Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
IGIENE AMBIENTALE
IGIENE AMBIANTALE NELLE STRUTTURE SANITARIE
L’infermiere è una figura professionale molto presente in reparto; è importante che collabori al
buon andamento del servizio di pulizia informando, cogliendo eventuali rischi, segnalando i
problemi, proponendo soluzioni
la durata
i risultati attesi
le responsabilità dell’appaltatore e del committente
le norme di sicurezza
1
Può descrivere anche in modo dettagliato le modalità di esecuzione del servizio, i materiali, le
attrezzature, i prodotti che devono essere utilizzati. Deve essere presente in tutti i reparti e
consultabile da tutti gli operatori.
AREE DI RISCHIO
BASSO sale di attesa, studi, atrii, corridoi, uffici, Pulizia, uso di detergenti
ecc.
2
GESTIONE DEI RIFFIUTI
La estione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse ed è disciplinata al fine di assicurare
un'elevata protezione dell'ambiente e controlli efficaci, tenendo conto della specificità dei rifiuti
pericolosi.
NORMATIVA
DPR 254/2003 Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari a norma dell'articolo 24 della
legge 31 luglio 2002, n. 179
Le autorità competenti e le strutture sanitarie adottano iniziative dirette a favorire in via prioritaria la
prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti
I rifiuti sanitari devono essere gestiti in modo da diminuirne la pericolosità, da favorirne il reimpiego,
il riciclaggio e il recupero e da ottimizzarne la raccolta, il trasporto e lo smaltimento
DEFINIZIONI
RIFIUTO: qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell'allegato A alla
Direttiva Ministero Ambiente del 9 aprile 2002 e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia
l'obbligo di disfarsi
PRODUTTORE: la persona la cui attività ha prodotto rifiuti e la persona che ha effettuato operazioni
di pretrattamento o di miscuglio o altre operazioni che hanno mutato la natura o la composizione dei
rifiuti
DETENTORE: il produttore dei rifiuti o la persona fisica o giuridica che li detiene
RACCOLTA: l'operazione di prelievo, di cernita e di raggruppamento dei rifiuti per il loro trasporto
RACCOLTA DIFFERENZIATA: la raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni
merceologiche omogenee
LUOGHI DI PRODUZIONE DEI RIFIUTI: uno o più edifici o stabilimento o siti infrastrutturali collegati
tra loro all'interno di un'area delimitata in cui si svolgono le attività di produzione dalle quali originano i
rifiuti
3
DEPOSITO TEMPORANEO:Il ragruppamento dei rifiuti effettuato, prima della raccolta, nel luogo in
cui sono prodotti
1. sono rifiuti la cui raccolta e smaltimento richiedono precauzioni particolari in funzione della
prevenzione delle infezioni
2. si dividono in 2 categorie:
i) oggetti non taglienti/non pungenti
ii) oggetti taglienti/pungenti
sangue o altri liquidi biologici che contengono sangue in quantità tale da renderlo visibile
(ECCETTO ASSORBENTI IGIENICI DI PAZIENTI NON RICONOSCIUTE INFETTE);
feci o urine, nel caso in cui sia ravvisata clinicamente dal medico che ha in cura il paziente una
patologia trasmissibile attraverso tali escreti;
liquido seminale, secrezioni vaginali, liquido cerebro-spinale, liquido sinoviale, liquido pleurico,
liquido peritoneale, liquido pericardico o liquido amniotico;
liquido biologico proveniente da ambienti di isolamento infettivo e siano venuti a contatto con
qualsiasi liquido biologico secreto od escreto dei pazienti isolati;
Questi rifiuti ad alto rischio infettivo devono essere raccolti in doppio imballaggio di plastica rigida, in
un sacco di polietilene correttamente fissato ai bordi dell’imballaggio recante la scritta” RIFIUTI
SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO”
Gli imballaggi esterni devono avere caratteristiche adeguate per resistere agli uti ed alle sollecitazioni
provocate durante la loro movimentazione e trasporto, e devono essere realizzati in un colore idoneo
a distinguerl dagli imballaggi utilizzati per il conferimento degli altri rifiuti.
