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COMPANY SPECIFICATION
ISPEZIONI SUBACQUEE
DI PROTEZIONE CATODICA
20311.VAR.COR.SDS
Rev. 1 – Aprile 2011
PREMESSA
La Specifica ha per oggetto le ispezioni subacquee dei sistemi di protezione catodica di jacket in
acciaio di piattaforme offshore, di condotte sottomarine e di altre strutture offshore per la produzione
di idrocarburi. In essa sono definiti i requisiti da adottare nelle fasi sia di pianificazione dell’ispezione,
sia in quelle operative. Per i casi di piattaforme e condotte, la Specifica integra altre norme aziendali
inerenti le ispezioni subacquee.
Ispezioni subacquee sono previste periodicamente per verificare l’integrità delle strutture per la
produzione di olio e gas subacquee quali:
jacket di piattaforme offshore;
riser;
condotte sottomarine;
teste pozzo sottomarine;
altre strutture: FPSO, PLEM, etc.
Le strutture sopra elencate sono protette contro la corrosione dell’acqua di mare mediante sistemi di
protezione catodica, di norma del tipo ad anodi galvanici. In relazione al tipo di struttura, la
protezione catodica può essere applicata in combinazione ad un rivestimento, come nel caso ad
esempio di condotte sottomarine, o sulla struttura nuda, come nei jacket in acciaio.
L’ispezione del sistema di protezione catodica è parte dell’ispezione subacquea per la verifica
dell’integrità della struttura, ed è finalizzata a verificarne lo stato di protezione, la presenza di
eventuali attacchi corrosivi, l’integrità dei componenti del sistema di protezione catodica e il consumo
degli anodi galvanici.
INDICE
1. INTRODUZIONE.................................................................................................................... 5
1.1 Scopo .................................................................................................................................... 5
1.2 Organizzazione del documento .......................................................................................... 5
1.3 Normativa.............................................................................................................................. 5
1.3.1 Normativa ENI E&P................................................................................................................ 5
1.3.2 Normativa internazionale ....................................................................................................... 6
1.4 Definizioni ............................................................................................................................. 6
1.5 Simboli e abbreviazioni ....................................................................................................... 6
1. INTRODUZIONE
1.1 Scopo
Scopo del Documento è la definizione dei requisiti per la corretta esecuzione delle ispezioni
subacquee di protezione catodica (PC) di strutture offshore per la produzione di idrocarburi, quali:
jacket in acciaio di piattaforme offshore; condotte sottomarine; teste pozzo sottomarine; strutture
galleggianti.
Il Documento definisce:
le misure e i rilievi applicabili;
i requisiti per la pianificazione delle ispezioni;
i requisiti per l’esecuzione delle ispezioni e delle attività correlate.
Il presente documento integra alcune norme ENI E&P inerenti le ispezioni subacquee, e in alcuni
casi ne sostituisce alcuni contenuti, così come puntualmente indicato nel testo.
La Sezione 3 descrive i criteri per la pianificazione delle ispezioni subacquee di protezione catodica
di piattaforme, condotte sottomarine e di altre strutture. In essa sono trattati:
i criteri per la programmazione delle ispezioni;
le misure e rilievi da effettuare;
i criteri per il campionamento delle posizioni di rilievo delle misure di potenziale e degli anodi da
ispezionare.
Nella Sezione 4 sono definiti i requisiti minimi per l’esecuzione delle ispezioni di piattaforme.
Nella Sezione 5 sono definiti i requisiti minimi per l’esecuzione delle ispezioni di condotte
sottomarine.
Nella Sezione 6 sono definiti i requisiti minimi per l’esecuzione delle ispezioni di altre strutture, quali
teste pozzo sottomarine e strutture galleggianti (FPSO).
1.3 Normativa
1.3.1 Normativa ENI E&P
07669.GPF.OFF.SPC Criteri di programmazione delle ispezioni periodiche su piattaforma
offshore.
20181.STR.OFF.FUN Piattaforme offshore - Esecuzione delle Ispezioni.
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1.4 Definizioni
COMPANY ENI E&P o una Società nominata da ENI E&P (operatore della
struttura)
PROGETTISTA (ENGINEER) ENI E&P o una Società incaricata da ENI E&P di effettuare le attività
di pianificazione delle ispezioni subacquee
APPALTATORE Società incaricata da ENI E&P di eseguire le attività di ispezione
subacquea e i suoi sub-contrattisti e rappresentanti autorizzati
2.1 Introduzione
La protezione catodica di strutture offshore è di norma effettuata ad anodi galvanici; in pochi casi
sono utilizzati sistemi a corrente impressa.
Un generico sistema di protezione catodica ad anodi galvanici per applicazioni in acqua di mare è
costituito da:
struttura (catodo);
anodi, in lega di alluminio o di zinco;
rivestimento (di norma sempre presente nelle condotte sottomarine) o pittura (ad esempio nella
zona degli spruzzi di piattaforme); assenti invece nella sottostruttura di piattaforme.
sistema di monitoraggio permanente (opzionale); che comprende: celle di riferimento; anodi
monitorati; cavi; conduit; unità di acquisizione e controllo.
I sistemi a corrente impressa comprendono, oltre ai componenti visti sopra, anodi di tipo inerte;
componenti elettrici quali: cavi di alimentazione, unità di alimentazione, cassette di collegamento;
strutture di supporto degli anodi (clampe, funi, slitte, ecc.). In acqua di mare i sistemi a corrente
impressa trovano applicazione specifica nel retrofitting di sistemi di protezione catodica di
piattaforme.
La vita di progetto del sistema di protezione catodica è di norma pari a quello della struttura da
proteggere. Sono tuttavia frequenti i casi di estensione della vita utile della struttura.
Per i requisiti di progettazione e dei materiali per la protezione catodica di strutture offshore, si veda
ENI 27589.VAR.COR.PRG e la normativa in essa citata.
2.2 Personale
Le ispezioni di protezione catodica devono essere condotte da sommozzatori o mediante ROV sotto
la supervisione di personale qualificato e in possesso delle nozioni base nell’ambito della protezione
catodica e del controllo della corrosione.
L’ispezione visiva deve essere documentata con video e foto. È consigliato l’utilizzo di video-camera
ad alta definizione e la registrazione dei dati su supporto digitale (DVD), secondo le pratiche
suggerite nelle linee guida IMCA.
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I minimi requisiti dell’ispezione visiva sono definiti nella Sezione 3 della presente Specifica.
Le misure di potenziale possono essere effettuate su strutture immerse non rivestite, con l’esclusione
delle parti in fango. Non sono applicabili alle condotte sottomarine, con l’eccezione di parti nude
accessibili, quali ad esempio flange o valvole, o aree nelle quali il rivestimento sia mancante (falle) o
laddove sia stato intenzionalmente rimosso.
Sono applicabili anche a strutture verniciate, ad esempio teste pozzo sottomarine o zona onde di
piattaforme, qualora il rivestimento abbia un grado di difettosità apprezzabile.
L’elettrodo di riferimento portatile utilizzato in acqua di mare è il tipo argento / argento cloruro / acqua
di mare (Ag/AgCl). In casi particolari possono essere impiegati elettrodi diversi come lo zinco / acqua
di mare.
Il dispositivo di misura più comune è il tipo a pistola, nella quale sono incorporati puntale per il
contatto, in acciaio inossidabile, elettrodo di riferimento e voltmetro. Il dispositivo è utilizzato da
sommozzatore che rileva la misura e la trascrive o la memorizza nel dispositivo stesso. Analogo
dispositivo può essere installato su ROV (sonda di contatto o sonda di prossimità); la misura è
memorizzata in una unità a bordo del ROV o trasferita direttamente via ombelicale all’unità di
acquisizione situata a bordo del vessel di supporto.
Il puntale del dispositivo di misura deve essere sufficientemente acuminato così da realizzare il
contatto elettrico con l’elemento della struttura. In caso di presenza di deposito calcareo
particolarmente compatto o di incrostazioni biologiche si dovrà provvedere alla loro rimozione prima
della misura. La stabilità del valore misurato di potenziale è indice di contatto elettrico; viceversa,
variazioni superiori ad alcuni millivolt (5 mV), sono indicative di cattivo contatto tra puntale e struttura.
-0,50 +0,55
condizioni di libera corrosione
-0,60 +0,45
protezione parziale
-0,70 +0,35
-0,80 +0,25
limite di piena protezione; condizioni aerobiche
-0,90 +0,15
parziale sovra-polarizzazione, raccomandata in
condizioni anaerobiche
-1,00 +0,05
crescente sovra-polarizzazione
-1,10 -0,05
rischi di infragilimento da idrogeno di materiali
suscettibili e di riduzione della vita a fatica
Su una struttura reale la distribuzione del potenziale è il risultato dei seguenti fattori:
la posizione degli anodi;
il potenziale di lavoro degli anodi;
la corrente erogata dagli anodi;
il fabbisogno di corrente, espresso dalla densità di corrente di protezione;
la geometria della struttura.
