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La scoperta dell’America

Capitolo 1
La scoperta dell’America avviene mentre Colombo è indaffarato a cercare un passaggio verso
l’Asia. Cristoforo Colombo sbarca nella piccola isola di San Salvador (le attuali Bahamas) pensando
di essere arrivato in Oriente. Ma si accorge subito di non trovarsi sulla terraferma; lascia così la
piccola isola e raggiunge una serie di terre che diventeranno poi luogo di insediamento degli
uomini che lo hanno accompagnato. Cristoforo sarà sempre convinto di essere arrivato in Asia,
nonostante lui abbiamo compiuto quattro spedizioni avvenute tra il 1492 e il 1504, nella speranza
di trovare una nuova via che potesse favorire il commercio con l’Oriente, in modo da potersi
sottrarre dal monopolio sul commercio mediterraneo che stava esercitando l’impero Ottomano in
quel periodo dove stava conoscendo la sua massima espansione.
La Spagna e il Portogallo furono le prime a cercare una nuova via per raggiungere i mercati asiatici,
visti dagli europei come luoghi di favolose e sconfinate ricchezze, luoghi di partenza e di arrivo di
merci come la noce moscata, tessuti, caffè, spezie e metalli preziosi. Dunque, per trovare un punto
d’incontro tra queste due grandi potenze papa Alessandro VI Borgia interveniva riconoscendo ai
sovrani spagnoli il diritto al possesso e al godimento di quelle terre che avrebbero conquistato, ma
l’accordo prevedeva anche l’evangelizzazione di codeste. Più tardi, con il trattato di Tordesillas
veniva disegnata una linea immaginaria che passasse appunto per Tordesillas, i territori a est di
questa appartenevano al Portogallo, mentre quelli a ovest alla Spagna.
Un’altra spedizione che finanziò la Spagna fu la circumnavigazione del globo da parte di un
navigatore portoghese, Ferdinando Magellano. L’impresa si conclude con scarsi risultati pratici ma
con due importanti conquiste in ambito geografico: si ebbe la certezza della sfericità della Terra, e
la scoperta di un passaggio al Sud del continente Americano, tra le acque della Patagonia e la Terra
del Fuoco.
Nel frattempo, Amerigo Vespucci, un navigatore italiano al servizio della corona portoghese, è
incaricato di compiere una spedizione che ha come scopo la scoperta e la conoscenza di queste
terre fino ad ora inesplorate. Vespucci dichiara di trovarsi dinnanzi ad una “quarta parte” del
mondo fino ad ora conosciuto, infatti partito da Lisbona raggiunge la costa del Nuovo Mondo e
procede verso Sud, lungo il Brasile. E’ chiaro che si trova dinnanzi alla terraferma, e non dinnanzi
ad un’isola. E’ la terra di Amerigo, la terra che prenderà poi il suo nome, l’America.
La conquista avviene attraverso l’insediamento degli spagnoli nelle isole caraibiche ed una piccola
fascia costiera lungo le coste del Brasile. Furono fondate anche delle istituzioni, come la Casa de
Contrataciòn a Siviglia; attraverso questa veniva controllato il traffico delle merci.
A partire da questo momento la Spagna e il Portogallo costruiscono i loro imperi coloniali nel sud
del continente Americano. Gli uomini a cui la corona spagnola dava l’incarico di scoprire e
conquistare questi territori vengono definiti conquistadores, uomini brutali e audaci, che alla testa
di pochi uomini conquistano ed esplorano questi territori sconosciuti, assoggettando le
popolazioni incontrate. I conquistadores erano animati da un forte desiderio di conquista, più che
altro si dovrebbe parlare di un desiderio che avevano di cambiare la loro posizione sociale, e di
arrivare ai ceti più alti. Anche la missione religiosa di cui sono incaricati influisce molto: infatti si
sentono i protagonisti di una nuova crociata.
I conquistadores man mano che penetrano nel continente americano entrano in contatto con
popoli e culture fortemente diversi tra loro; popoli che hanno una propria struttura sociale e
politica, una propria cultura e una religione. Hernàn Cortes scoprì e assoggettò nel 1519 il grande
impero Azteco, nel cuore del territorio Messicano. Gli aztechi erano un popolo di origine guerriera,
con una struttura sociale fortemente gerarchica e una religione che tende a legittimare la
superiorità, in particolare dei nobili e dei sacerdoti. Stabiliti in questo territorio diedero vita a delle
città divise in distretti, ciascuno governato da dei funzionari. Le città disponevano di territori
accanto alla proprietà privata, che i contadini potevano lavorare tranquillamente. La loro capitale
era Tenochititlan, una vera e propria metropoli ben ordinata nelle sue strade e nelle su strutture,
ricca di edifici pubblici e di luoghi sacri, contava inoltre 350mila abitanti. Il commercio avveniva
nella forma del baratto e in questo quadro hanno fondamentale rilievo i pochteca, mercanti-
viaggiatori. Nonostante questa forte organizzazione dal punto di vista politico, sociale ed
economico sotto il regno di Montezuma II le guerre con i nemici vicini si incrementarono, le classi
nobiliari presero il sopravvento, e proprio in questo contesto Cortés entra a Tenochititlan, dove
viene accolto con benevolenza da Montezuma, che subito comprende la superiorità militare degli
europei. Cortés e i suoi uomini obbligarono in poco tempo Montezuma di spogliarsi di tutti i poteri
imperiali e di conferirli formalmente a Carlo V. Cresce il malcontento della popolazione, che
insorge e cerca di liberare Montezuma, ma la risposta degli spagnoli fu fortemente violenta:
massacrarono il popolo azteco e fanno cessare la rivolta. Cortés viene così incoronato imperatore
del nuovo mondo, che prende il nome di “Nuova Spagna”.
