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Approccio data driven: come prendere decisioni di

business e comunicazione a partire dal web


listening
Costruire una strategia basata sui dati
Real time intelligence e strategia reputazionale
Tutt’oggi sappiamo che ormai il digitale è morto, esso infatti è pervasivo ed è innestato nel nostro pensiero
strategico. Il dato è anch’esso pervasivo e comprenderlo aiuta ad innestare strategie efficaci. Ma qual è la
miglior strategia per il dato? Per comprenderla bisogna innanzitutto distinguere fra:

 Dati: il dato ci può aiutare a comprendere tutte le informazioni che vogliamo ottenere. In modo
particolare, esso è il punto di partenza da cui parte la strategia, ma non il punto di arrivo.
 Analytics: essa è l’estrapolazione della conoscenza del dato e delle info che esso ha. In modo
particolare, essa è il processo di scoperta e comunicazione dei modelli significativi che possono
essere trovati nei dati, chiamata anche intelligence.

Nei diversi studi, si fanno largo due grandi concezioni o approcci del dato, evidenziando come esso può
essere visualizzato o estrapolato in due modi differenti.

 Data defense: rivede l’utilizzo del dato a scopo precauzionale, difensivo e di cautela.
Quest’approccio è prettamente utilizzato in ambito finance, ossia in aree che hanno come base
fondamentale la tutela del dato per poter essere competitivi. Un caso tipico in cui questo avviene
spesso è l’ambito medico-ospedaliero, dove vengono governati dati alti a livello sia di qualità che di
quantità e che hanno il bisogno di una strategia di data defense, perché devono essere nascosti per
il bene del paziente ma anche della sanità in generale.
 Data offence: rivede l’utilizzo più aggressivo del dato, che non vede la protezione per potersi
difendere ma per comprendere per esempio delle customer experience rilevanti. L’approccio è
prettamente utilizzato nell’ambito del marketing, della comunicazione e delle vendite. Un caso
tipico in tal caso, si rivede nell’ambito retail, della grande distribuzione, il quale gestisce i dati
soprattutto per gestire meglio l’approccio e l’offerta al cliente e produrre una migliore strategia
marketing.

Daverbot, studioso, ci invita altresì a non considerare questi due mindset come due poli che non si parlano,
ma al contrario come due punti di vista che necessitano un equilibrio, poiché ci saranno delle situazioni in
dui il dato dovrà essere utilizzato per costruire qualcosa o per tutelarsi. Un caso tipico in questo avviene è
l’ambito finanziario, dove i dati vengono gestiti attraverso data una cura difensiva massima e bilanciati
attraverso una data offence, che aiuta a comprendere al meglio il cliente per poter dare miglior servizi.
In ogni modo, data offence e data defense devono essere lette in modo integrato e sinergico, anche nei
casi descritti prima.

Un caso interessante, in tal caso, vede l’anticipatory shopping di Amazon: la quale produce la
capacità dell’azienda di anticipare la vendita dei clienti prima che questi effettuino l’ordine, grazie ai
dati raccolti dai clienti e il programma d’aggiornamento avvenuto negli ultimi anni. Questa soluzione
– per cui solo Amazon ha ottenuto il brevetto - prende il nome di spedizione anticipata ed è un
sistema di consegna dei prodotti ai clienti prima che essi effettuino l’ordine.
Tutto ciò mette al centro di tutto l’utilizzo del dato tramite la data offence, per generare una corretta
customer experience attraverso determinati KPIs. In modo particolare, in questo caso viene
controllato il “Costumer lifetime value (CLV)”: esso è un indicatore che misura i profitti prevedibili in
base alla relazione con il cliente a partire dal suo comportamento d’acquisto, generalmente, non è
altro che il guadagno che possiamo generare dal cliente nel tempo.

I motivi per cui è utile far leva sul dato vengono riassunti da uno schema che aiuta a percepire quali siano i
principali obiettivi che si possono raggiungere e ottenere grazie al dato:

 Il brand health, ossia il benessere del nostro brand: Il dato aiuta a fargli comprendere lo stato di
salute del nostro brand, grazie alla mappatura e all’analisi delle conversazioni, comportamenti e
atteggiamenti nei confronti del nostro brand, infatti, riusciamo a comprendere lo stato
reputazionale e di salute del brand.
 L’Innovation, ossia l’innovazione tecnologica: grazie al web riusciamo a costruire un innovazione
bottom up, collaborando attraverso l’analisi dei dati a contribuire all’innovazione di prodotti e
servizi grazie ai commenti del pubblico.
 La Consumer experience, ossia la relazione con il consumatore: essa non è altro che la relazione con
il consumatore e riporta la sua esperienza e le sue emozioni nei confronti del brand. Grazie al dato
possiamo comprendere quali sono le migliori esperienze da erogare per produrre una migliore
relazione con il cliente.
 L’operational efficiency, ossia le operazioni per l’efficienza: spesso il dato ci può aiutare a compiere
operazioni per l'efficienza, facendoci comprendere ad esempio, dove stiamo spendendo troppo o
dove stiamo spostando parti di budget in modo sbagliato.
 Revenue generation, ossia la generazione di reddito: il dato, infatti, ci aiuta comprendere dove e
come la compagnia genera più denaro permettendoci di far azioni a maggior impatto per miglior
rendimento.
 Marketing Optimization, ossia l’ottimizzazione delle attività di marketing: il dato, infatti, aiuta anche
a comprendere dove incrementare o cancellare le nostre attività di marketing che stanno
preformando bene o male.

Parlando di dati non si può non parlare di metriche, grazie al dato sviluppiamo diverse metriche, diversi
risultati. Ogni metrica può essere condivisa in maniera specifica e diversa, vi sono diversi tipi di metriche
analizzabili, generalmente la prospettiva principale che ne analizza le divide in cinque principali tipi di
metriche:

 Consumption metrics: è l’insieme delle famiglie di metriche legate al consumo dei contenuti quali
ad esempio le views di una pagina, di un video o i download o il numero di volte in cui un podcast
viene ascoltato.
 Sharing metrics: è l’insieme di metriche che indica la condivisione di contenuti quali ad esempio il
numero di like, di condivisioni, di viralità e generano la “moneta social”.
 Lead generation metrics: indicano i contenuti che riescono a generare i lead, ossia un contatto
buono, qualcuno che è interessato realmente al nostro brand e comprendono ad esempio il numero
di iscritti, chi manda e-mail per delle info o gli iscritti alla newsletter.
 Sales metrics: indicano le metriche di vendita, e vanno a misurare lo scontrino medio, le vendite
prodotte dall’azienda.
Le stesse metriche vengono analizzate e descritte in maniera diversa a seconda della prospettiva in cui si
vede. Ad esempio, la prospettiva complementare le divide in modo diverso, ma anche in esse ritroveremo
gli stessi contenuti della prospettiva principale:

 Metriche legate all'ingaggio della singola persona


 Metriche legate alle persone in funzione di ciò che stanno facendo qui e ora.
 Metriche legate alle relazioni nel tempo.
 Metriche legate all'obiettivo di marketing o business.
 Metriche legate alla consistenza del brand e della costumer experience.


Applicazioni nella comunicazione istituzionale e di marketing
L’impatto della comunicazione oggi è molto importante, infatti, se ieri rendevi infelice un tuo cliente in una
piccola realtà aziendale, lui poteva dirlo a sole sei persone, se invece nella stessa piccola realtà aziendale
oggi rendi infelice un cliente, lui può raggiungere fino a 6000 persone. Nella comunicazione spiega una
citazione di Seth Godin, poi è importante saper distinguere l'ascolto dal sentire, le quali sono due cose
molto diverse: Il sentire, infatti, è dovuto solo all'udito, l'ascoltare diviene attivo solo quando, al fine del
discorso, chi ascoltava necessità di domandare qualcosa di complesso e profondo al fine dell'intervento
dell'interlocutore.

Nel nostro contesto, la comunicazione e molto importante perché va a creare la brand reputation, ossia ciò
che si dice, mentre noi non ascoltiamo, ed è per l'azienda non altro che la reputazione nei confronti della
storia del brand, della sua comunicazione e delle sue condotte aziendali assunte nel tempo.
La brand reputation è importante, poiché:

 la rete non scorda mai, poiché ogni post, commento o mi piace lascia una traccia indelebile. In un
modo offline tutto veniva dimenticato, poiché era molto più facile nascondere le prove.
 Oltre all'azione, la reputazione online, è determinata anche dalla percezione degli utenti, ossia il
modo in cui le nostre azioni vengono poi percepite dagli utenti.
 La reputazione aiuta pure al passaggio dal dialogo al multilogo, dialogo fra tanti, dove tutti dicono
tutto dove, dunque, si predilige una multi-conversazione.

