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STORIA ANTICA LEZIONE DEL 28/04/2022

RIASSUNTO DELLA LEZIONE PRECEDENTE: Abbiamo affrontato l’argomento di storia romana della
cosiddetta lotta fra Patrizi e plebei. Avevamo visto chi erano i Patrizi, chi erano i plebei e che tipo di
problemi c'erano.
Il primo grande problema era relativo ad un problema di natura economica ma che aveva forti ripercussioni
anche sul piano sociale, cioè la questione delle persone che si indebitavano, il cosiddetto ‘’nexum’’ e che,
per questo motivo finivano, ad esempio, per diventare schiavi dei Patrizi o addirittura potevano, in alcuni
casi estremi, essere condannati a morte.

Avevamo letto l’episodio che fa scatenare, secondo Livio, l’entrata nel foro di quest'uomo visibilmente
sconvolto e anche provato dalle fatiche, sfigurato, malridotto e risponde che lui aveva militato nella guerra e
quindi era uno di quelli importanti che aveva servito Roma e il suo popolo ma nel momento in cui era tornato
dalla guerra aveva trovato una situazione economica cambiata, era stato tutto rovesciato, qualcuno gli aveva
incendiato la fattoria ecc ecc, e per questo si era fortemente indebitato e il suo creditore lo aveva costretto
non solo alla schiavitù ma addirittura alla prigione. Era finito in una situazione di personale molto disagiata.
Per ultima cosa abbiamo visto che Livio racconta che, grazie a quest'uomo che fa questa protesta nel foro, si
aggiungono a lui altri che avevano più o meno lo stesso problema e che inizia una sorta di mobilitazione che
porta i Consoli presenti a convocare il Senato per provare a risolvere la situazione. Da una parte c'era chi,
come il Console Appio, chiedeva di risolvere le situazioni in maniera drastica, con arresti cosi che gli altri si
sono si sarebbero calmati. Dall’altra parte c’era chi credeva che fosse importante ascoltare le richieste e
trovare una soluzione di compromesso.

LEZIONE DEL GIORNO


Quali erano queste richieste da parte della plebe? Per prima cosa chiedevano, se non fosse stata possibile
l’abolizione, almeno la mitigazione delle norme relative al nexum, quindi relative ai debiti. Questa
mitigazione poteva consistere nel tasso d’interesse che era troppo elevato. Ad esempio quando un piccolo
imprenditore agricolo si indebitava e cioè chiedeva un prestito, c'era un tasso di interesse della restituzione
del prestito molto alto. Ed era il tasso di interesse il più delle volte a costituire un problema. Quindi
chiedevano una mitigazione del tasso di interesse, ridurre il tasso di interesse, e chiedevano anche una
mitigazione della condizione delle persone insolventi, dei debitori insolventi.
Sul piano economico c’era un altro grande problema che affliggeva la plebe nella sua quasi totalità, ovvero il
fatto che, ad esempio, quando Roma acquisiva un nuovo territorio fuori da quello che aveva già in possesso,
questo territorio diventava Ager publicus, cioè territorio/campo pubblico. Che cosa ci poteva fare lo Stato
romano con questo territorio? Solitamente lo Stato concedeva questo pezzettino di terra ai romani e dietro
pagamento di una tassa che i privati cittadini romani dovevano pagare allo Stato per possedere quel territorio.
Qual era il problema per i plebei? Era che quando lo Stato concedeva questi territori, essi venivano distribuiti
in maniera non omogenea, non equa o meglio, venivano affidati più terreni ai Patrizi. Quindi i plebei non
avevano la possibilità di arricchirsi o di avere nuove acquisizioni territoriali per mandare avanti delle imprese
o aziende agricole.
Così chiedevano sul piano economico due cose:
- la mitigazione delle questioni relative delle norme sui debiti.
- una più equa redistribuzione di questo agro pubblico.

