e pericarditi
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Obiettivi
l
Descrivere i quadri clinici acuti delle cardiomiopatie, delle miocarditi e delle pericarditi, fornendo elementi obiettivi e strumentali utili
al loro riconoscimento in emergenza-urgenza.
l Indicare i principi terapeutici, rivolgendo una particolare attenzione ai pi frequenti errori metodologici relativi al trattamento.
Caso clinico
In Pronto soccorso (PS) si presenta una donna dellet di 76 anni,
che lamenta dispnea ingravescente e graduale comparsa di edemi
declivi nellarco delle ultime settimane. La dispnea si nettamente
accentuata da alcuni giorni, tanto da richiedere lintervento del
118. Il medico che la assiste rileva una tachipnea con una pressione
arteriosa (PA) sistolica di 105 mmHg e somministra O2 e diuretici
con scarso beneficio. Allingresso in DEA, la paziente mostra i
seguenti parametri: PA 125/85mmHg; FC 130bpm aritmica; SatO2
92% in aria; T 36,5C; FR 28atti/min.
Lanamnesi evidenzia che la paziente abita a Firenze da poco pi
di un anno ma nata in Uruguay ed sempre vissuta in Argentina;
fuma qualche sigaretta, ipertesa in terapia con ramipril ed affetta
da miocardiopatia ipertensiva con fibrillazione atriale ricorrente.
Esegue una profilassi antiembolica con warfarin ed in terapia con
verapamil per rate control.
Lesame obiettivo rileva al torace unottusit alla base destra e minimi
crepitii alle basi; al cuore toni aritmici, tachicardici e, per quanto
possibile valutare, assenza di soffi. I polsi sono simmetrici, non ci sono
soffi vascolari. Le giugulari sono turgide. Gli arti inferiori, simmetrici,
mostrano un marcato edema bilaterale. Laddome trattabile con
lieve epatomegalia. Non si osservano deficit neurologici focali.
Gli esami a cui viene sottoposta danno il seguente riscontro.
ECG: fibrillazione atriale con frequenza ventricolare media di
130bpm, emiblocco anteriore sinistro, non altre alterazioni di
rilievo.
EGA: pH 7,39; PaO2 65mmHg; PaCO2 41,4mmHg; SatO2 92,1%;
HCO3 24,7mEq/L; Hb 12,2g/dL; elettroliti e glicemia nella norma.
Rx del torace: falda di versamento pleurico basale bilaterale con
aspetto saccato a destra ove si associa a calcificazione pleurica
basale e ispessimento scissurale. Aspetto modicamente congesto
del piccolo circolo, ombra cardiaca nei limiti.
Ecocardiogramma: lieve ipertrofia concentrica del ventricolo
sinistro con ipocinesia laterale media e distale. Funzione di
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Tamponamento cardiaco
Il tamponamento cardiaco una condizione clinica legata
a un accumulo di liquido nello spazio pericardico che
determina unalterazione del riempimento ventricolare e
una riduzione della gittata cardiaca. Il rapido accumulo
di 200 cc di fluido nello spazio pericardico pu determinare un tamponamento cardiaco. Le pericarditi essudative raramente sono causa di tamponamento cardiaco,
che pi spesso dovuto a sanguinamento nello spazio
pericardico. Lemopericardio pu derivare da un trauma
chiuso o penetrante del torace, da una rottura postinfartuale della parete cardiaca, pu essere una complicanza
di procedure endovascolari o la conseguenza di una dissecazione aortica.
I segni pi frequenti del tamponamento sono lipotensione
fino al quadro clinico di shock cardiocircolatorio, i sintomi
di insufficienza cardiaca destra (turgore giugulare), il polso
paradosso (caduta > di 10 mmHg della pressione arteriosa
sistolica con linspirazione), associati allauscultazione di
toni cardiaci lontani (triade di Beck) (Tabella 1).
AllECG si rilevano bassi voltaggi e alternanza elettrica
(variazione di ampiezza del QRS a ogni battito). LRx
del torace pu mostrare un ingrandimento del profilo
cardiaco. Esame fondamentale, in emergenza-urgenza,
lecocardiogramma, che evidenzia la presenza del versamento pericardico e il collasso diastolico prima della
parete dellatrio (perch pi sottile) poi anche di quella
del ventricolo destro.
