Non è psicoterapia, non è counseling, non è consulenza e non è mentoring. Il coaching –stando
alla definizione data dall’Aicp, Associazione italiana coach professionisti– è una metodologia
di sviluppo delle risorse e delle competenze utilizzata da un coach che si avvale di modelli e
tecniche e sviluppa un processo per il raggiungimento degli obiettivi concordati con il cliente.
Questa metodologia è arrivata in Italia negli Anni 80 grazie a John Whitmore, ex pilota auto-
mobilistico e riconosciuto come il padre del business coaching.
Illustre pensatore, applicò le teorie sviluppate negli Anni 70 da Timothy Gallwey, allenatore
della squadra di tennis dell’Università di Harvard e autore del libro The Inner Game nel quale
riportava l’analisi secondo cui la capacità di giocare al meglio dei suoi studenti dipendeva dalle
interferenze emotive e dagli ostacoli mentali. L’allenatore sosteneva che “le sfide dell’esistenza
si combattono in due aree, quella esteriore e quella mentale, in cui sconfiggere quotidiana-
mente ostacoli che noi stessi ci creiamo limitando lo sviluppo del nostro pieno potenziale”.
Whitmore, recentemente scomparso, ha applicato questo pensiero alla carriera professionale,
ideando un metodo in grado di fornire “un alto livello di consapevolezza e responsabilità per-
sonale, fondamentali per aumentare il proprio livello di performance”.
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Da allora il mercato del coaching è cresciuto mi riconosco, sostiene che l’esperienza pro-
soprattutto degli Stati Uniti e, stando all’ul- fessionale pregressa di un coach possa age-
tima ricerca pubblicata da ICF, Internatio- volare il percorso del coachee, grazie a una
nal Coach Federation, vale, globalmente, conoscenza globale del mondo professio-
oltre 2 miliardi di dollari. In Italia il coach nale in cui opera il cliente. Avere maturato
è una libera professione, quindi non è obbli- esperienze e conoscenze in settori e ruoli
gatorio iscriversi a una associazione per pra- differenti consente da un lato di condividere
ticare questo lavoro, anche se la Legge n. 4 con il coachee un linguaggio comune e case
del 2013, che regolamenta le attività Profes- history personali, dall’altro di offrire una
sionali non ordinistiche, riconosce un ruolo prospettiva nuova attraverso cui leggere o Diego Ingrassia,
importante alla Associazioni professiona- rileggere determinate dinamiche che si desi- Master Certified Coach
li, iscritte in appositi registri del Ministero derano migliorare”. ICF e Amministratore
Delegato di I&G
dello Sviluppo Economico, come garanti del Grazie allo sviluppo avuto da questa meto- Management
percorso professionale del coach. dologia, oggi sul mercato esistono numerosi
player. È importante, dunque, per le socie-
Il ruolo delle certificazioni tà che si occupano di coaching trovare un
Far parte di un’Associazione professionale modo per distinguersi, come focalizzarsi
significa ottenere una certificazione che atte- sulla gestone delle emozioni: “Saper gestire
sti il livello di esperienza dei propri iscritti. la componente emotiva del coachee, offrirgli
Un titolo importante, sinonimo di affidabi- un supporto per saper leggere i propri vis-
lità per le aziende che si rivolgono ai coach, suti per poter superare blocchi e resistenze,
come sottolinea Diego Ingrassia, Master rappresenta una competenza fondamentale
Certified Coach ICF e Amministratore del lavoro del coach. Intervenire sulle emo-
Delegato di I&G Management, società zioni è necessario tanto quanto il lavoro sulle
di consulenza e formazione che da 30 anni competenze per il miglioramento delle per-
supporta le organizzazioni nello sviluppo formance in azienda”.
delle risorse umane, con un’attenzione par-
ticolare alla valorizzazione della componen- Maggiore richiesta da parte dell’azienda
te emotiva: “Le aziende si rivolgono sempre equivale a una maggiore conoscenza
più a coach certificati per avere una garanzia Tornando alle certificazioni, Maurizio Del
non solo di competenza e di professionalità, Fante, Business e Corporate coach di
ma anche di un approccio metodologico. In Adacta Consulting, società specializzata
ICF esistono tre livelli di certificazione che nella formazione manageriale, negli inter-
si ottengono attraverso un esame e dimo- venti di miglioramento dell’efficacia perso-
strando l’esperienza e le referenze ottenute”. nale e nel coaching individuale spiega come
Il Business Coaching in Italia è un settore ottenere il riconoscimento: “Le Associazio-
in crescita, come dice Ingrassia: “Abbiamo ni garantiscono che l’associato abbia non
notato un aumento di richieste da parte del- solo conseguito un attestato di almeno 100
le aziende in questo settore e una decrescita ore di frequenza presso scuole riconosciute Maurizio Del Fante,
della domanda di life coaching. Questo pro- con relativa prova finale, ma che abbia an- Business e Corporate
babilmente è dovuto al fatto che quando si nualmente aggiornato le sue competenze coach di Adacta
parla di Life Coaching si fa riferimento ad con esperienze pratiche e frequenze a corsi Consulting
un ambito di intervento spesso trattato da di approfondimento”.
