Salone de Mobile. Milano 16–21/04 Salone de Mobile.

Milano 16–21/04
Pad. 6 Stand D40 Pad. 6 Stand D40
Fondatore Eugenio Scalfari Direttore Maurizio Molinari

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o da foreste gestite in maniera sostenibile Domenica 10 marzo 2024 Oggi con Robinson Anno 49 N° 60 - In Italia € 2,50

L’editoriale Le elezioni in Abruzzo

C’è la Moldavia
nella campagna
europea
Duello sull’affluenza
Oggi urne aperte fino alle 23. Nella sfida tra Marsilio e D’Amico deciderà il pressing sugli astenuti, appello ai fuorisede
di Putin Meloni tra due fuochi: sotto pressione per la contesa regionale, teme in Europa l’indebolimento di von der Leyen

di Maurizio Molinari
Dossieraggio: FdI e FI frenano sulla commissione chiesta da Nordio
L a campagna europea di
Vladimir Putin procede a ritmi
accelerati ed a ridosso dell’Ucraina
L’analisi Telecamere puntate sull’Abruzzo. I
seggi hanno aperto alle 7 di questa
mattina e si vota fino alle 23. Fino a
Il commento
Cartellone
c’è un’altra nazione della regione La posta un mese fa sembrava una sfida faci- Occasione
del Mar Nero che teme di diventare le per la destra,ma ora la partita sem-
preda delle mire di Mosca: la in gioco bra aperta. Marco Marsilio, governa- progressista
Moldavia. tore voluto da Giorgia Meloni 5 anni
L’accelerazione è avvenuta negli fa, e Luciano D’Amico gli sfidanti.
ultimi giorni. Prima il Parlamento di Stefano Cappellini Decisiva sarà l’affluenza. Intanto sul- di Antonio Scurati
della Transnistria e poi la leader la commissione chiesta da Nordio
della Gagauzia, Evghenia Gutul,
hanno formalmente chiesto
“protezione” a Mosca. Si tratta di
È bastato poco per cambiare il
sentimento della maggioranza
di governo. Due settimane fa il voto
per il dossieraggio , FdI e FI frenano.
di Casadio, Ciriaco, De Cicco
Ferrara, Foschini, Ginori
I l mondo va a destra, il mondo si è
incattivito, il mondo è
invecchiato. Ce lo ripetiamo spesso,
due regioni moldave, ostili al sardo ha smontato un caposaldo della Giorgi, Pucciarelli e Ossino ultimamente, nelle nostre serate
governo di Chisinau. La narrazione sovranista. ● a pagina 3 ● da pagina 2 a pagina 7 tristi. Ed è vero. ● a pagina 22
Transnistria, ad Est, ospita dal 1992
un contingente militare di Mosca a
garanzia dei 220 mila abitanti Nel mirino della Finanza Rugby azzurro
cittadini russi — circa la metà della
popolazione — mentre la Gagauzia vittoria storica
ha 150 mila residenti in
maggioranza di etnia turca
garantiti da un’autonomia locale
contro la Scozia
che guarda alla Russia. Tanto
l’appello da parte dei di Massimo Calandri
rappresentanti della Transnistria ● a pagina 30
che la visita di Gutul a Sochi — dove
ha incontrato il presidente Putin —
hanno riproposto la dinamica di
popolazioni russofone o filorusse Oscar, la notte
che chiedono “aiuto” al Cremlino in
maniera assai simile a quanto delle favorite
avvenuto in Crimea e Donbass nel
caso dell’Ucraina e, in precedenza,
in Abkhazia e Ossezia del Sud nel
Lily e Emma
caso della Georgia. Si tratta di
precedenti che fanno temere alla di Arianna Finos
Moldavia una possibile aggressione k Il personaggio Gianluca Vacchi,56 anni,è uno degli influencer coinvolti negli accertamenti
militare, perché con motivazioni
Q uando Piccola Piuma salì

Influencer evasori per 11 milioni

analoghe la Russia invase — ed sul palco dell’Academy nel
ancora occupa — la Georgia nel 1973 inviata da Marlon Brando —
2008, giustificò l’annessione della sdegnato da come erano trattati i
Crimea nel 2014 ed anche l’attacco nativi americani — per rifiutare
all’Ucraina nel 2022 l’Oscar per Il Padrino, fu accolta
● a pagina 23 di Fontanarosa, Giusberti e Gottarelli ● alle pagine 8 e 9 da fischi e ululati, minacciata di
arresto. ● a pagina 28
Longform
Le idee

Lockdown,
quattro anni dopo
una vana lezione
di Concita De Gregorio
L’ombra Placido: io, Falcone
di Navalny Q uattro anni. Sembra un
secolo? Sembra l’altro ieri?
Dipende. Dipende da quello che vi è
Sciascia e il boom
sul voto dello zar Salone de Mobile. Milano 16–21/04
personalmente successo, come
sempre: quello che è successo della Piovra
proprio a voi, che degli altri ci
dalla nostra inviata Pad. 6 Stand D40 occupiamo tutti pochissimo. Se di Concetto Vecchio
Rosalba Castelletti allora avete perso qualcuno che ● a pagina 17
a cura di Bonini e Pertici ancora vi manca, se avete rischiato
● alle pagine 37, 38 e 39 di morire. ● a pagina 23

NZ
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.
2
pagina https://overpost.biz
Abruzzo, D’Amico incalza Marsilio
la sinistra punta sugli indecisi
Oggi urne aperte per scegliere il presidente: decisiva sarà l’affluenza. Il centrosinistra unito si mobilita per fare il bis dopo la Sardegna
Meloni, nel giorno del silenzio, va in Umbria e allo stadio per la partita di rugby Italia-Scozia. Pullman di Forza Italia dalla Campania
dal nostro inviato
Lorenzo De Cicco
PESCARA — L’Abruzzo si sveglia con
tante telecamere puntate addosso
ma senza certezze: i seggi hanno
aperto alle 7 di mattina, si vota fino
alle 23, quando Rete8, una tv locale,
trasmetterà gli exit poll di Antonio
Noto. Fino a un mese fa sembrava
un match senza palpitazioni, sfida
facile per la destra, e invece un po’
per il successo giallorosso in Sarde-
gna di fine febbraio, un po’ perché il
centrosinistra stavolta è riuscito ad
assemblare tutti i pezzi, da Renzi a
Fratoianni, la partita sembra aperta.
Marco Marsilio, il “Lungo” di Colle
Oppio, nato e cresciuto al Prenesti-
no e fatto governatore da Giorgia
Meloni cinque anni fa, ancora l’altro
ieri, da L’Aquila, si mostrava spaval-
do: «Domenica mandiamo la sini-
stra a letto presto». Ma anche a via
della Scrofa, dopo l’esperienza di Ca-
gliari, in queste ore si fanno più pru-
denti. E qualcosa vorrà dire se fioc-
cano gli appelli ai fuorisede e se For-
za Italia ha organizzato pullman da
Napoli, per portare i campani che
hanno la residenza nell’hinterland
abruzzese (a Pescasseroli o a Rocca-
raso) pur di non sciupare nemmeno
un voto. «Non so se saranno determi-
nanti, ma non tralasciamo nulla»,
ammette Fulvio Martusciello, euro-
parlamentare campano di FI.
L’affluenza sarà decisiva, se è ve-
ro che i due blocchi sono divisi da
una manciata di punti, come raccon-
tano i sondaggi riservati della vigi-
lia. Cinque anni fa alle urne si recò
poco più di un abruzzese su due: il
53%. La volta prima, nel 2014, votò il
61% e vinsero i democratici. Il centro-
sinistra spera che il vento sardo
sblocchi gli indecisi. Per le opposi-
zioni è la grande occasione di scon-
figgere Meloni “in casa”. La premier
è stata eletta qui, alla Camera: colle-
gio uninominale Abruzzo 03. «Non
mi cacciate», diceva da Teramo mar-
tedì pomeriggio, prima del comizio
finale a Pescara, dove Salvini è filato
via prima ancora che la leader di FdI
finisse di parlare.
Elly Schlein, a fatica, è riuscita a
mettere su un campo larghissimo.
In Sardegna, per dire, Renzi e Calen-
da correvano con Soru. In Abruzzo
invece no: tutti insieme. Anche se
Giuseppe Conte ha fatto finta di non
sapere che i simboli di Azione e Ita-
lia viva (qui rinominato “Abruzzo vi-
vo”) fossero presenti sulla scheda,
accanto alle 5 Stelle. Il miracolo l’ha
compiuto Luciano D’Amico, l’ex ret-
tore dell’Università di Teramo, 64
anni, prof dall’aria mite, che nei co-
mizi non alza mai la voce, che parla
di lavoro povero e di sanità da aggiu-
stare. Il centrosinistra l’ha scelto
presto: a fine settembre. Mentre an-
cora a gennaio, per tentare (inutil-
mente) di blindare il sardo Christian
Solinas, la Lega provava a mettere in
discussione Marsilio, parlando di
«riequilibri». Va detto però che Mar-
silio non ci ha mai badato troppo: ha
preparato una lista civica personale
zeppa di campioni di preferenze,
per cercare di parare i colpi degli al-
leati. Ma rispetto al voto di Cagliari,
può consolarsi: la legge elettorale
abruzzese non permette il voto di-
sgiunto.
Primo piano Il voto nelle regioni
Non sarà solo un voto locale. Cen-
tinaia di giornalisti si stanno accredi-
tando, da tutto lo Stivale e anche da
fuori. Il Times e la tedesca Zdf hanno
spedito qui gli inviati. Elly Schlein e
Giuseppe Conte hanno moltiplicato
i comizi, mentre la destra calava con
un battaglione di dodici ministri per
fare annunci. Un successo politico
in Abruzzo serve più alla leader del
Pd che al capo dei 5 Stelle, che ha già
incassato la prima governatrice del
Roma - Chiara Braga, capogruppo
del Pd a Montecitorio, alla vigilia del
voto in Abruzzo, un bilancio sulla
tenuta del centrosinistra? La
vittoria in Sardegna e ora il voto
abruzzese segnano una svolta?
«In queste due partite elettorali il
centrosinistra ha dato prova di
sapere lavorare su progetti che
mettono al centro i territori e,
soprattutto, fidandosi
reciprocamente sono stati scelti
candidati forti e competitivi. Penso
che serva farne tesoro».
Quindi l’eterno “giorno della
Marmotta” rosso-giallo, quello in
cui si torna sempre alle tensioni tra
Pd e 5Stelle, è alle spalle?
«Per il Pd l’unità è un valore,
convinzione che non abbiamo mai
fatto venire meno. E la
collaborazione dei progressisti può
rafforzarsi e cementarsi anche grazie
al lavoro che possiamo fare in
Parlamento dall’opposizione».
Voto in Basilicata: è questo il
prossimo banco di prova dell’unità?
«Si sta lavorando per chiudere.
Anche qui il Pd ha come bussola
l’unità del centrosinistra».
In Piemonte partita più
complicata viste le ruggini tra la
grillina Chiara Appendino e il Pd?
«Il passato e gli scontri pesano, ma si
possono superare guardando agli
interessi del Piemonte che merita
Movimento, Alessandra Todde, in
Sardegna. Schlein spera di dimostra-
re che «uniti si vince», come ripete
da quando si è insediata, poco più di
un anno fa, al Nazareno. Un’afferma-
zione la aiuterebbe a far passare un
messaggio: si possono mettere da
parte distinguo e dispetti e tenere in-
sieme sia il partito di Conte che quel-
li di Renzi e Calenda, oltre ai rosso-
verdi e a +Europa. Pure in Basilicata,
non a caso, l’intesa tra Pd e 5S è più
La capogruppo del Pd alla Camera
Braga “La collaborazione
con i 5Stelle si rafforzerà
Serve fiducia reciproca”
di Giovanna Casadio
f una nuova stagione di governo
capogruppo
Chiara braga
guida il pd
alla camera
In Basilicata
al lavoro per chiudere
con un nome unitario
In Piemonte possiamo
superare gli scontri
del passato. Avanti
su salari e sanità
g costruire la migliore alternativa
https://overpost.org
Domenica, 10 marzo 2024
vicina, anche se manca l’annuncio.
Anche Meloni sa che questo è un
test nazionale. Ieri, nel giorno del si-
lenzio elettorale in Abruzzo, ha par-
lato in Umbria, per un patto istitu-
zionale con la regione a guida leghi-
sta, dove ha rivendicato i suoi «re-
cord» sulla lotta all’evasione e l’oc-
cupazione femminile (apertura del
Tg1), con qualche frase rivelatrice
del momento: «Siamo al governo da
14-15 mesi, ma a me sembrano 15 an-
archiviando quella di Cirio».
Poi ci sono le scadenze
parlamentari.
«Si. La battaglia per il salario minimo
la stiamo rilanciando tutti con una
legge di iniziativa popolare. Insieme
ci batteremo contro l’autonomia e il
premierato. E continueremo la lotta
sulla sanità pubblica con una
proposta di legge promossa da
Schlein e su cui abbiamo già lavorato
con le altre opposizioni in legge di
bilancio».
È uno stillicidio di elezioni
quest’anno: tanti test politici?
«Direi che è una anomalia avere quasi
una elezione al mese. Innanzitutto
perché piega gran parte della
discussione politica alle scadenze
elettorali. Per noi dem l’obiettivo è
possibile sui territori e non perdere di
vista il lavoro di opposizione al
governo della destra, fermo e
https://overday.info
ni». Poi è andata ad Amelia, per visi-
tare una comunità di recupero, e so-
prattutto si è fatta vedere in tribuna
a Roma alla partita Italia-Scozia di
rugby. Sarà un caso, ma la palla ova-
le è molto pop, qui dove si vota: da
L’Aquila a Paganica. Meloni – tra te-
lecamere e fotografi - negli spoglia-
toi dell’Olimpico ha alzato pure il
trofeo, perfetta istantanea nelle ore
pre-voto. Quella che non può perde-
re è la coppa d’Abruzzo.
Il candidato del centrodestra
Marco Marsilio è il governatore
uscente e candidato del
centrodestra, amico di Meloni.
Nonostante le sue origini abruzzesi,
ha ricevuto critiche per essere
un romano “in trasferta” in Abruzzo
per scelta del partito
concentrato a fare scelte più a fini
elettoralistici che per guidare il Paese
in un momento tanto complesso».
Il fronte unito consente la
“remuntada”?
«Guardi, l’unità delle forze
alternative alla destra viene sempre
apprezzata e spesso premiata dagli
elettori. I cittadini più penalizzati
dalle scelte di questa maggioranza
non si spiegano perché non debba
essere unità nell’alternativa».
Ma una rimonta la vede?
«Il vento è cambiato perché tanti
cittadini si rendono conto che le
promesse di Meloni si scontrano con
una realtà più dura. E poi vedono che
la destra continua a usare i toni
dell’opposizione e non sa governare».
Il rapporto con i 5Stelle è
consolidato? Conte riconosce che il
Pd è protagonista del campo
progressista. Lei cosa gli riconosce?
«In questi mesi sono di più le
occasioni in cui abbiamo remato
nella stessa direzione di quelle in cui
ci siamo divisi. Servono altri passi in
avanti, però abbiamo tempo per le
politiche. Il riconoscimento non è
iz
mai mancato da parte nostra né al
M5S, né alle altre forze di
.b
opposizione. Noi siamo consapevoli
st
di essere il principale partito del
po
centrosinistra, ma la stagione
dell’autosufficienza per il Pd è
er
superata da un pezzo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
ov
.
Domenica, 10 marzo 2024
Il candidato del centrosinistra
Luciano D’Amico è il candidato
del centrosinistra sostenuto
da un’ampia coalizione (Pd, M5S, Avs,
Azione e Italia Viva). Classe 1960,
della provincia di Chieti, cresciuto in
una famiglia contadina, è stato
rettore dell’Università di Teramo
È bastato poco per cambiare il
sentimento della maggioranza di
governo, da baldanzosa a impau-
rita. Due settimane fa il voto sar-
do ha smontato uno dei capisaldi
della narrazione sovranista: la so-
lidità del favore popolare. Ora l’A-
bruzzo è diventato un passaggio
che spaventa Giorgia Meloni e
può creare danni seri al governo.
Di nuovo, come in Sardegna, si
presenta al giudizio degli elettori
un candidato personale di Melo-
ni, Marco Marsilio, a capo di una
rete di potere locale innervata da
esponenti di Fratelli d’Italia. La
natura di fortino meloniano del-
l’Abruzzo l’ha spiegata meglio di
tutti proprio Marsilio, legato alla
presidente del Consiglio da un so-
dalizio politico e umano che af-
fonda le radici in un tempo lonta-
no più di trent’anni fa, quando la
casa comune si chiamava ancora
Movimento sociale italiano. In
campagna elettorale Marsilio ha
ricordato che in Abruzzo, all’A-
quila, c’è il collegio elettorale del-
la presidente del Consiglio, che
questa è la prima Regione conqui-
stata da Fratelli d’Italia. «Per noi è
una bandiera», ha sintetizzato il
presidente uscente. Non c’è biso-
gno di spiegare quale sarebbe l’ef-
fetto nazionale se gli elettori
abruzzesi dovessero decidere di
ammainarla.
Gli elettori voteranno
su sanità e trasporti
Salvini rischia
un’altra disfatta
Per la destra è già un cruccio es-
sere arrivata a giocarsi voto a vo-
to la Regione quando, fino a po-
che settimane fa, la sua difesa pa-
reva una formalità. È vero che
ogni Regione ha la sua storia e le
sue dinamiche, ed è sempre sba-
gliato ricavarne lezioni politiche
assolute, però sarebbe superficia-
le non trarre da queste consulta-
zioni locali un aspetto che invece
racconta, e molto, delle difficoltà
del governo. Il guaio per Meloni è
che le elezioni regionali – tutte,
anche quelle dove la destra parte
Primo piano Il voto nelle regioni
La destra impaurita
e la prova di realtà
che può smontare
il racconto di Meloni
da oggettive condizioni di vantag-
gio – sono il terreno peggiore per
il genere di propaganda nella qua-
le il suo esecutivo è specializzato:
sale nelle scelte degli elettori il pe-
so dei problemi reali – sanità, tra-
sporti, servizi – e cala il consenso
espresso per adesione ideologi-
ca. Perdono valore i classici temi
sui quali i sovranisti cercano da
sempre di coagulare consenso fa-
cile, come migranti e sicurezza.
Non bastano retorica, annunci e
proclami se i cittadini non trova-
no posto in ospedale, non riesco-
no a prenotare un esame speciali-
stico prima di un
anno e mezzo o
possono contare
solo su infrastrut-
ture ferme al se-
condo dopoguer-
ra. Puntare sul
racconto di un
Paese risorto sbat-
te su un ostacolo
difficile da aggira-
re persino in era
di post-politica,
cioè il principio
di realtà. In più,
nelle competizio-
ni regionali au-
menta l’inciden-
za del valore per-
sonale dei candidati alla presi-
denza e anche su questo aspetto
Meloni non può essere tranquilla.
Il centrosinistra, incredibilmente
unito in una formula definibile
da Renzi a Fratoianni, è riuscito
nell’impresa di compattarsi intor-
L’analisi
di Stefano Cappellini
La Regione di Marsilio
sembrava blindata
e invece ora la premier
è spaventata da
un’eventuale sconfitta
che non potrebbe non
pesare sul suo governo
k I festeggiamenti
La premier Giorgia Meloni negli
spogliatoi dopo la partita di rugby
Italia-Scozia del Sei Nazioni, alza la
coppa e festeggia la vittoria con gli
atleti della nazionale. Con lei il
ministro Francesco Lollobrigida
no a una figura credibile e radica-
ta nel territorio come l’ex rettore
dell’Università di Teramo Lucia-
no D’Amico. Per tutte queste ra-
gioni, e non solo per il destino del-
l’amico Marsilio, Meloni è così
spaventata dal voto abruzzese: sa
bene che è impensabile attribui-
re una eventuale sconfitta a fatto-
ri locali e indipendenti dalla salu-
te del suo governo.
In una condizione più rischiosa
di Meloni alla vigilia del voto è so-
lo il suo principale rivale interno:
Matteo Salvini. Meloni può anco-
ra sperare di sfangarla e portare a
casa la vittoria;
Salvini – anche do-
vesse vincere Mar-
silio – deve fare i
conti con una
emorragia di voti
che fin qui è stata
costante e resti-
tuisce l’immagi-
ne di una Lega
boccheggiante
sui territori. Un
solo dato, per ren-
dere l’idea della si-
tuazione: in Sar-
degna si sono pre-
sentate al voto
complessivamen-
te 25 liste, la Lega
è risultata tredicesima, superata
anche da civiche, liste locali e par-
titini della Prima Repubblica. Se
l’Abruzzo confermasse questa
tendenza, per il ministro delle In-
frastrutture comincerà a farsi sco-
moda e difficile la difesa a oltran-
pagina 3
Guida al voto
Urne aperte dalle 7
lo spoglio dalle 23
h Urne aperte dalle 7 alle 23
In Abruzzo si vota dalle 7
alle 23 per l’elezione del
presidente della Regione e per
il rinnovo del consiglio
regionale. Si vota in 305 comuni
abruzzesi
h Lo spoglio dalle 23
Lo spoglio inizia subito
dopo la chiusura dei seggi alle
23. Non è previsto il
ballottaggio: vince il candidato
presidente che ottiene il
maggior numero di voti
h Niente voto disgiunto
A differenza della Sardegna
non è consentito il voto
disgiunto: sarà considerata
nulla la scheda con il voto
espresso per un candidato
presidente e per una lista
diversa da quelle a lui collegate
za della leadership nel partito. Se
poi le difficoltà della Lega doves-
sero essere accompagnate da
una vittoria di D’Amico, non è ec-
cessivo dire che la Lega arriverà
alle Europee di giugno in una con-
dizione dove tutto può succede-
re. Nel partito non è più tabù il te-
ma della sostituzione di Salvini.
Dall’altra parte Elly Schlein af-
fronta il Gran Sasso con meno an-
sia del Gennargentu. La vittoria
in Sardegna ha restituito fiato al-
la segretaria dem che ora potreb-
be scavallare un insuccesso sen-
za il rischio di vedersi esplodere il
Pd, cosa che pareva sul punto di
accadere prima dell’effetto Tod-
de. A maggior ragione se D’Amico
soccombesse solo dopo un testa a
testa nelle urne. D’altra parte, vin-
cere la seconda contesa elettora-
le in pochi giorni avrebbe un effet-
to trainante sulle Regioni che vo-
teranno presto (Basilicata e Pie-
monte), e dove non c’è ancora in-
tesa con il M5S, nonché sulla co-
struzione di una coalizione alter-
nativa alla destra meno esposta
alle ubbie di Giuseppe Conte. Già
a ridosso delle elezioni sarde il
leader del M5S ha fatto lo sforzo
di attenuare gli attacchi al Pd, an-
che se l’arsenale del capo grillino
resta zeppo di temi che paiono
ostacoli grossi sulla via di una al-
leanza stabile. Per Conte sarebbe
ancora più difficile innestare la
Schlein affronta
la sfida con minore
affanno ma spera
nell’effetto traino
retromarcia sull’alleanza con il
Pd dopo un successo in Abruzzo,
anche se è probabile che solo do-
po le Europee si capirà meglio se
l’ex presidente del Consiglio ha
scelto definitivamente di parteci-
pare a un nuovo centrosinistra o
preferirà tenersi aperte tutte le
vie, come quando continua a rifiu-
tarsi di esprimere una preferenza
tra Joe Biden e Donald Trump e,
anzi, fa intendere chiaramente
che sulla guerra in Ucraina fa affi-
damento sul secondo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
.
4
pagina https://overpost.biz
Premier assediata
anche in Europa
con von der Leyen
alleanza rischiosa
Meloni sotto pressione in Italia e all’estero, ha scommesso sul patto
con la presidente della Commissione ma ora la vede indebolirsi
roma — Già stasera, a urne chiu-
se, Giorgia Meloni potrà capire
quanto spesse sono le mura del
fortino. Il risultato delle regio-
nali in Abruzzo deciderà per lei.
La vittoria era scontata, fino a
qualche settimana fa. Poi il ribal-
tone in Sardegna ha ridotto le
certezze. E la premier, sotto
pressione in patria e oltreconfi-
ne, è già passata in modalità as-
sedio. Dovesse andare incontro
a un’inaspettata sconfitta – op-
zione che la destra in queste ore
fa mostra di non temere, e anzi
considera assai improbabile - si
aprirebbe una fase nuova: nel
governo, tra alleati, nel Paese. E
in Europa.
Ecco, se c’è una variabile ca-
pace di stravolgere calcoli ed
equilibri, è proprio il rapporto
con Bruxelles. E quello con Ur-
sula von der Leyen. Il congresso
del Ppe ha indebolito la presi-
dente della Commissione. E tra-
sformato la mossa politica di
Meloni da investimento sicuro
ad azzardo.
Più viaggiano insieme, in ef-
fetti, più si indeboliscono a vi-
cenda: è il paradosso della loro
intesa. Meloni sperava di aver
trovato la chiave per entrare
nella cabina di comando del
nuovo esecutivo continentale,
von der Leyen la corteggiava
per ottenere voti conservatori
Parigi — «Volete lasciare campo li-
bero ai partiti di Le Pen, Meloni, Or-
bán e Wilders? Volete lasciare l’Eu-
ropa ai nemici dell’Europa?». Per il
suo debutto da capolista alle euro-
pee per la maggioranza macroni-
sta, Valérie Hayer non ha solo lan-
ciato la sfida al Rassemblement Na-
tional. La giovane presidente del-
l’eurogruppo Renew ha attaccato
quello che ha descritto come il bloc-
co degli anti-europeisti, in cui ha in-
cluso anche la premier italiana. L’at-
tacco non è casuale: l’eurogruppo
Ecr, presieduto da Giorgia Meloni,
insidia direttamente la posizione di
Renew, che potrebbe superare. Il
gruppo liberale fondato da Emma-
nuel Macron rischia persino di fini-
re al quinto posto, dietro a Id di Le
Pen e Matteo Salvini, se i sondaggi
fossero confermati.
«Bisogno d’Europa» è lo slogan
nel primo comizio a Lille di Hayer,
37 anni, figlia di agricoltori, davanti
a quattromila militanti, con tutto il
governo schierato in prima fila. Si
capisce che la campagna per le eu-
ropee sarà una battaglia senza
esclusione di colpi contro l’estrema
destra che vola nei sondaggi. «Dico-
Primo piano Il governo alla prova
fondamentali per un bis. Il pro-
blema, però, si è svelato quattro
giorni fa durante il summit del
Partito popolare europeo in Ro-
mania: Ursula fatica a tenere
uniti i popolari sul suo nome ed
è uscita indebolita da quel pas-
saggio. Senza dimenticare i rap-
porti più freddi di un tempo
con Emmanuel Macron. E senza
sottovalutare il rischio di diven-
tare indigeribile ai socialisti pro-
prio a causa di questa relazione
speciale con la destra italiana.
In dieci mesi le leader
hanno organizzato
insieme sette missioni
La prossima in Egitto
Ci sono due dettagli che rive-
lano l’investimento divenuto or-
mai azzardo. Soltanto negli ulti-
mi dieci mesi, le due leader han-
no organizzato almeno sette
viaggi insieme. Di questi, cin-
que sono stati “concessi” dalla
presidente della Commissione
europea dopo esplicita richie-
sta della premier italiana. L’e-
lenco integrale fa un certo effet-
to: il 25 maggio 2023 a Bologna,
dopo l’alluvione in Emilia Roma-
I macroniani evocano Monaco ’38
“Meloni, Le Pen, Orbán contro l’Ue”
no che la Francia sta tornando» iro-
nizza il premier Gabriel Attal dal
palco, riprendendo lo slogan scelto
da Marine Le Pen e dal suo capolista
Jordan Bardella. «Sono loro che han-
no lasciato la Francia! Dove sono an-
dati?» prosegue Attal, elencando ac-
cuse trasformate in domande: «Al
ballo di Vienna, a ballare con i neo-
nazisti? A un congresso identitario
a cantare con gli antisemiti ? A Mo-
sca, a cercare l’approvazione di Vla-
dimir Putin?». E poi ancora, a propo-
sito dei dirigenti dell’estrema de-
stra: «Hanno sempre detto no all’Eu-
ropa. L’unica differenza adesso è
che lo nascondono un po’ e che il no
è diventato ‘niet’».
I macronisti alzano i toni per cer-
care la remontada. La strategia è
quella indicata da Macron nelle ulti-
me settimane: costruire una netta
contrapposizone nel paesaggio poli-
gna; il 12 giugno 2023 a Tunisi,
per gestire le partenze dei mi-
granti; il 16 luglio 2023 di nuovo
nella capitale tunisina; il 17 set-
tembre 2023 a Lampedusa; il 17
k La candidata per il Ppe
La presidente della Commissione
Ue, Ursula von der Leyen, candidata
per il Ppe alle elezioni europee
In Francia
Hayer, capolista di
Renew, all’attacco dei
Conservatori in vista
delle Europee
dalla nostra corrispondente
Anais Ginori
k La capolista
Valérie Hayer guida la lista per le
https://overpost.org
Europee di Renew, partito di Macron
Domenica, 10 marzo 2024
gennaio 2024 a Forlì, di nuovo
per l’alluvione; il 24 febbraio a
Kiev, per il primo G7 dell’anno a
guida italiana; il prossimo 17
marzo 2024 al Cairo, per discu-
tere di Piano Mattei e crisi me-
diorientale. A queste date van-
no aggiunti i numerosi bilatera-
li a Bruxelles.
Una sintonia che ha genera-
to, come detto, non pochi dubbi
nelle famiglie liberali e sociali-
ste europee, urtate da una lea-
der che volge continuamente lo
Ursula fatica a tenere
unito il Ppe e il patto
con l’italiana non
piace a Pse e liberali
sguardo verso destra, che è
spesso sodale di quella estre-
ma. Un fastidio acuito delle re-
centi aperture della premier ita-
liana – che guida anche i Conser-
vatori continentali (Ecr) – all’in-
gresso nel gruppo di Viktor Or-
bán ed Eric Zemmour. Per Ursu-
la, ogni dubbio è superato dall’a-
ritmetica: punta agli ottanta
seggi di Ecr, ma si accontente-
rebbe anche solo dei 25-30 di
Fratelli d’Italia. Le resistenze
tico. O con Zelensky o con Putin. Da
una parte, chi è schierato con l’U-
craina, senza mettere limiti al soste-
gno militare, come ha detto il capo
di Stato che non ha escluso neppu-
re l’invio di truppe. Dall’altra, chi ha
posizioni più moderate, troppo am-
bigue, e di fatto viene accusato dai
macronisti di intelligenza con il ne-
mico. «È un momento grave per-
ché, per la prima volta, scegliamo il
futuro dell’Europa in un momento
in cui le bombe piovono sul suolo
europeo» sottolinea Attal. «La guer-
ra - aggiunge - non è più un mirag-
gio lontano e improbabile. È qui. Al-
le nostre porte».
Hayer – non ancora a suo agio nel
scaldare una platea di militanti – ha
ripreso la minaccia incombente,
evocando lo spettro della seconda
guerra mondiale e di quelli che allo-
ra non avevano fermato il nazismo.
https://overday.info
tra i popolari, però, potrebbero
rendere l’operazione vana.
E allora, Meloni dubita. Aveva
cercato di aggirare il freddo con
le due principali Cancellerie eu-
ropee – Parigi e Berlino – intensi-
ficando la collaborazione con
von der Leyen. Ma ha sbagliato
strategia, temono adesso i suoi
consiglieri: un conto sarebbe
stato scommettere sull’agenda
della “maggioranza Ursula”,
che non cambierà, indipenden-
temente dal nome che dovrà
rappresentarla alla guida della
Commissione, altro puntare tut-
to sul nome della Presidente,
che adesso traballa.
E si torna al fortino. Al senso
di isolamento. Ecco perché Me-
loni ha scelto di alzare i toni,
moltiplicare le uscite pubbli-
che, provare a blindare le casel-
le più importanti dell’esecutivo
e degli apparati. Già domani, se
l’Abruzzo dovesse consegnare
un’altra sorpresa dopo quella
sarda, intensificherebbe questo
sforzo. Consapevole, in prospet-
tiva, dell’altra nube all’orizzon-
te: se le elezioni Usa dovessero
toglierle anche la sponda dell’at-
tuale amministrazione e ripor-
tare al potere Donald Trump, sa-
rebbe un problema. Il tycoon,
di solito, tende a non perdonare
gli amici che tendono la mano
ai suoi avversari. — t.ci
«Ieri Daladier e Chamberlain – ha
detto la giovane capolista - oggi Le
Pen e Orbán. Siamo a Monaco nel
1938. Manca un minuto a mezzanot-
te». Lo scrutinio del 9 giugno è una
tappa cruciale per Macron. È l’uni-
ca elezione nazionale prima della fi-
ne del suo mandato e il risultato im-
patterà direttamente la sua leader-
ship nell’Ue. L’ultima svolta diplo-
matica del capo di Stato, che all’ini-
zio del conflitto in Ucraina era il po-
litico europeo più dialogante con
Mosca e ora è diventato invece la vo-
ce più intransigente (lui direbbe ‘lu-
cida’), ha già provocato qualche at-
trito con gli alleati nell’Ue, in parti-
colare a Berlino. Giovedì la Francia
aveva convocato una riunione dei
ministri degli Esteri e della Difesa a
cui non hanno partecipato dalla
Germania né Annalena Baerbock
né Boris Pistorius. «Problemi di
agenda», è la motivazione ufficiale.
Ma Pistorius non ha fatto mistero
iz
del fastidio per le parole di Macron
.b
che ha definito «codardi» i dirigenti
st
politici che esprimerebbero eccessi-
po
va prudenza nel sostegno militare a
Kiev.
er
©RIPRODUZIONE RISERVATA
ov
.
Domenica, 10 marzo 2024 Primo piano Il governo alla prova
L’incarico a Belloni per il G7
un segnale di Palazzo Chigi
per ribadire l’atlantismo
Perché? La domanda si rincorre ai
vertici del governo e degli apparati,
il giorno dopo la scelta di Giorgia Me-
loni di nominare Elisabetta Belloni
sherpa del G7 nell’anno di presiden-
La premier za italiana. Prevale la sorpresa, ma
Giorgia Meloni non è questo l’unico sentimento.
ieri si è fermata «Perché - ragiona proprio oggi una
per un saluto alla fonte dell’intelligence - era una del-
comunità le scelte più “normali” che la presi-
Incontro Onlus dente potesse fare: è vero, la dotto-
ad Amelia, al ressa Belloni è oggi a capo del Dis, il
termine della sua Dipartimento di informazioni. Ma
visita in Umbria per noi tutti è sempre “l’ambasciatri-
ce”, la chiamiamo ancora così. Chi
Il retroscena
Una mossa per meglio di lei per il G7, allora?».
In realtà, le cose sembrano più
rafforzare la squadra complesse di così. Perché, com’è evi-
e placare gli avversari dente, la nomina di Belloni rappre-
senta molto più di una normale scel-
Il precedente americano ta di un capo sherpa del G7. È un se-
gnale forte di politica interna ed
di John Negroponte estera. Che la premier ha voluto da-
re, mettendosi accanto il profilo di
una donna dal curriculum assai im-
di Tommaso Ciriaco portante, per certi versi quasi in-
e Giuliano Foschini gombrante. Spendibile in tutte le
partite, in Italia e oltreconfine, che
si apriranno dalla seconda metà del
2024, a summit pugliese concluso.
pagina 5
Politica interna, si diceva. Il pri-
mo segnale è chiaro: nel cerchio ma-
gico della premier non c’è posto sol-
tanto per gli amici di Colle Oppio. Si
parla di un ridimensionamento del
sottosegretario, Alfredo Mantova-
no. Che a ben guardare, però, è in
parte già avvenuto prima di questa
svolta (anche se i rapporti tra i due
sono assai cordiali, come hanno mo-
strato nella presentazione del rap-
porto dell’intelligence, con tutte le
istituzioni sedute ad ascoltare il la-
voro del Dis). Ma la novità è soprat-
tutto che la selezione della classe di-
rigente non si fa soltanto con il ma-
nuale di “amichettismo”, che Melo-
ni tanto aveva contestato quando
era all’opposizione e al quale invece
molto spesso si è piegata una volta
salita al governo. Belloni è una pro-
fessionalità specchiata e soprattut-
to non appartiene alla categoria “è
dei nostri”, la formula più amata da
quelli che in Fratelli d’Italia si occu-
pano delle nomine, anche le più insi-
gnificanti. È stata infatti scelta segre-
taria generale della Farnesina dal go-
verno Renzi, vicinissima a Paolo
Gentiloni, infine nominata al Dis da
Mario Draghi. Questo ragionamento
ha però inevitabilmente anche un al-
tro significato: e cioè che con una no-
mina di questo genere, Meloni inten-
de mostrare alle opposizioni di esse-
re in grado di poter portare dalla
propria parte anche personalità ter-
ze, da loro scelte e nominate in ruoli
importanti. Una prova di forza. Un
segnale, anche a costo di pagare un
prezzo verso una figura per certi ver-
si ingombrante.
E poi c’è il fronte internazionale.
Con Belloni al suo fianco, Meloni ri-
badisce il collocamento atlantista
dell’Italia, perché se la definizione
di “cocca di Biden” usata da Fox
News per descrivere la direttrice del
Dis è forse un’esagerazione, resta in-
vece un fatto il suo eccellente rap-
porto con Washington e con l’attua-
le amministrazione statunitense.
Inoltre, Belloni servirà a “sdramma-
tizzare” i rapporti tesi con la Francia
di Macron (bussare Fazzolari) e a te-
nere lontane le manovre della Rus-
sia, intensificate in vista delle elezio-
ni europee. «Con Belloni, la premier
prova poi a giocare un ruolo di lea-
dership durante il g7. Era la sola car-
ta che aveva», sottolineano dal mon-
do della diplomazia. Resta evidente
che esistono dei rischi, nell’opera-
zione. C’è chi in queste ore storce il
naso per questo anomalo doppio
ruolo: capo del Dis e rappresentante
diplomatico, chiamato a trattare
con gli sherpa degli altri paesi. Ma a
questi dubbi, le stesse fonti rispon-
dono con un esempio - «John Negro-
ponte, prima ambasciatore all’Onu
e in Iraq, poi direttore dell’Intelli-
gence e vice segretario di Stato» –
che avrebbe punti di contatto con la
storia di Elisabetta Belloni. «Non è la
direttrice di un’agenzia operativa –
è il ragionamento - quello sarebbe
stato molto diverso. Quando gli sher-
pa degli altri paesi si troveranno di
fronte Elisabetta – dice un vecchio
frequentatore di tavoli internaziona-
li – nessuno penserà a lei come alla
direttrice di un Dipartimento di sicu-
rezza. Ma come un’ambasciatrice
molto esperta. Le storie non si can-
cellano». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
.
6
pagina https://overpost.biz Primo piano Le scelte dei partiti https://overday.info
Domenica, 10 marzo 2024

La Leopolda dei veleni

di Ernesto Ferrara

FIRENZE — La Leopolda dei veleni.

