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CINZIA CIARMATORI

LA NUTRIZIONE DEI NUOVI


ANIMALI DA COMPAGNIA
IN OTTICA PNEI
Il presente libro è accreditato come Autoapprendimento FAD con riconoscimento
ECM solo attraverso apposita registrazione al sito www.ebookecm.it

COLLANA EBOOKECM
EBOOK PER L’EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA © 2023
ISBN: 9788831253567
INDICE

INTRODUZIONE GENERALE 7

PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI

INTRODUZIONE 10

Capitolo 1
CONIGLIO 13
1.1 L’apparato digerente: cenni di anatomia e fisiologia digestiva 14
1.2 La ciecotrofia 24
1.3 Focus sul microbiota del coniglio e altri piccoli mammiferi 29
1.4 L’alimentazione in natura 31
1.5 L’alimentazione “domestica” 31

Capitolo 2
FURETTO 36
2.1 L’apparato digerente: cenni di anatomia e fisiologia digestiva 36
2.2 Il microbiota 38
2.3 L’alimentazione 39
2.4 L’alimentazione fresca e la BARF per il furetto, una sfida possibile? 42
2.5 L’alimentazione fresca, pro e contro 45

Capitolo 3
CAVIA E CINCILLA 47
3.1 Alimentazione della Cavia peruviana 48
3.2 Alimentazione del Cincilla 50

Capitolo 4
IL DEGU DEL CILE (OCTODON DEGUS) 52
4.1 Alimentazione 53
Capitolo 5
GERBILLI DELLA MONGOLIA, CRICETI, TOPI E RATTI 54

Capitolo 6
GERBILLO DELLA MONGOLIA (MERIONES UNGUICULATUS) 55
6.1 Alimentazione 56

Capitolo 7
CRICETI 57
7.1 Criceto dorato (MESOCRICETUS AURATUS) 57
7.2 Criceto russo (PHODOPUS CAMPBELLI) 59
7.3 Criceto di Roborowsky (PHODOPUS ROBOROWKSII) 60

Capitolo 8
TOPO (MUS MUSCULUS) 63
8.1 Alimentazione 64

Capitolo 9
RATTO (RATTUS NORVEGICUS) 65
9.1 Alimentazione 66

Capitolo 10
TOPO E RATTO: COSA SAPPIAMO SUL DIGIUNO INTERMITTENTE
E LA RESTRIZIONE CALORICA 67

Capitolo 11
PETAURO DELLO ZUCCHERO (PETAURUS BREVICEPS) 69
11.1 Alimentazione 70

Capitolo 12
RICCIO AFRICANO (ATELERIX ALBIVENTRIS) 75
12.1 Alimentazione 76

PARTE 2: GLI UCCELLI

INTRODUZIONE 80
1. Fabbisogni nutrizionali 83
2. Semi o estrusi? Il grande dilemma 84
3. Cattività vs natura 87
4. Integrazioni vitaminico-minerali 88
5. Le strategie nutrizionali 88
Capitolo 13
I PASSERIFORMI 90
13.1 Granivori 90
13.2 Insettivori 92

Capitolo 14
GALLIFORMI E ANSERIFORMI 94
14.1 Galliformi 94
14.2 Anseriformi 95

Capitolo 15
RAPACI 97

Capitolo 16
FOCUS SUI PAPPAGALLI 99
16.1 I pappagalli e la nutrizione in natura 101
16.2 Anatomia e fisiologia digestiva 102
16.3 Pappagalli e geofagia 108
16.4 Il microbiota 109
16.5 Alimentazione dei pappagalli in cattività 112
16.6 Comporre la dieta 121
16.7 Pappagalli, monofagismo e neofobia 122
16.8 Cambiare dieta. Alcuni trucchi e qualche consiglio 123
16.9 Arricchimento nutrizionale 125
16.10 Accrescimento, muta, età avanzata e stati patologici 126

PARTE 3: I RETTILI

INTRODUZIONE 131
1. Anatomia e fisiologia digestiva 133

Capitolo 17
OFIDI, ALCUNE PECULIARITÀ 136
17.1 I denti 136
17.2 La lingua 137
17.3 Il tratto gastroenterico 137

