La nostra societ sta cambiando velocemente e la realt che si prospetter tra qualche anno ancora nebulosa. Avere una casa di propriet probabilmente sar sempre pi un lusso, il trend delle famiglie allargate in continua espansione e gli scenari, anche quelli sociali, sono destinati a cambiare drasticamente. Ma chi sono gli Oscar e i Felix di oggi? Lo sportello della cascina Bot, di fianco al Palabrescia, stato inaugurato da poco, ma annovera gi un considerevole gruppo di associati (400) e volontari (una quarantina). Aperto sei giorni su sette offre consulenze gratuite a mamme e pap separati: a rotazione sono presenti avvocati, mediatori
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familiari, psicologi, tutti a disposizione per dare una mano a genitori smarriti e a caccia di risposte, provando a gestire anche il disagio dei figli. Il mese scorso venuto un pap costretto a vivere in un camper con uno stipendio mensile di 1300 euro. Deve pagare alimenti e mutuo per 1000 euro e non riuscendo a far quadrare i conti, in nero fa il posteggiatore raggranellando qualche soldo che gli permetta di vivere. C una mamma con lavoro precario e 2 bambini abbandonata dal compagno da un giorno allaltro: fa pulizie in nero. Esistono figli contesi, mamme che impediscono ai figli di vedere il padre. Storie di egoismo e altre di ignoranza: potrei scriverne un libro.

GIANLUIGI LUSSANA (PRESIDENTE) Gianluigi Lussana il presidente dellAssociazione Mamme e Pap separati: Sono impegnato nel sociale da sette anni, questa associazione opera da due e intende tutelare padri, madri e figli vittime dei divorzi, facendo intervenire professionisti quali avvocati, psicologi e mediatori familiari, pedagogisti clinici. Presto sar pronto un vero e proprio organigramma dei professionisti che giornalmente saranno a disposizione e in maniera completa-

mente gratuita dei genitori separati. Chi viene a bussare alla sua associazione? Mi piace definire il mio ufficio quello dellultimo miglio: tante volte arrivano padri e madri che hanno perso tutto e sono nel panico, alcuni con la lettera dellavvocato in mano, completamente spaesati e senza sapere che fare. Una parola giusta pu aiutare parecchio, e quello che cerchiamo di fare farli muovere sempre nellinteresse dei propri figli, che sono gli unici a restare veramente segnati. Lo spazio dove lavoriamo vuole essere anche un luogo dove genitori e figli che non vivono sotto lo stesso tetto possano trascorrere parte del loro tempo in tranquillit, proponendo unalternativa ai centri commerciali o ai parchi pubblici. Questa una struttura che vuole aiutare anche in questo senso: fare i compiti insieme e guardarsi negli occhi. A Brescia precisa Lussana ci si separa di pi rispetto a tante altre province: a livello nazionale siamo nella top five. Si separano persone di ogni ceto sociale: forse c troppa facilit nel farlo, le conseguenze spesso si vedono dopo. Penso che certe separazioni potrebbero essere evitate, molte son date dallimpulso e da un valore della famiglia che non c pi. A Brescia, fra mamme, pap e figli, senza timore di essere smentito, esistono ben 40.000 persone che soffrono di questo disagio. Decine e decine di migliaia poi sono quelle che gravitano in provincia. Da fenomeno di nicchia ad emergenza sociale? Basta fare un giro in una qualsiasi scuola della citt, dalle elementari al liceo. Su 100 ragazzi una quarantina, se non pi, sono in questa situazione. Anni fa a scuola il figlio di genitori separati veniva guardato come un emarginato, oggi la notizia avere i genitori che stanno ancora insieme. Non voglio fare il bigotto, ma il

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NCHIESTA

concetto della famiglia che venuto a mancare, e le separazioni, senza riscoprire valori autentici, continueranno ad aumentare. L85% delle persone che si separano hanno un reddito che arriva a 1500 euro, gli altri sono ricchi. Le spese diventano doppie, alcuni escono dalla casa con le rate del mutuo ancora da pagare, lo stipendio diventa una retta mensile e lunica speranza rimangono i genitori, che offrono un tetto in attesa degli eventi. Da noi vengono professori universitari, industriali, esponenti politici, gente dello spettacolo, artigiani, operai, disoccupati. Il disagio non ha una classe, ricchezza e povert non centrano, rompere una famiglia un attimo, ma rimettere insieme i cocci di un matrimonio spesso impossibile. Soluzioni? Dividere la casa e tutte le spese annesse potrebbe essere una soluzione, ma tra separati, la questione molto complicata. A Brescia pu succedere, ma il fenomeno ancora marginale. Dopo la separazione, la prima reazione star da soli, anche nelle difficolt, condividere diventa difficile, soprattutto nei primi tempi. Le Istituzioni in questo senso ci stanno dando delle risposte: questo stesso ufficio stato messo a disposizione dall, assessorato alla Famiglia, con la promessa, entro la primavera, di individuare dei locali dove far alloggiare le persone che perdono la casa in citt. Ma lei crede nella famiglia? Ci credo fortemente, ho vissuto la mia separazione come un funerale, e ho deciso di mettermi a disposizione degli altri proprio per portare la mia esperienza. Al momento qual la situazione delle separazioni in Italia? Pur restando su valori altissimi ( il 50% delle separazioni in Italia si verificato prima del 2000, il restante 50% nei 7 anni successivi)il trend non sta peggiorando pi di tanto, proprio perch c crisi. In parole povere tante coppie stanno insieme perch non ci sono i soldi, ma le situazioni coniugali di pari passo si esasperano. Sposarsi sempre stato un grande passo. Oggi, secondo lei, ci si dovrebbe pensare una volta in pi? Possiamo pensarci anche 100 volte e avere le migliori intenzioni, ma spesso inutile.
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Probabilmente dovremmo capire cos e cosa si vuole dalla famiglia, come ci si vuole rapportare coi figli, e poi prendere una decisione. Una giovane coppia parte sempre con buoni auspici, ma Il percorso pu risultare una trappola. In definitiva credo che tante persone possono stare bene anche da sole, il matrimonio non lunica soluzione e di questi tempi ammetterlo per tempo, eviterebbe a molti seri problemi.
Sede dellassociazione Mamme e Pap separati.

A fianco di Gianluigi Lussana non solo professionisti, ma molti volontari, che avendo vissuto sulla propria pelle gli strascichi di ununione finita male, aiutano i neo-separati nei primi passi della loro nuova vita, fornendo consigli utili e una consulenza generica. Ne abbiamo intervistati quattro: quattro storie diverse, quattro modi di vivere da single e insieme da genitori. DANIELA MELONI (VOLONTARIA SEPARATA) Sono separata da due anni, ho una figlia minore a carico di cui per met se ne occupa il padre e una figlia maggiorenne autonoma. Ho un lavoro sicuro e a tempo pieno, e la mia situazione, considerando il contesto generale, tutto sommato positiva. Riesco ad affrontare le spese, anche se il contributo mensile del mio ex

marito molto basso. Dopo 23 anni passati insieme quello che mi ha sconvolto di pi stata la sua decisione di andarsene in poco pi di una settimana. Sia per me che per le ragazze stata unesperienza traumatica, che mi ha costretto ad essere seguita psicologicamente fino ad oggi, anche se, da otto mesi a questa parte, sto ritrovando una mia serenit. Il problema pi grande che ha dovuto affrontare? Indubbiamente il rapporto con le mie figlie; stato faticosissimo per entrambe: piccoli o grandi che siano, per i figli sempre un trauma. Come ha conosciuto lAssociazione? Tramite un giornale. In seguito mi sono rivolta allAsl di Brescia per essere aiutata, anche perch non avrei mai potuto permettermi una psicoterapia privata, e in sede si seguono casi pi difficili, economicamente parlando, del mio. Il bello di questo ufficio che non ci si sente soli, potendo confrontarsi con realt spesso ancora pi pesanti della propria. Che rapporti ha con il suo ex marito? Cosa si aspetta dal suo futuro? Con lui inizialmente i rapporti sono stati tesissimi, anche violenti. Adesso ci sentiamo esclusivamente per risolvere i problemi delle figlie. Abbiamo una casa di propriet, che adesso stata

Daniela Meloni.

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NCHIESTA

messa in vendita. Con la met del ricavato spero di trovare un piccolo appartamento dove andare a vivere. Anche se dovr sradicarmi dal mio quartiere, la priorit resta senzaltro donare serenit alle mie figlie, non coinvolgendole troppo nelle tensioni tra me e il mio ex marito. LORENZO PALMOSO (VOLONTARIO SEPARATO) Come ha vissuto la sua separazione? Il dramma personale e spesso fin troppo facile rinchiudersi in se stessi. Ho alle spalle 14 anni di matrimonio pi 3 di fidanzamento, in pratica una vita. I problemi tra me e la mia ex moglie sono iniziati a emergere piano piano, e le nostre strade si sono divise lentamente, senza mai arrivare a situazioni pesanti. Una

loro madre, e questa cosa li aiuta. Vanno bene a scuola e non si sono chiusi in loro stessi. Penso che siano stati proprio loro a contribuire in maniera decisiva a far si che io e mia moglie costruissimo una strada comune per allevarli. TINA MALDERIN & MIChELE SALERI (VOLONTARI E SEPARATI) Qual lo scopo dellassociazione? Promuovere attivit per farci conoscere e sensibilizzare lopinione pubblica, ma soprattutto coinvolgere lAmministrazione, perch se andiamo a vedere i dati Istat facile rendersi conto di quante migliaia di persone si trovino sullorlo del baratro. Tina, perch sei qui? Le separazioni spesso comportano la perdita di amici e perfino di parenti, di conseguenza oltre alla rivoluzione interiore bisogna pensare a ricostruirsi una rete di contatti e amici. Sono qui sia perch tra persone che hanno vissuto la medesima esperienza ci si capisce di pi, sia per mettermi a disposizione degli altri ed essere daiuto a persone confuse e ancora in alto mare. E tu Michele? Sono tra i soci fondatori dellassociazione: esistono realt esclusivamente dedicate ai pap separati, noi abbiamo voluto allargare le problematiche a 360 gradi, coinvolgendo anche le mamme. Da padre separato, ti senti tutelato dalla legge? A livello legale le problematiche sono le stesse, ma dal punto di vista economico sono i pap solitamente che devono maggiormente far fronte al problema: mantenere se stessi, magari un nuovo nucleo familiare e i figli del precedente matrimonio durissima. Anche i beni in comune diventano un grosso proMichele Saleri.

blema. Personalmente quando sono uscito di casa ho portato via solo i vestiti, e ho dovuto ricominciare veramente da zero. Tina, sei daccordo? Nel 90% dei casi funziona cos, ma anche vero che esistono situazioni limite al contrario, dove il marito arriva a portar letteralmente via i

Tina Malderin.

Lorenzo Palmoso.

decisione che ha preso la mia ex, forse perch ha avuto pi coraggio di me per affrontare la cosa. Ma non siamo andati allo sbaraglio, anzi, abbiamo deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale per affrontare la situazione. Ha dei figli? Si, di 12 e 14 anni. Unesperienza sicuramente traumatica anche per loro, ma nella loro gestione ci ha aiutato molto la mediatrice familiare dellAsl di via Chiusure, per un anno intero. Consiglio sempre di mettersi in contatto con loro: il servizio gratuito e la professionalit elevata. Vivono con la madre? Abbiamo laffidamento congiunto, ma per dargli una residenza stabile abbiamo deciso per la casa della mamma. Stanno con me alcuni giorni stabiliti per tutto lanno, e i fine settimana sono alternati. Pensa siano sereni? Notano una certa serenit fra me e la
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figli alla madre pur di non dare pi soldi. Il denaro in certi casi induce persino a manipolare i figli, e questo forse laspetto pi grave di una separazione. Secondo voi potrebbe essere una soluzione un alloggio comune per genitori single? Tra genitori che si ritrovano di punto in bianco senza lavoro, separati in casa che non divorziano solo per motivi economici, con le ditte che chiudono e la cassa integrazione che aumenta, alla nostra et difficile rimettersi in discussione nel mondo del lavoro. Lalloggio comune una questione spinosa, sia per motivi di privacy che di esigenze personali, ma come situazione tampone, in attesa di una nuova sistemazione, perch no?. ILEANA RAZA (AVVOCATO) Esistono differenze di tutela minorile tra padri e madri separate? Dal punto di vista legale la tutela rivolta ad entrambi i genitori. Con la legge del 2006 n54 si voluto salvaguardare in primis i figli e con laffido condiviso si cercato di fare in modo che entrambi possano partecipare attivamente alleducazione e al mantenimento. Cosa che prima, con laffido ad uno solo, veniva impedita a quello non affidatario. Laffido condiviso oggi una regola, non viene applicata solo qualora emergano problemi particolari,

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ma si tratta di casi eccezionali. Le problematiche che emergono di pi? la gestione stessa dei figli, sia a livello economico che di rapporti interpersonali; la paura di perdere contatto con essi dal momento in cui un padre o una madre decida di andarsene da casa. Questo, in un genitore non affidatario, generalmente causa stress, ma la tutela dei minori deve sempre essere messa in primo piano, e il nostro lavoro far capire ai coniugi in via di separazione che i figli non devono essere utilizzati per nessuna ragione come merce di scambio. In Francia e in gran parte dellEuropa la legge sullaffido condiviso una realt da tempo, nel nostro Paese forse ha bisogno ancora di essere rodata. Non crede che sia necessaria una nuova politica sociale che restituisca dignit a quanti sono stati sfortunati nel loro matrimonio? La maggior parte dei separati e divorziati sono persone normalissime, e dover lasciare la casa, un nuovo affitto da pagare, il mantenimento dei figli e gli eventuali alimenti allex coniuge comportano situazioni pesanti per tutti. Bisogna sempre mettere sul piatto della bilancia le condizioni del genitore non affidatario: stabilire parametri impossibile, entrano in gioco il tenore di vita, il reddito, il numero di figli e tipo di lavoro. il giudice che deve stabilire lassegno di mantenimento pi idoneo, valutando caso per caso. Ci parli del suo lavoro allinterno dellas-

.UN FENOMENO IN CRESCITA


Secondo i dati Istat, sono in crescita sia i divorzi (+2,3%, per un totale di 50.669) che le separazioni (+1,2%, 81.359) e nell86,3% dei casi le coppie scelgono la separazione consensuale. I figli minori coinvolti sono 25.495 nei divorzi e 66.406 nelle separazioni. In aumento laffidamento condiviso, stabilito per la met dei casi di divorzio (era il 28% nel 2006) e per quasi due terzi delle separazioni. Anche nel rapporto annuale sulla povert della Caritas, stato evidenziato come una delle cause dellimpoverimento degli ultimi anni la fragilit familiare. E cos le mense che una volta erano riservate ai veri poveri, adesso la sera distribuiscono pasti caldi anche a irreprensibili colletti bianchi. Contemporaneamente cresce il fenomeno dei figli-adulti che, con i capelli grigi, tornano nella casa paterna, confortati dal vecchio focolare domestico ma costretti a una difficile convivenza. ELISABETTA RIZZI (PSICOLOGA) Immagino si trovi spesso di fronte a persone psicologicamente distrutte. In che modo le aiuta? Le problematiche con cui ho a che fare principalmente riguardano genitori in crisi, che chiedono risposte su come affrontare la gestione dei minori, su come essere buoni padri e madri e nello stesso tempo affrontare una vita da single. pur vero poi che dipende da come ci si separa: per alcuni pu essere un evento luttuoso, per altri invece pu coincidere con una vera e propria fase di rinascita. Il problema quando ci sono i figli. A quali problemi va incontro un minore che subisce la separazione dei genitori? Dipende dallet, da come si cresciuti e da come i ragazzi vengono abituati allidea. Io non lo definirei proprio un evento traumatico, ma piuttosto stressante e superabilissimo, anche perch visto il numero delle coppie che si separano a Brescia, ci troveremmo ad avere a che fare con un esercito di disadattati. La realt non questa, i figli di genitori separati, rispetto ai loro coetanei, hanno una maggiore sensibilit. Possono avere momenti di depressione, ma ladolescenza di per se un momento difficile, di sollecitazioni psicologiche importanti, ma pur vero che se la separazione avviene in quel momento, certi fenomeni potrebbero essere esasperati. I figli di genitori separati hanno pi probabilit di fare, da grandi, lo stesso passo? Dalle ricerche scientifiche sembra proprio di s, ma non certo per imitazione, piuttosto perch maturano unesperienza che consente loro di capire come la separazione possa essere uneventualit, e il matrimonio un passo non necessariamente positivo o obbligato. Del resto se le aspettative di vita per i ragazzi che nascono oggi sono circa di centanni, lei se lo immagina

Elisabetta Rizzi.