Il valore misurato del potenziale riflette pertanto il livello di protezione, o polarizzazione, della
struttura nel punto di misura. La misura deve pertanto essere sempre associata alla posizione in cui
è stata effettuata.
Nei sistemi di protezione catodica con anodi galvanici, quando si raggiungono condizioni di corretta
protezione, le distribuzioni di potenziale e corrente, all’interno di una porzione omogenea di struttura
(vedi par. 3.2.3), sono uniformi, con variazioni comprese in un intervallo di poche decine di millivolt.
Nella Figura 2.2 sono riportate le distribuzioni di potenziale ricavate da misure effettuate su una
struttura reale in due momenti successivi: dopo meno di un anno dal varo e dopo cinque anni di
esposizione.
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0.060
1 anno dal varo
0.040
0.030
0.020
0.010
0.000
-1050 -1040 -1030 -1020 -1010 -1000 -990 -980 -970 -960 -950 -940 -930 -920
Potenziale struttura (mV vs Ag/AgCl)
Figura 2.2 – Distribuzioni normali elaborate da campioni di misure di potenziale (oltre 500 valori per
ciascuna curva) acquisiti su una struttura reale (in acque profonde circa 150 m) in due momenti
successivi della vita operativa.
Per strutture di grandi dimensioni, quali i jacket, non rivestite e protette con anodi galvanici, si può
assumere che la misura di potenziale effettuata in un punto della struttura sia indicativa, a meno di
una variazione di entità trascurabile, del potenziale in un intorno nell’ordine di 1 m2. Fanno eccezione
le superfici parzialmente schermate, quali ad esempio l’apice dei nodi, dove le variazioni locali di
potenziale possono essere più sensibili in relazione a fattori geometrici.
Sono applicabili a tutte le strutture protette con anodi galvanici, a condizione che gli anodi siano
accessibili a sommozzatore o ROV.
Le misure del potenziale di lavoro dell’anodo devono essere effettuate sull’anodo tal quale, senza
effettuare pulizia; come visto sopra per le misure di potenziale della struttura, il puntale consente di
realizzare il contatto elettrico con l’anodo.
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Solo in caso di anodi ricoperti da strati massici di incrostazioni biologiche o di prodotti di corrosione,
tali da non consentire il contatto tra puntale e anodo, si dovrà provvedere alla loro rimozione prima
dell’esecuzione delle misure.
Il potenziale di lavoro dell’anodo viene rilevato, preferibilmente in più posizioni. Dove possibile, in
particolare nel caso di piattaforme (vedi par. 3.2.8.2), vengono effettuate anche misure di potenziale
della struttura nell’intorno dell’anodo.
Il consumo dell’anodo avviene in molti casi in modo irregolare. Le dimensioni necessarie per il
calcolo del volume e della massa dell’anodo devono pertanto essere acquisite in più posizioni, così
da consentire la stima di un valore medio o di altri eventuali parametri significativi.
Poiché le dimensioni rilevate devono essere quelle relative alla componente residua metallica, si
dovrà procedere a rimuovere eventuali strati di incrostazioni biologiche e di prodotti di corrosione. Le
tecniche di pulizia dovranno essere valutate caso per caso in relazione all’entità e alla durezza delle
incrostazioni presenti sull’anodo. Nei casi più semplici, la pulizia può essere effettuata mediante
spazzolatura in corrispondenza alle posizioni di rilievo delle dimensioni; in presenza di incrostazioni
tenaci si dovrà procedere all’idropulitura dell’anodo.
Le dimensioni dovranno essere acquisite con idonea strumentazione di misura: metro; compassi;
ecc.
Per il caso principale di ispezione di anodi installati su jacket di piattaforme, i requisiti per il rilievo
delle misure di potenziale sono riportati al par. 3.2.8.3.
La massa prelevata deve essere pari ad almeno 100 g di lega anodica. Il campione deve essere
prelevato al di sotto dello strato anodico superficiale, ossia dalla porzione di materiale non ancora
consumata a seguito dell’attività anodica.
L’analisi chimica del campione prelevato dovrà estendersi a tutti gli elementi caratteristici della lega e
alle impurezze. In particolare, si dovrà fare riferimento alla documentazione disponibile per l’analisi
chimica della lega degli anodi oggetto dell’ispezione. A titolo informativo, nella Tabella 2.1 qui di
seguito sono riportati gli elementi per i principali tipi di leghe di anodi per acqua di mare così come
risultano nella normativa ENI E&P (norma ENI 27604.VAR.COR.SPC).
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Il metodo del profilo di potenziale rispetto ad un elettrodo remoto è stato messo a punto per ovviare
specificamente alle limitazioni sopra menzionate. Esso prevede l’impiego di più elettrodi di
riferimento e viene effettuato con l’ausilio di un veicolo sottomarino (ROV) e di una nave d’appoggio.
I profili di potenziale acquisiti sono integrati con una serie di altri parametri rilevati contestualmente
quali: tracciato della condotta; profondità di interramento; presenza di campate libere; ispezione
visiva, dove applicabile.
Per quanto riguarda le condotte sottomarine protette da un sistema di protezione catodica a corrente
impressa, il potenziale può essere monitorato con l’ausilio di un sommozzatore che si muove lungo
la condotta e acquisisce le misure di potenziale a intervalli prefissati, mediante sonda di prossimità.
Per le modalità di ispezione delle condotte sottomarine protette da un sistema a corrente impressa si
rimanda al paragrafo 3.3.6.
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In questa Sezione sono illustrate le linee guida per la pianificazione delle ispezioni subacquee di
protezione catodica.
I requisiti per le ispezioni dovranno essere descritti in una Specifica di Lavoro (o Specifica di
Commessa) emessa dalla COMPANY, o dal PROGETTISTA per conto della COMPANY, redatta
sulla base di quanto indicato in questo Documento.
In accordo alla norma ENI 07669.GPF.OFF.SPC (relativa a ispezioni di piattaforme), sono definiti per
tutti i tipi di struttura considerati in questo Documento, i seguenti tipi di ispezione subacquea:
ispezione iniziale;
ispezioni periodiche (nel caso di piattaforme: visita annuale P0, visita periodica P1, visita
periodica P2);
ispezioni straordinarie;
ispezioni speciali;
Le ispezioni di protezione catodica sono di norma effettuate nell’ambito delle ispezioni periodiche in
concomitanza con le altre ispezioni atte alla verifica dell’integrità della struttura; questo allo scopo di
ottimizzare i costi di mob/demob e i costi associati all’esecuzione dei lavori subacquei, soprattutto nel
caso di intervento in alto fondale.
Altri componenti, in particolare pali infissi e casing di pozzi, non sono accessibili a ispezione.
Per la programmazione delle ispezioni periodiche (visita periodica P1, visita periodica P2) sono
applicabili i requisiti fissati nella norma ENI 07669.GPF.OFF.SPC sulla base della Classe di Rischio /
Esposizione della struttura; precisamente:
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Per l’esecuzione di ispezioni straordinarie e di ispezioni speciali si rimanda a quanto richiesto nella
norma ENI 07669.GPF.OFF.SPC.
Per ciascuna porzione omogenea dovrà essere disponibile un sistema codificato per la designazione
di:
nodi;
elementi strutturali (aste, segmenti di gamba, ecc.);
anodi galvanici.
Ogni elemento tra i tipi sopra indicati dovrà essere individuato univocamente da un codice
identificativo e dalla profondità (media) dell’elemento stesso.
Il sistema di codifica dovrà essere utilizzato per l’estrazione casuale del campione delle posizioni di
misura, dei nodi campione e degli anodi campione.
1
Analogo criterio viene adottato in fase di progettazione dei sistemi di protezione catodica. Si veda ad esempio la norma
DNV RP-B401 nella quale valori diversi di densità di corrente di protezione vengono specificati per fasce di profondità
(vedi anche Appendice C).
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In assenza di un sistema preesistente di codifica degli elementi strutturali, si dovrà procedere alla
sua costituzione.
Qualora fossero riscontrati difetti o danneggiamenti, questi devono essere identificati, selezionati e
sottoposti a esame visivo ravvicinato.
L’esame visivo generale deve essere documentato in accordo a quanto prescritto nel paragrafo
2.3.1.
Eventuali zone corrose o in qualsiasi modo danneggiate devono essere soggette a rilievo
dimensionale, rilievo fotografico (in modo tale da farne capire l’entità e la posizione) e acquisizione
della misura del potenziale secondo le tecniche descritte nel paragrafo 2.3.2 del presente
Documento.
