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FONETICA
FONETICA
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2 ELEMENTI:
ESPRESSIONE CONTENUTO
Sostanza espressione: suoni che produciamo con l’apparato fonatorio. Qualcosa di indistinto.
LANGUE: aspetto sociale, sistema comune a tutti e astratto, insieme che i parlanti devono dominare
per comunicare
PAROLE: aspetto individuale, fa riferimento a ogni singola espressione. Singoli atti parlati (atti di
parole).
Qualcosa è astratto se c’è qualcuno che lo rende concreto. Una lingua è tale solo se c’è qualcuno in
grado di parlarla.
COMPETENZA E ESECUZIONE
I parlanti acquisiscono una competenza, in grado dii parlare un sistema di regole. Capacità di usare la
conoscenza e di adattarla ai contesti = ESECUZIONE
Conoscenza di regole che riguardano il contesto di interazione e ci permettono di produrre enunciati
adeguati al tipo di circostanza in cui siamo. Modo in cui noi usiamo la nostra lingua per compiere
delle azioni . = COMPETENZA PRAGMATICA es. Uso pronomi personali per rivolgerci a qualcuno.
Diamo del tu o del lei a seconda del contesto. Facciamo una richiesta a qualcuno per non violare le
regole della cortesia glielo chiediamo sottoforma di informazione. Es. “mi scusi HA una sigaretta?”
Sono regole di funzionamento della nostra lingua. Non impariamo solo le regole formali per parlare.
= COMPETENZA GRAMMATICALE
DIACRONIA E SINCRONIA
SINCRONIA: esame del funzionamento delle lingue a prescindere dalla loro dimensione evolutiva. In
un determinato momento. Isolo uno stato di lingua e mi concentro su quello.
ESERCIZIO
1. Indice
2. Simbolo
3. Icona
4. Icona simbolo
5. Simbolo icona
6. Indice
11.10.23
FORMALE E SEMANTICA
FORMALE: Riguarda l’arbitrarietà tra sostanza e forma dell’espressione. Es. Le vocali. Riguarda i
suoni e il significante.
ICONICITÀ DEL SEGNO: il segno ha un rapporto arbitrario ma alcuni segni hanno nel significato tracce
del significante.
PLURILINGUISMO: gli umani sono inseriti in contesti in cui è raro che si parli sono una lingua.
Per la competenza pragmatica il nostro interlocutore deve essere empatico. È un sistema di usi che
regolano la nostra vita.
Diacronicamente invece non guardiamo quante solo le forme ma vediamo come ci siamo arrivati.
Quelle in “esc” derivano da “exeo” latino. Quelle in “usc” hanno subito un influsso con la parola
“uscio”.
RAPPORTTI SINTAGMATICI: rapporto in presenza, si basa su due o più termini presenti in una serie
effettiva. Guardiamo la struttura sintattica. Fra elementi che sono contemporaneamente presenti
nella frase e che si leggono insieme e sono accordati tra di loro.
Es. Il gatto esce dalla porta. Il nome è preceduto dall’articolo e seguito da un verbo e si accordano tra
di loro in genere e persona. 2 elementi sono sintagmatici quando sono nella stessa serie e sono in
rapporto tra di loro, tipo una colonna non si reggerebbe senza la base o il capitello. SINTAGMA:
elementi dome 2 o più cose sono legati tra loro.
Ci sono elementi non presenti nella frase che io posso usare ma sono sempre associati al soggetto:
rapporto associativo.
ESERCIZIO
(Martinee) Il segno è bipartito secondo Saussure con significato e significante. Martinee dice che il
segno va considerato doppiamente articolato.
SECONDA ARTICOLAZIONE: le entità si possono analizzare solo sul piano dell’espressione e non
hanno un contenuto proprio. Hanno solo il significante = suoni linguistici Es. Fiore; all’interno ci trovo
F I O R E. Sono diverse. Si studiano in fonetica e in fonologia.
ERBA: 1 art= erb- a-
2 art. E R B A
MORFEMI: unità di entità di significato e significante che possiamo isolare all’interno di un segno
linguistico.
ESEMPIO
Marmista: marm- (marmo, marmoreo) ist- (ci dice che è un mestiere e che qualcuno
compie l’azione a- (ci dice che la parola è singolare)
Benveniste lo spiega in “problemi di linguistica generale.” non possiamo determinare a priore che
cosa è è. Lo stesso elemento può avere vari significati a seconda del punto di vita. Se vogliamo
analizzare il linguaggio come una struttura formale dobbiamo darle un ordine ai fenomeni studiati.
Lo stesso elemento lo possiamo studiare come unità di 1 e 2 articolazione. Dobbiamo capire quali
fatti dobbiamo studiare e da quali punti di vista. Se vogliamo studiare la lingua da un punto di vista
formale, dobbiamo studiare i segni linguistici isolando singoli elementi che siano analizzabili. Il
linguaggio è un sistema articolato in cui possiamo isolare elementi che studiamo da un punto di vista
scientifico.
Ogni livello deve avere un’unità di riferimento. Es. Fonetica = suono. Con la 2 art. Individuo i suoni
linguistici e studiandoli mi occupo di fonetica.
Non tutti i suoni sono significativi. Foneticamente c’è differenza fra A lunga e A breve.
In fonologia studiamo i suoni significativi da un punto di vista linguistica che si chiamano fonemi.
In sintassi studiamo la struttura delle frasi, la sintassi e il lessico. Dobbiamo ragionare sul fatto che la
nozione di unità minima è problematica. Quando studiamo gli aspetti meno strutturati come la
semantica, a livello di espressione.
