Cristina Parrino
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de
L’ago
II
L’ago della bilancia
In equilibrio tra la pratica clinica,
il vissuto della persona con obesità
e l’evidenza scientifica
Cristina Parrino
III
L’ago della bilancia
Cristina Parrino,
ISBN 978-88-6756-710-2
IV
L’autrice
V
Indice
Prefazione IX
Introduzione XI
CAPITOLO 1 1
1.1 Riflessioni dalla pratica clinica: La presa di coscienza
e la ricerca di aiuto 2
1.2 Storia narrata: Lo specchio di Mara 5
1.3 Evidenza scientifica: L’obesità è una malattia? 6
Scheda pratica n.1: La diagnosi di obesità 8
CAPITOLO 2 11
2.1 Riflessioni dalla pratica clinica: Accogliere la persona
con obesità 12
2.2 Storia narrata: Mario e il bottone 14
2.3 Evidenza scientifica: Cosa è lo stigma sociale dell’obesità? 15
Scheda pratica n.2: L’impegno contro lo stigma per l’obesità 19
CAPITOLO 3 23
3.1 Riflessioni dalla pratica clinica: L’anamnesi e l’esame obiettivo 24
3.2 Storia narrata: Luisa, le domande e le risposte 30
3.3 Evidenza scientifica: Che “peso” ha la genetica dell’obesità? 32
Scheda pratica n.3: L’acanthosis nigricans 34
CAPITOLO 4 39
4.1 Riflessioni dalla pratica clinica: Le complicanze dell’obesità 40
4.2 Storia narrata: Alberto con il cuore sull’orlo del precipizio 43
4.3 Evidenza scientifica: Quali parametri valutare per individuare
le complicanze? 44
Scheda pratica n.4: L’Edmonton Obesity Staging System 46
CAPITOLO 5 51
5.1 Riflessioni dalla pratica clinica: L’obesità nel bambino e
all’adolescente 52
5.2 Storia narrata: Andrea e Marisa, quando uno più uno
è uguale a tre 54
5.3 Evidenza scientifica: L’approccio all’obesità in età infantile e
adolescenziale ha delle peculiarità? 56
VII
Indice
CAPITOLO 6 65
6.1 Riflessioni dalla pratica clinica: La terapia dietetica 66
6.2 Storia narrata: Il peso “social” di Angela 70
6.3 Evidenza scientifica: Cosa è la dieta chetogenica a bassissimo
contenuto calorico? 72
Scheda pratica n.6: Il protocollo Very Low-Calorie Ketogenic Diet 76
CAPITOLO 7 81
7.1 Riflessioni dalla pratica clinica: La terapia farmacologica 82
7.2 Storia narrata: Rose è in barca a vela 84
7.3 Evidenza scientifica: Quali sono i farmaci per il trattamento
dell’obesità in Italia? 86
Scheda pratica n.7: Schede tecniche dei farmaci e regole
per la sospensione 91
CAPITOLO 8 95
8.1 Riflessioni dalla pratica clinica: La terapia chirurgica 96
8.2 Storia narrata: Giovanni ha il sole in tasca 100
8.3 Evidenza scientifica: Quali sono i benefici e le complicanze
della chirurgia? 101
Scheda pratica n.8: La supplementazione nutrizionale
post-chirurgia 107
CAPITOLO 9 111
9.1 Riflessioni dalla pratica clinica: L’infezione da SARS-CoV-2 112
9.2 Storia narrata: Bruno dietro l’oblò 114
9.3 Evidenza scientifica: COVID e obesità, quali effetti? 116
Scheda pratica n.9: Consigli pratici per le persone con obesità
durante la pandemia 120
VIII
Prefazione
Nunzia Caporarello, Ph.D.
Assistant Professor of Physiology
Department of Physiology and Biomedical Engineering
Mayo Clinic, Rochester, MN (USA)
IX
X
Introduzione
Marianna Pasqua
Editorial Project Manager presso Springer Healthcare Italia e Biologa
Nutrizionista
XI
L’ago della bilancia C. Parrino
Bibliografia
1. Italian health policy brief – Lo stigma clinic nell’obesità. Anno X – speciale
2020
2. Kwok S, Adam S, Ho JH et al. Obesity: A critical risk factor in the COVID-19
pandemic. Clin Obes. 2020 Dec;10(6):e12403. doi: 10.1111/cob.12403. Epub
2020 Aug 28. PMID: 32857454; PMCID: PMC7460880.
3. Brewis A, Sturtz Sreetharan C, Wutich A. Obesity stigma as a globalizing health
challenge. Global. Health 2018;14:20.
XII
L’ago della bilancia C. Parrino
XIII
CAPITOLO
1
1.1 Riflessioni dalla pratica clinica: La presa
di coscienza e la ricerca di aiuto
1.2 Storia narrata: Lo specchio di Mara
1.3 Evidenza scientifica: L’obesità è una
malattia?