Ileana Raza.

sociazione. Mi limito, insieme ad altri colleghi, a dare consigli e delucidazioni legali, individuando le difficolt a cui possono andare incontro le persone gi separate o in via di separazione, ovviamente a livello interamente gratuito.

un matrimonio che possa durarne 80?. Onestamente no. La crisi del matrimonio dunque si pu dire sia figlia del nostro tempo? Penso che il prolungamento della vita, la possibilit per la donna di partorire i figli in et pi avanzata, i 75enni in ottima salute di oggi, siano tutti fattori che incidano profondamente sulle tematiche di coppia. Una volta si stava insieme tutta la vita, ma anche vero che si moriva a 50 anni. Inoltre non sono trascurabili altri fattori, come quello sociale e religioso, che col tempo sono mutati e hanno permesso alla donna di emanciparsi. Non pi vincolata alla famiglia come un tempo, e con la scoperta della pillola, vive meglio la propria sessualit, sentendosi pi libera di fare le proprie scelte.
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INDAGINE

FIORI DARANCIO
di VIOLA LADI

IL LENTO SBOCCIARE DEI

ccogliere, promettere, amare e onorare. La formula religiosa che precede lo scambio degli anelli poggia su questi pilastri: quattro verbi solenni che sintrecciano armoniosamente con complementi di tempo granitici come sempre e tutti i giorni. Sono parole forti, capaci di far tremare le gambe di chiunque immagini s stesso davanti allaltare. Ma i giovani bresciani non sfuggono quella visione, e da quanto emerge nel nostro sondaggio hanno tutte le intenzioni di creare i presupposti perch possa diventare realt. Niente fretta, per. Per compiere il grande passo bisogna dare tempo al tempo. Lera dei matrimoni under 23, ormai, preistoria e oggi si gravita alle soglie e nei meandri degli enta. I giovani progettano il loro futuro sentimentale con estrema cautela, scottati dalle esperienze delle generazioni precedenti e ancorati a quel salvagente chiamato convivenza. Genitori, zii e conoscenti hanno issato bandiera bianca troppo spesso ricorrendo ad una legge che dovrebbe appartenere alla categoria degli estremi rimedi, ma che negli anni si trasformata in scappatoia dalle salite (spesso ripide) della vita coniugale. E quando gli avvocati non sono entrati in casa ci hanno pensato indifferenza e monotonia ad issare muri insormontabili tra le pareti domestiche. bene ricordare che, al giorno doggi, il prolungamento del percorso di studi e

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scarsa stabilit lavorativa hanno un peso determinante, ma il plebiscito della convivenza prima e matrimonio poi rivela un misto di cautela e paura. una sorta

di miscela tra il buonsenso di chi vuole fare rodaggio e lincertezza di chi, in fondo, non conosce ancora il vero amore. Il principe dei sentimenti, infatti, non pu inchinarsi di fronte a quel calzino abbandonato sul pavimento, agli interrogativi delle alchimie domestiche o allo scempio di un tubetto di dentifricio martoriato. Eppure, adattarsi ad abitudini e aspettative del partner resta lostacolo maggiore da superare,

uno scenario ridicolo al pari di un elefante che fugge di fronte a un topolino. E dire che mia nonna Luisa ripete da una vita: Lamore viene sempre al primo posto, una frase da incidere nella pietra come monito per chi la professione che fa o per coloro che danno alla luce un figlio solo se il budget lo consente. Beh, cara nonna, i tuoi erano altri tempi, ma sarai felice di sapere che, sebbene attraverso i pi svariati percorsi, i giovani credono ancora nellamore eterno e lo immaginano concretizzato in una famiglia, quel microcosmo della societ che fiorisce accogliendo, promettendo, amando e onorando. Sempre e tutti i giorni.

.MATRIMONIO E DINTORNI - VISTI DAI GIOVANI 1. CREDI NELLAMORE PER TUTTA LA VITA? 96 S 4 NO
% %

8. QUAL , SECONDO TE, IL PRINCIPALE


OSTACOLO ALLA VITA DI COPPIA?
% %

2. SEI SPOSATO/A O CONSIDERI 9 91


% %

IL MATRIMONIO UN OBIETTIVO FUTURO?


S NO

40 DOVERSI ADATTARE AD ABITUDINI E ASPETTATIVE DEL PARTNER 17 IL CALO DELLINDIPENDENZA 17 LA CRESCITA DELLE RESPONSABILIT 10 LA FEDELT 8 LA MINACCIA DELLA MONOTONIA 8 IL POSSIBILE CALO DELLA PASSIONE
% % % %

3. SECONDO TE QUEL LET IDEALE PER SPOSARSI? 38 DAI 26 AI 30 ANNI 19 DAI 31 AI 35 ANNI 43 NON C UNET
% % %

9. I CORSI PREMATRIMONIALI SONO UTILI? 58 PER NIENTE 30 POCO 12 ABBASTANZA


% % %

4. QUALE DELLE SEGUENTI SOLUZIONI


QUELLA ChE FA PER TE?

10. QUAL LA CAUSA PRINCIPALE DEL BOOM


DI SEPARAZIONI E DIVORZI?

30

70

MATRIMONIO SUBITO

CONVIVENZA PRIMA E MATRIMONIO POI

5. MATRIMONIO CIVILE O CRISTIANO? 74 CRISTIANO 26 CIVILE


% %

8 6

25 25

36

LA SUPERFICIALIT CON CUI SI COMPIE IL GRANDE PASSO

% %

VENUTO MENO IL CONCETTO DI SACRALIT DEL MATRIMONIO LA NOSTRA SOCIET IN CRISI DI VALORI

LA LEGGE VISTA COME UNA SCAPPATOIA LEMANCIPAZIONE FEMMINILE

11. LA MODERNIT hA MODIFICATO I RUOLI DELLUOMO E DELLA 10 40


NO

6. COMUNIONE O SEPARAZIONE DEI BENI? 75 COMUNIONE 25 SEPARAZIONE


% %

DONNA ALLINTERNO DELLA VITA MATRIMONIALE E FAMILIARE?

50

S, IN MEGLIO

S, IN PEGGIO

7. SEI GENITORE O DESIDERI DIVENTARLO? 100 SI 0 NO


% %

12. SEI FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DA PARTE DELLO 4 96


NO
%

STATO DI COPPIE OMOSESSUALI ATTRAVERSO UNIONI CIVILI?


S

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Dir. San. Dr. Enrico Filippini


DIETOLOGIA - MEDICINA ESTETICA - ANDROLOGIA

ANDROLOGIA
Doppler del pene, piccoli interventi e terapie rivitalizzanti Incurvamento penieno, nuove frontiere terapeutiche Visite per allungamento e ingrossamento del pene Disfunzioni della sessualit

Dr. Davide Tonini


CHIRURGIA PLASTICA ED ESTETICA - LASERTERAPIA

Dr. Michele Tonini


PATOLOGIE VASCOLARI - ANDROLOGIA

T E S T AVA N Z AT I
Test intolleranze alimentari-stress ossidativi rischio cardiovascolare Telecardiometria

MEDICINA ESTETICA CORPO


Trattamenti cellulite con veicolazione trans-dermica, laser-lisi termage e mesoterapia omeopatica e controllo alimentare Test intolleranze alimentari-stress ossidativi rischio cardiovascolare Infiltrazioni per lo scioglimento di adiposit localizzate Trattamento capillari con laserterapia o sclerosanti Laser depilazione corpo

LASERTERAPIA
Trattamento capillari con laser o mousse Laser depilazione corpo Laser trattamento couperose - macchie - angioma Radiofrequenza termage Laserterapia anticellulite

V I S O / M A N I / D E C O LT
Diagnostica morfologica Rivitalizzazione con vitamine ialuronico con aminoacidi Pulizia viso con peeling chimici e meccanici Trattamenti multi-rivitalizzation con veicolazione e botomask Trattamenti ad effetto immediato con fillers non permanenti Laser trattamento couperose - macchie - angioma Tattoo semipermanenti Radiofrequenza termage

DIETOLOGIA
Diagnostica morfologica Diete personalizzate - Terapie mediche di supporto di ultima generazione Test di intolleranza Tecniche di supporto comportamentale Dimagrimenti localizzati Galenica personalizzata

FLEBOLOGIA
Trattamento capillari con laser o mousse Diagnostica doppler e visita vene Trattamento vene varicose, ulcere, linfedemi e mesoterapia Piccoli interventi chirurgici ambulatori in anestesia locale

VISITE MEDICHE PER


Protesi seno e correzioni Chirurgia delle calvizie Lipoaspirazione pneumatica Addominoplastica Minilifting viso Correzione naso e orecchie a sventola Allungamento e ingrossamento del pene Blefaroplastica (occhi) Piccoli interventi chirurgici ambulatoriali in anestesia locale

ENDOCRINOLOGIA
Disturbi legati alla menopausa Irsutismo - trattamento acne e alopecia Disfunzioni della tiroide Obesit

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AMBULATORIO CHIRURGICO - PICCOLA CHIRURGIA AUT. ASL N.19/05

R
di LUCIANO PONZI
direttore generale Gruppo Ponzi Investigazioni

UBRICA

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STORIE INVESTIGATIVE STALKING


LA PUNIZIONE ASSICURATA
individuo, ma talvolta danno origine ad atteggiamenti ben pi raccapriccianti. Tra i casi da me trattati ricordo le minacce e gli epiteti scritti sui muri, i danneggiamenti pi o meno gravi al veicolo e allabitazione della vittima, culminanti talora nellaggressione fisica. Negli anni 80, quando io ero ancora un bambino, rammento un episodio particolare accorso a mio padre nei suoi cinquantanni di attivit. Il caso vuole che lo stalker in questione, dopo un susseguirsi di azioni intimidatorie nei confronti dellex convivente, un giorno riesca a intercettare la vittima alluscita del posto di lavoro; dopo un diverbio acceso, luomo estrae la spada da samurai che abitualmente adopera in palestra, essendo un esperto di arti marziali. Fortunatamente il pronto intervento degli investigatori intenti nel servizio di contro-pedinamento ha fatto venire luomo a pi miti consigli sino allintervento delle Forze dellOrdine. Ma attenzione, non sono solo uomini coloro che compiono lo stalking, i ruoli si possono invertire. Dal 23 aprile 2009 il reato di stalking, promosso in Italia dal ministro per le Pari opportunit Mara Carfagna, divenuto legge (decreto legge n. 11/09). La norma inserisce nel codice penale larticolo 612-bis, dal titolo
LINK UTILI

a vita bella, come recita il film di Benigni, ma riserva molte sorprese... secondo chi vi scrive oggi. Specialmente in un rapporto di coppia, succede che talvolta (per usare un eufemismo) non solo lo stato delle cose degeneri in situazioni spiacevoli, quali la separazione, labbandono e il divorzio, ma ormai sempre pi frequentemente accada che uno dei due partner diventi stalker. Questa nuova parola, entrata prepotentemente nel gergo quotidiano, deriva dal termine inglese stalking, che significa letteralmente perseguitare, e comprende una serie di comportamenti che travalicano la semplice molestia, che doveva essere reiterata e continuata e che in rari casi (rispetto al numero di querele di parte presentate) veniva accertata, con la conseguenza che la pena comminata risultava alquanto iniqua rispetto alle azioni perpetrate. La persecuzione implicita nello stalking avviene solitamente mediante ripetuti tentativi di comunicazione verbale e scritta, attraverso appostamenti, agguati, pedinamenti e intrusioni varie nella vita privata. Questi atteggiamenti possono nascere dalla rottura di una qualsiasi relazione interpersonale e chiunque pu esserne vittima: nel 55% dei casi avviene nella relazione di coppia, ma un buon 25% dei casi riguarda la convivenza di condominio. Lazione dello stalker pu avvenire tramite linvio di lettere, biglietti, email, sms e oggetti non richiesti, gi di per s fastidiosi e minanti uneventuale neo relazione affettuosa, oltre che la serenit quotidiana di qualsiasi

atti persecutori, che prevede, salvo che il fatto costituisca pi grave reato, la reclusione da sei mesi a quattro anni per chiunque, con condotte reiterate, minacci o molesti taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero ingeneri un fondato timore per lincolumit di una persona o di un suo prossimo congiunto o di altra persona alla medesima legata da relazione affettiva, ovvero compia azioni tali da costringere la stessa ad alterare le proprie abitudini di vita. Altra differenza sostanziale, non di poco conto, rispetto al reato di molestia, che attualmente si pu procedere dufficio in situazioni di particolare gravit e non pi solamente su querela di parte. Di fatto, larticolo introdotto costituisce un perfezionamento della gi esistente norma sulla violenza privata e delinea in modo pi specifico la condotta tipica del reato. In conclusione, il consiglio per i candidati stalker di non mettere in atto siffatte condotte scorrette, perch ora saranno puniti; mentre per le vittime di questa ingiustizia di non tacere, mai, ma di denunciare i fatti alle autorit competenti, anche avvalendosi di professionisti grazie ai quali poter dimostrare le proprie ragioni.

Numero verde Antiviolenza Donna - 1522 http://www.pariopportunita.gov.it Il Dipartimento per le Pari Opportunit ha attivato, a partire dal 2006, unazione sperimentale per lemersione e il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne: il progetto Arianna.