L’esame visivo ravvicinato deve essere documentato in accordo a quanto prescritto nel paragrafo
2.3.1.
I campioni (nodi, posizioni casuali, posizioni mirate) devono essere individuati in occasione di
ciascuna ispezione. I criteri di campionamento sono definiti nell’APPENDICE C della Specifica.
tubolari; la verifica delle condizioni di protezione all’apice di un nodo garantisce ragionevolmente che
anche gli elementi tubolari ad esso connessi siano protetti.
In corrispondenza di ciascun nodo campione dovrà essere acquisito un lotto di misure in accordo allo
schema di massima illustrato in Figura 3.1.
La spaziatura massima consentita tra posizioni di misura adiacenti di uno stesso elemento strutturale
è di 1 m.
Le misure di potenziale devono essere acquisite su ciascun elemento tubolare del nodo, indicando la
presenza di un eventuale anodo installato nelle immediate vicinanze e la relativa distanza dal nodo.
Figura 3.1 - Vista laterale di un nodo di con indicazione delle posizioni di misura del potenziale.
Per ciascuna posizione corrispondente ad un elemento tubolare della struttura, si dovrà effettuare N.
1 misura di potenziale. Qualora il valore misurato fosse prossimo alla soglia di protezione (-800 mV
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Le misure di potenziale dovranno essere preferibilmente acquisite in corrispondenza del punto medio
di ciascuna asta. Qualora, in prossimità del punto medio fosse installato un anodo, i potenziali, se
possibile, dovranno essere rilevati ad una distanza non inferiore a 2 m dall’anodo galvanico.
3.2.6.4 Reporting
Le misure acquisite dovranno essere riportate unitamente a tutte le indicazioni utili per la successiva
elaborazione. In particolare, a ciascuna misura dovranno essere associate, tra le altre, le seguenti
informazioni:
campione di appartenenza;
per le misure ai nodi, schema del nodo con indicazione univoca della posizione di ciascuna
misura;
codice di identificazione del componente cui la misura si riferisce;
profondità.
Tali categorie dovranno essere definite caso per caso sulla base dell’anno di installazione e della vita
residua della piattaforma al momento dell’ispezione.
Gli anodi difettati e/o consumati eccessivamente devono essere segnalati e documentati con video e
foto in accordo al paragrafo 2.3.1.
La numerosità del campione di anodi dovrà essere definita in accordo alle line guida definite
nell’APPENDICE C del presente Documento.
Gli anodi campione devono essere individuati in occasione di ciascuna ispezione in accordo ai
metodi di campionamento definiti nell’APPENDICE C. In casi particolari, ad esempio di consumi
anodici diversi dall’atteso, può essere eseguita l’ispezione di uno stesso anodo analizzato in
precedenti ispezioni; in questi casi, l’ispezione è da considerare in aggiunta a quella del nuovo
campione di anodi.
L’esame visivo ravvicinato deve essere documentato in accordo a quanto prescritto nel paragrafo
2.3.1.
Le prime hanno lo scopo di verificare il potenziale di lavoro dell’anodo; devono essere acquisite
almeno N. 3 misure.
Le misure di potenziale della struttura nell’intorno dell’anodo integrano le misure di potenziale della
struttura e sono finalizzate alla stima del lavoro motore attuale esistente tra struttura e anodo in
esame.
Le misure di gradiente, finalizzate alla stima della densità di corrente erogata dall’anodo e della
relativa vita residua (Rif. APPENDICE B), devono essere effettuate nelle posizioni in corrispondenza
delle quali sono acquisiste le misure di contatto.
Figura 3.2 - Vista laterale di un anodo ‘slender’ su elemento tubolare di jacket con indicazione delle
posizioni di misura del potenziale.
Per determinare la massa netta residua di anodi installati devono essere acquisite le seguenti
misure: per anodi trapezoidali:
la lunghezza minima, LMIN, e massima, LMAX, dell’anodo;
la larghezza, W, e l’altezza, H (vedi Figura 3.3 - a) in almeno N. 3 posizioni,
LMIN
LMAX W
a – anodo trapezoidale
LAVG
LCIRC
LCIRC,1 LCIRC,2 LCIRC,3 D
b – anodo cilindrico
Figura 3.3 - Viste laterale e in sezione di anodo ‘slender’ su elemento tubolare di jacket con
indicazione dei rilievi dimensionali da effettuare. Anodo trapezoidale (a); anodo cilindrico (b).
Gli anodi aggiuntivi saranno individuati in base a criteri o necessità specifici, quali ad esempio:
informazioni derivanti da ispezioni precedenti (ad esempio anodi con consumo anomalo);
opportunità di ispezionare anodi situati in posizioni particolari;
opportunità di ampliare l’insieme degli anodi campione, limitando l’entità dei rilievi.
Le misure di potenziale delle celle di riferimento possono essere effettuate per le sole celle con
elettrodo di zinco; l’elettrodo argento / argento cloruro è infatti di norma non accessibile attraverso la
protezione in materiale plastico. In tal caso le misure dovranno essere effettuate su un elemento
della piattaforma posizionato in corrispondenza della cella di riferimento; tale misura dovrà poi
essere confrontata con quella relativa alla stessa cella di riferimento acquisita in corrispondenza
della cassetta di collegamento; ciò costituisce une verifica indiretta del corretto funzionamento della
cella.
Nel caso di presenza di crescite biologiche consistenti, dovrà essere effettuata la pulizia manuale
della cella, avendo cura di non danneggiare alcun componente della cella.
Lo stato delle celle di riferimento permanenti e degli anodi monitorati dovrà essere adeguatamente
documentato mediante riprese fotografiche o video.
L’ispezione del sistema di monitoraggio viene completata dal rilievo dei potenziali, effettuato fuori
acqua, in corrispondenza della cassetta di collegamento a cui sono derivati i cavi delle celle di
riferimento.
3.2.12 Riser
3.2.12.1 Generale
Le seguenti ispezioni devono essere effettuate su tutti i riser della piattaforma:
ispezione visiva;
verifica della protezione catodica.
Per i rilievi sulla porzione emersa si rimanda interamente alle Company Standard ENI div. E&P
23033.SLI.OFF.SDS – Ispezione del tratto fuori acqua del riser e 23032.SLI.OFF.SDS Procedura di
ispezione straordinaria dei riser.
Per quanto riguarda la parte immersa, il riser dovrà essere ispezionato con l’ausilio di un ROV in
moto lungo il tubo. Il ROV dovrà effettuare almeno due passaggi sul riser, lungo due direttrici
opposte a 180°.
Eventuali zone corrose o in qualsiasi modo danneggiate dovranno essere misurate in lunghezza e
fotografate in modo tale da farne capire l’entità e la posizione. La lunghezza sarà misurata secondo
l’asse longitudinale del riser. Dovrà essere inoltre quantificata la percentuale di metallo nudo rispetto
l’area totale.
Nel caso della presenza di più zone corrose sullo stesso riser, si dovrà mettere in evidenza la
posizione reciproca di ciascuna zona rispetto a quelle adiacenti.
Per ciascun riser, dovrà essere riportata la temperatura d’esercizio del fluido trasportato.
I riser risultano pertanto protetti catodicamente mediante il sistema di protezione catodica installato
sulla relativa condotta sottomarina. Se, al contrario, i riser sono in contatto elettrico con la
sottostruttura della piattaforma, i riser sono protetti dagli anodi galvanici installati sul jacket.
Al fine di misurare il potenziale del riser è necessario per prima cosa stabilire il contatto elettrico con
il riser stesso. Il contatto deve essere acquisito senza danneggiare il rivestimento del riser. Pertanto
la posizione più conveniente è in corrispondenza del giunto isolante, o, se presente, della cassetta di
collegamento a cui sono derivati i cavi connessi al riser, a monte e a valle del giunto isolante. In tal
caso il collegamento può essere effettuato direttamente in cassetta.
Dovranno essere acquisite le seguenti misure di potenziale:
N. 2 letture a 180° in corrispondenza della parte terminale del riser (punto di connessione con la
condotta sottomarina);
N. 2 letture a 180° ogni 10 m lungo tutta la lunghezza del riser;
Le misure di potenziale dovranno essere prese anche in corrispondenza delle clampe di sostegno e
di eventuali attacchi corrosivi.
Nel caso in cui la campagna di ispezione sia estesa anche alle condotte offshore, si consiglia
l’acquisizione del profilo di potenziale e del profilo di gradiente di potenziale lungo il riser, stabilendo
il contatto elettrico con il riser in un punto accessibile (ad esempio in corrispondenza del giunto
isolante o della cassetta di collegamento, se presente).