Scheda pratica n.1: La diagnosi di obesità
1
L’ago della bilancia C. Parrino
1.1 R
iflessioni dalla pratica clinica: La presa
di coscienza e la ricerca di aiuto
I professionisti sanitari che decideranno di occuparsi di eccesso ponde-
rale apprenderanno, nel corso della propria carriera, che la richiesta di
aiuto da parte delle persone con obesità può avere tempi e caratteristiche
molto differenti.
Spesso si incontreranno persone che hanno provato, anche per periodi
molto lunghi, a trovare una soluzione in autonomia, consultando parenti e
amici, seguendo diete “mono-alimento”, raccogliendo informazioni online
o sottoponendosi a numerose rinunce. Altre volte, invece, ci si confronterà
con persone che vivono l’eccesso ponderale come una punizione o uno
stato irreversibile al quale rassegnarsi, privandosi anche di attività quoti-
diane semplici come fare una passeggiata, acquistare un abito nuovo o
prendere in braccio i propri figli. In questi casi è possibile che i professio-
nisti sanitari siano chiamati ad interagire con i familiari o gli amici che si
presentano come portatori della richiesta di aiuto.
Non raramente, giungeranno all’attenzione dei sanitari anche persone
che percepiscono l’obesità come uno stato da cui allontanarsi con estrema
rapidità e manifestano l’impellenza di trovare una soluzione nel più breve
tempo possibile, con qualsiasi mezzo e a qualsiasi costo. L’urgenza della
richiesta e la necessità di una soluzione immediata possono esporre i pa-
zienti a rischi in grado di compromettere il loro stato di salute.
Diversi vissuti, come quelli appena presentati, possono coesistere e con-
tribuire a rendere la gestione clinica particolarmente complessa.
2
L’ago della bilancia C. Parrino
L’obiettivo di questi studi è stato non solo individuare gli ostacoli alla
cura dell’obesità, ma anche elaborare raccomandazioni per gli operatori
sanitari (2,3).
Nello studio ACTION (1), il 71% delle persone con obesità intervistate
ha riferito di avere affrontato il tema del peso corporeo con un operatore
sanitario nei precedenti 5 anni, il 55% ha dichiarato di avere ricevuto una
diagnosi di obesità e il 38% ha riportato di avere discusso con un profes-
sionista sanitario un piano di decremento ponderale negli ultimi 6 mesi.
Nello studio internazionale (3) solo la metà delle persone intervistate ha
riferito di avere avviato una discussione sul proprio peso corporeo con un
professionista.
La possibilità di affrontare l’argomento “obesità” con un sanitario si è
presentata per molti pazienti dopo diversi tentativi, circa 7 in media (me-
diana 3) (1) e, in contesto internazionale, sembra avere richiesto una media
di 6 anni (mediana di 3 anni) (3).
È importante precisare che nello studio ACTION solo la metà dei pa-
zienti intervistati si è definita affetta da obesità, nonostante i parametri
antropometrici riportati da tutti i partecipanti allo studio confermassero la
diagnosi di obesità (BMI$30 Kg/m2) (1).
3
L’ago della bilancia C. Parrino
Nello studio ACTION-IO (3) solo un terzo delle persone con obesità e
meno della metà dei professionisti sanitari ha percepito i fattori genetici
come una barriera al decremento ponderale. Si evince, quindi, come i
fattori associati allo stile di vita siano ritenuti le maggiori barriere, a diffe-
renza di fattori biologici e genetici.
Gli studi presentati hanno delle limitazioni, per esempio la natura de-
scrittiva, l’impossibilità di stabilire un certo nesso causa-effetto e la rac-
colta di dati antropometrici riportati dai pazienti, ma identificano alcune
delle difficoltà e forniscono spunti di riflessione e suggerimenti pratici
per i professionisti.
Agli operatori sanitari è, infatti, consigliato di (1,3):
• avviare precocemente un dialogo sul peso corporeo, prima che si
possano instaurare le complicanze dell’obesità, iniziando semplice-
mente da calcolo del Body Mass Index (BMI, vedi Scheda Pratica alla
fine del capitolo);
4
L’ago della bilancia C. Parrino
5
L’ago della bilancia C. Parrino
Anche per Mara è arrivato il momento giusto. Ieri, nel cuore della
notte.
Adesso è pronta per farsi accompagnare per una strada tortuosa, in
salita e pieni di sassi. Io sono qui per lei e le tendo la mano. Oggi in-
dosso le mie scarpe comode.
6
L’ago della bilancia C. Parrino
trattato solo nel momento in cui viene posta una diagnosi (5). Già 40 anni
fa, nella comunità scientifica, vi era un crescente interesse per il “proble-
ma” dell’obesità e si riconosceva che questa “condizione”, sebbene consi-
derata in maniera differente nelle diverse epoche e culture, fosse responsa-
bile di una maggiore mortalità (5).
Il riconoscimento dell’obesità come malattia da parte dell’Organizza-
zione Mondiale della Sanità (OMS) risale originariamente al 1948, quan-
do l’obesità fu inclusa nella 6a versione della International Classification
of Diseases (ICD) (6). L’ICD definisce e classifica in maniera comprensiva
tutte le malattie, i disordini, danni e altre condizioni correlate allo stato di
salute degli individui (7). L’obesità è presente come malattia anche nella 9a
versione del 1975 e nel 1995 è stata aggiunta l’obesità “patologica” (6,7).
