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Debora Bettiga
debora.bettiga@polimi.it
Agenda
• Definizione di strategia
• Livelli di pianificazione: corporate, business e funzionale
• Le strategie corporate: la matrice BCG
• L’identificazione del business
• Le strategie di business: analisi esterna
• Le strategie di business: analisi interna
• L’organizzazione d’impresa:
– Attività
– Processi
– Strutture organizzative
◼ 2
Definizione di strategia
Strategia come:
• Ricerca di vantaggi competitivi sostenibili (analisi forze esterne
ed interne)
• “Pattern” coerente, unitario ed integrato di decisioni
• Modalità per stabilire le finalità dell’impresa (fini/obiettivi,
mezzi)
• Definizione dell’ambito competitivo (aree prodotto/ mercato in
cui operare)
• Differenziazione dei compiti gestionali a livello corporate,
business e funzionale
• Definizione del contributo economico e non che l’impresa
intende dare ai propri stakeholder
◼ 3
Livelli gerarchici del processo
• Corporate
– in quali campi operare (aree di prodotto/mercato)
– come allocare le risorse
• Business
– come competere nell’area prodotto/mercato
• Funzionale
– come sviluppare le esigenze a livello funzionale del business e sviluppare
le competenze esclusive
◼ 4
Livelli gerarchici del processo
◼ 5
Analisi corporate
◼ 6
Le strategie corporate
In aziende diversificate (multi-business):
• In quali business operare?
(Diversificazione correlata, non correlata, sinergie)
• Come allocare le risorse?
• Attraverso quali meccanismi sostenere la
diversificazione?
(Investimenti esteri, M&A, Joint ventures, ….)
◼ 7
Allocazione delle risorse e Gestione del Portafoglio
◼ 8
Allocazione delle risorse e Gestione del Portafoglio
◼ 9
Allocazione delle risorse e Gestione del Portafoglio
◼ 10
Allocazione delle risorse e Gestione del Portafoglio
PORTAFOGLI CORRELATI
VANTAGGI SVANTAGGI
◼ 11
Allocazione delle risorse e Gestione del Portafoglio
VANTAGGI SVANTAGGI
◼ 12
Matrici di Portafoglio
Strumenti sviluppati per analisi di portafoglio al fine di:
– Determinare meglio la posizione competitiva dell’intero
portafoglio
– Suggerire alternative strategiche per ciascun business
– Definire criteri e priorità di allocazione delle risorse
◼ 13
Matrici di Portafoglio (2)
Attrattività
Posizione competitiva
◼ 14
Matrici di Portafoglio: matrice BCG
?
Star
Tasso Crescita
Investimento
Selettivo
◼ 15
Matrici di Portafoglio: matrice BCG (2)
Elevata Ridotta
Elevato
FC0
Mercato
FC<<0
t
Cash Cow Dog
Ridotto FC>>0 FC0
Investimenti
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Analisi business
◼ 17
Definizione del business (area d’affari)
◼ 18
Identificazione del business
Modello di Abell
Funzioni Svolte
Gruppi di
Clienti
Tecnologie
◼ 19
Identificazione del business (2)
Funzioni
svolte
Business con più funzioni svolte (es.:
alimentazione bambini, alimentazione dietetica,
alimentazione occasioni speciali)
conservazione
Gruppi di
vetro industria famiglia Clienti
plastica
Tecnologie
Es: business dei contenitori per alimenti
◼ 21
Analisi Esterna e Analisi Interna
◼ 22
Analisi dell’ambiente esterno
• Per comprendere l’ambiente esterno è necessario
avere una visione ampia di settore
• L’attrattività di un settore è determinata dalle leggi
della competizione in quel settore:
– elementi che vi operano (concorrenti, acquirenti, fornitori,
nuovi entranti e prodotti sostitutivi)
– relazioni tra di loro (forze competitive)
– fattori di base (tecnico-economici) che determinano tali forze
◼ 23
Analisi del macro-ambiente: analisi PEST
24
Analisi Esterna e Analisi Interna
◼ 25
Unità Strategica di Business (SBU)
◼ 26
Dinamica dei Costi
Prima di esplorare il contenuto di una strategia di
business e gli strumenti necessari, occorre approfondire i
fenomeni che spiegano la dinamica dei costi
Scala
Effetti di Apprendimento
Scopo
◼ 27
Dinamica dei Costi (2)
• Evoluzione dei costi totali e unitari
– dimensione (scala)
– esperienza (tempo, volume cumulato)
– sinergie (scala congiunta, scopo)
◼ 28
Economie di scala
ECONOMIA DI SCALA
Riduzione dei costi unitari ottimali (minimi) all’aumentare della
scala (dimensione produttiva)
C
CULP CULP
C
Q Q
Dimensione
Dimensione
Ottima
Ottima ◼ 29
Minima
Economie di scala (2)
• Le economie di scala sono potenzialmente possibili in
tutte le attività (produzione, marketing, acquisti,
progettazione, ….)