Con il ministro Nordio previsto che
salta, Renzi che si scatena contro la
premier Meloni sul dossieraggio. E
la sfida di sopravvivenza europea
che aleggia, l’ex premier a caccia
del 4%, un milione di voti, tentato
ora dall’idea di lanciare un nuovo
simbolo oltre Iv, qualcosa tipo “Con
Renzi al centro”.
Non è più roba da fighetti, astronau-
ti e super manager, qui nella vec-
chia stazione fiorentina che ha lan-
ciato il renzismo. Nell’edizione 12
“Riaccendere le stelle” la classe diri-
gente renziana ha la testa alla batta-
glia per Bruxelles e il capo si mette
l’elmetto, inaugurando un’inedita
militanza anti meloniana. Col caso
Nordio che deflagra in una trama de-
gna di political drama. Ore 10.02 di
ieri, un whatsapp sul cellulare di Ma-
ria Elena Boschi. È firmato Carlo
Nordio: «Ok, facciamolo in collega-
mento. Alle 18, non alle 17 come origi-
nariamente concordato». È più di
una conferma e le voci di interferen-
ze e rinunce che pure rimbalzavano
da ore nel quartier generale renzia-
no si placano. Ma è un fuoco fatuo,
perché un’ora e mezzo dopo i radar
renziani intercettano i segnali che il
caos è esploso nel governo. Alle 11.45
fonti di via Arenula sentenziano che
no, il ministro della Giustizia non sa-
rà alla Leopolda, niente collegamen-
to e niente dibattito sulla giustizia
con Matteo Renzi. E apriti cielo.
Nordio non va da Renzi
“Ha subito pressioni”
Il ministro salta all’ultimo: per Iv dietro c’è la volontà della premier di evitare
che si saldi un’intesa sui dossieraggi e sulla commissione d’inchiesta
«Non è nel suo stile comportarsi co-
sì. È ovvio che ha avuto pressioni po-
litiche per annullare» tuona per pri-
ma proprio Boschi, che con Nordio
ha buoni rapporti da sempre, tanto
da averlo già portato alla Leopolda
nel 2021. Per il leader di Italia Viva
non è solo uno sgarbo o un ripensa-
mento del ministro che in questi
giorni si è schierato a favore della
commissione d’inchiesta sul dossie-
raggio, pare suggerito dal collega
Guido Crosetto. Ai suoi Renzi confi-
da di ritenere che dietro il niet ci sa-
rebbe lo zampino della premier Me-
loni: «Nordio è un galantuomo. Ma
la Leopolda continua a far paura. A
dire no al ministro è stato chi teme-
va che sulla commissione d’inchie-
sta si saldasse un asse con noi. E in-
vece la cosa va tenuta bassa, il vero
scandalo non deve venire fuori, c’è
da sopire, troncare. Non tutti in Fra-
telli d’ Italia vogliono la commissio-
ne. Vedremo se Meloni ha il corag-
gio, se sta coi suoi ministri» attacca
k Sul palco
Matteo Renzi sul palco della
Leopolda con padre Benanti
L’ex premier attacca
Meloni e chiama a
raccolta i suoi: “Serve
il 5% alle Europee”
l’ex premier da Firenze. Il filo garan-
tista che aveva portato Iv a sostene-
re il ddl Nordio appare ora troncato,
il renzismo “terza gamba” delle de-
stre archiviato.
«Anni fa siamo stati i primi a denun-
ciare un dossieraggio di Stato su
Renzi» punge Boschi. «Io sul dossie-
raggio sono meravigliato che in Pro-
cura non ci fossero filtri» sferza il
professor Sabino Cassese in collega-
mento. E Renzi rincara, molto ap-
plaudito: «Non è un caso che Canto-
ne e Melillo hanno chiesto un’audi-
zione alla commissione antimafia e
l’hanno avuta subito, mentre mi ri-
sulta che l’abbiano chiesta al Csm e
non l’hanno avuta. Ci sono pezzi di
Stato che vogliono insabbiare. E una
parte di Fratelli d’Italia questa com-
missione non la vuole. Se ci sono sta-
te decine di migliaia di accessi è evi-
dente che il motto “non disturbare il
manovratore” non riguarda solo le
classi dirigenti del passato ma quel-
le attuali» accusa Renzi. Persuaso
che «questo è stato il metodo con
cui ci hanno distrutto la reputazio-
ne e fatto passare dal 40 al 4%». Il
crollo in effetti un po’ si vede. Renzi
esagera, dice che è «la Leopolda più
partecipata di sempre» ma non sem-
bra proprio. Qualche migliaio di per-
sone si affaccia, ma l’antico pienone
è un ricordo, quello degli anni in cui
si sgomitava per entrare, un’ora di
coda per il buffet, la caccia al gadget
e poi quell’ebbrezza del potere in gi-
ta, ministri e capibastone, vip, atto-
ri, cantanti, maree di curiosi e fan.
«Ma guarda, quelle erano le Leopol-
de peggiori, dei tromboni che veni-
vano per farsi vedere. Le Leopolde
vere sono quelle di battaglia, come
nel 2010. E ora» si galvanizza nono-
stante tutto il deputato Iv Davide Fa-
raone, che da questa Leopolda-Leo-
poldina è quasi eccitato. Frasi di
Van Gogh e Dante sui muri, colonna
sonora gli Ac/Dc. All’ingresso un
banchetto per raccogliere fondi, l’e-
vento costa pur sempre intorno a
200mila euro: «State tranquilli la
Procura di Firenze non vi indaga se
date 10 euro» sferza Renzi evocando
il caso Open. A Firenze per le comu-
nali col suo ex Pd rottura quasi defi-
nitiva. Sul palco padre Benanti parla
di Ai, l’infettivologo star Matteo Bas-
setti, il prete influencer don Rava-
gnani, l’ex atleta Silvia Salis. Il lea-
der fissa al 5% l’obiettivo per giugno,
Calenda permettendo. Oggi parlerà
di Von Der Leyen attaccando Forza
Italia, poi una «bomba» sull’Europa,
Quella Nordio è già esplosa nel go-
verno. E lascerà strascichi.

L’iniziativa

Nasce il comitato pro Vannacci

parà e leghisti alla prima riunione
Pisa - «Il comitato culturale è un mi- no un caffè, fanno una foto, parla-
racolo avvenuto in maniera autoge- no «del più e del meno» dice lui.
stita. Serve per promuovere il libro Che resiste, giura di non aver anco-
e non ne faccio parte, sono solo l’o- ra deciso che farà perché «sono pa-
spite». Sulle Europee, il generale drone del mio destino. Innumerevo-
ora sospeso Roberto Vannacci, non li persone mi tirano per la giacchet-
si sbilancia. E all’hotel ta ma deciderò quando lo
Continental di Tirrenia riterrò opportuno». Ma,
(Pisa) dice di esserci solo se correrà, quanti voti po-
per «mostrare gratitudi- trà portare? «Parecchi»
ne» a delegati, iscritti e confidano i leghisti.
simpatizzanti che ieri si Il comitato ha 36 dele-
sono riuniti per la prima gati, 250 iscritti, «3mila
assemblea nazionale del persone iscritte al sito - di-
comitato “Il mondo al con- k Il generale ce l’ex incursore e presi-
trario”, liberamente ispi- Roberto dente de “Il mondo al con-
rato agli argomenti del Vannacci trario” Fabio Filomeni -
suo libro. Ma non è un partito politi-
Ci sono circa 80 persone. Tanti co e forse non lo sarà mai. Non lo
iz

uomini over 60, diversi parà, alcuni so». Vannacci lo ribadisce, dice che
.b

politici, soprattutto leghisti. All’ora Ceccardi non la conosceva e guar-

st

di pranzo arriva anche l’europarla- da al nuovo libro in uscita: «Spie-

po

mentare Susanna Ceccardi per gherò meglio i contenuti del primo

«portare la mia solidarietà per gli at- intrecciandoli con la mia vita».
https://overpost.org
er

tacchi degli ultimi mesi». Prendo- — Azzurra Giorgi

ov
.
Domenica, 10 marzo 2024
Dossier, destra divisa sulla commissione
sì della Lega, FdI e Forza Italia frenano
La proposta Nordio
di un’inchiesta ad hoc
piace a Crosetto
ma nel partito di Meloni
suscita timori. Gasparri:
“C’è già l’Antimafia”
di Matteo Pucciarelli
milano — La Lega dice sì, primo
partito del centrodestra a esporsi
senza mezzi termini: «Serve subi-
to una commissione d’inchiesta,
gli italiani meritano di sapere chi
spiava, chi pagava, chi ordinava. E
chi ci guadagnava». Sugli ingressi
informatici alle banche dati della
Procura nazionale antimafia e al
presunto lavoro di dossieraggio,
temi sui quali sta indagando la pro-
cura di Perugia e al contempo sta
facendo delle audizioni la commis-
sione Antimafia, un pezzo di mag-
gioranza vorrebbe investire politi-
roma — È il protagonista dell’ulti-
mo scandalo italiano, il principa-
le indagato dell’inchiesta perugi-
na su spioni e spiati, sui dossier
confezionati e sulle informazioni
riservate ottenute abusivamente
e finite chissà dove. Al momento
Pasquale Striano sembra essere al
centro di tutto. Una pedina mano-
vrata da qualcuno, secondo il vice-
premier Antonio Tajani. Oppure
il «coordinatore» di un pool, co-
me spiega il procuratore Raffaele
Cantone, che sta indagando sul
conto del finanziere. Sicuramen-
te è «uno che era curioso di vede-
re fatti altrui», dice il magistrato.
È difficile anche per gli investi-
gatori più navigati decifrare i com-
portamenti di un uomo che scari-
ca 33.528 file dagli archivi dell’An-
timafia e compulsa le banche dati
circa 10 mila volte in tre anni, an-
che per avere informazioni su sé
stesso e sulla moglie. Una quaran-
tina di operazioni al giorno. “Dos-
sier pre-investigativi”, li chiama
Striano coniando un’inusuale atti-
vità che, spesso, veniva annotata
in un diario, un registro elettroni-
co che lui stesso ha consegnato ai
magistrati difendendo il suo lavo-
ro. Una mossa anomala, per una
persona descritta come una sorta
di spione abusivo al servizio di
qualche potere. Ma Striano è così
sicuro della regolarità delle sue
operazioni che è stato lui stesso a
far capire quanto era profonda la
falla, raccontando nitidamente ai
pm romani ciò che faceva. L’in-
chiesta, almeno nei contorni più
rilevanti, è nata proprio così: dal-
le parole del finanziere, altro fat-
to singolare, un ulteriore enigma.
Striano, 59 anni appena com-
piuti, una ex moglie, tre figli e una
relazione più recente, negli archi-
vi notarili compare come «impie-
gato», «coniugato in regime di se-
parazione dei beni», ma per i colle-
ghi della finanza è il luogotenente
Striano, «uno che di mafia si occu-
Primo piano Politica e giustizia
camente con l’arma, per l’appun-
to, della commissione d’inchiesta.
Il ministro della Giustizia Carlo
Nordio l’aveva proposta per pri-
mo, il ministro della Difesa Guido
Crosetto concorda. E adesso, per
l’appunto, si aggrega il Carroccio.
In realtà però ci sono due spinte
contrapposte in questo senso. In-
tanto perché l’uscita iniziale di
Nordio non era stata concordata
con il resto del governo, mentre
Crosetto nella vicenda è diretta-
mente coinvolto nel ruolo di pre-
sunta vittima. La mediatizzazione
della questione, con magari le di-
rette streaming delle audizioni di
reali o presunti manovratori e ne-
mici politici, rischia di disturbare
e inquinare le indagini. Si raccon-
ta quindi dello sconcerto di Chia-
ra Colosimo, la presidente della
commissione Antimafia, una dei
maggiorenti di FdI, di fronte a una
proposta del genere. Tra i contrari
anche Maurizio Gasparri di Forza
Italia («l’Antimafia ha funzioni più
che adeguate»). Di sicuro comun-
que non manca l’intenzione, a pre-
I misteri dello “spione” Striano
luogotenente dell’Antimafia
dalle cui parole è nata l’inchiesta
pa da 25 anni». Tra i corridoi della
Direzione Nazionale Antimafia in-
vece è, o meglio era, il responsabi-
le del gruppo Sos, un luogotenen-
te che è arrivato al vertice di un
importante ufficio della procura
Antimafia dopo anni trascorsi la-
vorando sulle mafie, da Sud a
Nord.
È dagli anni ’90 che il finanziere
si occupa di criminalità organizza-
ta. Si era fatto notare lavorando
sulle storiche organizzazioni cri-
minali meridionali, poi sulle loro
ramificazioni in Emilia, dove la
‘Ndrangheta faceva affari. Per
questo una quindicina di anni fa
era entrato tra le fila della Dia.
Laurea in legge acquisita mentre
scalava i ranghi della Guardia di
Le tappe
1 3
La denuncia
Tutto parte da una
denuncia del ministro
della Difesa Guido
Crosetto in merito
all’acquisizione e alla
pubblicazione di dati riservati
sul suo conto
2 4
L’inchiesta
Le indagini portano
al finanziere della
Dna Pasquale
Striano. Si difende
dicendo di aver agito con
rigore e di aver annotato
tutto in un diario
il caso
k Il ministro della Giustizia
Carlo Nordio ha proposto
la commissione d’inchiesta
Il personaggio
Il finanziere custodiva
anche un diario che ha
consegnato ai pm. Le
indagini appurano oltre
40mila ricerche, anche
sul suo appartamento
di Andrea Ossino
k Il procuratore di Perugia
Raffaele Cantone
scindere, di cavalcare la vicenda:
«Di fronte a questa preoccupante
attività di spionaggio, che interes-
sa prevalentemente il periodo
compreso tra l’1 novembre 2019 e
il 24 novembre 2022, la posizione
defilata della sinistra, e in partico-
lare modo del Pd, lascia perples-
si», la butta lì il capogruppo alla
Camera di FdI Tommaso Foti.
I rumors di palazzo fanno nota-
re però che tra le posizioni poco
chiare alcune sono direttamente
riconducili a destra, come Clau-
dio Lotito, presidente della Lazio
e senatore forzista, che intanto ha
chiesto di poter essere ascoltato
dai pm; oppure il magistrato Gio-
vanni Russo, coordinatore della
struttura dove sarebbero avvenu-
ti gli accessi abusivi alle banche
dati segrete, promosso capo del Di-
partimento dell’amministrazione
penitenziaria dall’attuale gover-
no.
E se Italia viva prova a far leva
sulle diversità di vedute nella mag-
gioranza annunciandosi totalmen-
te favorevole a istituire una com-
Finanza, Striano di mafia ne capi-
va. Non per la tesi di laurea dedica-
ta all’argomento, ma per l’espe-
rienza ventennale. La stessa che
gli ha permesso di entrare alla
Dna, in quota Dia, dove nel 2016 è
arrivato a varcare la porta di uno
degli uffici più delicati, quello de-
dicato alle Sos, le segnalazioni di
operazioni sospette.
La sua carriera sembrava inarre-
stabile. Lavoro, studio, esami e
gradi. Così nel 2018 arriva al Nu-
cleo Speciale di Polizia Valutaria
e in questa veste continua a lavo-
rare per la Dna. La settimana la
trascorreva così: tre giorni in via
Giulia, nella sede dell’Antimafia,
e altri tre tra gli uffici del Valuta-
rio, dove di fatto lavorava sempre
Le indagini di Perugia
Dalle parole di Striano
emerge una realtà più
profonda. I pm
scoprono che in tre
anni avrebbe acquisito migliaia
di informazioni riservate senza
autorizzazioni
I pm al Copasir
Il procuratore di
Perugia Raffaele
Cantone e il collega
della Dna Giovanni
Melillo hanno riferito in settimana
al Copasir lanciando l’allarme per
la sicurezza nazionale
pagina 7
missione, da Alleanza Verdi Sini-
stra si mette in guardia: «Un altro
organismo parlamentare d’inchie-
sta sarebbe, con tutta evidenza,
inopportuno, se non dannoso. Bi-
sogna difendere la Direzione na-
zionale antimafia e antiterrori-
smo», spiega Angelo Bonelli. Men-
tre Walter Verini (Pd), intervistato
da Huffington Post, invita l’esecuti-
vo al senso delle istituzioni: «Qui
ne va della sicurezza del Paese,
dei cittadini italiani, della loro pri-
vacy. E chi ha senso dello Stato, da-
vanti a questa situazione non fa
propaganda elettorale di basso li-
vello. La presidente del Consiglio
non può dismettere i panni da pre-
mier. Siamo di fronte a 35 mila file
estratti e spariti. E non sappiamo
in che mani siano finiti. Io le fac-
cio notare che la delega ai Servizi
è in capo a lei, che l’ha delegata ad
un sottosegretario». Intanto Cro-
setto, dalla cui denuncia è partito
il procedimento penale, potrebbe
essere convocato in Antimafia e
Copasir dopo aver espresso la pro-
pria disponibilità. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
per la Dna.
Poi a casa. Striano ha sempre
scelto di vivere alle porte di Ro-
ma. Già negli anni ’90, dicono gli
archivi, aveva comprato un appar-
tamento a Ciampino con la prima
moglie. Entrambi, nei rogiti nota-
rili, risultano «impiegati», «coniu-
gati in regime di separazione dei
beni». Il prezzo di acquisto è di
100 milioni di lire, ha scoperto
Open rivelando che per ottenere
la somma, la coppia ha acceso un
mutuo, poi estinto nel 1999 ven-
dendo la stessa casa.
Striano scompare dai radar ca-
tastali per riapparire nel 2021,
quando l’inchiesta sulle informa-
zioni rivelate è alle porte. Ma lui
ancora non lo sa. E compra una se-
conda casa, all’asta, il 29 aprile,
sul lungomare di Anzio. La circo-
stanza non sarebbe rilevante se
non fosse che agli atti sono finite
anche ricerche, sempre compiute
da Striano, che sembrerebbero
collegate all’acquisto dell’immo-
bile. Nelle carte si parla di «infor-
mazioni fiscali concernenti la mo-
glie» e anche una persona con lo
stesso cognome della donna. So-
no registrati accessi abusivi an-
che per consultare informazioni
su Giulio Santarelli, l’ex proprieta-
rio dell’appartamento sul litorale
laziale. Santarelli non è un nome
come tanti. Nulla di sospetto ma
coincidenza vuole che in quei 5 va-
ni acquistati da Striano e compa-
gna, in passato ci avesse vissuto
anche Santarelli, socialista lazia-
le, ex sindaco di Marino, eletto an-
che come presidente della Regio-
ne Lazio e arrivato poi alla Came-
ra con incarichi da sottosegreta-
rio durante i governi di Bettino
Craxi, Giovanni Goria e Ciriaco
De Mita, prima di diventare un im-
prenditore e abbandonare l’ap-
partamento, lo stesso dove ades-
so Striano, fuori dalla Dna dal no-
vembre scorso e dalla finanza
qualche mese dopo, si è ritirato.
.
8
pagina https://overpost.biz
Il fisco contro gli influencer evasori
Anche Vacchi e Luis Sal sotto accusa
Tasse non pagate su undici milioni di redditi. Tra i content creator nel mirino anche sette sex worker sconosciuti all’erario
I finanzieri: “Mondo che si presta a questi reati”. I due imprenditori: “Tutto in regola”. Parte delle somme è stata già restituita
di Maria Elena Gottarelli
bologna — Torna a tremare il mon-
do degli influencer e questa volta
l’epicentro è Bologna. Da Luis Sal a
Gianluca Vacchi, passando per le
sex worker Giulia Ottorini ed Eleo-
nora Bertoli, sono in tutto nove gli
imprenditori digitali coinvolti in
una serie di accertamenti della
Guardia di finanza partiti nel 2022
che hanno rivelato un’evasione fi-
scale pari a 11 milioni, di cui 2,8 da
versare all’erario. Dopo il caso Fer-
ragni (e la firma di un disegno di leg-
ge che prevede norme più severe
per chi produce contenuti online),
arriva un’altra stangata al mondo
degli influencer. Finanza e Agenzia
delle entrate hanno appena firma-
to un memorandum che prevede di
incrociare i dati sui guadagni e sul
numero di follower.
A finire nel mirino nell’indagine
di Bologna sono noti influencer cui
vengono contestati redditi non di-
chiarati, derivanti sia dalle attività
online che dalla gestione, «poco tra-
Primo piano I social nel mirino
sparente» secondo i finanzieri, di
holding e aziende, appartenenti in
particolare a Vacchi e Sal. Ai quali
sono stati contestati rispettivamen-
te sette e due milioni.
Ieri, dopo che la notizia è diventa-
ta pubblica, Vacchi tramite il suo le-
gale ha negato con forza le cifre mi-
lionarie contestate e ha dato la sua
versione dei fatti: «La maggior im-
posta accertata ammonta a circa 6
mila euro e si riferisce non a proven-
ti occultati, ma a costi dei quali è
stata contestata la piena deducibili-
k La nuova foto profilo di Fedez
https://overday.info
Domenica, 10 marzo 2024
l’INDAGINE
tà». L’imprenditore si riferisce alla Ho sempre dichiarato tutto, ho sem- Tok. Poi c’è una lavoratrice sessua-
sua attività da influencer tra il 2017 pre pagato tutte le tasse, spesso in le con il nome d’arte di “Jessica”,
e il 2019, ma ciò che gli viene conte- anticipo, a credito». più volte apparsa sui media. Master
stato riguarda finanziamenti della Ma la lista dei “pizzicati” dai fi- Giacon, Maestro della pratica di Bd-
holding (poi ceduta). Luis Sal, inve- nanzieri è lunga e coinvolge pure il sm, ma anche Miss Lady Glamhell,
ce, avrebbe spostato i soldi guada- variegato mondo delle piattaforme dominatrice professionista, Livia,
gnati online in una società interpo- di sex work, con sette lavoratori e la- prima classificata a Bologna su
sta — di fatto inattiva e priva di di- voratrici sessuali «completamente Escort Advisor e Cristina Ambro-
pendenti — al fine di ottenere dei sconosciuti al fisco». Nessuna di- sio, miss Trans Italia nel 2017. La
vantaggi fiscali. Nel suo caso gli atti chiarazione dei redditi, con un’eva- quasi totalità delle cifre contestate
sono stati trasmessi alla procura, sione fiscale totale che supera il mi- è stata, comunque, versata all’era-
che ha aperto un fascicolo che ipo- lione. Si tratta delle bolognesi di 22 rio dopo l’arrivo delle notifiche e i fi-
tizza reati tributari. «Non sono un e 27 anni Giulia Ottorini ed Eleono- nanzieri hanno riscontrato “una
evasore — si è difeso Sal sui social — ra Bertoli, molto note anche su Tik- grande collaborazione” da parte di
quasi tutti i diretti interessati. Non
è tutto: nell’ultimo periodo l’Agen-
Chiara lo aveva già fatto zia delle Entrate ha avviato un con-
trollo anche nei confronti di due no-
Fedez toglie la foto di famiglia dal profilo ti gamer, ai quali sono stati conte-
stati 700 mila e 500 mila euro di ri-
Fedez ha tolto dal profilo Instagram la foto di famiglia in cui appariva con cavi non dichiarati. «Siamo partiti
moglie e figli. Chiara Ferragni lo aveva già fatto, poco prima che dal caso di un singolo per poi ren-
esplodesse la notizia che il rapper aveva lasciato la casa di famiglia. Lei derci conto che il mondo del “mar-
aveva optato per un’immagine che la ritrae con i piccoli Leone e Vittoria. keting influencer” si presta bene al-
Il rapper invece ha scelto una foto in cui è solo, microfono in mano e l’evasione fiscale», spiega il colon-
cappello con visiera. Altro indizio del perdurare della crisi tra i due che ieri nello Selvaggio Sarri dei finanzieri
non è sfuggito ai follower la canzone che Fedez ha postato nelle storie: di Bologna. E conclude: «Servono
“L’hai voluto tu”, con la scritta finale: “Essere è non essere compreso”. regole che tutelino tutti gli utenti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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https://overpost.org
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.
Domenica, 10 marzo 2024 Primo piano I social nel mirino pagina 9

k Master k Miss Lady

Giacon Glamhell

k La sex worker k Cristina

Jessica Ambrosio

j Manager i Youtuber
Gianluca Vacchi, Nato a Bologna
classe 1967, nel 1997, Luis Sal,
deejay ex socio di Fedez,
e imprenditore ha 2 milioni
da oltre 22 milioni di follower
di follower su Instagram
INSTAGRAM / GIANLUCA VACCHI/ANSA INSTAGRAM / LUIS SAL/ANSA

L’intesa tra Guardia di finanza e Agenzia delle entrate

di Aldo Fontanarosa Un patto per stanarli In questo scenario di maggiore

la stretta del governo

severità, il nostro Consiglio dei mi-
nistri del 25 gennaio 2024 vara — e
ROMA — Da anni, per individuare spedisce alle Camere, per il suo
un sospetto evasore, la Guardia di esame — il “disegno di legge Ferra-
Finanza e l’Agenzia delle Entrate gni”. Sono le norme che, una volta

dopo il caso Ferragni

fanno l’esame più banale del mon-
do. Misurano la differenza tra
quanti soldi la persona dichiara al
Fisco e il suo tenore di vita. Una
macchina importante, una vacan-
za a 5 stelle, l’acquisto improvviso
di una casa per un figlio: tutte que-
ste spese sono a volte la prova, la
pistola fumante di una robusta eva-
sione, a fronte di una Dichiarazio-
ne dei redditi da impiegato.
Adesso i finanzieri e gli ispettori
del Fisco — che hanno appena fir-
mato un Memorandum per fare
gioco di squadra — cercano un al-
tro indizio rilevante: il numero di
seguaci, di follower sulle piattafor-
me digitali. Il ragionamento anche
qui è intuitivo: una persona forte
di decine di migliaia, a volte di mi-
lioni di seguaci genera necessaria-
mente delle entrate dalla sua attivi-
tà in Rete.
OnlyFans permette di creare un
account gratuito perché l’influen-
cer faccia ben capire intanto le sue
etica” che può maggiorare del 25%
sia la dichiarazione Irpef (delle per-
sone) e sia la dichiarazione Ires
(delle società).
Una stretta, dunque, prende for-
ma in Italia ed anche in Europa.
Una direttiva Ue del 2021 (la 504),
un nostro decreto legislativo del
2023 che la applica qui da noi (il
32), una circolare dell’Agenzia del-
le Entrate del 2024 (la 22931): que-
sto insieme di norme stabilisce un
principio importante. Una piatta-
I punti
Incrociare i guadagni
e il numero di follower:
è l’ultimo tassello della
strategia per monitorare
gli incassi da capogiro
di un mondo in crescita
Le due sex worker
Il video di Giulia, star di TikTok e Onlyfans
forma digitale (anche extracomu-
nitaria, ma attiva e visibile in terri-
torio comunitario) è obbligata a di-
chiarare quanto versa agli influen-
cer. Per evitare dimenticanze o di-
spersioni, la comunicazione viene
fatta a un solo Stato, che poi la con-
divide con tutti quelli dell’Ue. È il
meccanismo che l’Europa ha mes-
so in piedi, e che anche l’Italia pro-
va ad attuare, per scovare i guada-
gni nel labirinto dell’economia di-
gitale.
approvate in Parlamento, regole-
ranno le iniziative commerciali
con una ricaduta benefica (come
per il pandoro griffato della in-
fluencer cremonese).
Nella formulazione del governo,
il disegno di legge impone di di-
chiarare sempre chi sia il beneficia-
rio della donazione, se riceverà
una somma predeterminata, se in-
vece una percentuale sul prezzo di
vendita di un prodotto, infine qua-
li sono le esatte finalità dell’opera-
zione (ad esempio: l’acquisto di un
macchinario per un ospedale). I
promotori dell’iniziativa di benefi-
cenza condividono queste infor-
mazioni con l’Autorità Antitrust,
che conoscerà anche il termine en-
tro cui gli organizzatori faranno il
versamento e a quanto ammonti,
una volta fatto per davvero. La stes-
sa Autorità Antitrust deciderà mul-
te da un minimo di 5.000 a un mas-
simo di 50 mila euro, in caso di vio-
lazioni. E se l’irregolarità sarà ripe-

abilità, soprattutto nel campo del-
l’erotismo (la piattaforma ospita
anche artisti e opinionisti, dal se-
guito però più basso). Quindi, se
percepisce che il mercato dei guar-
doni digitali risponde, il sexy in-
fluencer è libero di aprire un cana-
le a pagamento, con tariffe mensili
che arrivano come niente a 50 dol-
lari (più di Dazn).
1
tuta più volte, i responsabili an-
Il memorandum
Guardia di Finanza e
“Ho speso 30mila euro in quattro giorni” dranno incontro a una sospensio-
ne dell’attività commerciale da 30
Agenzia delle Entrate giorni e fino a un anno. Il disegno
firmano un accordo Per i giovanissimi sono assolute celebrità, anche se di legge del governo viene presen-
per individuare i redditi che prima di ieri a Bologna le conoscevano in pochi. tato il 25 gennaio 2024, a meno di
alcuni influencer nascondono. Giulia Ottorini ha 21 anni e 2,2 milioni di follower su un mese dalla sanzione che sem-
Caccia aperta a chi ha decine TikTok. È diventata famosa per aver vinto una sfida pre l’Antitrust infligge a due socie-
di migliaia di follower e oltre online di ballo twerk e per essere stata la fidanzata tà riconducibili a Chiara Ferragni
del rapper Mambolosco, fino allo scorso novembre. (per 400 mila e 675 mila euro) e al-

Il sexy o la sexy influencer incas-
sa a volte degli extra dai suoi ammi-
ratori, sotto forma di mance una
tantum. E in alcuni casi organizza
perfino delle “feste private” con
esibizioni riservate a gruppi ristret-
ti di persone. Soldi arrivano, sia pu-
re meno copiosi, anche dai social
tradizionali (Facebook, Instagram,
TikTok, YouTube) in base alle vi-
2
Cinque giorni prima che la Finanza rendesse noto
La legge Ferragni
l’accertamento nei suoi confronti, lei su TikTok
Il Consiglio dei spiegava di aver speso quasi 30mila euro (dei quali
ministri, il 25 gennaio, 9.800 in contanti) in soli quattro giorni, dal primo al
regola le iniziative 4 marzo. Ha un canale Telegram ed è molto attiva su
commerciali con finalità anche Onlyfans, come l’altra influencer bolognese finita
benefica. Tutte le informazioni nel mirino delle Fiamme gialle, Eleonora Bertoli.
su doni anche degli influencer Classe 1996, lei invece regna su Instagram, dove ha
andranno all’Antitrust 1,7 milioni di follower. Vive a Roma, lavora come
modella, ma in passato ha svolto anche qualche
la Balocco, da 420 mila euro, per lo
scandalo del pandoro (oggetto ora
di ricorso al Tar).
Invece il 10 gennaio 2024 un’al-
tra autorità di garanzia (l’AgCom,
quelle per le comunicazioni) vara
le sue linee guide sul tema. Stella
popolare del provvedimento, in
questo caso, è la piena riconoscibi-
lità delle pubblicità, protagonisti

