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SYLLABUS MEETINGS

Università degli studi della Tuscia.


Prof. Diego Femia
SCROLL

2023/24
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Oscillazioni del senso


LEZIONE
6 Denotare, connotare, evocare con i segni
Temi
3 | Il segno e gli effetti di senso 11 | Il marchio
5 | Denotare 14 | Riferimenti bibliografici
Oscillazioni del senso - L06 -

7 | Connotare 15 | Contatti
9 | Evocare
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Le informazioni potenziali dei segni


Il segno e gli effetti di senso
Abbiamo definito i segni come le più Una tra le più note è stata messa a punto
piccole unità di senso della comunicazione. (in semiotica) intorno agli anni ‘60 dal
Oggetti astratti che vivono nelle menti dei semiologo francese Roland Barthes (1915-
parlanti di una lingua, degli utilizzatori di 1980) sulla scorta del lavoro portato avanti
un codice, organizzati e regolati da questi. da un grande linguista, il danese Louis
Hjelmslev (1899-1965).
I segni possono veicolare diversi tipi di
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informazione e nel tempo, per descrivere Secondo questa distinzione, a un significato


i differenti tipi di informazione che un centrale dei segni detto denotativo, si
segno può veicolare, sono state proposte affiancano una serie di significati, emotivi o
numerose distinzioni. stilistici, per connotazione.
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Che io pronunci una parola (“cane” contenuto oggettivo cui rinvia la relazione
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nell’esempio qui sopra) o usi un segnale segnica di un segno, in modo quanto più
visivo in grado di attivare lo stesso segno neutrale possibile.
(un’icona nell’esempio), secondo il modello
Tutto il resto è “connotazione”.
di Barthes, con “denotazione” si intende il
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Descrivere, delimitare in modo oggettivo


Denotare
La denotazione è l’individuazione nel La denotazione è la base infatti delle
segno della relazione tra significante e comunicazioni di tipo neutrale e di senso
significato nella sua forma oggettiva, comune, che mirano a essere quanto
referenziale, rispetto a ciò che il segno più oggettive possibile (per quanto nella
descrive e rappresenta. comunicazione l’elemento interpretativo sia
ineliminabile, testi descrittivi, informativi e
Metaforicamente potremmo chiamarlo il
soprattutto regolativi dovrebbero essere
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significato di base del segno (significato


costruiti per prestarsi il meno possibile a
descrittivo, referenziale) in virtù del quale
sfumature interpretative o connotative).
un segno identifica una classe di entità o
di concetti.
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Proviamo a semplificare con


la grafica.

Se immaginiamo un segno
come un oggetto, una sfera
nella rappresentazione a
destra, ecco, la denotazione
ne descrive una porzione
più o meno grande che
corrisponde a una tra le
sue accezioni di significato
dizionariale (una tra quelle
più ordinarie e comuni).

Questa informazione
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possiamo immaginarla,
rappresentarla internamente
ai limiti del significato
del segno (in grafica
rappresentati dai bordi della
sfera).

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Notare insieme ad altro, arricchire, personalizzare


Connotare
La connotazione invece arricchisce il “micio” per “gatto” o “babbo” per “padre”),
contenuto denotativo del segno con ciascuno associa quelle dettate dalla
un insieme di valori affettivi, espressivi, propria esperienza singolare e intima.
stilistici, simbolici ecc. in senso lato.
Il significato connotativo può riguardare
Il significato connotativo dei segni è l’affettività, le emozioni (si pensi alla parola
sempre frutto di interpretazioni individuali o all’immagine di una “madre”), o marcare
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e culturali. Accanto ad ampie connotazioni dal punto di vista stilistico ed espressivo


culturali o linguistiche (i lessici offrono un concetto (come nel caso letterario della
parole di per sé connotate rispetto a coppia “cavallo”, “destriero”).
parole meno connotate, è il caso di
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La connotazione, abbiamo
detto, arricchisce
la denotazione, la
sfuma emotivamente,
stilisticamente ecc.

Graficamente possiamo
pensare alla sfera del
significato del segno che si
“allarga” nel momento in cui
il segno entra in contatto
con le connotazioni che ne
arricchiscono le possibili
accezioni d’uso dizionariali
(indipendentemente se già
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connotate o esclusivamente
denotative): non c’è
alcun limite teorico alla
connotazione.

