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del coaching
Le vie
del coaching
Strategie per psicologi irriverenti
Luigina Sgarro
Nadia Osti
Michela Pajola
Edizione eBook
ISBN: 979-12-81075-18-4
Luigina Sgarro
Psicologa e psicoterapeuta a orientamento cognitivo-comportamentale,
ha lavorato per molti anni nelle risorse umane di grandi aziende mul-
tinazionali, maturando esperienza e competenza nell’ambito dello svi-
luppo organizzativo e dell’executive e team coaching. Collabora con
diverse realtà organizzative, sia private che pubbliche, nazionali e inter-
nazionali, come consulente, formatrice e coach. Ha al suo attivo l’espe-
rienza come docente in Organizzazione aziendale, comunicazione e soft
skills presso la LUMSA, l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, la
Scuola Superiore di Polizia, la Scuola Superiore dell’Amministrazione
dell’Interno (SSAI) e la Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA).
Per la SNA ha progettato e coordinato il primo assessment center per la
Presidenza del Consiglio dei Ministri, il primo development center per il
corso-concorso per la dirigenza pubblica, il primo progetto di coaching
strutturato e ha lanciato il primo format esperienziale.
Nadia Osti
Psicologa clinica e del lavoro, psicoterapeuta sistemico-relazionale e
coach, si è occupata di progettazione di percorsi di accompagnamento
alle trasformazioni organizzative focalizzandosi sull’analisi, la valuta-
zione e lo sviluppo di comportamenti organizzativi. L’interesse per la
valorizzazione delle persone nelle organizzazioni in cambiamento l’ha
avvicinata al coaching, conseguendo esperienze in aziende di setto-
ri merceologici e dimensioni diverse. Attualmente opera in qualità di
esperto esterno in concorsi pubblici per la selezione di dirigenti, in quali-
tà di docente per la Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA), dove
ha partecipato, tra le altre cose, al progetto di assessment center e di exe-
cutive coaching con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Collabora
inoltre con l’Università di Bologna in qualità di professore a contratto e
di executive coach.
Crede che la psicologia porti un contributo indispensabile nei contesti
organizzativi.
Michela Pajola
Psicologa clinica e di comunità, specializzata in psicoterapia psicoana-
litica e successivamente in EMDR, si perfeziona in Teoria e tecnica dei
gruppi con Enzo Spaltro. Intraprende una formazione continua in Co-
municazione non violenta e approfondisce il coaching acquisendo tre
certificazioni: modello ontologico trasformazionale, Voice Dialogue e
Coaching by Values. Ha svolto una formazione in Organizational devel-
opment con Ariele, scuola di psicosocioanalisi ed è trainer mindfulness,
certificazione AIM.
Si muove in ambiti diversificati di intervento: sia contesti privati e dina-
mici in fase di start up, sia realtà consolidate che necessitano di essere
accompagnate in fasi strategiche del loro ciclo di vita. Collabora con enti
pubblici a livello comunale, regionale e, in prevalenza tramite la Scuola
Nazionale dell’Amministrazione (SNA), anche nei Ministeri e con la Pre-
sidenza del Consiglio dei Ministri.
Ha acquisito esperienze variegate in ruoli tecnici, ad esempio selezione,
valutazione del potenziale, formazione alle soft skill, coaching e team
coaching; ma anche gestionali, coordinando team di colleghi in inter-
venti complessi. Promuove un modo di intendere la psicologia come
accompagnamento per le persone e le organizzazioni ad occuparsi dei
propri bisogni con un approccio ecologico e proprio per questo è stata tra
i soci fondatori di Psicologi in Azienda, network di psicologi che operano
nei contesti organizzativi.
Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi
in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.
Italo Calvino
Collezione di sabbia, “I mille giardini”, 1984
Presentazione XIX
2 Tipi di coaching
Luigina Sgarro 42
2.1 Livelli di apprendimento di Bateson 45
2.2 Una prima distinzione 49
2.3 Il life coaching 50
2.4 Il coaching nelle organizzazioni 53
2.5 Lo specialty coaching o skill e performance coaching (SPC) 54
2.6 Development coaching 56
2.7 Executive e leadership coaching 62
2.8 Team coaching 69
2.9 Group coaching 72
2.10 Peer coaching 75
2.11 Nuove frontiere del coaching: il coach digitale e la chatbot 81
2.12 ll futuro del coaching secondo Forbes 85
2.13 Il coaching può essere un triangolo 88
2.14 Coaching che hanno a che fare con la psiche 90
7 Lo psicologo coach
Luigina Sgarro 163
7.1 Lo psicologo coach nella relazione di coaching 167
7.2 Il confine visibile 172
7.3 La preparazione come coach 174
7.4 L’esempio del capitale psicologico 176
7.5 Un’opportunità da cogliere 177
Bibliografia 229
Sitografia 238
Appendice.