Capitolo 18
SAURI, ALCUNE PECULIARITÀ 139
18.1 I denti 139
18.2 La lingua 139
18.3 Il tratto gastroenterico 141
Capitolo 19
TARTARUGHE E TESTUGGINI, ALCUNE PECULIARITÀ 142

Capitolo 20
LA NUTRIZIONE DEI RETTILI 146
20.1 Metabolismo e nutrizione 147
20.2 Fabbisogno energetico 148
20.3 Fonti energetiche 149

Capitolo 21
RETTILI CARNIVORI E INSETTIVORI 150
21.1 Prede vertebrate 150
21.2 Prede invertebrate 154

Capitolo 22
RETTILI ERBIVORI, FOLIVORI E FRUGIVORI 159
22.1 Composizione della dieta 159
22.2 Vegetali e antinutrienti 162
22.3 Preparare la razione 164

Capitolo 23
RETTILI ONNIVORI 165
23.1 Alimenti commerciali 168
23.2 Il digiuno nei rettili 170
23.3 Microbiota. Cosa sappiamo? 171

PARTE 4: GLI ANFIBI

INTRODUZIONE 173
1. Anatomia e fisiologia digestiva 175
2. Metabolismo e nutrizione 177
3. Aspetti endocrini della metamorfosi, alcuni cenni 178
4. Microbiota. Cosa sappiamo? 180

CONCLUSIONI 182

RINGRAZIAMENTI 183

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 184


indice

INTRODUZIONE GENERALE

La nutrizione degli animali con cui scegliamo di convivere è un tema


che riscuote un interesse crescente negli ultimi anni, sia da parte dei me-
dici veterinari che dei famigliari degli animali.
Dopo decenni in cui il compito di dettare le regole dell’intero com-
parto alimentazione è stato delegato alla fiorente industria del pet food,
complici anche questioni culturali e sociali, oggi la nutrizione sta tornan-
do ad acquisire il ruolo che le è proprio: quello di pilastro di prevenzione
e salute per tutti gli animali, noi compresi.
Centrale all’interno di ogni tradizione di cura millenaria, il famoso
aforisma attributo ad Ippocrate “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la
medicina sia il tuo cibo” oggi risuona più attuale che mai.
Viviamo in un’epoca in cui nelle società così dette evolute il consumo
eccessivo di cibo, in particolare se raffinato e processato, porta con sé
morbilità metaboliche importanti in tutte le specie animali.
Predispone a patologie autoimmuni e degenerative specie quando as-
sociato ad uno stile di vita sedentario e stressante, mantenendo quello
stato di infiammazione cronica di base ormai riconosciuto dalla comunità
scientifica come causa e concausa di un numero in crescita di patologie
croniche e degenerative.
La psico-neuro-endocrino-immunologia (PNEI) comincia a porre in
sempre maggior evidenza “l’errore di Cartesio”, per citare il titolo della
famosa opera del neuroscienziato António Damasio.
La secolare visione meccanicistica degli organismi biologici, assimila-
bili a macchine, sta finalmente lasciando il posto ad uno sguardo siste-

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indice

LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


INTRODUZIONE

mico e complesso che rende evidenti le correlazioni e la comunicazione


multidirezionale e continua tra organi e apparati.
L’asse intestino-cervello ha reso evidente una verità per troppo tem-
po nascosta: le emozioni condizionano la salute, legando a doppio filo
sistema nervoso e sistema enterico. Ma anche sistema immunitario ed
endocrino.
Gli studi sul microbiota aggiungono un ulteriore tassello e l’asse di-
venta intestino-microbiota-cervello: i trilioni di microrganismi che com-
pongono quello che oggi chiamiamo microbiota intestinale, i metaboliti
prodotti, ma anche il loro materiale genetico (microbioma), hanno ruoli
di primaria importanza persino sul comportamento dell’ospite, oltre che
sulla sua salute e sulla capacità di difesa e di guarigione.
Da questo punto di vista l’alimentazione, intesa non solo come soddi-
sfacimento dei fabbisogni nutrizionali ma anche emozionali, diventa uno
strumento di cura che non ha eguali, anche perché è alla portata di tutti.
Ho scelto di dedicare questo lavoro alla nutrizione dei nuovi animali
famigliari perché si tratta di milioni di individui appartenenti a classi di-
verse le cui esigenze da tanti punti di vista sono state finora meno esplo-
rate rispetto a quelle del cane e del gatto.
E nonostante la medicina veterinaria sia particolarmente evoluta da
un punto di vista diagnostico e terapeutico anche per loro, la nutrizione è
sempre rimasta un passo indietro.
Credo fermamente che sia arrivato il momento di occuparsi con una
visione PNEI anche della nutrizione dei Piccoli mammiferi, dal coniglio
al furetto, dalla cavia peruviana al riccio africano, degli Uccelli e in parti-
colare degli psittaciformi o pappagalli che dir si voglia, ma anche di Rettili
e Anfibi (non me ne vogliano i Pesci e gli Insetti, che ho deciso di non
trattare in questa pubblicazione solo perché non avrei potuto dedicare
loro l’approfondimento che meritano).
Buon viaggio dunque, e buona lettura!