sualizzazioni dei contenuti degli
influencer e delle pubblicità che li
accompagnano.
Tutti questi redditi andrebbero
dichiarati, dopo aver aperto una
partita Iva. Sono sempre entrate fi-
scalmente rilevanti. Anzi. In Italia,
fin dal 2009, chi diffonde contenu-
ti per adulti (in stile OnlyFans) è ob-
bligato a versare anche una “tassa
3
ruolo come attrice. Su Linkedin si definisce gli influencer sui social. Queste do-
La direttiva Ue
lavoratrice autonoma e influencer dal 2019. Posta vranno sempre mostrare la scritta
Le norme europee e le foto in bikini minimali, spesso in mezzo agli animali o “Pubblicità” in sovraimpressione
italiane di attuazione alla natura. In un’intervista al Giornale di Puglia nel al video e in maiuscolo, a beneficio
impongono a tutte 2018 raccontava di avere iniziato la carriera sui social dei navigatori dei social. Nel caso
le piattaforme web di indicare Nelle foto sopra, per reazione, dopo un episodio di cyberbullismo. di promozioni occulte e non di-
i guadagni degli influencer dall’alto, «Sentir parlare di regina di Instagram mi lusinga — chiarate, l’AgCom può decidere
ad almeno uno Stato, che poi Eleonora Bertoli diceva — Ma siamo ancora al 40% rispetto agli sanzioni fino a 258.228 mila euro; e
condivide i dati con gli altri Ue e Giulia Ottorini obiettivi». - c.gius. fino a 600 mila se il danno ricades-
se su un minore. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
pagina
.
10
I palestinesi delusi
“Navi e porti inutili”
Timori per Ramadan
RAMALLAH — Non basta la nave or-
ganizzata dall’Unione europea,
non basta il porto provvisorio pro-
messo dagli Stati Uniti. Non basta
Joe Biden che parla della necessi-
tà di un chiarimento definitivo
con Benjamin Netanyahu. E nean-
che le condanne per la mancanza
di aiuti su Gaza che da giorni rim-
balzano da una all’altra delle capi-
tali europee. I palestinesi sono
stanchi: «Sono solo mosse dell’Oc-
cidente per salvarsi la faccia. Non
servono a nulla: serve invece fer-
mare Israele». A pronunciare paro-
le così dure è Fares Ghaddoura, uo-
mo solitamente moderato, messo
dal presidente Mahmud Abbas
(alias Abu Mazen) in una posizio-
ne tanto delicata come quella di
ministro per i Prigionieri dell’Anp
proprio per la sua capacità di me-
diare. Eppure in queste ore, dal
suo ufficio di Ramallah adornato
di ritratti di Arafat, Abbas e di Mar-
wan Barghouti, (il leader della Se-
conda intifada da 23 anni in un car-
cere israeliano), Ghaddoura non
lascia spazio al compromesso:
«Quello che gli americani e gli eu-
ropei stanno facendo è pari a zero.
Non c’è una pressione reale su Ne-
tanyahu, solo parole: mandate
una nave, costruite nuovi porti,
lanciate aiuti dal cielo quando ba-
sterebbe usare i valichi esistenti,
in Egitto e Israele, costringendo
Israele ad aprirli tutti e a far passa-
re molti più aiuti».
La nave a cui fa riferimento è
quella voluta alla Ue e gestita dal-
l’ong spagnola Open arms, specia-
lizzata nel soccorso nel Mediterra-
neo e da World Kitchen, fondata
dallo chef superstar spagnolo Jo-
sè Andrès, che da settimane lavo-
ra insieme agli Emirati arabi uniti
per portare aiuti a Gaza. Dovrebbe
salpare stamane da Cipro, dove ie-
ri sera attendeva le ultime autoriz-
zazioni, e arriverà fra tre giorni di-
rettamente nella Striscia, con le
200 tonnellate di aiuti ispeziona-
te già a Cipro e dunque pronte per
essere distribuite immediatamen-
te a una popolazione che ormai è
allo stremo.
Che gli animi siano accesi più
che mai in questa parte di mondo,
come evidenziano le parole di
Ghaddoura, non può stupire nes-
suno: fra poche ore inizia il Rama-
dan, il mese sacro dell’Islam che
coincide con la scadenza che si
erano date le parti per raggiunge-
re un accordo per la tregua a Ga-
za, e per uno scambio ostaggi
israeliani/prigionieri palestinesi.
La trattativa è ufficialmente fer-
ma, ma sottobanco – ci conferma
chi la segue – sta andando avanti a
colpi di minacce e pressioni: il
Wall Street Journal scrive che il Qa-
tar sarebbe pronto a cacciare i diri-
genti di Hamas in esilio se non ci
sarà un accordo. Il più importante
di loro, Ismail Haniyeh, lancia un
appello perché si interrompa la
guerra (leggi: chi può spinga Israe-
le ad accettare i punti messi sul ta-
volo dal gruppo). Il Mossad accusa
Hamas di non volere l’accordo e di
puntare a «infiammare la regione
Medio Oriente
A Ramallah le voci
contrarie agli aiuti:
“Non bastano, dovete
stoppare Netanyahu”
Negoziato agli sgoccioli
poi rischio escalation
nel mese sacro
dalla nostra inviata
Francesca Caferri
Nella Striscia
Paracadute difettosi
5 morti schiacciati
dai pacchi di aiuti
Almeno cinque persone sono
morte schiacciate dopo
essere state colpite dai pacchi
lanciati via aerea alla
popolazione. Lo ha riferito Al
Jazeera, spiegando che un
paracadute non si è aperto,
facendo cadere gli scatoloni
sulle persone che si stavano
radunando in gran numero
per prendere i pacchi. Il
Comando centrale degli Stati
Uniti afferma in un
comunicato che
“contrariamente a quanto
riportato” l’incidente “non è il
risultato di lanci aerei da parte
degli Stati Uniti”.
Mondo
per Ramadan», Hamas accusa Ne-
tanyahu, la Cia è sul campo con il
suo numero uno William Burns. Il
tempo – ufficialmente – scade a
mezzanotte: e poi, chissà. Una Ge-
rusalemme Est triste e silenziosa,
senza luci né addobbi aspetta
quello che è di solito la festa più
importante con il fiato sospeso: e
con lei tutto Israele.
Chi non ha più tempo, voglia,
né pazienza di aspettare sono le fa-
miglie degli ostaggi che ieri sono
tornate in piazza in massa in tutto
il Paese dopo aver concesso al go-
verno tregua nel periodo in cui i
negoziati ufficialmente andavano
avanti. Alcune di loro avrebbero ri-
cevuto nei giorni scorsi, secondo
Canale 12, la prova in vita dei loro
In meno di due ore hanno scagliato
un’ondata di attacchi contro sette
navi militari e civili: un’operazione
che annuncia la volontà degli Houti
di trasformare il Ramadan in una
sorta di offensiva finale contro il traf-
fico mercantile nel Mar Rosso. Pri-
ma dell’alba, i miliziani yemeniti
hanno fatto partire più sciami di dro-
ni e missili, con oltre trenta ordigni
diretti verso i bersagli in zone diver-
se, a Nord e a Sud dello stretto di
Bab el-Mandeb, le forche caudine
del traffico mercantile. Tutti gli in-
cursori sono stati abbattutti dalle
unità statunitensi, da quelle della
missione europea Aspides e da quel-
li dell’operazione internazionale
“Prosperity Guardian”. Il cacciator-
pediniere “Caio Duilio” si trovava a
circa ottanta chilometri ma non ha
fatto fuoco, coordinando sotto la
guida del contrammiraglio Federi-
co Costantino le attività delle altre
tre fregate che hanno issato la ban-
diera della Ue.
La sfida più impegnativa è ricadu-
ta sui francesi. La loro Fremm “Alsa-
ce” stava proteggendo i soccorsi al
cargo “True Confidence”, colpito
mercoledì scorso da due missili che
hanno ucciso due marinai e feriti
quattro: l’equipaggio l’ha abbando-
Domenica, 10 marzo 2024
cari. Molto, se fosse confermato:
ma non abbastanza. Decine di mi-
gliaia di persone si sono strette in-
torno a loro gridando “Adesso” e
“Tutti”, nel cuore di Tel Aviv, ma
anche qui a Gerusalemme, ad Hai-
fa e sotto casa di Netanyahu in Ce-
sarea. A queste manifestazioni si
sono affiancate quelle (anche in
questo caso sparse in diversi luo-
ghi del Paese) per chiedere le di-
missioni di Netanayhu: le immagi-
ni di Tel Aviv sembravano quelle
dei giorni più caldi delle proteste
contro la riforma giudiziaria volu-
ta dal premier dell’anno scorso.
Un’era geologica fa in un Paese
che da cinque mesi non è più lo
stesso: e non sa ancora cosa diven-
terà. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
j Fra proteste
e aiuti
La nave Open
Arms nel porto
cipriota
di Larnaca
si appresta
a salpare per
portare i primi
aiuti nella
missione
umanitaria
a Gaza. A destra,
la protesta
in Israele
per ottenere
la liberazione
degli ostaggi
-/AFP
Mar Rosso
Maxi attacco houti
contro i mercantili
Usa e missione Ue
intercettano i droni
di Gianluca Di Feo
nato e ora viene rimorchiato per cer- ro armi, che hanno una carica esplo-
care di impedire l’affondamento. siva modesta e per questo spesso
Gli Houti sono però tornati a pren- vengono scagliate insieme con i po-
derlo di mira, indirizzando quattro tenti missili balistici, i cui propulso-
droni-killer contro la nave danneg- ri a razzo sono però immediatamen-
giata e contro quella di scorta. Ma la te scoperti dai sensori all’infrarosso
Fremm li ha distrutti tutti: almeno degli aerei spia statunitensi. Dal 19
uno sarebbe stato bloccato a distan- ottobre il movimento yemenita ha
za molto ravvicinata. lanciato 403 ordigni contro sessan-
iz
I droni infatti sono di dimensioni tuno navi: 15, tra cui quattro di pro-
limitate, con piccoli motori a scop- prietà statunitense, hanno subìto
.b
pio che emettono poco calore e co- “impatti” ma i colpi più seri sono sta-
st
struzione in vetroresina: caratteristi- ti realizzati dai velocissimi missili
po
che che rendono difficile l’avvista- balistici che hanno affondato la por-
mento radar. Gli Houti contano pro- tacontainer “Rubymar” e incendia-
er
prio su questa “invisibilità” delle lo- to la “True Confidence”. Questi due
ov
.
Domenica, 10 marzo 2024
risultati sono stati raggiunti nell’ulti-
ma settimana, dimostrando l’au-
mento della pericolosità e precisio-
ne delle incursioni. La scorsa notte
però la rete di difesa internazionale
sembra avere funzionato, spazzan-
do via dal cielo ogni aggressore. Ol-
tre all’Us Navy e alle unità europee
di Aspides hanno partecipato alla
battaglia una fregata danese e una
inglese dell’operazione “Prosperity
Guardian”, una squadra di più Paesi
attualmente guidato dagli Usa.
Gli Houti però uniscono le capaci-
tà nel gestire i raid a una rete di pro-
paganda molto dinamica. Ieri uno
CARLOS GARCIA RAWLINS/REUTERS
UK MINISTRY OF DEFENCE/VIA REUTERS
dei leader del movimento sciita filoi-
raniano ha ribadito che le navi com-
merciali devono comunicare la loro
posizione e obbedire agli ordini tra-
smessi via radio, altrimenti divente-
ranno bersagli legittimi. I miliziani
inondano i social di messaggi che
chiamano alla lotta contro Israele in
solidarietà con Gaza e lodano la cam-
pagna missilistica che ha dimezzato
il traffico nel canale di Suez. Uno dei
dignitari, Nasr al-Din Amer, ha con-
testato l’azione del “Caio Duilio” di
una settimana fa: «Non abbiamo de-
ciso di prendere di mira le navi italia-
ne, ma il fatto che abbia fermato la
Mondo
La nostra nuova vita
in tenda sulla spiaggia
stretti tra gelo e paura
Khan Yunis – La vita a Rafah si è fat-
ta troppo pericolosa e nonostante le
mie figlie abbiano ottenuto il visto
per rifugiarsi in Olanda non sono an-
cora riuscite a lasciare Gaza. Così ci
siamo infine trasferiti nella tendopo-
li che abbiamo costruito con altri
amici nelle scorse settimane nell’a-
rea occidentale di Khan Yunis, a po-
chi passi dalla spiaggia, da tempo da
noi individuato come luogo più sicu-
ro dove rifugiarci. Un piccolo villag-
gio di tende in un pezzo di terra che
appartiene a uno di noi. Ci abbiamo
lavorato a lungo, abbiamo dovuto
studiare tutto perché qui siamo lon-
tani da tutto. Ogni famiglia ha la sua
tenda. E poi ce n’è una più ampia,
centrale, che utilizziamo come cuci-
na. Abbiamo le scorte, l’acqua mine-
rale, le bombole del gas. Ci ritrovia-
mo spesso qui a bere del thè. Senza
zucchero, perché ogni cosa dolce è
finita da tempo. La cucina è per tutti
e i beni di prima necessità sono con-
divisi. Ma ogni famiglia ha la sua pic-
cola scorta. Poi però mangiamo tutti
insieme e dividiamo quel che abbia-
mo. Stiamo ora alle prese con la co-
struzione di un forno d’argilla per il
pane. E abbiamo dovuto tagliare
molta legna che ci serve per accen-
dere il fuoco necessario a cucinare
ma anche a scaldarci.
C’era già un piccolo bagno in que-
sto luogo ed è stato necessario am-
pliarlo. Ne abbiamo fatto un secon-
do in una tenda vicino che si aggan-
cia alla medesima fognatura. Solo
quello originale – che comunque è
un gabinetto per le impellenze di
chi un tempo lì lavorava la terra – ha
una doccia. Fredda naturalmente:
se vuoi fare una doccia calda devi
bollire l’acqua. Già dalla prima not-
j Contro i droni
La nave “Richmond” esplode
i suoi missili per abbattere
i droni inviati dagli Houthi
nostra operazione è inaccettabile».
E ha minacciato il nostro Paese:
«Mettersi a protezione delle navi
israeliane e americane espone l’Ita-
lia a dei rischi e mette in pericolo la
sicurezza dei suoi cargo in futuro».
In realtà, il “Duilio” in quel momen-
to stava scortando una portacontai-
ner nazionale dell’armatore Grimal-
di.
Il prolungamento delle attività
nel Mar Rosso e nell’Oceano Indiano
comincia a creare alcune difficoltà
tecniche alle marine occidentali. Il
problema principale riguarda i mis-
sili contraerei, usati in gran numero
per fare muro contro le aggressioni
degli Houti. Ci sono aspetti economi-
ci: vengono impiegati missili che co-
stano due milioni di euro per abbat-
tere droni con un prezzo inferiore a
50 mila: solo i cacciatorpediniere
Usa attivi nella zona ne hanno già
sparati cento. I tempi per ripianare
le riserve sono lunghi, perché le in-
dustrie non riescono a soddisfare le
richieste, e le navi devono andare a
ricaricare le batterie di lancio molto
lontano: la britannica “Diamond”
dallo Yemen ha dovuto raggiungere
la base di Gibilterra, rifornire l’arse-
nale e ripartire per la zona dei com-
battimenti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
La testimonianza
te ci siamo resi conto che due bagni
non bastano per 50 persone. Tirere-
mo su un’altra tenda-gabinetto. Non
è difficile, ma procurarsi il materia-
le è incredibilmente costoso, servo-
no circa 5mila dollari. Tutto costa al-
meno dieci volte più di prima. È un
problema serio, uno dei tanti che ha
la nostra piccola comunità: siamo or-
mai 50 fra adulti e bambini, ciascu-
no coi propri bisogni. Abbiamo due
anziani non autosufficienti, che in
bagno restano a lungo e vanno ac-
compagnati e ripresi. Solo i più pic-
coli sembrano essere allegri: dopo
aver passato mesi rinchiusi in spazi
angusti, hanno la possibilità di gio-
care all’aria aperta e sono scatenati.
La nostra prima notte in tenda dal-
l’inizio della guerra è stata lunghissi-
Ci siamo trasferiti
in cinquanta da Rafah
al mare di Khan Yunis:
in balia delle intemperie
temiamo di finire
i viveri ma almeno
ora i bimbi possono
giocare all’aria aperta
Diario da Gaza
di Sami al-Ajrami
k Nella Striscia
Il bombardamento
israeliano su Khan Yunis,
visto da Rafah; in alto,
palestinesi in fuga dalle
case trasportano alcuni
dei loro averi su un carro
trainato da un asino
pagina 11
ma: abbiamo dormito vestiti, strati
su strati di abiti. Nonostante le co-
perte, abbiamo patito un freddo ter-
ribile che ci ha svegliato continua-
mente. Sono tende fatte di legno e
nylon: di giorno sono calde come
l’inferno, ma di notte si gela. Invivibi-
li: ma più sicuro star qui che in una
zona abitata. Oltre al gelo, a tenerci
svegli ha contribuito il frastuono di
bombe e spari nell’area conosciuta
come Hamad, quella costruita dal
Qatar anni fa dove le case furono da-
te ai più disperati della Striscia. La
guerra da qui è terribilmente vicina:
ma siamo in un’area agricola senza
fabbricati, la stessa dove più volte
l’esercito ha detto agli abitanti di
Khan Yunis di evacuare. Questo luo-
go è il più sicuro. Ma con Sami e Ru-
ba, le mie ragazze, per ora faremo
avanti e indietro da Rafah. Per sape-
re se il loro nome è sulla lista che vie-
ne pubblicata tutte le sere alle 22 ho
bisogno di internet: nella tendopoli
non c’è segnale e dunque devo spo-
starmi spesso per controllare. Abbia-
mo provato a piazzare un router con
un’antenna agganciata a un pannel-
lo solare. Ma non ha funzionato.
Se non ci uccide la guerra, può
sempre ucciderci il freddo o la fa-
me. Noi qui abbiamo scorte per alcu-
ne settimane. Ma le abbiamo fatte
con l’ottimismo di pensare che alla
tregua si sarebbe arrivati prima del-
l’inizio del mese sacro. Invece c’è il
concreto rischio che il conflitto sia
ancora lungo. Anche l’idea di Joe Bi-
den di costruire un molo per porta-
re aiuti, da una parte ci consola: dal-
l’altra ci fa temere che la soluzione
sia ancora lontana. E ci chiediamo
anche perché Israele abbia accolto
l’offerta. Non sono certo preoccupa-
ti che a noi arrivino
aiuti, visto che al
valico di Rafah so-
no fermi decine di
camion pieni che i
loro militari non
fanno passare. E al-
lora pensiamo che
per loro la via ma-
rittima sia un mo-
do per far uscire i
palestinesi che via
Egitto non possono
evacuare. Lo scopo
è sempre lo stesso,
insomma: spinger-
AFP
ci il più possibile
ad abbandonare le
nostre case, la no-
stra terra natia.
D’altronde a que-
ste condizioni po-
chi sono ormai di-
sposti a restare. A
Nord ormai la gen-
te muore di fame.
Ho parlato con un
mio cugino, uno sti-
mato dentista che
non è evacuato per-
ché sua moglie è
gravemente mala-
SAID KHATIB/AFP
ta. Mi ha detto che
da 5 giorni si nutrono di erba che a
volte li fa star male. Certo, coi para-
cadute lanciano aiuti: ma intorno a
ogni cassa si crea il caos. Mio cugino
mi ha detto: «Morirò di fame perché
non sono abbastanza barbaro da
prendere a pugni gli altri che hanno
fame come me». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
pagina
.
12
“Bandiera bianca”
Un caso le parole
del Papa su Kiev
In un’intervista Bergoglio sembra suggerire all’Ucraina di arrendersi
poi arriva la precisazione del Vaticano: non parlava di resa a Mosca
di Iacopo Scaramuzzi
Città del Vaticano - Papa France-
sco suggerisce all’Ucraina «il corag-
gio della bandiera bianca», ossia il
negoziato come via d’uscita alla
guerra della Russia nel paese. Quan-
to a Hamas e Israele, «gli irresponsa-
bili sono questi due che fanno la
guerra».
Jorge Mario Bergoglio è tornato a
parlare di guerra e pace in un’inter-
vista pubblicata ieri ma rilasciata a
inizio febbraio alla Radio Televisio-
ne Svizzera (Rsi). Il contesto è un
magazine culturale che dedica
ogni puntata ad un colore: il Ponte-
fice viene intervistato sul bianco, il
colore della sua veste ma anche del-
la pace. In Ucraina, gli dice l’intervi-
statore, Lorenzo Buccella, c’è chi
chiede il coraggio della resa, della
bandiera bianca, per altri questo le-
gittimerebbe il più forte: cosa pen-
sa? «È un’interpretazione», rispon-
de il Papa, «ma credo che è più forte
dal nostro corrispondente
Antonello Guerrera
LONDRA — Si era simbolicamente vo-
tato l’8 marzo, eppure è fallito in Ir-
landa il referendum per modificare
la Costituzione e rimuovere passag-
gi e riferimenti sessisti verso le don-
ne. Incluso quello per cui farebbero
bene a “rimanere in casa” a prender-
si cura della famiglia e dei compo-
nenti più bisognosi. «Sono due sber-
le per il governo», ammette il Taoi-
seach (primo ministro) Leo Varad-
kar. E per la politica tutta.
Il conteggio ieri sera era ancora in
corso, ma lo spoglio ha dato una
chiara indicazione: per entrambi i
quesiti ha vinto il “no”, con preferen-
ze pari al 60-70% dei votanti e punte
fino all’80% nelle campagne, nono-
stante tutti i principali partiti si fos-
sero spesi per il “Sì”, da quelli di go-
verno fino a Sinn Féin, ex braccio po-
litico dei terroristi dell’Ira. Alla vigi-
lia del voto, Varadkar aveva esorta-
to gli irlandesi a bollinare “un cam-
biamento necessario”: «Se non votia-
mo sì, sarà un brutto passo indietro
per il nostro Paese, in termini di di-
ritti e uguaglianza per le donne».
Invece, il popolo irlandese non li
ha ascoltati, cassando le modifiche
proposte. Eppure, la maggioranza
dei sondaggi alla vigilia dava il sì net-
tamente in vantaggio, per entrambe
le modifiche alla Carta. Hanno top-
pato clamorosamente. L’allerta era
salita nei giorni scorsi, quando nelle
rilevazioni il numero di indecisi era
cresciuto fino al 35%.
L’affluenza è stata molto bassa:
circa il 43%. Nei referendum in Irlan-
da non è necessario un quorum, ma
ciò dimostra come molti cittadini
non fossero interessati a votare su
un tale argomento, dopo una campa-
k Presidente Volodymyr Zelensky
chi vede la situazione, chi pensa al
popolo, chi ha il coraggio della ban-
diera bianca, di negoziare».
«E oggi si può negoziare con l’aiu-
to delle potenze internazionali. La
parola negoziare è una parola co-
raggiosa. Quando vedi che sei scon-
fitto, che le cose non vanno, occor-
re avere il coraggio di negoziare.
Hai vergogna, ma con quante morti
finirà? Negoziare in tempo, cercare
qualche Paese che faccia da media-
tore. Oggi, per esempio nella guerra
in Ucraina, ci sono tanti che voglio-
Irlanda, no al referendum
Le “donne casalinghe”
restano in Costituzione
Smentiti i sondaggi
e le indicazioni
di tutti i partiti
Nella Carta rimangono
i riferimenti sessisti
sul ruolo delle madri
I due quesiti
h La famiglia
La Costituzione recita che “lo
Stato irlandese promette di
difendere particolarmente
l’istituzione del matrimonio,
sul quale si fonda la famiglia, e
proteggerla da ogni attacco
esterno”. La nuova proposta
parlava di “famiglia sia
fondata sul matrimonio che su
altre unioni di lunga durata”.
h La donna
Nella Carta si legge che “lo
Stato farà sì che le madri, in
caso di necessità
economiche, non debbano
essere obbligate a lavorare,
per occuparsi invece dei loro
impegni casalinghi”
Mondo
no fare da mediatore. La Turchia, si
è offerta per questo. E altri. Non ab-
biate vergogna di negoziare prima
che la cosa sia peggiore». Il concet-
to non è nuovo nei ragionamenti
del Papa, che ha sempre caldeggia-
to – suscitando il malumore di Kiev
– la via diplomatica quale unica al-
ternativa percorribile alla continua-
zione della guerra. Ma menzionare
la “bandiera bianca” fa balenare l’i-
dea di una resa, smentita a stretto gi-
ro di posta dallo stesso Vaticano.
Il Papa, puntualizza il portavoce
della Santa Sede, Matteo Bruni,
«usa il termine bandiera bianca, e ri-
sponde riprendendo l’immagine
proposta dall’intervistatore, per in-
dicare con essa la cessazione delle
ostilità, la tregua raggiunta con il co-
raggio del negoziato. Altrove nell’in-
tervista, parlando di un’altra situa-
zione di conflitto, ma riferendosi a
ogni situazione di guerra, il Papa ha
affermato chiaramente: “il negozia-
to non è mai una resa”. L’auspicio
del Papa – continua il portavoce vati-
Il VOTO
k Alta astensione, avrebbe votato circa il 43% degli elettori
gna stanca e confusa. In più, stando
alle prime analisi del voto, buona
parte degli irlandesi non ha capito a
pieno la questione, visto che i due
quesiti riguardavano modifiche les-
sicali alla Costituzione, sottili ma so-
stanziali, dalle conseguenze oscure
ai più. Così, in molti hanno preferito
non esprimersi.
Nel Paese di storie drammatiche e
misogine come nel film “Madgale-
ne”, ieri c’era l’opportunità di emen-
dare la Costituzione irlandese: del
1937, è la più longeva d’Europa e
scritta dall’allora presidente del con-
siglio esecutivo Éamon de Valera e
alleati, con la consulenza della Chie-
Domenica, 10 marzo 2024
k Papa Francesco parla ancora di pace e del coraggio di negoziare
cano – resta quello sempre ripetuto
in questi anni», ossia «una soluzio-
ne diplomatica alla ricerca di una
pace giusta e duratura».
Nell’intervista il Papa critica an-
che Hamas e Israele: «Tutti i giorni
alle sette del pomeriggio chiamo la
parrocchia di Gaza. Seicento perso-
ne vivono lì e raccontano cosa vedo-
no: è una guerra», afferma. «E la
guerra – precisa – la fanno due, non
uno. Gli irresponsabili sono questi
due che fanno la guerra. Poi non c’è
solo la guerra militare, c’è la “guer-
sa Cattolica.
I quesiti erano due. La prima mo-
difica riguardava l’articolo 41.1.1, sul
matrimonio. Se oggi si legge che “lo
Stato irlandese promette di difende-
re particolarmente l’istituzione del
matrimonio, sul quale si fonda la fa-
miglia, e proteggerla da ogni attac-
co esterno”, la nuova proposta reci-
tava: “Lo Stato riconosce la famiglia,
che sia fondata sul matrimonio o al-
tre unioni di lunga durata, come il
nucleo primario, naturale e fonda-
mentale della società”. Proprio l’al-
ternativa “unione di lunga durata” è
stata attaccata dei sostenitori del
“No”, perché “troppo vaga” e dun-
ra-guerrigliera”, diciamo così, di Ha-
mas per esempio, un movimento
che non è un esercito. È una brutta
cosa». Francesco stesso si è propo-
sto di negoziare: «Io sono qui, pun-
to», dice Bergoglio. «Ho inviato una
lettera agli ebrei di Israele, per riflet-
tere su questa situazione. Il negozia-
to non è mai una resa. È il coraggio
per non portare il Paese al suicidio.
Gli ucraini, con la storia che hanno,
poveretti, gli ucraini al tempo di Sta-
lin quanto hanno sofferto…».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
que potenziale «pretesto per far ri-
conoscere persino la poligamia o i ri-
congiungimenti familiari di migran-
ti e richiedenti asilo», tema bollente
in Irlanda di recente, alle prese con
una grave crisi abitativa.
Il secondo ritocco alla Costituzio-
ne riguardava invece il ruolo della
donna. Nell’attuale articolo 41.2 si
legge: “Lo Stato riconosce che, pas-
sando la sua vita in casa, la donna dà
alla comunità un sostegno senza il
quale il bene comune non potrebbe
mai essere raggiunto”. E inoltre: “Lo
Stato farà sì che le madri, in caso di
necessità economiche, non debba-
no essere obbligate a lavorare, per
occuparsi invece dei loro impegni
casalinghi”. Il nuovo testo, invece,
avrebbe rimpiazzato il vecchio così:
“Lo Stato riconosce l’attenzione e
l’accudimento, da parte di membri
di una famiglia, di altri dello stesso
nucleo, perché si tratta di azioni sen-
za le quali il bene comune non può
essere raggiunto”. Per i conservato-
ri, ciò avrebbe scatenato una valan-
ga di richieste di welfare.
«Non possiamo rimanere ancora-
ti al passato», aveva insistito Varad-
kar due giorni fa. Invece l’Irlanda,
dopo essersi espressa in massa nei
referendum degli ultimi decenni a
favore di divorzio, aborto e matrimo-
ni gay nonostante la tuttora forte in-
fluenza della Chiesa Cattolica, sta-
volta ha disertato le indicazioni del-
la politica. Fianna Fáil e Fine Gael, i
due partiti di coalizione, ammetto-
no sommessi che «bisogna rispetta-
re il volere del popolo». Mentre Ma-
iz
ry Lou McDonald, leader di Sinn
.b
Féin che aveva chiesto addirittura
st
una formulazione più radicale con-
po
tro sessismo e misoginia in Costitu-
zione, insiste: «Non siamo alienati
er
dagli elettori». Sicuri?©RIPRODUZIONE RISERVATA
ov
.
Domenica, 10 marzo 2024
Kabul, le due sorelle beffano i talebani
nascoste dal burqa cantano la protesta
di Enrico Franceschini
londra — Si fanno chiamare “Ulti-
ma torcia”. Sono due sorelle afgha-
ne che hanno lanciato sui social me-
dia un movimento contro il regime
dei talebani: una protesta musicale.
I video delle canzoni di Shaqayeq e
Mashal, pseudonimi usati per pro-
teggersi dalle persecuzioni, sono di-
ventate virali su Facebook e Wha-
tsapp: ad attirare l’attenzione sono i
versi dei loro brani e il fatto che le
due sorelle indossano il burqa.
«È come cantare da dentro una
gabbia mobile», dice Shaqayeq alla
Bbc. «È un modo di dimostrare visi-
vamente oltre che con le parole la
condizione in cui sono tenute le don-
ne a Kabul», le fa eco Mashal. Il bur-
qa impedisce anche che vengano ri-
conosciute. Ciononostante, il suc-
cesso spinge i talebani a dare loro la
caccia: «Sappiamo che con queste
canzoni mettiamo in pericolo la no-
stra vita e la vita dei nostri familia-
di Gianni Vernetti
Dekyiling (India) — Il 10 marzo del
1959 la popolazione della città di
Lhasa, allora capitale del Tibet indi-
pendente, insorse contro l’esercito
occupante di Pechino per protegge-
re la propria guida spirituale Ten-
zyn Gyatzo, il XIV Dalai Lama del Ti-
bet, dal rischio di arresto e deporta-
zione. Il massacro durò diversi gior-
ni e 87mila tibetani persero la vita.
La notte del 17 marzo, il Dalai Lama
intraprese la strada dell’esilio, attra-
versando clandestinamente l’Hima-
laya a cavallo, per essere accolto in
India. Sono passati 65 anni e il tragi-
co anniversario del 10 marzo è ricor-
dato dalla diaspora tibetana in tutto
Pechino ritiene
suo diritto interferire
sul processo buddista
di successione
del Dalai Lama
il mondo per denunciare un’occupa-
zione senza fine e un processo forza-
to di assimilazione e distruzione del-
l’identità, storia e cultura della mille-
naria tradizione tibetana.
Lungo tutta la frontiera himalaya-
na sono in corso grandi progetti in-
frastrutturali (a cominciare dalla fer-
rovia Chengdu-Lhasa), tutti accom-
pagnati da un impressionante
build-up militare nella frontiera fra
Tibet e India. La Cina occupa la re-
gione indiana dell’Aksai-Chin vici-
no al monte Kailash, rivendica come
proprio l’intero stato indiano dell’A-
runachal Pradesh, minaccia la picco-
la monarchia del Bhutan, e vorreb-
be costruire una ferrovia fra Lhasa e
Katmandu che Delhi considera una
minaccia gravissima.
Ma è all’interno del Tibet che la si-
tuazione è divenuta disastrosa. Nel
Le “Ultima torcia”
si vendicano
contro gli oppressori:
la fuga all’estero dopo
essere diventate virali
i Musica fuorilegge
Nascoste dietro il burqa,
Shaqayeq e Mashal
sfidano il regime talebano
con le loro canzoni
ri», raccontano. Per questo le due
giovani sono andate a vivere all’este-
ro. «Ma un giorno - affermano - spe-
riamo di tornare nel nostro Paese».
Interpellato dalla radiotelevisio-
ne britannica, un portavoce del go-
verno dei talebani si limita a com-
mentare: «Musica e canzoni sono
molto dannose, le abbiamo messe al
bando perché sono una distrazione
Arresti e indottrinamento
a 65 anni dalla rivolta
la morsa cinese sul Tibet
k A Dharamsala Il Dalai Lama durante una cerimonia nel tempio buddista di Dharamsala nel febbraio scorso
tentativo si asservire la storia alle
proprie esigenze, Pechino ha rino-
minato il Tibet con il termine cinese
“Xizang” e dietro la scelta semanti-
ca si cela un progetto diffuso di assi-
milazione della minoranza tibeta-
na. Sono oramai oltre un milione i
bambini tibetani che sono stati sepa-
rati in modo forzato dalle proprie fa-
miglie per essere indottrinati in cen-
tinaia di boarding school. Nelle scuo-
le/carceri si impara a memoria la sto-
riografia imposta da Pechino, e vie-
ne in ogni modo cancellata l’identi-
tà tibetana a cominciare dalla “siniz-
zazione” dello stesso buddismo tibe-
tano. A ciò si aggiungono arresti di
massa, continue incursioni delle for-
ze dell’ordine all’interno dei mona-
steri, un sistema diffuso di sorve-
glianza con oltre 5 milioni di teleca-
mere con riconoscimento facciale e
Mondo
afghanistan
dalla preghiera». I fondamentalisti femminile indipendente. «Doveva-
islamici non hanno soltanto vietato mo fare qualcosa contro queste bru-
la musica: da quando sono tornati al tali imposizioni», dicono le due so-
potere nel 2021, dopo il ritiro delle relle. E pochi giorni hanno postato
forze americane, i talebani hanno sui social il primo brano.
imposto la sharia, la rigida applica- Non avevano esperienza di musi-
zione delle norme del Corano, tra ca. Semplicemente la amavano, co-
l’altro vietando alle donne di conti- me tutte le ragazze della loro età. I
nuare gli studi dopo la scuola media versi delle canzoni parlano delle
inferiore e impedendo ogni attività proteste contro il regime: «La vostra
Il racconto
anche la raccolta forzata del Dna di tura di Kardze sul fiume Yangtse,
circa un milione di tibetani. che cancellerà decine di villaggi e
Proseguono poi senza sosta una sei antichi monasteri. La scorsa setti-
serie di progetti idroelettrici in gra- mana sono stati arrestati a Wang-
do di alterare le forniture idriche in buddin oltre cento monaci tibetani
tutta l’Asia meridionale. Fra questi, che protestavano contro il progetto.
la grande diga di Derge, nella prefet- Ma Pechino non si limita alle vi-
cende “terrene”: il governo cinese ri-
tiene un suo diritto interferire e de-
cidere sul processo buddista di rein-
carnazione e successione del Dalai
C I N A Lama. La possibilità che in futuro vi
siano due Dalai Lama è oramai data
per scontata in tutto il Tibet e fra la
Regione
autonoma diaspora. Ma dall’altra parte della ca-
del Tibet tena himalayana c’è chi resiste. So-
no le Special Frontier Forces, otto
Lhasa
Xigaze battaglioni di forze speciali, compo-
NEPAL Brahmaputra ste da circa 7.000 soldati tibetani re-
Kathmandu
clutati fra la diaspora e inquadrati
BHUTAN
400 km Thimphu
nell’esercito indiano. Sono forze al-
Gangtok
tamente specializzate, abituate ad
pagina 13
lotta è bella, le voci di donna urlano,
siete il quadro spezzato alla fine-
stra», recita una. «Le onde di voci
femminili aprono lucchetti e porte
delle prigioni», è il testo di un’altra.
«La penna con cui scriviamo è riem-
pita dal sangue dei dimostranti e sa-
rà più forte delle vostre spade, delle
vostre frecce». Sui social raccolgono
migliaia di commenti favorevoli, ma
anche qualche minaccia, come que-
sta: «Quando vi prenderemo, vi ta-
glieremo la lingua, non canterete
mai più». Ma le due sorelle non de-
mordono: «Andremo avanti».
Le Nazioni Unite accusano i tale-
bani di avere imposto un’apartheid
di genere alle donne afghane e di in-
numerevoli violazioni dei diritti
umani. I talebani rispondono che
non accettano interferenze esterne.
«Ci siamo chiamate Ultima Torcia
perché vogliamo essere una luce nel
buio», dicono le due giovani cantan-
ti afghane. «E un giorno la luce vin-
cerà sulle tenebre».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
operare in alta quota, che svolgono
un ruolo importante nella competi-
zione fra India e Cina sulle monta-
gne più alte del mondo: quella “guer-
ra segreta del Tibet” di cui tutti qui
parlano sottovoce. Sulla divisa han-
no cucito il simbolo del Tibet indi-
pendente prima dell’occupazione ci-
nese (il leone delle nevi).
I soldati tibetani sono una parte ri-
levante della diaspora tibetana e
rappresentano oggi circa il 10% del-
l’intera popolazione tibetana in esi-
lio: 75mila rifugiati in India e altri
80mila fra Europa e America. La
Central Tibetan Administration (il
Governo Tibetano in Esilio in India
ndr) non interferisce con la struttu-
ra militare dei giovani tibetani ar-
ruolati nell’esercito indiano, ma si
Inquadrati nelle fila
dell’esercito indiano
7mila soldati resistono
sull’altro lato della
catena himalayana
occupa del welfare dei veterani do-
po il congedo.
Incontro il veterano Ngawang
Tenpa, che ha servito trent’anni nel-
le forze speciali. «Le Forze Speciali
di Frontiera sono nate nel 1962 — rac-
conta — dopo il conflitto fra Cina e In-
dia. Il reclutamento è iniziato allora
fra i giovani della comunità tibetana
in esilio. Le forze speciali sono com-
poste da circa 7.000 unita e fra loro
c’è anche un’unita composta da sole
donne, l’unità 34. Abbiamo combat-
tuto nella Valle di Galwan in Ladakh
nel 2021 — prosegue Ngawang — riu-
scendo a conquistare un passo stra-
tegico e perdendo Nyima Tenzin, co-
mandante di una delle compagnie
delle Sff. Al suo funerale, la bara era
coperta dalla bandiera dell’India e
da quella del Tibet indipendente».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
pagina
.
14 Cronaca Domenica, 10 marzo 2024

Il racconto

“Io, suora violentata

quando ho denunciato
hanno chiuso gli occhi
La Chiesa si scuota”
Giusi ha 12 anni quando entra in convento tra privazioni
e castighi. Il primo stupro in Congo: “Oggi lui è
parroco in Belgio”. Poi gli altri abusi, l’ultimo da un rettore
di un’università cattolica. “Mi dissero: sappiamo, sappiamo”

di Iacopo Scaramuzzi

La madre lo temeva, che quella fi-
glia buona e carina sarebbe stata
assaltata da qualche prete. Ma per
una famiglia della provincia italia-
na, entrambi i genitori costretti a
lavorare lontani da casa, entrare
in convento era una soluzione ra-
gionevole. Solo dopo decenni di
angherie e abusi suor Giusi — il no-
me è di fantasia — è riuscita a ribel-
larsi. E oggi vuole raccontare la
fia le infila nel piatto un’altra fetto-
na di gorgonzola che la bambina è
costretta a ingurgitare: «Sono sta-
ta male tutto il giorno, senza poter-
lo dire». Assonnata alla messa in la-
tino dell’alba, ogni tanto rischia di
addormentarsi: viene spostata nel
banco davanti alla suora superiora
che da dietro la sveglia con pugni
alla schiena. Più che un convento
una prigione, l’ascesi somiglia a
una tortura. Ma pensi che le cose
vadano così. «A quell’età non capi-
sci: capisci che quella è cattiveria
ma niente di più». E rimani.
Fin dall’inizio Giusi vuole anda-
re in missione in Africa, dovrà
aspettare 25 anni per realizzare il
sogno. Una superiora clemente la
invia a Roma per recuperare le
scuole medie, poi studia all’ospe-
dale Santo Spirito, lavora per 12 an-
ni da caposala, e nel 1988 infine rie-
sce a partire per il Congo, dove ri-
mane tre anni. E qui avviene la pri-
ma violenza.
Nell’ospedale dove lavora fini-
scono i farmaci, suor Giusi, ormai
38enne, fa un viaggio di tre giorni
attraverso foreste e villaggi per an-
dare a recuperarli. Pernotta in una
casa del suo ordine religioso dove
vive un gruppo di preti e seminari-
sti. In piena notte le piomba in ca-
mera un sacerdote e la violenta.
Lei è vergine. «Ricordo il dolore fi-
sico, il dolore morale, il dolore di
tutto», racconta oggi con voce
asciutta, «e poi ero terrorizzata di
essere rimasta incinta». Da quella
notte suor Giusi di notte chiude

f
sua esperienza, che è quella di mol- sempre a chiave la porta della sua
te altre che tacciono. «Quando me Gerardo Longobardi, Christian Bianchi, i pro- camera da letto. Non denuncia lo
ne sono andata mia sorella mi ha Giochi fessionisti e il personale dello Studio Puoti, stupro. «Non ho parlato con nessu-
detto: finalmente ti sei decisa a Longobardi, Bianchi, sono vicini al Prof. Gio- no, non conoscevo nessuno in Afri-
uscire da questo inferno», raccon- concorso n. 39 vanni Puoti e alle figlie Alessandra ed Ema- ca», spiega. E il sacerdote? «Oggi è
Superenalotto del 09-03-2024 nuela nel dolore per la prematura scomparsa
ta questa donna di 73 anni che pre- del loro amato
parroco in Belgio».
ferisce, comunque, rimanere ano- Le frasi Combinazione vincente Le molestie sessuali continuano
nima. Lo sguardo aperto, la voce Enrico quando la religiosa rientra in Ita-
10 30 36 49 55 62
tranquilla di chi sa di aver fatto la Non potevamo mettere Roma, 10 marzo 2024 lia. Torna a lavorare nella clinica
cosa giusta, è un fiume in piena di Numero Jolly 32 Superstar 66 romana dove aveva iniziato, una
ricordi dolorosi che iniziano appe- il reggiseno ANNIVERSARIO
delle più rinomate strutture priva-
na varcata la soglia del convento a Quote Superenalotto te della capitale. «Volevo andare
dodici anni. perché era vanità. Una Nessun vincitore con punti 6
Oggi, a due anni dalla scomparsa di
in Africa, dai più poveri del mon-
È il 1963, le bambine sono co- volta canticchiavo Nessun vincitore con punti 5+ Alfredo Zilli do, e invece dovevo lavorare con i
Ai 5 vincitori con punti 5 42.322,08 €
strette a lavorare: lavano a mano, Ai 623 vincitori con punti 4 345,84 € la compagna Paola lo ricor- più ricchi del mondo», commenta.
asciugano e piegano la biancheria e la superiora Ai 22.594 vincitori con punti 3
Ai 374.265 vincitori con punti 2
28,71 €
5,38 €
da con molto affetto e malinconia. La sua famiglia più volte cerca di
di 160 tra preti e seminaristi di Ci sono vuoti che non si colmano mai, come convincerla a lasciare la vita reli-
un’abbazia della zona. «Avevo le mi trattò come Quote Superstar
se il passato fosse il nostro presente.
giosa. È caposala, lavora tutti i gior-
mani rovinate, non potevamo met- se fossi una prostituta Nessun vincitore con punti 6 Roma, 10 marzo 2024 ni fino alle 21. Scopre alcuni imbro-
Nessun vincitore con punti 5+
tere il reggiseno perché era vani- Nessun vincitore con punti 5 gli, li denuncia alla superiora. Nel-
tà», ricorda l’ex religiosa: «L’abate All’unico vincitore con punti 4 34.584,00 € la casa generalizia dove risiede vie-
Ai 114 vincitori con punti 3 2.871,00 €
poteva regalarci una lavatrice, Ero in missione Ai 1.732 vincitori con punti 2 100,00 € ne spesso il padre provinciale. Una
no?». Niente scuola, niente contat- Agli 11.741 vincitori con punti 1 10,00 € sera insiste per darle un passaggio
ti con la famiglia in nome di un san- in Africa quando Ai 25.090 vincitori con punti 0
Il prossimo Jackpot con punti 6:
5,00 €
in macchina, ma a un certo punto
to distacco, niente acqua fuori dai devia, si accosta in una zona in pe-
pasti, pranzo in silenzio ascoltan- subii la violenza € 73.600.000,00
nombra di Roma e le mette le mani
do le vite delle sante: «Ci inculcava- Ero vergine, ricordo il Lotto Combinazione vincente addosso. Lei lo respinge, lui si ma-
no l’idea che dovevamo soffrire sturba, poi riprende la guida e la
per diventare sante — dice — Ma dolore fisico e morale Bari 35 46 58 25 34
porta in silenzio alla clinica.
chi l’aveva chiesto di diventare Cagliari 45 51 12 66 65 Suor Giusi rimane congelata. Ini-
santa?». Quella volta non ne Firenze 27 32 70 76 43 zialmente non pensa a denuncia-
Le punizioni si susseguono, gra- parlai con nessuno Genova 30 88 37 21 43 re: «Non mi avrebbero creduta».
tuite e crudeli. «Una volta stavo Poi matura la decisione: prima scri-
Milano 5 55 6 43 10
canticchiando e la superiora mi ve una lettera anonima, poi va dal
trattò come se fossi una prostitu- Napoli 41 63 29 6 44
padre generale. Dopo un po’ il sa-
ta», racconta Giusi. Il castigo classi-
Ho scoperto che altre Palermo 20 12 14 21 24 cerdote viene trasferito in una par-
co è baciare 50 volte il pavimento, donne avevano lividi Roma 72 73 36 10 82 rocchia, poi lo riportano a Roma.
ma si può finire al tavolo della peni- La suora nel corso del tempo sco-
tenza a mangiare in ginocchio o in Non mi do pace, Torino 74 45 30 35 36
pre che molte altre donne erano
piedi davanti all’altare a braccia al- Venezia 25 70 41 67 61
state assaltate e molestate dal pre-
largate come in croce. Una compa-
in tante abbiamo Nazionale 42 55 53 73 68 te. Alcune avevano i lividi, sono sta-
gnuccia viene sorpresa a inviare denunciato, i padri te buttate a terra, hanno dovuto
un biglietto a un compagno di gio- combattere per resistergli. Lui an-
sapevano ma non 10eLotto
iz

chi tramite la biancheria pulita, Combinazione vincente ni dopo è morto nel suo letto, i con-
viene costretta in ginocchio a ripe-

g
hanno fatto nulla fratelli gli hanno fatto un bel fune-
.b

5 12 20 25 27
tere «Pregate per me che sono una 30 32 35 41 45 rale, per lui parole di encomio.
st

civetta». Il cibo non va mai rifiuta- 46 51 55 58 63 «Non mi do pace — dice suor Giusi
po

to, Giusi mangia anche il gorgonzo- 70 72 73 74 88 — io l’ho denunciato, altre donne