4
RIFIUTI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO TAGLIENTI/PUNGENTI
Aghi, siringhe, bisturi monouso, fialette di vetro, lancette pungiditi, rasoi, ecc. Vengono raccolti
in appositi contenitori di plastica rigido.
Vanno eliminati direttamente nel contenitore evitando passaggi intermedi e manipoazioni
(evitare tagli e punture accidentali)
Aghi e taglienti non devono essere rimossi dalle siringhe (se non per mezzo degli appositi
dispositivi) o reincapucciati
Sono compresi i medicinali citotossici e citostatici, gli agenti chimici pericolosi (es. Liquidi radiologici)
e tutti i materiali e presidi contaminati con queste sostanze (flebo, deflussori)
Comprendono oggetti taglienti non utlizzati e ancora imballati, sostanze chimiche di scarto non
contenenti sostanze pericolose
I rifiuti derivanti dalla preparazione dei pasti provenienti dalle cucine delle strutture sanitarie e
dai reparti di degenza, esclusi quelli che provengono da pazienti affetti da malattie infettive
Vetro, carta, cartone, plastica, metalli, imballaggi in genere, materiali ingombranti da conferire
negli ordinari circuiti di raccolta differenziata
Indumenti e lenzuola monouso e quelli di cui il detentore intende disfarsi
I rifiuti provenienti da attività di giardinaggio effettuata nell'ambito delle strutture sanitarie
I gessi ortopedici e le bende, gli assorbenti igienici anche contaminati da sangue esclusi quelli
dei degenti infetti
i pannolini pediatrici e i pannoloni, i contenitori e le sacche utilizzate per le urine NON
PROVENIENTI DA DEGENTI INFETTI
I rifiuti sanitari a solo rischio infettivo assoggettati a procedimento di sterilizzazione
5
LA STERIIZZAZIONE DEI RIFIUTI SANITARI
Abbattimento della carica microbica tale da garantire un S.A.L. (Sterility Assurance) 10*-6
triturazione e l'essiccamento ai fini della non riconoscibilità e maggiore efficacia del
trattamento, nonché della diminuzione di volume e di peso dei rifiuti stessi.
Possono essere sterilizzati unicamente i rifiuti sanitari pericolosi a solo rischio infettivo
La sterilizzazione dei rifiuti sanitari a rischio infettivo è una facoltà esercitabile ai fini della
semplificazione delle modalità di gestione dei rifiuti stessi
Vetro
Plastica
Carta e cartone e prodotti di carta
PRECAUZIONI STANDARD
(DISPOSITIVI PER L’ASSISTENZA)
ANTISEPSI E DISINFEZIONE
DECONTAMINAZIONE
DEFINIZIONE: Riduzione di carica microbica ottenuta tramite l’esposizione all’azione di mezzi chimici
(disinfettanti) di materiali o superfici contaminati da materiale organico.
RAZIONALE: Effettuare prima della detersione per consentire condizioni operative più sicure a chi
dovrà effettuare il successivo intervento di detersione
CARATTERISTICHE PRODOTTO: DECONTAMINAZIONE: è un disinfettante che per legge deve
essere di sicura efficacia sul virus HIV.
DETERSIONE
6
CARETTERISTICHE PRODOTTO: DETERGENTE: prodotto in grado di diminuire la
tensione superficiale tra la superficie da pulire e lo sporco favorendone l’asportazione.
DISINFEZIONE
DEFINIZIONE: processo chimico (agenti chimici) o fisico (calore) tendente a distruggere o inattivare
i microrganismi patogeni o potenzialmente patogeni presenti su superfici o oggetti (OGGETTI
INANIMATI)
RAZIONALE: riduce la carica microbica fino a livelli di sicurezza. Con la disinfezione si
ottiene l’eliminazione di molti microrganismi ad eccezione delle SPORE.