8
indice

PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI


indice

INTRODUZIONE

Negli ultimi anni la medicina dei Piccoli mammiferi è stata protago-


nista di una grande evoluzione. Le tecniche diagnostiche sempre più so-
fisticate, l’avanzamento in ambito chirurgico e soprattutto la diffusione
domestica e il conseguente aumento della richiesta di elevati standard di
cura da parte dei famigliari hanno contribuito a migliorare la gestione
domestica ed aumentare la vita media della maggior parte delle specie di
Piccoli mammiferi, coniglio in testa.
La nutrizione, che a tutta ragione può essere considerata un tassello
fondamentale nella prevenzione ma anche nella cura di molti processi
patologici di cui è spesso causa o concausa, è senza dubbio migliorata
e corrette informazioni sono state veicolate, migliorando primariamente
l’alimentazione delle specie erbivore.
Coniglio, cavia peruviana, cincillà, degu, fino a non troppi anni fa (e
in molti casi purtroppo ancora oggi) alimentati con cibi industriali a base
di semi e cereali, sovente di pessima qualità e mutuati dall’allevamento
del coniglio da sostentamento umano, oggi finalmente vengono ricono-
sciuti nella loro natura di animali erbivori.
C’è da aggiungere che come spesso accade la comparsa di una “nuova”
specie tra le fila di quelle considerate “da compagnia” non lascia indif-
ferente un comparto economico milionario come quello del pet food e
degli accessori (Fig. 1).

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indice

LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI — INTRODUZIONE

Figura 1 – Analisi del mercato italiano del pet food


(tratto dalla XV Edizione Rapporto Assalco-Zoomark 2022).

In pochi anni gli scaffali di negozi e supermercati si sono riempiti di


prodotti per conigli e altri Piccoli mammiferi: miscele di semi e cereali,
pellet di varia composizione, snack, dolciumi, giocattoli e prodotti per la
pulizia.
Il cliente, se non correttamente e costantemente guidato nella scel-
ta dal medico veterinario di fiducia, si trova a dover scegliere in base al
packaging o ad etichette non sempre di facile comprensione per un pub-
blico generico.
Senza considerare il nuovo trend degli allevatori che producono pro-
prie linee di prodotti. I famigliari di conigli e altri Piccoli mammiferi

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LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI — INTRODUZIONE

dopo l’adozione continuano spesso ad acquistare fieno e alimenti pellet-


tati direttamente dall’allevamento, ma si tratta in molti casi di prodotti la
cui composizione è ignota per totale assenza di etichetta.
Il ruolo del medico veterinario esperto nella medicina dei Piccoli
mammiferi diventa dunque centrale anche nel guidare alla scelta di pro-
dotti non solo di buona qualità, ma anche adeguati alle necessità nutrizio-
nali ed etologiche di ogni singola specie.
Un’alimentazione non adeguata infatti, in particolare per le specie
erbivore ma non solo, diventa presto fonte di patologie e compromette a
volte in modo irreparabile la qualità e il tempo di sopravvivenza di questi
splendidi animali.

