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D’Annunzio

La vita di D’Annunzio può essere considerata la sua più grande opera. Fu il maggior
esponente dell’estetismo perché concepì la sua vita come un’opera d’arte dato che per lui
qualsiasi cosa doveva essere sottoposta al criterio di bellezza. D’Annunzio per questo
sviluppò una vera e propria ossessione verso l’apparire difronte al pubblico. Il
Dannunzianesimo è proprio questo: il modello del vivere inimitabile.
Fase carducciana
Sin da piccolo il padre riconosce la sua intelligenza e lo avvicina agli studi e già in questo
momento troviamo in lui una personalità irrequieta ma brillante. Scopre la sua vocazione
leggendo Carducci e scriverà “primo vere” all’età di soli 16 anni accompagnando la
pubblicazione con la notizia falsa della sua morte attirando l’attenzione su di se.
Fase romana
Si trasferisce a Roma per studiare alla facoltà di lettere ma abbandona gli studi preferendo i
salotti mondani, le feste e le interviste e trasformandosi così in un perfetto esempio di dandy.
Inizia a teorizzare l’idea dell’intellettuale esteta ispirato dal bello e dal superfluo dello
scenario romano.
Inizia un periodo di crisi perché si rende conto che la concezione dell’arte non è abbastanza
per combattere da degradazione della società. Questa crisi la racconta perfettamente il
romanzo “il piacere” dove il protagonista Andrea Sperelli (alter ego dell’autore) è un
intellettuale che cerca rifugio nell’arte e nel bello ma è un personaggio debole, chiuso nel suo
mondo incapace di agire.
Fase della bontà
Si trasferisce a Napoli e si ispira ai romanzi russi assumendo come principio ispiratore il
dolore degli umili. In questa fase notiamo che D’Annunzio aveva nostalgia dell’innocenza
dell’infanzia, delle cose semplici e degli affetti familiari.
Fase del superomismo
Leggendo Nietzsche sviluppa una nuova idea di intellettuale che non si chiude poi nel suo
mondo ma affronta la realtà e la modifica grazie alla sua forte volontà. Questo modello è
chiamato Superuomo e guarda alla bellezza come ideale assoluto scegliendo di dominare la
realtà grazie alla propria volontà. Forza e bellezza in questo ideale convivono: il superuomo è
raffinato ma allo stesso tempo prepotente e violento per essere una perfetta guida della
società, trasformandosi così in un vate. Infatti il superuomo dannunziano ha anche un
compito politico, ovvero condurre l’Italia al suo destino imperialistico di dominatrice del
mondo.
Più tardi si dedicherà anche alla stesura di opere teatrali, grazie alla relazione con Eleonora
Duse, facendo trasparire grazie alle azioni l’ideale del superuomo.
Fase notturna
Con il progetto delle Laudi inizierà l’ultima fase di D’Annunzio dove reinterpreta la poetica del
superuomo avviandola sul motivo della fusione panica con la natura.
Si chiama fase notturna perché D'Annunzio venne ferito ad un occhio durante un'impresa
militare, e a causa della ferita fu costretto a portare una benda sull'occhio.

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