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Un segno, una pittura, una statua


Richiamare, stimolare somigliante, a esempio, può servire non

Evocare
solo da mappa di una realtà (denotazione),
ma da suscitatore, suggeritore, evocatore
di sensazioni.
Possiamo implementare il modello di La figura umana nel Bacco di Michelangelo,
Barthes con un terzo tipo di informazioni non è solo denotativa, non significa solo
(che nel modello originario ricadrebbe “uomo”, ma rappresenta anche uno degli
entro le connotazioni) che riguarda dèi della mitologia greca (connotazione),
l’associazione di idee che si forma nella contraddistinto da elementi contestuali:
nostra mente sotto lo stimolo evocativo. l’uva, il calice di vino, la posa, e induce
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a pensare al piacere, all’ebbrezza,


L’evocazione è un collegamento, dal punto
all’esaltazione dei sensi, secondo visioni
di vista cognitivo, a un altro senso o
soggettive (evocazioni) che la nostra
significato che in tal modo viene convocato
mente richiama da altri significati.
e inglobato nel precedente.
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L’evocazione è il processo
più complesso e cognitivo
dell’informazione attraverso
i segni, poiché tende a creare
connessioni, associazioni di
significati, risemantizzazioni.

Il meccanismo è speculare
a quanto avviene con le
metafore, quella figura
retorica in cui due universi
si trovano accostati per
inglobare l’uno i sensi
dell’altro o suggerire
all’interlocutore un effetto
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di senso nel giudicare un


contenuto, un significato... ci
torneremo più avanti.

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a esempio, ha nel suo nome


Segni commerciali la parola #mulino# già colgo

Il marchio
I marchi sono, propriamente,
(denoto) un ambito semantico
prodotti culturali: tra le molte che differenzia la provenienza dei
marche di jeans o di biscotti
presenti nei negozi, noi
miei biscotti dalla “fabbrica”, dalla
facciamo sempre una scelta. “fattoria” ecc.
Anche in un segno-marchio
La scelta dipende da
numerose variabili non
convivono, di norma, aspetti Se inoltre il marchio dei miei
solo e non primariamente connotativi e aspetti denotativi. biscotti oltre ad avere l’iniziale
“denotative” (le
maiuscola (non un mulino
caratteristiche proprie del
Quando vediamo un marchio
prodotto o della marca): non qualsiasi ma quel #Mulino#) ha
è secondaria la notorietà (rappresentato indifferentemente
anche un altra parola nel nome,
che la marca ha acquisito nel da una forme verbali, grafiche o
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tempo, le suggestioni che ha #Bianco#, le specifiche che mi


saputo comunicarci con la
miste), attiviamo il riconoscimento
consentono di identificarlo
pubblicità, il confezionamento di questi aspetti.
dei prodotti, la loro (ancora per denotazione)
collocazione nel negozio, il
Se la marca dei miei biscotti, aumentano.
prezzo, la reperibilità ecc.

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Ma le parole #Mulino# e #Bianco# Così anche #Bianco# non è


Ogni segno, soprattutto non sono solo denotanti, non solamente quanto denotato:
nel mondo commerciale,
sono solo il “nome proprio” della l’intonaco dell’edificio o un
si carica di connotazioni
ulteriori rispetto alle marca dei miei biscotti che mi vago riferimento al colore della
specifiche puramente consentono di identificarla tra le farina; ma vi corrispondono
denotative, arricchendo il
significato complessivo del altre marche al supermercato. alcune connotazioni abbastanza
segno e, di conseguenza, stabili nella nostra cultura
variando il valore del marchio Il #Mulino# (soprattutto nelle
commerciale.
quali il “candore”, la “pulizia”
menti di umani iper-urbanizzati)
Il contesto in cui ciò avviene
o la “purezza”, le “occasioni
non è solo l’edificio dove si
è estremamente storico- importanti” ecc. che certamente
culturale: un bambino macina il grano, ma è parte (nelle “parlano connotativamente”
cresciuto in un paese
nostre menti) di un paesaggio
occidentale, esposto alla una lingua differente rispetto al
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“naturale”, “disinquinato”,
vita quotidiana e ai mezzi
#Moulin Rouge# (tanto per fare un
di informazione, all’età di “tradizionale”, “bucolico” se volete
sette anni conosce già alcune altro esempio di #mulino#)!
centinaia di marche diverse ecc. (tutte cose che lo connotano
e le sa collegare al prodotto in una direzione).
che rappresentano.

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Riferimenti bibliografici
Dalla bibliografia del corso:
- G. Manetti, A. Fabris, Comunicazione, Brescia: Scholé, 2019.

Altri testi citati:


- R. Barthes (1964), Elementi di semiologia, a cura di Gianfranco Marrone, Torino: Einaudi, 2002.
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Contatti

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MEET / TEAMS: SU INVITO E-MAIL
UNITUS MOODLE: SEMIOTICA
E-MAIL: D.FEMIA@UNITUS.IT

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© Diego Femia | Università degli Studi della Tuscia, Viterbo

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