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COLLANA EBOOKECM
EBOOK PER L’EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA © 2022
SOMMARIO
CAPITOLO 1
RIFLESSIONI SULLA MEDICINA NARRATIVA 5
La parola come elemento della cura 6
Curare una malattia o curare una persona 8
Il “mondo” del paziente e la sua voce 10
CAPITOLO 2
PROFESSIONISTI E PAZIENTI: DUE MONDI INCOMUNICABILI? 13
Quando la medicina era “semplice” 14
Medicina e complessità 15
Invarianza e cambiamento 18
Il linguaggio nella cura 21
Incontro o scontro fra due mondi? 24
Comunicazione e narrazione in medicina 26
CAPITOLO 3
QUANDO DUE NARRAZIONI SI INCONTRANO:
ATTRIBUZIONI, PREGIUDIZI, FILTRI 30
Ipotesi, giudizi, pregiudizi 30
Pregiudizi, emozioni, giusta distanza 33
I rischi di una relazione non-solo-professionale 36
Come va la salute? Le narrazioni quotidiane su salute e malattia 40
Le parole del paziente e la “verità” di una lastra 42
Quando il “prima” condiziona il “dopo” 45
CAPITOLO 4
L’ASCOLTO ATTIVO, OVVERO: DALLE SEQUENZE
MONOLOGICHE AL COLLOQUIO DIALOGICO 47
Tempi, ritmi, direzioni 48
Rassicurare o mettere a tacere? 52
Individuare gli ostacoli 54
Capire, far capire, convincere 58
Un ostacolo immaginario: il tempo 61
Ascoltare di più, vedere di più 63
Da “sentire” ad “ascoltare”: il contatto con il mondo dell’altro e l’empatia 67
CAPITOLO 5
NARRARE, DESCRIVERE INTERPRETARE:
L’IMPOSSIBILE RICERCA DELLA VERITÀ 69
Il potere di descrivere, il potere di interpretare 70
Quando il paziente “non ha niente di niente” 73
L’ascolto narrativo: come dare senso a ciò che il paziente racconta 76
Sintomi “normali” e sintomi preoccupanti 80
CAPITOLO 6
DALL’INFORMAZIONE ALLA CONDIVISIONE
DEI PERCORSI DI CURA 86
La relazione di cura e la cooperazione possibile 87
Dal capire al mettere in pratica: quando il paziente non vuole fare 93
Quando il paziente “non può” 96
Comunicazione persuasiva e arti marziali 100
CAPITOLO 7
PROPOSTE DEL MEDICO, RISPOSTE DEL PAZIENTE: DALLA
CONTRAPPOSIZIONE ALLA RICERCA DI STRADE COMUNI 104
Avere e non avere (una malattia) 105
Il medico “paziente” e l’intervento educativo 111
Negoziazione e uscita creativa dai conflitti 114
CAPITOLO 8
QUANDO LA MALATTIA ENTRA NELLA STORIA DEL PAZIENTE 117
Fra temere e voler sapere 117
Quando l’ascolto si interrompe 121
Parlare al paziente della sua malattia: quando, come, quanto 122
Alla ricerca della giusta dose di verità 125
La malattia e l’immagine del futuro 127
Di quale futuro si parla? 129
CAPITOLO 9
L’INTERVENTO SISTEMICO NARRATIVO
COME METODO E COME RISORSA 134
La narrazione È cura 140
Cura e inquietudine 142
INDICE
CAPITOLO 1
RIFLESSIONI SULLA MEDICINA NARRATIVA
1
The development of narrative practices in medicine, 2015, Queen Mary, University of London
2
http://www.iss.it/binary/cnmr4/cont/Quaderno_n._7_02.pdf
5
INDICE
NARRAZIONE E CURA
RIFLESSIONI SULLA MEDICINA NARRATIVA
In questo libro ci riferiamo al significato un po’ più ampio che diamo oggi
a questo termine nell’ottica del counselling sistemico-narrativo utilizzato dall’I-
stituto Change (www.istitutochange.it)3.