Le rivendicazioni di ordine economico le abbiamo viste, ma ci sono rivendicazioni di ordine politico, cioè
che problemi dal punto di vista politico avevano i plebei?
Sul piano dei diritti politici, Plebei e Patrizi non avevano gli stessi diritti. Chi poteva accedere alle cariche
pubbliche? Soltanto i Patrizi, perché erano gli unici a poter prendere i cosiddetti auspici. Quindi il Patriziato
aveva assunto il completo controllo e monopolio del consolato. Ad esempio, era impossibile per un plebeo
diventare pretore, questore o console. Ma dov'era l'altro problema? Che la Legione romana, cioè l'esercito
romano, era reclutato sempre su base censitaria, indifferentemente fra Patrizi e plebei, quindi questi plebei
andavano a combattere (anche i plebei ricchi). Naturalmente i plebei ricchi che andavano a combattere
avevano un dispendio di forze di uomini in guerra, ma poi non avevano nessun ricavo politico da questa
cosa, cioè andavano solo a combattere ma nel momento in cui bisognava decidere se fare la guerra o no loro
non avevano diritto di parola.
In più chiedevano anche un codice scritto di leggi. A Roma ancora non c'era un codice scritto di leggi che è
regolasse la vita pubblica romana. Si agiva ancora con il cosiddetto mos maiorum, cioè il costume dei degli
antichi.

L’altra volta avevamo detto che il problema fra Patrizi e plebei è un problema che dobbiamo trattare
contemporaneamente a quello che succedeva con Roma e i suoi alleati, con ciò si intendeva proprio questo
perché in quegli stessi anni, mentre queste lotte fra Patrizi e plebei stavano per cominciare, Roma stava
affrontando alcuni importanti problemi con i
suoi “vicini di casa”.
Questa è un'immagine di Roma e più o meno dei
territori in cui si estendeva Roma. Ma era ancora
estremamente piccola rispetto a quella che poi
sarebbe diventata nel corso nel corso dei secoli ed
era circondata, come vedete, da altre popolazioni, i
latini, i sabini, i volsci, gli etruschi. Ancora qui
c'erano anche gli equi, quindi Roma era circondata
da popolazioni che in qualche modo lottavano con
la città per acquisizione di territorio, vedevano che
la città si estendeva e si espandeva e quindi magari
in qualche modo volevano bloccare questa sua
estensione ed espansione
Stava per arrivare la guerra contro i volsci… una popolazione che abitava più a sud est di Roma.
Mentre stava accadendo proprio quello, i plebei capiscono che era arrivato il momento di agire perché
capiscono che se si fossero separati dalla città di Roma, cioè se avessero fatto una sorta di sciopero, non
sarebbero più andati a combattere.
I plebei capiscono che in una situazione di pericolo, l'unica cosa da fare per essere ascoltati era per l'appunto
scioperare. Loro la intendono come una secessione, cioè, si allontanano proprio dalla città, si separano,
vanno sul Colle Aventino, un Colle che era sempre stato molto caro alla plebe. I plebei dicono allora che
finché non avrebbero ottenuto ciò che desideravano, non sarebbero tornati a combattere. Anche perché
qualche anno prima c'era stata anche la guerra con i latini, quindi Roma era in un momento di fermento
perché si stava lentamente espandendo in tutto il Lazio.
Quindi nel 494 c'è la cosiddetta secessione sul Colle aventino, la plebe sciopera, si stacca e se ne va. Ciò è un
grosso problema per Roma e per i Patrizi, perché doveva affrontare più urgenti questioni all'estero, quindi
non poteva permettersi di non avere la popolazione unità e un esercito combattente. Quindi che cosa fanno i
Patrizi? Mandano a trattare con i plebei un certo Menenio Agrippa…

Note sul brano:


APOLOGO= discorso in difesa di qualcosa. Menenio Agrippa quindi per provare a risolvere qualcosa
racconta questo apologo con lo stile un po’ rozzo, tipico degli antichi.
Menenio inizia a parlare e paragona il corpo civico ad un corpo fisico e dice che ci sono le membra del corpo
che sono stanche di sgobbare per provvedere alle necessità dello stomaco che deve mangiare allora le mani,
la bocca, i denti scioperano perché non vogliamo che lo stomaco si nutra, ma questo ha una ripercussione su
tutto il corpo. Capirono così che anche lo stomaco aveva una sua funzione
Quindi paragona il corpo civico dei romani ad un corpo le cui parti, se non sono in accordo e in armonia,
finiscono per distruggere tutto, quindi in pratica Menenio Agrippa dice che ci deve essere una collaborazione
fra le parti: lo stomaco, attraverso il cibo che voi gli date, deve produrre energia e forza e voi però dovete
continuare a mettere cibo nello stomaco perché da solo non può nutrirsi.
Pare che questa cosa funzionò, i plebei alla fine decidono di smettere la secessione e trattare anche con i
Patrizi che si erano resi conto in quel momento che era necessario poi trattare con la plebe.