la che non sopporta, e quando la lo hanno denunciato, i padri sape-
er

Numero oro: 35 Doppio oro: 35, 46

superiora si accorge di una smor- vano… e non hanno fatto niente».
ov
.
Domenica, 10 marzo 2024
I punti
E poi c’è quell’altro sacerdote
importante, rettore di un’universi-
tà cattolica, amico di ministri e car-
h I numeri dinali, a cui un giorno lei porta un
Se si proiettano lavoro accademico. Lui la fa entra-
le proporzioni re, le si avvicina, le prende la mano
accertate da e gliela appoggia sul suo pene in
uno studio Usa erezione. «Sono rimasta paralizza-
sulle 600mila ta». Lo ha denunciato? «Ma a chi lo
religiose nel andavo a dire?». Anni dopo, però,
mondo, sono lo denuncia ai superiori. Più tardi
75mila le suore incontra un confratello della stes-
abusate sa congregazione di quel prete:
sessualmente, «Gli dissi che avevo un brutto ricor-
180mila hanno do di quel sacerdote, e quello cosa
subito qualche mi rispose? “Sappiamo, sappia-
forma di abuso mo…”. Quelle parole, “sappiamo,
sappiamo”, ce le ho ancora oggi
h La casa a Roma nel cervello. Lo sapevano, perché
Nel 2020 per non lo ha fatto solo con me».
volontà del E non hanno fatto niente. Anche
Papa le lui muore tranquillo nel suo letto.
scalabriniane Era potente, Giusi è convinta che
aprirono ai molte non abbiano denunciato
Parioli una casa per paura di ritorsioni sul lavoro.
per ex suore, «Se con me, che ero già affermata,
africane e ha osato tanto, non posso pensare
indiane, che cosa avrà fatto ad esempio alle no-
rischiavano di vizie appena arrivate dall’India o
finire per strada: dall’Africa a cui faceva da padre
è stata chiusa spirituale». Una di loro anni fa si è
suicidata buttandosi dalla fine-
h #nunstoo stra: «Ho sempre pensato che l’a-
Sull’onda del vesse violentata».
Me-Too, negli Nel 2000 suor Giusi se ne va. Ha
Usa un’ex suora, un grave problema in famiglia, ha
Mary Dispenza, bisogno di ospitare una persona, si
anni fa lanciò deve assentare per assistere i geni-
l’hashtag tori malati, ma il suo ordine religio-
#nunstoo. In so le nega tutto. Non le versa nep-
Italia la pure i contributi dovuti. «Dopo 36
sociologa Paola anni in convento, 12 ore al giorno
Lazzarini chiede di lavoro, avevano i miliardi e non
di ripensare mi hanno dato neanche un euro
l’autonomia per comprarmi il primo vestito da
delle religiose laica a cinquant’anni», racconta.
Lei scrive a Giovanni Paolo II, le su-
periore fabbricano una lettera di
accuse false che inviano al Papa. Il
Vaticano non la aiuta. La misura è
colma, suor Giusi lascia il velo e tor-
na nella casa di famiglia. «Tutti
hanno fatto in modo che io non fa-
cessi uno scandalo», racconta og-
gi. Perché non se n’è andata pri-
ma? «Avevo fatto i voti davanti a
Dio». Ha perso la fede? «In Dio ci
credo. Prego a casa mia. Sento che
lui è qui, molto più che da loro», di-
ce l’ex suora. «Mi hanno fatto trop-
po male». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Cronaca pagina 15
La teologa Doris Reisinger
“Una su tre
ha subito abusi
I vescovi sanno
ma tacciono”
Roma — Potrebbero essere più di 75 mila le suo-
re nel mondo vittime di abuso sessuale. Lo affer-
ma Doris Reisinger, teologa, filosofa e scrittrice
tedesca, ex suora della famiglia spirituale Das
Werk, spiegando che quello sessuale non è il
peggiore degli abusi.
Quanti sono gli abusi sessuali subiti dalle
suore nel mondo? Esistono dati certi?
«A mia conoscenza è stata fatta una sola
indagine sistematica, negli Stati Uniti,
pubblicata nel 1998 sulla Review of Religious
Research. In base a questo studio il 30% delle
suore ha subito qualche forma di abuso, il 12,5%
ha subito abusi sessuali, e di quest’ultimo
gruppo il 29% ha subito un “contatto sessuale
genitale”, compresa la penetrazione. Gli Stati
Uniti negli anni ’90 non sono il contesto nel
quale ci si aspetterebbe numeri particolarmente
elevati di violenze contro le donne in generale, e
sulle suore cattoliche in particolare, quindi
possiamo supporre che questi numeri siano più
alti in altri luoghi e in altri periodi. Se
applichiamo questi numeri alle circa 600mila
suore che ci sono nel
mondo, se ne può dedurre
che 180mila di loro hanno
subito qualche forma di
Consorzio Agrario Provinciale di Benevento in LCA abuso, 75mila un abuso
C.F./Part. I.V.A. 00040710626 sessuale, 30mila sono
state vittime di stupro
Invito a presentare offerte migliorative d’acquisto sessuale genitale. Non si
e contestuale avviso di vendita del Ramo di Azienda tratta di un problema
denominato Ramo Agenzie marginale ma di un
con richiesta di deposito di offerte scritte problema di sistema. Ma
vorrei precisare che forme
Il Commissario Liquidatore del Consorzio Agrario Provinciale di Benevento di abuso come lo
da pubblico avviso di aver ricevuto in data 10.10.23 offerta di acquisto sfruttamento finanziario e
integrata in data 26.10.23, a valere sul Complesso aziendale denominato l’abuso psicologico sono
Ramo Agenzie di proprietà del Consorzio. L’importo offerto per l’acquisto dannose quanto lo stupro,
del ramo aziendale è pari ad € 6.220.143,40 di cui € 3.640.800,00 per o anche peggio, perché
il valore del ramo ed € 2.579.343,40 per il magazzino. Il tutto nello stato hanno l’effetto di
di fatto e di diritto in cui si troverà, a corpo e non a misura, con tutte le mantenere le donne per
pertinenze, accessioni, ragioni ed azioni, servitù attive e passive even- tutta la vita in uno stato di
k Ex suora dipendenza e
tuali. La procedura, in ottemperanza alla nota dell’Autorità di Vigilanza n. Doris Reisinger,
0036554 del 8.2.24 per favorire un ampio confronto concorrenziale In- vulnerabilità e di
41 anni , è
impedire loro di liberarsi.
vita eventuali terzi interessati a presentare entro e non oltre le ore 12:00 una teologa,
Per me durante la vita
del 12/4/24 offerte scritte migliorative e irrevocabili di acquisto del bene filofosa
religiosa l’abuso sessuale
sopra indicato. Il prezzo base di asta è determinato dall’offerta miglio- e scrittice tedesca
non è stato il peggiore: la
rativa più alta rispetto all’offerta ricevuta di € 6.220.143,40 (seimilioni- cosa peggiore è stata
duecentoventimilacentoquarantatre/40). Offerta minima € 6.225.143,40 l’abuso spirituale e lo stato di totale dipendenza
oltre imposte ed oneri accessori. Rilancio minimo in caso di gara tra più dal mio superiore».
offerte: € 5.000,00 Il prezzo di Base sarà suscettibile di variazione in Nella Chiesa, e in Vaticano, c’è
aumento o in diminuzione (il “Prezzo Finale”) in funzione delle modifi- consapevolezza di questo problema o è ancora
che delle consistenze qualitative e quantitative del complesso aziendale sommerso?
(l’“Aggiustamento”). Data esame offerte e svolgimento della eventuale «C’è una crescente consapevolezza degli abusi
sulle religiose tra le donne cattoliche e tra i
gara tra offerenti:15//24 ore 12:00. Luogo indicato per il deposito delle
sopravvissuti agli abusi sessuali del clero, ma tra i
offerte e per l’esame delle stesse e di svolgimento della gara: studio No- preti e i vescovi non c’è quasi nessuna
taio Dott. Antonino Privitera, sito in Roma, Via Emilio de’ Cavalieri n. 7, tel. consapevolezza o nessun interesse per
06-8082881. Le offerte di acquisto irrevocabili, che dovranno pervenire l’argomento. Per quanto riguarda la Curia
in busta chiusa, devono essere accompagnate da 1 assegno circolare non romana e papa Francesco, sono sicuramente
trasferibile intestato al Consorzio Agrario Provinciale di Benevento in LCA, consapevoli ma non agiscono in modo tale da
di importo pari al 10% del prezzo offerto a titolo di deposito cauzionale mostrare di voler fermare questo tipo di abuso o
infruttifero ed ulteriore 1 assegno di importo pari al 5% del prezzo offerto prevenirlo».
a titolo acconto spese e diritti di gara, In mancanza di offerte migliorative Cosa bisognerebbe fare a suo avviso che
nel termine ed alle condizioni indicate, si procederà ad aggiudicazione in ancora non è stato fatto?
favore dell’unica offerta già pervenuta. Il tutto nel rispetto dell’art. 6 della «La questione chiave è cambiare le norme che
regolano la vita consacrata in modo da mitigare
legge 410/1999. Il disciplinare di vendita, la documentazione concernen- efficacemente la dipendenza delle suore dalle
te il ramo aziendale, le proprietà immobiliari, le perizie, sono pubblicati sul loro congregazioni. La sicurezza finanziaria è
sito www.astegiudiziarie.it e sul sito https://ivgnapoli.fallcoaste.it e sono fondamentale. Oggi le suore dipendono
depositati in copia presso lo studio del Notaio designato Dott. Antonino completamente dalle loro congregazioni. Il
Privitera, sito in Roma, Via Emilio de’ Cavalieri n. 7, tel. 06-8082881 e denaro e la sicurezza finanziaria sono
possono essere consultati, a richiesta, presso il suddetto studio con diritto fondamentali per prevenire e affrontare gli
all’estrazione di copie con costo a carico del richiedente. Gli altri docu- abusi: una suora che ha i mezzi per andarsene
menti utili ai soggetti potenzialmente interessati all’acquisto dovranno non accetterà gli abusi con la stessa facilità di
essere richiesti al Commissario liquidatore mediante istanza da inviare al una suora che non ha nessun posto dove andare
seguente indirizzo pec della procedura: consorzioagrariobenevento@le- e niente per mantenersi. Inoltre è una questione
di diritti umani fondamentali e di giustizia che le
galmail.it, previa sottoscrizione dell’impegno di riservatezza. Per maggiori
donne che hanno lavorato per la Chiesa, alcune
informazioni gli interessati possono rivolgersi al Commissario Liquidatore per decenni, non vengano lasciate senza un
dal lunedì al venerdì dalle ore 15,00 alle ore 18,00, tel. 0685358819, op- soldo quando decidono di lasciare la vita
pure a mezzo pec: consorzioagrariobenevento@legalmail.it . e su www. consacrata». — i.sca. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
astegiudiziarie.it (Cod4297131) e https://ivgnapoli.fallcoaste.it.
pagina
.
16
lA vittima albanesE, forse un regolamento di conti
Frosinone, killer al bar
sparatoria tra la folla
Un morto e tre feriti
di Marco Carta
roma — L’ora dell’aperitivo. Lo Sha-
ke bar, uno dei più frequentati del
centro di Frosinone, pieno di clien-
ti. Poi la lite e la sparatoria: il saba-
to sera del capoluogo ciociaro si è
chiuso con un morto e tre feriti. Un
bilancio tanto drammatico quanto
inquietante: il sindaco Riccardo
Mastrangeli ha subito chiesto alla
prefettura un tavolo per fare il pun-
to sull’emergenza sicurezza. Quei
proiettili, sparati tra la gente sedu-
ta nel dehor, avrebbero potuto fare
una strage.
Il trambusto nel cuore di Frosino-
ne è iniziato intorno alle 19.30,
quando una Lancia Y si è fermata
davanti al bar. Il conducente e un
passeggero sono scesi dall’auto,
hanno iniziato a litigare con un
gruppo di giovani seduti ai tavolini
dello Shake e pochi istanti dopo
hanno tirato fuori una pistola.
Uno, due, tre colpi. Una sparatoria
in piena regola. Un violentissimo
confronto tra un gruppo di origine
marocchina e uno, quello delle vit-
Cronaca Domenica, 10 marzo 2024
k La via dei negozi Via Aldo Moro, nel centro di Frosinone
time, di origine albanese. Il primo Frosinone si aspettano di avere le sa, il personale era tutto all’interno “via dello struscio”.
ferito è morto riverso in strada, col- informazioni necessarie a ricostrui- del bar — racconta uno dei dipen- Tra i curiosi, tanti commenti. An-
pito al collo. Inutili i 20 minuti di re l’esatta dinamica della lite, il ve- denti dello Shake — un gruppo di sia, paura, il terrore che qualcuno
massaggio cardiaco (ripresi anche ro motivo dietro alla sparatoria. ragazzi aveva iniziato a picchiarsi. possa di nuovo far fuoco tra la fol-
in video e trasmessi in una maca- Intanto è caccia ai due uomini a Volavano sedie e tavolini. Ci siamo la: «Frosinone è diventata una pol-
bra diretta social dai passanti). I fe- bordo della Lancia Y. La macchina riparati all’interno». Poi gli spari e veriera». Parole non casuali: quella
riti sono tre, uno è stato centrato al è rimasta sul posto, abbandonata il silenzio al posto del consueto vo- di ieri sera è la quarta sparatoria
torace. Da loro e dai parenti della davanti al bar. Il conducente e il ciare del fine settimana. Ammutoli- nel giro di otto mesi. La prima do-
vittima, subito portati in questura, passeggero, invece, sono scappati ta via Aldo Moro, strada piena di ne- po il luglio nero, quando per due
gli agenti della squadra mobile di a piedi. «Quando è scoppiata la ris- gozi, bar e ristoranti. La cosiddetta volte erano stati sparati colpi di av-
vertimento in aria da macchine in
corsa e una volta erano stati spara-
Benevento, tre ventenni sequestrati per ore ti sette colpi ad altezza uomo.
In quell’occasione, gli investiga-
Torturati e costretti a pulire il loro sangue, quattro arresti tori avevano preso a indagare sulle
piazze di spaccio ciociare. Gover-
Sequestrati e torturati per una notte intera sotto gli fingendo di volergliela tagliare. L’altro giovane, a nate, ma soprattutto contese, da
occhi di un terzo ostaggio, risparmiato solo perché di causa delle botte subite, aveva perso i sensi e al gruppi che sanno evidentemente
appena 16 anni. È stato un «vero e proprio supplizio», risveglio fu obbligato a «muoversi carponi» e a «fare il come farsi la guerra. Ora il nuovo
come lo definisce il giudice, quello subito da due verso del cane». Quindi ripresero a picchiarlo per poi caso. Ancora piombo, ma con un
ventenni di Benevento ad opera di un pregiudicato di lasciarlo sul balcone al gelo perché sporco di sangue, morto. E nessuno per ora può esclu-
48 anni, del figlio di 25 e di due complici, decisi a feci e urina. Su richiesta della Procura diretta da Aldo dere che l’omicidio di via Aldo Mo-
vendicare «l’affronto» di una rissa davanti a un pub di Policastro, è finito in carcere Antonio Barone, ro abbia a che fare proprio con lo
Pietrelcina. Le vittime non sono state solo pestate a precedenti per armi e stupefacenti. spaccio. Decisive le prossime ore,
mani nude, con sedie e un manganello telescopico, e Il gip ha applicato gli arresti domiciliari nei confronti di le testimonianze e le parole di chi è
rapinate. Uno è stato costretto a pulire con uno altri due indagati, di 22 e 52 anni, e del figlio naturale di sopravvissuto alla sventagliata di
straccio il pavimento macchiato dal suo stesso sangue. Barone, Vincenzo Cinque, poi condotto in cella perché proiettili dello Shake bar. Nel frat-
Mentre gli bloccavano la mano su un tavolo, il più trovato in possesso di droga. tempo, continua la caccia all’uo-
anziano degli aguzzini sferrava colpi di mannaia - dario del porto mo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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.
Domenica, 10 marzo 2024
A quarant’anni dalla
Piovra, la serie tv che
gli cambiò la vita,
l’attore ricorda cosa
c’era stato prima
E cosa è seguito dopo
Michele Placido, la Piovra le ha
cambiato la vita?
«Non vidi la prima puntata. Ero in
scena a teatro. Tornando a Roma
all’indomani mi fermai per fare
benzina. Il benzinaio appena mi vide
perse il controllo della pompa,
chiamò a sé i colleghi, “aho, ce sta
Cattani”, mi ritrovai circondato da
alcuni automobilisti che erano scesi
festanti dalle loro auto».
Era domenica 11 marzo 1984,
quarant’anni fa. Lei quanti ne
aveva?
«Trentasette. Non ero un pivello».
Cioè?
«Avevo già trentaquattro film alle
spalle».
Però era venuto il momento che
ogni attore sogna.
«Quel giorno in macchina con me
c’erano Florinda Bolkan, Remo
Girone, Fabrizio Bentivoglio.
Osservarono la scena al distributore
con meraviglia e un po’ di invidia».
Era nato un divo?
«Di colpo mi ritrovai sulle copertine
dei giornali di gossip. I paparazzi
stazionavano stabilmente sotto casa
— vivevo a Formello — mi seguivano
persino mentre accompagnavo mia
figlia Violante a scuola».
Perché il regista Damiani scelse
proprio lei?
«Mi aveva visto in Un uomo in
ginocchio, dove recitavo la parte del
killer. Allora Giuliano Gemma e
Franco Nero erano più famosi di me,
più poliziotti, ma lui voleva un
commissario della porta accanto,
moderno, inquieto...».
Lei era inquieto?
«Eh! A Damiani piacquero anche le
mie origini del Sud. A lungo gli parlai
della mia famiglia, ad Ascoli Satriano,
nel Foggiano. Mio padre era stato
nell’Azione cattolica, e poi era morto
giovane, a 54 anni. Mia madre,
vedova a 42 anni, aveva cresciuto da
sola otto figli. Io l’accompagnavo a
messa, recitavo con lei il rosario...».
Vide in lei un figlio del Sud?
«Di quel Sud. Infatti mentre recitavo
la Piovra a Palermo volli conoscere
Leonardo Sciascia. Mi presentai
trepidante nella sua casa in viale
Scaduto, nell’ora che
chiacchierammo fumò dieci
sigarette».
Sciascia era un siciliano
silenzioso.
«Mi ascoltò senza dire una parola. Gli
consegnai la sceneggiatura di Mery
per sempre, un libro che mi aveva
stregato. Quando ci congedammo
tornò indietro, da uno scaffale prese
le Novelle di Pirandello e me le mise
in mano».
Perché?
«Forse aveva colto un rovello. Il
segnalibro era inserito prima de La
carriola, l’ho poi rappresentata non
so più quante volte».
Quella Sicilia era terribile.
«In stato di perenne allerta. Le
comparse venivano reclutate dalla
mafia, un giorno venne a trovarci,
sgommando, Giovanni Falcone. Volle
stringermi la mano. Disse: “Per
sconfiggere la mafia ci vorranno
generazioni”».
Come spiega il successo della
Piovra?
«Rivelò al grande pubblico cos’era la
mafia. Con Damiani andammo a
presentarlo al circolo della Vela di
Palermo, i notabili ci aggredirono...».
Si erano sentiti diffamati?
«Dissero che stavamo infangando i
siciliani. Anni dopo Berlusconi disse a
Putin che davo una cattiva immagine
dell’Italia: i russi erano pazzi per la
Piovra. Su spinta di Gorbaciov mi
chiamarono pure a Mosca per
Placido “Per stare
con mia moglie 20enne
abbiamo litigato
con le nostre famiglie”
interpretare un generale sovietico in
Afghanistan Breakdown».
La Piovra è stata venduta in 80
Paesi.
«Sono stato due volte persino in
Vietnam».
Divenne ricco?
«Per fare la prima stagione mi
diedero 20 milioni di lire. Poi, visto il
successo, mi chiesero di fare anche la
seconda. Damiani però mi spiegò che
lui voleva tornare al cinema. “Ti
seguo” gli promisi».
Perché ci ripensò?
«La Rai mi offrì 80 milioni. Ne parlai
con i miei fratelli e mia madre, nel
pranzo che facevamo ogni domenica.
Per una vita mia madre mi aveva
f f
Quando andammo
a Palermo per
presentare il film ci
dissero che stavamo
infangando i siciliani
Falcone venne sul set
a complimentarsi
ma io alla quarta
stagione feci morire il
commissario Cattani: k Quarant’anni fa
ero stufo di cadaveri Michele
g g
Placido con Barbara De
Rossi nella Piovra 1, marzo 1984.
Cronaca
L’intervista
di Concetto Vecchio
detto che ero troppo buono, troppo
fesso...».
Cosa accadde in quel pranzo?
«Può immaginare. I miei fratelli mi
dicevano, “compriamo una casetta a
mamma a Roma!”, “Michele non
essere stupido!” Eh, le famiglie
meridionali». (Ride)
Gliela comprò la casa?
«Sì, settanta metri quadri in via
Ostia».
Che rapporto ha avuto con sua
madre?
«Ci parlo ancora adesso che non c’è
più».
E cosa le racconta?
«Le dico delle cose che faccio, della
vecchiaia che avanza, spesso chiedo
L’ideatore e produttore creativo fu
Sergio Silva. Durò dieci stagioni, la
fiction italiana più vista al mondo
pagina 17
j Attore e regista
Michele Placido, 78 anni.
A 18 anni entrò in Polizia,
partecipando da
agente alla battaglia
di Valle Giulia
È religioso?
«Non più. Però mi è rimasto il piacere
di sostare nelle chiese, d’estate, con
un libro o una sceneggiatura».
E perché?
«Ho bisogno del silenzio. Ma forse sto
divagando. Dove eravamo rimasti?».
Al successo della Piovra.
«Ah, ecco. Lo sa che quando vado al
mercato, qui al Trionfale, mi
approcciano ancora in siciliano?
Parlano al commissario Cattani».
La quarta Piovra venne vista da
17 milioni di spettatori, poi però lei
muore.
Filippo Nativo
«Lo feci morire. Fu un suicidio. Non
ne potevo più di chinarmi sui
cadaveri».
Non era piacevole essere un sex
symbol?
«Un attore non deve solo piacere al
pubblico, deve anche dispiacere».
Un attore deve avere anche un
dolore?
«Per forza. Cattani aveva qualcosa di
dostoevskiano».
Lei ha avuto cinque figli da tre
donne diverse.
«Ma con tutte sono rimasto in
buonissimi rapporti. Con la mia
prima moglie, Simonetta Stefanelli,
ci vediamo a pranzo».
Perché vi separaste?
«Io ricorrevo sempre al farmacista
per la pressione alta, Simonetta per
vari malanni. Un giorno lui mi prese
in disparte: “Inutile che veniate da
me, vi dovete lasciare!” Aveva
ragione».
Come ha conosciuto sua moglie,
Federica Vincenti?
«Mi invitarono a recitare al suo paese,
a Parabita, nel Leccese. Il sindaco,
dopo lo spettacolo, mi disse che c’era
una ragazza di 19 anni che voleva
entrare alla Silvio D’Amico. Qualche
giorno dopo venne a Roma, con i
genitori. Mi limitai a darle qualche
consiglio». consiglio».
Che tipo era sua madre? E poi?
«Sapeva tutto di noi. Una volta dissi a «Non seppi più niente. Un anno dopo
Damiani che molti colleghi andavano mi invitò per assistere al suo saggio
dall’analista. “Dovresti andarci anche finale: ce l’aveva fatta».
tu!” Ma io parlo già con mia madre, gli Colpo di fulmine?
risposi». «Eh! Solo che io avevo 53 anni, e lei
Sua madre analista? 20. Non osavo propormi...».
«Nei nostri chiassosi pranzi Suvvia.
litigavamo di continuo. Mia madre «Ci ritrovammo con le rispettive
non prendeva mai posizione. Era il famiglie contro...».
suo modo di difendere il nido. Nello Non pesa la differenza di età?
scontro poi le tensioni magicamente «A una certa età si tiene il bene che è
si componevano». nato tra due persone. Federica è la
Com’era crescere ad Ascoli donna della mia vita. Abbiamo un
Satriano? figlio che quest’anno farà la maturità.
«Ho pochi ricordi. A nove anni scelsi Oltre che attrice, è diventata anche
di andare in collegio dai preti». una bravissima imprenditrice
teatrale e produttrice
cinematografica».
Lei da giovane ha fatto il
poliziotto, l’ha mai usato il
manganello?
Anch’io quando ero «Una volta, alla Sapienza. Rincorsi in
un bar una studentessa, la stavo per
poliziotto fui tentato colpire, lei mi guardò atterrito, “ma
di usare cosa fai?”, il barista mi aggredì.
Balbettai “sono ordini!”, ma mentre lo
il manganello dicevo mi vergognavo...».
Come finì?
ma poi rinunciai «Il barista mi offrì il caffè, la ragazza
mi diede il suo numero di telefono».
Perché il mondo dello spettacolo
Non sono più ha così paura di esprimersi sul
potere di destra?
religioso ma mi piace «Perché siamo anche imprenditori.
fermarmi in chiesa Ma io penso che bisogna continuare a
fare film scomodi, pur nel dialogo
a leggere un libro con le istituzioni».
Pensa di avere realizzato i suoi
o un copione: sogni di ragazzo?
cerco il silenzio
«Quando vedo i figli crescere penso
che sono servito a qualcosa».
Ha paura della morte?
«Ma no. La vita mi ha saziato».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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18
Il governo dimentica il bonus fiscale
le medie aziende crollano in Borsa
Negli ultimi due anni
di boom di Milano
deludono small e mid
cap: colpa dei Pir
di Andrea Greco
MILANO — Un anno di polemiche per
partorire il Ddl capitali, norma bi-
zantina, tutta da attuare (con decre-
to del Tesoro) e sgradita agli investi-
tori. Ma la nuova legge, nata per vei-
colare il risparmio in Borsa e che fini-
rà soprattutto per rendere meno fa-
cili le nomine dei cda con le “liste de-
gli uscenti”, neanche prova ad argi-
nare il collasso dei Pir, che da un an-
no piomba i grafici delle piccole e
medie imprese. Il nerbo d’Italia, in
teoria: solo che da due anni in Borsa
o perde terreno o resta fermo, a
guardare un indice Ftse Mib delle
blue chip salito del 26,5% grazie ai
rialzi di banche e colossi industriali.
I bilanci 2023 delle Pmi usciranno
a breve, ma per molti operatori il
problema non è legato a un eventua-
le calo degli utili, piuttosto di tipo
tecnico, per la scarsa liquidità che
inaridisce i titoli più sottili. Pochi li
comprano e molti li vendono, dato
che dal gennaio 2023 si può disinve-
Molte aziende si sono
quotate grazie
ai Piani individuali
di risparmio
stire dai Pir sfruttando i benefici fi-
scali previsti per le persone fisiche
italiane che dal 2017 li possedessero:
esenzione totale sulle plusvalenze e
zero tasse di successione. Fu, allora,
un successo, che attirò oltre 20 mi-
liardi di euro e fece confluire — così
prevedevano i “Piani individuali di
risparmio” — più di 3,5 miliardi sui ti-
toli che non compongono il paniere
maggiore Ftse Mib, e da allora devo-
no ai Pir un ottavo della loro capita-
lizzazione. Ma i deflussi dai Pir, che
già tra il 2019 e il 2022 li ridussero di
2,6 miliardi, nel 2023 sono stati di al-
tri 2,6 miliardi. Oggi restano 16,3 mi-
liardi di Pir, e a ogni riscatto chiesto
dai clienti ai gestori tocca liquidare
la posizione, deprimendo le quota-
zioni.
Nell’ultimo anno il Ftse Italia
Small Cap ha perso, per questa ra-
gione, il 9,28%, il Ftse Italia Growth
delle imprese più piccole è sceso del
14,52%, il Ftse Mid Cap è salito del
2,99%. Tutto a fronte di un listino (in-
dice All-Share) cresciuto del 17,68%,
e del 19,5% per le sole blue chip. In
Europa l’indice Msci Europe Small
Cap, privo dell’effetto scalone dei
Pir, è perfino in crescita (+1,1%) l’ulti-
mo anno. Anche nel 2024 la diver-
Economia
genza continua, con il Ftse Mib che
cresce di quasi il 10% in più rispetto
agli indici minori. «La liquidità delle
blue chip l’ultimo mese è in crescita
del 6,3% sull’anno. Il quadro è più
preoccupante per i piccoli: la liquidi-
tà per le mid cap è scesa del 3,1% su
anno, e del 26,7% per le small cap,
molto deboli nel mese», notava In-
termonte nell’Italian Mid Small
Caps di febbraio. Tre reginette di
Piazza Affari come Elica, Servizi Ita-
lia e Cy4Gate, nel mese, hanno per-
so dal 15 al 20%. Intermonte ritiene,
però, che «diversi titoli hanno eccel-
lenti prospettive di crescita e valuta-
zioni generalmente interessanti: chi
supporta la trasformazione digitale,
le utilities, alcuni industriali con in-
vestimenti a lungo termine e i consu-
mers con buon posizionamento e po-
tere di prezzo». Anche Kairos, nella
nota di febbraio, considerava «la sot-
di Sara Bennewitz
milano — Italiaonline riduce il
debito, cancella la dipendenza
dagli elenchi telefonici, torna a
crescere, pianifica nuove acqui-
sizioni e studia il ritorno a Piaz-
za Affari come un’azienda esclu-
sivamente digitale. Il gruppo na-
to nel 1994 da una start up finan-
ziata da Olivetti, ha cambiato
pelle attraverso una serie di ac-
quisizioni e passaggi di proprie-
tà, dall’acquisizione da parte di
Infostrada (1998), allo spin off di
Libero.it da Wind (2011), all’ac-
quisizione di Matrix da Tele-
com Italia (2012), all’acquisizio-
ne di Moqu Adv (2015), per arri-
vare alla fusione per incorpora-
zione di Seat Pagine Gialle
(2016).
La società che fa capo al grup-
po di Naguib Sawiris era quindi
uscita dal mercato con un’Opa
nel 2019, che era stata finanzia-
ta prettamente a leva, carican-
i mercati
I punti
1
Corsa a vendere
Dal gennaio 2023 si può
disinvestire dai Pir
sfruttando i benefici
fiscali previsti per chi li ha
dal 2017: esenzione sulle
plusvalenze e zero
successione
2
Il successo sul paniere
I Pir (Piani individuali di
risparmio) furono un
successo attirando oltre
20 miliardi di euro e
facendo confluire 3,5
miliardi sui titoli fuori
dal paniere Ftse Mib
Servizi digitali
Italiaonline cresce
senza Pagine Gialle
e vuole quotarsi
do il gruppo di 260 milioni (una
leva pari a 5 volte il mol). A fine
2023, dopo l’uscita dei fondi cre-
ditori, ex azionisti di Seat, il
gruppo ha ridotto i debiti a 98
milioni con una leva pari a 1,5
volte.
Forte di una rafforzata strut-
tura di capitale, e grazie a un au-
mento di capitale da 10 milioni
da parte dell’azionista, che è
pronto a investirne altri 10 mi-
lioni, il gruppo guidato da Ro-
berto Giacchi ha ultimato la ri-
strutturazione e ora punta a
consolidare la crescita, sia nella
divisione media della raccolta
Domenica, 10 marzo 2024
to-performance delle società a pic- propose 10 misure al governo per
cola e media capitalizzazione un fe- rendere più efficiente la Borsa. Al
nomeno transitorio, destinato a numero 2 c’è «eliminare l’unicità
esaurirsi presto creando una delle per i Pir ordinari e valutare iniziati-
opportunità d’acquisto più interes- ve necessarie a evitare che si ripeta-
santi per il segmento da anni». E ve- no i recenti fenomeni di disinvesti-
deva «un primo segnale incorag- mento causati dall’entrata in vigore
giante dall’indice Russell 3000, tor- dei benefici fiscali a 5 anni dalla sot-
nato sui massimi storici». Ma è un in- toscrizione dei primi Pir». Al nume-
dice di Pmi degli Usa. Mediobanca ro 3 c’è «valutare le iniziative neces-
Securities, giorni fa, nel registrare al- sarie per incrementare l’allocazione
tri 163 milioni di euro di deflussi net- potenziale su mid-cap quotate dei
ti dei Pir a gennaio ‘24, notava: «I de- “Pir alternativi”, allargando la pla-
flussi continueranno a penalizzare tea dei potenziali investitori alle per-
liquidità e prezzi delle Mid Cap, in sone giuridiche e introducendo mi-
un quadro di crescente incertezza sure fiscali simili a quelle per gli in-
macro e politica monetaria restritti- vestimenti in Pmi innovative». I Pir
va che non lascia ipotizzare inversio- alternativi, lanciati nel 2018 per af-
ni di tendenza nei prossimi mesi». fiancare i Pir, non hanno mai sfonda-
Tocca sperare nell’ennesima rifor- to perché destinati a investimenti
ma: così fa il “Manifesto per lo svilup- “illiquidi”: nel primo trimestre 2023
po del mercato dei capitali”, firmato sono stati solo lo 0,13% dei fondi ven-
da 150 operatori e che due mesi fa duti in Italia.©RIPRODUZIONE RISERVATA
Energia, in Lombardia riassetto da 1,2 miliardi
Enel cede ad A2a parte della distribuzione
Riassetto nel mercato elettrico in Lombardia: la multiutility A2a acquisterà
da Enel per 1,2 miliardi le attività di distribuzione della provincia di Milano
(con esclusione di pochi comuni della cintura Nord) e, nel bresciano, della
Valtrompia. In totale, circa 800.000 punti di distribuzione, circa 5.000 km
di cavi in media tensione, oltre 12.000 km cavi in bassa tensione, circa
9.500 cabine secondarie e 60 cabine primarie. Questi asset verranno
conferiti in una società di nuova costituzione, di cui A2a acquisterà il 90%.
Mentre e-distribuzione, controllata di Enel, deterrà il restante 10%. Tra A2a
ed e-distribuzione verrà inoltre stipulato un patto parasociale che, tra le
altre cose, includerà un meccanismo di clausole incrociate di opzione di
acquisto e di vendita che hanno come oggetto la partecipazione del 10%.
L’ad di A2a Renato Mazzoncini ha parlato di «un passo molto importante
per la crescita del Gruppo nella gestione di infrastrutture strategiche».
Mentre Enel sottolinea come l’operazione sia «coerente con l’obiettivo di
sostenibilità finanziaria del gruppo; lo stesso piano prevede circa 12,2
miliardi di euro di investimenti nel triennio per le reti in Italia, a beneficio
dei 31 milioni di utenti finali che e-distribuzione continuerà a servire».
R4924_ITALYPHOTOPRESS/IPP
ne di valore. «Il nuovo piano in-
dustriale appena approvato,
prevede da qui al 2027 una cre-
scita media dei ricavi su base or-
ganica del 4% che ci porterà a
350 milioni — spiega Giacchi —
con un margine lordo in aumen-
to del 5,5% che fa aumentare la
redditività dal 14 al 16% del fat-
turato a quota 55 milioni di eu-
ro, a fine piano è previsto il ritor-
pubblicitaria online (circa un no della quotazione in Borsa».
terzo dei ricavi), sia nei servizi Nel 2023 il fatturato era infat-
digitali alle pmi che sono il cuo- ti tornato a circa 300 milioni,
re del fatturato. con una redditività di circa il
«Nel segmento dei servizi digi- 14% (e un mol di circa 43 milio-
tali tricolori per le pmi, Italiaon- ni). Un ottimo risultato conside-
line — ricorda Giacchi — ha co- rando che quando 5 anni fa l’a-
munque una quota di mercato zienda ha salutato Piazza Affa-
importante pari al 10%. Ed è pro- ri, sui 300 milioni di ricavi di al-
prio su questo segmento, da lea- lora, 75 dipendevano dagli elen-
der tricolore, puntiamo a conso-
iz
chi cartacei, che ora sono com-
lidare la crescita con nuove ac- pletamente migrati online. Un
.b
quisizioni». Operazioni che po- progetto che è piaciuto anche
st
trebbero essere finalizzate sia alla Cdp, tanto che ha partecipa-
po
per cassa, sia in azioni, incenti- to all’ultimo round di finanzia-
vando i fondatori-venditori a mento del gruppo.
er
partecipare alla nuova creazio- ©RIPRODUZIONE RISERVATA
ov
.
Domenica, 10 marzo 2024
Italia nel mirino degli hacker
impennata di cyberattacchi
Crescono gli investimenti contro i pirati informatici a caccia di riscatti ma lo scudo non basta
Nel 2023 il numero di imprese violate è cresciuto del 65% rispetto al 12% della media globale
di Alessandro Longo
Povere aziende italiane, sempre più
colpite e affondate da attacchi cy-
ber, compiuti da criminali che, per
giunta, tendono a essere legati a re-
gimi dittatoriali. Eppure, gli investi-
menti in sicurezza (cybersecurity)
continuano a crescere, ormai a livel-
li record. È il paradosso dietro a due
rapporti usciti a marzo: degli osser-
vatori del Politecnico di Milano e
dell’associazione italiana cyberse-
curity Clusit. Colpisce ad esempio,
secondo i dati Clusit del 2023, che
siano aumentati del 65% gli attac-
chi che hanno provocato danni alle
aziende italiane (sul 2022); l’aumen-
to è invece “solo” del 12% su scala
globale. Insomma, le aziende italia-
ne stanno soffrendo molto di più
delle altre. «I danni maggiori vengo-
no dal blocco dei computer nell’a-
zienda, ossia paralisi della produtti-
vità, per colpa del ransomware»,
spiega Claudio Telmon del Clusit.
Sono software usati dai criminali
per bloccare i computer delle vitti-
me e poi chiedere un riscatto per lo
sblocco; il ransomware tende an-
che a rubare i dati da quei compu-
ter, esponendo quindi le aziende a
ulteriori danni, di proprietà intellet-
tuale o reputazionale.
Eppure le aziende italiane inve-
stono sempre più per proteggersi.
Secondo il rapporto 2024 degli os-
servatori del Politecnico di Milano
nel 2023 il mercato italiano della cy-
bersecurity ha raggiunto un record:
2,15 miliardi di euro, +16% rispetto al
2022. Il rapporto tra spesa in cyber-
security e pil in Italia si attesta allo
0,12%, contro lo 0,1% del 2022.
Questo paradosso ha tante spie-
gazioni. Intanto, c’è da dire che no-
nostante l’aumento in spesa l’Italia
è ancora all’ultimo posto nel G7: a
grande distanza dai primi in classifi-
di Sarah Martinenghi
torino — Il vademecum con dieci
suggerimenti anonimi, trovato nella
cantina dello studio del commercia-
lista Gianluca Ferrero, spiega come
«creare una valida prova» che la resi-
denza di Marella sia rimasta in Sviz-
zera e blindarsi così dalle rivendica-
zioni di Margherita già in atto dal
2007: serve alla Procura per dimo-
strare «la strategia» dell’indirizzo fi-
scale fittizio. Lo schemino della se-
gretaria della vedova dell’Avvocato
che riassume “Una vita di sposta-
menti” corrobora l’ipotesi: riepilo-
ga, anno per anno, i giorni da lei tra-
scorsi in Italia. Ma punta dritta alla
Dicembre l’indagine della procura
di Torino, con un’ipotesi messa nero
su bianco nel nuovo decreto di se-
questro notificato anche a John, La-
po e Ginevra Elkann: le carte sono
necessarie per «ricostruire le vicen-
de» che hanno interessato la cassa-
forte di famiglia, in particolare «la
cessione di quote» tra Marella e i ni-
poti, che «paiono rivestire carattere
la sicurezza
I numeri
2,15 mld
Gli investimenti
Secondo i dati raccolti dal
Politecnico di Milano nel 2023
il mercato della cybersecurity
ha raggiunto i 2,15 miliardi di
euro, +16% rispetto al 2022
0,34%
La distanza dal G7
Il primo Paese per
investimenti in cybersicurezza
sono gli Usa con una spesa
pari allo 0,34% del Pil. L’Italia
con lo 0,12% è l’ultimo Paese
del G7
Usufrutto o nuda proprietà
il faro dei pm sulla Dicembre
e le quote di Marella Agnelli
di atti simulati». Tutti documenti
che riportano «all’origine della deci-
sione presa dalla famiglia Agnelli di
far transitare l’eredità dell’Avvoca-
to direttamente in capo a John,
escludendo la figlia Margherita». De-
cisione che, per l’accusa, ha portato
a condotte «criminose, complesse e
risalenti nel tempo». Lecite, invece,
per la difesa, perché tutte conse-
guenti alla comprovata residenza in
Svizzera di Donna Marella fin dagli
anni ‘70.
Sono tre le «opacità» che i pm Giu-
lia Marchetti, Mario Bendoni e l’ag-
giunto Marco Gianoglio descrivono
nell’atto. La prima: «Ad oggi non è
Economia
ca: Stati Uniti (0,34%) e Regno Unito
(0,29%), ma anche da Francia o Ger-
mania (0,19%).
Nel frattempo, le aziende e le pub-
bliche amministrazioni italiane con-
tinuano a digitalizzarsi: un proces-
so inevitabile, per restare competiti-
ve ma che espone a rischi informati-
ci crescenti. «Si pensi alla manifat-
tura: molti macchinari prima erano
scollegati dalla rete; ora devono es-
sere online per poter usufruire, via
cloud, di servizi di manutenzione
predittiva che riducono la percen-
tuale di guasti», spiega Telmon. E la
manifattura è un settore vitale per
l’economia italiana. Per altro, «con
il continuo spostamento della mala-
vita internazionale su internet, gli
attacchi diventano più numerosi e
aggressivi».
Per di più, «molti attacchi di cy-
ber criminali sono fiancheggiati da
regimi dittatoriali, per motivi di pro-
paganda anti occidentale come fa
la Russia; o a scopi di furto di pro-
L’inchiesta
di Sarah Martinenghi
prietà intellettuale, com’è nel caso
della Cina», spiega Telmon. Ci sono
diversi rapporti dell’Fbi che prova-
no la correlazione tra regimi e cy-
bercrime, nonostante le smentite ci-
nesi.
A fronte di questo fenomeno, l’au-
mento di spesa dalle nostre in dife-
sa è insufficiente; di fatto i numeri
confermano il ritardo rispetto agli
altri Paesi. Pesa anche che «il tessu-
to industriale italiano è basato sulle
pmi. Per una piccola azienda è più
difficile investire in modo adeguato
in cybersecurity per motivi di eco-
nomie di scala e di competenze in-
terne difficili da avere», spiega Tel-
mon.
Come si esce da questo parados-
so? «I piccoli soggetti dovrebbero
quanto più possibile consorziarsi
per fare difesa comune. E utilizzare
servizi in cloud, per una trasforma-
zione digitale più efficiente», dice
Telmon.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
stata acquisita prova del pagamen-
to del prezzo» della vendita delle
quote della Dicembre. La seconda:
ci sarebbero «profili di apocrifia del-
le firme» in alcuni documenti. La ter-
za: è da accertare se Marella, ceden-
do la sua parte, ne abbia tenuto «l’u-
sufrutto oppure la nuda proprietà».
Questo perché «è emerso il contra-
sto» tra ciò che ha documentato Fer-
rero nel 2010 durante il processo
verbale di constatazione (atto finale
della verifica dell’Agenzia delle En-
trate) in cui la partecipazione nella
Dicembre «era posseduta solo a tito-
lo di nuda proprietà», e quanto inve-
ce prodotto da Elkann e dal commer-
pagina 19
Affari&Finanza
I re dei chip
alla conquista
dei mercati
I giganti dei chip, campioni di in-
vestimenti e di super-performan-
ce: da Nvidia ad Asml - la versio-
ne europea dei super processori
- sono i protagonisti della rivolu-
zione tech che ruota intorno al-
l’intelligenza artificiale nel servi-
zio di copertina di Affari&Finan-
za in edicola domani con Repub-
blica. Si parla anche della rincor-
sa di Apple ai big dell’Ai, dopo gli
anni spesi nello studio dell’auto
elettrica (ora accantonata). Altro
tema sotto i riflettori le tentazio-
ni “sovraniste” del governo Melo-
ni nella gestione del debito pub-
blico. Il successo del Btp Valore
ha confermato che la strategia di
favorire la sottoscrizione diretta
di titoli di Stato da parte delle fa-
miglie, anche con le esenzioni ai
fini del calcolo dell’Isee, sta ri-
scuotendo successo presso i ri-
sparmiatori a caccia di rendi-
menti. Ma quanto potrà andare
avanti il travaso dai conti corren-
ti al debito pubblico? E davvero
è solo un’opportunità? Analisi e
interviste cercano di rispondere
a questi interrogativi mentre, a li-
vello internazionale, si investiga
il mondo del gas. Dove l’import
europeo di energia dalla Russia
è stato quasi del tutto sostituito
da Uk e Norvegia. Per quanto ri-
guarda i temi di finanza, infine,
servizi sui nuovi Eltif, a metà stra-
da tra i fondi comuni e il private
equity. Ora, grazie alle nuove di-
sposizioni, più vicini anche al
mondo del retail.
cialista, 10 anni dopo, alla camera di
Commercio, ovvero «l’usufrutto sul-
la base delle scritture non autentica-
te del 2004».
Chiarire il reale «titolo giuridico»
è dirimente per determinare quali
tasse andassero pagate e quindi sia-
no state, nell’ipotesi di accusa, eva-
se al fisco. Tra i documenti trovati
nel caveau del nipote prescelto per
capitanare la Dicembre (il cui asset-
to, per gli avvocati, “non può in al-
cun modo essere alterato”), ci sono
mail che per i pm potrebbero porta-
re «a ulteriori società off shore vero-
similmente appartenute a Gianni
Agnelli di cui è necessario verificare
il passaggio a Marella e poi ai fratelli
Elkann». Ma anche quattro lettere:
due di Margherita sui passaggi di
quote (una al figlio John, il 20 marzo
2003 e l’altra alla madre, senza da-
ta), una missiva dell’ex compagna di
Gianluigi Gabetti in cui si parla del
patrimonio dell’Avvocato e della fi-
gura del suo storico consulente, da-
tata 25 agosto 2014, e un’altra firma-
ta a ottobre 2018 da una certa, e mi-
steriosa, “Mimma” . ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Domenica, 10 marzo 2024 Commenti pagina 21
Posta e risposta di Francesco Merlo Invece Concita

Gli elettori
Sardi e abruzzesi, più diversi che simili cosa serve
lo sanno
Investigare e spiare, la linea di confine i politici no

Caro Merlo, la Signora Todde ha ricordato una frase Schlein! Il miracolo in Sardegna l’ha fatto lei,
Lettere
Via Cristoforo
Colombo 90
di Enrico Berlinguer: sardi e abruzzesi sono fratelli.
Pensi lei come sono contento! Minatori e pastori di
greggi. Uniti nell’umiltà e in una antica povertà ma
riuscendo a coesistere con Conte: un camaleonte
insopportabile dentro il quale, temo, vi sia il nulla
pensiero ( politico).”Non si capisce nulla “,ha
Gente
00147 mai domi. Testardi da gara mondiale. Aperti ma con
giudizio. Siamo capaci di dare del tu a tutti, anche al
Presidente della Repubblica. Le posso assicurare
esclamato una contrariata Gruber, di solito
equilibrata.
Andrea La Francesca ( Novara)
al voto
che è successo. Io non credo che far venire in “Capire che non c’è niente da capire” cantava nel
Abruzzo la Signora Todde sia stato un errore. Non si 1974 Giorgio Gaber nella sua “La ragnatela”, subito di Concita De Gregorio
fa così quando hai vicino un uomo o una donna aggiungendo: “Ma non è ancora capire”. Conte è
fortunata e la tocchi? Porta fortuna. Speriamo. una ragnatela: “Una ragnatela nel vuoto” scriveva
Piero Orrù Sciascia in Todo modo (Adelphi) nello stesso 1974, ensa che meraviglia sarebbe se
E-mail Le speranze sono buone. Ma penso che Alessandra ma quelli erano “fili d’oro”. Qui la materia è la politica servisse a risolvere i
Per scrivere a
Francesco Merlo
francescomerlo
@repubblica.it
Todde abbia vinto anche perché Elly Schlein ha
avuto la generosità di lasciarla molto spesso
lavorare da sola. Si sa che i sardi sono tutti un po’
indipendentisti. Luciano D’Amico è stato meno
fortunato. Mi auguro che vinca lo stesso, anche
perché, a parer mio, abruzzesi e sardi si
degradata.