La medicina narrativa come noi la intendiamo, è contemporaneamente un
atteggiamento mentale, un metodo, una proposta relazionale: non è quindi
né una materia di studio né una disciplina che mescola elementi tratti da teo-
rie psicologiche, sociologiche, antropologiche, narratologiche, filosofiche ecc.
senza che ne risulti chiara l’utilità nella pratica quotidiana della cura, e senza
che sia evidente in quale modo quegli aspetti teorici possono essere applicati
nell’intervento del professionista sanitario.
Le competenze comunicative e narrative e, più ampiamente, le cosiddette
medical humanities sono praticamente assenti dalla formazione dei professioni-
sti sanitari in Italia, ma questo non significa che non ne venga avvertita la man-
canza: la loro fondamentale importanza nella relazione con il malato emerge
da domande e da riflessioni che tutti i professionisti pongono innanzi tutto a
se stessi nel percorso di cura e che circolano nei momenti di confronto e di
aggiornamento, sempre più spesso dedicati agli aspetti relazionali e narrativi
della medicina.
È attraverso la riflessione, e di conseguenza attraverso lo studio, la ricerca,
il confronto, le domande, i dubbi, che si costruisce un atteggiamento mentale.
In un articolo pubblicato nel 2007 sulla rivista La Parola e la Cura uno dei
pionieri della Medicina narrativa, Trisha Greenhalgh, scrive:
“Nella rivista della Royal Opera House di Londra, un otorinolaringoiatra
racconta una storia personale. Nel 1985 lui e sua moglie erano andati al
Covent Garden ad ascoltare l’allora giovane tenore Placido Domingo. Verso
la fine del primo atto. Domingo fu colto da una improvviso abbassamento
di voce ed abbandonò la scena. Venne diffuso un annuncio dall’altoparlan-
te: “C’è un medico in sala?”.
3
G. Bert, Medicina narrativa, 2007, “Il Pensiero Scientifico”, Roma.
6
INDICE
NARRAZIONE E CURA
RIFLESSIONI SULLA MEDICINA NARRATIVA
gnostici; inoltre, benché fosse uno specialista della gola, le corde vocali non
erano il suo ambito di competenza specifico: se ne occupava infatti prevalen-
temente un collega. Per di più l’illuminazione non era adatta a permettergli
una diagnosi competente. Decise perciò di non offrire il suo aiuto.
7
INDICE
NARRAZIONE E CURA
RIFLESSIONI SULLA MEDICINA NARRATIVA
4
T. Greenhalgh, Medicina narrativa: uso e abuso del termine, “La Parola e la Cura”, primavera 2007
5
H. White, D. Epstein, Narrative means to therapeutic ends, 1990 WW Norton & Company, New York
8
INDICE
NARRAZIONE E CURA
RIFLESSIONI SULLA MEDICINA NARRATIVA
In altre parole, la malattia nella sua complessità può essere affrontata del
tutto o in parte dal malato stesso insieme al medico, agli altri professionisti
coinvolti nella cura e ai familiari, alleati tutti quanti nella ricerca di soluzioni
possibili.
La narrazione è lo strumento che permette di esternalizzare la malattia, scrive un
pioniere degli studi sociologici applicati alla medicina, Arthur Frank:
“Spero di riuscire a spostare la concezione culturale dominante della malat-
tia dalla passività – la persona malata come “vittima della” malattia – alla
attività. La persona malata che trasforma la malattia in storia trasforma il
fato in esperienza; la malattia che pone il corpo in una posizione distante
dagli altri diviene, attraverso la storia, il comune legame del soffrire che
riunisce i corpi nella loro condivisa vulnerabilità”6.
La cura ha due aspetti: il primo, quello più noto al medico, è l’aspetto os-
servazionale, descrittivo, che vede il paziente come oggetto di studio e definisce
il percorso diagnostico e terapeutico. Nel caso di Domingo, l’oggetto dell’os-
servazione erano le corde vocali del tenore e la possibile lesione o disfunzione
di esse; l’osservazione, la descrizione erano rese però quasi impossibili dalla
mancanza di strumenti idonei e di setting adeguato. Risultato: non si può far
niente.