I governi dei vari paesi del mondo e le comunità scientifiche hanno
identificato l’obesità come una malattia e come una minaccia per la salute
degli individui in tempi molto diversi, spesso sottovalutandola. Solo tra il
1995 e il 1997 è stata evidenziata la gravosità della gestione medica ed
economica dell’obesità a livello globale (6,7).
7
L’ago della bilancia C. Parrino
<18.5 Sottopeso
18.5–24.9 Normopeso
25.0–29.9 Sovrappeso
30.0–34.9 Obesità di I grado
35.0–39.9 Obesità di II grado
≥40 Obesità di III grado
8
L’ago della bilancia C. Parrino
Valore di CV Genere
≥ 94 Uomo
≥ 80 Donna (non in gravidanza)
Bibliografia
1. Kaplan LM, Golden A, Jinnett K, Kolotkin RL, Kyle TK, Look M, et al. Percep-
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7. Organization WH. International Classification of Diseases (ICD) Information Sheet
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tion-of-diseases
8. Parrino C, Busetto L. Arriva lo “stop internazionale” allo stigma sociale dell’obe-
9
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CAPITOLO
2
2.1 Riflessioni dalla pratica clinica: Accogliere
la persona con obesità
2.2 Storia narrata: Mario e il bottone
2.3 Evidenza scientifica: Cosa è lo stigma
sociale dell’obesità?
Scheda pratica n.2: L’impegno contro lo
stigma dell’obesità
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Le linee guida europee per la gestione clinica della persona con obe-
sità nel contesto delle cure primarie (3) sottolineano come il medico di
medicina generale sia molto spesso la prima figura professionale che ha
la possibilità di entrare in contatto con le persone con obesità e che ha
l’occasione di avviare un processo di screening e trattamento. Il medico di
medicina generale, inoltre, rappresenta una delle figure professionali chia-
ve all’interno dei team multidisciplinari insieme a medici specialisti in
obesità, dietisti, nutrizionisti, specialisti nell’ambito dell’attività fisica,
psicologi, medici psichiatri e infermieri.
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Mi porto la mano sul viso, come a controllare che sia tutto a posto.
È chiaramente tutto a posto, il bottone mi ha solo sfiorata.
Mario è molto imbarazzato. Si scusa più volte e prova ad abbassar-
si per recuperare il bottone sul pavimento. Ci prova appena, ma si
ferma e torna indietro.
Non allunga neanche il braccio. È come se sapesse già di non po-
tercela fare. “Dottorè, non è la prima volta sa...”, mi dice passandosi la
mano sul volto e tra i capelli. Inaspettatamente si siede di nuovo e
inizia a raccontare.
“Una volta all’officina mi è capitato di peggio. Stavo spiegando al
nuovo ragazzo come controllare una parte del motore. Una parte un
po’ nascosta – precisa Mario muovendo la mano ruvida in aria - una
parte da meccanici con esperienza. Per indicare bene dove guardare,
mi sono abbassato e piegato, sporgendomi in avanti così – e muove il
busto verso di me. Poi non so cosa è successo...forse mi sono piegato
troppo e la tuta da lavoro...insomma..., la tuta si è squarciata. La cuci-
tura, dottorè, si è aperta come una sdraio, la cucitura dei pantaloni in-
tendo, se lo immagina? E in officina tutti a ridere. I miei impiegati, la
segretaria, i miei clienti, i nuovi ragazzi.
Da quel giorno a ogni mio movimento qualcuno in officina grida
“Marione, attento alla tuta!”. Se provo a sollevare degli scatoloni o a
trasportare dei pezzi più grossi arriva sempre qualcuno, perché si sa,
io con questo peso dove vado? E poi devo stare attento alla tuta... Io mi
sento quello di prima, certo, con questo peso in più mi affatico, ma il
mio lavoro lo so fare. Ma un tempo sa, le cose erano diverse, quando
ero giovane e magro ero gagliardo. Guardi, guardi qua”.
Mario estrae dalla tasca dei pantaloni il portafogli e mi mostra la
foto di un vecchio scatto. Guardo bene e lo riconosco, giovane e
asciutto. Stessi occhi verdi e brillanti. È in piedi, vicino ad un’auto-
mobile rossa sportiva e indossa una camicia bianca con tanti piccoli
bottoni in fila. Con pazienza Mario ed io riusciremo a ricucire, insie-
me, anche questo “bottone”.
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priate response? JAMA - Journal of the American Medical Association. 2018.
17. Editorial. Obesity-related stigma—hiding in plain sight. Lancet Diabetes Endo-
crinol. 2020;8(5):349.
18. Parrino C, Busetto L. Arriva lo “stop internazionale” allo stigma sociale dell’obe-
sità. Medici Oggi [Internet]. 2020 Mar; Available from: https://medicioggi.it/con-
tributi-scientifici/arriva-lo-stop-internazionale-allo-stigma-sociale-dellobesita/
19. Brewis A, SturtzSreetharan C, Wutich A. Obesity stigma as a globalizing health
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