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OSTUME E SOCIET

LACCOGLIENZA SALVATA DALLE ESCORT IMMIGRATE


Alla cittadina benacense andata la palma dellospitalit e della tolleranza per una comunit dove immigrazione fa rima con integrazione e dove sicurezza si coniuga con coesione. Ma la cosa singolare che siamo di fronte a un boccaccesco paradosso, declinato allitaliana, pi moderato di quello delle iberiche Ibiza-Formentera e pi misurato rispetto a quello dellellenica Mykonos. Si tratta della accoglienza salvata da 2.000 Gradisca felliniane, ma si potrebbe dire Bocche di rosa deandriane o escort decameroniane.
di ALESSANDRO ChEULA

DESENZANO,

i sicuro non pi un paese per fariseismi benpensanti e buonsensai. La cittadina benacense si aggiudicata il primato per il miglior tessuto sociale, vale a dire la capacit di integrare linserimento di extracomunitari aumentando nel contempo il tasso di consenso, sicurezza e coesione sociale. UN PAESE PER GIOVANI (E PURE PER VECChI) Una peculiarit che si deve, oltre alla sapienza politica della maggioranza di centrodestra guidata da Felice Anelli, alla variet multietnica e alla tollerante disponibilit cosmopolita dei desenzanesi (nonostante qualche comprensibile epidermica e transitoria insofferenza). Comprese ci si consenta il bonario provocatorio paradosso le circa 2.000 escort che, secondo

attendibili stime delle autorit di Polizia di Brescia, fanno di questa ridente cittadina una delle capitali europee della mondanit privata a pagamento e del piacere a domicilio su appuntamento. Stima vigente fino a un anno fa che, detto per inciso, oggi appare eccessiva poich la crisi arrivata anche qui dimezzando il mercato del sesso. Mercato, tuttavia, che non illegale perch non reato, essendo tale non lesercizio a casa propria ma ladescamento sulla pubblica via. Attenzione, non parliamo di capitale del sesso o capitale del vizio e altre grottesche amenit da esercito della salvezza di ottocentesca memoria o da scandalismo morboso. N intendiamo minimamente adombrare o giustificare risvolti pi odiosi quali la droga o optional pi scabrosi quali i transessuali. Intendiamo semplicemente alludere a una realt la cui diffusione non va ipocritamente nascosta bens riconosciuta come fenomeno di massa, al pari di qualunque altro

fatto socialmente e statisticamente rilevante. Daltra parte perch non potrebbero fare quello che fanno, purch con tutta la discrezione della privacy e delle buone maniere, le ospitali ospiti della pi che ospitale comunit desenzanese? Le quali, particolare non trascurabile, pure in tempo di crisi e penuria di consumi portano soldi e contanti ai commercianti dei negozi e delle boutiques della zona, contribuendo non poco a fare di Desenzano la piccola Montecarlo del basso Garda? IL BUON GIORNO SI VEDE DAL MATTINO A Desenzano c un mistero gaudioso, non solo gaudente, che nemmeno la epidermica bench raffinata sensibilit di una scrittrice desenzanese quale Camilla Baresani, da tempo culturalmente tributaria dello snobismo autereferenziale della grande metropoli (vive e lavora a

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Milano), riuscita a interpretare. un mistero molto provinciale che, paradossalmente, si spiega proprio alla luce di un inguaribile e indefettibile provincialismo. un fenomeno gaudioso, ma pur sempre misterioso, che conferisce alla cittadina benacense unaura di sottesa e ludica trasgressione nonch di giocoso e alluso anticonformismo. Non taciuto ma sottaciuto, non espresso ma tacito, non professo ma ammesso, non negato bens alluso e di fatto coralmente tollerato. Ossia mille miglia lontano dalla falsa pruderie e dal farisaico moralismo della provincia veneta di Signore e Signori, il noto film di costume degli anni Sessanta del grande Pietro Germi. Ebbene, se vero che linclusione e laccoglienza sono compatibili con la sicurezza, come dimostra il caso di Desenzano, perch non riconoscerle, oltre alla palma di Comune pi virtuoso in fatto di integrazione, anche il primato di comunit pi solidale? Solidariet che in tempi di crisi dovrebbe essere, a maggior ragione, pi sentita e gradita? I DUE OPPOSTI CAMPANILISMI La capitale del Basso Garda lombardo-veneto (omologa e opposta a Riva, capitale dellAlto Garda austro-centrico e asburgo-dipendente) vince in fatto di immigrazione e integrazione grazie alle sue responsabili maggioranze. Ieri la Giunta di centrosinistra, oggi quella di centrodestra (in questultima spiccava fino allanno scorso una Lega molto ortodossa quanto a spirito padanocentrico e particolarista). Una buona notizia che si deve in primo luogo, giova ribadirlo, alla equidistante e sorniona saggezza di un sindaco di lunga lena quale Felice Anelli, campione di paziente mediazione consociativa e consensuale da Prima Repubblica. E in secondo luogo alla stessa societ desenzanese. Ma come possibile che una media cittadina stretta tra due opposte tentazioni localiste e isolazioniste, quella padana e quella austro-atesina, sia divenuta campionessa dellintegrazione cosmopolita ed extracomunitaria? La risposta nei fatti. Desenzano oggi un mix, una miscellanea, un miscuglio di culture e sottoculture portate da migliaia di cittadini inurbati provenienti dalle pi diverse localit italiane. Una citt ibrida n solamente industriale o commerciale, n interamente agricola o terziaria, n esclusivamente secondaria o turistica ma tutte questa cose insieme divenuta un esempio di tollerante modernit inclusiva e di accoglienza antisegregativa proprio perch multietnica, multiculturale, multivaloriale.

IL MELTING POT DI UNA COMUNIT PROVINCIALE Certo, il rifiuto di pregiudizi non ancora una mentalit, cio una cultura collettiva e condivisa consapevolmente ammessa e apertamente riconosciuta, ma comunque una attitudine vissuta, unabitudine assuefatta e un costume praticato nella vita di ogni giorno. Questo ci che conta. Ecco perch sbaglia la sociologia di Camilla Baresani. Nel non capire che proprio il melting pot desenzanese la prima ragione della esemplare civilt e modernit di questa localit. Ci vorrebbe un De Rita, il presidente del Censis, o un Renato Mennheimer o un Aldo Bonomi dellAaster, per decifrare in tutte le sue sfumature il mistero gaudioso di questa cittadina che molti fogli daccatto qualificano con le convenzionali desuete locuzioni di capitale del sesso o del vizio. Anche Camilla cade nella trappola moralistica quando scrive di Desenzano come regno delle discoteche e delle griffes, dei disco-bar e dei gay, dei drogati e delle prostitute. E allora? La realt bella perch varia, diceva un vecchio ancorch corrivo adagio dei nostri nonni. Certo la droga va duramente combattuta, ovviamente, e le prostitute bandite dalle piazze e dalle pubbliche vie, ma da qui a parlare di costumi perversi depravati, debosciati, dissoluti o dissipati che dir si voglia ce ne corre. Chiusura mentale dei cittadini, scrive ancora Baresani. E quando mai, se nello stesso breve commento comparso su Panorama dello scorso dicembre la scrittrice benacense ammette che tra volontariato, onlus, ospedali e scuole (quindi non ci sono solo droga e prostitute, ndr.) la comunit di quelle che tendono a integrare? IL PICCOLO MONDO ANTICO ChE NON C PI Camilla Baresani, con tutta la sua modernit da rotocalco in carta patinata, sembra rimpiangere una Desenzano che non c pi e che appartiene ormai alle lastre fotografiche dellArchivio Negri. Intendiamo quel piccolo mondo antico, ben illustrato dalle struggenti evocazioni di Tullio Ferro, che a cavallo degli anni 40 e 50, prima del boom economico, era fatto di comunit autoreferente e piccola borghesia impiegatizia, di pescatori dacqua dolce e turisti della domenica. Quando cera la ferrovia a vapore che sbuffava fino alla Maratona vomitando ai d di festa il turismo popolar-pendolare che sciamava lungo il viale della stazione per andare a crogiolarsi alla spiaggia dOro con le borse a rete dalla cui larghe maglie spuntavano panini imbottiti e bot-

tiglie di Idrolitina, la gazzosa fatta in casa. Anche chi scrive, essendo desenzanese di nascita ma non di adozione, ricorda con nostalgia quellangolo di melanconico romanticismo lacustre, stretto tra le Grotte di Catullo e il Vittoriale degli Italiani, tra la penisola di Sirmione e la Rocca di Manerba, tra il Baldo e le rocce a picco della costiera gardesan-amalfitana, con i chioschi di arance lungo i tornanti e gli irripetibili straordinari chiostri delle limonaie della costa, prima che le immissioni delle fredde acque del Sarca nei primissimi anni 50 modificassero per sempre il microclima di uno degli ecositemi pi belli del mondo, lEden caro a Goethe e Lawrence, a Kafka e DAnnunzio. Per non dire di un altro Novecento, quello dei successivi anni 30, la nostra piccola provinciale Belle poque da mondanit felliniana, quellamarcord da Grand Hotel non di Rimini ma di Gardone Riviera. Quel mondo da Giardino dei Finzi Contini, il libro di Giorgio Bassani che parla dei liceali di Ferrara e delle splendide timide riservate liceali coi capelli ondulati e le camicette bianche, non c pi. Quel piccolo indimenticabile mondo di pescatori e barconi a vela, di piroscafi Italia e ferrovie a vapore, di turismo della domenica e di caccia al tesoro sul monte Corno, quel mondo scomparso per sempre. Era il microcosmo che ruotava intorno al liceo Bagatta, la grande scuola di lite dove insegnavano professori del calibro di Marcolini e Svanini, di Cheula e Redivo che facevano lezioni peripatetiche come ai tempi di Aristetele portando a passeggio gli allievi sulle dolci pendici delle colline moreniche fino alla Villa del Sole, come ricorda lo splendido libro di Amelia Dusi pubblicato dalla Grafo. Le Gradisca di felliniana memoria sono diventate le tremila Gradisca dellUcraina e della Moldavia, della Romania e della Russia post-sovietica. La pi alta incidenza degli immigrati stabili, dicono infatti le statistiche su Desenzano, si deve allelevata percentuale di donne straniere, di cui le escort costituiscono, secondo le rilevazioni della Polizia, la quota pi numerosa. con questo nuovo mondo, con questa nuova societ multiculturale e multietnica che oggi dobbiamo imparare a misurarci e convivere. Come ha fatto, appunto, Desenzano, con il suo primato italiano di immigrazione e invadenza coniugato con sicurezza e accoglienza (e pure trasparenza). Senza pruderie, ossia senza ipocriti perbenismi n corrivi lassismi, ma con la stessa pacata e saggia tolleranza che valsa a Desenzano la palma di Comune pi accogliente e civile dItalia.
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IN EVIDENZA

LA FORMAZIONE INTERNAZIONALE ChE APRE LE PORTE DEL MONDO


PERCORSO GARANTITO DAI 3 AI 19 ANNI GRAZIE ALLA SINERGIA DI UN GRUPPO NATO A MILANO OLTRE 50 ANNI FA.
soli sei mesi dallinaugurazione del primo anno scolastico, International School of Brescia si sta gi affermando come struttura di primo livello per offrire unistruzione internazionale a tutti quei bambini che abbiano gi compiuto 30 mesi, mettendo a disposizione uno staff di insegnanti di primo livello che comprende sia madrelingua inglesi, sia insegnanti italiani. Il percorso formativo completo e arriva fino ai 19 anni di et. Il metodo di insegnamento dellistituto si basa sulla filosofia pedagogica di IBO (International Baccalaureate Organization) il cui titolo consente la portabilit in tutto il mondo. In questo percorso vi il supporto della International School of Milan, listituzione che nel 1958 ha dato inizio alla formazione internazionale in Italia e con la quale la realt di Brescia ha una collaborazione continuativa. I programmi scolastici sono gli stessi di quelli proposti dalla scuola ministeriale italiana, ma sono tutti tenuti in lingua inglese e promossi da insegnanti madrelingua. Infatti, seppur il sistema scolastico britannico alla
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INTERNATIONAL SChOOL OF BRESCIA:

base del metodo IBO, gli studenti ricevono unora e mezzo di insegnamento in lingua italiana al giorno (che comprendono tra le altre storia, geografia, matematica) garantendo cos una completa integrazione con il contesto locale e gli studi tradizionali. Nella giornata tipo di uno studente di International School of Brescia non vi solo lapprendimento dei programmi scolastici, ma il bambino viene stimolato ad aprirsi ad un mondo socio culturalmente pi vasto. Il dopo scuola prevede diversi momenti extra curriculari (dalle 15,30 alle 16,30) che vanno dallo sport alla musica, ma persino ad attivit artigiane. Al luned corso di cucina (cookery), al marted la pratica costruttiva (construction), mercoled e venerd sport: lezioni di nuoto presso la piscina di Rezzato e movimento allaperto - negli spazi del centro Don Orione che ospita la sede. Il gioved un vocal coach introduce i bambini al mondo della chitarra, del basso e della voce. Linsegnamento e lapprendimento nella scuola cercano di rispecchiare quanto pi possibile la vita reale. Gli studenti sono incoraggiati ad assumersi la responsabilit del proprio apprendimento e sono costantemente supportati nel processo dindipendenza. Mentre comunicano e collaborano con i compagni, gli alunni sviluppano quelle capacit e quei comportamenti, che saranno fondamentali nella vita di tutti i giorni, sia da bambini sia da adulti. Lambiente e le attivit sono curate in ogni dettaglio per offrire un contesto aperto, stimolante e multiculturale che si riflette nel motto dellistituto, alla base della sua filosofia e missione: for a world without frontiers, ovvero per un mondo senza frontiere. Con lanno scolastico 2010/2011 (le cui pre iscrizioni sono aperte fino al 28 febbraio 2009) si inaugura il 2nd grade, ovvero la classe con bambini tra i 6 e i 7 anni. International School of Brescia aperta a tutti i genitori che vogliano informazioni sullistituto, previa richiesta di appuntamento a info@isbrescia.it o al numero 030 - 2191182 (gli uffici sono aperti dal luned al venerd dalle 8 alle 17).

O
di RICCARDO MAFFEI

PINIONI

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LEMANCIPAZIONE SESSUALE
A 70 ANNI

ono in pizzeria. Solo. Talvolta mi piace pranzare solo. Si pu riflettere senza nessun disturbo, se non quello funzionale del cameriere, un time-out dallisteria che ammanta le nostre giornate. Accanto al mio tavolo, a portata di orecchio (lo ammetto, la mia curiosit mentale comanda ai miei padiglioni auricolari di intercettare ogni frase o bisbiglio) seduta una coppia. Lui, 65-70 anni, abbastanza arzillo, vestito con discreta eleganza indice di un buon tenore di vita, bresciano, come parlano i bresciani abituati al dialetto quando usano litaliano. Lei, circa 40 anni, bionda ossigenata,

originaria della Moldavia o Romania, bella donna, bel fisico, maglioncino color de trass come dice Jannacci, tacco e calze nere pochi denari. Lui sembra un liceale innamorato, rapito dalla passione che gli si legge negli occhi, sorride di continuo mentre le carezza la mano, ogni tanto controlla, toccandosi la tasca, se le pillole sono ancora l, no... non quelle del colesterolo, no... no... quelle azzurre. Lei molto carina, sorride, scherza, ride un po sguaiata alle sue battute, ogni tanto butta l un po di malizia, come solo la natura femminile sa ispirare, sembra affascinata e contenta del suo pranzo. Innamorata? Forse no, ma non

il patron di Playboy hugh hefner (83 anni) con la sua playmate holly Madison (31).

determinante, perch come diceva unamica nordafricana: Poi la passione passa e rimane laffitto da pagare, ci vuole sicurezza. Ho cominciato ad appassionarmi, ed ho cercato di costruirmi i retroscena della vicenda. Lui, vedovo? Probabilmente no, separato magari da una megera, rompiballe, con le ciabatte di feltro e le calze color carne spesse un dito, semper gneca, sesso? cosel?, che parla sempre, che non va al ristorante se non con venti nipoti. E i figli? Sicuramente preoccupati, Ada che la casa del lac, ghe la lassa a chela l, per leredit o porzioni di quella. Poi diranno, moglie e figli, che la strega dellEst lo ha circuito, che vuole i suoi soldi, che lui l rimbambit e via discorrendo... Lei, probabilmente, un passato nella campagna moldava o rumena, cresciuta nella miseria dei paesi comunisti, un matrimonio fallito alle spalle, un marito magari violento, vissuta senza molte attenzioni, a lottare ogni giorno per crescere i figli con la forza delle madri dellEst. Alla fine, a prescindere dal pensiero comune, banale e morale, ho visto un uomo felice, con gli occhi brillanti, godersi una donna che gli piace, gentile, sorridente e forse in quel momento sincera, nella sua ricerca di tranquillit e certezza, una nuova giovinezza, un nuovo innamoramento a 70 anni, come se ricominciasse la vita anche quella sessuale (grazie anche alla pillola blu). Non infrequente incontrare queste coppie, le leggo come un grande processo di integrazione, basato sullo scambio di reciproca gioia e serenit, un valore bello e positivo diverso dagli scenari che siamo abituati a conoscere dai telegiornali. Fin che dura.
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DALLO STATO ETICO AL