CARATTERISTICHE PRODOTTO: DISINFETTANTE: agente chimico ad azione antimicrobica non
selettiva destinato ad essere utilizzato su materiali od oggetti
ANTISEPSI
DISINFETTANTI E ANTISETTICI
INTRINSECI
Concentrazione d’uso: diluizione corretta
Tempi di contatto: indicazioni specifiche per ogni prodotto
Solvente
Temperatura, pH: alcuni disinfettanti vengono inattivati dall’alta temperatura
ESTRINSECI
Specie microbica: sensibilità varia dei microrganismi
Carica microbica: maggiore carica minor probabilità di successo
Sostanze inattivanti: presenza sostanze organiche o inorganiche
Conformazione e natura dei materiali: superfici porose o canalate
Sporco: inattiva il disinfettante
7
RACCOMANDAZIONI DI SICUREZZA
LIVELLO DI ATTIVITÀ
BASSO LIVELLO: può inattivare la maggior parte dei batteri, alcuni virus ed alcuni funghi, ma
non è in grado di uccidere i microrganismi resistenti come il bacillo della tubercolosi o le spore
batteriche (Sali di ammonio quaternario)
8
ASPETTI NORMATIVI
Circolare 27 settembre 1991, N. 18 (Gazzetta Ufficiale del 7 ottobre 1991 n. 235). Applicazione del
Decreto legislativo 29 maggio n. 178
Decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 46. Attuazione della Direttiva 93/42 CEE del 14 giugno
1993 concernete i dispositivi medici
9
CATEGORIA REQUISITO RICHIESTO MEZZI FISICI E CHIMICI
A questa classe appartengono principi attivi con caratteristiche differenti, ma con una comune
tossicità (Irritante per gli occhi e le vie respiratorie, dermatiti allergiche da contatto, causano macchie
alla cute e alle mucose, irritante per gli occhi in caso di contatto ): per questo motivo essi trovano
indicazione esclusivamente nella disinfezione ad alto livello.
ALEIDE GLUTERICA
Attività biocida
Le soluzioni di aldeide glutarica al 2% sono disinfettanti di elevata efficacia in grado di agire,
con tempi di contatto adeguati, su tutto lo spettro microbico.
Meccanismo di azione
Denatura e coagula le proteine
Tossicità
L’aldeide glutarica è tossica, irritante ed allergenica. Il suo uso può comportare il rischio di
effetti indesiderati per il paziente se il materiale disinfettato non è stato adeguatamente
risciacquato prima dell’uso e per il personale esposto a inalazione o a contatto
Settori di impiego
Disinfezione di dispositivi termosensibili
Avvertenze
i) Limitare per quanto possibile l’uso di aldeide glutarica
ii) Operare sotto cappa aspirante, se in gestione manuale, o adottare apparecchiature di
disinfezione a circuito chiuso
iii) Indossare i dispositivi di protezione individuale (DPI: guanti, maschera con filtro al carbone
attivo, visiera, camice, grembiule impermeabile e calzature)
10
AGENTI OSSIDANTI: acido peracetico, perossido di idrogeno
(Acido peracetico, acido acetico, perssido d’idrogeno (26%): disinfezione dei circuiti dei monitor di
emodialisi)
(Pressidio di idrogeno (3%): pulizia e antisepsi ferite traumatiche)
Stesso principio attivo può essere utilizzato, a cocentrazione e formulazioni diverse, sia come
antisettco che come disinfettante.
ACIDO PERACETICO
Attività biocida
L’acido peracetico è attivo in tempi brevi su un ampio spettro di microrganismi.
Meccanismo di azione
Altera la parete cellulare e agisce sui sistemi enzimatici microbici
Tossicità
Le soluzioni concentrate di acido peracetico e i suoi vapori sono dannosi per cute e mucose
con un effetto che può essere da irritante a caustico.