altre figure professionali, quali per esempio Per essere un player ricercato sul mercato,
gli psicologi che, in alcune fasi del percorso però, la certificazione non basta: “Importan-
terapeutico, possono adottare approcci me- te è anche il curriculum specifico del coach,
todologici analoghi a quelli del coaching”. con particolare riferimento alle referenze
In Italia chiunque può diventare un coach, che, nel caso di attività svolta per aziende,
ma quanto conta l’esperienza pregressa nel potranno essere puntualmente verificate. In
rapporto con il cliente? “Esistono due scuo- molti casi è ancora il ‘passaparola’ a essere
le di pensiero al riguardo. C’è chi sostiene il criterio maggiormente utilizzato”. Ma
che non sia necessario avere una conoscen- quali sono le competenze che il coach deve
za nell’ambito specialistico di competenza avere, oltre alla padronanza di un metodo? È
del coachee, in quanto il coach rappresenta necessaria un’esperienza manageriale o una
principalmente un facilitatore di processo. conoscenza approfondita del settore di ap-
La seconda scuola di pensiero, nella quale partenenza dell’azienda committente? “Vale
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queste persone diventa coach professio-
nista. Molti continuano a svolgere le pro-
prie attività, professionali o manageriali,
utilizzando nel proprio campo gli spunti
metodologici acquisiti. Questa tendenza
rappresenta una ulteriore prova dell’enor-
me valore che il coaching ha come metodo
universale. Anche la normativa si sta af-
finando per cui possiamo immaginare un
futuro con coach professionisti da un lato,
riconosciuti e accreditati con criteri sem-
pre più stringenti e rigorosi; e un numero
crescente di persone che potranno svolge-
re a propria attività in modo sempre più
efficace utilizzando metodologie ‘da co-
ach’ acquisite e interiorizzate”.
Timothy Gallwey, allenatore della squadra di tennis dell’Università di Harvard
e autore del libro ‘The Inner Game’
La condivisione del metodo con il cliente
per la buona riuscita del percorso
la pena non cadere in un equivoco di fondo: “Quando si parla di coaching, non si parla di
il coach non deve essere un esperto che ‘inse- hard skill, ma di soft e ‘soul skill’. Quando
gna’ o che dà indicazioni specifiche. È piut- cerchiamo un coach, non stiamo cercando un
tosto paragonabile a un allenatore che aiuta esperto per risolvere al posto nostro un proble-
l’atleta a individuare le proprie potenzialità ma, ma uno persona che condivide il metodo,
e a svilupparle attraverso piani specifici di che ci metta in condizione di trovare la soluzio-
azione. Fuor di metafora, il coach non deve ne e farci raggiungere il nostro obiettivo utiliz-
essere un esperto del settore, ma deve cono- zando e allenando l’uso delle nostre potenzia-
scerne le logiche più significative, i principi lità”, questa è l’idea di coaching di Alfonso
ispiratori, i linguaggi e i significati. Per fare Carbone, cofondatore di Kairos Coaching
coaching in azienda occorre ‘conoscere’ le lo- Project, “l’incontro virtuoso tra studio, ricer-
giche aziendali. Da qui ne consegue che una ca, professionalità ed esperienza umana decli-
esperienza manageriale non è determinante nato attraverso la metodologia del coaching”.
o condizione sufficiente per essere coach, ma Carbone sottolinea l’importanza di condi-
può rappresentare un buon valore aggiunto”. videre la metodologia con il committente:
Spesso si crea confusione tra i vari approc- “Affinché il cliente sappia applicare in auto-
ci, ma l’interesse crescente da parte delle nomia la metodologia del coaching nella sua
Alfonso Carbone,
Cofondatore di Kairos aziende ha come conseguenza una maggiore quotidianità lavorativa è necessario condi-
Coaching Project conoscenza da parte dei committenti: “L’u- videre, attraverso un workshop prelimina-
tilizzo del coaching come formazione indi- re, per esempio, la metodologia che guida i
viduale rischia di snaturare decisamente il progetti e solo di conseguenza strutturare un
grande valore del coaching stesso. Spesso intervento e le relative attività”. La pregres-
sono le stesse committenze aziendali a cade- sa esperienza del coach, secondo Carbone,
re in questa trappola, non rendendosi conto “è un valore aggiunto in termini di credito
della profonda differenza tra i due approcci. personale, ma inutile in mancanza di una ri-
Il coaching non è training, e neppure mento- gorosa preparazione e una propensione spe-
ring o tutoring per citare le terminologie più cifica nell’arte del coaching che ascolta, alle-
in voga, anche se oggi siamo di fronte a una na ma non insegna né decide per il cliente”.
sempre maggiore qualità della committenza Spesso si confonde il coach con il formatore
che tende a rendere la domanda di coaching individuale: “Il formatore e il coach hanno
più specifica e mirata”. profili professionali differenti che di per sé
Secondo Del Fante la crescita della do- li rendono esclusivi. Le due sfere di compe-
manda e dell’offerta porterà alla necessita tenza a volte possono coesistere in una stessa
di un intervento normativo per regola- persona, ma non sono funzionali o sussidiari
mentare il mercato: “Sempre più persone l’uno all’altro né devono essere confusi tra
si iscrivono a corsi di coaching e si accre- loro per ragioni di opportunismo di offerta
ditano come coach, ma solo una parte di commerciale”.
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brillanti che vogliono migliorare le proprie
perfomance. Inoltre, le aziende richiedono
molto il team coaching, per migliorare l’effi-
cacia del lavoro di squadra. Abbiamo notato,
poi, un maggior interesse per il mentoring,
una versione del coaching con l’aggiunta
della sapienza, un percorso che si attua con
tecniche simili al coaching, ma che si basa
sull’esperienza professionale pregressa”.
Quest’ultimo trend rimarca l’importanza per
le aziende di interfacciarsi con coach che hanno
avuto la stessa esperienza lavorativa ma, come
sottolinea Degli Esposti, “il coach abilita i com-
portamenti che determinano le performance, a
prescindere dalla competenze tecniche”.
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