In una rete così popolata bisogna dunque percepire le quattro tipologie di Content creator:

1. Aziende
2. Media
3. Influencer
4. Ugc

Tali figure vanno a sviluppare la comunicazione attraverso gli spazi di interazione, chiamati anche media.
Nel marketing i media possono essere di tre grandi tipologie:

 Earned media: i quali rivedono degli spazi di interazione guadagnati, perché noi non paghiamo o
paghiamo molto poco per ottenere un grande risultato. L'esempio più pratico si rivede negli uffici
stampa che ci aiutano a far parlare di noi.
 Paid media: i quali rivedono quegli spazi di interazione che sono a pagamento per ottenerne
qualcosa in cambio, nel quale più si paga più si ottiene. L'esempio più pratico di questo spazio di
interazione rivede il mondo della pubblicità attraverso ad esempio banner, video pubblicitari o
retargeting.
 Owned media: i quali rivedono quegli spazi di interazione che noi stessi possediamo, che abbiamo
di proprietà. Questi possono essere gestiti da noi stessi, poiché nel momento in cui non vorremmo
avere, ad esempio, un account Facebook, possiamo cancellarne tutti i dati.

In questo contesto così grande, dunque, è molto più facile ritrovarsi in grandi crisi online. Nel tempo ve ne
sono state molte e grazie ad esse possiamo imparare dei punti importanti:

 Nessuna azienda è al sicuro: sebbene sempre si cerchi di creare una buona comunicazione e avere
una buona reputazione, nessuna azienda può essere totalmente al sicuro dal cadere in una crisi. Ci
sono infatti stati dei casi di comunicazione che sono nate spontaneamente e in maniera innocente e
che si sono poi trasformati in una grande crisi.
 Hashtag e il brand hijacking: Esso consiste nel prendere qualcosa che il brand ha creato e usarlo
per motivi opposti o diversi da quelli per cui è stato creato. Ciò avviene quando, ad esempio, una
azienda produce un hashtag per una campagna per una pubblicità positiva, ma il pubblico lo
trasforma in qualcos'altro di negativo.
 La differenza fra real time e il right time: per poter comunicare al meglio bisogna comprendere la
differenza tra Real Time, ossia la comunicazione che avviene in tempo reale trasformando un
evento che sta avvenendo in quello stesso momento in oggetto di comunicazione e Right Time, la
quale parla di un evento in maniera pianificata per una data specifica e importante.
 Le parole sono importanti ma immagini e video anche di più: È necessario quindi monitorare non
solo ciò che la gente dice e rete, ma anche ciò che scatta.

Facendo tesoro di questi punti principali per non incastrarsi in una crisi comunicativa è sempre meglio
tenere tesoro che sì, è importante che si parli sia in bene, che sia in male della propria azienda, ma è
importante, molto di più l'impatto sulla rete, il quale può essere di due tipi:

 Rete asset facilitatore: rete va ad accelerare delle comunicazioni che anche prima esistevano,
rendendole però molto più veloci.
 Rete asset iniziatore: la rete va anche a creare comunicazioni del tutto nuove e queste se non
vengono riviste nel primo momento vanno a creare proprio le crisi.

Per poter prevenire ogni crisi bisogna fare Real Time intelligence, partecipando alle conversazioni,
condividendo esperienze positive, gestendo e curando le criticità, monitorando l’influencer e i competitor.
Per fare ciò, l'azienda struttura un sistema di ascolto e monitoraggio di quello che si dice in rete, definisce Il
proprio approccio alle conversazioni, resta aggiornato sul sistema organizzativo della comunicazione
attraverso delle lezioni.
Monitorare la reputazione all’interno delle community digitali
Non solo sentiment: gli indicatori della reputazione digitale
Di solito quando si parla di reputazione digitale viene direttamente in mente il sentiment, descrive
esattamente i sentimenti di piacere o disgusto rispetto ad un determinato brand, come quando si pensa ad
Amazon, FIAT o Versace. Il sentiment cambia da brand a brand ed è dovuto a una grande strategia digitale
che viene sviluppata dai vari brand, ossia da come l'azienda ha colmato le esperienze della marca, ha
rinnovato le offerte, ha raccolto le relazioni con il target al fine di raggiungere una reputazione ottimale.

La strategia digitale parte dalla mappatura, ascolto e comprensione del pubblico dei diversi spazi di
comunicazione:

 Owned media, il quale come abbiamo già detto ci dà più possibilità di controllo, ma produce grandi
livelli di diffidenza.
 Earned media, il quale ha un controllo più basso, ma maggiore viralità.
 Paid media, il quale ha un controllo molto più basso, ma con più viralità di tutti.