Dopo la disinfezione il materiale trattato con acido peracetico deve essere sottoposto
ad accurato risciacquo che allontani ogni traccia di disinfettante
Settori di impiego
Disinfezione dispositivi termosensibili
Decontaminazione dispostivi
Avvertenze
L’acido peracetico anche in soluzione diluita, può esercitare un’azione corrosiva su alcuni
metalli, gomme o plastiche (verificare la compatibilità dei materiali da trattare)
Tutti i derivati del cloro agiscono liberando acido ipocloroso che è il vero agente antimicrobico
CLORODERIVATI
Meccanismo di azione
Ossidano le proteine inattivandole
Tossicità
Non sono compatibili con gli acidi; l’interazione provoca una pericolosa liberazione di cloro
Settori di impiego
Antisepsi di cute integra, cute lesa e mucose
Disinfezione di dispositivi medici e di superfici ambientali
Decontaminazione di dispositivi e superfici compatibili con il cloro
Avvertenze
Hanno attività corrosiva sui metalli più o meno marcata a seconda del prodotto
Le soluzioni acquose, soprattutto se diluite possono presentare problemi di stabilità
Sono inattivati in maniera importante da materiale organico
Decolorano la biancheria
11
IODOPOVIDONE
Attività biocida
Iodopovidone ha un’attività di livello intermedio. L’azione biocida è determinata dallo iodio che si
libera progressivamente; per questa ragione nell’impiego è importante garantire un adeguato
tempo di contatto
Settori di impiego
Lavaggio chirurgico delle mani
Antisepsi della cute integra, della cute lesa (NON APPLICARE SU MUCOSE)
Avvertenze
Da conservare a riparo dalla luce e da fonti di calore
DERIVATI FENOLICI
Associazioni di derivati fenolici
Attività biocida
Le associazioni di derivati fenolici con detergenti indicati per l’uso hanno uno spettro d’azione
intermedio, che copre batteri vegetativi, funghi, virus lipofili e micobatteri.
Meccanismo di azione
Alterano le proteine citoplasmatiche
Tossicità
Le soluzioni polifenoliche concentrate possono determinare fenomeni irritativi e sensibilizzazioni: il
personale addetto alla diluizione deve indossare i DPI e operare in ambienti ben areati.
Settori di impiego
Decontaminazione dei dispositivi
Avvertenze
Le soluzioni fenoliche sono assorbite da gomma e plastica e per questo motivo non è indicato
il loro impiego per il trattamento di tali materiali
I loro residui possono determinare effetti irritativi soprattutto sulle mucose
CLOREXIDINA
Attività biocida
La clorexidina non ha uno spettro d’azione molto ampio: è attiva su batteri vegetativi, soprattutto
Gram-positivi e su alcuni virus
Meccanismo di azione
Altera la permeabilità cellulare
Tossicità
La clorexidina può dare ototossicità, quindi non deve essere usata sull’orecchio medio. Da evitare
anche il contatto con la congiuntiva, le meningi e il tessuto cerebrale
Settori di impiego
La bassa tossicità e l’elevata affinità per le proteine dell’epidermide, grazie alla quale la molecola
viene assorbita rimanendo attiva per molte ore a livello dello strato corneo della cute (effetto
residuo) rendono molto interessante il suo impiego nell’antisepsi. E’ impiegata per:
o Lavaggio antisettico e chirurgico delle mani
o Doccia pre-operatoria
Avvertenze Come in tutti i casi di prodotti a spettro limitato, le soluzioni acquose
di clorexidina possono essere contaminate da microrganismi non sensibili: è necessario
quindi adottare misure stringenti di cautela nella conservazione e nell’utilizzo.
