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LO SVILUPPO COGNITIVO:

MODELLI TEORICI

Prof. Anna Maria Schiano


Sviluppo, apprendimento, conoscenza
e ambiente: quali relazioni?
• Lo sviluppo cognitivo, relazionale ed emozionale di un
individuo non può prescindere dal contesto ambientale
di riferimento.
• Il rapporto uomo – ambiente designa tutta la storia
dell’ evoluzione della specie umana in quanto, se si
prendono in considerazione i processi di sviluppo
biologico secondo il modello darwiniano, bisogna
anche considerare la misura in cui essi sono
influenzati dalla realtà circostante e dagli stimoli, dalle
sollecitazioni che tale realtà presenta.
• I livelli di maturazione biologica sono infatti stimolati
dalla realtà ambientale circostante intesa come realtà
socio-culturale: il linguaggio simbolico, ad esempio, è
fondamentale nello sviluppo cognitivo di un individuo.
Jean Piaget
• Piaget, studioso di epistemologia genetica, analizza i
processi mentali che sottendono i comportamenti
infantili e introduce il concetto che “l’ontogenesi ripete
la filogenesi” ovvero lo sviluppo del singolo ripercorre
lo sviluppo della specie.
• Piaget introduce la psicologia cognitiva ed i concetti di
strutture mentali e di schemi di funzionamento del
pensiero atti ad elaborare informazioni sensoriali e
percettive.
• Lo psicologo studia la logica formale ed il suo rapporto
con la psicologia dello sviluppo intellettuale.
• I metodi adottati dal Piaget si identificano con il
“metodo dell’osservazione sistematica a carattere
quasi sperimentale”
• Il “metodo critico” ovvero il porre il soggetto in
situazione “critica” o problematica
• Il “colloquio clinico”
• Piaget formula alcune ipotesi:
• a) continuità tra adattamento riflesso,
adattamento abitudinario ed adattamento
intelligente;
• b) apprendimento inteso come equilibrio dinamico
tra processi di assimilazione e processi di
accomodamento;
• c) prevalere di processi di
accomodamento nelle attività imitative
svolte dai bambini e di processi di
assimilazione nelle attività di gioco
• d) egocentrismo e realismo infantile
• e) contrapposizione tra pensiero
irreversibile e pensiero reversibile o
operatorio.
Il Linguaggio del bambino
• J. Piaget, psicologo interessato allo
sviluppo del pensiero, osserva il
comportamento linguistico del bambino
che prima parla con se stesso, per
consolidare idee, conoscenze, in un
linguaggio di tipo autistico e, poi, sviluppa
un linguaggio dialogico e socializzato.
La querelle
• Lo psicologo appare, quindi, in contraddizione
con Vigotsky il quale considera il linguaggio
prodotto di socializzazione in un ambiente
culturale e linguistico.
• La contraddizione è solo apparente perché J.
Piaget descrive il comportamento linguistico del
bambino nelle diverse fasi dell’età evolutiva,
Vigotsky, invece, è interessato all’origine del
linguaggio.
VYGOTSKIJ
• L.Vygotskij sostiene che l’origine del
linguaggio è sociale. Le parole esprimono
il pensiero e quest’ultimo si rispecchia nel
linguaggio e riflette su se stesso: si
arricchisce, così, di nuovi legami logici e
produce nuove idee.
• Vigotsky considera la “zona di sviluppo
prossimale”
La Zona di Sviluppo Prossimale
• La ZSP è definita come la distanza tra il livello di
sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può
essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, che siano
adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore.
• Infatti, Vygotskij non riteneva – con ciò prendendo le
distanze da Piaget – che il bambino passasse attraverso
diversi stadi e dunque 'fosse pronto' ad apprendere
nuove conoscenze che prima non era in grado di
ritenere; al contrario, sostiene che il bambino impara da
coloro che si trovano a un livello di conoscenza
superiore.
Jerome Seymour Bruner
• Bruner supera la teoria degli stadi evolutivi
formulata dal Piaget in quanto li interpreta come
segmenti rigidi di sviluppo nell’ambito dei quali
interagiscono processi di apprendimento e
processi di maturazione analizzati al fine di
determinare comportamenti e schemi mentali.
• Secondo il Bruner tale segmentazione, invece,
limita una reale conoscenza dei processi di
pensiero infantili e dei percorsi di apprendimento.
• Bruner sottolinea l’importanza del rapporto che il
bambino ha con l’ambiente
• Bruner individua tre tipi di
rappresentazione che il soggetto sviluppa
in rapporto all’ambiente:
• a) esecutiva: fase in cui il mondo del bambino appare dominato
dal “linguaggio” dell'azione, la realtà è assimilata dal soggetto nei termini di
ciò che si fa o che si può fare.