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Per le misure di potenziale della struttura, è applicabile quanto riportato nel par. 3.2.6 di questo
Documento. Misure integrative devono tuttavia essere previste in corrispondenza di parti della
struttura dove siano prevedibili condizioni di sovra-protezione, più vicine agli anodi. Le misure di
potenziale possono essere acquisite in condizioni ON, essendo il contributo di caduta ohmico dovuto
alla circolazione della corrente di protezione nell’acqua di mare trascurabile.
Per sistemi a corrente impressa, una rilevanza particolare riveste invece l’ispezione visiva dei
componenti subacquei del sistema per verificarne l’integrità. L’elenco dei componenti da ispezionare
e le basi di eventuale campionamento devono essere definiti in base alle caratteristiche progettuali
del sistema adottato. Posizione e condizione reali degli anodi, dei cavi, dei conduit e del sistema di
controllo devono essere verificati e registrati nel corso di ciascuna ispezione.
In caso di prima ispezione, è consigliato il supporto del fornitore del sistema di protezione catodica,
in particolare per quanto riguarda verifiche ed eventuali test da condurre sugli anodi.
L’ispezione deve essere completata dalla verifica del funzionamento dei componenti del sistema
installati sul deck della piattaforma (Unità di alimentazione, cassette, cavi, etc.). In particolare le unità
di alimentazione devono essere controllate almeno 6 volte l’anno, a intervalli non superiori a 2.5
mesi; il controllo deve prevedere come minimo la lettura della tensione, della corrente di uscita e del
potenziale. Gli altri componenti del sistema, quali cassette, collegamenti, sistemi di isolamento,
devono essere ispezionati almeno una volta l’anno con intervalli non superiori a 15 mesi. Per gli altri
controlli da eseguire annualmente (visita periodica P0) si rimanda al paragrafo 3.2.2.
3.2.14 Documentazione
I requisiti particolari per le ispezioni subacquee di sottostrutture di piattaforme devono essere definiti
in una Specifica di Lavoro in conformità a questo Documento. In esso, per la struttura in esame,
dovranno essere contenute le seguenti informazioni:
dati generali della struttura oggetto dell’ispezione;
condizioni ambientali;
tipo di ispezione (iniziale; periodica; straordinaria; speciale);
tipo di sistema di protezione catodica;
informazioni disponibili inerenti lo stato dei sistemi di protezione catodica, compresi dati storici e
dati da sistema di monitoraggio permanente, se presente;
informazioni disponibili inerenti lo stato di corrosione della sottostruttura;
tipo di anodo galvanico, con indicazione della lega anodica e dei requisiti di composizione;
disegni as built di installazione degli anodi e di altri eventuali componenti del sistema di
protezione catodica;
disegni as built di installazione del sistema di monitoraggio permanente;
disegni as-built della struttura;
disegni degli anodi installati, riportanti i dati dimensionali (anodi e inserti) e di massa;
nota di calcolo del sistema di protezione catodica (opzionale);
sistema di codifica degli elementi strutturali e di tutti i componenti della sottostruttura;
sistema di codifica degli anodi galvanici;
sistema di codifica di celle di riferimento e anodi monitorati;
campione(i) delle posizioni di misura del potenziale;
campione(i) dei nodi da ispezionare;
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3.2.15 Sommario
La Tabella 3.2 riassume i criteri di massima per la suddivisione della sottostruttura in sezioni
omogenee e per la definizione dei campioni di ispezione di piattaforme. Per i criteri di
campionamento si rimanda all’APPENDICE C. La Tabella 3.3 riassume i requisiti minimi per
l’esecuzione delle ispezioni.
Tabella 3.3 – Requisiti minimi per l’esecuzione di ispezioni di protezione catodica di piattaforme.
Elemento Tipo di misure e rilievi N. di misure
Esame Visivo Generale 100% della struttura
Esame Visivo Ravvicinato Difetti / attacchi corrosivi
su N. 5 min. nodi campione per
Jacket (aste, nodi) Misure di potenziale ai nodi campione
porzione omogenea
Misure di potenziale in posizioni campione In base al tipo di struttura (vedi
(aste) Tabella 3.2)
Misure di potenziale in posizioni selezionate da definire
Anodo - generale Esame Visivo Generale 100% degli anodi
Esame Visivo Ravvicinato ogni anodo campione
Misure di potenziale anodo ≥ 3 per ogni anodo campione
Misure di gradiente ≥ 3 per ogni anodo campione
Anodi campione
Misure di potenziale struttura in prossimità Vedi par. 2.3.3.1
LMAX, LMIN, 3 x (H,W o LCIRC)
Rilievi dimensionali
per ogni anodo campione
Esame Visivo Ravvicinato
Anodi aggiuntivi Misure di potenziale, gradiente Vedi par. 3.2.9
Rilievi dimensionali
Esame visivo 100% parte immersa
Riser
Misure di potenziale Vedi par. 3.2.12.3
ispezione visiva:
– celle di riferimento;
– anodi monitorati 100 % celle di riferimento
Sistema di monitoraggio – cavi, conduit e access.
100 % anodi monitorati
permanente misure di potenziale:
– celle di riferimento (solo celle di Zn);
– anodi monitorati
Misure di potenziale sopra acqua 100 % delle cassette
Componenti accessori Esame visivo generale 100 % dei componenti
(conductors, caissons, etc) Misure di potenziale Vedi par. 3.2.6.3
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In questo Documento non sono trattate le condotte sottomarine flessibili; gli oleodotti e i gasdotti
sottomarini sono trattati dalle specifiche aziendali 23035.SLI.OFF.FUN – Functional Specification for
the External Survey of Pipelines in the Offshore Areas e 23036.SLI.OFF.FUN – Functional
Specification for the External Survey of Pipelines in the Nearshore Areas.
A seconda dei requisiti di posa e della configurazione del fondale, le condotte sottomarine possono
trovarsi:
appoggiate sul fondo;
interrate in trincea scavata nel fondale;
interrate naturalmente;
completamente esposte ad acqua di mare in corrispondenza di campate libere.
Gli anodi galvanici sono di norma del tipo a bracciale, costituiti da due o più segmenti.
Nella progettazione del sistema di protezione catodica ad anodi galvanici vengono definiti:
i requisiti dimensionali e di massa degli anodi;
la spaziatura tra gli anodi.
Non sono in genere presenti sistemi di monitoraggio permanente a causa della inaccessibilità del
tipo di struttura.
Per la programmazione delle ispezioni periodiche, in assenza di requisiti diversi, possono essere
adottati i medesimi criteri prescritti per piattaforme (vedi par. 3.2.1).
Tali eventi dovranno essere documentati da video e foto, indicando per ogni evento le relative
coordinate e le progressive chilometriche (KP iniziale e finale). L’esame visivo deve essere esteso a
tutti i tratti accessibili della condotta (nel caso in cui la condotta sia ispezionata per tutta la
lunghezza), o in alternativa ai tratti campione oggetto dell’ispezione.
3.3.5 Condotte protette con anodi galvanici: profili di potenziale e gradiente del potenziale
La verifica delle condizioni di protezione viene effettuata mediante rilievo del profilo del potenziale
(vedi par. 2.3.4). La stessa tecnica consente il rilievo simultaneo del profilo di gradiente del
potenziale per rilevare e localizzare i difetti nel rivestimento e la densità di corrente scambiata
localmente.
La tecnica si applica:
per l’intera lunghezza della condotta, fatti salvi i tratti in prossimità della costa (Surf Zone –
profondità 3.5 m – 1.5 m, e Coastal Zone profondità minore di 1.5 m) non accessibili da ROV, o
su tratti campione.
Eventuali tratti campione devono essere definiti caso per caso, in relazione a parametri quali:
lunghezza totale della condotta;
variazioni ambientali lungo il tracciato: profondità; presenza di campate libere; ecc.;
variazioni del sistema di protezione catodica lungo il tracciato: spaziatura bracciali; tipo di
rivestimento; presenza di appesantimento in cemento; presenza di condotte estranee; ecc.;
aspetti inerenti i costi di ispezione.
Per l’esecuzione del profilo di potenziale è richiesta la misura di contatto del potenziale di un anodo
situato in posizione di partenza rispetto al verso di esecuzione del rilievo. Se la condotta e l’anodo
sono interrati, si dovrà procedere allo scavo sino all’anodo; in alternativa, se fattibile, la misura di
contatto potrà essere effettuata direttamente sulle strutture collegate.
La misura di contatto all’anodo viene utilizzata per misurare il potenziale rispetto ad un elettrodo
situato in posizione remota rispetto alla condotta. Si raccomanda di effettuare la misura di contatto su
un almeno un anodo ogni km circa. Se la condotta fosse totalmente interrata si raccomanda di
acquisire il potenziale dell’anodo ogni 5 km, valutandone la fattibilità caso per caso sulla base
dell’interramento e della configurazione della condotta.