In tal senso è bene ricordare però che bisogna creare un giusto equilibrio e controllare il giusto equilibrio
per essere virali e comunicare al meglio. Una comunicazione efficace, infatti, deve essere portata ad una
nuova audience per essere propriamente detta efficace. Difatti, non dobbiamo progettare una
comunicazione per la nostra audience e il nostro interlocutore diretto perché essa ci conosce e ha già
un’associazione mentale legata al nostro brand, dobbiamo invece sviluppare una comunicazione invece per
gli amici degli amici, i quali non ci conoscono. Se noi riusciamo a progettare una comunicazione per l’amica
del fan, allora abbiamo una comunicazione il più possibile solida.

Un altro caso di miglioramento è il caso studio di Nescafé Dolce gusto in Malesia:

Il team digital ha iniziato a monitorare le conversazioni delle community di amanti del caffè per
comprendere cosa fosse veramente rilevante per loro e per costruire su questi temi una strategia di
comunicazione. Questa analisi ha portato a una crescita del 500% della l'Instagram Community di
Nescafé. Ciò fa comprendere come, ancor prima di fare storytelling sia necessario fare story
listening e dunque ascoltare il pubblico e i suoi sentimenti.

Per ogni canale, dunque, è utile fare un'analisi e un ascolto del pubblico attraverso strumenti e
tecniche diverse. Qui in tabella ne sono elencate alcune:
Fra le analisi disponibili, una fra quelle più importanti è quella della Keyword Research, La quale aiuta a
comprendere le parole che digitiamo di più e aiuta in modo particolare a ritrovare la Research mindset, la
quale fa comprendere a chi analizza ogni tipo di pensiero o bisogno che ha prodotto il cliente per digitare
parole come “scarpe rosse su Milano”.

Tale analisi che comprende l'analisi dei dati dall'esterno, l'analisi dei dati di marketing, di comunicazione e
dei feedback commerciali. è molto più importante delle vanity metrics, ossia il monitoraggio di like, delle
condivisioni, dei follower e delle visite. Infatti, è molto più importante monitorare chi sono i nostri fan e se
sono ingaggiati capendo a chi stiamo parlando e se siamo capaci di assumere la nostra audience.

Le Vanity metrics, infatti, aiutano più a comprendere il sentiment del pubblico, evidenziando quanto noi
siamo apprezzati. Ma oltre al sentiment vi sono altri indicatori per le nostre comunicazioni, come per
esempio:

 L'impatto il quale tiene conto di variabili come research, le impression, le visualizzazioni e


rappresenta la forza della menzione in relazione alla visibilità e l'autorevolezza della fonte.
 L'attualità, la quale riassume la freschezza della notizia e ne rileva la progressiva obsolescenza.
Infatti, alcuni contenuti hanno una scadenza, poiché essi vengono distinti in:
o Contenuti evergreen: sono contenuti che non cambiano quasi mai virgola che interessano
per la maggior parte del tempo, sempre.
o Contenuti a rischio obsolescenza: sono contenuti che interessano un certo periodo di
tempo e che cambiano nel tempo e dunque possono diventare obsoleti l'anno dopo.
 La viralità indica la velocità di diffusione della menzione sui canali social e digitali. Esso è un
indicatore molto importante sui social perché si basano proprio su questa caratteristica, il pubblico
infatti viene stimolato dai numeri.
Strumenti di social listening
Per social listening, intendiamo l'ascolto del conversato in rete per generare Insight azionabili, fondati su
analisi qualitative e quantitative dei contenuti. Esso viene analizzato e studiato attraverso tre grandi tipi di
approcci:

 Approccio al testo: il social listening si focalizza su ciò che è scritto in rete; dunque, solo sul testo e
su quello che le persone scrivono nei nostri confronti. Quando noi scriviamo su qualcosa su Twitter,
ad esempio, chiunque può monitorare ciò che abbiamo scritto a proposito di un brand o un’azienda.
 Il social network analysis: rivede un social listening che proietta e monitora come un utente
approccia a un determinato network e a determinate conversazioni.
Se noi ci pensiamo, i social network non sono altro che dei grafici che parlano fra loro e in funzione
delle conversazioni generano una mappa di nodi, che parlano fra loro creando dei ponti e delle
conversazioni. Questo tipo di approccio non fa altro che mappare tutte queste conversazioni e ponti
creati su un social.
 Approccio visual: la maggior parte dei contenuti web, oggi, rivedono stories, post o video e dunque
contenuti che escludono il testo; quest’approccio utilizza strumenti e tool precisi per riconoscere la
forma delle cose e analizzare anche il contenuto delle immagini. I grandi brand, ad esempio,
utilizzano intelligenze artificiali per riconoscere i contenuti che contengono il proprio logo e come
essi vengono utilizzati e commentati in rete.