Quadro di sintesi degli approcci psicoterapici classici
e delle loro evoluzioni 239
Prefazione
Il coaching e lo sviluppo delle risorse
nella Presidenza del Consiglio dei Ministri
Nel 2017, come parte del mio ruolo all’interno della Presidenza del Con-
siglio dei Ministri (PCM), mi sono confrontata con la Scuola Nazionale
dell’Amministrazione (SNA) sulla possibilità di svolgere un’analisi pun-
tuale delle esigenze formative dei dirigenti. In tale circostanza mi è stato
proposto un intervento di assessment center, ovvero un’attività che pre-
vedesse un’indagine globale delle “competenze trasversali” della perso-
na e non solo una valutazione della preparazione tecnica.
Un progetto di sviluppo che coinvolge aspetti personali, anche profondi,
come la personalità e la motivazione, al di là della conoscenza e dell’e-
sperienza finalizzata, ha richiesto cura e criterio sia nella comunicazione
del progetto sia nell’interazione di ogni singolo assessor con ciascuno
dei dirigenti coinvolti, anche per vincere la potenziale diffidenza iniziale
verso uno strumento tanto inusuale alle nostre “latitudini”.
Si trattava di un approccio per certi versi molto innovativo, almeno per
la PCM, per questo abbiamo selezionato con particolare attenzione il
team dei professionisti della SNA e, con il loro supporto, abbiamo indi-
viduato gli strumenti per l’assessment e la comunicazione in ogni fase e,
successivamente, progettato dei percorsi di coaching per quanti, a valle
dell’assessment, hanno voluto intraprendere percorsi di sviluppo di que-
sto tipo.
L’assessment nella sua fase realizzativa ha visto il coinvolgimento di ol-
tre duecento dirigenti apicali, tutte persone di grande esperienza, piena-
mente immerse nella cultura organizzativa. L’intervento è stato proget-
tato, coordinato e realizzato da professionisti abilitati, ovvero psicologi
iscritti all’Albo, come previsto dalla deontologia e dalla legge.
Ho quindi iniziato una collaborazione sistematica con la psicologia del
lavoro, con l’idea che per occuparsi di alcuni interventi serva una speci-
fica preparazione o professionalità e che uno psicologo ha delle compe-
tenze distintive per occuparsi delle persone, della loro mente e del loro
XVI Le vie del coaching
umano è il bene più prezioso che abbiamo e che quanto più ce ne prendia-
mo cura, tanto più riusciamo a migliorare il livello di rendimento di cia-
scuno e il clima organizzativo generale. Le persone, in questo processo,
si sentono considerate come tali, non solo in quanto parte di un servizio,
di un ufficio, di un dipartimento, ma come individui. In questo modo, ri-
escono anche a collocarsi meglio all’interno della struttura in cui sono
e a vedere tramite il confronto con un “lettore” esterno, in maniera più
chiara e oggettiva, i propri comportamenti e le relazioni con i colleghi.
Abbiamo osservato una serie di effetti positivi sulla gestione dei colla-
boratori, sul clima organizzativo complessivo, e questo ha generato e sta
ancora generando un profondo processo di cambiamento culturale.
La trasformazione in atto è agevolata anche da un processo di ricambio
generazionale che pian piano si sta verificando, e richiederà del tempo per
mostrare tutti i suoi frutti, ma la osserviamo quotidianamente e ci sta final-
mente facendo uscire da alcuni schemi legati a un modo di pensare all’or-
ganizzazione – ad esempio l’enfasi sulla sola preparazione tecnico-giuri-
dica – ormai superato e che, di fatto, in molti contesti, spesso non c’è più.
Il progetto iniziale non era stato immaginato come calibrato sul medio-
lungo periodo, ma poi abbiamo deciso di trasformarlo in uno strumento
fondante dei nostri percorsi di crescita professionale, di collegare a que-
sti interventi azioni di sviluppo delle potenzialità, che ci consentiranno
di operare al meglio e, di conseguenza, di rendere più incisivo il servizio
che quotidianamente facciamo nei confronti del Paese, che è l’obiettivo
principale della nostra attività.
Questo testo, scritto da tre psicologhe che ho avuto modo di conoscere
proprio grazie al progetto di assessment e poi di coaching con la SNA,
ha un approccio chiaro, tanto da risultare comprensibile anche a quan-
ti, come me, non abbiano una preparazione specialistica e, allo stesso
tempo, esplora in dettaglio il coaching, le sue caratteristiche, le sue sfu-
mature, e può essere un’utile lettura per chi voglia capire di più che cosa
significa far crescere un’organizzazione attraverso le persone e la perso-
na attraverso l’organizzazione.
Francesca Gagliarducci
Capo del Dipartimento del personale
della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Presentazione
A questo punto c’è qualche indizio in più sui destinatari del libro.
Diamo qualche altra informazione.
Questo è un testo sul coaching scritto da tre psicologhe, psicoterapeute e
coach che hanno esperienze pluridecennali nelle organizzazioni.
Le tre categorie professionali di appartenenza citate raccontano l’ordine
cronologico della nostra formazione e non esprimono un valore di rile-
vanza.
