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CRISI IPERTENSIVE

IPERTENSIONE

➢ L’ipertensione è probabilmente la più comune tra le condizioni patologiche: colpisce infatti circa un miliardo di
individui globalmente. Questa condizione così comune è il più importante fattore di rischio modificabile tra
quelli associati alle morti da eventi cardiovascolari (di cui è responsabile per il 15%) e più in generale è, dopo il
fumo di sigaretta, la seconda causa di morte prevenibile

➢ Per questi motivi, l’ipertensione è in assoluto la causa più frequente per consulti medici

➢ I determinanti dell’ipertensione sono sia genetici sia ambientali. Tra questi hanno grande importanza fattori quali:

▪ sovrappeso e obesità
▪ una dieta troppo ricca di sodio
▪ l‘inattività fisica
▪ un consumo eccessivo di alcolici
IPERTENSIONE
➢ Ipertensione e rischio di malattia cardiovascolare.
IPERTENSIONE
➢ Secondo le linee guida redatte dalla Task Force for the management of arterial hypertension of the European
Society of Cardiology and the European Society of Hypertension pubblicate nel 2018 (J Hypertens 2018;36:1953–
2041), la pressione sanguigna è così classificabile: pressione ottimale, pressione normale, pressione alta,
ipertensione di Stadio 1, ipertensione di Stadio 2, ipertensione di Stadio 3 e ipertensione sistolica isolata
➢ I valori di riferimento di queste categorie sono riportate in tabella
CRISI IPERTENSIVE

➢ Circa l’1-2% dei pazienti affetti da ipertensione può sviluppare una crisi ipertensiva, ovvero
l’innalzamento delle pressione sistolica a valori superiori a 180 mmHg o di quella diastolica a valori
superiori a 110 mmHg
➢ Il termine crisi ipertensiva include due quadri clinici distinti: le emergenze ipertensive e le urgenze
ipertensive. Nel primo caso, l’innalzamento della pressione è accompagnato da danno d’organo e
richiede un intervento immediato, mentre nelle urgenze ipertensive il danno d’organo è assente. Le due
forme prevedono un trattamento molto diverso, per questo è necessaria una attenta diagnosi
differenziale
➢ Una crisi ipertensiva può colpire anche soggetti in cui non sia mai stato precedentemente diagnosticato
un quadro di ipertensione. Secondo uno studio italiano multicentrico, su oltre 300 mila ammissioni in
pronto soccorso, più di 1.500 erano crisi ipertensive, un quarto delle quali insorte in soggetti senza
storia di ipertensione (PLoS ONE 9(4): e93542)
➢ Quadri simili a quelli della crisi ipertensiva possono essere determinati da abuso di sostanze
simpaticomimetiche, in particolare da cocaina
CRISI IPERTENSIVE: Patogenesi

➢ L’esatto meccanismo alla base delle


crisi ipertensive rimane per lo più
sconosciuto, benché è verosimile che sia
il risultato di due processi separati, ma
concomitanti
➢ Il primo è un deficit della funzionalità del
sistema di autoregolazione del letto
vascolare
➢ Il secondo è l’attivazione del sistema
renina-angiotensina che determina un
ulteriore aumento della vasocostrizione
➢ Si innesca così un circolo vizioso che
porta ad un progressivo peggioramento
del quadro
CRISI IPERTENSIVE

➢ I sintomi di una crisi ipertensiva possono essere completamente assenti o essere non specifici quali
cefalea, dolore al petto, vertigini, nausea o vomito, palpitazioni, oppure manifestazioni specifiche di
un eventuale danno d’organo
➢ In presenza di un quadro che faccia sospettare una crisi ipertensiva, è necessario misurare la pressione
da entrambe le braccia, la saturazione e la frequenza cardiaca, frequentemente aumentata, soprattutto
nelle emergenze ipertensive
➢ E’ inoltre importante, se non lo abbiamo già fatto, informarsi sulla storia di simili episodi pregressi e più
in generale di ipertensione, l’anamnesi farmacologica, indagando sui farmaci che possono aver favorito
l’episodio, storia di apnee notturne
CRISI IPERTENSIVE: emergenze ipertensive