Quando si riscontra un abbondante versamento, anche se
la clinica orienta verso una iniziale instabilit (ipotensione,
tachicardia) e i reperti ECG (alternanza elettrica) ed ecografici (iniziale collasso dellatrio destro in diastole) depongono per un tamponamento, non quasi mai necessario
ricorrere alla pericardiocentesi in emergenza sul territorio
o in Pronto soccorso. Tutto ci, a condizione che si evitino
provvedimenti che possano fare precipitare la situazione
(uso di diuretici, nitrati, farmaci inotropi negativi, vasodilatatori). Nella grande maggioranza dei casi, la somministrazione di liquidi permette un miglioramento del
quadro clinico dilazionando la necessit del trattamento
pi invasivo a un contesto di elezione in ambito specialistico. Se nonostante lespansione volemica le condizioni
cliniche del paziente peggiorano, la pericardiocentesi da
Miocarditi
La miocardite un processo infiammatorio che interessa i
miociti cardiaci e che pu essere causato da agenti infettivi, da tossine o da meccanismi immunomediati. La sua
incidenza non conosciuta.
Tra i virus considerati responsabili del 40% delle miocarditi acute si ricordano: coxsackie B, echovirus, ortomixovirus, paramixovirus, virus di Epstein-Barr, HIV, adenovirus, enterovirus e citomegalovirus. Tra i batteri si citano:
Corynebacterium diptheriae, Neisseria meningitidis, Mycoplasma
pneumoniae, gli streptococchi b-emolitici, la brucella e le
salmonelle. Tra i funghi il genere Aspergillus e Candida.
Le forme non infettive pi frequenti si verificano in seguito
ad assunzione di cocaina o di amfetamine, a esposizione a
radiazioni e nelle intossicazioni da metalli pesanti. Sono
da menzionare anche le forme post-trapianto cardiaco.
La miocardite frequentemente si accompagna alla pericardite. La sintomatologia di presentazione molto variabile: dispnea (descritta nel 72% dei casi), dolore toracico
(32%) in caso di coesistente pericardite, shock e morte
per insufficienza cardiaca (miocardite fulminante).
possibile anche la morte improvvisa aritmica.
Dal punto di vista obiettivo, un segno importante rappresentato dalla rilevazione di una tachicardia sproporzionata
rispetto alla febbre. In casi severi o a rapida evoluzione,
il quadro di esordio pu essere quello di un edema polmonare acuto. Per questo ampio spettro di presentazioni,
la miocardite rientra nella diagnostica differenziale con
numerose sindromi cardiache (ischemia cardiaca, infarto
miocardico, malattie valvolari) e anche con la sepsi.
La sequela pi nota di una miocardite la cardiomiopatia
dilatativa con insufficienza cardiaca cronica. La diagnosi si
basa sui dati anamnestici e obiettivi. Di particolare importanza la ricerca nellanamnesi familiare di una cardiopatia prematura o di un episodio similinfluenzale avvenuto
2-3 settimane prima della comparsa della sintomatologia.
LECG pu mostrare anormalit del segmento ST e dellonda
T. Occasionalmente, lelevazione del tratto ST pu suggerire
la presenza di una pericardite acuta e creare problemi di
diagnosi differenziale con linfarto miocardico. Nel 20%
dei casi sono presenti disturbi di conduzione, in particolare
Tabella 1 Diagnosi differenziale clinica tra tamponamento cardiaco, pericardite costrittiva, cardiomiopatia restrittiva
Segni clinici
Tamponamento cardiaco
Pericardite costrittiva
Cardiomiopatia restrittiva
Ipotensione
Presente
Talvolta presente
Talvolta presente
Turgore giugulare
Presente
Spesso presente
Spesso presente
Polso paradosso
Presente
Assente
Knock pericardico
Assente
Talvolta presente
Assente
Segno di Kussmaul
Assente
Presente
Assente
Elettrocardiogramma
Bassi voltaggi
Alternanza elettrica
Bassi voltaggi
Onde P anomale
Bassi voltaggi
Onde P anomale
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In un elevato numero di pazienti, la diagnosi di miocardite viene ottenuta dopo settimane di distanza da una
infezione virale e quindi incerto se la terapia antivirale
sia utile al momento della diagnosi.
Anche il trattamento con immunoglobuline non ha dato
i risultati sperati se non nelle forme da citomegalovirus, e
quindi il loro uso routinario non raccomandato.
Cardiomiopatie
Le cardiomiopatie sono malattie del muscolo cardiaco
dovute a molteplici meccanismi patogenetici, che colpiscono sia le cellule muscolari, i miociti, sia la componente non contrattile del miocardio (connettivo e cellule
interstiziali). Le cardiomiopatie si classificano tradizionalmente, sulla base dei fenotipi strutturale e funzionale,
in cardiomiopatia dilatativa (caratterizzata da una dilatazione e una ridotta funzione ventricolare), ipertrofica
(caratterizzata da pareti ventricolari ispessite, ipertrofiche e una funzione contrattile inizialmente mantenuta)
e restrittiva (caratterizzata da pareti ventricolari ispessite,
rigide con unalterata funzione ventricolare diastolica)
(Tabella 2). Ultimamente un quarto fenotipo ha assunto
una propria dignit nosologica, la displasia aritmogena
del ventricolo destro.