Due sono i macigni contro cui si scontra il rapporto tra etica ed economia: i licenziamenti e i morti sul lavoro. Letica non solo lessere, anche un dover essere, ma a forza di parlarne diventa unestetica, cio un apparire.
di ALESSANDRO ChEULA

MERCATO ETICO
SECONDA PARTE
ltro aspetto di grande rilievo dellenciclica Caritas in veritate il suo contenuto socio-economico dal punto di vista della dottrina sociale della Chiesa, nel solco di un coerente e conseguente filone teologico che va dalla Rerum Novarum alla Populorum Progressio di Paolo VI (molti sono i richiami a questultima). Letica vale per quello che costa, non per quello che rende, anche se pu rendere pi di quanto costa, cio pu coincidere con linteresse dellimpresa in senso lato (ma non altrettanto e non sempre col profitto stretto dimpresa). Legittimare letica presentandola come uno strumento funzionale al profitto, o gabellandola come un coefficiente atto a moltiplicare

il profitto, pu essere fuorviante quando non illusorio e ambiguo. Letica non , n pu essere, un mezzo per la creazione di valore, moderno eufemismo per definire ci che un tempo veniva chiamato pi prosaicamente massimizzazione del profitto. Letica aziendale un fine al quale adeguare il mezzo, non un mezzo al quale adattare il fine. Devo cercare di renderli compatibili, ma il loro rapporto deve essere compatibilmente funzionale, non pu essere meramente strumentale. Come il profitto non sempre strumentale alletica, questa non sempre funzionale al profitto. Il loro rapporto, ripetiamo, sempre sofferto, a volte conflittuale e altre concorsuale, ma sempre precario, mai dato una volta per tutte, perch sono due valori di natura diversa: letica un valore morale, il profitto un valore venale. Gli slogan tipo valore e valori, primato della persona, centralit delluomo, responsabilit sociale dellimpresa, cio le diverse declinazioni di un problema serio quale il rapporto tra etica e economia, rischiano di diventare banalizzazioni propagandistiche a causa della loro inflazione mediatica. CREAZIONE DI VALORE O MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO? Per inciso, la creazione di valore (una volta si diceva massimizzazione del profitto) per gli shareholder, gli azionisti, richiede come contropartita la minimizzazione del vantaggio per gli stakeholder (dipendenti, clienti, fornitori, creditori in genere) per il semplice fatto che non possibile una contemporanea e concomitante moltiplicazione dellutile per entrambi. La crisi
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economica epocale che ha investito lOccidente ne una conferma. Crisi partita, mai dimenticarlo, dalla decantata patria dello sbandierato calvinismo, declinato nelle diverse forme dellutilitarismo alla Bentham, del liberismo alla Smith, del mercatismo alla Von Hayek, del globalismo economico. I figli di tale esasperata cultura manageriale, funzionalmente responsabilizzata ma giuridicamente deresponsabilizzata, grazie alla rigida separazione tra propriet e gestione sono di fatto divenuti padroni delle public company, le grandi societ a propriet diffusa, facendo strame delletica calvinista dei loro padri. Una delle cause della crisi , appunto, la ricerca del massimo profitto per gli azionisti (shareholder), eufemisticamente chiamata creazione di valore, da parte dei Ceo delle grandi societ quotate. Massimo profitto come condizione necessaria della permanenza al potere dei manager che ne assicurano la realizzazione. Ebbene, se in tempi di crescita dei mercati e di espansione della domanda pu esserci posto per tutti, in tempi di bassa congiuntura o peggio di crisi la ricerca del massimo profitto per gli azionisti non pu che avvenire a scapito degli altri aventi diritto, gli stakeholder, siano essi fornitori, dipendenti, clienti o creditori. In buona sostanza, se voglio aumentare lutile di bilancio per dare pi dividendi agli azionisti e pi valore alle azioni, posso farlo esemplifichiamo banalmente e grossolanamente ma didascalicamente a condizione di pagare in ritardo i fornitori, aumentare i prezzi per i clienti, compensare poco i dipendenti, far aspettare i creditori e spuntare bassi tassi coi banchieri. Ma, anche ammesso e non concesso che in alcuni momenti di crescita sia possibile conciliare il profitto degli shareholder con linteresse degli stakeholder, letica in quanto asset immateriale pur sempre un investimento, cio un costo, e come tale da mettere in carico al conto economico. Si parla troppo di etica, tanto che a furia di discuterne sta diventando una nuova estetica, quasi un compiacimento manieristico, una esibizione ritualistica, una ostentazione narcisistica. Ma lestetica esattamente il contrario delletica poich, da Aristotele in poi, per arrivare a Kant e Spinoza, letica lessere e lestetica lapparire. Certo che parlarne sempre meglio che tacerne, poich le parole preparano i fatti, ma se alle parole non seguono i comMESI 12FEBBRAIO 2010

portamenti siamo di fronte alla solita moda salottiera e alla scontata enfasi versiliberistica. Quasi una retorica di regime, se non fosse per il fatto che in Italia non esiste un regime, a meno che non si voglia considerare un regime quello berlusconiano (come qualcuno ai tempi della prima repubblica, il Pci di allora per non andare troppo lontani, considerava un regime quello democristiano). Ma a proposito di etica declamata e sbandierata, il dubbio proprio questo: pi che di una coerente e cogente istanza morale sembra trattarsi di una ennesima forma di falsa coscienza, un alibi per predicare bene e razzolare male. Non si allude a malafede o ipocrisia, ch la buonafede non manca per limprenditore che alletica crede davvero e si sforza di praticarla nella vita quotidiana. Si intende invece una piega mentale corriva ed una vulgata culturale massiva alla quale tutti si adeguano un tanto al chilo perch parlarne non costa nulla, trattando letica con disinvolta leggerezza alla stregua di uno slogan televisivo o una campagna promozionale. LESTETICA LOPPOSTO DEL DOVER ESSERE Ripetiamo a costo di essere noiosi: letica, a forza di parlarne, diventa una estetica. Non passa giorno che non si assista a un dibattito, un convegno, una conferenza, una tavola rotonda sulletica. Etica in tutte le salse, per tutti i gusti, tutti i palati e tutti i significati: etica e mercato, etica e finanza, etica e industria, etica ed economia, etica e profitto. Per non parlare delletica di impresa e persino, udite udite, etica della Borsa o etica del commercio. Etica su misura, insomma, per tutte le taglie, tutte le stagioni e tutte le dimensioni. Etica come idolo, etica come feticcio, etica per tutte le tasche. La morale, dato che siamo in tema, una sola: pi se ne parla e meno la si pratica. Il contrario di ci che fanno i calvinisti (quelli veri, non i guru di Wall Street) che parlano poco di business ethics, etica degli affari, ma la praticano nei fatti rispettando il primo principio delletica: dare a Cesare quel che di Cesare prima di dare a Dio quel che di Dio (dare a Cesare costa assai pi che dare a Dio, anche se dare a Dio pu essere pi gratificante per il donatore). Sembra quasi, a sentire certe prediche sciamanti da certi pulpiti, che per qualcuno letica sia un alibi per non pagare le tasse (se ho gi dato a Dio basta ed avanza, non devo

dare a Cesare). Quando si sa benissimo che la prima forma di etica pagare le imposte, essendo questa lunica seria garanzia morale per la societ, cos come la prima forma di solidariet sociale versare i tributi secondo il proprio reddito e il proprio patrimonio, anche se sono ingiusti (certo, un conto il cittadino tassato, un altro il cittadino tartassato, e in tal caso si far una battaglia politica per modificare liniquit delle tasse, ma finch sono in vigore vanno pagate e non evase con la scusa che sono inique). Fa un po sorridere, infatti, sentire parlare di etica degli affari in un Paese dove il 30% delleconomia, essendo sommersa e quindi sconosciuta al Fisco e dunque evadendo le tasse al 100%, non pratica alcuna forma di etica ma fa esattamente il contrario. Ma, purtroppo, altro non potrebbe essere in un Paese dove ancor oggi buona parte dei contribuenti, non considerando levasione un peccato morale, non la considera nemmeno un peccato sociale (non parliamo di reato penale poich da noi nemmeno lo Stato la considera tale). ETICA DEGLI AFFARI O AFFARI DELLETICA? Ma giova tornare sulla utilit delletica. Per convincere gli impuniti a praticare letica, si arriva al punto di renderla accattivante fino a dire che letica conviene. Vale a dire che rende. Come dire che letica un affare. Chi sostiene che letica un affare solitamente colui che vuole fare affari con letica. Ammettiamo pure per ipotesi che letica conviene, cio che sia un affare, ma unetica che conviene che etica ? Una morale che non costa nulla che morale ? Se non costasse nulla tutti saremmo etici, senza scomodare n letica ispirata di Spinoza, n letica innata di Rousseau, n letica imperativa di Kant. Pare invece che non sia cos. Un conto lutilit delletica nel senso della sua socialit, ovvero della sua valenza sociale, un altro lutilit delletica nel senso della sua economicit, ossia della sua valenza economica. Le due utilit possono coincidere, ma fino a un certo punto, oltre il quale divaricano (come vedremo, il punto sui cui divergono sono i licenziamenti e i morti sul lavoro). Letica vale invece per quello che costa, non per quello che rende, come diceva il grande Giulio Bevilacqua, il parroco bresciano di via Chiusure che, pur fatto Cardinale e Principe della Chie-

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sa da Paolo Sesto, continu a vivere nella sua parrocchia in mezzo al suo popolo (ah, le sue vibranti invettive contro i soprusi e lingiustizia!). Parlare di etica come di una cosa che conviene o che rende una delle tante concessioni che anche la vulgata cattolica (non la Caritas in veritate, su questo punto assai rigorosa) sta corrivamente facendo alla religiosit edonista da new age, il nuovo immanentismo religioso, il nuovo secolarismo trascendente della societ del benessere, la nuova moda mondana che propone un Dio personalizzato su misura. Letica invece un costo, quando non un sacrificio, sia per le persone sia a maggior ragione per le aziende. Letica nellimpresa pu anche essere un asset patrimoniale ossia un investimento, ma come tutti gli investimenti ha un costo, tanto che va ammortizzato con un piano finanziario di rientro. Pu anche essere un costo capitalizzato che come tale va al capitale e non al conto economico, e pure in questo caso tassato. Ma anche nel caso convenisse, vorrebbe dire unetica che ti fa guadagnare di pi. Unetica funzionale al profitto. Ripetiamo: che etica quella che massimizza il profitto? Quella delle sette cristiane fondamentaliste americane che piacciono molto ai crociati di casa nostra, le stesse che un tempo giustificavano o tolleravano lo schiavismo? LICENZIARE ETICO, PUR SE NECESSARIO? Infine, etica e mercato sono compatibili ma fino a un certo punto. In economia ci sono cose economicamente giuste ma eticamente sbagliate. Licenziare, ad esempio, economicamente giusto ma eticamente sbagliato. Andate a spiegare a un lavoratore che ha perso il posto che il suo licenziamento moralmente giusto. Tenere manodopera in soprannumero, al contrario, pu essere eticamente giusto ma di sicuro economicamente sbagliato. La Caritas in Veritate non ne parla, ma i licenziamenti costituiscono il discrimine su cui etica ed economia si separano. Anche qui c etica e etica. Secondo letica calvinista, in base alla quale ci che giusto economicamente giusto anche moralmente (la moralit di unazienda sta tout court nella sua economicit) licenziare moralmente giusto purch economicamente necessario. Per inciso, il calvinismo cristiano basti ricordare Letica protestan-

te e lo spirito del capitalismo di Weber lideologia pi adatta al capitalismo avendo risolto alla radice il conflitto tra etica ed economia legittimando sul piano teologico quello che lebraismo ha sempre praticato sul piano economico; per questo ebraismo e calvinismo sono, sul piano della prassi del mercato, parenti stretti, e sempre per tale ragione la cultura finanziaria americana stata plasmata dalla cultura ebraica. Ma in base alla morale cattolica, secondo cui la moralit di unimpresa non sta solo nella sua economicit ma anche in un dover essere che la trascende e talvolta la contraddice, licenziare o dovrebbe essere moralmente sbagliato, anche se purtroppo necessario. A meno che anche i cattolici non si convertano al calvinismo e alla sua predestinazione, secondo la quale il povero pu anche andare nel regno dei cieli ma il ricco ci va di sicuro poich la ricchezza segno della grazia divina, un po come i buddisti dicono che la ricchezza sintomo di un kharma positivo (domanda: anche la ricchezza frutto di droga, di latrocinio o di assassinio?). Ma convertirsi al calvinismo significa pagare le tasse, poich per i calvinisti, giova ripeterlo, bisogna prima dare a Cesare e poi a Dio. Dare a Dio, sia detto con tutto il rispetto per chi lo fa, di solito costa assai meno che dare a Cesare. Anche perch lo si fa di nascosto senza rendere conto a nessuno, salvo a Dio stesso. E I MORTI SUL LAVORO? Ecco un altro grande e drammatico tema al di l del giudizio sulle responsabilit dellimpresa e su quelle del lavoratore su cui il rapporto tra etica ed economia, tra morale e profitto viene messo a dura prova. Anzi, che coinvolge nel modo pi diretto e purtroppo tragico, ben pi che nel caso dei licenziamenti, il risvolto etico dellattivit economica. La Laborem exsercens di Giovanni Paolo II se ne era occupata esaustivamente, assumendo in tutta la sua lacerante attualit la tragedia dei morti sul lavoro, ma la Caritas in Veritate non ne fa cenno, considerando pi impellenti e urgenti temi come la fame nel mondo, le malattie e le carestie, cio i grandi flagelli dellumanit. Ma i morti sul lavoro sono un flagello anzi una piaga della modernit, come i morti sullasfalto e come la droga, laids, lalcolismo, la pedofilia, la criminalit organizzata, il terrorismo economico, il terrorismo politico e limmigrazione

clandestina (ovviamente senza identificarla con la criminalit). Anche in chi affronta il problema in buona fede come noi stiamo facendo in queste note c sempre una certa malcelata insofferenza, un certo inconfessato imbarazzo a parlare di morti sul lavoro. Una rimozione di cui tutti siamo vittime non per cinismo o indifferenza ma per il contrario, ossia lassunzione non passiva n remissiva eppure rassegnata non tanto della tragica fatalit del fenomeno quanto della sua natura ancora in gran misura inevitabile. Pur coscienti rimuoviamo il problema e pur consapevoli giriamo la testa dallaltra parte. Intendiamo non gi morire sul lavoro, ch pu capitare a chiunque, anche a chi fa un lavoro non a rischio o chi siede alla scrivania o chi va al lavoro in automobile, ma morire di lavoro, vale a dire per quel tipo di lavoro oggettivamente e statisticamente pi pericoloso di altri: asfissiati in miniera o stritolati da un autocarro, cadendo da una impalcatura o schiacciati sotto una pressa, contagiati da un virus in laboratorio o bruciati vivi dalle fiamme di un forno. Lavorare per morire, insomma, non per vivere. Vivere per morire o, peggio, morire per vivere. Questo la reale ingiustizia, lautentica iniquit, il vero spartiacque, il profondo crinale. Questa la cesura, incolmabile pi ancora dei licenziamenti, tra etica ed economia. Questo il macigno contro cui si infrange non solo il rapporto tra etica ed economia, tra etica e profitto ma anche il supposto primato della persona. Cesura incolmabile perch, al di l della buona fede e delle migliori intenzioni dei soggetti coinvolti, sia imprenditori che lavoratori, il livello dello sviluppo tecnologico, del processo produttivo e della realt socioeconomica che ancora non consente il superamento del problema. E forse non lo consentir mai completamente. Morti sul lavoro purtroppo ci sono sempre stati e ce ne saranno ancora (sempre?) ma ci non toglie che sul piano etico sia un fenomeno inaccettabile, pur facendo parte della realt della vita umana e delle sue fatalit. Anche qui si misura il rapporto tra verit e carit, mediato dalla giustizia, sociale in questo caso. Ma questo un tema grande e difficile che lasciamo alla riflessione di ognuno. Nessuna enciclica, infatti, ci ha finora illuminato su questo argomento. Come nessun pensiero laico ancora in grado di farvi fronte.
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OST-IT