• b) iconica: si passa dal concreto reale al mondo delle immagini


mentali astratte;

• c) simbolica:“rappresentazione attraverso dei simboli" (ad es. il


linguaggio).
• Per Bruner, questi tre modi di rappresentazione
si sviluppano in quest'ordine e ciascuno di essi
è la base cognitiva per il successivo; essi sono
collegati in modo evolutivo. Bruner afferma che
qualunque idea, problema o conoscenza può
essere presentato nei tre modi, nell'ordine
detto, allo scopo soprattutto di “fondare” le
immagini mentali a cui fare riferimento e porle
alla base delle acquisizioni cognitive.
Problem finding, posing, solving
• Il metodo di soluzione dei problemi pone, come
nucleo operativo, la scoperta ed il dominio di situazioni
problematiche in generale, che possono sviluppare le
potenzialità euristiche dell'allievo, e le sue abilità di
valutazione e di giudizio obiettivo. Il metodo della
didattica per problemi consente agli allievi di imparare
a risolvere, con gradualità, problemi sempre più
complessi che permettono di acquisire abilità cognitive
di livello elevato
Il linguaggio
• Lo studioso pone in primo piano
l’apprendimento del linguaggio
• Il rapporto che il bambino stabilisce con la
madre rappresenta input fondamentale per
l’apprendimento del linguaggio e la
costruzione di strutture e costrutti
linguistici in quanto la madre rappresenta
per il bambino il contatto primario con
l’ambiente che lo circonda.
• Il bambino possiede dispositivi di
apprendimento per il linguaggio
• LAD:Linguage Aquisition Device
• Che vengono attivati dal LASS: Linguage
Aquisition System Supporty
• La scuola deve attivare i dispositivi di
apprendimento con sfondi integratori
altamente costruttivisti
• Il rapporto che il bambino stabilisce con la
madre rappresenta input fondamentale per
l’apprendimento del linguaggio e la
costruzione di strutture e costrutti linguistici in
quanto la madre rappresenta per il bambino il
contatto primario con l’ambiente che lo
circonda.
• Bruner, infatti, riprende e supera le teorie di
Noam Chomsky sull’ apprendimento del
linguaggio
• Chomsky, esponente dell’innatismo, afferma
che ciascun individuo possiede già alla nascita
un dispositivo per l’acquisizione del linguaggio
o L.A.D. (Language Acquisition Device)
• Bruner sottolinea la rilevanza dell’ambiente
socio-culturale di appartenenza e afferma che il
L.A.D. non può esplicarsi senza un “Sistema di
Supporto per l’Acquisizione del Linguaggio” o
L.A.S.S. (Language Acquisition Sistem
Support)
• Bruner afferma che l’apprendimento deve
essere fondato sulla “scoperta” in quanto
sottolinea l’importanza della “motivazione”: il
soggetto, sollecitato dagli stimoli ambientali,
attiva in modo naturale la “curiosità” che gli
consente di conoscere ed elaborare,
introiettandola, la realtà che lo circonda.
• Bruner introduce il concetto di “struttura” e si
riferisce alle idee fondamentali di una
disciplina
Per Bruner la categorizzazione costituisce
un fenomeno corrispondente ad un
raggruppamento per equivalenza.
• Ne “La ricerca del significato” l’Autore fa
riferimento alla dimensione soggettiva
dell’individuo e al come egli attribuisce
senso e significato a fatti e fenomeni.
NOVACK -DAMIANO
• Le mappe concettuali sono
rappresentative di reti concettuali dove
parole chiave sono connesse da parole
legame: il pensiero reticolare viene così
rappresentato.
• Le mappe concettuali visualizzano le
relazioni esistenti tra le idee
ELIO DAMIANO
• Damiano formula l’ ipotesi secondo la quale
“la conoscenza consiste nella costruzione e
nell’ organizzazione di concetti”
• “I concetti sono conoscenza organizzata
secondo regole”
• Il bambino elabora concetti fin dalla nascita,
in modo naturale e, nel momento in cui
apprende, riorganizza i propri quadri
concettuali.
• Damiano individua così la “matrice cognitiva” del
bambino
• L’ Autore sottolinea l’importanza della scuola e
della didattica nella costruzione ed elaborazione,
da parte del bambino, di reti concettuali
• Elio Damiano individua le fasi di una “didattica
per concetti”:
• a) costruzione di una mappa concettuale di
base
• b) conversazione clinica
• c) elaborazione della rete concettuale che
va a definire l’ unità di apprendimento.
• La costruzione di una “mappa concettuale”
consente di evidenziare le idee “forti”
relative all’ argomento scelto, nonché le
“relazioni” e le “funzioni” presenti nel
quadro concettuale considerato.
GOWIN
• Il modello a V di Gowin rappresenta il
processo di apprendimento: al vertice
della V abbiamo un problema da cui
scaturiscono domande focali. Le risposte
sono sul versante concettuale delle
discipline. Sul versante metodologico v’è
la mediazione didattica
DIDATTICA PER PROBLEMI:DIAGRAMMA A V
(GOWIN)