I conquistadores Francisco Pizarro e Diego de Almagro circa 10 anni dopo la spedizione di Cortés
ottennero dalla Corona di Spagna il consenso per muoversi contro l’impero Inca, e conservare il
50% delle ricchezze ricavate dalle loro conquiste. L’impero Inca si espande verso l’attuale Boliva,
l’Ecuador ed il Cile. L’impero Inca era fondato sulla nobiltà guerriera incaica, al di sotto di essa era
stata lasciata ampia autonomia alle popolazioni sottomesse e ai loro governi. Ai capi locali, i
curaca, spettava il compito di sorvegliare le attività agricole della comunità. Le terre coltivabili
erano divise in tre parti, una per lo stato, una per le necessità del culto religiose e la terza
suddivisa tra i contadini in ragione della consistenza del nucleo familiare. I lavori agricoli erano
svolti in forma collettiva, e i prodotti venivano ammassati in grandi magazzini, che in caso di
carestia avrebbe dovuto assicurare la sussistenza della popolazione locale, dei sacerdoti e degli
eserciti. Attorno all’adorazione del culto del sole ruotava tutta la civiltà incaica, che dimostrava di
aver raggiunto il massimo apice dello splendore. Ma alla morte del re Capac si scatenò una guerra
civile tra i due figli, Huascar e Atahualpa, che furono entrambi incoronati imperatori dell’impero
che venne diviso in due parti. In questo contesto si inseriscono i conquistadores, che sottomisero
la capitale Cuzco, fecero prigioniero Atahualpa, a cui fu promessa la libertà in cambio di una grossa
somma di denaro; gli incaici accettarono, ma il sovrano fu giustiziato. A Sud, si concentrò una
resistenza agli spagnoli, guidata dall’ultimo sovrano, Tupac Amaru, ma gli spagnoli risposero
ancora una volta con violenza e brutalità.
La conquista viene ufficialmente conclusa nel 1556, e nel 1572 gli Spagnoli poterono dire di aver
affermato il loro potere. Da questo momento in poi il governo Spagnolo si impegnò per far sì che
non si parlasse più di conquista o coinquistadores, bensì di descubrimiento e di pobladores; si
voleva affermare l’idea che quei territori non appartenessero a nessuno, e dunque si era
legittimati a prendere il possesso. Gli uomini che continuarono a scoprire ed avanzare in queste
terre furono denominati adelantados, e ricalcavano anche la figura di nuovi governatori.
L’encomienda era l’istituzione di cui si servirono gli spagnoli per affermare la loro supremazia sugli
indigeni, secondo la quale un villaggio indigeno o un gruppo di villaggi venivano affidati ad un
colono spagnolo, (encomendero), che aveva il compito di proteggerli e provvedere alla loro
cristianizzazione; avevano anche il diritto di riscuotere tributi che potevano essere in natura o in
lavoro obbligatorio che degenerarono in delle vere e forme di schiavismo, sfruttamento e lavoro
forzato, soprattutto nelle imprese produttive agricole, di allevamento ma anche nelle miniere dove
venivano estratti metalli preziosi, tra i quali primeggia l’argento. La Corona cercò sempre di evitare
queste forme di schiavismo e la formazione di una vera e propria istituzione di tipo feudale. A capo
dell’organizzazione coloniale c’era il cabildo, cioè il consiglio cittadino retto da un alcalde. Le città
venivano valorizzate oppure ricostruite, ed erano abitate dagli indigeni ma anche dai nuovi arrivati
dalla Spagna. Il controllo fu affidato all’audiencia, che aveva la funzione di tribunale territoriale,
ma che con il tempo assunse anche funzione legislativa. I viceré rimanevano in carica per tre anni,
ed erano sottoposti alla visita del visitador reale, che aveva il compito di controllare la condotta
politica ed amministrativa. La Corona Spagnola si era garantita il 20% del ricavato delle colonie.
Le conseguenze di questo incontro sono devastanti: gli uomini provenienti dal vecchio mondo
portano nel nuovo malattie fino ad ora sconosciute, come il morbillo e l’influenza, malattie che
risultavo devastanti per gli indigeni che non ne erano immunizzati. Accanto alle epidemie si
aggiungono le violenze che gli Spagnoli infliggono agli indigeni per il processo di appropriazione del
territorio, lo spostamento della popolazione dai loro luoghi di origine, la distruzione della loro
quotidianità, delle abitudini, delle credenze; la popolazione messicana nel giro di 100 anni si riduce
da 25 milioni a 1 milione, fino a scomparire quasi. In ambito economico il commercio si intensifica,
gli europei scoprono nuovi alimenti come la patata, il mais, il pomodoro, mentre nel nuovo mondo
viene importato il caffè e la canna da zucchero. Animali come il cavallo sorprendono i nativi,
mentre il lama e vari tipi di uccelli gli spagnoli. In Europa si assiste ad un’importazione di nuove
specie alimentari, mentre in America vengono importati animali ad uso domestico.
La conquista non produce un riconoscimento reciproco, ma il contrario: ai nativi vengono negati i
diritti, la loro cultura: viene negata la condizione umana del vinto.

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