Caro Merlo, David Parenzo è stato cacciato da una

somigliano meno di quanto differiscano. Il sardo
Enrico Berlinguer a parte, ovviamente. Certe frasi
poteva pronunciarle solo lui. Forse perché era
come Shakespeare secondo Borges (che qui mi
permetto di aggiustare appena appena):
“Somigliava a tutti gli italiani tranne nel fatto che
somigliava a tutti gli italiani”.
Caro Merlo, capisco che il codice penale non possa
essere impunemente violato, ma quasi quasi viene
voglia di proporre per un premio chi ha fornito
informazioni riservate su politici e pubblici
amministratori.
Carmine Meoli-Cautano ( Bn)
Si unge di peste la spiata dell’avversario politico,
ma è vero che, senza mai violare, come lei dice, il
codice penale, il giornalismo investigativo ha la
stessa natura dello spionaggio avvolgente ed
ecumenico (e in questo caso addirittura
coincidono). E infatti spesso viene premiato.
Caro Merlo, il 7 marzo ho sentito Conte a Otto e
mezzo dalla Gruber e mi sono detto: povera eroica
Monopattini
E-mail
Per scrivere alla nuovi barbari
redazione
rubrica.lettere Antonio Taraborrelli
@repubblica.it Pescara
Li trovi buttati in ogni angolo
manifestazione della Sapienza al grido di “ebreo
fascista”. Perché?
Marietta Bianca — Roma
P problemi delle persone. Se una
tornata elettorale fosse
l’occasione per mettere in fila
quel che c’è da fare nelle città
nei paesi e se votare servisse a
questo: a scegliere le soluzioni più efficaci, a
David Parenzo è un giornalista molto popolare ( e eleggere chi le propone e vedere come agisce.
molto simpatico), placidamente ma Vedere le cose che cambiano, intanto, la vita che
orgogliosamente di sinistra. Come ha detto ieri migliora. Invece no, invece no. Ogni volta è una
Marco Taradash nella rassegna stampa di Radio parata di comizianti, a questo giro il governo
Radicale: “è ebreo e non è fascista, dunque è stato quasi per intero e mezzo parlamento si è recato
cacciato perché è ebreo”. sul posto (molti per la prima volta nella vita,
quasi tutti portati da autisti, andata e ritorno in
Caro Merlo, è una questione di fede, forse si cambia, mezza giornata) a far promesse, a dire quanto
ma da noi è sempre successo, anche sono scarsi gli altri e quanto invece siamo meglio
metaforicamente, trascorrere da speriamo bene a noi, fidatevi.
spariamo meglio. Gente d’Abruzzo. Voi come stanno le cose lo
Franco Palmieri — Roma sapete: come vanno le scuole, la sanità pubblica,
Immagino che il suo “spariamo meglio” si riferisca le strade e i mezzi di trasporto, i servizi di
alle stupidaggini. Io penso che le spara di più chi assistenza, se c’è un pronto soccorso vicino a
spera di meno casa, un luogo dove possano nascere i bambini o
stare bene gli anziani. La sicurezza, la
Caro Merlo non solo è una frase fatta, ma è anche criminalità, la corruzione, i diritti di chi ha
una immagine orrenda. Che ne direbbe di meno. Noi che viviamo altrove no, non lo
ghigliottinare ”buttare via il bambino con l’acqua sappiamo: noi abbiamo letto al massimo,
sporca”? cercando bene nelle pagine secondarie, di alcuni
Gianni Ingrascì Treviso problemi di caduta massi, di una tappa del Giro
Ghigliottina. d’Italia a rischio, di una strada per Roma che di
©RIPRODUZIONE RISERVATA certo, state sicuri, si farà. Prima o dopo si farà.
Tuttavia sono ragionevolmente sicura che
quando vi alzate la mattina non sia il vostro
terreno a un altro cammino, in colleghe-mamme assenti, primo pensiero, quello: forse gli asili, forse il bus
un mondo sconosciuto e forse perché una donna senza figli che vi porta al lavoro, trovare un lavoro, una
per questo affascinante. Dopo sembra non abbia altro da fare risonanza da fare, vostra madre che non può più
Vittorio, anche Paolo Taviani ci se non lavorare. Nel pubblico, scendere le scale e chi le porta la spesa. Voi lo
ha lasciati orfani di un cinema conta maggiormente avere una sapete, cosa vi serve e chi avete davanti. È
inflessibile e svincolato da ogni famiglia piuttosto che il merito l’unico potere che avete, esercitatelo: andate a
artiglio politico. Nei loro film si e l’esperienza: una donna senza votare.
racconta l’esistenza di tutti i figli, nella scuola, si trova più ©RIPRODUZIONE RISERVATA

della città, spesso ingombrano
strade e marciapiedi,
ostruiscono il nostro cammino,
sono i relitti della nuova
inciviltà tecnologica . Parlo di
monopattini e bici elettriche a
noleggio, lasciati in ogni dove
senza nessun senso logico,
senza nessun rispetto per
l’incolumità dei cittadini e il
decoro urbano, senza il minimo
accenno di buonsenso e di
civismo. Sono i nuovi barbari
metropolitani, nuovi esseri
urbani silenziosi e a trazione
elettrica.
In memoria
di Taviani
Fabio Sicari
L’altro anello dell’indissolubile
catena artistica ha ceduto
definitivamente il passo
giorni, fatta di piccole ma facilmente a perdere il posto Scrivete a concita@repubblica.it
fondamentali cose. Dove ogni nel caso di una riduzione di
urlo è una riflessione. Di Paolo organico. Mi sembra che, nel
Taviani è stato scritto che si riconoscere i diritti di una
presentava con la sua parte delle donne, ci si Pietre
semplicità austera.
Sottoscrivo.
dimentichi dell’altra parte,
quella che ha poca voce perché Nuove identità
non incarna i tradizionali
valori della famiglia. di Paolo Berizzi
I diritti delle donne
senza una famiglia Un film per S i intitola “Nuove identità meticce” , è una
cinque giorni cinematografica - con cena
comunitaria - contro le discriminazioni e il
Martina Rossi i ragazzi scomparsi razzismo. Il progetto - promosso dalle
associazioni Les Cultures, Spazio Condiviso e
Sono un’insegnante della Gabriele Salini Dinamo Culturale e finanziato dall’Unar
scuola secondaria. Ho aderito (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) -
anche io allo sciopero, indetto Ogni anno decine di migliaia di si svolgerà dal 15 al 26 marzo tra Lecco e
nella giornata della donna. Si bambini scompaiono. Per la Calolziocorte in occasione della XX Settimana
parla di tanti diritti legati alla maggior parte sono stranieri. contro il razzismo. I film in programma sono
discriminazione di genere, ma Di recente il film Sound of stati pensati per sensibilizzare la cittadinanza
pochissimo di quello di una freedom ha affrontato il sulla valorizzazione delle diversità e per
donna a non avere figli. delicato tema della sparizione combattere ogni forma di pregiudizio.
Spesso, così come nella società, di bambini e adolescenti. Una Attenzione puntata in particolare sul fenomeno
nel settore pubblico, conta piaga troppo spesso migratorio e sulle seconde generazioni.
molto essere madri lavoratrici: sottovalutata e rispetto alla pietre@repubblica.it
ci si ritrova a sostituire le quale si fa ancora troppo poco.

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Laura Pertici, 10126 Torino; è stata di 115.264 copie • Pubblicità. A. Manzoni & C. il costo massimo della telefonata da rete fissa è dii 14,26 cent. al minuto
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22 Commenti Domenica, 10 marzo 2024

L’amaca Occasione progressista in Abruzzo

Vuoi mettere
i Rettiliani
Speranza contro paura
di Michele Serra di Antonio Scurati

I l mondo va a destra, il mondo si è incattivito, il mondo

el suo primo rapporto ufficiale
è invecchiato. Ce lo ripetiamo spesso, ultimamente,
nelle nostre serate tristi. Ed è verò, è indubbiamente
vero. E’ vero fintanto che continuiamo a ripetercelo
atteggiando le labbra a una smorfia malinconica. E’
particolarmente vero per l’Italia, un grande Paese
economicamente in decrescita da decenni,
industrialmente in disarmo, culturalmente in declino,
moralmente e psicologicamente depresso (gli italiani di
buona volontà lo riconoscono, i rinunciatari lo negano
accusando gli altri di calunnia anti-patriottica).
Poi, però, un bel giorno accade qualcosa. Può essere
qualsiasi cosa, perfino una inattesa vittoria elettorale
d’interesse regionale può bastare, e rinasce la speranza.
Allora la ruota reazionaria smette di girare, la macina del
futuro s’incaglia, il mondo cessa per un istante di franare
precostituiti. Il negazionismo climatico (un autentico
crimine politico), infatti, non smentisce ma conferma la
antitesi paura-speranza: i negazionisti non dicono “non
abbiate paura, non c’è vero pericolo”, dicono “non c’è
niente da fare, non è possibile deviare collettivamente il
corso della modernità, non guardate al futuro,
vivacchiate individualmente nel presente e, se vi
conforta, ripiegate su un passato immaginario”. Questo
cinismo disgraziato è l’esatta antitesi della speranza
progressista.
Da due secoli a questa parte il progressista rinnova,
invece, la sua promessa: la vita dei tuoi figli sarà migliore
della tua, e quella dei tuoi nipoti migliore della vita dei
tuoi figli; se tutti insieme ci solleveremo all’altezza delle
nostre speranze, il futuro riscatterà le ingiustizie, le
sofferenze, le delusioni del presente. Una promessa, non

N
dedicato alle presenze aliene, o
meglio alla loro assenza, il
Pentagono rende noto che “tutte le
segnalazioni sono legate a oggetti
ordinari e errori di identificazione”.
L’anonimo estensore del rapporto,
evidentemente non un piatto burocrate, attribuisce
l’immaginario pubblico sugli alieni all’eccellente
lavoro dell’industria dello spettacolo e
dell’intrattenimento di massa. Quasi come se gli
rincrescesse sgonfiare le aspettative dello spettabile
pubblico. Trattandosi di un documento di Stato,
quella vasta porzione dei social avvezza a
considerare falsa e fuorviante qualunque parola
istituzionale ne trarrà la conferma che omini verdi
con il naso a trombetta sono da tempo detenuti in un
carcere militare americano; o, ancora meglio, che
creature aliene si sono da tempo da tempo sostituite
agli umani - vedi la spassosa teoria dei Rettiliani. E
“non ce lo vogliono far sapere”, che è un po’ lo
slogan-guida dei nostri anni, l’incipit ideale del
a destra. E’ soltanto un illusione? Non necessariamente.
A patto che quella speranza venga nutrita. Sì, perché la
speranza non è un vago sentire soggettivo. La speranza è
la principale risorsa della politica progressista, la sua più
potente passione, la sua principale vocazione. Il suo
dovere morale.
Il fatto che, in questa vigilia elettorale in Abruzzo, i
leader progressisti sperino di ribaltare un pronostico a
loro sfavorevole, e che ripongano la loro fiducia nel
ritorno alle urne degli astenuti, elettori delusi, indecisi,
scoraggiati, non indica meramente una loro condizione
psicologica, indica invece un elemento specificamente
politico: la forza della speranza progressista si è rimessa
in moto.
Probabilmente le categorie novecentesche di destra e
sinistra sono oggi superate ma non lo è la antitesi tra
progressisti e reazionari. E se, tornando all’essenziale,
dovessimo individuare la differenza fondamentale tra di
essi, essa sarebbe proprio questa: i reazionari fanno una
politica della paura, i progressiti una politica della
speranza. I reazionari (oggi rappresentati dalle destre
sovraniste) conquistano consensi alimentando la paura
(a sua volta una potentissima passione politica),
a caso, rivolta innanzitutto agli ultimi, in senso sociale e
generazionale, ai deboli, agli sfruttati, ai poveri, agli
esclusi, alle donne, ai giovani. A tutti coloro i quali
avevano, e hanno, ottime ragioni per invocare il futuro,
ripudiare il passato e opporre un no ai giorni del
presente. La crisi epocale delle sinistre novecentesche è
tutta qui. Il problema non è che la promessa non sia stata
mantenuta. Il problema è che non è stata rinnovata.
Fare una politica della speranza non è affatto facile. Al
contrario, è difficilissimo. Suscitare euforia, energia
rinnovatrice, fiducioso slancio verso l’avvenire è molto
più difficile che soffiare sulle passioni tristi della paura,
del riancore, del senso di abbandono. La paura si
prepara al peggio, la speranza si affida al meglio. Il
linguaggio ce lo ricorda, ogni giorno: “Speriamo bene”.
Quante volte lo abbiamo ripetuto, magari senza troppa
convinzione? Ma dobbiamo continuare a farlo perché il
verbo sperare si coniuga obbligatoriamente con il bene.
E, allora, coraggio, donne e uomini che vi candidate a
risollevare dalla polvere la bandiera progressista. Dateci
una concreta, non effimera speranza per il mondo a
venire. E vi seguiremo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Manifesto del Partito Complottista. (Quello del Partito
Comunista, ripensandoci, aveva un inizio molto più
fantasy: un fantasma si aggira per l’Europa). A ben
vedere il problema principale del documento del
Pentagono è la drastica compressione della fantasia
cui spesso la realtà ci costringe. La scienza soccombe
alla società dello spettacolo perché non prevede,
appunto, omini verdi con il naso a trombetta, e dischi
dipingendo il futuro come un brutto posto, esasperando
le minacce di un mondo grande e terribile, farneticando
di ritorni a un passato mitizzato (la Russia imperiale di
Putin, l’America “great again” di Trump, le nostaglie
fascistoidi nostrane); prima inoculano nell’elettore il
tremore della preda (“li vedi, li senti, stanno arrivando, ti
porteranno via tutto, noi alzeremo muri per impedirlo”)
e poi aizzandolo a divenire predatore (“non devi limitarti
ad averne paura, devi odiarli, devi aggredirli”). Non c’è in

volanti che rapiscono femmine e maschi con un
ascensore fotonico e li costringono ad accoppiarsi
con creature filamentose. Il report del Pentagono
non potrebbe mai diventare un best seller. La realtà
dispone di uno spettro di possibilità infinitamente
più limitato rispetto alla fiction. Al massimo, per
movimentare la scena, gli esseri umani si massacrano
a vicenda: ma senza alcun bisogno di aiuti esterni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
ILLUSTRAZIONE DI GUIDO SCARABOTTOLO
f
questa politica nessuna attesa fiduciosa dell’avvenire, è
una politica senza promessa.
L’ultimo congresso del Partito Popolare Europeo ha,
purtroppo, evidenziato che i conservatori tenderanno Se tutti insieme ci solleveremo
sempre più a inseguire le destre reazionarie sul loro
terreno, e in particolare lo faranno sui temi epocali delle all’altezza delle nostre speranze,
migrazioni e della crisi climatica. L’immigrazione –
promessa e minaccia al tempo stesso – viene presentata
il futuro riscatterà le ingiustizie,
le sofferenze e le delusioni
g
esclusivamente nella sua faccia minacciosa.
L’ermergenza ecologica viene minimizzata e
subordinata alla tutela di interessi economici

M ar Rosso, Mar Nero e Mar

Mediterraneo sono diventati
teatri di guerra. L’ultimo attacco
L’analisi coralline più belle del mondo, già
fortemente colpiti dai cambiamenti
climatici, dall’acidificazione del

Quei tre mari sotto attacco

sferrato dai ribelli Houti dello
Yemen rischia di produrre un
gravissimo disastro ambientale se
la nave cargo britannica Rubymar,
affondata a pochi metri di
profondità nel Mar Rosso, dovesse
iniziare a perdere il suo contenuto
di 21 mila tonnellate di fosfato di
ammonio, altri fertilizzanti
dall’elevato potenziale inquinante e
carburante. Tutto ciò è pura follia.
Ad essere colpiti sono mari che
versano in difficili condizioni, già
gravemente malati, che a stento
continuano a ricoprire un ruolo
fondamentale per la salute degli
abitanti dell’intera regione del
bacino mediterraneo, tra le più
belle, popolose e ricche di storia e
cultura. Prima il conflitto in
Medio Oriente verso l’Europa.
Due anni fa è iniziata la guerra in
Ucraina che ha coinvolto un piccolo
mare chiuso come il Mar Nero,
bersagliato da ordigni bellici che
stanno distruggendo un habitat nel
quale la biodiversità era già al
collasso. L’impatto del conflitto tra
Russia e Ucraina è molto grave e
alle tante vite umane si sommano
danni ingenti all’ecosistema.
L’anno scorso 2500 delfini sono
di Rosalba Giugni
più, indispensabili alla vita e alla
sopravvivenza dell’intero
ecosistema. Naturalmente questo
non ha fatto notizia, un evento
meno importante rispetto alla
perdita di tante vittime umane.
Il Mar Nero comunica e riversa le
sue acque nel Maditerraneo, la cui
salute è già compromessa dai 10
grandi fiumi che sfociano nel suo
bacino, dall’aumento della
temperatura dovuto ai
un’altra guerra, quella in Medio
Oriente, nella quale a soffrire non
sono solo gli esseri umani. Ordigni,
missili, esplosioni devastanti,
stanno alterando un equilibrio
molto fragile che ha impiegato
milioni di anni per prodursi.
Il conflitto a Gaza da vari mesi si è
esteso, portando la sua scia di
devastazione e morte anche in un
altro bacino, quello del Mar Rosso, il
mare dei coralli, ricco di scogliere
mare dovuta all’assorbimento della
Co2 e dall’impatto antropico, si
trovano in un punto nevralgico di
commerci e trasporti marittimi
inquinanti, adesso al centro di
scontri bellici.
L’affondamento della nave
mercantile britannica e il rischio
dello sversamento di
pericolosissime sostanze
fertilizzanti e combustibile è solo
l’ultimo drammatico episodio.
Eppure il mare è ciò che rende
possibile la vita sul nostro Pianeta,
produce il 50% dell’ossigeno che
respiriamo, assorbe il 30%
dell’anidride carbonica ed è il
grande regolatore del clima.
Cosa stiamo facendo? Fino a che
punto vogliamo spingerci?
iz

Ucraina, poi la guerra tra Israele e stati trovati spiaggiati sulle sponde cambiamenti climatici, e coralline, un ecosistema Come ha detto il segretario
Hamas, e da alcuni mesi l’ulteriore del Mar Nero, un segno tangibile di dall’inquinamento antropico, straordinario che può esistere solo generale dell’Onu António Guterres
.b

fronte del Mar Rosso con i missili ciò che stava accadendo. soprattutto da plastica, tanto che in una piccola fascia del nostro stiamo procedendo a grandi passi
st

balistici lanciati dagli Houti contro Questi cetacei rappresentano solo ormai nelle reti dei pescatori si Pianeta in cui la temperatura delle verso un suicidio collettivo. Il
po

navi mercantili internazionali, che la punta di un iceberg costituito da trova più questo materiale acque è costante. pianeta continuerà il suo viaggio
sta minacciando il trasporto di tante altre specie meno conosciute, indistruttibile che pesci. Il Mare Questi animali costruttori calcarei nel Cosmo, ma senza di noi a bordo.
er

merci e di energia dall’Asia e dal ma altrettanto, se non addirittura di Nostrum si trova adesso al centro di che formano tra le scogliere ©RIPRODUZIONE RISERVATA
ov
.
Domenica, 10 marzo 2024 Commenti pagina 23
Il commento La vignetta di Biani

Le vane lezioni
del lockdown
di Concita De Gregorio

Q uattro anni. Sembra un secolo? Sembra l’altro ieri? Dipende.

Dipende da quello che vi è personalmente successo, come
sempre: quello che è successo proprio a voi, che degli altri ci
occupiamo tutti pochissimo. Se allora avete perso qualcuno che
ancora vi manca, se avete rischiato di morire, se avete capito di voi
meglio qualcosa, della famiglia dei figli, nel silenzio. Se c’è stato un
lutto, molti, una frattura con la vita di prima o se no, invece. E allora
niente, allora eccoci qua. Quattro anni esatti da quel giorno in cui ci
hanno detto tutti dentro, tutti a casa, da ora: lockdown. È un
anniversario anche questo, non lo vedo celebrato ma lo è. Eppure
sarebbe un’ottima occasione per misurarci per quello che
veramente siamo. Mettere a confronto le intenzioni con gli esiti, le
conseguenze delle cose, è un piccolo laboratorio del
comportamento umano, quattro anni sono niente e sono tutto, ci
corre dentro la capacità di migliorarsi, di comprendere, di
imparare, di cambiare. Siamo cambiati in meglio, da quando
abbiamo almeno per un momento valutato l’ipotesi di estinguerci
come umana specie? Ha generato un’epifania, il terrore? Non mi
pare. Siamo diventati più generosi, più tolleranti, più ragionevoli,
più saggi? Ci siamo resi conto e siamo dunque cambiati? Direi
assolutamente di no. Sento dire, in questi giorni di orrori di morte
di violenze e di egoismi, di vanità e di guerre spaventose: ci
vorrebbe un’altra pandemia. Lo sento dire in giro e sì forse sì, forse
hanno ragione. Un memo, per lo meno. Ma ve lo ricordate? Vi
ricordate quando non si poteva uscire se non per andare a buttare
l’immondizia a cento metri da casa, di quando morivano i genitori e
i nonni e non si potevano neppure salutare, seppellire, e si diceva è
disumano così, è intollerabile non poter piangere i morti, le
carovane delle ambulanze, i cimiteri al collasso, le cremazioni
impossibili, le bare accatastate per settimane e mesi? Quando L’editoriale
facevamo disegnare ai bambini gli striscioni “andrà tutto bene”,
tutte le case tutti i balconi, gli arcobaleni, la gente che cantava alla