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Le misure di potenziale acquisite sugli anodi devono essere documentate, indicando per ciascun
anodo il relativo KP e il valore acquisito.
La misura di potenziale deve essere acquisita mediante elettrodo portatile e voltmetro. Il polo
negativo del voltmetro è connesso all’elettrodo, mentre quello positivo alla struttura. Il collegamento
alla struttura può essere effettuato sfruttando il collegamento di monitoraggio (se presente) o il
collegamento negativo dell’unità di alimentazione del sistema di protezione catodica. Il collegamento
deve essere effettuato con l’unità di alimentazione spenta (OFF).
L’ispezione deve essere completata dalla verifica delle unità di alimentazione e dei componenti del
sistema di protezione catodica.
In particolare le unità di alimentazione devono essere controllate almeno 6 volte l’anno, a intervalli
non superiori a 2.5 mesi; il controllo deve prevedere come minimo la lettura della tensione, della
corrente di uscita e del potenziale (se possibile). Gli altri componenti del sistema, quali cassette,
collegamenti, sistemi di isolamento, devono essere ispezionati almeno una volta l’anno con intervalli
non superiori a 15 mesi.
L’ispezione subacquea deve essere completata dall’esame visivo della struttura (Rif. par. 3.3.4) e dei
componenti del sistema di monitoraggio.
Per le misure di sicurezza da rispettare nel corso dell’ispezione si rimanda interamente all’appendice
E della Norma UNI EN 12474 – Protezione catodica di condotte sottomarine.
Nel tratto di approdo è possibile effettuare l’acquisizione del profilo di potenziale con contatto alla
condotta effettuato a terra, e elettrodo di riferimento locale movimentato da sommozzatore lungo il
tracciato della condotta.
Quando gli anodi siano accessibili, anche solo parzialmente ai sommozzatori è raccomandata
l’esecuzione di:
ispezione visiva;
misure di potenziale;
rilevi dimensionali,
secondo requisiti estrapolabili da quanto prescritto per le piattaforme (vedi par. 3.2.7).
Per i rilievi dimensionali degli anodi a bracciali dovranno essere utilizzati strumenti e dispositivi idonei
a rilevare la lunghezza e lo spessore consumato dei segmenti di anodo.
Dovrà inoltre essere verificata e documentata l’integrità del collegamento elettrico con la struttura.
Lo stato di interramento degli anodi galvanici dovrà essere rilevato e riportato in accordo alle
seguenti definizioni:
completamento esposto;
esposto al 75%:
esposto al 50%:
esposto al 25%:
completamento interrato.
Nel caso di anodi interrati non accessibili, dovrà essere valutata caso per caso l’opportunità di
procedere allo scavo per rendere accessibili un campione di anodi sui quali eseguire i rilievi di cui
sopra. Anche l’entità del campione di anodi deve essere valutata nell’ambito del progetto in esame.
In queste posizioni, dove sia possibile il contatto elettrico alla struttura, è raccomandata l’esecuzione
di misure di potenziale. I tratti terminali, infatti, possono facilmente trovarsi esposti a condizioni di
protezione diverse da quelle della condotta nel suo insieme. Le misure di potenziale alla struttura
integrano convenientemente i profili di potenziale e gradiente.
3.3.10 Documentazione
I requisiti particolari per le ispezioni subacquee di sottostrutture di condotte sottomarine devono
essere definiti in una Specifica di Lavoro in conformità a questo Documento. In essa, per la struttura
in esame, dovranno essere contenute le seguenti informazioni:
condizioni ambientali;
tipo di sistema di protezione catodica;
tipo di ispezione (iniziale; periodica; straordinaria; speciale);
dati inerenti la condotta: dati dimensionali; materiale; fluidi convogliati;
caratteristiche dei tratti alle estremità; eventuale presenza di giunti isolanti;
informazioni disponibili inerenti lo stato dei sistemi di protezione catodica e dei rivestimenti;
informazioni disponibili inerenti lo stato di corrosione della condotta;
tipo di anodo galvanico, con indicazione della lega anodica e dei requisiti di composizione;
disegni tipici degli anodi, riportanti: dati dimensionali; dati di massa; dettagli di collegamento alla
condotta;
dati di spaziatura degli anodi;
nota di calcolo del sistema di protezione catodica (opzionale);
sistema di codifica degli anodi;
definizione dei tratti di esecuzione dei profili di potenziale;
eventuale campione(i) degli anodi da ispezionare;
richiesta eventuale di prelievo di un campione di anodo.
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In assenza di indicazioni specifiche, può essere fatto riferimento agli analoghi requisiti per strutture
collegate, in particolare piattaforme.
La struttura di protezione è in genere realizzata in acciaio; la testa pozzo può invece comprendere
componenti in materiali diversi dall’acciaio, in particolare acciai inossidabili e leghe di nichel.
È di norma prevista la protezione catodica con anodi galvanici in combinazione con rivestimenti o
pitture. Sono spesso installati più tipi di anodi, diversi per dimensione, lega anodica e fornitore. Le
geometrie impiegate comprendono sia anodi slender, trapezoidali o cilindrici, sia anodi flush
mounted.
Il campione dovrà essere costituito da almeno N. 5 anodi e dovrà comprendere tutte le diverse
tipologie di anodi installati.
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Gli anodi campione dovranno essere individuati in occasione di ciascuna ispezione, sulla base dei
criteri di campionamento presentati nell’APPENDICE C.
In corrispondenza della testa pozzo dovrà essere rilevata la temperatura dell’acqua. Nel caso di parti
calde, dovranno essere acquisite misure di temperatura di parete della struttura e alla superficie degli
anodi.
3.4.2.4 Documentazione
I requisiti particolari per le ispezioni subacquee di teste pozzo sottomarine devono essere definiti in
una Specifica di Lavoro in conformità a questo Documento (si veda anche par. 3.2.14).
Nelle strutture galleggianti è di norma prevista la protezione catodica con anodi galvanici in
combinazione con pittura. Gli anodi possono essere di tipo slender o flush mounted. In alternativa,
possono essere installati anche sistemi di protezione catodica a corrente impressa.
Le strutture SPM sono invece assimilabili a jacket di piattaforme con pittura applicata nella zona degli
spruzzi e protezione catodica con anodi galvanici nella parte immersa.
L’insieme delle posizioni di misura (numero di misure da acquisire e posizioni) dovrà essere definito
sulla base di geometria e dimensioni della struttura, caratteristiche del rivestimento, se presente, e
del sistema di protezione catodica.
Gli anodi campione devono essere individuati in occasione di ciascuna ispezione, sulla base dei
criteri di campionamento presentati nell’APPENDICE C. Per i requisiti di esecuzione di ispezione
visiva, misure di potenziale e rilievi dimensionali è applicabile quanto definito nel caso degli anodi di
piattaforme (Rif. par. 3.2.7, 3.2.8).
3.4.3.4 Documentazione
I requisiti particolari per le ispezioni subacquee di FSO, FPSO o SPM devono essere definiti in una
Specifica di Lavoro in conformità a questo Documento (si veda anche par. 3.2.14).
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In questa sezione sono definiti i requisiti per l’esecuzione di ispezioni subacquee di protezione
catodica delle parti accessibili della sottostruttura di piattaforme. Viene fatto particolare riferimento a
sistemi di protezione catodica ad anodi galvanici, che rappresentano la tipologia di gran lunga più
comune. Nel caso di strutture protette con sistemi a corrente impressa dovranno essere stralciate le
parti non applicabili.
I requisiti definiti in questa Sezione integrano quanto indicato nella norma ENI 20181.STR.OFF.FUN
e sostituiscono i requisiti inerenti la protezione catodica presenti nello stesso documento.
In caso l’APPALTATORE intenda affidare parte delle attività ispettive, dovrà essere sottoposta alla
COMPANY per approvazione l’elenco dei Subcontrattisti e delle attività subappaltate.
i campioni delle posizioni di misura della struttura, degli anodi, ecc., con l’elenco codificato di tutti
gli elementi di ciascun campione e relativa elevazione.
Gli elettrodi di riferimento per l’esecuzione delle misure di potenziale dovranno essere calibrati prima
di ciascuna immersione (di sommozzatore o ROV) in accordo alle procedure di calibrazione
approvate.
Prima di altri rilievi e misure dovrà essere effettuata l’ispezione visiva dell’anodo (senza rimozione di
eventuali strati di ricopertura presenti).
Le misure di potenziale possono in genere essere acquisite senza necessità di effettuare la pulizia
dell’anodo; il puntale del dispositivo di misura del potenziale consente con facilità il contatto elettrico
con l’anodo e l’esecuzione di misure stabili. Solo in caso contrario si dovrà effettuare la pulizia
dell’anodo.