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Pelo e
di IMMANU

EL

A2A: UN CAPOLAVORO DI ChIAREZZA


In queste ultime settimane A2A ha inviato a centinaia di migliaia di famiglie, milanesi e bresciane una lettera che merita di essere trascritta quasi integralmente. Gentile cliente, come noto, la sentenza della Corte Costituzionale n. 238 del 24 luglio 2009 ha innovato ulteriormente la materia della Tariffa di Igiene Ambientale. In particolare, secondo la Corte, la Tariffa presenta le caratteristiche del tributo per la struttura autoritativa e non sinallagmatica, la determinazione normativa e non contrattuale della fonte del prelievo, i criteri di commisurazione che eccedono elementi strettamente disponibili dallinteressato, la funzione di coprire i costi dei servizi di smaltimento di rifiuti prodotti o producibili dal singolo soggetto passivo che si pu avvalere del servizio A tale qualificazione consegue la legittimit della competenza in capo alle Commissioni tributarie e la non assoggettabilit della tariffa allapplicazione dellIVA. In assenza di norme che eseguano ogni aspetto del dettato della sentenza ed in considerazione della vigenza del regolamento comunale istitutivo della TIA vigente nel comune in cui Lei risiede, la Scrivente continuer a riscuotere la TIA incrementata dellIVA... Sar cura della Scrivente, non appena saranno emanate le disposizioni esecutive della sentenza, provvedere ai rimborsi di eventuale gettito non dovuto, a fronte delle idonee istanze a tal fine pervenute, nei modi e nei tempi che le disposizioni stesse vorranno indicare ai gestori. Tutto chiaro, vero? Chiaro un corno, diranno tutti i clienti che non sono magistrati di Cassazione, e nemmeno avvocati, ma normalissimi impiegati, operai, docenti universitari, ingegneri, artigiani, commercianti, industriali, pensionati, vedove, insomma tutto quel popolo che vive di onesto e dignitoso lavoro, che ha i problemi dei figli, dei nipoti, della scuola, del lavoro, dei clienti, della Cassa integrazione. Una cosa chiarissima, invece, ed la seguente. C qualche illuminato estensore di testi, in A2A, il quale: - pensa che la gente normale sappia bene cosa fa la Corte Costituzionale ed esordisce scrivendo com noto; - non vuole assumersi alcuna responsabilit di pensare, di riflettere, di decidere, e quindi invia a qualche milione di persone una lettera assurda, incomprensibile per tutti o quasi; - pensa che, in assenza di norme esecutive (ma la sentenza della Corte Costituzionale carta straccia?), A2A debba continuare ad incassare la TIA (chiss, forse voleva scrivere zia, avranno pensato in tanti) con lIVA; - comunica, infine, questo dotto burocrate, che A2A rimborser gli aventi diritto del gettito (non era lIVA?) eventualmente non dovuto, previa idonea istanza nei tempi, nei modi e nei termini Brunetta avr molto da lavorare, per la semplificazione. Ci vuole altro che i girelli! Ci vorrebbe, in questo caso, che Presidenza, Consiglio di Amministrazione, Direzione generale, Consiglio di gestione, Consiglio di sorveglianza (accidenti, quanti!) esaminassero il fatto, per accertare se si tratta della sprovvedutezza di un singolo funzionario, oppure se A2A tutta gestita cos, e corressero ai ripari. Cominciando con una lettera di scuse ai clienti, poi con lassicurazione che i rimborsi saranno automatici per chi ne ha diritto, infine con lassunzione di responsabilit sul da farsi, altrimenti sono sufficienti impiegati di concetto, loro che ci stanno a fare? Ed infine, i bresciani che sono nei vari Consigli di A2A, come conciliano la tradizionale concretezza della brescianit con queste assurdit? Non erano informati, probabilmente. Ma allora, cosa sorvegliano, o cosa possono sorvegliare? Ed ora che sanno, cosa faranno? Ahinoi, bei tempi, lASM!

CONFARTIGIANATO SENZA OPERAI


Il presidente di Confartigianato ha dichiarato che le aziende artigiane non sono riuscite a trovare, nel 2009, 24.000 lavoratori disposti a lavorare nelle loro aziende. Strano paese, il nostro. Se il dato esatto, e non c motivo di dubitarne, qualcosa proprio non va. Teniamo in Cassa Integrazione 25.000 persone a Brescia ma in Italia la musica non cambia mentre gli artigiani non trovano lavoratori. Intanto cresce il lavoro nero, la stima dellevasione fiscale ci colloca tra i primi al mondo, tra i paesi sviluppati. Si parla di 100 miliardi di euro allanno. Recuperandone soltanto la met, per tornare tra gli evasori normali, con una lotta vera allinflazione, quante riforme si potrebbero fare? Anche fiscali, con le due sole aliquote ed il disboscamento delle 1.843 imposte che pare esistano in Italia, anche sullaria (e non un modo di dire)!
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CONOMIA

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LITALIA CHE PRODUCE


Lobiettivo riunire in un unico soggetto le Associazioni di rappresentanza della piccola impresa dellArtigianato e del Commercio.

METTA INSIEME LE SUE FORZE


chi di ridimensionare o comunque non sviluppare oltre la propria attivit e chi invece ha potuto o dovuto, ha chiuso! LItalia delle occasioni mancate, delle capacit sotto utilizzate per ad una svolta o forse ad un ultimo sussulto di orgoglio nel rendere pubblico il proprio malumore. Non pi disposta a deleghe in bianco. Lo hanno detto in una assemblea nei giorni scorsi gli artigiani di Besnate, in provincia di Varese, ma lo si sente dire ormai un po dovunque nelle botteghe, nelle officine, nei laboratori, dove si respira unaria non pi di rassegnazione ma di determinata consapevolezza, che arrivato il momento che ognuno dedichi parte del proprio tempo impegnandosi in prima persona nella cosa pubblica. E se vero, quindi, che nei momenti di crisi che si determinano i grandi cambiamenti, allora il momento giusto per riunire in un unico soggetto le Associazioni di rappresentanza della piccola impresa dellArtigianato e del Commercio, definendo da subito una linea di intervento attraverso un patto con la politica che definisca metodi e tempi di intervento su burocrazia, accesso al credito,termini di pagamento,tassazione. E se qualcuno intravedesse un ritorno al collateralismo, ebbene se questa la strada per dare risposte allItalia che produce, la si percorra, la posta in gioco troppo alta per perdersi nei dettagli, ne va della sopravvivenza del sistema economico della nostra Nazione.
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di ENRICO MATTINZOLI

l futuro delle nostre imprese sempre pi legato alle riforme strutturali del paese. una frase che abbiamo sentito ormai alla nausea e ripeterla, o sentirla ripetere, da una parte significa che non abbiamo perso la speranza, ma dallaltra ci mette di fronte alla realt quasi immutata delle difficolt del fare impresa in Italia. Se vero che nei momenti di crisi che si adottano provvedimenti straordinari per contrastarla, sarebbe ovvio pensare, ad esempio, che alcuni fardelli allinterno della burocrazia che appesantiscono limpresa da sempre potrebbero essere eliminati con pi semplicit. Ma forse proprio questo il problema, in un paese dove validare un biglietto del treno viene ancora definito obliterare come si pu pensare di semplificare? Pare quasi che vi sia una sorta di paese nel paese e che accanto a uno che produce ve ne sia un altro che cerca di complicarne il percorso. Forse questo il motivo per il quale i nostri imprenditori sono cos bravi: alla loro creativit, al loro impegno e determinazione aggiungono una capacit di adattamento che li rende unici nei paesi industrializzati. Ma, questo non basta pi, il sapersi districare nel mezzo delle difficolt create non pi sufficiente. E allora c chi ha deciso di spostarsi oltre confine (pare che nella vicina Francia, non in Marocco, per ottenere una concessione edilizia bastino dai 30 ai 40 giorni),

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IN EVIDENZA

i gaDgets cHe Danno visiBilit


remium Promotion lultimo importante anello di una catena di aziende storiche che, dal 1921, fanno del regalo la propria professione. Abbiamo parlato di questa realt bresciana con il proprietario Marco Rizzotti. In quale settore collocabile lattivit di Premium Promotion? Rientra nellarea della cosiddetta pubblicit tramite loggetto, legata ad oggetti semplici da usare, utili e personalizzabili, che possono fornire un prezioso aiuto a qualsiasi azienda in termini di promozione. Un regalo mirato, infatti, pu diventare un ottimo biglietto da visita, un modo per non farsi dimenticare ed essere tutti i giorni sotto gli occhi di chi si vuole raggiungere. Indirizzate verso un particolare articolo il cliente o questi decide autonomamente? Dalla nostra ormai pi che ventennale esperienza traiamo suggerimenti che, esposti al cliente, vengono spesso seguiti e realizzati. Ecco perch io personalmente cerco di essere il pi presente possibile in azienda, per consigliare loggetto, i colori, il logo, che meglio giudico adatti ad ogni singolo cliente. Quali prodotti proponete ai vostri clienti?
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ERSONAGGI

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ROCK STAR
Gianluca Motta e Christian Marchi: nella vita Dee Jay. Pensieri liberi dalla consolle
DI SALVATORE SCANDURRA

LE NUOVE

ianluca un Disc Jockey bresciano dallo stile inconfondibile, capace di movimentare le notti di molti fra i club pi conosciuti e di tendenza sia in Italia sia allestero. Spiccano nella sua discografia remix di primo piano come: Shining Star di Get Far , Michael Gray Borderline e produzioni presenti nelle top-ten quali Up & Down, Traxx e lultima Not Alone suonata da tutti i top-deejay mondiali. Christian, mantovano, da 20 anni infiamma le consolle di tutto il Belpaese: Dj, remixer e produttore discografico, oggi considerato uno degli artisti pi eclettici e completi del suo settore. Tra i suoi lavori: Move On Original All, We Are Perfect (in classifica in Italia, Spagna, Polonia, Australia), Love SexAmerican Express (numero 1 in Italia e Spagna), Disco Strobe (nelle chart spagnole, polacche e al vertice in Italia). Abbiamo incontrato Gianluca Motta e Christian Marchi ad un dibattito organizzato in un liceo cittadino. Una buona occasione per parlare di giovani e musica. In stereo ovviamente. Avete gi collezionato successi internazionali e collaborazioni importantissime. Come avete iniziato? G.M: La passione c sempre stata, fin da piccolo, da quando avevo 10 anni e anzich ricevere giocattoli, mi facevo

regalare 45 giri. Linizio professionale per me stata la mitica domenica pomeriggio al Paradiso di San Polo, discoteca storica allepoca. C.M: Ho iniziato suonando con la tastiera Bontempi i pezzi che passava Dee Jay Television, poi la passione diventata realt e a 14 anni gi lavoravo in radio e suonavo in discoteca. Brescia mi ha sempre portato bene, ho realizzato qua i miei primi due dischi: uno con Graziano Fanelli, laltro con Gianluca Motta, Max Castrezzati e Riccardo Massetti. Spostate masse di giovani. Siete spesso in tourne allestero. Vi sentite del-

le rock star? G.M: Ho iniziato nel 92 e sicuramente la figura professionale negli anni cresciuta a livello esponenziale: siamo passati da essere considerati elementi di contorno del locale come baristi e buttafuori (senza nulla togliere) ad essere le vere attrazioni della serata. C.M.: Durante la serata sicuramente si, laccoglienza del pubblico tutto, e spesso ti porta anche a fartelo pensare, perch senti in prima persona tutta lattenzione su di te. Com cambiata la figura del Dee Jay negli ultimi ventanni?

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ERSONAGGI

G.M: Interagiamo molto di pi col pubblico rispetto a una volta, e le nostre serate sono sempre pi simili a concerti veri e propri. Oggi attorno alla figura del Dee Jay possono gravitare anche 80.000 persone. Numeri impressionanti solo pochi anni fa, che ci consentono di non limitarci pi a miscelare musica: il 90% dei pezzi della serata si basa su produzioni nostre. C.M: Siamo gli ospiti della serata, ma ognuno di noi ha un proprio filone musicale, un genere inconfondibile. Suoniamo le produzioni internazionali, ma molto anche le nostre. Qual il vostro genere, il vostro stile? G.M: Direi musica da ballo moderna, perch mi piace spaziare anche nel rock e nellhip-op. C.M: House moderna. E nel tempo libero che musica ascoltate? G.M: Dal jazz allheavy metal, e tutto ci che ci sta in mezzo. C.M: Di ogni tipo. Per il nostro lavoro resta comunque essenziale confrontarci con la musica dei top dee Jay, sia nazionali che internazionali. Sono tutti fonte di ispirazione per il nostro avanzamento professionale. Immagino che produciate soprattutto singoli. Ma si vendono ancora? G.M: La rivoluzione sono stati i primi i-Pod: da allora la musica non pi stata uno strumento che richiedeva un supporto, un costo da pagare e un tempo da dedicarci. Oggi per i giovani un modo distintivo di essere: la ascoltano ovunque, una necessit e la scelta per di pi infinita. Penso che la pirateria, se da un lato ci danneggia in termini di vendite, dallaltro permette ai nostri pezzi di avere una diffusione incredibile e di farci conoscere ovunque. C.M: Oggi molto difficile avere dei riscontri numerici nel mercato delle vendite, per avere dati ci rifacciamo principalmente a google o you tube. Non si parla pi tanto di vendite quanto di visibilit, e per noi pi importate sapere che i top dee Jay passino i nostri pezzi piuttosto che vendere tanti dischi. Esistono differenze tra il pubblico che viene ad ascoltarvi in Italia rispetto allestero?
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G.M: Lascoltatore pi attivo allestero, perch pi preparato. Spesso e volentieri in Italia molti ragazzi vengono a sentirci quasi per caso, e non conoscendo i nostri pezzi. C.M: Lapproccio, la club culture completamente diversa. Allestero, a livello di organizzazione, accoglienza e resa dellevento, le serate sono tutta unaltra cosa, sia prima che dopo lo spettacolo: chi va a ballare allestero, unidea di massima di quello che andr a sentire, ce lha sempre. In Italia molto pi raro. E un problema di comunicazione. La musica Dance oggi considerata un genere come tutti gli altri o ci sono pregiudizi? G.M: Ti rispondo citando Bryan Eno (artista e produttore degli U2 ndr) che negli anni 80, prendendosi una valanga di insulti, disse: Il futuro della musica non saremo pi noi, non servir neanche saper suonare, ma saranno i Dj, gente che sapr emozionare. C.M: Non pi, tutti i generi ormai si stanno livellando: basta guardare i Black Eyed Peas che per riuscire a vendere il disco numero uno dellanno sono passati dal genere pop alla dance music, o Madonna, e tutte le sue incursioni nel panorama dance. Ma guadagna di pi un Dj o una Rock Star? G.M: I Top Dj possono guadagnare sicuramente pi di una rock star italiana. Stiamo parlando di cachet da 70.000 euro, non so quanti cantanti possano raggiungere queste cifre. C.M: Si, un Dee Jay famoso pu arrivare a guadagnare di pi di una rock star. Dipende sempre da quanto bravo e

conosciuto. Dalla consolle avete un punto di vista privilegiato sul mondo giovanile. Una bella sensazione, ma anche una grande responsabilit. G.M: Sappiamo di avere un ruolo importante. Spesso aggreghiamo tantissimi giovani e personalmente la sento molto questa responsabilit: mi rendo conto che riceviamo pi attenzioni noi in 2 ore che una professoressa in 5 ore di scuola. La societ di oggi vuole ragazzi uniformati e con un approccio passivo alla vita; noi, a nostro modo, gridiamo che non deve essere cos. C.M: Fare il Dee Jay una scelta di vita, quasi una vocazione, e non lo si diventa per caso. A entrambi piace lanciare messaggi, prendendo il microfono, o facendo scorrere delle immagini: giusto farli riflettere, il mondo che sar devono deciderlo i giovani . Discoteca e sballo. Un connubio mai fuori moda. Voi cosa ne pensate? G.M: Penso che chi sballa in disco sballi tranquillamente anche a casa propria. Gira droga, si sa, ma come nelle scuole del resto. Di certo non sta a noi non far drogare i giovani, il nostro ruolo semmai quello di farli riflettere. In un contesto giovanile risulta sempre facile fare i moralisti. C.M: La discoteca divertimento e ognuno lo fa a proprio modo. Sono del parere che tutti debbano comportarsi come meglio credono, stando per bene attenti a non fare male agli altri. Noi siamo dei comunicatori, ci vedono come un riferimento, ma se un ragazzo arriva in discoteca con la droga il problema sta comunque a monte.