La campagna europea di Putin

finestra, inizia tu finisco io, l’inno nazionale addirittura, che
commozione, in coro tra vicini che mai, mai prima si erano parlati
né guardati e ora ecco che porto io la spesa alla signora del quinto
piano, cosa vi serve, i cartelli ai citofoni, quanta struggente
solidarietà, se avete bisogno di generi di prima necessità chiedete
pure, ve li portiamo noi che abbiamo forze? E le dirette Instagram
delle celebrità che generosamente ci intrattenevano con dirette e
concerti da casa e letture di poesie, gli attori con le occhiaie
struccati spettinati, così diversi, il Presidente che non è andato
nemmeno lui dal barbiere, nemmeno io Giovanni, e gli articoli di
giornale, tutto questo ci farà diventare migliori?, e i brindisi in
zoom, i compleanni celebrati da remoto, il ferramenta solo quello
aperto e quindi tutti a dipingere inferriate, costruire strane cose di
legno, tutti di nuovo falegnami pittori e giardinieri che non
eravamo mai stati, insegnanti di sostegno dei figli soli e smarriti in
cameretta, tutti a leggere classici, a scrivere diari, a dirci ce la
faremo, ce la faremo. No perché è importante, ricordarselo. Perché
non è cambiato niente. In quattro anni da allora, tutto è solo
peggiorato. Guerre mondiali orrende, carneficine. Da Milano si
vedeva Bergamo o viceversa, ora non ricordo chi lo disse o se sia
possibile ma ci sembrò, ci credevamo. Non uscendo, non
viaggiando la qualità dell’aria migliorò enormemente, mentre nel
mondo quattro miliardi di persone stavano chiuse in casa, la metà
della popolazione mondiale, a milioni avevano in Covid a due mesi
da ora, a maggio di allora, e mezzo milione erano i morti. Si
vedevano le montagne, dalla costa le isole. Oggi Milano è tra le città
più inquinate al mondo. La terza? La sesta? Che importanza ha. Le
classifiche, che fissazione. Meglio tenere i bimbi in casa,
comunque. Ma le fabbriche hanno ricominciato a pompare polveri
e fumi, bene dunque, vuol dire che il lavoro riprende, le auto
tornano a circolare libere tutte, siete contenti? L’aria è un veleno?
Eh vabbè. Ho ripreso in mano un libro bellissimo di Edgar Morin,
l’altro giorno. “Cambiamo strada”, s’intitolava. “Le 15 lezioni del
coronavirus”, 2020. Morin, supremo pensatore del nostro tempo,
ha 103 anni. Io solo dei centenari mi fido, ormai: quando parlano
dicono sempre il vero, non hanno niente da perdere. Morin è nato
morto nel secolo scorso, 8 luglio del 1921. Lo scossero un quarto
d’ora per i piedi e ricominciò a respirare. Ancora adesso, racconta
nel libro, ha ogni tanto crisi fantasmatiche di asfissia. È bello, quel
libro. È semplice. Ha una “lezione” per ogni cosa: l’esistenza, la
condizione umana, il rapporto con la morte, la civiltà, la solidarietà
e il suo risveglio, l’eguaglianza sociale, la medicina e la scienza. Il
digitale, l’ecologia, l’economia. L’azione politica e il pensiero,
l’Europa, il pianeta, l’umanità. Lo recensimmo con gioia. Sì, saggio
Morin, grazie, sì. È proprio questa la direzione in cui dobbiamo
andare, ora abbiamo capito, ora abbiamo saputo. Non saremo più
sordidi, falsi, ipocriti, interessati, bugiardi, così egoisti. L’umana
specie è fragile, abbiamo visto e imparato, basta niente: un piccolo
microrganismo in un villaggio della Cina, per volontà o per caso
cosa importa, guarda i risultati, altro che asteroide. L’umanità si
estingue. Quattro anni, son passati: niente. Nemmeno il tempo di
finire le elementari, se sei un bimbo. Nemmeno il tempo di
consumare un amore. E invece guarda. Come siamo scarsi. Come
siamo sciocchi e avidi, incapaci di evolvere. Ci vorrebbe un’altra
pandemia? Ma no, certo che no, per carità. Però in certi momenti,
all’ora del tg, davanti a tanta ferocia, davanti a tanta stupidità, a
tanto blablabla inutile e vanesio pensi mah. Chi lo sa. Non vi
ricordate niente, dunque? Tutto finito, inesistito, svanito? Che
memoria breve, abbiamo tutti. Quattro anni. Hai voglia a ricordare
la memoria dei secoli, il pericoloso ritorno della Storia e delle storie,
se abbiamo già dimenticato il nostro ieri. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
di Maurizio Molinari
L a campagna europea di Vladimir Putin procede a
ritmi accelerati ed a ridosso dell’Ucraina c’è un’altra
nazione della regione del Mar Nero che teme di
diventare preda delle mire di Mosca: la Moldavia.
L’accelerazione è avvenuta negli ultimi giorni. Prima il
Parlamento della Transnistria e poi la leader della
Gagauzia, Evghenia Gutul, hanno formalmente chiesto
“protezione” a Mosca. Si tratta di due regioni moldave,
ostili al governo di Chisinau. La Transnistria, ad Est,
ospita dal 1992 un contingente militare di Mosca a
garanzia dei 220 mila abitanti cittadini russi — circa la
metà della popolazione — mentre la Gagauzia ha 150 mila
residenti in maggioranza di etnia turca garantiti da
un’autonomia locale che guarda alla Russia. Tanto
l’appello da parte dei rappresentanti della Transnistria
che la visita di Gutul a Sochi — dove ha incontrato il
presidente Putin — hanno riproposto la dinamica di
popolazioni russofone o filorusse che chiedono “aiuto” al
Cremlino in maniera assai simile a quanto avvenuto in
Crimea e Donbass nel caso dell’Ucraina e, in precedenza,
in Abkhazia e Ossezia del Sud nel caso della Georgia. Si
tratta di precedenti che fanno temere alla Moldavia una
possibile aggressione militare, perché con motivazioni
analoghe la Russia invase — ed ancora occupa — la
Georgia nel 2008, giustificò l’annessione della Crimea
nel 2014 ed anche l’attacco all’Ucraina nel 2022, che
avvenne su formale richiesta delle repubbliche
autonome del Donbass.
Ma non è tutto, perché c’è un’altra coincidenza: la
Moldavia sta per iniziare i negoziati per l’adesione
all’Unione Europea — sulla base della decisione presa da
Bruxelles in dicembre — e proprio il tema
dell’avvicinamento dell’Ucraina all’Ue fu nel 2013 alla
genesi della “rivoluzione di Maidan”, ovvero la protesta
di piazza contro l’improvvisa decisione dell’allora
presidente Viktor Yanukovych di non firmare l’accordo
di associazione con Bruxelles, preferendogli l’Unione
economica euroasiatica con Mosca. Se a questo
aggiungiamo la volontà dell’Unione Europea di aprire i
negoziati di adesione con Ucraina e Moldavia proprio per
proteggerle dalle minacce in arrivo dalla Russia, non è
difficile arrivare alla conclusione che Transnistria e
Gagauzia assomigliano molto a due pedine che Putin sta
giocando sulla scacchiera del Mar Nero per ostacolare
l’allargamento ad Est dell’Ue ed al contempo per ribadire
la volontà strategica di ridisegnare l’architettura di
sicurezza euroasiatica al fine di riportare sotto
l’ombrello di Mosca tutti gli oltre 21 milioni di russofoni
che dall’indomani del crollo dell’Urss vivono in nazioni
limitrofe alla Federazione russa.
È uno scenario che allarma Ue e Nato, e spiega perché la
premier moldava Maria Sandu si è recata a Parigi per
incontrare il presidente Emmanuel Macron per suggellare
un patto di collaborazione sulla difesa che assicura a
Chisinau un immediato ombrello difensivo. Perché, come
osserva il premier polacco Donald Tusk, “la minaccia
russa nei confronti della Moldavia è un dato permanente”.
D’altra parte, il premier moldavo Dorin Recean,
nell’intervista che abbiamo pubblicato ieri, ha parlato a
chiare lettere di una “guerra ibrida” lanciata da Mosca
contro il suo Paese, con attacchi cyber, finanziamenti ed
altri stratagemmi tesi ad alimentare l’ “ansia della
popolazione” in vista delle prossime presidenziali,
puntando a favorire in ogni modo i partiti filorussi.
È interessante notare come tali mosse di Mosca
coincidano con la campagna per le elezioni europee che,
in giugno, porteranno alle nuove istituzioni di Bruxelles.
Per il semplice motivo che nell’agenda della prossima
Commissione Ue ci sarà il rafforzamento delle istituzioni
comuni al fine di affrontare l’allargamento ad Est —
Ucraina, Moldavia e Balcani Occidentali — mentre Mosca
ha evidente interesse ad impedire che ciò avvenga e
dunque opera su più tavoli: da un lato tenta di ostacolare il
negoziato di Chisinau con Bruxelles, dall’altra accelera le
operazioni militari in Ucraina per mettere sulla difensiva
Volodymir Zelensky, e infine sostiene in maniera ibrida
tutte quelle forze politiche europee — dall’Afd in Germania
a Le Pen in Francia — ideologicamente contrarie ad una
maggiore integrazione Ue.
Stiamo insomma assistendo ad una campagna europea di
Putin tesa a indebolire quanto più possibile i partner della
Ue, al fine non solo di pregiudicare la coesione interna
della Nato ma anche di innescare una nuova dinamica sul
Vecchio Continente, con Mosca interlocutrice privilegiata
di tutte quelle forze politiche che credono nella
resurrezione delle vecchie patrie nazionali. Ed è
interessante notare come il Cremlino sappia rivolgersi ad
ogni pubblico nazionale con modalità differenti, al fine di
trovare ascolto e interlocutori, puntando ad esempio in
Italia su volti comuni — studenti o artisti di strada —
campagne social o siti Internet rudimentali per costruirsi
una credibilità partendo dalle viscere dell’opinione
pubblica. Tanto su questo fronte come su quello della
Moldavia, Putin si muove con sicurezza e senza alcuna
fretta. Lasciando trapelare la convinzione di avere il
tempo dalla sua parte.
Per l’Italia, Paese fondatore dell’Unione Europea e
presidente di turno del summit del G7, questa campagna
europea di Putin si impone come un tema di primaria
importanza per la sicurezza nazionale: saranno i prossimi
mesi a dirci come intende affrontarlo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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ov
er
po
st
.b
iz
.
Domenica, 10 marzo 2024
on il primo avvi-
stamento della
C luna nuova, ini-
zia il Ramadan,
il mese sacro del-
l’Islam che chia-
ma i musulmani
di ogni paese al digiuno e alla pre-
ghiera. Due miliardi di persone,
quasi il 23% della popolazione
mondiale, due milioni solo in Ita-
lia, si asterranno da cibo e bevan-
de durante le ore diurne per tren-
ta giorni consecutivi, fino al mo-
mento dell’Iftar, il pasto colletti-
vo che si svolge dopo il tramonto,
quando i seguaci del Profeta si
mettono a tavola e mangiano in
compagnia di parenti, amici e vici-
ni.
Il Ramadan, con il suo divieto di
mangiare, bere, fumare, fare ses-
so è per i musulmani il momento
più simbolico del calendario, vi-
sto che proprio in questo periodo
dell’anno il Corano è stato rivela-
to a Maometto come «guida per
gli uomini e prova di retta direzio-
ne e salvezza». Il rispetto del Ra-
madan è considerato uno dei cin-
que pilastri dell’Islam, cioè quei
comandamenti che la religione
del Profeta considera condizione
indispensabile per potersi dire
credenti. Ecco perché sono tenu-
te a osservarlo le persone che ab-
biano superato la pubertà. A con-
dizione, però, che siano sane e ca-
paci di intendere e di volere. An-
che le donne incinte sono escluse.
Perché quello che Allah chiede è
un vero e proprio consenso infor-
mato. In sostanza è un’assunzio-
ne di responsabilità religiosa che
rinsalda il legame comunitario.
L’idea che sta dietro questa
grande penitenza collettiva è che
attraverso il sacrificio fisico ci si
avvicina a Dio. E che l’osservanza
della regola sia una forma di puri-
ficazione dell’anima attraverso il
corpo, che ogni buon seguace di
Maometto è tenuto a rispettare,
senza cedimenti e senza infingi-
menti.
Di fatto il Ramadan è uno degli
ultimi digiuni religiosi che hanno
resistito alla secolarizzazione, in-
sieme allo Yom Kippur ebraico. A
quel che resta della Quaresima cri-
stiana. E all’Upvas induista, prati-
cato da circa un miliardo e quat-
trocento milioni di indiani che di-
giunano dall’alba al tramonto alla
vigilia delle feste degli dèi princi-
pali. E in più si astengono dal cibo
due volte al mese, undici giorni
dopo la luna calante e undici do-
po quella crescente. Anche per gli
induisti rinunciare al cibo serve a
purificare il corpo per elevare l’a-
nima. La parola Upvas che indica
il digiuno significa, infatti, “sede-
re vicino a Dio”. Mentre il digiuno
del Ramadan, detto Sawm, signifi-
ca riposare.
Siamo molto vicini al severo
ascetismo dei Padri della Chiesa
come Sant’Ambrogio, San Cle-
mente, che consideravano il digiu-
no periodico un mezzo per libera-
re il corpo dalla schiavitù del desi-
derio e purificare l’anima. Molti di
loro usavano addirittura termini
come filtrare, drenare. Come se
Cultura
riti di ieri e di oggi
Quando
il digiuno
è un’arte sacra
Inizia il mese del Ramadan, periodo di astinenza che ha
per i musulmani un grande valore. E negli ultimi anni
il non mangiare a intermittenza in Occidente è una moda
di Marino Niola
eliminare proteine e carboidrati
aiutasse a eliminare le tossine del-
lo spirito.
In effetti, se si toglie il riferimen-
to al Signore — e fatti salvi il gran-
de valore spirituale del rito e il si-
gnificato del sacrificio per i fedeli
— colpisce la somiglianza con
quella liturgia del metabolismo,
del drenaggio, assurta a precetto
del fitness contemporaneo. In
realtà, i tradizionali digiuni sacri,
le astinenze devote, sembrano an-
ticipare dei comportamenti ali-
mentari che sono diventati altret-
tanti mantra della dietetica con-
temporanea come il digiuno inter-
mittente. Una sorta di Ramadan
laico, che fa milioni di proseliti in
cerca di purezza e leggerezza. E
nonostante gli scienziati nutrano
molti dubbi sui benefici di questa
astinenza autoimposta, la regola
del 16:8, cioè sedici ore a pancia
vuota e una finestra di otto in cui
si distribuiscono i pasti, assomi-
glia moltissimo all’alternanza tra
digiuno diurno e pasto notturno
del Ramadan. O alla scansione
oraria dell’Upvas induista.
In effetti esiste un minimo co-
mun denominatore che lega l’a-
scetismo religioso tradizionale al-
l’estremismo dietetico contempo-
raneo. Ed è l’aspirazione a un con-
trollo assoluto del corpo e della
mente, attraverso il cibo, o meglio
la sua limitazione. La differenza è
pagina 25
AFP
che una volta questo vivere di
stenti era un comandamento sa-
cro, oggi è una misura salutista. In
un caso lo si fa per Dio, nell’altro
per l’Io.
Quel che è certo, è che il nostro
mondo edonista e narcisista è ca-
ratterizzato da una tendenza sem-
pre più diffusa e trasversale a tra-
sformare i precetti delle religioni
antiche e moderne in regole nutri-
È uno
zionali. In decaloghi del corpo e
non più dell’anima. Perché abbia- dei cinque
mo trasformato l’etica in dieteti- pilastri
ca. E spalmato Ramadan e Quare- dell’Islam,
sima su tutto il calendario. È il
contrappasso dell’opulenza che
quei
insieme all’egolatria, il culto del-
l’apparenza, detta gli articoli di fe-
de di una purificazione che identi-
fica il male con tossine e radicali li-
beri.
Ma al di là delle somiglianze, la
differenza c’è, eccome. Perché
precetti che
la religione
del Profeta
considera
essenziali
per potersi
per gli induisti, o per i seguaci del
dire credenti
Profeta, la privazione favorisce la
contemplazione, libera dalla
schiavitù del desiderio e schiude
le porte della compassione e della Siamo vicini
carità. Un’idea non lontanissima
da quella di Papa Benedetto XVI al severo
che, nel 2011, in occasione della ascetismo
Quaresima definì il digiuno un im- di Padri
pegno ad astenersi dal male e vive-
re il Vangelo. Un modo per dire della Chiesa
che non si vive di solo pane. Men- come San
tre le tribù alimentari contempo- Clemente:
ranee considerano lo stomaco
vuoto un modo per resettare il cor-
purificare
po e farlo ripartire a tutto gas. l’anima
Non a caso i guru della Silicon Val- liberando
ley, nuovi profeti del turbocapita- il corpo
lismo, si sono convertiti in massa
al digiuno intermittente. In que-
sto modo la privazione si smarca
dalla religione. E fa dell’astinenza
un cammino di salvezza terrena,
una forma di ascetismo secolariz-
zato. Un decalogo del wellness.
Fatto di precetti e fioretti. Che tra-
sformano ancora una volta il cibo
in un campo di battaglia tra il be-
ne e il male. Tra salvezza e salute.
Tra essere e benessere.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
pagina
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26
Maastricht
rima che le por-
P te di Tefaf si
aprano, e gli
agenti di sicurez-
za ispezionino
con cura le bor-
se di chi è invitato alla preview
della fiera d’arte antica (e non so-
lo) più importante del mondo, c’è
un’ora in cui la stampa e alcuni
selezionati collezionisti possono
visitare gli stand dei galleristi:
quest’anno sono 280, in arrivo da
venti nazioni, e da oggi al 14 mar-
zo espongono nel padiglione fie-
ristico della città olandese il me-
glio assoluto della pittura, della
scultura, del design, dell’archeo-
logia che si può trovare sul mer-
cato.
In un’atmosfera ancora ovatta-
ta ci si dirige dove sono esposti
gli highlights, i “pezzi” dal prez-
zo più alto, i più rari e desiderati.
Quest’anno il primato è di Mur-
nau Mit Kirche II, dipinto da Kan-
dinsky nel 1910, quando la sua pit-
tura oscillava tra figurativo e
astrazione: restituito nel 2022
agli eredi della famiglia Stern,
perseguitata nel-
la Germania nazi-
sta, è stato poi
messo all’asta da Riscoperte anche
Sotheby’s lo scor-
so anno ed è ora
Lavinia Fontana,
in vendita da Lan- Elisabetta Sirani,
dau Fine Arts, mi-
tica galleria di Diana De Rosa
Montréal, Cana-
da.
detta Annella
Un quadro dal-
la storia affasci-
nante, che incarna le rivoluzioni
e i drammi del XX secolo, come
racconta il titolare della galleria
Robert Landau ai visitatori spe-
ciali che lo osservano insieme a
lui: il collezionista Ronald Lau-
der, erede dell’impero cosmetico
Tutti pazzi
per Artemisia
e le sue sorelle
Abbiamo visitato in anteprima il Tefaf di Maastricht, grande fiera
di antiquariato e arte moderna. Con i talenti femminili in primo piano
Estée Lauder e fondatore, a New
York, del museo privato Neue Ga-
lerie, e la figlia Aerin. Il tenore
del colloquio è amichevole e mol-
te le parole spese per lodare il va-
lore dell’opera;
del resto, tutti
sanno che il prez-
zo a cui Landau è
disposto a vender-
la dev’essere su-
periore a quanto
l’ha pagata: 50 mi-
lioni di dollari.
Non tutte le
contrattazioni in
corso al Tefaf ri-
guardano cifre si-
mili, e tuttavia non c’è vetrina co-
me questa per capire dove si diri-
ge il gusto e dove va il mercato,
quello degli Old Masters (la gran-
de pittura tra Cinquecento e Ot-
tocento), ma non solo. L’edizio-
ne è partita alla grande, ci spiega
Cultura
Il reportage
dalla nostra inviata Lara Crinò
k Maddalena penitente
di Artemisia Gentileschi
(1625-30 circa), proposto
dalla galleria Robilant + Voena
Domenica, 10 marzo 2024
il direttore della fiera, Will Kor-
ner, «con un 20 per cento in più
di presenze durante la preview ri-
spetto al 2023» e con l’ambizione
di coinvolgere maggiormente gli
appassionati di contemporaneo
(il settore dalle quotazioni più
stellari), creando un mix che assi-
curi il successo della manifesta-
zione negli anni a venire. Oltre al-
la presenza di gallerie che tratta-
no XX e XXI secolo (tra cui l’italia-
na Tornabuoni, in fiera con un
Concetto Spaziale, 1956, di Lucio
Fontana, del ciclo dei Barocchi,
in vendita a 2 milioni e mezzo di
euro) la novità è la sezione Focus;
stand monografici (straordinario
quello di Robert Bowman su Au-
guste Rodin, con una versione ri-
dotta del celeberrimo Pensatore
realizzata dallo scultore francese
nel 1903) e altri in cui si incontra-
no mondi diversi. Lo specialista
di antico Charles Ede, ad esem-
pio, collabora con Sean Kelly, pro-
ponendo l’antica ceramica attica
a figure rosse e nere in dialogo
con i lavori del pittore Calum In-
nes.
Tra le gallerie che partecipano
per la prima volta a Tefaf (sezio-
ne Showcase) spicca la milanese
Tommaso Calabro, che festeggia
il centenario del Surrealismo pro-
ponendo lavori di Leonor Fini,
Stanislao Lepri e Fabrizio Clerici.
Sono suggestioni per i collezioni-
sti e insieme spie di tendenze,
perché il passato qui è tutt’altro
che immobile, anzi è terreno di
scoperte.
Da Tenzing Asian Art, una del-
le poche gallerie al mondo specia-
lizzate in arte tibetana antica,
Iwona Tenzing ci illustra il pezzo
forte che ha portato da San Fran-
cisco: è il ritratto di Tashipel, fon-
datore del monastero Taklung,
in Tibet, nel XII secolo. Dipinto
su tessuto e in condizioni perfet-
te nonostante i suoi ottocento an-
ni, ci racconta il Medioevo dall’al-
tra parte del mondo. Alessandra
Di Castro, a capo della storica gal-
leria di piazza del Popolo a Ro-
ma, vicepresidente degli Anti-
quari d’Italia e nel board di Tefaf,
quest’anno propone un focus su-
gli intarsi (con la tarsia lignea rea-
lizzata intorno al 1530-1540 da
Fra’ Damiano Zambelli) ma an-
che le opere di un’artista leccese
settecentesca, Marianna Elmo,
maestra nella tecnica del “rica-
mo a fili incollati” che simula ef-
fetti pittorici. E l’attenzione per
le donne artiste del passato è al-
tissima ovunque.
iz
Motivati dal desiderio dei gran-
di musei, in particolare america-
.b
ni, di arricchire con opere femmi-
st
nili le loro collezioni (un deside-
po
rio che influenza poi i collezioni-
sti privati) i galleristi si rivolgono
er
agli acquirenti di Tefaf, istituzio-
ov
.
Domenica, 10 marzo 2024 Cultura
k Capolavori
A Tefaf, la fiera
dell’arte
di Maastricht
(fino al 14
ni e privati, proponendo negli marzo), ogni ry, Napoli, insieme al monumen-
stand opere di mano femminile: galleria allestisce tale Ratto d’Europa di Diana De
è il caso del Ritratto di Antonietta il suo stand in Rosa, detta Annella, che conob-
Gonzales (1592) esposto da Rob linea con il tipo di be Gentileschi durante il suo sog-
Smeets Ginevra, dove Lavinia opere proposte, giorno napoletano. I prezzi oscil-
Fontana ritrae con tenerezza la fi- dall’archeologia lano dai 5 milioni ai 600mila eu-
glioletta barbuta dell’“uomo dei agli Old Masters ro, molto più alti di qualche anno
boschi” Pietro Gonzales, famoso e agli artisti fa. Lo sguardo femminile, gli
all’epoca perché affetto da iper- contemporanei sguardi portatori di una prospet-
tricosi, che è rimasto per oltre tiva altra, divenuti così centrali
cent’anni in una collezione priva- nel discorso artistico attuale, rio-
ta francese, o dell’Artemisia Gen- rientano anche la ricerca dell’an-
tileschi in vendita dai londinesi tico. Non è un caso che un gran-
Robilant + Voena, una Maddale- de museo come il Rijksmuseum
na penitente (1625-30 circa) fino- di Amsterdam annunci di aver ac-
ra nascosta in una collezione pri- quistato a Tefaf, da Ze-
vata in Florida; si tratta in entram- bregs&Röell, il Ritratto di Moses
bi i casi di vendite da oltre 4 milio- ter Borch a due anni: lo dipinse
ni di euro. Gesina ter Borch, appartenente
E ancora, il tema prediletto di alla famiglia di artisti olandesi
Artemisia, Giuditta con la testa di del Seicento, come omaggio al
Oloferne si trova qui declinato da fratello precocemente scompar-
un’altra pittrice seicentesca, la so, e ora splende della luce delle
bolognese Elisabetta Sirani, nella meraviglie ritrovate.
tela presentata da Porcini Galle- ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche
Audiovisive e Multimediali
Il memoir inizio Novecento di Etsu Inagaki Sugimoto
Dal Giappone agli Usa
la vita in chiaroscuro
della figlia del samurai
di Ilaria Zaffino
a donna giappone-
se è simile al fiore
«L di prugno, mode-
sta, delicata, capa-
ce di sopportare
le ingiustizie sen-
za lamentarsi,
mentre quella americana, rispetto-
sa di sé, emancipata, in grado di
adattarsi rapidamente alle nuove
condizioni, come il fiore di ciliegio
sboccia nella libertà e nella sponta-
neità». È lungo questi due estremi,
due diversi ideali di femminilità,
che si muove nel corso di tutta la
sua vita Etsu Inagaki Sugimoto. Fi-
glia di un’antica famiglia di samurai
— e Daughter of the Samurai è il tito-
lo originale di questo memoir tradot-
to ora per la prima volta in Italia, a
quasi un secolo dalla sua prima usci-
ta nel 1925, da Giunti in Come un fio-
re di ciliegio nel vento — in seguito a
un matrimonio combinato “per foto-
grafia” si trova a vivere come immi-
grata nell’America d’inizio ’900 e lo
choc nel passare da un mondo all’al-
tro non potrebbe essere più totale.
Bambina a cavallo tra due secoli,
cresciuta secondo la rigida discipli-
na dei samurai in un Giappone che
dopo secoli d’isolamento inizia a
schiudersi al mondo, si ritrova adole-
scente e poi donna e madre perenne-
mente sospesa tra due mondi. E di
questi principalmente ci dà conto
nei suoi racconti, apparsi dapprima
sulle pagine dei giornali americani e
poi riuniti in un libro divenuto un ca-
so editoriale, tradotto negli anni ’30
del ’900 in francese, svedese, tede-
sco, danese, finlandese e polacco e
poi pubblicato anche in Giappone,
dove è rimasto un classico della let-
teratura femminista.
Perché in fondo è la condizione
della donna, da una parte all’altra
del globo, a essere messa sotto la len-
te di osservazione lucida e a tratti
ironica di Sugimoto. «Le figlie dei sa-
murai imparano a non perdere il
controllo della mente o del corpo
nemmeno durante il sonno. I ma-
schi potevano allungarsi nel caratte-
re dai, distesi con noncuranza; ma le
bambine dovevano rannicchiarsi
nel pudico e dignitoso kinoji, che si-
gnifica spirito di autocontrollo» ci
dice Etsu-bo, come è chiamata in ca-
pagina 27
sa da bambina, nelle prime pagine.
Il libro Del resto, aggiunge poco dopo, «il
cuore delle ragazze giapponesi non
è diverso da quello delle ragazze di
altri Paesi, ma per secoli eravamo
state educate a vedere il dovere, e
non il sentimento, come il pilastro
delle relazioni tra uomo e donna».
E a scontrarsi con questa visione
della vita sarà portata, prima ancora
di salpare per l’America, quando dal-
la gelida città di Nagaoka, nella pro-
Come un fiore vincia dell’Echigo, a nord del Paese,
di ciliegio dove la neve cade da dicembre ad
nel vento aprile, viene mandata a Tokyo per
di Etsu Inagaki studiare inglese. Qui infatti vive le
Sugimoto sue prime disorientanti esperienze
(Giunti, trad. che possono far sorridere un lettore
di Roberta occidentale oggi, eppure tanto ci di-
Zuppet, pagg. cono della condizione della donna.
312, euro 18) Ai suoi occhi, che prima di arrivare a
scuola mai avevano visto una donna
che non fosse giapponese, le inse-
gnanti appaiono «tutte giovani, viva-
ci, bellissime. I loro strani vestiti, le
scarpe nere strette, la pelle chiara
priva dei cosmetici che noi conside-
ravamo parte indispensabile dell’ab-
bigliamento, e i capelli di vari colori
mi facevano tornare in mente le vi-
sioni indistinte che avevo avuto del
paese delle fate».
E sicuramente queste restano al-
cune tra le pagine più belle del libro,
L’autrice che meglio raccontano il senso di
spaesamento di cui ci rende parteci-
si ritrova pi in questa storia di formazione al
adolescente, femminile. Sensazione che cresce in
poi adulta America, dinanzi alle porte chiuse,
«quando in Giappone non avevamo
e madre, mai avuto una serratura», le strade
sospesa larghe, gli edifici torreggianti, i sof-
tra due fitti vertiginosi, i mobili grandi, le se-
die alte: «Tutto sembrava fatto per
mondi una razza di giganti e la mia prima
Ed è di questo impressione non è mai cambiata.
che parla Gli americani sono un popolo che
non ha nulla di contratto o di repres-
nei suoi so, aitante nella presenza, generoso
racconti, con il denaro, largo di vedute e dota-
riuniti to di un cuore forte e di un’anima li-
bera». Di fronte al quale la vita in
in un volume Giappone appare «come un albero
diventato cult legato, un giardino recintato»: recin-
ti che lei ha fretta di buttare giù.
Con la sua carriera di docente alla
Columbia e di scrittrice, certo. Ma in
fondo già a partire da questo libro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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28 Domenica, 10 marzo 2024

Spettacoli
Protagonista del film
di Martin Scorsese
sulla strage degli Osage
Stanotte dalle 23.40
in diretta su Rai 1
la cerimonia di consegna
dei premi a Los Angeles

I candidati
Le principali
categorie
h Miglior film
La battaglia di Lily Gladstone
American fiction
Anatomia di una caduta
Barbie
The holdovers
Killers of the flower moon
un Oscar per i nativi americani
Maestro «Per aver lavorato instancabilmente
Oppenheimer di Arianna Finos facendo entrare la nostra lingua in
Past lives classe, affinché avessi un insegnan-
Povere creature! te di lingua Piedi Neri da grande».
La zona d’interesse Quando Piccola Piuma salì sul palco Cresciuta in una riserva nel nord
dell’Academy nel 1973 inviata da ovest del Montana ha frequentato la
h Regia Marlon Brando — sdegnato da come scuola pubblica. Una settimana al-
Justine Triet erano trattati i nativi americani — l’anno arrivavano quelli del teatro
— Anatomia di una caduta per rifiutare l’Oscar per Il Padrino, per ragazzi, per farli recitare in uno
Martin Scorsese fu accolta da fischi e ululati, minac- spettacolo: «Erano i giorni in cui ero
— Killers of the flower moon ciata di arresto e aggressione fisica. più felice». Anche il balletto era sta-
Christopher Nolan Le scuse dell’Academy sono arriva- ta una passione, sfiorita per qualche
— Oppenheimer te cinquant’anni dopo, nel 2022: commento di troppo sull’aspetto fi-
Yorgos Lanthimos «Non è mai troppo tardi — ha com- sico. Nel passaggio dal Montana a
— Povere creature! mentato lei ironica — Noi nativi sia- Seattle l’interesse si è spostato sulla
Jonathan Glazer mo persone pazienti, sono passati recitazione, teatro e film indipen-
— La zona d’interesse solo cinquant’anni. Mantenere il denti. Per quattro anni ha lavorato
senso dell’umorismo è il nostro me- in una compagnia specializzata in
h Attore protagonista todo di sopravvivere». L’attivista storie “accennate nei libri di testo”;
Bradley Cooper Apache è morta qualche mese do- il movimento americano per i diritti
— Maestro po, ma il suo spirito aleggerà doma- civili, la prigionia dei nippo-america-
Colman Domingo ni notte nel Dolby Theatre di Los An- ni nella Seconda guerra mondiale.
— Rustin geles, quando il mondo saprà se Lily Prove notevoli, le sue, in Certain
Paul Giamatti Gladstone sarà la prima nativa ame- k Sul set Lily Gladstone con Robert De Niro e Leonardo DiCaprio women di Kelly Reichardt, la serie
— The holdovers ricana a vincere l’Oscar da protago- durante le riprese di Killers of the flower moon di Martin Scorsese Reservation dogs, Jimmy P. di Ar-
Cillian Murphy nista. Quando Martin Scorsese l’ha naud Desplechin. Nessuna voglia di
— Oppenheimer scelta — Killer of the flower moon — trasferirsi a Hollywood ma arriva la
Jeffrey Wright per il ruolo della ricca moglie del me- chiamata di Scorsese per Killers of
— American fiction diocre Leonardo DiCaprio, in quella Su 1600 film usciti the flower moon ha fatto la differen-
stagione che vide la tribù degli Osa- za, mentre Lily ha già fatto la storia.
h Attrice protagonista ge decimata dai bianchi calati in dal 2007 al 2022 E non è la sola: questo è stato anche
Annette Bening
— Nyad - Oltre l’oceano
Oklahoma per appropriarsi della ric-
chezza petrolifera, l’attrice stava
meno dell’1% ha nel l’anno di Alaqua Cox, attrice sorda
della riserva dei Menominee in Wi-
Lily Gladstone quasi pensando di mollare e aprire cast attori autoctoni sconsin, protagonista supereroica
— Killers of the flower moon un allevamento di calabroni. della serie Echo.
Sandra Hüller Dal Festival di Cannes in poi, mol- Secondo un recente rapporto sul-
— Anatomia di una caduta ti i premi e le lodi che hanno accom- la rappresentazione dei nativi ame-
Carey Mulligan pagnato la sua prova di interprete. oro l’occasione — così rara — che il ci- ricani, su 1600 film usciti dal 2007 al
— Maestro Oggi è la grande favorita ai premi, nema le ha dato. Il Golden globe lo 2022, la presenza di attori autoctoni
Emma Stone mezzo punto sopra a Emma Stone. E ha dedicato «a ogni ragazzino nati- è stata meno dell’1%. Lily Gladstone
— Povere creature! anche se la protagonista di Povere vo americano che possa vedersi rap- Il gran rifiuto guarda già avanti e ha le idee chiare.
creature!, che l’Oscar lo ha già vinto presentato attraverso le nostre sto- In contemporanea con Killers of the
iz

h Film internazionale nel 2017 per La La Land, è strabilian- rie, raccontate da noi stessi, con pa- Nel 1973 Marlon Brando flower moon ha girato Fancy dance,
Io capitano te, saremmo tutti felici se salisse lei role nostre». «Sarà anche un modo vinse l’Oscar per Il Padrino, che fa parte di un progetto per far
.b

Perfect days sul palco, e con lei lo spirito di Picco- per ricordare al nostro Paese che ma delegò l’attivista nativa emergere film scritti o diretti da na-
st

La sala professori la Piuma, dei Piedi Neri e degli Osa- non siamo scomparsi». Padre della americana Sacheen tivi americani, mentre nella serie Un-
po

La società della neve ge, degli Apachi, dei nativi america- tribù dei Piedi Neri, calderaio, ma- Littlefeather a rifiutare der the bridge interpreta un’agente
La zona d’interesse ni, minoranze nelle minoranze a dre insegnante di origini inglesi, il premio a suo nome nativa e queer in una stazione di po-
er

Hollywood. Lily ha saputo rendere che ha ringraziato ai Golden globe: lizia. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
ov
.
Domenica, 10 marzo 2024
Al Bif&st la retrospettiva con incontri e proiezioni
Omaggio a Bellocchio
il fascino di un regista
che voleva fare l’attore
di Alberto Crespi
Marco Bellocchio sarà il protagoni-
sta del prossimo Bif&st che si svol-
gerà a Bari dal 16 al 23 marzo: ver-
ranno proiettati quasi tutti i suoi
film e ci saranno numerosi incon-
tri, con lui e con i suoi collaborato-
ri. Sarà l’occasione per ripercorre-
re una carriera pazzesca, se pen-
siamo che il regista di Bobbio ha
84 anni (85 il prossimo 9 novem-
bre) ma lavora con l’energia e la
creatività di un ragazzino. Come è
noto, sta preparando un’altra se-
rie tv (dopo il magnifico Esterno
notte su Aldo Moro) dedicata a En-
zo Tortora: «Non sarà un film so-
ciale, a tesi; non voglio fare un
film contro la mostruosità di certe
scelte. Mi interessa l’uomo Torto-
ra; voglio raccontarlo come se fos-
se un imperatore, un dominatore
grazie alla sua padronanza del
mezzo televisivo, che poi subisce
una terribile ingiustizia». Uomini
di potere “caduti”: era così anche
per Aldo Moro e per Buscetta in Il
traditore, in fondo.
L’opera di Bellocchio può esse-
re analizzata sotto mille punti di
vista. Marx può aspettare, un “do-
cumentario familiare” che è il suo
capolavoro, la ripercorre ad esem-
pio nel suo rapporto con l’autobio-
grafia dell’autore. Ma vorremmo
raccontare un altro aspetto di Bel-
locchio. Tutti sanno che si è diplo-
mato al Centro sperimentale. Ma
forse pochi sanno che, giovanissi-
mo, si era iscritto al corso di recita-
zione.
Sognava di fare l’attore, il suo
mito era Marlon Brando. Fu un in-
segnante intelligente, Andrea Ca-
milleri, a notare che Marco tende-
va a essere “regista di se stesso”.
Gli consigliò di passare al corso di
regia, ed è un’altra cosa di cui sia-
mo debitori a Camilleri, oltre a
Razzie award Consegnati gli “Oscar” ai peggiori del cinema
Ha trionfato ai Razzie award 2023 Winnie-the-Pooh: Sangue e miele, l’horror in cui
l’orsetto e il suo amico Pimpi si trasformano in assassini psicopatici. Gli anti Oscar,
creati nel 1981 per prendere in giro l’ipocrisia di Hollywood, hanno inoltre indicato
Jon Voight come peggior interprete per il thriller Mercy. Fra le attrici, Megan Fox è
stata votata come la più scarsa per il suo ruolo in un altro film horror, Johnny & Clyde.
Montalbano e a tutto il resto.
Sotto sotto, Bellocchio è rima-
sto un attore. Toni Servillo, che è
stato un potente papa Paolo VI in
Esterno notte, dice: «Per un attore,
lavorare con Bellocchio è una gio-
ia perché lui ama il nostro lavoro e
crea intorno agli attori una corti-
na di protezione, li accompagna
con mano sicura, come un diretto-
re d’orchestra che conosce bene
la partitura e sa cosa chiedere al
primo violino». Suo figlio Pier Gior-
gio Bellocchio, che è un produtto-
re ma prima di tutto un bravo atto-
re e ha lavorato in molti suoi film,
I suoi lavori vanno
al di là del cinema
puro: scandagliano
l’inconscio del Paese
Fuori dagli schemi e dai generi
alla ricerca della miglior canzone
Ne me quitte pas/ Il faut oublier/
Ne me quitte pas di Jacques Brel, 1959
j Ciak, si gira
Regista,
sceneggiatore
e produttore,
Marco
Bellocchio,
84 anni, ha vinto
i maggiori premi.
Il suo ultimo
film è Rapito,
del 2023.
Con proiezioni
e svariati
incontri sarà il
protagonista del
Bari International
Film Festival,
dal 16 al 23 marzo
descrive il rapporto del padre con
i suoi interpreti in modo ancora
più interessante: «Marco con gli at-
tori è come David Attenborough
(il grande documentarista ingle-
se, ndr) con i leoni. Attenborough
sta lì anche un anno intero, a filma-
re nella savana? Marco farebbe co-
sì con gli attori. Quando apre un
cast, anche in modo talvolta un
po’ crudele, fa tonnellate di provi-
ni. Magari ha già scelto l’attrice
che ha visto per prima, ma gli pia-
ce da morire vederli, è affascinato
da questi strani animali che metto-
no in gioco l’anima, l’equilibrio,
gli stati d’animo».
I risultati poi sono là, sullo scher-
mo. Da L’ora di religione in poi il ci-
nema e la tv di Bellocchio sono
uno scandaglio nell’inconscio del
Paese. È qualcosa che va al di là
del cinema puro e semplice. Sem-
pre Pier Giorgio dice: «L’Italia è
piena di bravi registi. Sono i gran-
di artisti che mancano». E Marco
Bellocchio è un grande artista.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Canzoniere italiano
di Luigi Manconi e Têtes de Bois
Tout peut s’oublier/ Qui s’enfuit déjà
G
mondo.
rande Referendum su
La canzone più bella del
Tanti, nel corso degli anni, mi
hanno chiesto ragione della mia
smodata passione per la musica
leggera. Qualche volta ho
perfino teorizzato una
motivazione generale,
elaborando la categoria di
sentimental kitsch, ma più
spesso ho risposto
semplicemente che, quella
musica, mi piace moltissimo.
Ora, una lettrice, Masha Sirago,
invia una mail molto personale
che offre una risposta
persuasiva alla domanda:
«Com’è triste Venezia, dedicata
a mio padre che ho curato negli
ultimi anni della sua vita,
disabile e varie patologie
croniche. Le parole che gli
uscivano di bocca tentando di
cantare ascoltando la musica,
nonostante la demenza senile, e
muoveva la testa… Mi
commuove oggi ricordare
quanto amasse questo brano.
Come se la bellezza di una
canzone potesse allungare di un
giorno la sua vita che volgeva
alla fine».
Chi scrive si trova in grande
imbarazzo: continuano ad
arrivare messaggi di lettori che
ogni volta spiazzano e
scombussolano classifiche
provvisorie appena abbozzate.
Come non accogliere la
segnalazione di Narciso
Menestrina:
«La canzone più bella del mondo
è La mer di Charles Trenet»?
E come fa il mio “cuore di
ragazzo” a non vibrare “come
una pietra che rotola” quando
vengo raggiunto da decine di
segnalazioni dylaniane per Mr.
Tambourine man, Sad eyed lady
of the Lowlands, A hard rain’s
a-gonna fall, Blowin’in the wind,
Tangled up in blue?
E, ancora, come si fa a trascurare
Leonard Cohen, Tim Buckley o
pagina 29
Johnny Cash? Imponenti, poi, i
partiti dei Led Zeppelin, dei
Rolling Stones e dei Procol
Harum, e questo suggerisce una
considerazione: i lettori di
questa rubrica sanno convivere
magnificamente tra rock e
canzone d’autore. Intendo, cioè,
che i loro gusti abbracciano, allo
stesso tempo, i più diversi
generi, mescolandoli e dando
luogo a una sorta di fusion che
combina insieme Ne me quitte
pas e Sunday, bloody Sunday.
Esemplare il messaggio di
Carmen Anolfo che segnala Non
potho reposare, Stand by me,
Summertime. Di conseguenza, la
classifica che stiamo elaborando
e che faremo conoscere tra una
settimana è davvero di ardua
compilazione e si rivela sempre
mutevole.
Intanto (sull’onda della vittoria
di Alessandra Todde alle
regionali sarde?) No potho
reposare va come un treno. Una
curiosità: lettori appassionati
suggeriscono come La canzone
più bella del mondo Non smetto di
aspettarti di Fabio Concato,
Dalle stazioni al mare degli Avion
Travel e Amandoti dei Cccp (e su
quest’ultimo brano mi levo il
cappello).
Votate, votate, votate
canzoniereitaliano@gmail.com
***
Ne me quitte pas
Il brano, in tonalità Lab min,
è in ritmo ternario in tre quarti
in forma strofica A B — A B — A.
Nella parte A la melodia si
muove su un registro più grave,
mentre in quella B la melodia si
muove verso l’acuto.
Ogni strofa parte con il piano
che espone il tema.
La prima parte (A B) il piano è da
solo nell’accompagnamento,
nella seconda parte (A B)
entrano anche gli archi e infine
nella terza parte (A) la melodia è
contrappuntata da un flauto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
pagina
.
30 Domenica, 10 marzo 2024

Sport
è sempre
domenica
di Gabriele Romagnoli

La misteriosa
indulgenza
verso Tyson
C’ è qualcosa che stona
nell’idea di portare su un
ring Mike Tyson e Jake Paul. L’ex
campione del mondo di pugilato,
categoria massimi, anni 57,
contro l’influencer con 9
combattimenti alle spalle, anni
27. L’incontro avverrà il 20 luglio
in Texas e sarà visibile su Netflix,
che l’ha organizzato. La borsa
per i contendenti non è nota, ma
si presume rilevante, dato che il
giro d’affari generato è di circa
300 milioni di dollari. Che cosa
stona?
Qualcuno ha sostenuto che
incontri del genere ridicolizzano
il pugilato, ma negli ultimi anni,
tra scissioni e baracconate, ci ha
già pensato da solo. Qualcun
altro non capisce la logica degli
eventi creati per la tv. In effetti si
cerca un impossibile ponte nel
tempo (vedi Nadal contro
Alcaraz) quando l’unico
funzionante sarebbe quello nello
spazio, portando di fronte atleti
contemporanei che solitamente
gareggiano distanti. L’esempio è
FEDERUGBY/FEDERUGBY VIA GETTY IMAGES
del 1973, la “battaglia dei sessi”:
Billie Jean King contro Bobby

The Italian job

Riggs. Sebbene lei fosse ancora
in attività e lui già ritirato, quello
scontro aveva un significato che
Tyson-Paul non ha neppure
lontanamente. Quel che stride è
il trattamento riservato a Iron
Mike. L’ America, Hollywood, le
piattaforme televisive sono
molto severe con chi sia anche
soltanto accusato di abusi
sessuali o violenze domestiche
(vedi l’ostracismo a Woody
Allen). Tyson è stato condannato
per stupro da una giuria
dell’Indiana. Ha trascorso tre
anni in carcere. Ero all’esterno di
quelle mura, a Plainfield, tra
decine di cronisti, ad attenderne
il rilascio. Un veterano
commentò: «Sono stato ad
aspettare Ali, ingabbiato per aver
rifiutato il Vietnam. Anche se
pure questo si è convertito
all’Islam mentre era dentro,
credetemi: non è la stessa cosa».
Era il 1995. Da allora Tyson ha
fatto di tutto: boxe, wrestling,
boxe che era wrestling, libri, film
(Una notte da leoni). Un
trattamento anomalo per chi ha
quella fedina penale, quasi lo si
volesse risarcire, dubitando del
verdetto. Infatti tornerà ricco, o
quasi, affrontando Paul. Perché
proprio uno youtuber sbruffone
che si è reinventato pugile?
Leggendone il curriculum si
scopre per questo duello un
di Massimo Calandri
roma — «È solo l’inizio. Adesso pen-
siamo alla partita in Galles di sabato
prossimo: è una grande opportuni-
tà, sarebbe un delitto non coglier-
il rugby azzurro è rinato
la». Il ct Gonzalo Quesada confessa
di non aver mai sofferto come nel-
l’ultima azione, quando gli scozzesi
cercavano una punizione per ribal-
tare il risultato e i suoi ragazzi —
«Quel gruppo di pazzi» — difendeva-
no senza commettere fallo. Un cal-
vario di 2 minuti e 22 secondi che gli
azzurri hanno in minima parte vin-
to coi muscoli. «La mente, la chiave
di questo successo. La capacità di te-
nere il controllo delle nostre emo-
zioni. Di restare aggrappati alle cer-
tezze, a ciò che sappiamo fare. A
una identità che stiamo costruen-
do».
Cita Paolo Garbisi, che due setti-
mane fa in Francia aveva sprecato
sul palo l’occasione di una storica
vittoria, dopo che l’ovale era rotola-
Battuta la Scozia 31-29 la ripresa, prima la marcatura dell’e-
sordiente Lynagh. Poi quella di Var-
ney. Le straordinarie corse di Vint-
cent e Menoncello, entrambi 21en-
ni. E i placcaggi del folletto Capuoz-
zo, che pure rendeva una spanna in
altezza e 30 kg di peso al temutissi-
Quesada: “Solo l’inizio” mo Van der Merwe. La mischia, an-
cora più solida dopo i cambi, ha gua-
dagnato un centimetro dopo l’altro.
Garbisi ha colpito nuovamente il pa-
lo, poi ha segnato una punizione
fondamentale. Il vero capolavoro è
arrivato negli ultimi — impeccabili
— minuti di gioco.
Gli azzurri hanno sollevato la Cut-
titta Cup, in palio tra le due naziona-
li. È il successo n. 14 dell’Italia al Sei
Nazioni, arriva a due anni di distan-
za dall’ultimo, in Galles, e interrom-
pe 11 anni di digiuno a Roma: l’ulti-
ma gioia all’Olimpico era datata 16
marzo 2013, sull’Irlanda. La Nazio-
nale ora ha 7 punti, questa può di-
ventare la migliore edizione di sem-
pre. Quesada giura che domattina
riunirà i suoi «pazzi» al video per
REUTERS/Remo Casilli

senso involontario: pure lui ha
due accuse per violenza
sessuale. Ecco allora una bella
idea per un reality televisivo di
sicuro successo: organizzare un
torneo di pugilato, anche senza
regole, anzi incoraggiando i colpi
sotto la cintura, per autori di
abusi sessuali o violenze
to dal supporto un istante prima di
calciare. Ieri, all’inizio dell’incon-
tro, la situazione si è incredibilmen-
te riproposta. Un incubo. «Ha rifat-
to gli stessi gesti. Non ha più sbaglia-
to. Ha sorriso. Ci vuole un grande co-
raggio, una forza straordinaria». An-
che gli altri azzurri non hanno mai
perso la testa. «Neppure quando ci
siamo ritrovati sotto 3-14, contro
k In azione Juan Ignacio Brex, 31 anni, tre quarti centro dell’Italia
parallelo calcistico con De Rossi,
che ha cambiato volto alla Roma in
50 giorni. «Non ho trasformato l’Ita-
lia: ho accompagnato il gran lavoro
gli azzurri erano stati travolti dal
gioco aggressivo e velocissimo de-
gli scozzesi, andati 3 volte a segno
analizzare gli errori commessi. È la
squadra più giovane del torneo, età
media tra i 24 e i 25 anni. «Possono
fare molto di più. Sfruttare per inte-
ro il loro potenziale. Hanno cuore,
sanno sacrificarsi, difendono bene
e hanno imparato anche ad attacca-
re nel momento giusto. Quando li
ho incontrati per la prima volta, a
gennaio, abbiamo stretto un patto.
iz

domestiche. Che se le diano tra in poco più di 20 minuti. «C’era fru-

di loro, eliminandosi con una una Scozia fortissima e in corsa per di questi anni dlla Federazione, con strazione, rabbia. Difficile rimanere Devono avere completamente fidu-
.b

serie di ko cruenti, finché ne resti la vittoria nel Sei Nazioni. Hanno le due franchigie e i club entusiasti. lucidi, tutti insieme. Invece, nessu- cia nelle cose che sanno fare. Diven-
st

in piedi uno solo. E che il preso coscienza dei piccoli errori La cosa più importante di un allena- no ha dubitato un solo istante», rac- tare costanti. Sabato a Cardiff avran-
po

vincitore affronti Mike Tyson. commessi: poco per volta — con me- tore è saper ispirare i suoi giocato- conta il capitano, Lamaro. La meta no una grande occasione per dimo-
©RIPRODUZIONE RISERVATA todo, costanza — hanno costruito ri». di Brex e un paio di calci li hanno te- strarlo. Perché è solo l’inizio».
er

questo successo». Quesada rifiuta il Dopo quella punizione di Garbisi, nuti in partita nel primo tempo. Nel- ©RIPRODUZIONE RISERVATA
ov
.
Domenica, 10 marzo 2024
Sci Brignone trionfa nel gigante di Are
Federica Brignone ha vinto il gigante di Are. È il 26°
successo per la valdostana, il podio numero 67 in
Coppa. Oggi gareggia in slalom, e rientra anche
Shiffrin (10.30 e 13.30, Raisport/Eurosport).
pagina 31
Basket Alle 18.15 la classica Bologna-Milano Ciclismo Tirreno, dominio Vingegaard
Il 22° turno della A di basket propone la 206ª sfida tra A Jonas Vingegaard la 6ª tappa della Tirreno-
Virtus Bologna e Olimpia Milano (ore 18.15, Dmax e Adriatico, a Monte Petrano, e ora ha in pugno la corsa:
Dazn). Ieri Treviso-Reggio Emilia 71-63. Oggi anche il danese, vincitore venerdì a Valle Castellana, ha 1’24”
Venezia-Sassari (17.30) e Brescia-Scafati (20). su Ayuso. Oggi chiusura a San Benedetto del Tronto.