Naturalmente, ognuna di noi tre ha il proprio specifico percorso e inter-
preta il ruolo con il proprio stile, ma tutte riconosciamo le opportunità
che i diversi ambiti lavorativi generano l’uno rispetto agli altri. Rifletten-
do assieme, scambiando punti di vista e condividendo le nostre aspira-
zioni in merito a queste attività, abbiamo scoperto che per noi integrare
le tre sfere è fertile e generativo e vogliamo promuovere questa contami-
nazione anche presso i colleghi.
Abbiamo inoltre scoperto che, prima dell’incontro tra noi, nei tentativi
di confronto con altri colleghi psicologi, giungeva qualche timido con-
senso in merito al coaching, forse dettato dalla simpatia che suscitava
il nostro entusiasmo nel cercare di approfondire l’argomento. Eppure,
inesorabilmente, predominava la diffidenza.
Le frasi ricorrenti erano: “Se sei psicologo perché devi formarti come co-
ach? Hai già le competenze che ti servono per svolgere quella professio-
ne!”; “Uno psicoterapeuta competente lavora a certi livelli di profondità,
non ha bisogno di occuparsi di percorsi di coaching”; “Il coaching serve
per motivare, la psicologia è ben altra faccenda”; “Il coaching è un siste-
ma di controllo sociale”.
D’altra parte, a dirla tutta, quando ci confrontavamo con coach non psi-
cologi incappavamo in pregiudizi analoghi, anche se di segno inverso:
“La psicologia non aiuta davvero le persone, fa solo delle sterili anali-
si!”; “Gli psicologi interpretano e fanno diagnosi. Ti dicono se sei sano
o malato di mente e poi ti piantano lì”; “Se vuoi davvero uscire da una
Presentazione XXI
1
Questa espressione è una pietra miliare di Alfred Korzybski, linguista e matematico, poi
ripresa e ulteriormente valorizzata da Gregory Bateson, che sottolinea quanto il linguaggio
serva a formarsi un’idea del mondo che ci consente di muoverci in esso con un certo grado
di sicurezza. Allo stesso tempo, è fondamentale non confondere la nostra rappresentazio-
ne della realtà, che è solo una mappa, con la realtà stessa, che è il territorio.
Presentazione XXV
D’altra parte, queste qualità sono le stesse che apprezziamo tra i colleghi
psicologi coach.
Molti coach non psicologi riconoscono che una formazione psicologica
è, per sua natura, articolata e salda e permette un intervento solido per-
ché svolto dopo una riflessione che inquadra la situazione specifica in un
contesto più ampio.
Nel quinto capitolo vengono considerate le modalità di approccio che ri-
guardano gli psicologi che intraprendono la pratica del coaching senza
un’adeguata formazione mirata nello specifico al coaching.
Riprendendo la legge 18/02/1989 n. 56, che definisce la professione del-
lo psicologo, disciplinata anche dal codice deontologico degli psicologi
italiani, si riflette su come la formazione psicologica permette di inqua-
drare in modo organico una situazione e quindi di fare una diagnosi an-
che utilizzando una testistica che solo gli psicologi sono formati a som-
ministrare e a leggere. Oltre agli strumenti conoscitivi, gli psicologi sono
abilitati all’intervento sia in una logica preventiva sia per un sostegno
in ambito psicologico rivolto alla persona, al gruppo e alle comunità di
appartenenza. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca
e didattica.
Questo percorso formativo risulta, dal nostro punto di vista, una base
fondamentale in sé non sufficiente, in quanto necessita, comunque, di
strumenti specifici di intervento, esattamente come avviene per la psico-
terapia e la somministrazione di alcuni tipi di reattivo che, pur essendo
riservati agli psicologi, richiedono un’ulteriore preparazione specifica.
Anche in questo caso vengono proposte alcune riflessioni alle quali si
tenta di rispondere, come ad esempio: il linguaggio dello psicologo, per
quanto preciso e tecnico, è sempre fruibile o in alcuni casi può risultare
poco facilitante?
Qual è l’approccio che adotta uno psicologo? C’è un’abitudine a sceglie-
re quando è più funzionale adottare un linguaggio diagnostico-astratto
piuttosto che diagnostico-legato all’azione? Gli studi universitari forni-
scono le stesse conoscenze operative e gli strumenti di intervento che dà
una formazione in coaching?
Il sesto capitolo affronta il tema delle differenze e similitudini tra psi-
coterapia e coaching, uno tra i temi più rilevanti e delicati presenti nel
testo. Verranno approfondite la contiguità, ma anche le divergenze, tra
XXVI Le vie del coaching
2
Solo per citare due casi che sono apparsi sulla stampa recentemente, ricordiamo
l’intervista rilasciata da Luciano Sabattini e da Nicoletta Romanazzi: www.ilmessaggero.
it/persone/mental_coach_sportivo_come_diventare_famosi_corsi_cosa_fa_tecniche_
formazione_news-6118140.html (consultato il 20/7/2023).
XXVII Le vie del coaching
Michela Pajola
3
Modello teorico che fa riferimento alla descrizione della personalità dell’individuo
come una realtà multiforme costituita da molteplici aspetti chiamati anche “Sé”, “voci”,
“sub-personalità” (si veda, Stone e Stone, 1996; Kent, 2015).
Accompagnare le persone
1
nel cambiamento
Nadia Osti