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OSTUME E SOCIET

SAN VALENTINO

UNA FESTA ANCORA ATTUALE?

di ALESSANDRA CASCIO

an Valentino si sa la festa degli innamorati, il giorno in cui trionfa, o almeno dovrebbe trionfare, lamore per la persona con la quale si deciso di trascorrere questo momento della propria vita. Ma siamo proprio certi che questa ricorrenza sia ancora attuale o, invece, non sia semplicemente scaduta e soppiantata dal narcisismo che caratterizza la nostra generazione? Molti, troppi, dicono di snobbarla, ma probabilmente nessuno pu vantarsi (se di vanto si pu parlare) di non averla mai festeggiata o di non aver avuto il piacere di festeggiarla. Oggi, forse, questa festivit ha assunto una connotazione troppo commerciale, basti pensare che nel periodo che la precede, allinterno dei negozi, le vetrine e gli scaffali si adornano di ricche e opulente attrazioni per i poveri malcapitati (a dirlo a mo dei single), che si mettono alla ricerca sfrenata del regalo che possa suggellare lamore per il proprio compagno o la propria compagna. Noi figli del consumismo, abituati a dare un valore economico a tutto, persino ai sentimenti, abituati a ricevere secondo una scala di valori distorta, dovremmo imparare ad apprezzare la semplicit con la quale le cose ci vengono donate, accontentandoci di quello che laltro ci vuole donare; magari un fiore, una parola dolce detta con il cuore o magari qualcosa di pi, limportante che sia fatta con il cuore. San Valentino, cos, diventerebbe un rituale che per due persone innamorate, che si ripete ogni giorno; il 14 febbraio serve solo a ricordare a s stessi e agli altri limpegno che si assunto quando si deciso di condividere i propri sentimenti con qualcun altro.
MESI FEBBRAIO 2010

LINTERVISTA DOPPIA 14 FEBBRAIO: COPPIA PI CHE MAI

LEI
29 anni, bancaria, fidanzata

LUI
35 anni, avvocato, fidanzato

Una festa consumistica fatta di rose e cioccolatini, ma guai se non ci fosse!. Non posso dirlo, altrimenti che sorpresa sarebbe?!.

Per te S.Valentino

Unoccasione come unaltra per fare festa con la mia bella. Se lo rivelo che sorpresa ?. Nulla, vorrei che continuasse ad essere cos com.

Come sorprenderai il/la tuo/a partner?

Vorrei che organizzasse un weekend a sorpresa nella citt pi romantica dEuropa: Parigi. A te di Jovanotti.

Cosa vorresti che facesse per sorprenderti?

La colonna sonora di questa giornata sar sicuramente


Baciami ancora di Jovanotti.

Il film per la serata?


C posta per te. Love actually.

Il primo e lultimo pensiero del giorno


rivolto a lui. Lei.... Sei tu che mi ricambi gli occhi in questo istante immenso, sopra il rumore della gente... dimmi se questo ha un senso.... Ritenta, sarai pi fortunato/a!.

Un messaggio in bottiglia a tutte le coppie innamorate


Seguite sempre il vostro cuore.

e a quelle scoppiate?
Chiusa una porta si apre un portone!. Abito iperfemminile glam e un unico gioiello quello che mi regaler lui!.

Il look della giornata


Casual.

12

A una cena romantica preparata da me nella nostra nuova casa.

Il 14 febbraio del 2011 tu e lui/lei...

Una bottiglia di vino, un camino, una casa... (magari la nostra).

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UNA GIORNATA UFFICIALMENTE DA... SINGLE!


di LUCE BELLORI

SAN FAUSTINO
uona la sveglia, le 7.50 del 15 febbraio 2010. So gi che questo luned non sar affatto un luned qualunque, che non sar il traffico impazzito del centro citt, festante nelle celebrazioni dei suoi patroni, ad innervosirmi. C una domanda che mi ronza in testa da settimane, pi pregnante e persistente dellodore del mazzo di rose rosse che mi squadrano dalla finestra della mia vicina di casa, avanzo di un San Valentino tramontato: abbiamo davvero bisogno di una festa dei single? Forse in nome di una par condicio che diventata paravento per qualsiasi cosa, il giorno di San Faustino e Giovita oggi anche questo. Cos recita internet anche chi non ha lanima gemella pu festeggiare. In pi, si risparmiano i soldi del regalo alla beneamata (che non c). Non fantastico?!. Forse per voi uomini... Non triste, dico io? Quasi quasi oggi resto a casa, questo carnevale fuori stagione non mi avr. Gli innamorati mi addolciscono, specialmente quei ragazzi che si scambiano poesie di Prvert, si scrivono tamo sulle braccia e parlano con gli occhi. Ma il punto : lamore pu davvero ingelosire? Credo che la partita dei sentimenti, oramai, si giochi sempre pi secondo il folle schema di una roulette russa, che qualcuno ha caricato per noi a salve. Siamo sicuri di poterci ferire mortalmente ad ogni colpo, invece restiamo solo tramortiti dalla paura, con gli occhi sgranati e le gambe tremule. Vivi, dopotutto. Perch, oggi, non si muore pi damore. Sar perch conosciamo cos poco noi stessi da non permetterci il lusso di aprirci totalmente ad un altro, da non farci abbattere dalle frecce di Cupido? Potremmo addirittura scoprire cosa ci piace e cosa no, ci a cui siamo disposti a rinunciare, le nostre fedi incrollabili, solo rinnegando qualche sciocco clich. Il primo? Rispondere che no, non abbiamo bisogno di una festa che celebri unetichetta. E a chi ci chieder, beffardo, fidanzata o single?, noi risponderemo, sornione e col cuore in pace: lavori in corso, baby.
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LINTERVISTA DOPPIA 15 FEBBRAIO: SINGLE ALLO SCOPERTO


Dopo gli strali di Cupido e le tenerezze degli innamorati a suon di rose rosse, cioccolatini e baci rubati tempo di mettere nel cassetto San Valentino: inizia la catarsi dei single! E se credevate che il novello patron di questa categoria, San Faustino, debba raccogliere tristezze e lacrime, beh, vi dovrete ricredere!

LEI
27 anni, estetista, single
Per te single

LUI
30 anni, architetto, single

Una condizione temporanea, a volte cool, altre un po deprimente.

Single sinonimo di libert, in tutti i sensi.

Lo sapevo e credo che, senza dietrologie commerciali, sia unoccasione per divertirsi tra amici. Mi piacerebbe essere coccolata per un giorno intero, come succede nel mio beauty center, per poi uscire la sera con le amiche. She just wants to be dei R.E.M..

Sapevi che San Faustino (15 febbraio) il patrono dei single? Cosa ti piacerebbe fare in questa occasione?

Non lo sapevo un motivo in pi per fare festa!.

Andrei in un locale di tendenza con la mia compagnia storica.

La colonna sonora di questa giornata sar sicuramente


I want to break free, dei Queen. The Big Lebowski, il simbolo di un uomo che vive come gli pare.

Il film per la serata?


The Full Monty, per ridere con le amiche!. Oggi mi divertir, stata proprio una bella giornata, anche senza anima gemella!. Girl power ragazze! A volte meglio sole che male accompagnate!. Ehi, sapete dirmi che fine ha fatto la cavalleria?.

Il primo e lultimo pensiero del giorno


lo stesso: sono un uomo libero!.

Un messaggio in bottiglia a tutte le single della tua et


Ma dove siete?!.

e a tutti i giovani single


Divertiamoci finch possiamo!. Modello Miami Vice, che piace molto alle donne.

Stile Blondie, un po aggressivo, rock ma femminile. Io avr festeggiato a sufficienza il giorno prima!.

Il look della giornata

Il 15 febbraio del 2011 tu...

Non mi dispiacerebbe ritrovarmi cos come sono ora.

Inca a Brescia. Vivi la leggenda.

INCA
ORIGINE E MISTERI DELLE CIVILT DELLORO
BRESCIA, MUSEO DI SANTA GIULIA 4 DICEMBRE 2009 - 27 GIUGNO 2010 info e prenotazioni numero verde 800 775083 www.incabrescia.it
Sotto lAlto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana
Comune di Brescia

Ministero degli Affari Esteri

Ministero dellIstruzione, dell Universit e della Ricerca

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di FRANCESCO RASTRELLI

UBRICA

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GENTILE FARMACISTA... IL FARMACISTARISPONDE


D // Gentile farmacista, sono Cristina ed avrei una curiosit: in questo periodo sento molto parlare di resistenze antibiotiche, mi chiedo, come fanno i batteri a divenire resistenti agli antibiotici? R // Cara Cristina, levoluzione dei batteri attraverso la resistenza ai farmaci, inclusa la resistenza multifarmaco, inevitabile, perch rappresenta un particolare aspetto dellevoluzione dei batteri ed un processo inarrestabile. Il solo modo di arginare questo processo quello di ritardare linsorgenza di nuove resistenze e la conseguente disseminazione di batteri resistenti o di geni di resistenza. In risposta alla sua domanda, ogni volta che un paziente assume antibiotici, i batteri sensibili vengono uccisi, ma quelli resistenti possono continuare a crescere e a moltiplicarsi. L uso ripetuto e improprio degli antibiotici quindi la causa principale dellaumento dei batteri multiresistenti, il che sottolinea la fondamentale importanza di un uso prudente di questi medicinali. Chiedi sempre consiglio al tuo medico e, al momento dellacquisto, al tuo farmacista. D // Gentile Farmacista, nonostante i buoni propositi che ogni anno mi ripropongo, cado ancora una volta vittima di emozioni spiacevoli ed irritabilit. In farmacia posso trovare qualche rimedio naturale al riguardo? Alba. R // Cara Alba, in farmacia possibile trovare rimedi omeopatici e fitoterapici. Quando, per esempio, vi un attaccamento morboso a una persona, pu essere daiuto il fiore Red Chestnut, in grado di recidere questo cordone ombelicale. Questo rimedio aiuta a trovare la propria autonomia affettiva, senza naturalmente diminuire lintensit dei legami con gli altri, che anzi ne risultano arricchiti. Quando, invece,
Manda la tua domanda a: francesco.rastrelli@dodicimesi.com
Presidente dellOrdine dei Farmacisti della Provincia di Brescia

vi una situazione di risentimento, ad esempio perch non ci si sente considerati e si ha limpressione di contare poco per i propri cari, o almeno di contare meno di quanto loro contino per noi, vi sono Holly e Chicory. Se invece linvidia ad essere in primo piano, il fiore per questo tipo di problematiche Vine. Chiedi consiglio al tuo farmacista. D // Gentile farmacista, da sempre presento una pelle molto grassa, in farmacia posso trovare cosmetici adatti al mio tipo di pelle? Giovanna. R // La presenza di sebo a livello della cute dovuta allattivit delle ghiandole sebacee, mentre la pelle grassa e quella mista a tendenza grassa sono condizioni comunemente associate al viso, in cui il difetto principale loleosit cutanea, dovuta appunto alleccesso di sebo. Le strategie di marketing prevedono la realizzazione di linee cosmetiche per pelli grasse e miste, con un minimo di due referenze: prodotto detergente e di trattamento, fino a serie molto articolate di prodotti che si estendono nellarea del make-up. Facilmente trover quindi gel detergenti, scrub, sieri leviganti, emulsioni antilucido e maschere purificanti a base di argilla. L obiettivo principale dei trattamenti cosmetici consiste nella normalizzazione dellattivit sebacea, senza tuttavia dimenticare che, trattandosi di pelle predisposta allirritazione, si devono abbinare ingredienti con attivit decongestionante, lenitiva ed addolcente. Chiedi consiglio al tuo farmacista.

PILLOLA

QUALCHE

QUANDO IL DISA

GIO DONNA

i farmaci cio prescrizioni de ti generici, Crescono le inali cosiddet e di medic riore a quelli su du sto infe prescrizione e hanno un co pubblica, o il brevetto ti dalla sanit e hanno pres ch i ottenu ziare i azie ai risparm possono finan acisti, si griffati. E gr gno dei farm ici. mat allimpe orali e antireu grazie anche vativi antitum i farmaci inno costos

NI IL 42% DOPO 10 ANTE PER GENERICI RICET , quasi una DELLE generici, oggi

Uno studio realizz ato dal Dipartim ento di Medicina pubblica dellUniv e Sanit ersit di Verona ha evidenziato ch un terzo delle do e oltre nne assume farm aci psicotropi, ne maggior parte de lla i casi, ansiolitici. Tra gli eventi str maggiormente se essanti gnalati: la morte di un parente (4 problemi familia 4%), ri e affettivi (43% ). Lo studio mette in risalto le pote inoltre nzialit del farm acista nello svolg importanti ruoli: ere due ascoltare, consig liare e informare e fare da mediat le donne oreper la ricerca epidemiologica.

LEUROPA E LE MALATTIE RARE


Il Consiglio dei Ministri e della Sanit dellUnione Europea ha invitato gli Stati membri ad attuare piani nazionali per le malattie rare, entro la fine 2013. La raccomandazione del Consiglio chiede unazione concentrata a livello europeo e nazionale al fine di assicurarsi che le malattie rare siano codificate e classificate in modo adeguato.
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UNA NORMALE SERATA


no dei tanti vantaggi dellabitare in un paesino di tremila abitanti che puoi serenamente uscire di casa correndo in pigiama e pantofole facendo affidamento su una buona percentuale dell80% di non essere visto da nessuno. quello che ho fatto io ieri sera, dopo aver ricevuto una telefonata lacrimosa da parte di unamica che mi implorava di passare a prenderla in macchina. Il tragitto casa-macchina distava 100 metri, ma Madame Sfortuna ha fatto in modo che durante quella corsa appassionata passassero due persone in bicicletta e altre due a piedi: di sicuro ci sar una mia foto sul prossimo Gazzettino Parrocchiale.