12
SALI DI AMMONIO QUATERNARI
Attività biocida
Spettro antimicrobico limitato
Meccanismo di azione
Alterano la permeabilità cellulare
Tossicità
Limitata tossicità alle diluizioni d’uso
Settori di impiego
Detersione, disinfezione di basso livello di dispositivi non critici
Avvertenze
o Sono facilmente inattivati dal materiale organico
o Come tutti i prodotti a spettro limitato possono essere facilmente contaminati
da microrganismi resistenti
ALCOLI
Attività biocida
Gli alcoli etilico e isopropilico alla concentrazione ottimale di impiego esplicano un’attività rapida
ed elevata sui batteri in forma vegetativa (Gram-positivi e Gram-negativi) e sui miceti. Sono
inefficaci sulle spore e presentano uno spettro incompleto sui virus.
Meccanismo di azione
Disidratano e denaturano le proteine
Tossicità
Gli alcoli sono irritanti per le cellule e i tessuti. Le soluzioni alcoliche non sono quindi indicate
per l’impiego su mucose e cute lesa.
Applicazioni ripetute su cute integra possono determinare secchezza e irritazione a causa
del’effetto solvente e disidratante sulla cute: per evitare questi inconvenienti i preparati destinati
ad applicazioni ripetute contengono emollienti
Settori di impiego
o L’alcool al 70% oppure soluzioni antisettiche in alcool a 70% (es. di clorexidina) sono
impiegati sulla cute integra
o Antisepsi delle mani (ES. SEPTAMAN)
o Disinfezione dispositivi non critici e di alcuni semicriticI (ES. FARMECOL: ALCOOL ETILICO
70°: 1000 ML)
o Trattamento del cordone ombelicale (azione antisettica ed essicante) (ALCOOL ETILICO 70°)
Avvertenze
L’alcool evapora facilmente è importante perciò conservare i contenitori ben chiusi
Gli alcoli sono infiammabili alle concentrazioni d’uso
13
IL PROCESSO DI STERILIZZAZIONE
STERILIZZAZIONE: risultato di un processo fisico e/o chimico che ha l’obiettivo di distruggere ogni
organismo vivente, patogeno o non, comprese le spore.
METODI DI STERILIZZAZIONE
LA STERILIZZAZIONE è un processo che si compone di singole fasi che devono essere rispettate
per evitare di compromettere l’intero processo ed esporre a potenziali rischi i pazienti e gli operatori.
DECONTAMINAZIONE
Ha l’obiettivo di ridurre la carica microbica presente sui dispositivi e tutelare l’operatore addetto al loro
ricondizionamento
14
Modalità manuale mediante immersione dei dispositivi in un contenitore dedicato alla
decontaminazione contenente la soluzione decontaminante (es. acido peracetico ed enzimi)
“I presidi riutilizzabili devono, dopo l’uso, essere immediatamente immersi in un disinfettante chimico di riconosciuta
efficacia sull’HIV prima delle operazioni di smontaggio o pulizia da effettuare come preparazione per la
sterilizzazione (DM 28 settembre 1990).
LAVAGGIO
L’obiettivo è la rimozione del materiale organico e inorganico presente sulle superfici dei dispositivi da
sottoporre al processo di sterilizzazione.
Il risultato di una buona azione di lavaggio porta ad una riduzione quali-quantitativa
della contaminazione microbica (bioburden), condizione irrinunciabile per un buon processo
di sterilizzazione.
Modalità
Automatica in macchine termodisinfettatrici (lavastrumenti)
Manuale mediante immersione dei dispositivi decontaminati, aperti e smontati in una soluzione
con detergente enzimatico
A ultrasuoni au
Il lavaggio automatico è da preferire a quello manuale perché riduce il rischio di infezione degli
operatori addetti al lavaggio e garantisce la tracciabilità del ciclo.
Lavaggio ad ultrasuoni
RISCIAQUO
ASCIUGATURA
L’asciugatura è fondamentale in quanto la presenza di tracce di acqua sulla superficie dei dispositivi
medici compromette il processo di sterilizzazione.