Il personaggio

ROMA — «Andemo, fioi!». Louis Lyna-

gh festeggia l’esordio azzurro con
una meta che ricorderà per tutta la
vita. Lo fa in dialetto veneto, che –
per ora – parla meglio dell’italiano.
Nato 23 anni fa a Treviso, è figlio del
leggendario Michael, mediano di
apertura australiano campione del
mondo nel 1991, e di Isabella Fran-
chin. Due settimane fa la prima con-
vocazione del ct Gonzalo Quesada:
il ragazzo ha tre passaporti, lo segui-
vano Italia, Inghilterra e Australia.
Dall’età di 4 anni è cresciuto a Lon-
dra, dove si sono trasferiti i genitori.
Si è formato nel Richmond, da adole-
scente ha vestito la maglia inglese.
Gioca nel prestigioso club londine-
se degli Harlequins e a lungo è rima-
sto indeciso: il bianco con la Rosa,
l’arancione col canguro o l’azzurro?
È stato papà a spingerlo tra le brac-
cia di Quesada. Michael ieri era all’O-
Lynagh: “L’inno nazionale?
Mi ha aiutato mamma”
k Figlio d’arte Louis Lynagh, 23 anni
limpico. «Prima della partita mi ha
detto di non preoccuparmi, perché
le cose sarebbero andate bene, a pat-
to di restare tranquillo e giocare co-
me so», racconta Louis, che mescola
l’inglese a qualche parola italiana e
veneta. «Sono state due settimane
incredibili», dice. «Da un momento
all’altro mi sono ritrovato coi ragaz-
zi della Nazionale: un gruppo bellis-
simo, molto unito, sereno. È stato
molto semplice, inserirsi». Il ct, do-
po averne parlato benissimo («Difen-
de e attacca molto bene, comunica
con i compagni»), ha deciso di dargli
una maglia da titolare. Prima però
c’era da cantare l’Inno di Mameli.
«Mi ha aiutato la mamma ad impara-
re le parole». Isabella Franchin (il pa-
dre è stato presidente della Confin-
dustria trevigiana) gli parla spesso
in italiano e pure in veneto. «Restia-
mo legatissimi a Treviso». La meta è
arrivata nella ripresa: «Garbisi ha
calciato un pallone che sembrava te-
lecomandato: mi è finito tra le mani
e a quel punto ho pensato solo a cor-
rere. Niente e nessuno avrebbe potu-
to fermarmi». Nel finale Van der
Merwe stava per ribaltare il risulta-
to, Louis si è trovato ad affrontarlo
con Capuozzo, l’Ange azzurro che
ha fatto innamorare i tifosi. «Abbia-
mo dovuto metterci in due, per arre-
starlo. È andata bene. La nostra è
una squadra in cui tutti si aiutano. E
nessuno ha paura. Ora andemo a Car-
diff!».
— m.cal.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Con la Cuttitta Cup

Michele Lamaro alza insieme alla
squadra la Cuttitta Cup, trofeo che si
assegna nella sfida del 6 Nazioni tra
Italia e Scozia in memoria di Massimo
Cuttitta, scomparso nel 2021 a 54
anni. Ieri Inghilterra- Irlanda 23-22.
Classifica: Irlanda 16, Inghilterra 12,
Scozia 11, Italia 7, Francia 6, Galles 3.

f
j Gonzalo
Quesada
Argentino di
49 anni, è il ct
dell’Italia dal
1° gennaio

Siamo un gruppo di
pazzi, lo sono anch’io
In Galles la squadra
può arrivare dove
non è mai arrivata

j Michele
Lamaro
A 25anni è
capitano della
Nazionale e
stella di Treviso

L’assalto finale della

Scozia non finiva più
La difficoltà stava
nel dover difendere
senza fare fallo
g
pagina
.
32 Sport Domenica, 10 marzo 2024

A Gedda la seconda
doppietta Red Bull
in due gran premi
Leclerc sul podio
e l’esordiente è 7°:
“Non troppo male...”

k Il più giovane sulla Rossa

Oliver Bearman, britannico
di 18 anni. Alla sua prima
apparizione in un gp di
Formula 1 ha ottenuto 6 punti
HAMAD I MOHAMMED/REUTERS

Formula 1, il gp dell’arabia saudita

di Alessandra Retico

«Non troppo male, credo». Dici sul

serio, ragazzino? Settimo alla pri-
Il solito Verstappen Gp dell’Arabia Saudita
ORDINE DI ARRIVO

Piloti
M. Verstappen
Tempo Punti

ma Bearman illumina
ma gara in F1, su una Ferrari cono- 1 RED BULL 1:20:43.273 25
sciuta 24 ore prima. Ollie si toglie il 2
Sergio Perez
+13”643 18
RED BULL
casco con su disegnato un orso in C. Leclerc
onore al suo cognome (Bearman), 3 FERRARI +18”639 16
sulla faccia colano litri di sudore. Oscar Piastri
«Sono un po’ stanco, probabilmen-
te si vede che non sono al meglio!».
Altro che, forse l’inglesino coi ric-
cioli da dandy non si rende conto di
essere il ritratto, bellissimo, di un
la Ferrari del futuro 4
5
6
MCLAREN
Fernando Alonso
ASTON MARTIN
George Russell
MERCEDES
Oliver Bearman
+32”007

+35”759

sogno: non è solo il più giovane
esordiente della rossa a 18 anni, 10
mesi e un giorno (3° nella storia),
ma anche quello più precoce a por-
tare punti al Cavallino: 6. Illumina
Gedda, più della seconda doppiet-
ta Red Bull in due gare con Max Ver-
stappen al 56° successo, il 2° in Ara-
bia Saudita, il 2° in questa stagione
(9° di fila dal 2023). L’olandese sen-
za rivali ma con un ritrovato Sergio
Perez, 2° nonostante una penalità
di 5’’ (ostruisce Alonso ai box). Max
e i blu dominano nonostante il ter-
remoto in casa per le inchieste e i
veleni intestini. «Come faccio?
Spengo e accendo l’interruttore» di-
ce il campione del mondo che all’ul-
tima minaccia di una possibile so-
spensione del fidato consulente
80enne, Marko, risponde per le ri-
me: se va via lui vado anch’io. Deve
volare sul Mar Rosso l’ad austriaco
Oliver Mintzlaff per mettere (appa-
rentemente?) pace. Soprattutto vo-
la Max, per spiegare che la Red Bull
è lui.
Non può di più Charles Leclerc:
3° e al primo podio, il monegasco si
+39”936
12
10
8
7 FERRARI +42”679 6
consola col giro veloce. Alla rossa conto alla rovescia sembrava più Lando Norris
mancano 4 decimi dalle blu: «Buon La foto lento». Oliver parla di Norris (McLa- 8 MCLAREN +45”708 4
ritmo, ma gara un po’ noiosa per- ren) e Lewis su Mercedes che lo in- Lewis Hamilton
ché Red Bull troppo veloce. Fatto il
Sainz nel paddock calzano. Ma li tiene dietro. Nel box
9 MERCEDES +47”391 2
Nicolas Hülkenberg
massimo ma siamo migliorati ri- dopo l’operazione Ferrari c’è anche Sainz zoppicante 10 HAAS +76”996 1
spetto al ‘23, più di tutti. Presto met- con suo padre che guarda la gara Prossimo Gp
teremo pressione alle Red Bull. Ol- con papà Bearman, David, broker fi- Domenica 24 marzo Gp d’Australia
lie? Incredibile, impressionante, è nanziario, sudato più di suo figlio.
solo questione di tempo prima che Il presidente Elkann lo incoraggia e Classifica piloti Punti
arrivi in F1 in pianta stabile». Un si complimenta: «Fuochi d’artificio 1 Max Verstappen OLA RED BULL 51
tempo già arrivato. per la Ferrari: podio di Leclerc e gi-
Bearman partiva 11°. Chiamato ro veloce, un grande debutto di 2 Sergio Perez MES RED BULL 36
da Maranello all’ultimo per sostitui- Bearman e Sainz con un grande spi-
re Carlos Sainz operato d’urgenza rito di squadra. I talenti possono 3 Charles Leclerc MON FERRARI 28
di appendicite. Dal paddock della esprimersi da noi. Tutto questo ci 4 George Russell GBR MERCEDES 18
F2 dove corre per Prema, Ollie è sca- rende orgogliosi e speciali. Nel
raventato sulla rossa per le libere 3 2026 si chiuderà un ciclo, poi se ne 5 Oscar Piastri AUS MCLAREN 16
e le qualifiche, per 38 millesimi non aprirà un altro. Fondamentale con-
entra nella lotta per la pole. Ci rima- tinuare a essere competitivi e ali- 6 Carlos Sainz SPA FERRARI 15
ne pure male, il che dice tutto: nel mentare lo spirito di questa sera. Classifica costruttori Punti
2025 si libereranno molti sedili. Fa Hamilton? Il suo arrivo in Ferrari è 1 RED BULL 87
con la mano un gesto per dire l’ho Carlos Sainz (in ospedale col un segno importante di quanto cre-
combinata grossa: Lewis Hamilton, papà) ha assistito al gp nel da che con noi possa fare grandi co- 2 FERRARI 49
39 anni e un 2025 a Maranello, gli si paddock dopo l’intervento di se. Ha abbracciato Bearman dimo-
avvicina applaudendo e poi lo strin- appendicite con l’ok dei strando quanto sia un campione an- 3 MCLAREN 28
ge forte, come a sentire il battito medici. Lo spagnolo tenterà il che fuori dalla pista». Abbraccia 4 MERCEDES 26
del tempo. «È stato incredibile. E al- recupero per il gp d’Australia. l’avvenire, che è già qui. 5 ASTON MARTIN 13
la fine, con quei due sulle soft, il ©RIPRODUZIONE RISERVATA

MotoGp in Qatar

Martin, la Sprint è sempre sua. Bagnaia prenota la gara

A Losail, in Qatar, pole e vittoria
nella Sprint Race del sabato a Mar-
tin, perché Martinator è pilota
che parte subito forte. Ma il gp in
notturna (il via alle 18 italiane) è
una gara più lunga. «Il vero poten-
ziale lo vedi la domenica», sostie-
ne Pecco Bagnaia, mettendo le ma-
ni avanti. Ieri il campione del mon-
do è rimasto fuori dal podio e oggi
davanti: in una corsa breve è sem-
pre un gran vantaggio». Ci sareb-
be un problema, con la sua Gp24.
«Le vibrazioni posteriori. Rispetto
ai test del mese scorso, quando
avevo fatto il record su questa pi-
sta, c’è meno grip: ma ora sappia-
mo dove intervenire». La nuova
Ducati entra più forte in curva, pe-
rò si muove troppo dietro. Anche
Il sabato premia
lo spagnolo. Pecco:
“Il vero potenziale
si vede di domenica”
j Due Mondiali
raggiungere». Binder ha centrato
un buon secondo posto con la mo-
to austriaca: «Manca poco per es-
sere come le Ducati» sorride. Ha
impressionato ancora di più la
RS-GP di Aleix Espargaró, che ha
chiuso al 3° posto e negli ultimi gi-
ri sembrava essere decisamente il
più veloce: «A Noale quest’inver-
no hanno fatto un lavoro incredibi-
4-5 piloti più forti di me, sono qui
per imparare. Per ora». Il solito de-
monio. «Nel primo giro ho sbaglia-
to perché guidavo un po’ d’istinto,
come quando facevo con la Hon-
da. Ho buttato via il podio, pecca-
to. Ma che bello tornare a essere
veloci sul rettilineo». Dietro di lui
un altro dei pretendenti al mon-
iz

Pecco Bagnaia, diale, Enea Bastianini, che è d’ac-

partirà dalla 2ª fila. In classifica ha Jorge Martin ha sofferto. «All’ini- 27 anni, ha vinto le», commenta entusiasta il catala- cordo col compagno di squadra:
.b

4 punti di distacco dal rivale. «La zio sono partito fortissimo e ho te- il titolo mondiale no. Marc Marquez è finito subito «La domenica è tutto diverso», ma
st

giornata me la sono complicata da nuto un bel ritmo, nel finale inve- nel 2022 e nel alle spalle di Pecco, sono i primi lui stasera ha un piccolo vantag-
po

solo» dice il campione. «Nelle qua- ce è stata dura: è andata bene, ma 2023. Guida punti per il Cannibale nella sua gio: parte dalla prima fila.
lifiche ho sbagliato le ultime due per il gp serve un altro passo per- una Ducati nuova avventura con una Rossa — m.cal.
er

curve, altrimenti avrei cominciato ché Ktm e Aprilia mi stavano per ufficiale dal 2021 del team Gresini: «Ci sono almeno ©RIPRODUZIONE RISERVATA
ov
.
Domenica, 10 marzo 2024
Il miglior attacco è la difesa
a Bologna l’Inter ha fatto 13
Assist di Bastoni e gol
di Bisseck: il manifesto
del lavoro di Inzaghi
Barella, scuse in ritardo
per la simulazione
Mercoledì l’Atletico
di Franco Vanni
bologna — Tutto Made in difesa:
cross di Bastoni, gol di testa di Bis-
seck. Da centrale a centrale. Se pre-
ferite, traducendo in due diverse
versioni della neo-lingua covercia-
nese, da braccetto a braccetto, o da
terzo a terzo. La sostanza non cam-
bia: nell’Inter segnano tutti e tutti
fanno assist. Quando lo faceva l’O-
landa negli Anni ‘70, si chiamava to-
taalvoetbal. A questa versione mo-
derna e cangiante del modello biso-
gnerebbe trovare un nome piacenti-
no, perché è cento per cento opera
di Simone Inzaghi. Schemi, non av-
venture dei singoli. Così, recitando
un copione che conosce a memoria,
l’Inter quattro giorni prima del ritor-
no degli ottavi di Champions a Ma-
drid, in un primo tempo di dominio,
ha segnato la rete che le ha consenti-
to di portarsi sull’1-0 col Bologna,
per poi soffrire per cinquantadue
minuti in una ripresa di assedio dei
padroni di casa.
I nerazzurri allungano: tredici vit-
torie su tredici gare giocate nel
2024, di cui dieci in campionato. Di-
ciotto punti sulla Juve seconda, og-
gi in campo con l’Atalanta a Torino.
Sullo scudetto nerazzurro, la do-
manda non è più se lo vincerà, ma
quando. Visto che i nerazzurri le vin-
cono tutte, ritardare la festa spetta
alle avversarie. Vincendo al Dall’A-
ra, dove era passato solo il Milan in
agosto, l’Inter si è portata a 75 punti,
tre in più di quanti ne ha fatti nell’in-
tero campionato scorso. A questo
punto della stagione, nella storia in-
terista, solo la squadra di Mancini
nel 2007 ne aveva uno in più. Merco-
ledì dovrà confermarsi anche in Eu-
ropa nel ritorno degli ottavi contro
l’Atletico di Simeone a Madrid.
Nel giorno del 116esimo complean-
no del club, i nerazzurri si sono tolti
di mezzo l’ultima trasferta con una
squadra fra le prime dieci in classifi-
ca, concedendosi il lusso di schiera-
re riserve nella ripresa, da Klaassen
Le altre partite
Mota, sforbiciata da figurine. Il Sassuolo vince dopo due mesi. Cagliari, salto in alto con Shomurodov
Nel successo che proietta il Monza al
10° posto fari accesi sulla sforbiciata
di Dany Mota: gol stile figurine
Panini. Il Genoa rimonta 2 gol,
Gundmundsson e Retegui litigano
per un rigore ma nel finale Daniel
Maldini fa 3-2.
Basta un gol di Thorstvedt al
Sassuolo per interrompere il
sortilegio: contro il Frosinone torna
a vincere dopo 2 mesi e aggancia il
Verona al terzultimo posto. Per il
Frosinone Kaio Jorge ha sbagliato il
rigore del pari.
Salernitana travolta anche a Cagliari:
4-2 per i sardi con doppio
Shomurodov. Ranieri si allontana
almeno per una notte dalla zona
salvezza. Liverani, dopo 1 pari e 3 ko,
è a rischio.
Sport pagina 33
vittoria anche al Dall’Ara
Le pagelle
Zirkzee non si accende
Acerbi lo controlla
di Simone Monari
Bologna
6.5 Skorupski Decisivo su Barella,
sul gol incolpevole.
6.5 Posch Sanchez non lo mette in
ad Asllani. Un atto di forza evidente, ansia
contro una squadra «che meritata-
mente occupa la quarta posizione 6.5 Beukema Pimpante, mai in
in classifica», Inzaghi dixit.
L’Inter è talmente abbonata alla
difficoltà.
vittoria — nessuno in Europa ha se- 6.5 Lucumi Un solo errore, tanta
gnato altrettanto, o subito così po- sostanza.
chi gol — che a tenere banco, più che
l’analisi dell’impresa, sono state le
scuse di Barella, tornato sul contat-
5.5 Kristiansen Gioca tantissimo
nella ripresa, grave l’errore nel primo
to con Frendrup da cui è nato il rigo- tempo, sul quale Barella lo grazia. Un
re interista col Genoa lunedì: «Mi buon salvataggio prima
hanno accusato di essere un simula- dell’intervallo.
tore, ma non è così. Ho sbagliato nel-
la reazione e quando si sbaglia si 6 Aebischer Partita logica, nei
chiede scusa. Quando sei in campo- pressi di Mkhitaryan. Dal 24’ st Moro
fai cose che non vorresti fare». Paro- 5.5 Non dà molto.
le apprezzate dal suo allenatore:
«Ha fatto bene a scusarsi, capita di 6 Freuler Instancabile,
sbagliare, gli farò i complimenti». dappertutto, anche
Motta, che i complimenti li ha fatti paradossalmente, su una
all’Inter, si è invece lamentato per il conclusione di Zirkzee.
pochissimo gioco effettivo nel fina-
le: «Bisognerebbe giocare sempre, 6.5 Ferguson Uomo ovunque.
come in Premier».
6 Odgaard Schierato a sorpresa,
mostra lo spirito giusto. Dal 34’ st
Orsolini sv .
I nerazzurri hanno
5.5 Zirkzee Qualche lampo, molte
già tre punti in più pause, ha una grande chance, non
rispetto a tutto riesce a sfruttarla, esce con un
fastidio fisico. Dal 34’ st Castro sv.
il campionato scorso
2° gol in A 5.5 Saelemaekers Bisseck sul gol lo
Yann Aurel sovrasta, dopo si spreme ma senza
ELISABETTA BARACCHI/ANSA
Bisseck, 23 anni, acuti. Dal 29’ st Ndoye 6.5 Entra
controllato da Se il tecnico bolognese a inizio come deve, Dumfries lo soffre.
Serie A 28ª giornata Remo Freuler, 31. partita ha lasciato fuori a sorpresa
Per il difensore Orsolini, quello dell’Inter ha fatto la 6 All. Motta Scelte discutibili,
Napoli-Torino 1-1 interista è il 2° formazione guardando al mercoledì senza dubbio, ma nel complesso i
Cagliari-Salernitana 4-2 gol in Serie A in di Champions contro l’Atletico, suoi non sfigurano affatto.
Sassuolo-Frosinone 1-0 12 presenze sconfitto in Liga col Cadice, che non
Bologna-Inter 0-1 vinceva una partita da settembre e
Genoa-Monza 2-3 che a Madrid dovrà ribaltare l’1-0 del-
Inter
Oggi Bologna 0 l’andata a San Siro. Al posto di Lauta- 7 Sommer Attento su Ferguson e nel
Lecce-Verona ore 12.30 Dazn-Sky ro, che dopo due anni e mezzo per la finale su Zirkzee. Partita numero 23
Milan-Empoli ore 15 Dazn prima volta non ha messo piede in (coppe comprese) senza subire gol.
Juventus-Atalanta ore 18 Dazn campo, ha giocato Sanchez. Çalha-
Fiorentina-Roma ore 20.45 Dazn Inter 1 noglu, rientrato dall’infortunio, si è 7 Bisseck Un solo errore in uscita,
Domani 37’ pt Bisseck ripreso la regia. In difesa Bisseck, al nella gara che porta la sua firma.
Lazio-Udinese ore 20.45 Dazn posto di Pavard, è stato l’artefice del
Bologna (4-3-3) vantaggio, coronamento di un pri- 6.5 Acerbi Mai nel pallone, Zirkzee
Classifica Skorupski — Posch, Beukema, Lucumi, Kristiansen mo tempo a senso unico. E Inzaghi, stavolta non lo manda in nevrosi.
— Aebischer (24’ st Moro), Freuler, Ferguson — che alla Lazio per i gol dei terzini su
INTER 75 TORINO 38 Odgaard (34’ st Orsolini), Zirkzee (34’ st Castro),
Saelemaekers (29’ st Ndoye). All. Motta. assist dei terzini offriva una cena al- 6.5 Bastoni Suo il cross decisivo, sue
JUVENTUS 57 GENOA 33
la squadra, ha scherzato: «Non so se tante giocate significative.
MILAN 56 CAGLIARI 26
Inter (3-5-2) troveremo il tempo per il ristoran-
BOLOGNA 51 LECCE 25
Sommer — Bisseck, Acerbi, Bastoni — Darmian,
te». Note dolenti: hanno lasciato il 6.5 Darmian Sostanza ed equilibrio.
ROMA 47 EMPOLI 25
Barella (35’ st Klaassen), Çalhanoglu (16’ st Asllani) campo doloranti Carlos Augusto,
ATALANTA 46 UDINESE 24 Mkhitaryan (16’ st Frattesi) Augusto (1’ st
per un affaticamento al polpaccio, 6 Barella Spreca il vantaggio, ma è
NAPOLI 44 FROSINONE 24 Dumfries). Thuram (21’ st Arnautovic), Sanchez. All.
Inzaghi. Arnautovic, per un risentimento al- sempre dentro la gara. Dal 35’ st
FIORENTINA 42 VERONA 23
la coscia destra, e Zirkzee. Ma Motta Klaassen sv
LAZIO 40 SASSUOLO 23 Arbitro: Pairetto 6.
Note: ammoniti Zirkzee, Freuler, Klaassen.
assicura che non sia niente di grave.
MONZA 39 SALERNITANA 14
Spettatori 30.204. ©RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Çalhanoglu Le geometrie giuste,
spesso in surplace. Dal 16’ st Asllani 5.5
Entra con la squadra in difficoltà, va in
affanno.
6 Mkhitaryan Non illumina e
neanche accelera troppo, pressato
Cagliari 4 Sassuolo 1 Genoa 2 com’è da Aebischer. Dal 16’ st Frattesi
6 Utile a presidiare la diga.
12’ pt Lapadula, 40’ pt Gaetano, 13’ st Thorstvedt 8’ st Gudmundsson, 23’ st Vitinha
6’ st, 31’ st Shomurodov
6 Augusto Un salvataggio in area,
Salernitana 2 Frosinone 0 Monza 3 qualche sortita offensiva. Dal 1’ st
11’ st Kastanos, 13’ st Maggiore 8’ pt Pessina, 18’ pt Mota, 35’ st Dumfries 6 Difende senza avanzare
Maldini
mai, soffre gli spunti di Ndoye.
Cagliari (4-2-3-1) Sassuolo (4-2-3-1) Genoa (3-5-2)
Scuffet 5 — Zappa 6.5, Mina 6, Dossena 6, Augello Consigli 6 — Pedersen 6.5, Erlic 6.5, Ferrari 5, Doig Martinez 6.5 — De Winter 5.5, Bani 6, Vogliacco 5.5 6.5 Thuram Lega il gioco con profitto.
6.5 (32′ st Wieteska 6) — Makoumbou 6.5, Deiola 6 — Thorstvedt 7.5 (18′ st Henrique 6), Racic 7 — (1’ st Spence 7) — Messias 5, Badelj 6 (42’ st Thorsby Dal 21’ st Arnautovic 6 Entra bene tra i
6.5 — Nandez 7 (21′ st Viola 6), Gaetano 7 (1′ st Laurienté 6.5 (38′ st Kumbulla sv), Defrel 6 (27′ st sv), Strootman 5.5 (1’ st Vitinha 7), Frendrup 6 (1’ st
Shomurodov 8), Jankto 6 (21′ st Azzi 6) — Lapadula Boloca sv), Bajrami 6.5 — Pinamonti 7 (39′ st Malinovskyi 6), Sabelli 5.5 (39’ st Ekuban sv) — fischi, si fa male nel finale.
7 (21′ st Oristanio 6). All. Ranieri 7. Mulattieri sv). All. Ballardini 6.5. Gudmundsson 6, Retegui 5.5. All. Gilardino 6.
Salernitana (4-3-1-2) Frosinone (4-3-3) Monza (4-2-3-1) 6 Sanchez Non s’accende ma
nemmeno si risparmia.
Ochoa 5 — Zanoli 5 (29′ st Sambia 5), Manolas 5 (1′ Turati 6 — Zortea 5.5, Okoli 5.5, Romagnoli 5, Valeri Di Gregorio 6 - Birindelli 6, Izzo 6, Marì 6, Carboni
st Pirola 5), Fazio 4, Bradaric 5.5 — Coulibaly 5 (29′ sv (9′ pt Lirola 6) — Mazzitelli 6.5, Barrenechea 5.5, A. 6 - Akpa Akpro 5.5 (29’ st Carboni V. 7), Bondo
st Gomis sv), Maggiore 6, Kastanos 6.5 (42′ st Basic Brescianini 5.5 (18′ st Ibrahimovic 6) — Soulé 6 (39′ 6,5 - Colpani 7 (28’ st Kriakopoulos 6), Pessina 6.5,
6.5 All. Inzaghi L’Inter sa anche
sv) — Candreva 5.5 — Weissman 4.5 (20′ st Simy 5), st Kaio Jorge 4.5), Cheddira 5 (39′ st Cuni sv), Mota 7 (29’ st Maldini 6.5) - Djuric 6. All. Palladino
Tchaouna 5.5. All. Liverani 5. 6.5. difendersi bassa.
Ghedjemis 5.5 (18′ st Seck 5.5). All. Di Francesco 5.5.
Arbitro: Fourneau 6. Arbitro: La Penna 6. Arbitro: Feliciani 5
6 Arbitro Pairetto A volte indispone
Note: ammoniti Augello, Kastanos, Sambia. Note: ammoniti Thorstvedt, Doig, Ghedjemis, Note: ammoniti Sabelli e Djuric. 31.171 spettatori.
Spettatori 16.500. Laurienté. Spettatori 10.000 circa. ma è sempre vicino all’azione.
pagina
.
34 L’ultima Domenica, 10 marzo 2024

Multischermo
di Antonio Dipollina

L’amara zuppa F
del telecronista
Fabio Caressa
i Good morning, Vietnam
Fabio Caressa davanti alla zuppa
di tartaruga nella prima puntata
di Pechino Express, su Sky Uno
abio Caressa, insigne
telecronista di calcio, come
tutti quelli affermati ha molti
ammiratori e qualche detrattore.
A questi ultimi va consigliata la
visione della prima puntata del
nuovo Pechino Express (Sky Uno il
giovedì sera) nella quale il
concorrente Caressa si ritrova in
Vietnam a degustare a viva forza
una succulenta zuppa di tartaruga.
Gli effetti sono devastanti — ma
diciamo che poteva andar peggio —
e Caressa è stato costretto,
mutuando una terminologia
calcistica, alla ripartenza dal basso
di quanto ingerito. Poco prima, lo
stesso telecronista si era dovuto
assoggettare all’usanza di solcare le
acque del Fiume Rosso su una sorta
di piroga, remando ma utilizzando
i piedi. Il resto invece bene. Caressa
gareggia in questa edizione con la
figlia Eleonora, e tutto potrà solo
migliorare. Così come per le altre
coppie in gara — imperdibile il
Paolo Cevoli, cabarettista di
Romagna, in gara con la moglie e
pronto a sfoderare nonsense dei
suoi ma a costituire una coppia
decisa a tutto e iper-razionale
nell’atteggiamento. Tutto questo
per dire che c’è un nuovo Pechino
Express, adventure-show tra i più
godibili — e meno dannosi — nel
ramo reality mascherati, sempre
Costantino della Gherardesca in
conduzione (stavolta con Fru dei
Jackal) e la conferma è sempre più
precisa: è il miglior programma in
circolazione che tratta di turismo e
di luoghi del mondo. Stavolta si va
sulla rotta del Dragone, dopo il
Vietnam arriveranno il Laos e Sri
Lanka e come sempre anche chi è
totalmente disinteressato alla gara
e alla consistenza delle coppie, e
magari alle polemiche, si riempie
gli occhi con posti magnifici di
turismo, appunto, non banale.
Infine, il mood della sfida, farsi
aiutare dai locali in un contesto di
confronto, collaborazione e
ospitalità continue, regala uno
scenario internazionale nel quale
nessuno, almeno per ora, spara a
qualcun altro. Di questi tempi non
è poco.
***
Paolo Del Debbio: «Ho sentito che
va in giro con l’elmetto, ce l’ha
anche stasera?».
Giorgia Meloni: «Ce l’ho, ce l’ho».
Del Debbio: «Ma anche con me??».
(Dritto e rovescio, Rete 4)
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Cruciverba Orizzontali Verticali Accadde oggi

di Stefano Bartezzaghi 1. Il cilindro simbolo
dell’impaccio.
6. Più spagnolo.
8. In fondo alle scarpe.
10. Così è morto l’ultimo re
italiano.
11. Il tempo che_ .
12. La sigla per i formati
audiovideo.
14. Quelli del 20o. si
rinnovano (prima parte).
17. Quelli del 20o. si
rinnovano (seconda
parte).
18. Passano veloci quando ci si
diverte.
20. Una regione alle elezioni.
21. Pince-_, senza stanghette.
22. Cd della chimica.
23. La pittrice Accardi (iniz.).
24. Abbrevia il nuoto
coreografato.
25. Il politico Ki-moon.
26. Padre diventato Santo.
27. Secondo a Roma.
28. Illuminano la strada.
La coda dell’occhio
di Michele Smargiassi
La modella
fa manicure
prima della sfilata
della stilista
ucraina
Masha Popova,
alla London
fashion week.
Ben pochi
noteranno
le sue unghie,
ma tutto deve
essere perfetto nel
mondo astratto
della moda,
a differenza di
quello reale.
HENRY NICHOLLS / AFP
1. È “regular” prima dei play di Luigi Gaetani
offs.
2. Sardoni del TgLa7 (iniz.).
3. Il poeta del De rerum natura.
4. Se ne ricava un succo
aromatico.
L ’Abruzzo ha dato i natali a potentissimi
uomini politici, che hanno “esercitato”
anche all’estero. Come racconta bene
5. Davide, storico conduttore a
Mediaset. Rossellini nella presa del potere da parte di
6. Un litro e mezzo di Luigi XIV, il 10 marzo 1661 il Re sole iniziò a
champagne.
regnare in prima persona. Il giorno prima
7. Magro e agile. era morto il suo ministro, il cardinale
8. Preposizione a favore.
9. Li governa Al Sisi. Giulio Mazzarino (nato a Pescina, nella
11. Penetra nella terraferma al Marsica). Il prelato aveva
Nord. ammassato un’enorme
13. Centro termale della val di
Sole. fortuna, ma ebbe
l’accortezza di lasciarla in
15. La città della Magna Graecia
con abitanti sprofondati nel eredità allo Stato. Luigi stupì
lusso. tutti annunciando che da
16. La squadra di Lotito.
19. Merci che tornano al quel momento avrebbe
produttore. esercitato il potere senza
23. ... sharing nelle città. l’ausilio di un Principal
25. Baci a metà. ministre d’État: «È giunto il
momento che governi io
stesso». Voi segretari e ministri «mi
assisterete con i vostri consigli quando li
chiederò» e vi «intimo di non suggellare
alcun ordine se non dietro mio comando».
Regnerà più a lungo di qualsiasi altro
monarca (72 anni), diventando il simbolo
dell’assolutismo. Chi invece la monarchia
non l’accettò mai è Giuseppe Mazzini.
Lottò fino alla fine per gli ideali
repubblicani e morì a Pisa, in clandestinità,
il 10 marzo 1872. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Sudoku 4 8 3 5
4
Come si gioca
1 6 2
Completare
il diagramma 2 3
in modo che
ciascuna riga, 4 9 6 8 3
colonna e 7 1
riquadro 3x3
contenga una 1 5 6
sola volta tutti i 9
numeri da 1 a 9.
Livello: avanzato
7 4 3 9

Meteo La prima cosa bella

di Gabriele Romagnoli
Sole Oggi Domani Oggi Min Max Domani
Nuvoloso Ancona
L
9 15 200 9 13 170 a prima cosa bella di domenica 10 marzo 2024
Variabile Aosta 3 7 188 3 8 188 è il cervo che fa la pubblicità per un’agenzia
Coperto Bari 9 17 166 9 19 143 investigativa di Bologna. Con la sua signora, tutto
Pioggia Bologna 7 12 223 5 12 191 bene.
Rovesci Cagliari 13 16 157 12 17 161
Grandine Campobasso 5 17 164 4 11 142
Temporali Catanzaro 8 16 151 10 17 137
Nebbia Firenze 10 13 199 9 12 191
Neve Genova 11 13 190 10 12 149
L’Aquila 8 14 166 6 9 135
Mare Milano 8 12 256 7 12 243
Napoli
Le soluzioni di ieri
Calmo 11 16 167 12 14 156
Mosso Palermo 14 21 140 13 17 144 3 2 1 4 7 5 9 6 8
5 6 4 1 9 8 2 3 7
Agitato Perugia 7 11 205 6 9 165
iz

9 8 7 6 2 3 5 4 1
Potenza 5 16 142 5 11 134
.b

Vento 8 5 9 3 6 4 1 7 2
Roma 12 14 166 11 13 162
1 4 2 9 5 7 6 8 3
st

Calmo Torino 3 10 329 5 12 312

7 3 6 8 1 2 4 5 9
Moderato Trento 6 11 270 4 13 247
po

4 9 5 7 3 1 8 2 6
Forte Dati Trieste 10 12 223 9 13 156 2 1 3 5 8 6 7 9 4
Venezia
er

Molto forte 9 12 210 7 12 153 6 7 8 2 4 9 3 1 5

ov
.
Domenica, 10 marzo 2024 Televisione pagina 35
PROGRAMMI TV

Rai 1 Rai 2 Rai 3 Canale 5 Italia 1 Rete 4 La Sette

6.00 A Sua Immagine 8.10 Tg 2 Achab Libri 6.00 Fuori orario. Cose 6.00 Prima pagina Tg5 7.35 Looney Tunes 6.45 Stasera Italia (r) 7.00 Omnibus news
6.30 Uno Mattina 8.20 Tg 2 Dossier (mai) viste 7.55 Traffico Show 7.40 Poirot - Serie Tv - 7.40 Tg La7
in Famiglia. 9.05 Il meglio di Radio2 7.00 Sorgente di vita 7.58 Meteo.it 8.35 Due uomini e 10.00 Casa Vianello 7.55 Omnibus Meteo
All’interno: Happy Family 7.30 Sulla Via di 8.00 Tg5 - Mattina mezzo - Serie Tv 10.25 Dalla Parte Degli 8.00 Omnibus - Dibattito
7.00 / 8.00 / 10.30 Aspettando Damasco 8.43 Meteo.it 10.00 Will & Grace - Serie Animali 9.40 Camera con vista
9.00 TG1 Citofonare Rai2 8.45 Speciale Tg5 Tv 11.50 Grande Fratello 10.10 Uozzap
8.00 Agorà Weekend
9.35 TG1 L.I.S. 11.00 Tg Sport 9.55 Luoghi di 10.50 Young Sheldon - 11.55 Tg4 Telegiornale 10.45 L’ingrediente
11.15 Citofonare Rai2 9.00 Mi manda Raitre Magnifica Italia Serie Tv 12.25 Colombo - Serie perfetto
9.40 Check-up 10.15 O anche no
10.30 A Sua Immagine. 13.00 Tg 2 Giorno 10.00 Santa Messa 11.40 Drive Up Tv 11.35 C’era una volta...
13.30 Tg 2 Motori 10.45 Timeline 10.50 Le storie di 12.15 Grande Fratello 14.10 Grande Fratello Il Novecento
All’interno: 11.05 TGR Estovest
10.55 Santa 14.00 Paesi che vai Melaverde 12.25 Studio Aperto 14.15 Film: Firefox - 12.35 L’Aria che Tira -
15.00 Origini 11.25 TGR 11.20 Le storie di 13.00 Sport Mediaset Volpe di fuoco - di Diario
Messa; 12.00
16.00 Rai Sport Live RegionEuropa Melaverde 14.00 E-Planet Clint Eastwood, 13.30 Tg La7
Angelus 16.05 Tirreno - 12.00 Melaverde con Clint 14.00 Inchieste da
12.00 TG3 14.30 Film: Colpo grosso
12.20 Linea verde Adriatico: 7ª 13.00 Tg5 al Drago Rosso - Eastwood, Ronald Fermo (r)
13.30 Telegiornale 12.25 TGR Mediterraneo
tappa: San 12.55 TG3 - L.I.S. 13.38 Meteo.it Rush Hour 2 - di Lacey, Stefan 16.30 La7 Doc
14.00 Domenica in Benedetto del 13.40 L’Arca di Noè Brett Ratner, con Schnabel 17.30 Film: Brubaker
17.15 TG1. 13.00 Posti in piedi
Tronto (AP) - San 14.00 Amici Jackie Chan, Chris 17.05 Film: Duello al - di Stuart
All’interno: 14.00 TG Regione Tucker, John Lone
Benedetto del 16.30 Verissimo Rio d’argento - di Rosenberg, con
Che tempo fa Tronto (AP) 14.15 TG3 18.45 Avanti Un Altro 16.30 Walker - Serie Tv Don Siegel, con Robert Redford,
17.20 Da noi... a ruota 18.00 Tg2 - L.I.S. 14.30 In mezz’ora Story 18.15 Grande Fratello Audie Murphy, Yaphet Kotto
libera 18.05 Tg Sport della 16.15 Rebus 19.55 Tg5 Prima Pagina 18.30 Studio Aperto James Anderson, 20.00 Tg La7
18.45 L’Eredità Domenica 17.15 Kilimangiaro 20.00 Tg5 19.00 Studio Aperto Mag Susan Cabot 20.35 In altre parole -
Weekend 18.25 90° Minuto 19.00 TG3 20.38 Meteo.it 19.30 CSI - Serie Tv 19.00 Tg4 Telegiornale Domenica
20.00 Telegiornale 19.40 Squadra Speciale 19.30 TG Regione. 20.40 Paperissima 20.30 N.C.I.S. - Serie Tv 19.45 Tempesta d’amore 21.15 Eden - Missione
20.35 Affari Tuoi Cobra 11 - Serie Tv All’interno: Tg Sprint 21.20 Film: Biancaneve 20.30 Stasera Italia Pianeta
21.25 Màkari 20.30 Tg2 Regione Meteo e il cacciatore - di 21.20 Zona bianca 22.40 Speciale Tg La7 -
21.20 Lo Show Dei
23.40 Oscars - La 21.00 9-1-1 - Serie 20.00 Chesarà... Rupert Sanders, 0.50 Film: Matrimonio Elezioni Regionali
notte in diretta . Tv - «Il passato 20.55 Indovina chi viene Record con Kristen Con L’Ex - di Abruzzo
Prima scelta All’interno: 23.55 è prologo» - a cena 0.55 Tg5 Notte Stewart, Viggo Damian Harris, 2.00 Sophia: ieri, oggi e
Tg 1 Sera «L’uccellino» 23.05 Illuminate 1.28 Meteo.it Mortensen. con Glenn Close. domani
di Silvia Fumarola
3.30 Applausi 22.45 La Domenica 23.50 TG3 Mondo 1.30 Paperissima All’interno: 22.50 All’interno: 2.50 C’era una volta...
4.30 Che tempo fa Sportiva 0.15 Meteo 3 Sprint Tgcom24 Breaking 1.20 Tgcom24 Il Novecento

Con Matano 4.35 RaiNews24 0.30 L’altra DS

1.05 Meteo 2
1.10 Appuntamento al
0.25 In mezz’ora
2.05 Fuori orario. Cose
(mai) viste
2.05 Il bello delle
donne - Serie Tv
- «Settembre - I
News; 22.55
Meteo.it
23.50 Pressing
Breaking News;
1.25 Meteo.it
2.45 Tg4 - Ultima Ora
4.25 Film: Un’altra
Italia era
possibile, il

la maratona cinema 2.10 Film: Le notti Parte» 1.55 E-Planet Notte cinema di
1.15 RaiNews24 bianche - di 3.00 Life Sentence - Tf 2.25 Studio Aperto - La 3.05 Film: Amicizia a Giuseppe De
Luchino Visconti, - «L’Amore Per giornata rischio - di Artie Santis - di Steve
con Maria Schell Davvero» 2.35 Sport Mediaset Mandelberg Della Casa
degli Oscar
satellite digitale terrestre