VERSANTE CONCETTUALE VERSANTE METODOLOGICO


• TEORIE - COLLOQUI CLINICI/BRAINSTORMING
• PRINCIPI - SIMULAZIONI / ROLE PLAYNG
• CONCETTI (MAPPE CONCETTUALI) - RICERCA-AZIONE/COOPERATIVE
• DISCIPLINE (INTERDISCIPLINARITA’) LEARNING

DOMANDE PROBLEMATICHE

V
EVENTO PROBLEMATICO PROGETTO DI
(ES. ERUZIONE DEL VESUVIO) PROTEZIONE CIVILE
Diagramma a V dell’ Unità di Apprendimento

PECUP DEL BAMBINO

Versante teorico concettuale domande Versante metodologico


focali
Obiettivo (/i) gen. del proc. formativo
COMPETENZA ATTESA brainstorming con la classe
Obiettivo (/i) sp. di apprendimento colloquio clinico
osservazione

mappa concettuale
(Fase
Progettuale)
rete concettuale dell’unità di app. matrice cognitiva della classe

Obiettivo (/i) formativo compito di apprendimento-Progetto

attività e organizzazione gruppi di lavoro

metodi e strumenti
Traguardi-Standard Nazionali
(LEP) verifica e valutazione
(Fase
attiva)
(Fase PROBLEMA

di
certificazione e Registrazione delle competenze e loro certificazione
registrazione)
LABORATORI:DIAGRAMMA A V
(GOWIN)
• COMPRENDERE LA STRUTTURA DELLA CONOSCENZA
• DIAGRAMMA A V: STRUMENTO EURISTICO PER UNA
METACOGNIZIONE
• PROCEDURA:
- QUAL E’ IL PROBLEMA/DOMANDA DI PARTENZA?
- QUALI SONO I CONCETTI CHIAVE / TEORIE?
- QUALI METODI SI UTILIZZANO PER CERCARE LA RISPOSTA?
- QUALI SONO LE PRINCIPALI ASSERZIONI DI CONOSCENZA A CUI
SI ARRIVA?
- QUALI SONO LE AFFERMAZIONI DI VALORE / I GIUDIZI?

