Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
a) Per donazione rimuneratoria (art. 770) si intende la liberalità fatta dal donante per riconoscenza verso
il donatario o in considerazione dei meriti di quest'ultimo o per speciale rimunerazione. Nella categoria della
donazione rimuneratoria, art. 770, sono ricomprese fattispecie di donazione a tutti gli effetti - sia sotto il
profilo soggettivo dell'animus donandi, sia sotto quello oggettivo dell'arricchimento del donatario -
accomunate da un peculiare impulso psichico che muove il donante. In particolare, per donazione
rimuneratoria viene intesa la liberalità compiuta dal donante per ricompensare il donatario di un servizio
da questi eseguito nei propri confronti (ad es., Tizio spontaneamente attribuisce al suo medico Caio una
pregiata incisione antica per ricompensarlo del buon esito di un intervento subito).
Quanto alla disciplina, la donazione rimuneratoria esige la forma prevista dall'art. 782. Essa, però, è
irrevocabile per causa d'ingratitudine o per sopravvenienza dei figli (art. 805). Nella donazione
rimuneratoria, poi, il donante è tenuto alla garanzia per evizione solo nei limiti dell'entità delle prestazioni
ricevute dal donatario (art. 797, n. 3).
b) Non rientrano nel concetto di donazione rimuneratoria e non sono espressamente considerate
donazioni le c.d. liberalità d'uso, quelle, cioè, che si è soliti fare in occasione di servizi resi o comunque in
conformità agli usi (mance e regali) (art. 770). Nella prassi non è sempre agevole distinguere la liberalità
d'uso dalla donazione rimuneratoria: il discrimen pare da individuare nella sussistenza o meno di una
consuetudine che giustifica l'attribuzione patrimoniale.