La secessione del 494 produsse due grandi risultati per la plebe:


- per prima cosa ebbero la possibilità di avere dei magistrati plebei, cioè una carica pubblica che si
occupava soltanto dei plebei. Questa carica pubblica importante erano i cosiddetti tribuni della
plebe, era l'importante carica pubblica romana, relativa ai soli plebei, nessun Patrizio poteva
diventare tribuno della plebe.
Quali poteri avevano questi tribuni?? Avevano tre poteri in particolare:
1. Il primo era ius auxilii. Ovvero intervenire in aiuto, avevano il diritto di soccorrere un plebeo
contro l'azione di un magistrato patrizio, quindi in qualche modo i plebei erano difesi da
qualcuno. Quindi, ad esempio, se un plebeo era vessato da qualche carica pubblica, poteva
essere difeso dai tribuni della plebe.
2. L’ altro importantissimo diritto, era il cosiddetto ius intercessionis, cioè il diritto di
intercedere, il diritto di veto (porre il veto= bloccare una legge, bloccare qualcosa) a
provvedimenti che erano ritenuti lesivi nei confronti degli interessi della plebe, cioè se
durante le assemblee si prendevano decisioni contro gli interessi della plebe, un tribuno della
plebe poteva imporre il veto su quella legge, cioè non farla passare.
3. Un altro importante potere era la sacrosantitas, detta anche inviolabilità. Perché un tribuno
della plebe diventa inviolabile, cioè che non si può toccare? Praticamente se qualcuno
uccideva un tribuno della plebe, l'assassino diventava sacro alle divinità. Che vuol dire che
qualcuno è sacro alle divinità? Nell'antichità diventare sacro alla divinità significa che puoi
essere sacrificato, un sacrificio consiste nell'uccisione di qualcuno per rendere i favori alla
divinità, in questo caso significava essere ucciso senza avere, per l’uccisore, delle ritorsioni
perché lo aveva ucciso come animale sacrificale e non come un omicidio. Quindi chi
uccideva un tribuno della plebe diventava sacro alle divinità, cioè che poteva essere ucciso
come “sacrificio” e chi aveva ucciso non aveva nessuna ritorsione, non doveva rispondere
alla legge. Pare che questa cosa non si sia mai applicata, nessuno ha mai provato ad uccidere
un tribuno della plebe.
- L'altra carica era gli edili plebei. Gli edili avevano la stessa funzione degli altri edili Patrizi, cioè
quella della cura dei templi. (argomento già affrontato)
Perché era importante avere la cura di un tempio? Perché nei templi venivano conservati i soldi,
venivano conservati i bocchini di guerra, le somme delle multe. Quindi avere la cura di un tempo
significava anche avere la cura in qualche modo di un luogo dove giravano i soldi.
I plebei, oltre ad avere dei magistrati, ottengono anche il diritto di potersi riunire in Assemblea (concilia
plebus tributi), cioè le assemblee popolari di sola plebe. Quindi era l'Assemblea generale di tutti i plebei che
ogni anno era preposta alla elezione di questi magistrati, tribuni ed edili. Il numero dei tribuni nel corso della
storia di Roma sono stati 10.
Quindi avevano il diritto di avere questa Assemblea che eleggeva i tribuni della plebe, i quali erano
presiedevano e convocavano le riunioni dell'Assemblea, quindi i tribuni della plebe erano paragonati un po
alle funzioni che aveva il consolato per quanto riguardava i Patrizi.

Che cosa rimaneva ancora di quei problemi che non vengono risolti?
Rimane forte il problema dei debiti e poi rimane forte ancora la volontà di avere delle leggi scritte per
tutelarsi.