RIFLESSIONE SU COME SI IMPARA


• DALLA LOGICA DELL’INSEGNAMENTO ALLA LOGICA
DELL’APPRENDIMENTO
• DALLA LOGICA DEL BISOGNO ALLA LOGICA DEL DIRITTO
UNITA’ DI APPRENDIMENTO : DIAGRAMMA A V
• PROSPETTIVA DELL’ALLIEVO = SOGGETTO CHE APPRENDE
(PERSONALIZZAZIONE DEI PROCESSI DI APPRENDIMENTO)
• CENTRALITA’ DEL PROBLEMA DA RISOLVERE
(INTERDISCIPLINARITA’ = TUTTE LE DISCIPLINE INTERVENGONO, CON LE LORO IDEE, A
COSTRUIRE IPOTESI RISOLUTIVE DA FALSIFICARE MEDIANTE LA RICERCA-AZIONE)
FOCUS (FOCUS GROUP)
DOMANDA CENTRALE
• INTEGRAZIONE ATTIVA TRA VERSANTE TEORICO /
CONCETTUALE E VERSANTE METODOLOGICO
• VERSANTE TEORICO CONSOLIDAMENTO DI:
- VISIONI DEL MONDO (FILOSOFIE)
- TEORIE / PRINCIPI / COSTRUTTI/ STRUTTURE CONCETTUALI /
REGOLARITA’ SCIENTIFICHE / CONCETTI DISCIPLINARI
MORIN
• Il contributo di Morin ai Documenti di
indirizzo (Indicazioni Nazionali) è relativo
all’unità del sapere. Il reale è infatti unità
molteplice di prospettive: ogni reale viene
osservato sulla linea del tempo, nello
spazio, viene misurato etc.
• Ogni unità è costituita dalla molteplicità di
elementi e prospettive.
• Edgar Morin ha dedicato gran parte della
sua opera ai problemi di una "
riforma del pensiero", affrontando le
questioni alla base delle sue riflessioni
sull'umanità e sul mondo: la necessità di una
nuova conoscenza che superi la
separazione dei saperi presente nella nostra
epoca e che sia capace di educare gli
educatori a un pensiero della complessità.
• In Morin è anzitutto fondamentale la
distinzione tra civiltà e cultura. La cultura è
l'insieme delle credenze e dei valori
caratteristici di una determinata comunità.
La civiltà è invece il processo attraverso il
quale si trasmettono da una comunità
all'altra: le tecniche, i saperi, le scienze.
• Morin sostiene che "la cultura, ormai, non solo è
frammentata in parti staccate, ma anche spezzata in
due blocchi": da una parte la cultura umanistica "che
affronta la riflessione sui fondamentali problemi umani,
stimola la riflessione sul sapere e favorisce
l'integrazione personale delle conoscenze", dall'altra,
la cultura scientifica che "separa i campi della
conoscenza, suscita straordinarie scoperte, geniali
teorie, ma non una riflessione sul destino umano e sul
divenire della scienza stessa".
• Riforma dell'insegnamento e riforma del
pensiero: "è la riforma di pensiero che
consentirebbe il pieno impiego
dell'intelligenza per rispondere a queste
sfide e che permetterebbe il legame delle
due culture disgiunte. Si tratta di una
riforma non programmatica ma
paradigmatica, poiché concerne la nostra
attitudine a organizzare la conoscenza".
• Per spiegare questo concetto Morin richiama una
frase di Michel de Montaigne: "È meglio una testa
ben fatta che una testa ben piena".
• Secondo Morin, una "testa ben fatta", mettendo fine
alla separazione tra le due culture, consentirebbe di
rispondere alle formidabili sfide della globalità e della
complessità nella vita quotidiana, sociale, politica,
nazionale e mondiale.

• Una politica della civiltà deve ristabilire
solidarietà e responsabilità, e mirare a una
simbiosi tra le diverse civiltà planetarie,
raccogliendo il meglio di ciò che ciascuna
ha da offrire.
GARDNER
• La scuola deve sviluppare intelligenze
multiple
HOWARD GARDNER
• Gardner individua forme molteplici di
intelligenza e afferma che ciascun
individuo presenta uno stile cognitivo
unico ed irripetibile, risultante
dall’interazione tra i diversi gradi e forme
delle intelligenze possedute.
• Lo studioso elabora così la Teoria delle
“Intelligenze Multiple”
• Secondo Gardner la cultura riveste un
ruolo fondamentale nella costruzione delle
“intelligenze”.
L’ Autore afferma che ad ogni intelligenza
corrisponde una particolare forma di
creatività.
D. GOLEMAN
• La personalità è costituita anche
dall’intelligenza emozionale che ha un
ruolo significativo nei processi di sviluppo
DANIEL GOLEMAN
• L’opera principale di Daniel Goleman è
“Emotional Intelligence”, testo mirato ad
analizzare il ruolo che hanno le emozioni
nell’orientare i comportamenti dei soggetti
e nella costruzione dell’identità dei
soggetti stessi.
• L’ intelligenza emozionale contribuisce a
determinare il “saper essere” del soggetto.
• L’ Intelligenza Emozionale consente al soggetto
di:
• a) imparare a gestire le componenti delle
emozioni personali e sociali;
• b) acquisire maggiore consapevolezza delle
emozioni e dei loro effetti;
• c) rafforzare la fiducia in se stesso, l’identità e
sviluppare potenziali e capacità;
• d) gestire positivamente le emozioni e le energie;
• e) approfondire le spinte motivazionali e
gli obiettivi professionali;
• f) potenziare la capacità di creare
relazioni interpersonali empatiche
attraverso i canali della comunicazione;
• g) ampliare le capacità di promuovere e
guidare il cambiamento.

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