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indice

CAPITOLO 1
CONIGLIO

Il coniglio è un lagomorfo strettamente erbivoro. È un animale dalle


abitudini crepuscolari, che in natura si alimenta al tramonto, ma anche
nelle prime ore del mattino.
Apprezza vegetali amari come l’erba medica e l’intera pianta del taras-
saco, comprese le radici, ma si nutre anche di piante più “dolci”.
È una specie erbivora non ruminante, con un grosso intestino molto
sviluppato, in particolare il cieco che rappresenta una vera e propria ca-
mera di fermentazione.
A differenza dei ruminanti che sminuzzano il cibo masticando ripetu-
tamente il bolo, i conigli sfruttano la ricerca del cibo e la ciecotrofia per
ottenere un’elevata conversione energetica.
Sono gli animali più efficienti nella conversione di proteine vegetali,
raggiungendo una percentuale del 70-80%.
Mucche e cavalli strappano l’intera pianta, il coniglio invece sceglie i
germogli più giovani e le porzioni vegetali meno mature e più succulente,
un comportamento che lo accomuna a cervi e giraffe.
Questo criterio consente di soddisfare l’elevato metabolismo di questo
animale dalla piccola massa corporea.
La fibra grossolana ha il ruolo di stimolare la peristalsi intestinale, ma
viene espulsa rapidamente per evitare che il coniglio debba “trasportarne”
grandi quantità, a differenza del cavallo che lo fa per giorni.
Nel grosso intestino, in particolare nel colon prossimale, avviene
un’efficiente separazione meccanica della fibra di maggiori dimensioni,

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LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI — 1. CONIGLIO

che viene espulsa come pellet fecali, da quella più sottile, che ritorna nel
cieco per subire la fermentazione ed essere trasformata in ciecotrofo.
La nutrizione del coniglio non può non tenere conto delle peculiarità
evolutive di questa specie, della cronobiologia, delle caratteristiche anato-
miche e fisiologiche, ma anche degli aspetti psicologici ed emozionali: si
tratta di una specie preda, con grandi capacità sensoriali e comunicative.
Chiunque voglia occuparsi di alimentare correttamente questo picco-
lo lagomorfo non potrà non assicurarsi che l’ambiente in cui vive, sia in
termini di spazio fisico che di relazione, sia adeguato.
Lo stress cronico a cui questi animali sono facilmente soggetti in am-
bito domestico infatti li predispone a patologie, spesso a carico proprio
dell’apparato digerente.

1.1 L’APPARATO DIGERENTE: CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA


DIGESTIVA

1.1.1 LA CAVITÀ ORALE

Sono le vibrisse e le labbra sensibili e prensili a consentire la selezione


e l’assunzione del cibo, dal momento che il punto cieco proprio davanti
al naso impedisce la visione.
La bocca del coniglio è maggiormente sviluppata in lunghezza che non
in larghezza ed è conformata per rosicchiare.
I denti da latte vengono persi quando i coniglietti sono ancora nell’u-
tero materno o poco dopo la nascita. I denti definitivi sono perfettamente
adatti all’alimentazione ricca di fibra.
Nei conigli selvatici la corona ha una colorazione marrone per l’ali-
mentazione a base di erbe spontanee.
La formula dentaria definitiva comprende quattro incisivi superiori e
due inferiori, nessun canino, sei premolari superiori e quattro inferiori,
sei molari sia superiori che inferiori (2/1, 0/0, 3/2, 3/3).
In totale quindi ventotto denti presenti già a trentacinque giorni d’età
(Fig. 2).

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LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI — 1. CONIGLIO

Figura 2 – Cranio di coniglio, in cui è possibile vedere i denti incisivi, i premolari e i


molari (Foto C. Ciarmatori).

I denti sono ipsodonti, a radice aperta. La parte emersa è la corona


clinica, la porzione restante corona di riserva o radice clinica.
L’apice della radice presenta un forame che comunica con la cavità
dentale, al suo interno c’è la polpa, o tessuto germinativo. La superficie
esterna dei denti è coperta di smalto.
Sui molariformi una lamina di smalto forma una piega sagittale piena
di cemento, pertanto la cavità dentale è doppia.
Tra gli incisivi e i premolari non ci sono canini ma il diastema, un
tratto privo di denti (Fig. 2).
Una plica della guancia, ricoperta di pelo, si inserisce in questo spazio
separando di fatto gli incisivi dal cavo oro-faringeo.
Come in tutti i lagomorfi ci sono tre paia di incisivi, due superiori e
una inferiore.
I superiori secondari sono rudimentali (peg teeth) e si trovano esatta-
mente dietro i due incisivi principali.
A riposo l’apice degli incisivi inferiori poggia esattamente tra i superio-
ri principali e quelli secondari (Fig. 3), che nella foto appaiono particolar-
mente in evidenza e di lunghezza superiore al normale.

