Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Anticorpi
• Gli anticorpi sono proteine che circolano nel sangue dei mammiferi e si legano in
modo estremamente specifico a qualsiasi molecola estranea che penetra
nell’organismo, formando agglomerati che vengono poi rimossi da cellule
"spazzine".
• Gli anticorpi sono molecole così sofisticate che è impensabile produrli in maniera
sintetica. Soltanto cellule particolarissime, i linfociti, hanno la capacità di
costruirli.
Anticorpi
• La loro capacità di discriminare tra strutture molto simili ne fa un insostituibile
tool diagnostico
• Possono essere usati per valutare strutture in soluzione/sospensione o in
preparati solidi (istologici)
• Possono dar luogo a misurazioni quantitative, semi-quantitative o a valutazioni
qualitative, dipendentemente dalla metodica utilizzata
• Possono essere usati in procedure diagnostiche in vitro o per fini sperimentali e
terapeutici anche in vivo
• Nel sangue circolano linfociti diversi,
che possono produrre anticorpi diversi,
ciascuno capace di legare solo
molecole che hanno una particolare
forma.
• Quando una molecola estranea entra
nel corpo, il linfocita che produce
anticorpi in grado di legare quella
molecola si riproduce per mitosi,
generando una discendenza di cellule
identiche, cioè un clone.
• In questo modo l'organismo ha a
disposizione una batteria di anticorpi
uguali, che sono chiamati monoclonali.
Antigene
• ANTIGENE: molecola che, introdotta in un organismo, è in grado di attivare la
risposta anticorpale. Gli antigeni sono tipicamente macromolecole solubili in
acqua e che possiedono un alto grado di complessità chimica. Maggiore il peso
molecolare, maggiori le probabilità che funzionino come antigeni. Le proteine
eterologhe (cioè, provenienti da organismi diversi dall’animale trattato), di massa
molecolare >10000 Da, sono generalmente degli ottimi antigeni, mentre i piccoli
peptidi non sono di solito antigenici.
• Due sono essenzialmente le proprietà di un antigene:
• IMMUNOGENICITÀ: capacità di indurre una risposta immunitaria
• ANTIGENICITÀ: capacità di reagire in maniera specifica con i prodotti finali delle risposte
immuni (anticorpi e/o recettori di membrana)
Da che cosa dipende l’immunogenicità di una sostanza?
• Estraneità: il sistema immunitario è in grado di discriminare il “self” dal “non
self”, di conseguenza, le molecole estranee ad un determinato organismo hanno
capacità immunogenica;
• Specie animale: le proprietà immunogene di un antigene variano a seconda della
specie animale utilizzata per la produzione di anticorpi;
• Peso molecolare: più è elevato il peso molecolare della molecola, maggiore la
possibilità di avere una risposta immunogenica
Da che cosa dipende l’immunogenicità di una sostanza?
• Degradabilità: macromolecole insolubili sono più immunogene di quelle più
piccole e solubili, poiché vengono più facilmente fagocitate ed elaborate dal
sistema dei macrofagi-APCs (Antigen Presenting Cells)
• Complessità chimica e strutturale delle molecole: l’eterogeneità chimica apporta
immunogenicità
• Ad esempio omopolimeri anche grandi hanno immunogenicità bassa se confrontata con
polimeri, contenenti aminoacidi diversi, dello stesso peso molecolare
• D’altra parte, gli antigeni proteici risultano tanto più immunogeni quanto più sono complessi i
loro livelli di organizzazione molecolare (struttura terziaria e quaternaria).
Anticorpi
• Gli anticorpi, prodotti dalle plasmacellule, appartengono al gruppo di proteine note come
immunoglobuline (Ig),
• Gli anticorpi strutturalmente più semplici sono le IgG (rappresentano circa l’80% delle Ig del
siero).