➢ Nelle emergenze ipertensive, l’innalzamento della pressione è accompagnato da danno d’organo e


richiede un intervento immediato
➢ Le possibili conseguenze di un’emergenza ipertensiva comprendono encefalopatia ipertensiva,
emorragia intracranica, infarto miocardico, scompenso cardiaco congestizio, ictus, angina instabile,
dissezione aortica, insufficienza renale acuta ed eclampsia
➢ Benché rappresenti ancora una pericolosa emergenza, la mortalità nei casi di emergenze ipertensive è
scesa nel secolo scorso dall’80% (1928) al 10% (1989)
➢ Le emergenze ipertensive richiedono un intervento immediato capace di accertare la natura della crisi e
ridurre al più presto la pressione arteriosa per bloccare o limitare il danno d’organo. Il trattamento
specfico di queste situazioni esula dalle competenze dell’odontoiatra
CRISI IPERTENSIVE: urgenze ipertensive

➢ Al contrario delle emergenze, le urgenze ipertensive, benché caratterizzate da un importante


innalzamento pressorio, non sono associate a danno d’organo. In molti casi si tratta di pazienti che
hanno interrotto le terapie antipertensive o che non le seguono scrupolosamente. In questi casi è
indicato ristabilire una corretta terapia antipertensiva o, qualora indicato, ansiolitica, mentre non è
necessario riferire il paziente ad un servizio di pronto soccorso
➢ Frequenti manifestazioni di urgenza ipertensiva sono dolore al petto (27%) e cefalea (22%). Una
frequenza cardiaca inferiore ai 100 bpm è generalmente caratteristica di una urgenza piuttosto che di
una emergenza ipertensiva
CRISI IPERTENSIVE: urgenze ipertensive

➢ Nella maggior parte dei casi di urgenza ipertensiva, può essere sufficiente lasciare il paziente a riposo,
preferibilmente in posizione supina, per 30-45 minuti prima di somministrare qualsiasi farmaco
➢ Se la situazione non si risolve il trattamento delle urgenze ipertensive prevede il ricorso ad
antipertensivi per uso orale, in grado di ridurre efficacemente il quadro in 24-48h. Tra questi ACE-
inibitori, calcioantagonisti, betabloccanti, alfabloccanti, o una loro combinazione
➢ Sono da evitare trattamenti aggressivi, come la somministrazione di farmaci per via sublinguale, ad
esempio la nifedipina, perché una diminuzione della pressione troppo rapida e marcata è stata associata
a numerose segnalazioni di gravi effetti indesiderati quali ischemia cerebrale transitoria o ictus, ischemia
miocardica o infarto, grave ipotensione, disturbi di conduzione
➢ In alcuni casi, può essere utile somministrare una terapia ansiolitica, per esempio con benzodiazepine,
anche in combinazione con farmaci antipertensivi
CRISI IPERTENSIVE: urgenze ipertensive
Diagnosi differenziale tra emergenza e urgenza ipertensiva

• Valori pressori: generalmente più elevati nelle emergenze ipertensive


(220/140 mm Hg) che nelle urgenze

• Presenza di sintomi di possibile danno d'organo acuto: cefalea, confusione


mentale, disturbi visivi, sudorazione (encefalopatia ipertensiva); improvviso e
importante dolore toracico, irradiato al dorso o all’addome (infarto del
miocardio o dissezione aortica); dispnea (edema polmonare acuto)

• Le emergenze ipertensive sono più rare delle urgenze e interessano


solitamente pazienti con ipertensione di lunga data non controllata dalla
terapia o che non seguono adeguatamente la terapia antipertensiva
IPERTENSIONE da CAMICE BIANCO

➢ Un particolare quadro che l’odontoiatra deve conoscere è quello della ipertensione da


camice bianco, caratterizzata da valori di pressione elevati quando registrati in un ambiente
medico, che si normalizzano in situazioni diverse. La frequenza di questo quadro, che non
richiede trattamenti specifici, cresce con l’età, è più comune tra le donne e i non fumatori, e
può rappresentare il 40% di tutti i casi di rialzi pressori registrati in queste condizioni

➢ Secondo le già citate linee guida europee (J Hypertens 2018;36:1953–2041), nonostante


questa condizione non rappresenti una indicazione assoluta alla instaurazione di una terapia
antipertensiva, essa è associata ad un rischio aumentato di sviluppare diabete ed eventi
cardiovascolari. E’ quindi raccomandabile che i soggetti che ne sono affetti vengano
sottoposti a una attenta valutazione del rischio cardiovascolare

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