Tutti e tre gli approcci sono importantissimi per comprendere il social listening, il quale aiuta a raggiungere
diversi obiettivi, quali ad esempio:

- Gestire la reputazione online: comprendere la percezione che le persone hanno dell’azienda e dei
tuoi prodotti.
- Individuare la consumer insight: capire cosa cercano gli utenti, quali sono i loro bisogni e il loro
linguaggio.
- Mappare gli influencer e i content creator: essi hanno la facoltà di orientare il cliente verso il
prodotto, classificando e mappando per nome e cognome ogni influencer e l’influencer più adatto al
brand in base al numero di follower ed engagement.
- Individuare competitor diretti e indiretti
- Monitorare hashtag: per comprendere come va o meno una campagna di marketing.
- Affiancare le tradizionali attività di recruiting.

Per andare a creare e mettere in pratica un vero e proprio processo di ascolto dell'audience, È utile andare
per step:

1. Set-up e prioritazzazione degli obiettivi: In generale non posso andare a coprire ogni obiettivo per
motivi di budget e di tempo; perciò, bisogna innanzitutto in una prima fase, analizzare bene quali
sono gli obiettivi principali da poter raggiungere e che siano effettivamente perseguibili.
2. Definire topic e keyword: devo andare a comprendere quali sono gli argomenti e le parole chiave
che bisogna andare a tracciare. Fra gli elementi principali da definire vi sono gli hashtag che aiutano
a definire la campagna social, migliorando e ottimizzando il contenuto.
Nota bene: quando si parla di keyword è meglio precisarlo sempre in inglese, non in
italiano perché va a comprendere più parole chiave. Quando si parla di keyword è meglio
sempre pensare a un cluster di parole ossia un insieme di parole che vanno a specificare
un determinato argomento su un determinato contenuto.

Per settare le keyword è bene utilizzare gli operatori booleani, i quali sono operatori che ci
aiutano a integrare fra loro le parole che voglio cercare. L’operatore booleano più semplice è
AND, quale consente di eseguire ricerche che includono sia il termine prima sia il termine
dopo l'operatore, ad esempio: La query segreto AND messaggio, restituisce tutti gli elementi
contenenti sia la parola segreto sia la parola messaggio. OR, solo una delle due, NOT
specifica quella che non si vuole.

Quando si va a fare ascolto del conversato in rete per un brand e per un contenuto, bisogna
andare a specificare delle liste di keyword specifiche e coerenti al proprio interno, che vada
a vedere dei mondi semantici specifici, evidenziando 4 grandi mondi. Tipo:

3. Reputation e sentiment analysis: per produrre l’analisi è utile fare alternanza fra tool e produzione
manuale, tenendo occhio a ciò che la tecnologia traccia.

I primissimi e i più semplici strumenti di social listening sono chiamati “alert agent”, fra quelli più
popolari troviamo:

- Google alert che ci aiuta a comprendere keyword, trend e altre info,


- TalkWalker come la migliore alternativa a Google. E produce anche un insieme di strumenti
e tecnologie legate al Social listening che captano anche l’approccio visual,
- Brandwatch,
- Hootsuite,
- Brand24,
- Digimind.

Gli strumenti vengono definiti e scelti da chi analizza a seguito di diversi criteri che possono o meno
servirgli:

o Copertura dei dati: quanti e quali sono dati ci forniscono;


o Dati in tempo reale: quanto siano aggiornati i dati;
o Funzione di reporting: se lo strumento fornisce un reporting automatico o manuale;
o Interfaccia utente: quanto sia facile e ottimizzato il tool;
o API: come lo strumento scelto si va ad integrare con i nostri strumenti, e in che modo si
possono alimentare a vicenda;
o Competitive benchmarking: se lo strumento scelto permette una comparazione fra
competitor, parole chiave o altro.

Una volta definito lo strumento, bisogna lavorare su un file Excel, di fatti, ogni strumento ci
permette di scaricare i dati.
Una volta analizzata un’analisi attenta del social listening si avrà quello che si chiama “Insightful
Organization”: è la chiara visione di come l'audience percepisce il brand, di quali sono gli aspetti da
migliorare e quali le opportunità da cogliere. Dopo di essa si può passare alla definizione delle azioni che
consentiranno di raggiungere gli obiettivi prefissati ad inizio progetto.