IL DECEMVIRATO E LE LEGGI DELLE XII TAVOLE

Stavamo dicendo che rimanevano non risolti due grossi problemi, cioè il problema dei debiti (che verrà
risolto molto tardi), e rimaneva il problema di un codice di leggi scritte. Il problema di un codice di leggi
venne risolto nel 450 (dal 494).
Che cosa succede lo leggiamo dalle parole di Livio.
NOTE SUL BRANO E SPIEGAZIONE:
L’ANNO 302 DALLA FONDAZIONE= Quindi 753-302 = 451. Erano passati 302 anni dalla fondazione.
Nel 451 il potere supremo passo dai Consoli ai decemviri.
Chi sono questi decemviri? Decemviri vuol dire banalmente 10 uomini in latino. Quindi il potere, in
quell'anno (451), passo dai Consoli a questa Commissione di 10 uomini decemviri. Non si trattò di un
cambiamento particolarmente significativo perché fu di breve durata.
Accanto a essi ebbero il privilegio di questa magistratura tre senatori inviati ad Atene. Quindi i decemviri
riescono a fare questo codice di leggi scritto anche perché erano stati mandati, in pochi anni precedenti,
alcuni senatori per apprendere come si scrivevano delle leggi.
Quindi praticamente erano stati mandati alcuni uomini a studiare in Grecia come si fanno le leggi. E quindi
questi uomini decemviri, erano al contempo alle prese con la Rifondazione di un nuovo codice, cioè
bisognava in realtà non tanto trascrivere delle leggi rivoluzionarie, ma almeno scrivere quelle che per ora
Roma ha come consuetudine.
Fanno questa annetto di lavoro in cui si si sospendono tutte le magistrature straordinarie, soltanto i decemviri
hanno poteri di convocazione di assemblee, di consegnati, …fanno un accordo e riescono a scrivere un corpo
di 10 tavole di leggi.
Quindi abbiamo un corpo di 10 tavole su cui sono scritte queste leggi e finalmente convocano il popolo in
Assemblea per annunciare la fine della scrittura delle leggi.
Quindi era importante che queste leggi fossero approvate da tutto il popolo.

Quindi queste leggi delle 10 tavole rimasero per lungo tempo, anche nella tarda età repubblicana, fonte del
diritto pubblico e privato di Roma.
Che cosa veniva sancito in queste leggi?
Noi non abbiamo conservato fisicamente il le 10 tavole, ma ci sono rimaste delle citazioni di autori
all'interno delle proprie opere che magari dicono “come diceva una delle leggi che era scritta nelle donne
nelle 10 tavole…”
Qual era una di queste leggi? La più famosa di tutte può essere paragonabile a quella della legge del taglione
del codice di Hammurabi 🡪 Nessun morto può essere cremato o sepolto in città.

Quindi riescono a pubblicare un corpus di 10 tavole di leggi. Pubblicate queste 10 tavole per l'anno
successivo, 450, si elegge nuovamente un un gruppo di altri 10 uomini, quindi il decemvirato continua.
C'è qualcuno che dice che addirittura in questo nuovo decemvirato si aggiungesse anche qualcuno plebeo,
perché questo primo decentrato era fatto da soli patrizi.
Probabilmente si aggiunse qualche plebeo, quindi non erano gli stessi del 451 perché quelli erano tutti i
Patrizi.
Per l'anno successivo invece di ritornare di nuovo alle elezioni dei Consoli, eccetera, si decide di rinominare
una nuova Commissione decemvirale per continuare l'attività legislativa e quindi si pubblicano altre due
tavole di leggi. Quindi arriviamo a un totale a 12 tavole di legge.
Alla fine poi del 450, pubblicate queste altre due tavole di leggi, l'attività dei decemviri, siccome viene
coinvolta da uno scandalo, finisce l’attività dei decemviri.
Quindi nel 449 ritornano i Consoli