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indice

LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI — 1. CONIGLIO

Figura 3 – Particolare degli incisivi primari e secondari.

I superiori principali hanno un solco longitudinale e smalto bianco


e liscio.
Se lo smalto presenta solchi trasversali è probabile che sia in atto una
patologia dentale e un’alimentazione non corretta è spesso la causa prin-
cipale.
Il coniglio usa gli incisivi per tagliare il cibo, un po’ come una forbice.
Il tasso di allungamento è di circa 2 mm a settimana per i superiori, poco
di più per gli inferiori.
Va considerato che la prensione e lo strappo dei vegetali avvengono
con le labbra, non con i denti: questo fa sì che i conigli possano comun-
que mangiare anche in seguito ad estrazione degli incisivi, spesso inevita-
bile in corso di malocclusione congenita o acquisita.
Premolari e molari formano un’unica unità funzionale per triturare il
cibo più duro e fibroso.
Anche questi denti sono a radice aperta e a crescita continua. L’allun-
gamento dei denti consente ai conigli di mantenerne la struttura nono-
stante si alimentino di cibi molto abrasivi. Il tasso di crescita dipende da
molti fattori: dall’età, dallo stato fisiologico, dal ritmo di consumo (e di

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indice

LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI — 1. CONIGLIO

conseguenza dalla tipologia di cibo messo a disposizione) e dal contatto


con gli altri denti.
In media è di 2 mm a settimana anche per questa tipologia di denti.
La superficie di occlusione alterna materiale duro, il cemento, ad altro
più tenero, la dentina: il consumo porta alla formazione di una struttura
irregolare, come una raspa, per rendere ottimale la triturazione del cibo.
Le creste di dentina che si formano si incastrano con quelle formate
dai denti contrapposti.
Le mandibole sono unite da una robusta sinfisi fibrosa e sono più
strette rispetto alle mascelle.
La masticazione è un atto complesso che coinvolge l’articolazione tem-
poro-mandibolare: i movimenti laterali e lo spostamento all’indietro della
mandibola consentono di usare alternativamente gli incisivi per tagliare e
i premolari e i molari (cheek teeth per gli anglosassoni) con un movimento
circolare per triturare, come una macina, alternando ora l’uno, ora l’altro
lato.
Proprio per questa complessità e per la crescita continua i problemi
dentali nei conigli sono così frequenti. Soprattutto quando l’alimentazio-
ne non è simile a quella per la quale la specie si è evoluta.

Nota: la tendenza a riprodurre conigli con caratteristiche neoteniche


sempre più spiccate (Fig. 4) determina non di rado la nascita di indi-
vidui affetti da prognatismo della mandibola a causa di un autosoma
recessivo. Inizialmente gli incisivi superiori principali e gli inferiori
sono giustapposti e perdono il loro margine “a scalpello”. In seguito
gli inferiori finiscono per spostarsi rostralmente ai superiori, con una
malocclusione congenita che esita nella necessità di estrarre i quattro
incisivi principali per consentire l’alimentazione.

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LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI — 1. CONIGLIO

Figura 4 – Coniglio nano, con tipiche caratteristiche neoteniche


(testa rotonda, osso nasale ridotto, accorciamento di mandibola e mascella).

1.1.2 LA MASTICAZIONE

La flessibilità dell’articolazione temporo-mandibolare consente sia


movimenti di apertura e chiusura sia movimenti laterali, rostrali e caudali.
Le arcate dentali costituite dai cheek teeth sminuzzano la fibra più lunga
e consentono la formazione di boli di una dimensione tale da poter essere
deglutiti.
Le mascelle si giustappongono alle mandibole un lato alla volta e si
spostano lateralmente con una frequenza di 120 volte al minuto.
La lingua carnosa si muove per assicurare che tutto il cibo venga ade-
guatamente masticato.