Dal punto di vista eziologico, una pi recente classificazione proposta dallAmerican Heart Association (Maron et
al, 2006) distingue le cardiomiopatie in forme primitive e
secondarie. Questo tipo di classificazione dovrebbe avere
il vantaggio di fornire maggiori indicazioni sulleziologia
e quindi favorire un approccio terapeutico specifico.
Dal punto di vista pratico, uno dei princpi chiave nella
gestione di questi pazienti che al necessario sospetto
clinico, basato sulle conoscenze teoriche, deve far seguito
un ampio procedimento diagnostico, rivolto in particolare alle forme reversibili e per le quali esistono terapie
specifiche. Daltra parte vero anche che alcune azioni
terapeutiche, come il blocco neurormonale e il corretto
bilancio volemico, sono appropriate indipendentemente
dalleziologia.
Cardiomiopatia ipertrofica
Cardiomiopatia restrittiva
Sintomi
Segni
Anomalie ST e T, Q patologiche
Congestione polmonare
Congestione polmonare
Dilatazione ventricolare
Insufficienza mitralica
Elettrocardiogramma
Rx del torace
Ecocardiogramma
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Cardiomiopatia dilatativa
caratterizzata da una dilatazione di uno o entrambi
i ventricoli e da una prevalente disfunzione sistolica.
Rappresenta il 25% dei casi di insufficienza cardiaca
congestizia. La sua eziologia rimane sconosciuta (forme
idiopatiche) nel 50% dei casi, anche se vengono descritte
alterazioni genetiche alla base di queste forme di cardiomiopatia (gene della distrofina, catena pesante della
b-miosina, fosfolambano ecc.). Le forme acquisite possono
essere: virali (postmiocardite, HIV), tossiche (etanolo,
cocaina, doxorubicina, radiazioni), peripartum, mediate
da stress (tako-tsubo) e autoimmuni. La cardiomiopatia
dilatativa rappresenta inoltre lo stadio morfofunzionale
terminale di tutte le altre forme di cardiomiopatia.
Il paziente con cardiomiopatia dilatativa pu richiedere
un intervento in emergenza-urgenza per tre motivi essenziali: 1) scompenso cardiaco; 2) comparsa di aritmie;
3) fenomeni tromboembolici (Towbin e Bowles, 2002).
Allesame obiettivo possibile rilevare i segni di insufficienza ventricolare sinistra, rappresentati da congestione
polmonare, reflusso epatogiugulare ed edemi declivi.
Allauscultazione cardiaca si pu apprezzare la presenza di
un ritmo di galoppo (terzo e/o quarto tono) e di un soffio
sistolico puntale ad alta frequenza irradiato allascella o al
mesocardio, espressione di una coesistente insufficienza
mitralica secondaria alla dilatazione ventricolare. Nel caso di
aritmie o di embolie (sia periferiche sia cerebrali e viscerali)
saranno presenti i segni e i sintomi specifici di tali patologie.
Tra gli esami diagnostici di primo livello di sicura utilit
lECG, che oltre a evidenziare la presenza di aritmie
sopraventricolari o ventricolari, pu mostrare alterazioni
del tratto ST-T e comparsa di blocchi intraventricolari. Il
quadro radiologico caratterizzato da un aumento del
rapporto cardiotoracico (> 0,5) e dal riscontro di congestione polmonare e di versamento pleurico anche bilaterale. Lecocardiogramma indicato per confermare la diagnosi, escludere un tamponamento cardiaco e valutare
la funzione ventricolare sinistra. Per una diagnosi definitiva, spesso necessario eseguire una coronarografia che
escluda la presenza di una coronaropatia significativa.
Solo in casi selezionati, utile eseguire uno studio genetico e una biopsia endomiocardica.
La terapia nella fase acuta quella usuale del trattamento
dello scompenso cardiaco (vedi Capitolo 33). Nel caso
di aritmie atriali o ventricolari, se presente una chiara
instabilit emodinamica, si deve preferire un trattamento
elettrico. In presenza di embolie periferiche e/o viscerali,
anche al solo sospetto clinico, indicato iniziare una
terapia con eparina non frazionata per via endovenosa
Nel caso di una embolia cerebrale opportuno valutare il
ricorso a un eventuale trattamento fibrinolitico.