Una delle leggi che creò maggiori problemi in seguito e che aveva importante ripercussioni, era il divieto di
matrimonio fra Patrizi e plebei, cioè sì sanciva che Patrizia plebei non si potevano sposare. Ciò comportava
che il sangue non si “mescolava”, quindi rimanevano i Patrizi sempre da un lato e i plebei sempre dall'altro.
Questo divieto però attraverso il plebiscito (una decisione dei concilia plebis tributa, che quasi sicuramente
venne riproposta anche ai comizi Curiati) venne abolito nel 445 a.c., quindi qualche anno dopo la
pubblicazione delle altre due tavole.
Questa legge si chiama lex canuleia e prende il nome dal Tizio che l'ha proposta un certo Marco Canuleio.
Questo Plebiscito prevede l'abolizione del divieto di matrimonio tra Patrizi e plebei, ma questo vale come
Plebiscito al momento soltanto per la plebe. Per valere per tutta Roma quasi sicuramente questa proposta è
stata fatta anche dai comizi centuriati e quindi anche dai Patrizi, che hanno abolito in qualche modo poi
questo divieto.
Facciamo un resoconto: la lex canuleia abolisce questo divieto di matrimonio per i plebei, ma anche per i
Patrizi, quindi per tutta Roma.
Finalmente Patrizi e plebei si potevano sposare e quindi gli intrallazzi erano finiti, nel senso che si potevano
sposare ma mescolando il sangue, un Patrizio con una plebea, il loro figlio, come sarebbe stato Patrizio
plebeo??
Quindi visto che i Patrizi erano gli unici che potevano prendere gli auspici perché discendevano dai il sangue
dei primi senatori e quindi erano gli unici a poter prendere gli auspici e poter diventare Consoli, i figli e
queste nuove generazioni che si venivano a creare da che parte stare?
Non valeva più la scusa del non poter diventare Consoli perché il sangue non era puro e anche quella del non
poter prendere gli auspici. Quindi a questo punto si pensa che bisognava dare il consolato anche ai plebei, ma
ciò non lo volevano fare così facilmente. Con ciò l’abolizione di un divieto di un matrimonio, non aveva
conseguenze solo sul piano “amoroso”, ma aveva forti conseguenze sul piano politico perché sdoganava il
fatto che i soli Patrizi potevano accedere al Consolato. Diventava difficile trovare la scusa perfetta per
escludere i plebei dalle cariche pubbliche, come il consolato. Così dall'anno 444, quindi l'anno dopo rispetto
a questa lex canuleia, all'anno 367 abbiamo a Roma una nuova carica pubblica che si chiama tribuni Militum
consolari potestate che significa “tribuni militari con potere consolare”.
Chi erano questi tribuni militari con potere consolare? I tribuni militari a Roma erano una figura che era
sempre esistita, cioè erano comandanti militari che affiancavano nella guida dell'esercito il console e che
potevano avere poteri consolari. Tali poteri consolari erano tipo convocare le assemblee, presiedere il Senato.
Quindi erano delle figure che o prendevano il posto dei Consoli oppure li affiancavano e li assistevano. In
generale, i tribuni militari non avevano potere consolare e poteva diventare tribuno militare anche un plebeo.
Purtroppo il fatto dei tribuni militum consolari potestate è un un'incertezza della storia di Roma, perché era
incerto il loro numero, non si sa se quattro o anche sei potevano diventare, non si sa con certezza che tipo di
poteri effettivi avessero, se sostituivano completamente i consigli, oppure se li affiancavano e in più che cosa
ne ricavava il patriziato da questa cosa? Era un po’ un dubbio ed è rimasto tale dubbio. Inoltre i primi tribuni
militari con potere consolare di origine sicuramente plebea furono molto tardi, quasi 50 anni dopo nel 400.
Da quando viene appunto questo divieto di matrimonio fino al 367 a.C. ancora non abbiamo Consoli plebei a
Roma. Ma perché fino al 367??