Sky Rai Storia Rai 4

Oscars-La notte in diretta
Rai 1 - 23.40
La cerimonia degli Oscar, condotta
da Jimmy Kimmel, approda in Rai.
Da Roma, dallo studio 3 di via
Teulada, Alberto Matano seguirà
la diretta dal Dolby Theatre di
Los Angeles con Stefania Sandrelli,
Gabriele Muccino, Claudia Gerini,
Ambra Angiolini, Claudio
Santamaria, Antonio Monda e Paola
Jacobbi. Collegato dal tappeto
rosso c’è Paolo Sommaruga del Tg 1.
k Gli Oscar
Che tempo che fa
Nove - 19.55
Fabio Fazio intervista il Segretario
generale delle Nazioni Unite
António Guterres. Tra gli altri ospiti
Diego Abatantuono e Giorgio
Panariello, Mahmood, il produttore
e musicista Guido De Angelis,
Don Davide Banzato, Roberto
Burioni, Lisa Licitra, Michele Serra.
Al tavolo, col cast fisso, la pilota
di rally Rebecca Busi, Max Giusti
e Cristiano Malgioglio, Il Tre.
Biancaneve e il cacciatore
Italia 1 - 21.20
Rupert Sanders rilegge la fiaba
dei fratelli Grimm in chiave dark,
con una bellissima strega, Ravenna
(Charlize Theron), di cui il re
s’invaghisce. La prima notte
di nozze, Ravenna lo uccide
e si prende il regno. Biancaneve
(Kristen Stewart), legittima erede al
trono, viene rinchiusa in una torre
per anni. Riesce a fuggire inseguita
dal cacciatore (Chris Hemsworth).
19.30 Rai News - Giorno 16.00 Marvel’s Runaways
Cinema 19.35 Grandi della TV 17.40 Senza traccia
20.00 Il giorno e la storia 21.20 I fiumi di porpora - La
14.10 Dragon Trainer - Il mondo 17.50 Black Site - La Tana Del 21.15 C’era una volta in America
20.20 Scritto, letto, detto serie
11.05 La cosa più dolce... - di
Roger Kumble Sky nascosto - di Dean Deblois Lupo - di S. Banks Sky - di Sergio Leone Sky 20.30 Passato e presente 23.15 Film: L’effetto farfalla
Cinema Comedy Sky Cinema Family Cinema Uno Cinema Collection 21.10 Film: Jojo Rabbit - con - di Martyin Zandivliet,
11.25 The International - di Tom 14.20 Per un pugno di dollari - di 18.20 Il buono, il brutto e il 21.15 Cena con delitto - Knives Thomasin McKenzie, con Ulrich Thomsen,
Tykwer Sky Cin. Action Sergio Leone Sky Cinema cattivo - di Sergio Leone Out - di Rian Johnson Sky Roman Griffin Davis,
11.40 Giù la testa - di Sergio Collection Sky Cinema Collection Cinema Uno Zaki Youssef, Sofie Torp
Leone Sky Cinema 15.25 Friends with money - di 18.55 Un’ottima annata - A 22.35 La fabbrica di cioccolato Scarlett Johansson 1.25 Film: Resident Evil:
Collection Nicole Holofcener Sky Good Year - di Ridley Scott - di Tim Burton Sky 22.55 Le donne e l’arte Welcome to Raccoon
11.50 What’s Love? - di S. Kapur Cinema Romance Sky Cinema Romance Cinema Family 23.00 Punte di diamante City - di Johannes
Sky Cinema Romance 15.55 Awol 72 - Il disertore - di 19.20 Survive the Game - di 22.45 Il diario di Bridget Jones 23.50 Argo. Un viaggio nella Roberts, con Kaya
12.20 Midnight in the Christian Sesma Sky J. Cullen Bressack Sky - di Sharon Maguire Sky storia Scodelario
Switchgrass - Caccia al Cinema Action Cinema Action Cinema Romance
serial killer - di Randall 15.55 Una spia e mezzo - di 19.20 Loro Chi? - di Fabio 22.50 Maschi contro femmine
Emmett Sky Cinema Uno Rawson Marshall Thurber Bonifacci, Francesco - di Fausto Brizzi Sky
12.25 Ghosthunters - Gli Sky Cinema Comedy Miccichè Sky Cinema Cinema Comedy
Rai 5 TV8
acchiappafantasmi - di 15.55 La bussola d’oro - di Chris Comedy 23.05 Army of One - di S.
Tobi Baumann Sky Weitz Sky Cinema Family 19.20 Viaggio nell’isola Durham Sky Cinema 14.00 Evolution 10.45 Tg News SkyTG24
Cinema Family 16.05 Per qualche dollaro in misteriosa - di Brad Action 15.50 In Scena 11.00 Cucine da incubo Italia
12.35 È arrivato mio fratello - di più - di Sergio Leone Sky Peyton Sky Cin. Family 23.30 Gangs of Paris - di Romain 12.00 Bruno Barbieri - 4 Hotel
16.45 Una festa esagerata 13.15 Alessandro Borghese - 4
Castellano & Pipolo Sky Cinema Collection 19.30 Il fuoco del peccato - di Quirot Sky Cinema Uno
16.10 Poveri Ma Ricchi - di Neil LaBute Sky Cinema 0.25 Se sei così ti dico sì - di
19.05 Rai News - Giorno ristoranti
Cinema Comedy
13.25 Transformers - La Fausto Brizzi Sky Cin. Uno Uno Eugenio Cappuccio Sky 19.10 Appresso alla musica 14.30 Italia’s Got Talent
vendetta del caduto - di 17.00 To Rome with Love - di 21.00 Mad Max: Fury Road Cinema Romance 19.55 Claudio Abbado, artista 16.45 F1: GP Arabia Saudita
Michael Bay Sky Cinema Woody Allen Sky Cinema - di George Miller Sky 0.35 Miami Vice - di Michael 18.00 Paddock Live
di progetto 18.30 Paddock Live - GP Qatar
Action Romance Cinema Action Mann Sky Cinema Action
17.25 Top Gun - di Tony Scott 21.00 Beverly Hills Cop II - di 0.35 Lol - Pazza del mio
20.25 Le Nove Sinfonie Di 18.45 Moto3: GP Qatar
13.40 30 anni in 1 secondo - di
Gary Winick Sky Cinema Sky Cinema Action Tony Scott Sky Cinema migliore amico - di Lisa Beethoven - N3 19.30 Paddock Live
Romance 17.45 Il Principe di Roma - di Comedy Azuelos Sky Cin. Family 21.15 Di là dal fiume e tra gli 19.45 Paddock Live - GP Qatar
14.05 Lo stagista inaspettato Edoardo Falcone Sky 21.00 Anastasia - di Blake Harris 0.45 In guerra per amore - di Pif 20.00 Moto2: GP Qatar
alberi 20.45 Paddock Live
- di Nancy Meyers Sky Cinema Comedy Sky Cinema Family Sky Cinema Comedy
23.00 Altri comizi d’amore
Cinema Uno 17.50 Lo schiaccianoci e il 21.00 Partnerperfetto.com - di 1.10 2 single a nozze - di David 21.00 MotoGP Grid: GP Qatar
14.10 House Party - di Calmatic flauto magico - di Viktor Gary David Goldberg Sky Dobkin, Andrew Waller 24.00 Film: Il Decameron - di 21.30 Paddock Live - GP Qatar
Sky Cinema Comedy Glukhushin Sky Cin. Family Cinema Romance Sky Cinema Uno Pier Paolo Pasolini, 21.45 MotoGP: GP Qatar
con Franco Citti, Jovan 22.30
23.30
MotoGP Zona Rossa: GP Qatar
Snitch - l’infiltrato
Jovanovic, Vincenzo 1.30 American Pie 6: Beta House
Sport Amato (II) 3.15 Coppie che uccidono
Podcast
11.00 Automobilismo: GP
Arabia Saudita F1 Sky
17.45 Sci salti: Oslo. HS 134
F Coppa del Mondo
Movie Cielo
Notizie e storie Sport Uno Eurosport 21.10 Film: Pinocchio - con 9.00 Icarus Ultra
12.00 Biathlon: Soldier Hollow. 18.00 Hockey su ghiaccio: Mayday, salvo per un pelo
da ascoltare Staffetta F Coppa del Pittsburgh - Edmonton Federico Ielapi, Roberto
Benigni, Gigi Proietti
9.30
10.15 Sky Tg24 Giorno
Mondo Eurosport NHL Sky Sport Arena 10.30 House of Gag
13.00 The Power of Sport 18.00 Motociclismo: GP Qatar 23.20 Film: Dogman - con 12.30 House of Gag
Eurosport 2 MotoGP Sky Sport Uno Marcello Fonte, 14.00 Absolution - Le regole della
13.00 Calcio: Paris - Reims 18.35 Biathlon: Soldier Hollow.
Edoardo Pesce, Nunzia vendetta
Ligue 1 Sky Sport Arena Inseguimento M Coppa
13.05 Ciclismo: Nizza - Nizza del Mondo Eurosport Schiano 15.45 Jumper
17.30 Air Collision
Il taglio Parigi-Nizza Eurosport 2 19.35 The Power of Sport 1.05 Film: Chesil Beach - Il
19.15 Affari al buio
13.15 Sci: Are. Slalom F Coppa Eurosport segreto di una notte - 20.15 Affari di famiglia
Con Caterina Murino del Mondo Eurosport 19.50 Basket: Brescia - Scafati con illy Howle, Saoirse 21.15 Coda - I segni del cuore
13.35 Motociclismo: GP Qatar Serie A Eurosport
Warm Up Sky Sport Uno 20.00 Basket: NBA: LA Clippers - Ronan, Andy Burse 23.30 XXX - Un mestiere a luci rosse
14.00 Motociclismo: GP Qatar Milwaukee Sky Sport Uno
Nailantei Leng’ete sfuggì MotoGP Rider Fan Parade 21.00 Automobilismo: GP
all’infibulazione per la prima Sky Sport Uno Arabia Saudita F1 Sky D-Max Nove
14.30 Sci salti: Oslo. HS134 Raw Sport Arena
volta a nove anni. Oggi è Air M Qualifiche Coppa del 22.05 Sci alpino: Oslo. Mass 18.00 LBA Serie A: Virtus Segafredo 10.20 Insect World
Mondo Eurosport Start a Tecnica Classica 50 Bologna - EA7 Emporio 11.25 Big Is Beautiful
ambasciatrice di Amref 15.00 Ciclismo: San Benedetto km M Coppa del Mondo 12.30 Cash or Trash - Chi offre di
Armani Milano
Health Africa e si batte per del Tronto - San Eurosport 20.25 L’Eldorado della droga: più?
Benedetto del Tronto 22.15 Rugby: Galles - Francia
salvare bambine e ragazze Tirreno-Adriatico Sei Nazioni Sky Sport
viaggio in USA
22.20 L’Eldorado della droga:
13.45 Only Fun - Comico Show
15.45 Sento la terra girare
nel mondo. Su OnePodcast Eurosport 2 Arena viaggio in USA 17.55 Little Big Italy
15.00 Motociclismo: GP Qatar 23.00 Oslo. HS134 Raw Air 23.15 Operazione N.A.S. 19.30 Che tempo che farà
Moto3 Sky Sport Uno M Coppa del Mondo 2.00 Operazione N.A.S. 19.55 Che tempo che fa
16.00 Winterberg. Slalom Eurosport 2
5.35 Affari in valigia 22.20 Che tempo che fa - Il tavolo
Vita rovesciata Parallelo a squadre 23.30 Ciclismo: Nizza - Nizza
M/F Coppa del Mondo 8a tappa Parigi - Nizza
Francesco Flachi Eurosport Eurosport Le News per le serie TV
16.00 Rugby: Galles - Francia 23.30 Tennis: 5a g. WTA 1000 Real Time
Sei Nazioni Sky Sport & Masters 1000 Indian
Arena Wells Sky Sport Uno 20.45 Il castello delle
Un viaggio nella vita di un 16.15 Motociclismo: GP Qatar 0.30 Ciclismo: San Benedetto
Moto2 Sky Sport Uno del Tronto - San cerimonie
campione di calcio che ha 16.45 Biathlon: Soldier Hollow. Benedetto del Tronto 7a 21.20 Il castello delle
visto realizzarsi prima tutti Inseguimento F Coppa del tappa Tirreno-Adriatico cerimonie
Mondo Eurosport Eurosport
i suoi sogni e poi tutti i suoi 17.00 Sci: Kranjska Gora. 0.30 Sci: Kranjska Gora. 21.50 Il castello delle
incubi. Con lui, ci sono Slalom M Coppa del Slalom M Coppa del cerimonie
Mondo Eurosport 2 Mondo Eurosport 2 22.20 90 giorni per
alcuni amici e compagni 17.30 Golf: Arnold Palmer 0.30 Pallanuoto: Zodiac Cnab
Invitational PGA Tour - Brescia LEN Champions innamorarsi: prima dei
storici. Su OnePodcast
Eurosport 2 League Sky Sport Arena 90 giorni
 .

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10 marzo 2024
Longform
di
Carlo Bonini
coordinamento editoriale
e Laura Pertici
coordinamento multimediale
CONTRIBUTOR/GETTY IMAGES
dalla nostra inviata
Rosalba Castelletti
k Nemici
A sinistra, Vladimir Putin, 71 anni,
leader della Russia da quasi 25,
che si ricandida il 17 marzo. A destra,
l’oppositore Aleksej Navalny, morto
in carcere il 16 febbraio a 47 anni
Non resta che la coda. Ordinata, pacifica, silenziosa. Unica forma di dissenso dopo l’Ucraina
In fila davanti a monumenti e tribunali. E sulla tomba dell’oppositore che anche da morto pesa
come un macigno sulle elezioni che domenica consegneranno al presidente il quinto mandato
L’ombra di Navalny
sul voto di Putin
MOSCA
È
una coda ordinata. Che ha la solennità di una processio-
ne e la forza di un corteo. La “bella Russia del futuro” ve-
nuta a salutare il suo eroe. A una settimana dal funerale
diventato protesta, la marcia non si ferma. Anche a costo
di essere arrestati, migliaia di russi continuano a rendere
omaggio all’oppositore che, pur da dietro le sbarre, li inci-
tava a «non arrendersi» e «non aver paura». Restano in fila anche quando il
cimitero Borisovskoe chiude. Lanciano rose oltre le cancellate serrate ver-
so il tumulo di fiori che è oramai la tomba di Aleksej Navalny. Un’intifada
non violenta. A volto scoperto. Petali, non pietre. La coda, ochered in russo,
è già il simbolo del 2024, sostiene il politologo Andrej Shalimov. L’unica for-
ma legale di protesta rimasta dopo due anni di Operazione militare specia-
le in Ucraina e di dura repressione in patria. «Persone che aspettano il loro
turno», osserva Shalimov. «Seguono rigorosamente leggi e regolamenti.
Non organizzano raduni o provocazioni. Ma allo stesso tempo svolgono
un’importante azione civica e umana». Persone in fila per sostenere con la
loro firma la candidatura a presidente del pacifista Boris Nadezhdin. Perso-
ne in fila davanti a un tribunale per contestare la condanna del dissidente
Oleg Orlov a due anni e mezzo di carcere per un’idea. Persone in fila da setti-
mane per deporre fiori davanti ai monumenti alla repressione politica in
memoria di Navalny, un “estremista e terrorista” per la legge russa. Perso-
ne in fila da dieci giorni per visitare la sua tomba. E persone in fila ai seggi
alle 12 del 17 marzo per il “Mezzogiorno contro Putin” nell’ultimo giorno di
presidenziali, almeno così spera l’opposizione. «Sì, può sembrare che non
ci siano ancora abbastanza persone in coda, ma questa è la minoranza intol-
SEFA KARACAN/ANADOLU AGENCY VIA GETTY IMAGES
lerante che alla fine diventerà maggioranza», confida Shalimov. Una massa
critica che pesa sulle elezioni della prossima settimana che, in assenza di ri-
vali, riconfermeranno Vladimir Putin per un quinto mandato. Il popolo di
Navalny contro il regime dell’ex agente del Kgb. Come nel 2018 quando l’op-
positore fu escluso dalle presidenziali, ma fu l’unico a fare campagna elet-
torale e a mobilitare la gente in piazza. Un’ombra sul voto.
Nello studio di Aleksej sei anni fa
Camicia tartan rimboccata al gomito e jeans, col suo continuo gesticolare,
l’oppositore più famoso di Russia ostentava normalità quel marzo di sei an-
ni fa. «Sono una persona semplice, non sono un dissidente», ci diceva nel
suo studio al quinto piano di un business center a Sud di Mosca. In una stan-
za accanto, quasi spoglia, ragazzi ticchettavano sulle tastiere, mentre in
uno studio televisivo si lavorava all’ultima video-inchiesta sull’élite putinia-
na. Sulla sua scrivania fogli sparsi, una Moleskine, un pc e libri affastellati
alla rinfusa, tra cui spiccava un tomo su Tony Blair. «Ma l’ultimo libro che
mi ha colpito è stato Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro. Irritante a tratti, ma
bellissimo». Alle sue spalle, su una parete nero lavagna, un foro. «C’era un
quadro. Solo che di recente è caduto. Mi chiedete spesso quale forza abbia
alle mie spalle. Ed, ecco, vi faccio vedere. È la famosa foto del V Congresso
di Solvay, il più importante ritrovo dei fisici quantistici e dei migliori cervel-
li della storia dell’umanità. Sono loro a ispirarmi». Mancavano dieci giorni
alle presidenziali 2018. Per oltre un anno, Navalny aveva viaggiato per tutta
la Russia, aperto uffici in 84 città, portato avanti una campagna porta a por-
ta e raccolto donazioni per oltre un milione di euro.
I continua nelle pagine successive
pagina
.
38 Longform L’ombra di Navalny
I segue dalla pagina precedente
Una missione donchisciottesca, dal momento che la legislazione russa vie-
ta le candidature di cittadino con precedenti penali e lui, già allora, aveva
alle spalle due condanne per reati finanziari. Accuse costruite ad arte, so-
steneva, ma quanto bastava per estrometterlo dalla corsa. Escluso dalla
scheda elettorale, Navalny aveva invitato gli elettori allo “sciopero del vo-
to” e a registrarsi come osservatori. Ma soprattutto aveva indetto un’onda-
ta di proteste che per la prima volta non si era limitata a Mosca, ma aveva
attraversato la Russia lungo tutti i suoi 11 fusi orari. «Ma non sono un dissi-
dente», insisteva con noi. «I dissidenti sovietici erano isolati. Io so di certo
di rappresentare milioni di cittadini che vogliono una vita migliore in Rus-
sia. Lo so, può suonare patetico, ma so di stare dalla parte del bene. E con
me, dalla parte del bene, c’è tantissima gente». Oggi Aleksej Navalny è en-
trato a pieno titolo nel mito dell’eroe del bene. Avvelenato, partito dalla
Russia in coma, chiuso in un box di rianimazione, e miracolosamente guari-
to in Germania, nel gennaio del 2021 era tornato in patria pur consapevole
di andare incontro al carcere. È morto a 47 anni il 16 febbraio in circostanze
tutte da chiarire in una remota colonia penale dell’Arcipelago Gulag artico
dove stava scontando condanne per un totale di 19 anni. «Ucciso da Vladi-
mir Putin», ha accusato la vedova Yulia rivendicandone il testimone. Il pri-
mo marzo, giorno del funerale, migliaia di russi si sono messi in marcia per
salutare l’uomo che per loro incarnava un’alternativa a Putin. Una folla mai
vista negli ultimi due anni di conflitto in Ucraina che scandiva slogan proi-
biti: “Putin assassino”, “Ucraini brava gente” o “No alla guerra”. Una «terri-
bile minaccia per la dittatura personalistica», secondo Andrej Kolesnikov,
politologo del Carnegie Russia Eurasia Center, che ha paragonato i russi in
lutto per Navalny agli otto cittadini che manifestarono in Piazza Rossa con-
tro l’invasione della Cecoslovacchia nel 1968. «Sono pericolosi per il regime
perché mettono in discussione il principale mito attuale del Cremlino: il
consolidamento assoluto della nazione attorno a Putin e ai suoi sforzi», ha
scritto Kolesnikov su Novoe Vremja mettendo a confronto le «due Russie».
La cosiddetta “élite” del Paese che il 29 febbraio, ora addormentandosi, ora
rallegrandosi con applausi di routine, ha ascoltato il discorso di Putin all’As-
semblea Federale. E i “patrioti” che, il giorno dopo, hanno vinto la paura
per accomiatarsi con dignità da una persona che incarnava la speranza di
cambiamento. Oggi, come nel 2018, lo scontro si ripropone. Putin contro
Navalny, morto, ma vivo grazie al martirio. Ancora una volta convitato di
pietra delle presidenziali. Era stato lui, con un appello dal carcere a inizio
febbraio, a promuovere l’idea del “Mezzogiorno contro Putin” proposta da
un ex deputato pietroburghese. La vedova Yulia Navalnaya l’ha rilanciata.
E tutta l’opposizione dispersa l’ha fatta sua.
La mostra-evento “Rossija”
È un viaggio nel Paese delle meraviglie e quel Paese è la Russia. Incentivi
per le famiglie numerose. Trasporti rapidi. Internet ancora più veloce. Nuo-
ve infrastrutture. Tecnologie all’avanguardia. Una moltitudine di etnie e
culture. E quattro nuove regioni che allargano i confini. La scenografia del-
la mostra Rossija, “Russia”, è quella maestosa di Vdnkh, il parco espositivo
voluto da Iosif Stalin nel Nord di Mosca con una statua di Vladimir Lenin im-
pettito e falci e martello in bassorilievo. Un’ambientazione che gioca con la
nostalgia della Russia odierna per l’era sovietica, ma soprattutto con l’ambi-
zione di Putin di riportare il Paese ai fasti di una grande superpotenza. Si at-
traversa un tunnel caleidoscopico: un racconto per immagini dei successi
della Federazione che si scompongono e si moltiplicano in un gioco di spec-
chi. Poi ci si avventura tra i vari padiglioni dispersi nei nove ettari di Vdnkh,
come il nuovissimo “Atom” con la “Bomba Zar”, il più potente ordigno all’i-
drogeno mai sperimentato. Le esperienze immersive sono le più disparate:
da una crociera virtuale sul fiume Jenisej a un tour digitale delle cantine
della soleggiata regione di Krasnodar fino a una discesa in snowboard dalle
vette del Caucaso. Infine, il padiglione dedicato agli 89 territori russi, com-
presa la Crimea rivendicata nel 2014 e le altre quattro regioni ucraine an-
nesse due anni fa. Con concerti di balalajka e balli in costumi tradizionali,
trovate come il “passaporto del turista” da timbrare dopo aver superato dei
quiz. Ovunque la scritta Rossija. È stato proprio il leader del Cremlino a vo-
lere per decreto la mostra-evento che di fatto ha lanciato la sua pseu-
do-campagna elettorale in vista delle presidenziali che per la prima volta
dureranno tre giorni, dal 15 al 17 marzo, e prevederanno il voto elettronico
in 29 regioni, Mosca inclusa. Un’elezione dall’esito scontato tanto che il lea-
der ceceno Ramzan Kadyrov aveva proposto di annullarla del tutto. Una fo-
glia di fico per mascherare la “democratura”, con gli esponenti dell’opposi-
zione e della società civile sistematicamente imprigionati, esiliati o elimina-
ti. Putin, però, ne ha bisogno per legittimare il suo potere eterno.
La posta in gioco
Dopo aver trascorso al potere quasi un quarto di secolo e aver “azzerato” i
suoi precedenti mandati grazie alla riforma costituzionale del 2020, Putin
potrebbe teoricamente restare al potere fino al 2036, quando avrà 83 anni.
Ma il voto della prossima settimana — dice bene Abbas Galljamov, il politolo-
Domenica, 10 marzo 2024
k L’omaggio go in esilio che un tempo scriveva i discorsi del presidente — è anche «un re-
I russi in fila per omaggiare ferendum» sull’Operazione militare speciale. Per questo l’amministrazio-
la tomba di Aleksej Navalny ne presidenziale ha lavorato alla campagna più impegnativa e costosa di
nel cimitero Borisovskoe sempre. Ha speso, scrivono i media indipendenti, quasi 1,1 miliardi di euro
per creare film, videogiochi e canali Telegram, condurre sondaggi segreti,
promuovere eventi come la mostra Rossija o il Festival della Gioventù di So-
chi, organizzare concerti e concorsi a premi. Un investimento che si som-
ma ai consueti stratagemmi per costringere migliaia di dipendenti pubbli-
ci ad andare alle urne. Il partito al potere Russia Unita ha persino sviluppa-
to un’app che dovrebbe permettere di monitorare la loro affluenza. Tutto
pur di rastrellare centinaia di migliaia di voti in più. E laddove non bastas-
se, avverte l’ong di osservatori Golos, la manipolazione del voto elettronico
l Navalny 2018 farà la sua parte. Si punta, scrive la redazione in esilio di Meduza, a percen-
Un momento della campagna tuali record di voti e affluenza tra il 70% e l’80%. Un plebiscito che non am-
elettorale di Aleksej Navalny in vista mette veri avversari. Perciò la Commissione elettorale ha escluso le uniche
delle presidenziali del 18 marzo 2018 due candidature pacifiste: ha rigettato i documenti presentati dalla giorna-
lista Ekaterina Duntsova e ha invalidato le firme raccolte a sostegno del
cauto liberale Boris Nadezhdin. Sono soltanto tre i rivali ammessi, esponen-
ti dei partiti della cosiddetta “opposizione sistemica”, appendice del Crem-
lino: il comunista Nikolaj Kharitonov; il nazionalista Leonid Slutskij, Parti-
to liberaldemocratico; il quarantenne Vladislav Davankov, Gente Nuova.
Mere comparse. La coda alla tomba di Navalny è una sfida non calcolata.
Ljaskin, l’ex collaboratore di Navalny rimasto in Russia
«Da vivo, Navalny aveva insegnato alla società a uscire in piazza. Da morto,
è riuscito a mobilitarla di nuovo. Nonostante tutte le paure, il rischio di es-
sere identificati, arrestati, perdere soldi o la libertà». Nikolaj Ljaskin, 41 an-
ni, parla con foga. Da entusiasta. Ispirato dal fervore che anima i locali di Ot-
kritoe Prostranstvo (Open Space): un mercatino, un corso di collage, letture
di poesie, tatuaggi e, infine, un’asta i cui proventi andranno alle 50 detenu-
te politiche russe. Un’iniziativa promossa per l’8 marzo da un «gruppo di ra-
gazze che si sono conosciute a diversi processi». Liquidata l’organizzazio-
ne per i diritti umani premio Nobel Memorial, chiusi il Gruppo Helsinki e il
Centro Sakharov, i tribunali sono diventati l’ultimo luogo di ritrovo per la
dissidenza. Un posto per contarsi e incontrarsi. Ljaskin contribuisce all’a-
sta con I dialoghi tra Aleksej Navalny e Adam Michnik, uno dei leader del
movimento polacco Solidarnost. «Un libro introvabile», si vanta. Viene bat-
tuto per 22.500 rubli, 225 euro. Nikolaj è l’unico stretto collaboratore di Na-
valny a non avere lasciato la Russia. Aveva conosciuto Aleksej per la prima
f volta nel 2005 tra le file del movimento giovanile Democratica Alternativa
(Da!) di Maria Gajdar, ma aveva cominciato a collaborare alle sue diverse ini-
ziative anti-corruzione soltanto nel 2010 fino a diventare il capo del quar-
Ljaskin tier generale moscovita della campagna elettorale “Navalny 2018” e a esse-
ex braccio re eletto nel marzo 2019 nel direttivo del partito — mai registrato dalle auto-
destro rità — “Russia del futuro”. Un sodalizio che Ljaskin ha pagato, oltre che con
di Navalny fermi e detenzioni, con un’aggressione con una sbarra di ferro che nel 2017
gli provocò una commozione celebrale. Quando Navalny venne arrestato
nel gennaio 2021 al suo rientro in Russia dalla Germania, Ljaskin era sceso
Da vivo Navalny in piazza insieme a tutta Fbk, la Fondazione anti-corruzione. Ed era finito
sotto processo col fratello di Aleksej, Oleg Navalny, con la portavoce Kira
aveva portato la gente Jarmish, l’avvocata Ljubov Sobol e il braccio destro Leonid Volkov. Uno de-
gli imputati eccellenti del cosiddetto “caso sanitario”, la raffica di procedi-
in piazza. Da morto è menti penali lanciati contro i manifestanti pro-Navalny con il pretesto del-
riuscito a mobilitarla la violazione delle norme anti-Covid. Era stato condannato a un anno di “li-
bertà vigilata”. «L’affare sanitario è stato una svolta. Per la prima volta, per
di nuovo. La Russia essere scesi in piazza, le autorità non ci condannavano a qualche settima-
iz
na di carcere amministrativo, ma a un anno intero di domiciliari. Un chiaro
del 2018 e del 2024? segnale». Quando nel giugno 2021 Fbk è stata dichiarata “estremista” e per-
.b
Due Paesi diversi ciò fuorilegge, i suoi ex compagni di lotta hanno lasciato il Paese. Ljaskin
st
no. Ha finito di scontare i suoi domiciliari nell’agosto di due anni fa, nel pie-
g
po
no dell’offensiva di Mosca contro Kiev, e ha tagliato i ponti con Fbk, ma con-
tinuato il suo attivismo. «Il mio obiettivo è creare rapporti orizzontali. So-
er
stenere iniziative come quest’asta. Anche se ultimamente mi dedico di più
ov
.
Domenica, 10 marzo 2024 Longform L’ombra di Navalny pagina 39

sono richiesti, i loro stipendi stanno crescendo. E i pagamenti ai combatten-

ti e il denaro per i feriti e i morti sono tanti e tali che si può parlare di un no-
tevole miglioramento della situazione delle fasce più povere della popola-
zione», scrive sulla rivista Gorby. La società si è consolidata attorno a Putin
già a febbraio e marzo del 2022. Da allora la situazione non è cambiata. La
curva è rimasta orizzontale, intorno all’80%. La chiave, dice Levinson, sta
nell’aver presentato l’Operazione militare speciale in Ucraina come una
parte del conflitto contro l’Occidente e la Nato a guida Usa. «Questa spiega-
zione ha diversi meriti. Primo, inserisce la situazione attuale in una narra-
zione consolidata sullo scontro quasi eterno tra Russia e Occidente, che
non è iniziato oggi. Secondo, permette di non pensare a un conflitto arma-
to con un “popolo fratello”, perché siamo in guerra con il male mondiale.
Ancora più importante, ha fissato un obiettivo per il futuro. E l’obiettivo
non è piccolo: cambiare l’ordine mondiale, ricreare il mondo “nostro” e “vo-
stro” delineato da Stalin, Roosevelt e Churchill. O almeno riconquistare in
parte ciò che Gorbaciov ha “perso”».

Il falco Markov senza censure

ad animali ed ecologia. Sono giunto alla conclusione che la paura ti fa im-
pazzire. E io ho deciso di smettere d’impazzire. Naturalmente conosco i ri-
schi. Non sono stupido. Vedo la gente finire in galera o ammazzata. Ma vo-
glio continuare la mia lotta perché in Russia siamo in tanti a voler contrasta-
re “quello che sta succedendo”». Si autocensura. È lui stesso a dirlo. «Biso-
gna filtrare i pensieri perché oramai le autorità ti sbattono dentro anche
per una parola».
Sprazzi di ottimismo
La Russia al voto nel 2018 e nel 2024, dice Ljashin, sono due Paesi diversi.
Già sei anni fa, il Paese aveva imboccato una deriva autoritaria. Ma allora,
almeno, dice, «Navalny era vivo, faceva campagna elettorale, gli altri oppo-
sitori non erano stati tutti arrestati o costretti all’esilio, c’erano giornalisti
indipendenti e tanti corrispondenti stranieri e migliaia di russi non moriva-
no per motivi incomprensibili in Ucraina». Eppure Ljaskin non rinuncia al-
l’ottimismo: «Il Paese è cambiato, sì, ma la gente è la stessa. Ricorda quegli
anni in cui si sperava in un futuro migliore. E vuole continuare a coltivare
quella speranza. Il prezzo è elevato, ma il dovere di un vero patriota è stare
qui. Dipende anche da me se la Russia proseguirà in questa deriva o diverrà
un Paese democratico». È per questo che anche Ljaskin si è messo in fila
quest’anno. A fine gennaio ha messo la sua firma per sostenere Nadezhdin.
Il 27 febbraio era in aula per sostenere Orlov. E l’1 marzo ha deposto un maz-
zo di rose bianche sulla tomba dell’amico Aleksej. «La fila — dice — non è sol-
tanto protesta. È compattezza. L’obiettivo principale del governo è atomiz-
zare la società. La fila sfonda l’isolamento. Crea legami. Unisce la gente che
la pensa allo stesso modo. Ti fa capire che non sei solo a desiderare la bella
Russia del futuro. Mobilita la società. Vale anche per le file che si spera si
creeranno ai seggi il 17 marzo a mezzogiorno. Persone che vivono nello stes-
so quartiere potranno guardarsi in faccia e comunicare. Il Mezzogiorno
contro Putin non sarà soltanto una contestazione, ma l’opportunità di co-
noscere i vicini che la pensano allo stesso modo». Ljaskin sostiene che non
è vero che «il Paese sostenga il regime». Per lui «la maggioranza vuole sol-
tanto mandare avanti la baracca. Ma, in realtà, sono in tanti a non essere
d’accordo con “quello che sta succedendo”. E la morte di Navalny li ha por-
tati allo scoperto».
ALEXANDER NEMENOV / AFP
l Putin 2024
Il discorso di Vladimir Putin
alle Camere riunite il 29 febbraio,
vigilia del funerale di Navalny
Si capisce bene perché Sergej Markov esulti. Direttore dell’Istituto di Ricer-
che politiche di Mosca, già deputato e uomo di fiducia di Vladimir Putin dal
2011 al 2018, falco irremovibile, vicinissimo ai circoli del potere, la pensa
proprio come Levinson. Opposti che si incontrano. «La società si sta conso-
lidando attorno al potere, o, usando un termine americano, attorno alla
bandiera», ci dice. «Perché l’attuale guerra in Ucraina viene vista dalla mag-
gioranza come una guerra contro gli Usa e i loro alleati Nato». Markov non
ha remore ad ammettere che, in vista delle presidenziali, il Cremlino ha
sgombrato il campo da ogni minaccia. «Gli altri candidati non lavorano per
sé, ma per la legittimità di Putin. È evidente che esistano certi accordi segre-
ti. L’unico che avrebbe potuto togliere voti a Putin era il leader del Partico
Comunista Gennadij Zjuganov, o un nuovo comunista, giovane ed energi-
co. Ma al posto di Zjuganov è stato candidato un comunista ancora più an-
ziano, Kharitonov. E Slutskij ha detto chiaramente che non intende rivaleg-
giare con Putin. Quanto all’opposizione filo-occidentale è stata praticamen-
te annientata. Si è ritirata all’estero o sta in galera». Se il potere di Putin è co-
sì forte, gli chiediamo, allora perché escludere Duntsova e Nadezhdin dalla
corsa? Il Cremlino non dà l’idea di temere il potenziale di queste voci con-
trarie all’offensiva in Ucraina? Markov ancora una volta ci disarma con la
sua onestà. «Viviamo sotto una sorta di legge marziale. Duntsova è un pro-
getto di Mikhail Khodorkovskij. Ammetterla alle elezioni sarebbe stato co-
me invitare a un party un criminale. Un mafioso, per usare una metafora fa-
miliare a voi italiani. Lo stesso vale per Nadezhdin. Aveva iniziato la sua
campagna in accordo con l’amministrazione presidenziale, ma non stava
raccogliendo abbastanza firme e ha avuto bisogno dell’endorsement di un
uomo associato a Khodorkovskij, Maksim Katz. Quindi non si poteva più
ammetterlo». Anche per Markov, come per Galljamov, le presidenziali so-
no un referendum. Ma in un altro senso: «Qui nessuno fa niente. Putin non
svolge nessuna campagna elettorale, ma i suoi elettori sono completamen-
te d’accordo con questo. Anche gli altri candidati non svolgono nessuna
campagna elettorale e gli elettori sono d’accordo con questo. Sanno che in
tempi di guerra il leader deve pensare a vincere». Il Mezzogiorno contro Pu-
tin e la coda alla tomba di Navalny non lo spaventano. «Fino al 2014 Naval-
ny aveva un elettorato notevole. Sopra il 10%. Ma da allora è diminuito. Oggi
sarà al massimo intorno al 3%. E dal momento che i suoi sostenitori sono
oramai pochissimi, per farsi vedere, si devono riunire nello stesso giorno e
nello stesso posto e lo faranno. Ma non cambierà nulla».

Lo sconforto della minoranza

Aleksej Levinson, capo del dipartimento di ricerca socioculturale del Leva-
da Tsentr, l’istituto di sondaggi indipendente tanto da essersi guadagnato
l’etichetta di “agente straniero”, è oramai abituato a questo genere di conte-
stazioni. Le commenta con una certa accondiscendenza. «Comprendo la
difficile esperienza di quanti hanno scoperto che quasi “tutto il Paese” è in
diretta opposizione alle posizioni che la loro coscienza e ragione dicono lo-
ro. Alcuni di loro ne hanno preso atto e si sono separati dal loro Paese. Qual-
cuno ha espresso la speranza che col tempo i russi cambino atteggiamento
nei confronti dell’attuale politica del Paese. Ma altri — come Ljaskin — han-
no deciso che i dati riportati dal Centro Levada sul sostegno alle forze arma-
te russe e sull’approvazione del presidente non sono corretti. È chiaro che
pensarla così allevia in una certa misura l’amarezza della consapevolezza
che così tanti russi non la pensano come te e che sono pochissime le perso-
ne che la pensano allo stesso modo. Comprendiamo la loro amarezza, ma
non vediamo motivo di dubitare dei risultati delle nostre ricerche. E le no-
stre ricerche parlano chiaro». Tre quarti dei cittadini russi in un modo o nel-
l’altro sostiene le azioni dell’esercito russo in Ucraina. Se è vero che poco
più della metà degli intervistati è favorevole ai negoziati di pace, lo è pur-
ché la Russia non rinunci ai territori ucraini annessi. La loro disponibilità a
sedere al tavolo è dunque aleatoria. Il sentimento principale per l’Operazio-
ne militare speciale è “orgoglio per la Russia”. L’umore di due terzi della po-
polazione è costantemente “piatto, calmo”, per un altro 15% è semplice-
mente “meraviglioso”, solo un quinto si lamenta. Levinson smentisce uno
scontento per lo scenario economico. La partenza di alcuni al fronte e di al-
tri all’estero ha creato una certa carenza di personale che si traduce in un
aumento dei salari per chi rimane. «Le industrie sono in ripresa, i lavoratori
f E Nadezhdin guarda al futuro
In un altro corto circuito tra opposti, anche Boris Nadezhdin ridimensiona
il seguito di Navalny. «I suoi sostenitori si aggirano tra uno e due milioni, va-
Markov le a dire circa 10-20 persone a seggio, magari il doppio a Mosca. Perciò non
Ex consigliere prevedo file il 17 marzo a mezzogiorno. Ai miei sostenitori dirò di votare
falco di contro Putin, ma all’ora che ritengono più opportuna», ci dice il candidato
vladimir Putin pacifista che ha galvanizzato i russi che non sostengono Putin né la sua of-
fensiva in Ucraina. Il sessantenne smentisce però la ricostruzione di Mar-
kov. «Mi sospettano tutti di qualcosa. L’opposizione radicale pensa che sia
La società si sta un fantoccio del Cremlino, mentre i propagandisti di Stato come Markov o
Vladimir Soloviov sostengono che sia sponsorizzato da Khodorkovskij o
consolidando attorno che sia un agente dei servizi ucraini. Nessuno riesce a immaginare che in
Russia possa davvero esserci una persona libera che vuole semplicemente
al potere. Vede partecipare alle elezioni. Non sono un messia, né un eroe. Sono soltanto
il conflitto in Ucraina una persona normale che si occupa di politica da trent’anni». Nadezhdin è
grato ai collaboratori di Navalny e a tutti gli oppositori che dall’esilio han-
come uno scontro no invitato a sostenere la sua candidatura con una firma, ma non è pronto a
collaborare con loro. «I miei sostenitori sono molti di più: 10-15 milioni.
con Usa e Nato. Sa che Adesso il mio prossimo obiettivo sono le parlamentari del 2026. Punto a
Putin deve vincerla portare il mio partito, Iniziativa Civica, dentro la Duma. La Commissione
elettorale ha potuto respingere un Nadezhdin, ma non potrà respingerne
g cento. I miei progetti non sono legati al 17 marzo, ma al futuro». Alla “mino-
ranza intollerante”, per il momento, però, non resta che mettersi in coda.
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