INO AI TRENTA

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DI FOLLIA
di ALICE AIMO

Ora una precisazione: quando due o pi amiche si trovano, non si trasformano improvvisamente in sacerdotesse che compiono strani riti vud. Semplicemente parlano (e certo, parlano, parlano e parlano); come se si trasformassero momentaneamente in esperti linguisti e analizzassero ogni singolo termine pronunciato dal malcapitato di turno e lo declinassero in tutti i possibili significati. questo che noi amiche facciamo, n pi n meno. Se poi ci azzecchiamo perch con il tempo abbiamo affinato questarte ermeneutica e non perch siamo dotate di innate virt telepatiche. Il Circolo dellInterpretazione si riunito anche ieri sera dunque, e, anche se i membri presenti erano soltanto due, una soluzione lha trovata lo stesso: forzare il confuso fidanzato dellamica ad uscire dalla porta di casa per fornirle almeno uno straccio di spiegazione a questa sua decisione. Raggiunto telefonicamente, questi per non ha voluto concedere interviste direttamente allinteressata, per cui io, che formalmente avrei dovuto rappresentare lo status di giudice imparziale, sono stata costretta a vestire gli abiti di Cupido (provvidenziale la mia maglietta) per fare da mediatrice tra i due contendenti. La crisi, infine, stata superata. Anche se erano ormai le 11 di sera potevo vedere le colombe portare rametti di ulivo e uccellini cinguettare felici. Ancora una volta tutto si concluso per il meglio: ancora una volta una normale serata di follia. Chiss perch, ma spero che Madame Fortuna mi conceder qualche anormale serata di divano e tv.

Ma momenti di non voluta notoriet a parte, la corsa a casa dellamica c stata e il motivo della richiesta di aiuto dei pi semplici: litigio con amato. O meglio, litigio telefonico terminato con frase classica Forse meglio se non ci sentiamo per un po, voglio stare qualche giorno da solo; da notare la sottigliezza del non avere usato la parola clich pausa, che si pronuncia solitamente in queste situazioni, e un applauso per il tentativo di creativit. Momenti di panico viscerale. C da dire per che al contrario di me lamica ha avuto la freddezza emotiva di non perdere completamente il raziocinio e formulare il seguente sillogismo: a) a novembre fa freddo b) quando fa freddo metto il cappotto, c) quindi, devo indossare il cappotto. Risultato: io, che in teoria avrei dovuto essere la supporter e, come tale, apparire se non completamente padrona di me stessa almeno normale nellabbigliamento per mantenere una parvenza di seriet, sfoggiavo un enorme cuore sulla maglietta (mi sono accorta dopo che in effetti poteva esserle sembrato fuori luogo); mentre lei era s sconvolta emotivamente, ma se non altro non palesava allintero paese di essere nel pieno di un dramma amoroso.

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STANCHEZZA CRONICA E FOSSILI DA


estino ha voluto che nascessi in un paese esattamente a met tra la provincia di Brescia e la provincia di Cremona; sempre il destino ha voluto che la mia dolce met nascesse in un paese a soli due chilometri di distanza dal mio, due chilometri verso Brescia. Fortunata, direte voi. Maledetta, dico io. Perch io sono fermamente convinta che il mio ragazzo meno fa, meno farebbe. Un breve esempio esplicativo: una volta al mese andiamo al cinema e una volta al mese si pone immancabilmente il problema di quale multisala scegliere, se andare a Brescia o a Cremona.

INO AI TRENTA

CROMOSOMA Y
Cominciamo con lammettere che, s, ci saranno forse una quindicina di chilometri in pi se si opta per Brescia, ma se si considerano le strade da percorrere il tragitto per Cremona costellato da paesini fantasma con semafori che rallentano decisamente la velocit, perci in conclusione la differenza tra la prima o la seconda scelta si riduce a una decina di minuti in pi o in meno. Quei dieci minuti fanno la differenza, quei dieci minuti fanno in modo che la scelta ricada sempre su Cremona. Questione di abitudine? No, io questo atteggiamento lho definito fossilizzazione e consiste nella ripetizione dello stesso comportamento ad infinitum. Attenzione per, perch la fossilizzazione si basa su un principio cardine, senza il quale crolla lintera struttura concettuale: il comportamento ripetuto deve permettere a chi lo adotta di ottenere delle economie cognitive e fisiche. Conscia del fatto che potesse essere solo un mio problema o una questione di routine di coppia, ho fatto alcune ricerche tra amiche impegnate in relazioni monogame. Laura, fidanzata da 4 anni, ha ammesso che ormai considera il bar-con-amici la sua casa da week-end; Giulia, fidanzata da 5, ormai al bar che solitamente frequentano ci lavora, cos intanto arrotonda lo stipendio; unaltra Giulia, convivente da un anno e mezzo e impegnata da 5, non ricorda qual stata lultima volta che sono usciti dal paese in cui abitano; Veronica, impegnata da un anno e 4 mesi, la domenica cena a base di piadine (ovviamente la piadineria sempre la stessa).

Che fare dunque? Accettare passivamente il fossilismo del partner o tentare qualche tecnica di rianimazione? Innanzitutto non si dovrebbe mai dimenticare che la fossilizzazione non inevitabile e che vi si pu tranquillamente porre rimedio; qualche consiglio: armatevi di tanta pazienza, perch sar un procedimento lento e faticoso; prendete liniziativa e proponete nuove attivit, se necessario utilizzando larma del ricatto; cambiate il centro commerciale, il cinema, il ristorante, ecc., almeno una volta al mese, magari proponete di guidare voi (di solito convince sempre); non offritevi mai, mai, mai di fare qualcosa che il vostro lui potrebbe tranquillamente fare da solo: una volta fatta si aspetter che la facciate sempre e quindi incentivereste un comportamento fossilizzante. Magari solo un avvertimento. Cercate di non cadere nelleccesso: potreste ritrovarvi con un fidanzato che vi telefona alle 6.30 di domenica mattina per chiedervi se volete fare un giretto in bicicletta in Maddalena.

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FINTO DECALOGO DELLA


a corporazione delle sabotatrici di storie sentimentali formata da donne di tutte le et che hanno strategicamente fatto in modo di avere unaffiliata in ogni gruppo di amici superiore a tre. La si pu facilmente riconoscere perch dispensa consigli gratuiti e non richiesti sulle relazioni altrui, sulla base di un fantomatico decalogo che contiene regole e prassi da rispettare per avere una storia perfetta, dal primo appuntamento al finch morte non ci separi. Scrivo volutamente lespressione avere una storia perch se accetterete i primi suggerimenti vi ritroverete immischiati in una setta sentimentale che vi aiuter a progettare la vostra storia fin nei minimi particolari, ma non a viverla.

INO AI TRENTA

STORIA PERFETTA
Il sistema semplicissimo e si basa su tre fasi successive e propedeutiche: 1) Laffiliata si presenta come unamica, con il calcolato scopo di ottenere la vostra fiducia; in questo modo comincerete a fornirle spontaneamente dettagli sempre pi intimi della vostra storia sentimentale e le darete loccasione per somministrarvi i primi consigli non richiesti. 2) Laffiliata vi chieder di registrare mentalmente ogni singolo fatto o parola pronunciata dal vostro compagno in modo da riferirglieli e fare insieme a lei una seduta interpretativa. 3) Conclusa la fase interpretativa laffiliata saboter la vostra storia formulandovi il fantomatico decalogo della storia perfetta; a questo punto avrete una cieca fiducia in lei e accetterete tutti i dogmi del finto decalogo. Questo si compone di una serie di regole non ufficiali ma che vengono proposte come sentimentalmente vincolanti. Il fatto interessante che queste direttive che la sabotatrice vi propone riguardano il comportamento pi adeguato che dovreste tenere voi nei confronti del vostro uomo e, specularmente, la condotta che dovrebbe tenere lui con voi.

1. Divieto assoluto di concedersi al primo appuntamento (per la donna) e di tentare qualsiasi approccio fisico (per luomo). 2. Il luogo del primo appuntamento: luomo deve proporre una situazione abbastanza informale, ad es. un pub o unenoteca, un luogo in sostanza dove si possa parlare. 3. Entro le 24 ore successive al primo appuntamento luomo deve contattare telefonicamente la donna (che dovr ovviamente astenersi dal prendere liniziativa). 4. Secondo appuntamento: luomo deve obbligatoriamente invitare la donna ad una C.D.A.U. (cena da appuntamento ufficiale). 5. Tra il primo appuntamento e la data ufficiale di fidanzamento devono trascorrere almeno 3 mesi. 6. Se luomo telefona, la donna deve aspettare almeno 30 secondi prima di rispondere. 7. La donna non pu mai mettere a nudo i propri sentimenti; luomo non pu mai dire mi manchi prima dei 3 mesi, ti voglio bene prima dei 4 e ti amo prima dei 9. 8. Prima di conoscere gli amici di lui necessario essere fidanzati da almeno 4 mesi. 9. Prima di conoscere le rispettive famiglie necessario essere fidanzati da circa un anno. 10. Per la donna: mai dire ad un uomo ci che si pensa, mai rivelargli paure, sogni, dubbi o timori.

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Ho incontrato Guido Cavalcanti stanotte in sogno: mi ha chiesto se noi donne stavamo perdendo il lume della ragione. Sar che sono uninguaribile romantica, sar che credo nella spontaneit e nellessere impulsivi, sar che preferisco di gran lunga le ingenue alle scettiche calcolatrici, io unamica sabotatrice lho incrociata e ho mandato lei, il suo finto decalogo e la sua finta amicizia a quel paese. P.S. - Quellex amica sta uscendo con un ragazzo da un anno e mezzo; non ha ancora capito se sono fidanzati o meno (ovviamente chiedere fuori discussione). Quando si dice predicare bene e razzolare male

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UI E L

XXI CONCORSO INTERNAZIONALE CAMILLO TOGNI

Si concluso il 13 Dicembre 2009, il XXI Concorso Internazionale Camillo Togni, che ha richiamato 140 concorrenti da tutto il mondo. I tre finalisti della categoria pianoforte e orchestra hanno suonato accompagnati dallorchestra Filarmonica Italiana diretta dal Maestro Roberto Misto. Il primo premio assoluto Leonora Armellini, 17enne di Padova (in foto), e il terzo classificato Ilaria Loatelli di Verona hanno eseguito il concerto N 1 di Chopin, mentre il 2 classificato Giuseppe Gullotta da Naxos si cimentato nel concerto N 1 di F.Mendelssohn. //news.001

QUI & l
Una cena di gala, presso il Brixia Exp-Fiera di Brescia, per raccogliere i fondi necessari allacquisto di un mezzo speciale per la Protezione Civile. E unoccasione per premiare anche alcuni dei volontari impegnati in Abruzzo e guardare alle nuove sfide del sempre attivissimo contingente bresciano degli aiuti (come il prossimo intervento sul fronte haitiano promosso dai dieci distretti italiani del Rotary). Moltissime le realt imprenditoriali bresciane che hanno appoggiato levento, tenutosi questanno il 5 febbraio, ma che ci si augura diventer un appuntamento annuale fisso a sostegno della Protezione Civile bresciana. //news.002

a cura di ROLANDO

GIAMBELLI

PRESENTATO IL 1 GAL DELLA PROTEZIONE CIVILE BRESCIANA

BRESCIA CELEBRA I 100 ANNI DEL FUTURISMO

Per il centenario di quello che fu linizio di un nuovo, importante, movimento culturale ed artistico Brescia ha concluso una lunga serie di celebrazioni con lo spettacolo di marted 15 dicembre. Presso il teatro Santa Chiara lattore Massimiliano Finazzer Flory (in foto), che anche assessore alla Cultura del Comune di Milano, ha letto brani tratti da varie pubblicazioni futuriste, anche tra le meno conosciute. Il tutto con laccompagnamento improvvisato alla tromba di Massimo Don, docente di Filosofia alla Statale di Milano e musicista per passione. //news.003
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PREMIO BULLONI 2009

Il Premio Bulloni, prestigioso riconoscimento destinato alle buone opere bresciane, per il 2009 andato allassociazione Carcere e territorio, fondata nel 1997 per stare dalla parte dei reclusi. A ricevere lonorificenza il presidente Carlo Alberto Romano. In palio 110mila euro che serviranno ai progetti del 2010. Laltro premio in denaro, quello dellOrdine degli Avvocati, andato allAil, lAssociazione dei malati di leucemia ed stato ritirato dal presidente Giuseppe Navoni. Altre persone hanno ricevuto medaglie e Grossi doro, attribuiti a cittadini che si sono segnalati per opere particolarmente meritorie. //news.004

Il magico violino di Salvatore Accardo ha incantato il pubblico alla presentazione della storica corsa bresciana. Al Teatro Grande, in presenza delle numerose autorit intervenute dal sindaco di Brescia Adriano Paroli, al presidente della Provincia Daniele Molgora, al prefetto Narcisa Bressesco Pace e del patron delle Mille Miglia Alessandro Casali, gli organizzatori hanno annunciato unedizione 2010 ricca di novit, a cominciare dalla nuova madrina della gara: il ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla. Altra novit sar il doppio passaggio da Bologna. La serata stata presentata dalla conduttrice televisiva Caterina Balivo.

PRESENTATA LA MILLE MIGLIA 2010

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I COLOSSI DI RABARAMA A BRESCIA

Visto lapprezzamento espresso dai bresciani, lesposizione in vari punti della citt delle grandi sculture realizzate da Paola Epifani, in arte Rabarama, stata prorogata fino al 15 marzo. La mostra itinerante, organizzata dal Comune in collaborazione con Telemarket, composta da nove grandi corpi, una sorta di extraterrestri primordiali, plasmati con marmo, bronzo, alluminio e dipinti con vernice a fuoco, collocati in altrettanti punti della citt: in Corso Palestro allangolo di corso Martiri della Libert, di fronte al Teatro Grande, in piazza Duomo, in piazza Vittoria, in piazzale Arnaldo, nel piazzale della Stazione, in piazza San Domenico, in piazza Tebaldo Brusato e nel porticato della Loggia. //news.006

Si svolta, lo scorso 16 dicembre, la conferenza stampa di fine anno dellAIB. Tra i vari temi emersi, in quello che stato definito dallo stesso presidente Giancarlo Dellera (nella foto) lanno forse pi difficile delleconomia bresciana, uninteressante nota sullandamento dei dati produttivi e delloccupazione, la relazione attivit Settori e Aree AIB e gli interventi di Bruno Bertoli, Franco Gussalli Beretta e Alberto Volpi. La novit pi significativa stata la presentazione di un nuovo liceo scientifico internazionale che dal 2011/2012 former la futura classe dirigente bresciana. Un progetto ha precisato Dellera in cui lesclusivit sar dettata dal merito degli studenti e dallalta specializzazione degli insegnanti. //news.007
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AIB: LA RELAZIONE DI FINE ANNO

VIDEOTECA
UNA NOTTE DA LEONI
Regia: Todd Phillips Cast: Bradley Cooper, Ed Helmes, Zach Galifianakis, Heather Graham. Genere: commedia Durata: 100 minuti Produzione: USA 2009 Uscita nelle sale: 19 giugno 2009 A noleggio: 1 dicembre 2009 In vendita: 1 dicembre 2009 Trama: A due giorni dal suo matrimonio, Doug festeggia laddio al celibato con i suoi due migliori amici e il suo futuro cognato a Las Vegas. Ma quella che doveva essere la vacanza pi divertente della loro vita si trasforma in un vero incubo! Si sveglieranno lindomani in pieno stato confusionale, con una suite distrutta, una tigre, un bambino mai visto prima ma soprattutto senza avere idea di dove sia finito il futuro sposo! Per trovarlo, dovranno ricostruire gli eventi della notte precedente, tra gangster, spogliarelliste ed esilaranti disavventure.
a cura di ELIZABETh BERTOLI

EMPO LIBERO

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RICKY UNA STORIA DAMORE E LIBERT


Regia: Franois Ozon Cast: Alexandra Lamy, Sergi Lopez, Melusine Mayance Genere: Commedia drammatica Durata: 90 minuti Produzione: Francia, Italia 2009 Uscita nelle sale: 9 ottobre 2009 A noleggio: dal 1 dicembre 2009 In vendita: dal 21 gennaio 2010 Trama: Divisa tra la figlia e il lavoro in fabbrica, la vita di Katie cambia quando conosce Paco, un collega, con cui inizia una storia piena di passione. Il frutto del loro amore Ricky, un bambino con un dono straordinario: due piccole ali che crescono di giorno in giorno. Katie prova a nascondere al mondo il suo segreto. Dai produttori de Il favoloso mondo di Amlie.