Fino al 367 perché finalmente in quell'anno si riesce a fare approvare delle leggi, dopo una lunghissima fase
di trattative in cui addirittura si arrivò in quell’anno a dover nominare un dittatore.
Queste leggi si chiamano leggi Licinie Sestie che vennero proposte dai tribuni della plebe: Lucio Sestio
Laterano e Gaio Licinio Stolone, che appartenevano a due importanti famiglie plebee. E perché queste
leggi sono importantissime e pongono un punto decisivo alla lotta fra Patrizi e plebei, al punto tale che
dopo le cose iniziano veramente a cambiare?
Perché:
- risolvono il problema del Nexus. Non lo aboliscono, ma lo risolvono con una mitigazione. L'interesse
del debitore, che aveva già pagato sulle somme avute in prestito possono essere detratti dal totale del
capitale che devi ancora dare.
Facciamo un esempio banale, se hai una somma di 100 €, gli interessi sono di 50 € in più. Tu hai già
pagato 50 €, te li tolgono dai quei 100 che devi dare. Il resto che rimaneva del debito che dovevi
pagare, i 50 € diciamo, te li potevi rateizzare, quindi lì potevi pagare un pezzettino alla volta. Quindi
il problema del nexum viene decisamente mitigato, quindi l'interesse che il debitore doveva viene
detratto dalla somma totale e in più il debito viene rateizzato.
- Risolvono il problema dell'ager publicus. L’ager publicus fino a quel momento era dato per la
maggior parte in concesssione ai patrizi e loro ne facevano quello che volevano. Invece una delle
leggi Licinie Sestie propone che un privato può occupare fino a un massimo di 500 iugeri di ager
publicus.
Lo Iugero è un'unità di misura che equivale all’ettaro. Diciamo che 500 iugeri equivalgono ai nostri
125 ettari.
- Si abolisce il tribunato militare con poteri consolari, basta più tribuni militum consolari potestate. E
uno dei due Consoli finalmente può essere plebeo. Però, la prima coppia di Consoli tutta interamente
plebea è solo nel 172 a.C. e quindi arriviamo più tardi ad avere una completa parificazione dei diritti.
E’ molto probabile che per compensare questo nuovo potere che i plebei stavano acquisendo, i
Patrizi crearono altre cariche, come ad esempio gli edili di cui parlavamo prima o la pretura
(incertezza).
Aperta la strada del consolato, piano piano, nel corso degli anni, si apre l'accesso anche alle altre cariche
pubbliche importanti di Roma. Ad esempio:
- nel 356 viene nominato il primo dittatore Plebeo.
- nel 351 viene nominato il primo censore.
- qualche anno dopo ancora possono diventare anche pretori.
- hanno l'accesso ai collegi sacerdotali, potevano diventare anche auguri e fare gli auspici. Nel 326 con
la cosiddetta lex poetelia papiria, si abolisce definitivamente il nexum, basta più schiavitù per debiti e
niente più questione di finanziarie, eccetera.
Inoltre la lotta fra Patrizi e plebei finisce ufficialmente nel 287 a.C., con la famosissima Lex Hortensia,
promulgata da Quinto Ortensio a seguito di un'ennesima secessione.
Con la lex hortensia finalmente, le decisioni che venivano prese all'interno delle assemblee popolari plebee,
quindi i plebisciti, avevano valore di legge per tutta Roma, sia per Patrizi che plebei. Quindi, la lex hortensia
sancisce una equiparazione dei plebisciti alle leggi che venivano votate nei comizi centuriati Patrizi. Ecco
perché la lex hortensia sancisce la fine delle lotta fra Patrizi e plebei, perché ormai i plebei possono decidere
e legiferare per tutta Roma. Si arriva ad una parità.
Si era creato poi nel corso degli anni, anche col fatto che questi plebei e Patrizi si potevano sposare, una
nobilitas, cioè una nobilita patrizio/plebea. Non c’è più quella netta divisione in due blocchi: Patrizi da un
lato e plebei dall'altro, ma si crea una sorta di nobilità sia Patrizi che plebei, e saranno poi loro a dettare le
sorti di della Roma repubblicana.
NB: QUESTA LEZIONE CORRISPONDE AL CAPITOLO 4 DEL LIBRO, IL PRIMO ARAGRAFO E’
DEDICATO A DISCUTERE QUESIONI DI GENS, FAMILIA; IL SECONDO DEFINISCE IL CONFLITTO
INTERNO TRA PATRIZI E PLEBEI.

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