◼ 30
Economie di esperienza/apprendimento
ECONOMIE DI APPRENDIMENTO
Diminuzione dei costi unitari in seguito all’esperienza acquisita
◼ 31
Economie di esperienza/apprendimento (2)
◼ 32
Economie di esperienza/apprendimento (3)
Aspetti Rilevanti:
• Evoluzione dei costi nel tempo
• Differenti velocità di apprendimento su diverse
componenti di costo
• Esperienza condivisa
• Differenze di costo tra concorrenti
• Coerenza ed omogeneità nell’analisi dei costi
• Scelta dell’arco di tempo (stabilità tecnologica)
• Scelta dell’unità di analisi (prodotto, segmento,
business)
◼ 33
Economie di scala e di esperienza
• Esperienza e Scala sono fenomeni distinti con zone di
sovrapposizione
• La specializzazione è resa possibile dalla scala e
favorisce l’esperienza
• Il circolo virtuoso è legato alla capacità produttiva
• Prerequisito per l’esperienza: stabilità
– tecnologica
– personale
• Differenze:
– scala: statica
– esperienza: dinamica
◼ 34
Economie di scopo
ECONOMIE DI SCOPO
I costi unitari di produzione diminuiscono all’aumentare
della varietà (numero) di beni e servizi prodotti.
Derivano da:
- Input condivisi (impianti, campagne pubblicitarie,
spese R&S)
- Produzione flessibile: capacità di produrre diversi
prodotti con adattamenti minimi alla produzione
◼ 35
L’approccio basato sulle risorse/competenze
critiche (cenni)
◼ 36
Le risorse
• finanziarie D/E
• fisiche età degli impianti
• umane titolo di studio, turnover
• tecnologiche brevetti
• reputazione riconoscimento della marca
◼ 37
Le competenze
• Competenze: uso integrato e finalizzato delle risorse
dell’impresa
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Analisi interna a livello di Business
◼ 39
Strategia Competitiva di Porter
• La base per una redditività superiore alla media del settore nel
lungo termine è avere un vantaggio competitivo sostenibile
• 3 tipi di strategie competitive, in relazione al tipo di vantaggio
competitivo ricercato (costo o differenziazione) ed al raggio di
azione (ampio o ristretto)
Vantaggio
Competitivo
Diminuzione Differenziazione
Costi
◼ 40
Leadership di costo
• Essere il produttore con i costi più bassi
• Opera con un raggio d’azione più ampio
• Fattori:
– economie di scala
– economie di esperienza
– accesso privilegiato alle materie prime
– controllo e riduzione di tutti i tipi di costo
– eliminazione dei clienti marginali
– …
• Vantaggi rispetto alle forze competitive:
– margini più alti dei concorrenti
– limiti della pressione dei clienti
– assorbimento delle pressioni dei fornitori
– posizione più favorevole rispetto alle barriere di entrata e ai
prodotti sostitutivi
◼ 41
Differenziazione
• Prodotto percepito dai clienti come unico rispetto ad una o più
caratteristiche:
– qualità/design/tecnologia
– immagine di marca
– assistenza ai clienti
– livello di servizio
– rete di vendita
–…
• Fattori:
– Competenze professionali
– Know-how e tecnologie
– Qualità materie prime
– Organizzazione
◼ 42
Differenziazione
• Vantaggi rispetto alle forze competitive
– Protezione rispetto a concorrenza
– Fedeltà clientela
– Creazione barriere all’entrata
– Resistenza ai prodotti sostitutivi
– Riduzione del potere dei fornitori
◼ 43
Focalizzazione
• Presupposto: esistono dei segmenti diversi di mercato
• Focalizzazione sui costi (concorrenti a largo spettro
hanno costi superiori, e.g. di distribuzione)
• Focalizzazione sulla differenziazione (i concorrenti
danno prodotti al di sotto delle esigenze del segmento)
◼ 44
Strategia Competitiva: osservazioni
Eccezioni:
• Anche gli altri concorrenti sono nelle stesse condizioni
• Esistono vantaggi di costo molto forti che consentono anche di
differenziare
• L’impresa realizza un’importante innovazione tecnologica e/o
organizzativa
• Nuovi modelli di business (piattaforme, ecosistemi..)