FONETICA E FONOLOGIA
12.10.23
FONETICA
ACUSTICA: dopo la 2 guerra mondiale con l’uso di tecnologie di comunicazione per le spedizioni
militari. Studia come il suono attraverso canali arriva all’orecchio
FONETICA ARTICOLATORIA
4 meccanismi:
1. PNEUMATICO: l’aria prodotta dai polmoni viene spinta verso l’esterno, dal diaframma
attraverso la trachea. Lo usiamo per respirare.
2. GLOTTIDALE: alla laringe. Spinge l’aria all’esterno, il punto dove l’aria si trasforma in suono è
alla laringe. l’aria viene trasformata in suono quando passa in estroflessioni (corde vocali o
pliche vocali).
4. ORONASALE: della bocca e del naso. Quando produciamo suoni, la lingua e le labbra e il
naso svolgono funzione di differenziazione di suoni che produciamo.
Esistono anche suoni non polmonari come i suoni click o alcune lingue del Caucaso. Gli unici suoni al
mondo che non sfruttano il meccanismo dell’aria.
Sono interessati: la laringe, gli articolatori, il naso
Il meccanismo ella produzione dei suoni lo usiamo normalmente per respirare. Parlare è un altro
modo per respirare. Cambia il ritmo di ingresso e di uscita dai polmoni. Quando respiriamo l’entrata
e l’uscita hanno lo stesso tempo. Inspirazione e espirazione. Quando produciamo suoni non è lo
stesso tempo. Respiriamo l’aria solo per farla uscire perché la produzione di suono avviene nell’aria
in uscita.
I suoni li produciamo grazie a elementi nell’apparato fonatorio (denti, labbra, bocca). Hanno funzioni
più importanti della fonazione (funzioni primarie).
APPARATO FONATORIO
La laringe, dove sta il pomo d’Adamo, complesso di cartilagini. La usiamo per respirare, per la
funzione sfinterica = riflesso che ci porta a cacciare qualcosa quando ci stiamo affogando (colpo di
tosse), manovra di Valsalva (espirazione con la glottide chiusa come per sturarci le orecchie o il
singhiozzo), funzione fonatoria = complessa, tardiva e accessoria, trasformare l’aria in suono
La glottide: parte della laringe compresa tra le corde vocali che possono assumere diverse posizioni.
Quando respiriamo sono aperte per far passare l’aria. Quando le corde si avvicinano e vibrano, l’aria
viene trasformata in suono. Quando produciamo suoni sonori, le corde vocali hanno cicli di apertura.
Si chiamano cosi perché ricordano la vibrazione.
- LINGUA: organo ostacolo al passaggio dell’aria. Per far passare il suono ci deve essere
qualcosa che si attiva.
CORONA: parte anteriore e più mobile. È composta da APICE (estremità anteriore e tocca i
denti) e LAMINA (parte posteriore).
Ci sono altri elementi da cui dipende la differenziazione dei suoni: ugola, palato, alveoli (parte
posteriore dei denti), denti (li usiamo sempre per pronunciare le consonanti), labbra e cavità nasale.
MODO DI ARTICOLAZIONE: tipo e gradi di costrizione che gli organi raggiungono per produrre suoni.
SONORANTI: il grado non è massimo, l’aria non incontra una chiusura totale.
Occlusive e fricative sono ostruenti. Approssimanti, nasali, laterali e vibranti sono sonoranti.
La fonetica serve a sbloccarci conoscenze. Perché nei sistemi di scrittura i suoni sono rappresentati
da grafemi diversi o no. In italiano abbiamo corrispondenza tra grafema e suono.
17.10.23
Le consonanti si classificano.
Ci sono 3 tipi:
- FRICATIVO: l’ostacolo impedisce il passaggio ma non del tutto. Il suono non è plosivo, viene
turbato ed è quasi di frizione.
- GLOTTIDALI: il passaggio dell’aria viene chiuso da un’ostruzione del canale a livello delle
corde vocali. ES: ich in tedesco.
ALVEOLARI: S e Z. l’apice linguale si mette dietro gli alveoli ma non chiude il canale. Il
fono è seguito da un’altra consonante. Se è sorda la consonante lo è anche la fricativa. Se è sonora lo
è anche la fricativa.
SC: è una fricativa post-alveolare sorda. Non c’è una corrispondenza tra grafemi e suoni.
Nella trascrizione fonetica si devono mettere sempre le parentesi quadre e l’accento si mette prima
della sillaba accentata.
18.10.23
Nella trascrizione si scrive sempre prima la fricativa e poi l’occlusiva. Sono doppie. Oppure si mette
anche un archetto.
In “giro” non c’è una i grafica quindi si trascrive. Idem con “cinema”.
NASALE: quando pronunciamo nasali, il velo del palato si abbassa. l’aria viene deviata e esce dalle
cavità nasali.
COARTICOLAZIONE: foni vicini si influenzano perché gli articolatori sono già in un certo modo per
pronunciare.
Il diaframma è creato dalla lingua in mezzo alla cavità orale. l’aria fuoriesce da uno a entrambi i lati
della lingua.
APPROSSIMANTI: non c’è un diaframma. Gli articolatori sono vicini tra loro e l’aria non è ostacolata.
Nelle trascrizioni si trascrive la lunghezza vocalica. Le vocali delle sillabe accentate sono sempre
lunghe.
La sillaba aperta è tonica e lunga, dopo la vocale non c’è nulla. La sillaba è chiusa quando è seguita da
consonante doppia. Se la vocale è lunga si mettono i : .