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indice

LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI — 1. CONIGLIO

I ciecotrofi invece, come vedremo nella sezione dedicata al fenomeno


della ciecotrofia, vengono deglutiti integri.
1.1.3 LA LINGUA

È lunga e carnosa, occupa gran parte della cavità orale. Caudalmente


ha una zona rilevata che prende il nome di toro linguale.
È ruvida per la presenza di numerose papille con forma e struttura
differente, tutte contengono cellule gustative.
I conigli hanno tonsille pari.
1.1.4 LE GHIANDOLE SALIVARI

Il coniglio ha quattro paia di ghiandole salivari: parotidi, zigomatiche,


mandibolari e sublinguali.
Producono amilasi nel momento in cui l’alimento passa le labbra.
La zigomatica è posizionata in corrispondenza dell’angolo anteroven-
trale dell’orbita, proprio sotto la ghiandola lacrimale.

1.1.5 L’ESOFAGO

La parete è composta da tre strati di muscolatura striata che si esten-


dono per tutta la lunghezza fino al cardias, che ha uno sfintere molto
sviluppato ed è uno dei motivi per i quali i conigli non possono vomitare.
Nell’esofago non ci sono ghiandole mucipare.

Nota: I muscoli del coniglio sono rosa pallido e non rosso scuro come
in altri animali. Per questo motivo, oltre alla presenza di scarso tessu-
to sottocutaneo nella linea centrale dell’addome, la linea alba non è
sempre facilmente identificabile ed è molto sottile e in stretta vicinan-
za al cieco e alla vescica. In corso di chirurgia addominale va posta
particolare attenzione e la linea alba va sollevata molto bene prima
dell’incisione, per non danneggiare i visceri sottostanti.
1.1.6 LO STOMACO

Ha la forma di una J, si trova sul lato sinistro e ha una parete molto


sottile (Fig. 5).

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LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI — 1. CONIGLIO

Figura 5 – Stomaco di coniglio.

Per questo è frequente rilevare la rottura dello stomaco per autolisi


come reperto post-mortem, a causa della distensione provocata dai gas.
La presenza di aria nello stomaco è normale, in seguito al comporta-
mento di grooming, frequente sia come autogrooming che come allogro-
oming in presenza di conspecifici.
Il cardias è delimitato da epitelio squamoso non ghiandolare.
Il fondo è invece ghiandolare e le cellule parietali secernono acido e
fattore intrinseco mentre le cellule principali producono pepsinogeno.
Il piloro ha uno sfintere particolarmente sviluppato.
In condizioni normali il contenuto dello stomaco è un miscuglio di
cibo, fluidi e peli, anche 24 ore dopo il pasto.
Per questo non si consiglia un digiuno preoperatorio in linea generale.
Il pH negli adulti varia tra 1 e 2.

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LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI — 1. CONIGLIO

Nei neonati invece il pH è di 5.0-6.5 e lo stomaco è pieno di cagliata


di latte.
Queste due condizioni favorirebbero lo sviluppo batterico, se non
fosse per l’azione acidificante di una sostanza prodotta per le prime tre
settimane, detto “olio del latte”.
Contiene acidi grassi ottanoidi e decanoidi che si formano per la re-
azione tra il latte di coniglia e gli enzimi digestivi del coniglio neonato.
I conigli allevati artificialmente non hanno questo fattore protettivo e
sono per questo molto sensibili ad infezioni gastro-enteriche.
A partire dalle due settimane di vita comincia la colonizzazione batte-
rica intestinale a seguito dell’ingestione di ciecotrofi materni.
A quattro-sei settimane, nel momento in cui comincia a cessare la pro-
duzione di “olio del latte”, saranno presenti microrganismi in grado di
mettere in atto i processi di fermentazione.
Al momento dello svezzamento il pH raggiungerà il grado di 1-2, come
nell’adulto.
Si tratta di una fase estremamente critica, in particolare nei coniglietti
non allattati dalle madri.
Se l’intestino non è colonizzato dal giusto equilibrio di microrgani-
smi possono proliferare coliformi e clostridi, con gravi forme di entero-
tossiemia.
La dieta corretta, ricca di fibra e povera di glucidi, è fondamentale.
Uno studio pubblicato su Animals nel 20191, coordinato dalla dotto-
ressa Simona Mattioli per l’Università di Perugia, considera più promet-
tente l’azione dell’erba medica disidratata rispetto all’erba fresca nel favo-
rire una colonizzazione microbica più favorevole in corso di svezzamento.
Dallo studio emerge l’importanza dell’età nello sviluppo di un micro-
biota in equilibrio: Bacteroides ha valori superiori a 30 giorni mentre Fir-
micutes, il phylum prevalente negli adulti, dove raggiunge una percentuale
del 74% contro il 13% del phylum Bacteroides, prende il sopravvento a 45
giorni.
Si auspica nel prossimo futuro un maggior numero di ricerche che
possano approfondire il ruolo dell’alimentazione sull’equilibrio del mi-