I rilievi dimensionali devono essere effettuati dopo la pulizia della superficie, avendo cura di
escludere nelle misurazioni contributi spuri associati a depositi non metallici di prodotti di corrosione
e incrostazioni biologiche.
La pulizia può essere effettuata mediante spazzolatura manuale o mediante idropulitura. La tecnica e
il grado di pulizia devono essere valutati in base all’entità e alla durezza delle incrostazioni.
Lo stato superficiale degli anodi campione, prima e dopo l’intervento di pulizia, deve essere
documentato mediante adeguata ripresa fotografica. Nella ripresa fotografica deve essere riportato il
codice dell’anodo.
La misura del potenziale (solo nel caso di elettrodi di zinco) in genere può essere acquisita senza
necessità di pulizia della cella; il puntale assicura con facilità il contatto elettrico; nel caso in cui non
fosse realizzabile in contatto elettrico con la cella, si dovrà effettuare la pulizia della stessa..
Se la cella di riferimento è coperta di crescite biologiche, si dovrà procedere con cura alla loro
rimozione, avendo cura di non danneggiare i componenti più delicati del dispositivo, quali: cavi;
connessioni elettriche; parti resinate; protezioni.
Dovranno essere documentate mediate fotografie le condizioni di tutte le celle di riferimento, prima e
dopo eventuale pulizia delle stesse. Le fotografie dovranno mostrare il codice di identificazione della
cella.
L’ispezione visiva dovrà essere estesa ad un campione dei componenti e accessori immersi del
sistema.
La versione definitiva del Rapporto Finale, nel quale dovranno essere incorporati i commenti della
COMPANY, sarà emesso entro i tempi contrattuali fissati, in almeno tre copie cartacee e su CD-
ROM.
Le misure raccolte nel corso della campagna ispettiva e i risultati delle indagini effettuate devono
essere riportati in formato excel nei form dedicati allegati alla presente Specifica (Rif.
APPENDICE D)
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In questa sezione sono definiti i requisiti per l’esecuzione di ispezioni subacquee di protezione
catodica di condotte sottomarine. Viene fatto particolare riferimento a sistemi di protezione catodica
ad anodi galvanici, che rappresentano la tipologia di gran lunga più comune. Nel caso di strutture
protette con sistemi a corrente impressa dovranno essere stralciate le parti non applicabili.
Gli elettrodi di riferimento per l’esecuzione delle misure di potenziale e gradiente dovranno essere
calibrati prima di ciascuna immersione (di sommozzatore o ROV) in accordo alle procedure di
calibrazione approvate.
Per quanto riguarda il monitoraggio della protezione catodica, nei tratti oggetto di ispezione, in
aggiunta all’esame visivo, dovranno essere rilevati (requisiti minimi):
misure di potenziale di contatto;
profilo del potenziale;
profilo continuo del gradiente del potenziale;
stato di interramento degli anodi.
Le misure e i rilievi dovranno essere condotti sugli anodi campione preventivamente identificati in
ciascun tratto omogeneo. Nel caso di condotte completamente interrate, le misure e rilievi dovranno
essere eseguiti sugli anodi utilizzati per la misura del potenziale di contatto nell’ambito
dell’esecuzione del profilo di potenziale.
pianificato.
La versione definitiva del Rapporto Finale, nel quale dovranno essere incorporati i commenti della
COMPANY, sarà emesso entro i tempi contrattuali fissati, in almeno tre copie cartacee e su CD-
ROM.
In questa sezione sono definiti i requisiti per l’esecuzione di ispezioni subacquee di protezione
catodica di strutture diverse da piattaforme e condotte sottomarine, quali ad esempio: teste pozzo
sottomarine; strutture galleggianti; strutture di ormeggio. Viene fatto particolare riferimento a sistemi
di protezione catodica ad anodi galvanici, che rappresentano la tipologia di gran lunga più comune.
Nel caso di strutture protette con sistemi a corrente impressa dovranno essere stralciate le parti non
applicabili.
Gli elettrodi di riferimento per l’esecuzione delle misure di potenziale dovranno essere calibrati prima
di ciascuna immersione (di sommozzatore o ROV) in accordo alle procedure di calibrazione
approvate.
Il metodo del profilo di potenziale rispetto ad un elettrodo remoto è stato messo a punto per ovviare
specificamente alle limitazioni sopra menzionate. Esso prevede l’impiego di più elettrodi di
riferimento e viene effettuato con l’ausilio di un veicolo sottomarino, integrandosi con altre tecniche di
indagine normalmente utilizzate nell’ispezione di condotte a mare.
Il profilo del potenziale è ottenuto dal profilo delle cadute ohmiche (dette anche gradienti di
potenziale). Ciò dipende dal fatto che la presenza del rivestimento sulla tubazione, spesso associato
ad appesantimento in cemento, e l’eventuale interramento impediscono, di fatto, l’esecuzione di
misure dirette di potenziale, mentre sono di facile misura le cadute ohmiche tra due elettrodi, uno
posto vicino alla tubazione e l’altro in posizione remota (in pratica a una distanza di almeno 30 m
dalla condotta).
Collegando l’elettrodo di riferimento remoto al polo positivo del voltmetro, il potenziale della
tubazione è dato da:
Ex = (Ea - ΔVa) + ΔVx
con Ea potenziale dell’anodo misurato con elettrodo di riferimento locale mediante contatto elettrico
sull’anodo stesso, Va caduta ohmica sull’anodo, misurata tra due elettrodi, quello remoto e quello
locale, VX caduta ohmica laterale, tra un elettrodo locale alla distanza x lungo la tubazione e quello
remoto.
Il termine (Ea - ΔVa) ha il significato di potenziale remoto e perciò è considerato costante, oppure è la
media dei due valori misurati sugli anodi relativi al tratto di tubazione in esame.
La Figura 0.1 illustra un esempio di ricostruzione del potenziale di una condotta sottomarina. La
misura di contatto del potenziale di un anodo galvanico accessibile della condotta (Pos. 1) viene
effettuata mediante l’elettrodo di riferimento C in figura, posizionato in prossimità dell’anodo. Il
contatto con l’anodo viene realizzato mediante puntale metallico; simultaneamente, viene acquisito il
potenziale dell’anodo rispetto ad un secondo elettrodo A, situato in posizione remota rispetto alla
condotta (l’elettrodo A è fissato in prossimità del natante in superficie o sull’ombelicale del ROV,
mantenuto ad una distanza di almeno 30 m dalla condotta).
A partire dalla posizione 1, il ROV su cui è installato l’elettrodo C si muove lungo la condotta (Poss. 2
e 3 in figura) acquisendo con frequenza predefinita, oltre alla progressiva chilometrica, la differenza
di potenziale tra i due elettrodi A e C. Il potenziale dell’elettrodo remoto A si può considerare
costante perché esterno al campo elettrico generato dalla differenza di potenziale tra la condotta e
anodi galvanici; il profilo del potenziale lungo la condotta viene così ricostruito come somma
algebrica tra il potenziale remoto misurato nella Pos. 1 in corrispondenza dell’anodo e la differenza di
potenziale tra gli elettrodi A e C.
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elettrodo A vs. puntale: elettrodo A vs. puntale: elettrodo A vs. puntale: elettrodo A vs. puntale:
-0,980 V (misurato) -0.980 V costante da Pos. 1 -0.980 V costante da Pos. 1 -0,978 V (misurato)
elettrodo A vs. elettrodo C: elettrodo A vs. elettrodo C: elettrodo A vs. elettrodo C: elettrodo A vs. elettrodo C:
-0,100 V (misurato) +0.015 V (misurato) +0,095 V (misurato) -0,092 V (misurato)
C, elettrodo locale
falla nel
anodo rivestimento
Figura 0.1 – Esecuzione di profilo del potenziale lungo una condotta sottomarina e ricostruzione del
potenziale della struttura.
Con riferimento alla figura e ai valori in essa indicati si possono stabilire le seguenti relazioni per i
potenziali (E):
Pos. 1:
E anodo vs C = -1,080 V (misurato)
E anodo vs A = -0.980 V (misurato)
E A vs C = -0,100 V (misurato)
Pos. 2:
E anodo vs A = -0.980 V (costante da Pos. 1)
E A vs C = +0,015 V (misurato)
E CONDOTTA = -0,980 V + 0,015 V = -0,965 V (calcolato)
Pos. 3:
E anodo vs A = -0.980 V (costante da Pos. 1)
E A vs C = +0,095 V (misurato)
E CONDOTTA = -0,980 V + 0,095 V = -0,885 V (calcolato)
Pos. 4:
E anodo vs C = -1,070 V (misurato)
E anodo vs A = -0.978 V (misurato)
E A vs C = -0,092 V (misurato)
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IR = ΔE = i ρ d
con d distanza tra gli elettrodi, resistività dell’acqua di mare e i densità di corrente media. Data la
piccola distanza tra i due elettrodi, la densità di corrente i può essere considerata costante e quindi di
calcolo immediato.