• costituite da quattro catene polipeptidiche: due catene leggere identiche tra di loro e due catene
pesanti anch'esse identiche tra loro;
CATENA LEGGERA
Regione variabile (VL)
Regione costante (CL)
CATENA PESANTE
Regione variabile (VH)
Tre regioni costanti (CH1, CH2, CH3)
C
I ponti disolfuro intercatena nella regione cerniera stabilizzano la struttura
complessiva
La glicosilazione influenza l’attività
Peso di circa 150.000 dalton
Interazione antigene-anticorpo
• Sistema chiave-serratura:
• cioè i siti antigenici dell’anticorpo sono saturati per metà con l’antigene, allora il valore del
reciproco della concentrazione dell’antigene libero sarà uguale alla costante di affinità:
• Nonostante i successi ottenuti, alcuni studi dei primi anni 2000 hanno
dimostrato che i pazienti trattati con anticorpi monoclonali,
tendevano a produrre propri anticorpi diretti contro quelli estranei
aggravando la loro situazione (possibile risposta immunitaria che
queste molecole potrebbero scatenare).
Gli anticorpi ottenuti da ibridoma di topo, poiché costituiti al 100% da sequenze proteiche murine, vengono
riconosciuti dal sistema immunitario dell’uomo come sostanze estranee causando la formazione di anticorpi
umani anti-topo.
Per superare tali problemi i ricercatori svilupparono strategie di DNA ricombinante per la realizzazione di anticorpi
monoclonali più umanizzati e meno immunogenici.
Anticorpi monoclonali-uso terapeutico
UMANIZZATO CHIMERICO
Creato attraverso l’innesto di una Ottenuto attraverso UMANO
MURINO Completamente umani,
•alta immunogenicità; regione determinante la l’associazione di un dominio
complementarità (CDR) della variabile di anticorpo
•interazioni deboli con le regione variabile di un topo in una monoclonale di topo (murino)
proteine del complemento; IgG umana. a un dominio costante umano.
•poco efficiente; Con regione ipervariabile murina •Si caratterizza per ridotta
•ridotta emivita. e restante umana (95%). A volte immunogenicità
però meno efficaci. •aumentata emivita
1 - In cellule staminali embrionali di topo sono stati
inattivati i geni preposti alla sintesi delle catene
pesanti e leggere degli anticorpi murini.
2 - Con queste cellule sono stati generati topi
omozigoti che avevano perso la capacità di formare
anticorpi di topo.
3 - In altre cellule staminali embrionali di topo sono
stati introdotti i geni per la sintesi degli anticorpi
umani.
4 - Con queste cellule sono stati generati topi
transgenici in grado di produrre sia anticorpi umani
sia anticorpi di topo.
5 - I topi che avevano perso la capacità di produrre
gli anticorpi di topo sono stati incrociati con i topi
transgenici (con anticorpi sia umani sia di topo).
6 - Da questo incrocio è stato ottenuto un ceppo di
topi in grado di produrre anticorpi completamente
umani e incapace di produrre anticorpi di topo
7 - I topi sono stati immunizzati e dalla loro
milza sono state isolate le cellule-B in grado di
produrre anticorpi.
8 - Le cellule-B sono state fuse con linee
cellulari rese immortali ottenendo degli
ibridomi.
9 - La tecnologia degli ibridomi è stata, infine,
utilizzata per produrre anticorpi
monoclonali completamente umani.