15
CONTROLOLLO DEL DISPOSITIVO MEDICO
Di ogni dispositivo medico trattato occorre controllare l’efficacia delle precedenti fasi, ovvero la
pulizia delle superfici e dei lumi nonché l’asciugatura e inoltre la funzionalità e l’integrità di tutte
le parti.
CONFEZIONAMENTO
CONFEZIONAMENTO IN BUSTA
Il confezionamento in busta (accoppiato carta Kraft - laminato plastico) è compatibile con la
sterilizzazione a vapore saturo, ossido di etilene, gas plasma.
i dispositivi devono essere inseriti nelle buste aperti
i dispositivi devono occupare il 70% della busta
i dispositivi acuminati devono essere protetti adeguatamente
i dispositivi delle sale operatorie devono essere confezionati in doppio involucro
le confezioni devono essere integre, le termosaldature regolari
sulla confezione devono essere riportati i dati necessari per l’utilizzo (durata della
conservazione della sterilità), l’identificazione e la tracciabilità del prodotto
CONFEZIONE IN CONTAINER
Il confezionamento in container è compatibile con la sterilizzazione a vapore saturo.
il container deve essere pulito, integro in tutte le sue parti ed ermeticamente richiudibile
il filtro di carta monouso, se presente, deve essere sostituito
i dispositivi sono inseriti nei container aperti e/o smontati sulle apposite griglie
il container standard più il contenuto non deve superare i 10 kg di peso totale
16
devono essere inseriti all’interno del container indicatori integratori chimici di sterilizzazione
deve essere inserito nell’apposita tasca esterna il cartoncino con l’indicatore chimico di
processo e riportati i dati necessari per l’utilizzo (durata della conservazione della sterilità),
l’identificazione e la tracciabilità del prodotto
al container chiuso devono essere applicati gli appositi sigilli di sicurezza
ETICHETTATURA
per i sistemi di imballaggio devono essere utilizzate etichette adesive da porre sulla confezione
non scrivere direttamente sulle confezioni con pennarello, timbro o penna in quanto è possibile
un’alterazione della permeabilità dell’agente sterilizzante
Questi elementi costituiscono quello che viene definito semplicemente “lotto di sterilizzazione”
TRACCIABILITÀ
La tracciabilità è un requisito previsto dalla norma UNI EN 556-1 che richiede l’adozione di
sistemi di tracciabilità dell’intero processo di sterilizzazione allo scopo di rendere tangibile la
qualità e la sicurezza del prodotto sterile.
È consigliabile adottare sistemi di tracciabilità informatizzati in modo
da documentare tutte le fasi del processo di sterilizzazione, dalla decontaminazione
all’uso finale, con facilità e precisione. Questo significa che tutti i passaggi devono essere
eseguiti secondo procedure predefinite e dichiarate.
Attraverso il sistema informatizzato è possibile apporre un’etichetta relativa all’intero processo
sulla documentazione del paziente; diversamente tutti
i dati devono essere riportati manualmente per poter ricostruire l’intero processo.
CONVALIDA
La convalida è una procedura che consente di ottenere, registrare ed interpretare i dati necessari a
dimostrare che un determinato ciclo di sterilizzazione sia conforme a predeterminate specifiche.
sistemi di lavaggio;
sistemi di imballaggio e termosaldatura;
configurazione, dimensione e massa del carico;
prove periodiche;
manutenzione ordinaria .