Se si considera una dipendenza della densità di corrente dalla distanza tra gli elettrodi di tipo
parabolico, si ottiene un fattore di correzione di circa 3/2, per cui:
3 ΔE
i0
2 ρ d
3 H ΔE
i0
2 ρ d2
Le formule sopra scritte forniscono dei valori approssimati per una stima preliminare della densità di
corrente. Elaborazioni più precise possono essere effettuate di volta in volta previa una modellazione
ad elementi finiti che tenga conto delle particolari geometrie e delle condizioni operative e ambientali
presenti nel caso in esame.
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La misura del consumo degli anodi è di notevole importanza per la stima della vita residua del
sistema di protezione catodica.
Il consumo degli anodi può essere determinato per via diretta mediante rilievi dimensionali o per via
indiretta attraverso la misura della densità di corrente erogata dagli anodi.
I risultati dei rilievi dimensionali sono spesso di difficile analisi e utilizzo a causa delle seguenti
criticità:
presenza sulla superficie dell’anodo di crescita marina e incrostazioni biologiche;
presenza sulla superficie dell’anodo di prodotti di corrosione;
consumo irregolare.
Tali criticità possono essere superate stimando il consumo dell’anodo per via indiretta, attraverso la
determinazione della densità di corrente.
La densità di corrente è determinata mediante la misura del gradiente del campo elettrico generato
dall’anodo. Tale misura può essere eseguita con una sonda di potenziale dedicata, montata sul
ROV, costituita da due elettrodi di riferimento posti a una distanza fissa, d. La sonda deve essere
portata in prossimità dell’anodo, in posizione perpendicolare rispetto alla superficie dell’anodo e
preferibilmente a contatto con l’anodo. Quando la sonda è in posizione, deve essere misurata la
caduta ohmica tra i due elettrodi. Dalla misura della caduta ohmica, IR, è poi possibile calcolare il
gradiente del campo elettrico generato dall’anodo, e conseguentemente, nota la resistività
dell’acqua, , calcolare la densità di corrente anodica, ia.
In particolare si ha che il gradiente medio del campo elettrico generato dall’anodo è dato dal
rapporto:
IR
grad
d
grad
ia
ρ
La densità di corrente anodica permette di stimare, da una parte, il consumo istantaneo dell’anodo, e
dall’altra la vita residua dell’anodo stesso.
La densità di corrente anodica, iA, infatti è proporzionale alla velocità di consumo degli anodi, vanodo,
come espresso dalla legge di Faraday:
PM i A
v anodo 3.1536 10 4
zF
Dove:
vanodo è la velocità di consumo dell’anodo, mm/anno;
PM è la massa molare dell’anodo, (nel caso di anodi di Al-In-Zn, 27 g/mol);
z è la valenza, (nel caso di anodi di Al-In-Zn, 3);
iA è la densità di corrente anodica, mA/m2;
F è la costante di Faraday, 96485 C;
è la densità dell’anodo, (nel caso di anodi di Al-In-Zn, 2880 kg/m3);
4
3,153610 è il coefficiente per esprimere la velocità in mm/anno.
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Pertanto nota la velocità di consumo dell’anodo è possibile stimare il diametro residuo (o nel caso di
anodi trapezoidali il diametro equivalente – vedi DNV RP B401) e di conseguenza la perdita di
massa. Il metodo consente inoltre di fornire una stima della vita residua degli anodi. La stima sarà
tanto più accurata quanto più numerose saranno le misure acquisite nel corso della vita della
struttura in oggetto.
Il metodo integra e completa i dati ottenuti dai rilievi dimensionali e offre il vantaggio di poter essere
utilizzato mediante ROV, senza l’ausilio di sommozzatori, consentendo di ridurre i tempi di ispezione
e l’impiego di personale subacqueo.
Strumentazione
La strumentazione per la misura del gradiente del campo elettrico è una sonda multi-elettrodo,
analoga a quelle utilizzate per il rilievo del profilo di potenziale e gradiente delle condotte sottomarine
e costituita dai seguenti componenti:
N. 2 elettrodi di riferimento, tipo Ag/AgCl/acqua di mare, posti a una distanza fissa, compresa tra
300 e 500 mm;
una punta metallica per effettuare il contatto elettrico con l’anodo;
una sonda (anche esterna) per la misura di resistività dell’acqua di mare.
La punta metallica consente di effettuare il contatto elettrico con l’anodo e quindi permette di
utilizzare la sonda anche per effettuare la misura di potenziale. La Figura 0.1 riporta una
rappresentazione schematica della misura del gradiente di potenziale su un anodo della piattaforma.
IR
Anodo
Asta piattaforma
APPENDICE C. CAMPIONAMENTO
Le misure di potenziale e le ispezioni e misure degli anodi sono di norma acquisite su un campione
opportunamente selezionato. Le misure non sono rilevate su ogni unità, ma solo su una parte di
esse.
L’indagine campionaria, in alternativa ad una indagine di tipo censuario, viene scelta per motivi quali,
la rapidità di realizzazione e il costo contenuto di ispezione. La complessità dell’indagine varia in
funzione della dimensione della popolazione e della difficoltà (profondità, posizione, etc.) con cui le
unità di cui si compone il campione sono raggiunte.
L’indagine campionaria si caratterizza rispetto a quella censuaria per almeno due aspetti
fondamentali:
la scelta di una specifica procedura di selezione delle unità della popolazione;
l’induzione, in base all’analisi delle osservazioni campionarie, del campione all’intera popolazione.
Questa appendice non intende trattare la teoria del campionamento, ma unicamente fornire alcuni
elementi per il suo utilizzo nel settore delle ispezioni nelle fasi sia di pianificazione dell’ispezione che
di elaborazione dei risultati.
Il campionamento più semplice da utilizzare è il campionamento casuale semplice. Nel caso di una
piattaforma offshore, tale campionamento comporta l’estrazione casuale di n unità della popolazione.
Un tale campionamento può risultare problematico quando, nel caso ad esempio di una piattaforma
posta in acque profonde in cui gli anodi operano in condizioni piuttosto diversificate, per ottenere un
campione rappresentativo dell’intera popolazione sarebbe necessario estrarre un numero elevato di
posizioni campione che comporterebbe costi elevati e problemi pratici, derivanti dall’impiego di
sommozzatori e mezzi sottomarini.
Il campionamento casuale appare pertanto poco conveniente. Tenendo presente che gli anodi sono
posizionati sulla piattaforma in base a una progettazione per aree o zone specifiche, si hanno
informazioni supplementari che permettono di suddividere gli elementi della piattaforma da
ispezionare (aste, anodi) in strati omogenei tra di loro.
Il campionamento più adeguato risulta essere quindi quello stratificato, ossia per famiglie omogenee
di elementi.
Tale metodo permette di diminuire la numerosità campionaria a parità di efficienza del piano di
campionamento oppure di aumentare l’efficienza a parità di numerosità campionaria rispetto al
campionamento casuale semplice. Da ogni strato si estrae un campione casuale semplice. Si
avranno quindi tanti campioni quanti sono gli strati. Tali campioni sono indipendenti fra loro e
possono avere dimensioni differenti. In tale modo ciascun strato presenterà una variabilità più bassa
rispetto alla variabilità totale portando a stime più precise.
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Ogni strato deve essere individuato in modo da rappresentare elementi funzionanti alle stesse
condizioni operative, definite da tre parametri fisici dell’acqua:
contenuto di ossigeno;
temperatura;
velocità dell’acqua;
Gli strati omogenei da considerare sono quelli sotto indicati, a meno di particolari situazioni non
generalizzabili:
i piani del jacket;
i conductor pipe;
i mudmat e i pali infissi.
Nella Tabella 0.1 sono riportati alcuni esempi, tratti da casi reali, di piattaforme a varie profondità,
con l’indicazione delle superfici da proteggere (in acqua e in fango) e una proposta di suddivisione in
porzioni omogenee. Nella stessa tabella è riportato il numero di anodi installati, variabile anche in
relazione alla vita di progetto della struttura e alle dimensioni e massa dell’anodo adottato.
Le strutture in basso fondale, sino a 30 ÷ 40 m circa, possono essere trattate come una struttura
unica (NS=1); viceversa, per profondità superiori devono essere individuate più porzioni;
indicativamente, una singola porzione omogenea dovrebbe estendersi per una profondità
indicativamente non superiore a 50 m.