Adalimumab
• Anticorpo monoclonale umano che riconosce
come antigene il TNF-alfa
Emoagglutinazione
• gli anticorpi e gli antigeni formano un conglomerato di globuli rossi
• L'emoagglutinazione è utilizzata per tipizzare i gruppi sanguigni e per identificare
donatori e riceventi compatibili per le trasfusioni di sangue
• I gruppi del sangue sono determinati grazie alla capacità degli anticorpi diretti
contro antigeni A e B di agglutinare gli eritrociti che presentano i rispettivi
antigeni
• prima di una trasfusione il siero del ricevente viene saggiato per la presenza di
anticorpi che agglutinano gli eritrociti del donatore e viceversa, un procedimento
detto esame crociato
Emoagglutinazione
• A+: agglutinato (gli anticorpi e gli antigeni formano un reticolo che si appoggia sul
fondo del pozzetto su una superficie ampia)
• A- :non agglutinato (gli eritrociti non trattenuti dagli anticorpi si accumulano nella
parte più declive del pozzetto ammassati)
Il gruppo sanguigno 0 (specialmente con il fattore rhesus negative) non
presenta antigeni, ragione per cui queste persone possono donare sangue
a tutti, ma possono ricevere solo sangue dal proprio gruppo sanguigno.
donatore universale
Sistema AB
reazioni crociate
recettore universale
• precipitazione e centrifugazione
• adsorbimento dell'antigene libero
Immunoistochimica
(nella maggior parte dei casi a lunghezza d'onda maggiore e quindi a energia minore)
Fluorescenza-autofluorescenza (senza immunochimica)
Photobleaching
• Il FRAP (Fluorescence recovery
after photobleaching) è una
tecnica ottica capace di
quantificare la diffusione laterale
bidimensionale di un sottile film
molecolare, o di una membrana
cellulare, che contenga sonde
fluorescenti. Questa tecnica è
molto utile negli studi biologici
sulla diffusione ed il legame
proteico nelle membrane
cellulari.
Citometria a flusso (citofluorimetria, CFM)
Citofluorimetria
Citofluorimetria (CFM)
Citofluorimetria
• le cellule per essere analizzate in citometria a flusso devono essere marcate con
fluorocromi, solitamente coniugati ad anticorpi specifici per antigeni della
superficie cellulare
• le cellule vengono quindi forzate a passare attraverso un capillare, allo scopo di
ottenere un flusso di cellule singole che scorre davanti ad un raggio laser
• fotomoltiplicatori (PMT, photomultiplier tubes) rilevano:
la deviazione della luce, che dipende:
• dalle dimensioni della cellula
• dalla sua granulosità
l'emissione di luce fluorescente dai differenti fluorocromi
Citofluorimetria
• Nel caso dei traccianti fluorescenti, la quantità di anticorpo legato ad ogni singola
cellula di una popolazione può essere misurata facendo passare la sospensione
cellulare, una cellula alla volta, attraverso un fluorimetro.
Citofluorimetria-sorting
Le cellule che fluiscono attraverso il citofluorimetro
possono anche essere deviate in maniera differenziale da
campi elettromagnetici, la cui forza e direzione varia a
seconda dell’intensità del segnale di fluorescenza,
permettendo così di separare delle popolazioni di cellule a
seconda del legame dell'anticorpo alla superficie cellulare
• ricerca di proteine nel plasma, a concentrazioni così basse da non poter essere
rilevate ad es. con metodi nefelometrici (basati sulla torbidità) (proteina C,
proteina S, ecc.);
• dosaggio del ferro nel siero;
• ricerca di anticorpi (anti-HIV);
• ricerca di ormoni come l’insulina, di estrogeni, di gonadotropina corionica
umana, di antigeni di superficie delle epatiti, ecc ecc.
Sandwich Elisa
• Il metodo prevede la copertura del fondo del pozzetto con un anticorpo
specifico per l'antigene che vogliamo misurare.
• In seguito si introduce l'antigene, che si legherà all'anticorpo.
• Si introduce un anticorpo specifico che legherà il complesso anticorpo +
antigene, formando un "terzo" strato (o "sandwich"), da cui prende il nome
il test.
• All'ultimo anticorpo che abbiamo aggiunto, è legato un enzima specifico
• Aggiungendo il suo substrato si formerà un prodotto colorato, che
evidenzierà il pozzetto nel caso in cui sia presente l'antigene di interesse.
• Anticorpi Monoclonali impiegati in Ambito Diagnostico