Il secondo aspetto è l’aspetto narrativo, il cui oggetto sono le relazioni: del
paziente con se stesso, con il contesto, con i sintomi, con la malattia, con il
medico, con gli altri curanti, con la famiglia…; e le relazioni del medico con
se medesimo, con il suo ruolo professionale, con le sue caratteristiche umane,
con quella determinata persona in quel determinato momento, con altri ope-
ratori. Nel caso in questione, ad esempio, la relazione non risolta tra lo specia-
lista e il suo proprio ruolo ha impedito un sia pur fugace rapporto di fiducia
con il paziente: quello che ha invece instaurato empaticamente (“Mi è sembrato
che fosse piuttosto teso”) il medico di medicina generale.
6
A.W. Frank, The wounded storyteller, 1995 The University of Chicago Press
9
INDICE
NARRAZIONE E CURA
RIFLESSIONI SULLA MEDICINA NARRATIVA
Sia il paziente che chi lo cura devono inoltre fare i conti con gli aspetti
emotivi, che ogni relazione importante comporta.
Il professionista può difendersene accentuando al massimo gli elementi de-
scrittivi osservazionali: aumentando cioè la distanza rispetto al paziente, cosa
che, trasformando il paziente in oggetto di studio, rende però difficile quando
non impossibile la relazione di cura: tra un soggetto e un oggetto non c’è scam-
bio, non c’è reciprocità.
L’espressione delle emozioni non è descrittiva (non basta dare ad esse un
nome per conferire senso) ma narrativa: ad esempio mediante metafore o
espressioni “poetiche” e non verbali.
Negando l’espressione delle emozioni si nega di fatto la relazione.
La narrazione coinvolge anche il professionista, che diventa un personaggio
della storia, non un narratore onnisciente: anziché neutrale distacco, “scientifi-
ca” distanza, si ha partecipazione.
Se narrazione è partecipazione, se la relazione di cura, come ogni relazione,
non è semplicemente descrittiva ma è uno scambio di narrazioni, si aprono
nuovi scenari.
Nel suo libro postumo Intoxicated by my illness, il critico letterario Anatole
Broyard nel raccontare il percorso fatale della sua malattia, fa un’osservazione
illuminante:
“Mentre lui si sente inevitabilmente superiore a me, perché lui è il medico e
io il paziente, mi piacerebbe che lui sapesse che io a mia volta mi sento superio-
re a lui, che anche lui è il mio paziente e anche io ho una mia diagnosi per lui.
10
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NARRAZIONE E CURA
RIFLESSIONI SULLA MEDICINA NARRATIVA
7
A. Broyard, Intoxicated by my illness, 1992 Fawcctt Columbine, New York.
8
A.W Frank (ibidem).
11
INDICE
NARRAZIONE E CURA
RIFLESSIONI SULLA MEDICINA NARRATIVA
Solo che, come osserva Broyard, per il malato anche il medico è un “caso”
da diagnosticare; e resta comunque oscuro cosa è essere medico. La narrazione
è dimezzata.
Il confronto, la ricerca di uno “spazio condiviso” in cui possa nascere un
“narrare insieme” diventa così impossibile: da una parte c’è la voce flebile del
singolo malato, dall’altra quella batteria di cannoni che è “la voce della scien-
za” dietro alla quale il medico si cela.
Alcuni degli esempi di questo libro sono frutto di una esperienza formativa
condotta con un gruppo di medici di medicina generale. A loro è stato chiesto
di scrivere la storia di un paziente, così come la ricordavano, e di chiedere al
paziente di scrivere a sua volta la storia della sua malattia.
Il confronto fra queste due narrazioni è servito da spunto per una riflessio-
ne più generale su storie, narrazioni, emozioni, e sulla possibilità che il metodo
narrativo nella conduzione dei colloqui in ambito sanitario possa diventare
davvero uno strumento di cura.
Altri esempi sono tratti da incontri di formazione in tema di comunica-
zione e narrazione svolti dagli autori in reparti ospedalieri o con gruppi di
professionisti sanitari.
Ci riferiremo spesso al professionista indicandolo come “medico”, ma il
nostro obiettivo è di delineare una modalità di uso del colloquio narrativo
utilizzabile da tutti i professionisti della cura.
12
INDICE
CAPITOLO 2
PROFESSIONISTI E PAZIENTI: DUE MONDI
INCOMUNICABILI?
13
INDICE
NARRAZIONE E CURA
PROFESSIONISTI E PAZIENTI: DUE MONDI INCOMUNICABILI?