Cardiomiopatia ipertrofica
caratterizzata da una ipertrofia ventricolare sinistra o
destra, in assenza di una causa sistemica (stenosi aortica,
ipertensione arteriosa sistemica, ipertensione polmonare
ecc.). In genere, lipertrofia asimmetrica ed interessato
il setto interventricolare; spesso questa asimmetria determina la coesistenza di unostruzione allefflusso ventricolare sinistro a carattere dinamico (cio che si modifica
con lo stato di riempimento e inotropo del ventricolo
stesso). Rappresenta la malattia cardiovascolare di origine genetica pi frequente, con una ereditariet di tipo
autosomico dominante (Maron et al, 2003). Numerose
possono essere le alterazioni genetiche implicate; pi
spesso sono quelle della catena pesante della b-miosina e
della proteina C legante la miosina.
Dal punto di vista clinico pu rimanere a lungo asintomatica. Le principali manifestazioni cliniche acute sono
rappresentate da: 1) sincope durante sforzo; 2) aritmie
sopraventricolari o ventricolari (morte improvvisa);
3) dolore toracico anginoso. Meno comuni sono la comparsa
di dispnea e di segni di insufficienza ventricolare sinistra,
spesso espressione di unevoluzione in senso dilatativo.
Allesame obiettivo possibile rilevare un itto della punta
spostato verso sinistra, di aumentata intensit. Tipico
il soffio sistolico mesocardico che, per le caratteristiche
del gradiente intraventricolare che lo genera, si riduce di
intensit con le manovre che incrementano le resistenze
periferiche (handgrip e squotting) e aumenta con le manovre che riducono il ritorno venoso (passaggio dal clinoallortostatismo e manovra di Valsalva).
LECG alterato nel 90-95% dei pazienti. Spesso sono presenti segni di ipertrofia ventricolare sinistra con onde Q settali
patologiche (ampiezza > 0,04 ms), alterazioni del tratto ST e
onde T negative nelle precordiali laterali, ponendo problemi
di diagnostica differenziale con la cardiopatia ischemica. La
radiografia del torace mostra di solito un profilo cardiaco
normale, anche se talvolta esso invece marcatamente incrementato con segni di un ingrandimento atriale sinistro.
Lecocardiografia definisce i quadri morfologico, funzionale ed emodinamico del paziente. Tipici sono il rilievo di
unipertrofia settale asimmetrica (> di 15mm), di un movimento sistolico anteriore del lembo anteriore della mitrale
(Systolic Anterior Motion, SAM) e la presenza di un gradiente
nel tratto di efflusso aortico rilevabile allesame Doppler.
Questultimo dato, oltre ad avere un valore diagnostico,
riveste un ruolo prognostico fondamentale essendo associato a un pi alto rischio di insufficienza ventricolare sinistra e di morte cardiovascolare (Maron et al, 2003).
Dal punto di vista terapeutico importante ricordare che,
per il controllo delle aritmie sopraventricolari e ventricolari, indicato luso dei b-bloccanti e dellamiodarone. La
comparsa di instabilit emodinamica impone limpiego
in urgenza della cardioversione elettrica. In presenza di un
quadro clinico di insufficienza cardiaca, si deve evitare linfusione di farmaci vasodilatatori (nitroderivati) e diuretici
che possono aggravare lostruzione intraventricolare e, di
riflesso, linsufficienza diastolica ventricolare sinistra.
Cardiomiopatie restrittive
Sono caratterizzate da unaumentata rigidit della parete
ventricolare, che induce una insufficienza cardiaca di tipo
diastolico. La funzione sistolica solitamente normale,
almeno nelle fasi iniziali. Oltre alle forme idiopatiche,
che rappresentano circa il 50% dei casi, esistono forme
specifiche, di cui le pi frequenti e a peggiore prognosi
sono le forme infiltrative legate a patologie sistemiche,
tra cui lamiloidosi, la sarcoidosi e lemocromatosi. Da
segnalare anche le forme a interessamento prevalente
dellendocardio e del subendocardio, di cui, almeno in
Italia, pi frequenti sono la sindrome da carcinoide, le
forme autoimmuni e la sindrome ipereosinofila.
Ricorda
La diagnosi delle cardiomiopatie, delle miocarditi e delle pericarditi risulta difficile se non sostenuta da un forte sospetto clinico
confermato da dati strumentali.
Lecocardiogramma uno strumento insostituibile nella diagnosi e nella diagnostica differenziale.
Una particolare attenzione deve essere rivolta alla diagnosi differenziale con la cardiopatia ischemica.
Il riconoscimento del tamponamento cardiaco, anche attraverso lausilio dei dati elettrocardiografici, deve essere tempestivo.
Errori da evitare
Utilizzare vasodilatatori, diuretici e digitale in pazienti con cardiomiopatia ipertrofica, tamponamento cardiaco o pericardite costrittiva.
Misconoscere i segni clinici e strumentali del tamponamento cardiaco.
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