17
STOCCAGGIO I
data di scadenza indica il termine entro il quale la possibilità che il dispositivo sia sterile è
molto elevata.
il mantenimento della sterilità non è in funzione solo del tempo, ma anche della modalità di
conservazione del dispositivo confezionato.
il locale di stoccaggio deve avere un accesso limitato e condizioni microclimatiche
stabili (temperatura 18-22°C, umidità relativa 35-50%), con isolamento e impermeabilità a
umidità e insetti;
la conservazione del materiale sterilizzato deve avvenire in armadi chiusi o in scaffali con il
ripiano più basso ad almeno 30 cm da terra, 50 cm dal soffitto e 5 cm dalla parete (per
facilitare le operazioni di pulizia);
STOCCAGGIO II
il materiale pulito va conservato separatamente dal materiale sterilizzato;
le confezioni devono essere disposte in ordine cronologico rispetto alla scadenza e
maneggiate il meno possibile;
se la confezione sterile si bagna, si inumidisce, si rompe o cade a terra, il dispositivo contenuto
non può più essere considerato sterile e pertanto deve essere riprocessato;
L’integrità della confezione va verificata prima dell’uso
TRASPORTO
Il trasporto del materiale dall’area di sterilizzazione al punto di utilizzo deve
salvaguardare la conservazione della sterilità; pertanto occorre utilizzare:
imballaggi di protezione:
carrelli chiusi e dedicati;
imballaggi di conservazione e trasporto.
Gli operatori addetti allo stoccaggio e trasporto devono eseguire l’igiene delle
mani prima di manipolare le confezioni sterili.
METODI DI STERILIZZAZIONE
Parametri fisici:
Tempo
Temperatura
Pressione
Le temperature ed i tempi raccomandati dalla norma UNI EN 554 sono definiti come cicli “overkiller” e
sono stati stabiliti sulla base di ricerche scientifiche e su dati storici della resistenza dei
microrganismi:
134°C, pressione 2 bar, per un tempo di 7 minuti PER MATERIALE TERMORESISTENTE
121°C, pressione 1 bar, per un tempo di 15 minuti PER MATERIALE IN PLASTICA, GOMMA E
VETRO TERMOLABILE
18
INDICATORI Gli indicatori sono dispositivi che tramite principi di tipo chimico, fisico e biologico
supportano la validazione del rilascio di un prodotto sterile. Posono essere chimici, fisici o biologici.
INDICATORI CHIMICI
INDICATORI FISICI
Sono costituiti dalla lettura dei dati prodotti dalle macchine o dall’esecuzione di test specifici per quel
determinato ciclo/carico/autoclave.
Questo sistema di controllo può includere:
lettura diretta (termometro, manometro, registratore, ecc.);
lettura delle stampe sulle quali vengono registrati i dati rilevati dal sistema sinottico
(parametri);
esecuzione di test specifici (vuoto test, test di Bowie-Dick, Helix test).
L’operatore responsabile del processo, attraverso il rilascio parametrico, attesta la validità del
carico alla fine di ogni ciclo
INDICATORI BIOLOGICI
Sono dispositivi contenenti spore di Bacillus stearothermophilus o altri ceppi di microrganismi per i
quali sia stata provata l’efficacia.
Il viraggio di un indicatore biologico non certifica che i dispositivi sono sterili, ma che il ciclo eseguito
è stato in grado di abbattere la carica microbica contenuta nell’indicatore.
verifica perdite di tenute d’aria della camera della sterilizzatrice (vuoto test). Serve a verificare
la tenuta della camera assicurando che non entri aria durante le fasi di vuoto.
controllo automatico di un ciclo (pre-riscaldamento) allo scopo di ripristinare le condizioni di
efficacia sia del vapore che della temperatura ;
Il test di Bowie-Dick permette di verificare se la rimozione dell’aria si mantiene efficiente e se il
vapore è in grado di penetrare all’interno delle confezioni di materiale da sterilizzare.
L’Helix test verifica la capacità di penetrazione del vapore nei corpi cavi
19
Le fasi di sterilizzazione sono di norma regolate da cicli automatici di: eliminazione aria,
umidificazione, raggiungimento temperatura, iniezione gas, tempo, temperatura e concentrazione gas
stabili, eliminazione gas.
Non è consigliabile sterilizzare con OE dispositivi di costo modesto per i quali non si giustifica il costo
di tale procedimento di risterilizzazione.
20