C’è stato un tempo, non molti decenni fa, in cui la medicina era tutto
sommato una cosa abbastanza semplice. La diagnosi si basava principalmente
sull’esperienza del medico, sulla anamnesi
e sulla abilità manuale nelle manovre dell’esame obiettivo; i test di labora-
torio erano scarsi e per la maggior parte risalivano all’Ottocento; si presumeva
inoltre che ogni malattia avesse una causa specifica secondo il modello delle
malattie infettive, pur ammettendo che talora la causa fosse ancora ignota, e
che la comparsa e il decorso della malattia potessero venire influenzate da si-
tuazioni meno specifiche e spesso vaghe come il “terreno” o la “diatesi”.
Un buon medico era in grado di risolvere la maggior parte delle situazioni;
un clinico medico, con il supporto di qualche specialista, era in grado di far
fronte a tutte le rimanenti. Far fronte in termini di diagnosi, soprattutto, in
quanto gli strumenti terapeutici erano scarsi e spesso poco efficaci.
Il modello scientifico di base era comunque quello meccanicistico, new-
toniano o cartesiano: una lunga catena di cause e di effetti, ordinatamente
collegati. Ogni problema, per quanto grande, poteva quindi venire frammen-
tato in problemi minori che potevano a loro volta venire analizzati e risolti
razionalmente uno alla volta. Non esistevano insomma problemi insolubili ma
solo problemi di grandi dimensioni da scomporre nei singoli elementi. Ogni
elemento poteva venire analizzato a fondo da uno specifico specialista, e la
somma dei risultati di questi studi costituiva la soluzione del problema iniziale.
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INDICE
NARRAZIONE E CURA
PROFESSIONISTI E PAZIENTI: DUE MONDI INCOMUNICABILI?
Sappiamo inoltre che per la maggior parte delle patologie non esistono
cause singole ben definite ma somme di fattori di rischio, spesso legati al con-
testo sociale e familiare o all’ambiente. Poiché la società e l’ambiente vengono
continuamente modificati, i fattori di rischio e le patologie cambiano con il
tempo e con gli stili di vita.
Malattie di questo tipo, definite multifattoriali, possono essere studiate e
talvolta trattate solo da équipes multispecialistiche, che comprendono non più
solo medici ma statistici, economisti, sociologi, psicologi, antropologi…
Diversamente da quanto prevedeva il modello meccanicistico di un tempo,
la somma dei risultati degli studi di questi diversi specialisti non coincide con
la soluzione dei problemi e con la comprensione piena della patologia: al con-
trario, essi aprono continuamente nuovi e imprevisti problemi che richiedono
nuovi studi e nuovi specialisti, all’infinito.
Il medico di un tempo, che sapeva tutto o quasi della anatomia, della fi-
siologia, della patologia del corpo umano ha perduto la sua funzione; al suo
posto troviamo un team di tecnici e di studiosi delle più diverse branche spe-
cialistiche; gli interventi di cura avvengono oggi all’interno di sistemi umani
complessi: l’organizzazione sanitaria, l’ospedale, le rete dei servizi socio sanita-
ri. Di questa complessità è indispensabile tenere conto nella medicina di oggi.
MEDICINA E COMPLESSITÀ
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INDICE
NARRAZIONE E CURA
PROFESSIONISTI E PAZIENTI: DUE MONDI INCOMUNICABILI?
Ecco il primo incontro con la complessità del mondo del paziente: la sua
comunicazione con il medico non si riduce infatti a quello che dice entrando
in ambulatorio, ma comprende elementi che non compaiono esplicitamente
ma sui quali si gioca il senso della sua comunicazione e della sua richiesta;
elementi che appartengono a quello che da ora in poi definiremo il mondo del
paziente.
Se ad esempio partiamo da una richiesta del tutto banale, espressa da una
frase del tipo
“Dottore, ho un terribile mal di gola da più di una settimana…”
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INDICE
NARRAZIONE E CURA
PROFESSIONISTI E PAZIENTI: DUE MONDI INCOMUNICABILI?
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INDICE
NARRAZIONE E CURA
PROFESSIONISTI E PAZIENTI: DUE MONDI INCOMUNICABILI?
INVARIANZA E CAMBIAMENTO
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Watzlawik P, Weakland JH, Fish R: Change, Astrolabio, Roma 1990
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