La suddivisione della struttura in porzioni omogenee deve essere effettuata caso per caso in
relazione, tra gli altri, ai seguenti parametri: geometria del jacket (ad esempio al numero di piani
immersi); caratteristiche di simmetria; profondità. Variazioni delle condizioni di protezione si possono
manifestare all’interno di una stessa porzione omogenea, in relazione all’esposizione a correnti
marine, che determino livelli di polarizzazione diversi a seconda della faccia considerata. Questi
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effetti, tuttavia, richiedono un‘elaborazione a posteriori delle misure una volta acquisite e possono
comportare una maggiore variabilità all’interno del set di misure raccolte nella porzione omogenea di
riferimento
All’interno di ogni strato omogeneo sono presenti zone specifiche dove la polarizzazione può
risultare più difficoltosa se il posizionamento degli anodi non è stato corretto. A questo riguardo è di
interesse investigare la presenza di un errore sistematico di progettazione come la non corretta
collocazione degli anodi in tali zone, come può accadere per i nodi.
Per ciascuna porzione omogenea dovrà essere disponibile un sistema codificato per la designazione
di:
nodi;
elementi strutturali (aste, segmenti di gamba, ecc.);
componenti non strutturali;
anodi galvanici.
Ogni elemento tra i tipi sopra indicati dovrà essere individuato univocamente da un codice
identificativo e dalla profondità (media).
Il sistema di codifica dovrà essere utilizzato per l’estrazione casuale del campione delle posizioni di
misura, dei nodi campione e degli anodi campione.
In assenza di un sistema preesistente di codifica degli elementi strutturali, si dovrà procedere alla
sua costituzione.
Secondo tale approccio, la minima ampiezza campionaria può essere definita in accordo alla
metodologia proposta dallo standard ASTM E 122; assumendo per la popolazione una distribuzione
normale2, la dimensione del campione può essere calcolata come:
2
3s
n (1)
E
Dove:
3 rappresenta il valore della normale standard a cui è associato un livello di confidenza (1-α) del
99%;
n è l’ampiezza campionaria;
s è la deviazione standard stimata;
2
Nel caso di distribuzione non normale si rimanda allo standard ASTM E 122.
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E è la massima differenza accettabile tra la media vera e la media campionaria (nel caso ad
esempio delle aste/nodi, come valore indicativo per E si può scegliere 10 mV; nel caso degli
anodi si può scegliere un parametro legato alle dimensioni).
La formula (1) può essere utilizzata nel caso esistano dati ispettivi storici.
In caso contrario, un criterio informale generale, che si può adottare per la scelta della minima
dimensione campionaria è il seguente:
per gli anodi, almeno il 5% degli elementi costituenti l’intera popolazione con un numero minimo di
osservazioni pari a 5 per ciascuna porzione omogenea;
per i nodi, almeno due nodi per ogni piano sommerso della piattaforma, con un numero minimo di
5 nodi per ciascuna porzione omogenea;
per le aste, almeno il 5% degli elementi costituenti l’intera popolazione, con un numero minimo di
osservazioni pari a 30 per ciascuna porzione omogenea.
La Tabella 0.2 riassume i diversi casi considerati. Per la composizione del campione da investigare
si rimanda al paragrafo successivo.
Metodo di campionamento
Aste
Come descritto precedentemente, per considerare la profondità della piattaforma può essere
utilizzato un campionamento stratificato. Se si vuole tenere in considerazione anche la lunghezza
delle aste che compongono la piattaforma si può utilizzare un campionamento a 2 stadi. In
quest’ultimo caso il primo stadio è rappresentato dalla suddivisione delle aste in strati in base alla
profondità e il secondo stadio dalla suddivisione delle aste in base alla loro lunghezza.
Per prima cosa devono essere individuate le porzioni omogenee della piattaforma identificate in
relazione all’elevazione della piattaforma stessa. Tali porzioni rappresentano gruppi di aste
omogenee. All’interno di ogni gruppo (porzione) è poi selezionato un campione casuale di aste della
piattaforma. Il numero totale di aste da ispezionare è scelto in base al costo dell’ispezione e alla
variabilità all’interno di ciascun gruppo (nota dai dati ispettivi delle precedenti campagne, se
disponibili).
Inoltre per tenere in considerazione l’importanza strutturale di ogni asta, si utilizza un criterio di
selezione basato sulla lunghezza di ogni asta (le aste più lunghe hanno maggiore rilevanza
strutturale).
Per identificare il numero, n, di aste da campionare, può essere utilizzata la seguente formula:
C H Ch n c (2)
Dove:
C rappresenta il costo totale che può essere sostenuto;
Ch è il costo associato a ciascun dislocamento (i.e. costo dovuto alla movimentazione del
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Il numero totale di aste da ispezionare deve essere comunque sempre maggiore o uguale alla
quantità minima definita caso per caso sulla base delle caratteristiche della piattaforma da
ispezionare e, se presenti, su dati di precedenti campagne ispettive (vedi par. 0 e formula (1)).
Una volta definito il numero di aste da ispezionare, n, questo deve essere ripartito nei diversi gruppi
(porzioni omogenee) precedentemente identificati.
Nel caso in cui non siano disponibili dati ispettivi storici (precedenti all’ispezione da eseguire), il
numero di aste è allocato proporzionalmente al numero totale di aste in ogni gruppo, NH
(indicativamente in assenza di dati ispettivi precedenti, il numero di elementi da ispezionare è lo
stesso per ciascuna porzione da ispezionare, in quanto ciascuna porzione omogenea contiene
indicativamente lo stesso numero di elementi).
L’ampiezza campionaria, (i.e., numero di aste da campionare) di ogni gruppo, nh , con h 1, ...H e
∑
H
n n è:
h1 h
Nh
nh n (3)
N
H
Dove N è il numero totale di aste nella piattaforma N N
h 1
h .
All’interno di ogni gruppo le nh aste della piattaforma sono scelte tramite un campionamento casuale
stratificato in base alla lunghezza degli elementi. Le aste sono divise in strati in base alla loro
lunghezza. Ad ogni strato i è quindi associato un peso whi (strato i nel gruppo h) proporzionale
all’importanza strutturale di ciascun strato (i.e. alla lunghezza degli elementi) e alla numerosità dello
I
L n
L i1
strato ni. Il peso è w hi i i , dove Li è la lunghezza dell’asta nello strato e L, L L i n i , è la
i
somma delle lunghezze relative ad ogni strato presente nel gruppo. Ad esempio se nel caso di una
piattaforma in basso fondale (H = 1, Nh = 130) si definiscono tre gruppi di aste:
aste aree pozzi, L 1 1,5 m, n1 40;
Il numero totale di elementi da ispezionare in ogni strato nhi è selezionato proporzionalmente al peso
associato ad ogni strato in base a questa formula:
nhi nh w hi (4)
All’interno di ogni gruppo gli elementi da ispezionare sono selezionati in modo casuale.
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Nel caso in cui si disponga di dati ispettivi precedenti, allora il numero di aste da ispezionare per ogni
gruppo può essere allocato in modo proporzionale alla variabilità interna di ogni gruppo.
Nh Sh
nh n H
(5)
N
h 1
h Sh
Dove, Nh, è il numero totale di aste in ogni gruppo e Sh è la varianza di ogni gruppo (che è nota da
ispezioni passate).
Questo metodo permette di ottenere numerosità maggiori di gruppo, nh, in corrispondenza di gruppi
con maggiore variabilità (eterogenei) e di ottenere numerosità di gruppo inferiori, nh, in
corrispondenza di gruppi per cui i dati passati erano più omogenei. Ciò consente ad esempio di
intensificare le ispezioni in quelle zone della piattaforma che possono essere soggette a maggiore
eterogeneità a seguito, ad esempio, dell’esposizione agli agenti meteo-marini prevalenti o di
un’errata progettazione del sistema di protezione catodica.
Anodi Campione
Per ciascuna porzione omogenea, gli anodi campione oggetto dell’ispezione devono essere
selezionati mediante estrazione casuale. La dimensione del campione può essere definita in accordo
a quanto descritto nel paragrafo 0 (da utilizzare per la definizione della minima ampiezza
campionaria) o in accordo alle formula (2). Nel caso di dati ispettivi storici il numero di anodi da
allocare a ciascun strato deve essere scelto adottando la medesima procedura descritta per la
selezione delle aste campione, in caso contrario gli anodi devono essere allocati sulla base di un
criterio di proporzionalità (ossia il numero di anodi-campione per porzione omogenea dovrà essere
proporzionale al numero degli anodi della porzione di riferimento).
Nodi-Campione
I nodi campione da ispezionare devono essere selezionati a cura del PROGETTISTA sulla base di
criteri che includono la complessità del nodo, la posizione e l’importanza strutturale.
Riferimenti
W.G. Cochran, Sampling Techniques, 3rd ed. (New York, NY: John Wiley and Sons, 1977).
P.S. Levy, S. Lemeshow, Sampling of Populations: Methods and Applications, 1st ed. (New York, NY:
John Wiley and Sons, 1999).