◼ 45
Rischi delle strategie competitive di base
◼ 46
L’organizzazione di impresa
◼ 47
L’organizzazione di impresa
◼ 48
Analisi Interna: la Catena del Valore
◼ 49
Analisi Interna: la Catena del Valore di Porter
Attività Infrastrutturali
Gestione Risorse Umane
Sviluppo Tecnologie
Approvvigionamenti
◼ 50
Le attività primarie
• Logistica in entrata: attività associate al ricevimento, immagazzinamento,
trasporto e distribuzione dei materiali in input al processo di trasformazione
• Operations: attività che costituiscono il processo di trasformazione degli
input in prodotti finiti
• Logistica in uscita: attività connesse all’immagazzinamento del prodotto
finito e alla distribuzione ai clienti
• Marketing e vendite: attività finalizzate a far conoscere il prodotto ai clienti al
fine di indurre all’acquisto (pubblicità, promozione, gestione dei canali di
vendita, ecc.)
• Servizi: ad esempio installazione, assistenza tecnica post vendita, fornitura di
ricambi, ecc.
◼ 51
Le attività di supporto
• Approvvigionamenti: attività connesse all’acquisizione di tutti
gli input (materie prime, componenti, macchinari, tecnologie,
servizi, ecc.) necessari per il funzionamento dell’impresa (ad
esempio: selezione dei fornitori, negoziazione, stesura
contratto)
◼ 52
Analisi Interna: la Catena del Valore
La catena del valore è l’insieme delle attività svolte dall’impresa e dei legami
interni ed esterni
Attività
VALORE
COSTI
Margine
Valore
Prezzo Costo
Valore input Costi
◼ 54
Analisi Interna: la Catena del Valore
◼ 55
Individuazione delle attività
Insieme omogeneo di operazioni → diverse rappresentazioni delle
attività a seconda del livello di disaggregazione adottato (es catena
del valore adotta un grado di aggregazione elevato).
Criteri da considerare:
- Omogeneità delle operazioni/attività
- Entità delle risorse associate a ciascuna attività
- Impatto competitivo
◼ 56
Individuazione delle attività
Esempio di attività in una società di consulenza
2: formulazione dell’offerta
tecnica
3. formulazione dell’offerta
economica
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Individuazione delle attività
Mappatura attività
◼ 58
Individuazione delle attività
Strumento per l’individuazione delle attività principali:
• Attività principali: spiegano l’80% dei costi complessivi
• Attività secondarie: le rimanenti
◼ 59
Analisi delle attività
E’ utile rappresentare le attività importati di un’impresa per:
• opportunità di migliorare il mix di attività
• opportunità di migliorare l’efficienza delle singole attività
Portafoglio di attività
• Attività a valore aggiunto vs attività non a valore aggiunto
• Possibilità di “tagliare” attività non a VA → effetti sul business
ordinario (es. attività amministrative e di supporto)
◼ 60
Analisi delle attività
Tipologia di attività
• Attività progettuali vs attività di tipo continuativo
Dimensioni di performance
• Qualitativa (es. help desk informatico) vs quantitativa
(pagamento degli stipendi)
• Per le attività di tipo qualitativo: focus su efficacia (tempi di
risposta, soddisfazione, ecc.)