PROMOSSO
Almir, 23 anni, giardiniere: Mi piaciuto! molto divertente!. Sofia, 34 anni, infermiera: Il film molto semplice ma davvero esilarante, non mai banale o troppo volgare. Francesco, 43 anni, operaio: Davvero bello, avevo le lacrime agli occhi dalle risate!. Matteo, 21 anni, becchino: Bella commedia, molto divertente!. Massimo, 39 anni, impiegato: Non avevo grandi aspettative ma mi ha sorpreso, molto divertente! Ho riso un sacco!. Gabriella, 20 anni, studentessa: Non un capolavoro ma almeno carino e originale. Matteo, 41 anni, commerciante: Lo consiglio, la regia originale e gli attori sono ottimi.

Marco, 45 anni, manager: Una bella favola delicata, molto originale. Anna, 27 anni, agente: Un bel film sullamore, molto delicato, quasi poetico, davvero delizioso. Silvia, 19 anni, studentessa: molto carino, girato bene, la storia originale e toccante. Antonio, 37 anni, fattorino: Bello e particolare, come una favola moderna. Daniela, 39 anni, commerciante: Una vera poesia, la vita ordinaria e un po grigia delle persone a cui si lega qualcosa di assolutamente straordinario. Patrick, 23 anni, studente: molto poetico e dolce, tratta in modo originale il tema delle diversit.

PROMOSSO

BOCCIATO
Andrea, 25 anni, impiegato: La storia particolare, ma secondo me il film un po troppo lento e noioso. Fabrizio, 51, impiegato: Mi sembra un filmetto un po troppo lacrimevole, una noia. Per lattrice principale molto brava. Giovanna, 28 anni, disoccupata: Secondo me il peggior film di Ozon, fiacco e un po troppo lento. Davide, 42 anni, cuoco: Mi aspettavo molto di pi. La storia diversa dal solito ma troppo noiosa, non sono nemmeno riuscito a finire di vederlo.
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BOCCIATO
Simone, 34 anni, impiegato: stato una delusione, pensavo fosse molto pi divertente. Claudio, 26 anni, bancario: Tipi racconto di una notte brava a Las Vegas. divertente ma sa di gi visto. Anna, 27 anni, agente immobiliare: Secondo me una storia trita e ritrita, niente di nuovo.

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a cura di ENRICO FILIPPINI

UBRICA

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SPECCHIO DELLE MIE BRAME PREVENZIONE AD PERSONAM


GRAZIE ALLA NUTRIGENETICA
con la perizia, la meticolosit, la grande abnegazione dei suoi pi illustri rappresentanti, non una scienza perfetta, esatta, sicura al cento per cento. Nel nostro ambiente non c molto spazio per luno pi uno uguale a due, ma semmai nel campo medico uno pi uno fa spesso due, ma non sempre! Chi comanda nel nostro mondo lepidemiologia, la disciplina biomedica che si occupa dello studio della distribuzione e della frequenza di malattie ed eventi di rilevanza sanitaria nella popolazione. In pratica che il burro possa per molti, ma non per tutti fare male ce lo dice lepidemiologia, la quale si avvale di studi molto approfonditi e della statistica, che ci mette in guardia, ci avvisa che nella popolazione in generale certi comportamenti sono pericolosi. Grandi risultati sono stati sin qui ottenuti da questo modo di lavorare, ma una svolta importante, determinante nel reimpostare il nostro modo di affrontare in salute la vita, sar la genetica funzionale, nutrigenetica per quanto concerne tutte le problematiche relative alla nutrizione. La genetica tenter, quindi, di soddisfare lesigenza di indicazioni personalizzate per la salute, mettendo a disposizione degli specialisti informazioni capaci di orientare non la popolazione, ma ogni singola persona, sullo stile di vita da praticare. Con la nutrigenetica vengono, infatti, determinati alcuni polimorfismi funzionali del nostro dna, che non sono necessariamente legati alla manifestazione di una malattia, ma che finiscono per influenzare in modo specifico la struttura e lattivit del nostro organismo, le sue forze e le sue debolezze nei confronti del cibo e di tutti i fattori ambientali in genere. Una vera personalizzazione nella prevenzione, quindi, che ci permetter in futuro (ma alcuni test nutrigenici sono gi a disposizione) di essere molto pi precisi nellorganizzare la prevenzione nostra e soprattutto dei nostri figli.

on mangiare il burro fa aumentare il colesterolo! Attenzione alla pasta... fa gonfiare laddome se sei fortunato, ma se scopri la celiachia non lo sei! Che dire poi del vino? Ho assistito a vere e proprie risse congressuali sulla convenienza del mezzo bicchiere contro la malattia certa dei due. Ovviamente tra i pazienti tutto un sovrapporsi di cosiddetti fatalisti, quelli cio che convivono con i loro piccoli difetti comportamentali e non ne temono le eventuali ripercussioni, e, allestremo opposto, di ortoressici, i maniaci delligiene comportamentale ed alimentare in primis. Ma tutti siamo un po uno e un po laltro, anche noi medici spesso siamo pi sensibili, pi rigidi nellimporre regole in settori nei quali siamo pi culturalmente o emotivamente coinvolti e molto pi elastici in altro. Ma perch questo? La risposta semplice: perch la medicina, pur

LESPERTORISPONDE
D // Dottore, ho passato il Natale a sciare e una volta tornata a casa mi sono trovata con la pelle del viso ricca di segnettini rossi, che con le comuni creme non spariscono pi. Cosa devo fare? R // Probabilmente, a causa del freddo e soprattutto per i notevoli sbalzi termici dellalta montagna, ti sono comparsi dei piccoli capillari sul viso. Non temere, si possono eliminare con molta facilit: con la luce pulsata o con la nuova tecnologia che abbina luce pulsata, laser e radiofrequenza possono essere eliminati con poche sedute i capillari, gli angiomi e anche tutte le macchie scure del viso. Il fastidio minimo, non pi necessario usare anestetico e dopo la seduta puoi andare subito a lavorare... se vuoi!

Poliambulatorio Medico-chirurgico Dott. Enrico Filippini


D // Mi hanno detto che si pu migliorare il profilo del naso anche senza ricorrere al chirurgo plastico; vero? R // vero! Mentre il chirurgo plastico elimina il problema allorigine, noi medici estetici lo nascondiamo un po! Chi non vuole affrontare la chirurgia, infatti, ora pu rendere molto pi armonico il profilo del naso (e vi assicuro che alcuni pazienti rimangono entusiasti) semplicemente con una piccola fiala di ialuronico molto morbido e un goccio di botulino. La seduta indolore, dura dieci minuti e si pu ripetere un paio di volte lanno; mica male vero? Manda la tua domanda a: enrico.filippini

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SUCCESSO

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Clima, laccordo c ma al ribasso. Obama strappa a Copenaghen lintesa con Cina, India, Sudafrica e Brasile per limitare il riscaldamento. Ma lintesa non vincolante. Nessun Paese interamente soddisfatto: una base per ulteriori progressi. //3.gennaio

Scoperta una misteriosa citt sommersa nei Caraibi. Le immagini satellitari della citt sembrano mostrare una piramide alta e stretta e grandi piattaforme con piccoli edifici su di esse. Secondo gli scopritori potrebbe trattarsi di una delle tante citt di una civilt avanzata, marinara, basata sul commercio.

Usa, via libera agli stranieri affetti da Aids. Cancellata la norma in vigore dall87. Da gennaio le persone sieropositive non americane possono entrare negli Stati Uniti. Obama: Una legge radicata nella paura, non nella realt. Le associazioni: Finita una discriminazione. Grazie, Presidente.

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Afghanistan, attacco agli italiani. Tre giorni di scontri durissimi nella zona di Herat, dove lIsaf sta cercando di riconquistare territorio. Obama accusa apertamente Al Qaeda e lo Yemen per il fallito attentato al volo di Natale della Delta. //31.dicembre

Londra, strade super controllate. Niente foto e niente panino, please. Intere aree cittadine appartengono a societ private che sorvegliano il passaggio. Il mix tra norme antiterrorismo per siti sensibili e difesa maniacale della propriet dagli scocciatori rischia di diventare un problema.

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successo...

MONDO
//13.gennaio

Un terremoto devasta Haiti, il paese pi povero dellintero continente americano (su 9 milioni di abitanti, solo il 3,4% ha la speranza di superare i 64 anni). I morti potrebbero raggiungere i 200.000. Oltre 2 milioni di persone senza aiuti e 300mila senza tetto nella sola capitale. Esodo da Port-au-Prince tra violenze e saccheggi.

MESI 12FEBBRAIO 2010

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Usa, ecco i cinema per ricchi: champagne e caviale al posto di CocaCola e pop-corn. Nonostante la crisi, il successo sembra assicurato. La moda, nata in Australia, si sta diffondendo negli States e strizza locchio al vecchio continente: Lingresso costa 29 dollari, un sandwich 19.

//10.gennaio

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//2.gennaio

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//18.dicembre

//17.dicembre

//29.dicembre

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Khamenei: a morte gli oppositori. Iran, la minaccia stata lanciata da un portavoce della Guida Suprema. Continua la repressione con decine di manifestanti incarcerati. Tra gli arrestati anche la sorella del Nobel per la pace 2003 Shirin Ebadi.

//8.gennaio

Coppa dAfrica: spari contro il bus del Togo. Venti minuti di terrore al confine tra Congo e Angola: il veicolo sotto i colpi di mitragliatrice dei ribelli. Tre morti, giocatori feriti. La nazionale torna a casa.

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Duro colpo alla Mafia, presi due superlatitanti. In manette i boss Gianni Nicchi e Gaetano Fidanzati, considerati i numeri due e tre di Cosa Nostra. Berlusconi esulta: Colpi straordinari. //30.dicembre

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ITALIA

Tariffe: stangata sulle autostrade. Annunciati aumenti medi del 2,7%, ma in alcuni casi, come la Torino-Milano, saranno del 15,8%. I consumatori protestano: nel 2010 per energia, carburanti e Rca spenderemo 600 euro in pi.

//4.dicembre Inflazione mai cos bassa da 50 anni. La corsa dei prezzi nel 2009 si attesta allo 0,8%, anche se a dicembre c stata una leggera risalita. In arrivo 900 milioni di rimborsi fiscali. Male i conti pubblici: salito a 31,6 miliardi il fabbisogno annuo del settore statale.

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//6.gennaio

Balotelli: Il pubblico di Verona mi fa sempre pi schifo. Per lattaccante nerazzurro ancora cori e insulti al Bentegodi. Lo sfogo dopo Chievo-Inter. Il sindaco Tosi: Non sar mai un campione.
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//5.dicembre

SUCCESSO

97

//17.dicembre

09

09

Garlasco, assolto Alberto Stasi. Il giudice non ritiene sufficienti le prove portate dallaccusa: non stato lui ad uccidere. Il giovane: Esco da un incubo. La mamma di Chiara Poggi: Giustizia non fatta.

20 10

//5.gennaio

//3.gennaio

LItalia dice s al body scanner. Il governo italiano non ha dubbi: le nuove misure richieste dagli Stati Uniti per la sicurezza dei Trasporti sono indispensabili. Fiumicino e Malpensa i primi aeroporti che li adotteranno. Polemiche per salute e privacy.

Bomba al tribunale di Reggio. Un ordigno esploso davanti alla Procura generale del capoluogo calabrese senza provocare feriti. Secondo gli inquirenti un atto di ritorsione contro linasprimento della lotta alla ndrangheta. //8.gennaio Immigrazione, Rosarno in fiamme. Scontri e barricate nel Comune calabro tra residenti, polizia ed extracomunitari: 37 feriti. Gravi due immigrati. Napolitano: Fermare subito la violenza. Maroni: Troppo tolleranti con i clandestini. Il Pd: colpa della Bossi-Fini.

20 10

//1.gennaio

Napolitano chiede riforme condivise. Nel discorso di fine anno il capo dello Stato mostra fiducia nella capacit dellItalia di superare la crisi. Il premier stato il primo a complimentarsi. Tutti daccordo, ma Bossi avverte: fatti non chiacchiere.

20 10

MESI 12FEBBRAIO 2010

98

09 20 10

SUCCESSO

20 10

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Un bresciano su sette di origine straniera. Secondo i dati del rapporto provinciale sono triplicati in 5 anni, ma il fenomeno in frenata. //2.gennaio

rosa il primo fiocco dellanno 2010 nel Bresciano: solo venti secondi dopo la mezzanotte allospedale SantOrsola nata infatti Siria. In provincia, invece, la prima nata stata Ikram, una bimba di origini marocchine venuta alla luce allospedale di Manerbio.

Saldi, folla per le occasioni di fine stagione. Soddisfazione tra i commercianti del centro storico, ma anche dei centri commerciali e degli outlet per la prima giornata di saldi.
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20

//11.dicembre

//1.gennaio

//7.dicembre

Brescia, un fallimento al giorno. Da inizio anno ad oggi, sono 225 le imprese iscritte nel registro del Tribunale Lanalisi del giudice Raffaele Del Porto sulla situazione economica della provincia.

09

//12.dicembre

//6.gennaio Gi 32mila visitatori per gli Inca Buon avvio per la mostra inaugurata allinizio di dicembre nelle sale di Santa Giulia. Boom di presenze in occasione delle giornate festive, dove si sono registrate fino a 2mila presenze al giorno.

20 10
MESI 12FEBBRAIO 2010

Brescia che pattina, una nuova tendenza Decine le piste allestite nei centri storici di Brescia e provincia. Solo in citt ci sono tre impianti aperti.

successo...
20 10

BRESCIA
Pm10 a Brescia: un 2009 nero. Nellultimo anno le polveri sottili hanno superato i Inca livelli dattenzione pi spesso che nel 2008. Laumento pi significativo, emerso dalle rilevazioni dellArpa, nel centro storico della citt.

09

//8.gennaio

Ghedi, ladri in azione nelle elementari. Sottratti due televisori e una telecamera digitale. Forzate e rotte con una leva le porte.

INCA
ORIGINE E MISTERI DELLE CIVILT DELLORO
BRESCIA, MUSEO DI SANTA GIULIA 4 DICEMBRE 2009 - 27 GIUGNO 2010
Ministero degli Affari Esteri
Comune di Brescia

Il Tutor in A4 allunga la vita. quanto emerge dai dati Vivi la leggenda. Brescia.sullattivit svolta dalla Polizia Stradale di Brescia nel corso del 2009 Ad un maggior numero di controlli corrisponde un minor numero di morti.

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20 10

//10.gennaio

//4.gennaio

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