1
Deydrated Alfalfa and Fresh Grass Supply in Young Rabbits: Effect on Performance and Caecal
Microbiota Biodiversity.

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indice

LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI — 1. CONIGLIO

crobiota, un universo di microrganismi interrelati tra loro2, dai quali di-


pende strettamente lo stato di salute.
1.1.7 IL PICCOLO INTESTINO

Rappresenta circa il 12% del volume gastroenterico e rappresenta il


sito di digestione e assorbimento di proteine e glucidi del cibo e di protei-
ne, vitamine e acidi grassi del ciecotrofo.
Le cellule endocrine di duodeno e digiuno producono motilina, en-
zima chiave per la peristalsi del piccolo intestino, del colon e del retto.
La secrezione è inibita da diete troppo ricche di zuccheri, è stimolata
invece dai grassi.
I dotti pancreatico e biliare sfociano nel duodeno in punti diversi:
prossimalmente il dotto biliare, distalmente il pancreatico.
Il duodeno forma un angolo acuto in prossimità del fegato e un’e-
patomegalia può dare compressione e schiacciamento, con conseguente
dilatazione e stasi gastrica.
Il digiuno e leggermente meno spesso e vascolarizzato del duodeno e le
placche del Peyer nella lamina propria si fanno più evidenti procedendo
verso l’ileo.
L’ileo termina con una porzione dilatata che prende il nome di sacculo
rotundo, o tonsilla ciecale.
Si trova nel quadrante sinistro dell’addome ed è un tessuto linfoide
con aspetto a nido d’ape.
Si apre nell’ampulla coli a livello della giunzione tra ileo, colon e cieco.
La valvola ileo-ciecale permette il passaggio del chimo nel cieco.
1.1.8 IL GROSSO INTESTINO

Costituito da cieco e colon è la porzione più sviluppata del comparto


gastroenterico del coniglio (Fig. 6).

2
Batteri (tra cui una bassa concentrazione di Escherichia coli e Clostridi), protozoi ciliati e lieviti.

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indice

LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI — 1. CONIGLIO

Figura 6 – Schema dell’apparato digerente del coniglio

1.1.9 IL CIECO

Nel coniglio è più sviluppato che in qualunque altra specie in rappor-


to alla massa corporea.
Ha dieci volte la capacità dello stomaco e ospita il 40% del contenuto
intestinale.
Ha una parete molto sottile (quindi va manipolato con grande cautela,
sia nel corso delle manualità cliniche che chirurgiche) e gira su se stesso
tre volte prima di terminare nell’appendice vermiforme, una porzione tu-
biforme a fondo cieco, ricca di tessuto linfatico e atta alla produzione di

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indice

LA NUTRIZIONE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA IN OTTICA PNEI


PARTE 1: I PICCOLI MAMMIFERI — 1. CONIGLIO

bicarbonati che tamponano l’acidità ciecale e concorrere alla formazione


di una “pasta” ciecale semi-fluida.
Il compito del cieco è quello di consentire il processo di fermentazione
della cellulosa e delle proteine ad opera del microbiota, con produzione
di acidi grassi volatili direttamente assorbiti dall’epitelio e riversati nel
circolo sanguigno.
Il contenuto ciecale cambia valore di pH su ritmo circadiano, è alcali-
no il mattino e acido la sera, per un continuo cambio di equilibrio delle
componenti del microbiota che prende il nome di transfaunation.

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