• Per le attività di tipo quantitativo: focus su efficienza (costi di
realizzazione)
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Analisi delle attività
◼ 62
L’organizzazione di impresa
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I processi
Un processo aziendale può essere definito come un
insieme di attività finalizzato alla creazione di un output
rilevante per un cliente
◼ 64
Tipologie di processi
Dimensioni di analisi
◼ 65
Tipologie di processi
• Ripetitività:
processi a impulso o discontinui
• Unicità dell’output e/o del processo
• Finalizzazione (obiettivi espliciti)
• Temporaneità pianificata
• Interdipendenze reciproche (rete multidisciplinare)
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Analisi dei processi
◼ 68
Analisi dei processi
B) Confini del processo
◼ 69
Analisi dei processi
C) Responsabilità organizzative
◼ 70
Analisi dei processi
D) Sistema informativo
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Gestione dei progetti
I processi discontinui (progetti) si caratterizzano per la loro attività
Obiettivi e
concept Pianificazione Realizzazione Chiusura
• Project management
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L’organizzazione di impresa
◼ 73
Le strutture organizzative
La componente più visibile all’esterno: la struttura (organigramma)
• Rettangoli: unità organizzative (gruppi di persone che svolgono
un insieme di attività, con un responsabile)
• Linee: livelli gerarchici dell’impresa
Direzione
◼ 74
Le strutture organizzative
Livelli gerarchici:
• Vertice strategico (top management)
• Middle management
• Nucleo operativo
◼ 75
Le strutture organizzative
Progettazione della struttura organizzativa:
• Come raggruppare le attività in UO (unità organizzative)
• Come raggruppare le UO elementari in UO di livello gerarchico
superiore
◼ 76
Le strutture organizzative
Logiche di raggruppamento delle attività
• Input: riferimento alle risorse utilizzate
• Output: attività funzionali allo stesso prodotto o allo stesso
cliente/mercato
• Localizzazione geografica: attività svolte nei medesimi siti
◼ 77
Le strutture organizzative
Opzioni di organigrammi divisionali:
• di prodotto: UO diverse per tipologie di prodotti differenti
• di mercato: UO diverse per tipologie di utenti differenti
• di area geografica: UO diverse per stabilimenti/imprese in aree o
paesi differenti
◼ 78
Le strutture organizzative
Esempio di organigramma funzionale
Direzione
◼ 79
Le strutture organizzative
Esempio di organigramma divisionale
Direzione
◼ 80
Le strutture organizzative
Le scelte di raggruppamento possono essere influenzate dai legami
che esistono tra le attività:
• Interdipendenze di processo
• Interdipendenze di competenze
• Interdipendenze di uso delle risorse (effetti di scala: se due
attività utilizzano la stessa risorsa per la quale esistono
economie di scala, il moltiplicarsi di UO comporta un aumento
dei costi complessivi)
• Assetti socio-culturali
◼ 81
Le strutture organizzative
Organigrammi funzionali
• Contesti competitivi stabili
• Gamma produttiva limitata
• Inesistenza di diseconomie di scala (imprese medio/piccole)
Organigrammi divisionali
• Contesti dinamici e complessi, dove occorre avere elevata
capacità di risposta al mercato
• Imprese grandi dove occorre responsabilizzare singole unità
◼ 82
Le strutture organizzative
Gestione dei trade-off:
• Soluzioni ibride (es. soluzioni di tipo funzionale nelle attività
operative e di supporto + raggruppamenti sull’output nelle attività
a contatto con il mercato)
• Modificazione dell’assetto organizzativo nel tempo
• Meccanismi di integrazione (soluzioni di management per
integrare attività localizzate in diverse UO)
• Sistemi di knowledge management
• Task force e comitati
• Manager integratori
• Strutture a matrice
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Self assessment
• Livelli di pianificazione: corporate, business e funzionale
• Le strategie corporate
– Portafogli correlati e non correlati
– La matrice BCG
• L’identificazione del business
• Le determinanti di costo: scala, esperienza e scopo
• Analisi esterna
– PEST
• Analisi interna
– La strategia competitiva
– La catena del valore
• Le attività: individuazione e analisi
• I processi: tipologie e analisi
• Le strutture organizzative
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