Bisogna notare bene che nel resto dell'analisi abbiamo parlato solo dell'approccio testuale e di
quello network, per l'approccio visuale, invece, la relazione e analisi viene fatta in maniera diversa.
Ad oggi, infatti, questo approccio è molto importante perché il 60% dei contenuti che sono online
sono di per sé visuali, soprattutto dopo la viralità dovuta a tik tok e al concetto di food porn.
Caso studio bella e brava di Venezia:
L'azienda aveva bisogno di un supporto nell'analisi competitiva per individuare la nuova città dove
aprire una nuova pizzeria. In tale caso studio, vennero usati una serie di algoritmi, tool e programmi
per fare in modo di avere una mappa geografica che facesse rivedere tutti i selfie e le foto che
ritraevano una pizza per comprendere quale fosse il posto ideale per aprire una pizzeria.


Strumenti di web listening sui motori di ricerca
Nello stereotipo comune, oggi, Google sembra essere il Chuck Norris del web che risolve dubbi e risponde
alle curiosità di milioni di utenti tutto il giorno. Per poterlo fare Google utilizza il web listening, un'attività
complementare del social listening indispensabile per comprendere le intenzioni di ricerca degli utenti,
ottimizzando la content experience degli utenti.

Circa il 7 delle ricerche di Google riguarda la salute, producendo più di 100 milioni di ricerche contengono la
keyword “sintomi”. Il content marketing è fatto di domanda e offerta di contenuti, quando cerchiamo una
parola nella query riceviamo indietro un’offerta di contenuti che interessano le nostre keyword. Più le
keyword sono cercato meno sono coperte dai provider di contenuti, più c’è spazio.

Per comprendere al meglio questo spazio bisogna fare una distinzione tra:

- Le keyword sono l’astrazione della parola o delle parole legata alla ricerca degli utenti. Le keyword
non sono tutte uguali e possono essere formate da più parole, perciò esse vengono distinte in:
o Short tail, keyword a coda corta: composte solo da una parola. Ad esempio, ”scarpe”. Esse
propongono una grande generalità che non fa emergere l’intenzione dell’utente.
o Medium tail, keyword a coda media: composte da due o tre parole. Ad esempio, “scarpe
rosse”.
o Long tail, keyword a cosa lunga: composte da più parole. Ad esempio, “scarpe rosse
Milano centro”. Questa è keyword, sono quelle più preferibili per strutturare poi un'analisi,
poiché riescono a comprendere al meglio le intenzioni dell'utente.
- Le query utenti le parole che tutti noi decidiamo nella barra di ricerca o col pronunciamo al
microfono del cellulare.

Per analizzare keyword e query, generalmente viene utilizzato lo strumento e tool answer the public, il
quale permette di analizzare tutte le query che contengono le keyword che vado a cercare.

L'analisi della content experience aiuta a ottimizzare il piano editoriale: se io, infatti, capisco che le persone
stanno utilizzando determinate keyword e le stanno utilizzando all'interno di determinate query, io stesso
posso comprendere allora di che cosa andare a parlare per interessare proprio la mia audience.
Focus pratico: strumenti di social listening
Applicazione pratica di un tool
Brand24 è il fondatore di media intelligence e media listening con prova gratuita e un prezzo accessibile. Nel
tool, appena entrati, viene richiesto l’inserimento di più keyword, dando la possibilità di osservare:

- menzioni, qui abbiamo la possibilità di settare l’ambito di analisi, pescando i dati fino ad un mese
precedente visualizzando anche le fonti, dando pure la possibilità di visualizzare l’anteprima di
pagine e contenuti che interessano le nostre keyword, aiutandoci a comprendere anche il sentiment
dei contenuti.
- sommario, qui possiamo comprendere l’ampiezza del conversato e i profili pubblici che hanno
menzionato la keyword e il tema. Difatti, questi tool possono pescare solo i dati dei profili pubblici.
- analysis, dove abbiamo tutte le menzioni, fra lle più popolari, con una serie di variabili del caso.
- Risorse e fonti, qui abbiamo la possibilità di osservare gli influencer e i profili più importanti che
hanno menzionato la nostra keyword.
- comparazione, qui ci aiuta a comparare più keyword distinte.

Una volta osservata tutta l’analisi possiamo anche scaricare ogni tipo di dato nel formato preferito.

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