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I CONQUISTADORES E L’INIZIO DEGLI IMPERI COLONIALI (p.

284 – 290)

La Spagna e il Portogallo entrarono in lite per il possesso dei nuovi territori americani. Papa
Alessandro VI decise allora di fare da arbitro in questa contesa e venne tracciata una linea di
demarcazione, la RAYA = le terre a occidente di quella linea spettavano alla Spagna, quelle a oriente
al Portogallo = TRATTATO DI TORDESILLAS (1494).

A prendere l’iniziativa di impossessarsi dei territori a ovest però non fu l’esercito spagnolo regolare,
bensì bande di conquistadores, cioè nobili spiantati e avventurieri, gente spietata e avida attratta dalle
facili ricchezze del Nuovo Mondo.

HERNAN CORTES = alla testa di un piccolo esercito attacca il Messico e in poco tempo si
impadronisce dell’Impero Azteco che contava 20 milioni di abitanti. Infatti, l’imperatore Montezuma
accolse amichevolmente l’esercito di Cortès che invece catturò e poi uccise l’imperatore e nel 1521
conquistò la capitale. Non ci fu pietà per i sopravvissuti e Cortès fu nominato governatore dei territori
sottomessi.

FRANCISCO PIZARRO = con un manipolo di uomini si dirige nelle terre inesplorate a sud, cioè il
Perù degli Incas, attratto dalle leggendarie ricchezze che si potevano trovare nelle loro città. Dopo il
fallimento iniziale, Pizarro ritentò l’impresa; approfittando della guerra civile scoppiata in Perù e di
un’epidemia di vaiolo (portata dagli spagnoli), catturò con l’inganno l’imperatore chiedendo un
riscatto in oro. Invece, dopo averlo battezzato, lo uccise. Si proclamò quindi governatore dell’intera
regione. Il suo governo feroce scatenò ribellioni anche tra gli stessi spagnoli, e, in una di queste,
rimase ucciso.

Grazie ai conquistadores, la Spagna in pochi anni fu padrona di immensi territori nei quali furono
inviati funzionari reali, che dovevano difendere gli interessi della monarchia spagnola.
Immense ricchezze furono ricavate dalle miniere d’oro e d’argento del Sud America e dalle
piantagioni di zucchero, caffè e tabacco.
La monarchia spagnola concedeva la gestione dei territori ai privati che se le erano accaparrate, cioè
gli ENCOMENDEROS (= affidatari); essi le sfruttavano mediante il lavoro forzato degli indigeni, i
quali erano veri e propri schiavi, sfruttati e abusati in qualunque modo, convertiti forzatamente al
cristianesimo.

PORTOGALLO: occupò le coste occidentali del Brasile sfruttando il lavoro degli indigeni per la
coltivazione di piantagioni, oltre a ricavare legname dalle foreste amazzoniche. Ma i portoghesi,
essendo un paese piccolo e con pochi abitanti, poteva occupare soltanto le coste, non solo del Brasile,
ma anche di Africa e Asia dove furono rafforzate le basi commerciali e le fortezze militari.

Colonialismo europeo dell’età moderna = diverso da quello antico di greci e latini, rivolto a
risolvere problemi di sovrappopolamento, ma mirato allo sfruttamento economico e caratterizzato da
una mentalità razzista verso le popolazioni indigene, considerate inferiori rispetto alla superiorità
della cultura occidentale e perciò sfruttabili.
Gli amerindi morirono a milioni a causa delle guerre, del lavoro massacrante e, soprattutto, per le
malattie portate dagli europei e contro le quali non avevano nessuna difesa biologica. In un secolo
circa il 75% dell’intera popolazione amerinda fu decimato = genocidio.
Quando gli indios cominciarono a scarseggiare, per rimpiazzare la manodopera si cominciò a
trasportare in catene sulle navi schiavi dall’Africa.

Non tutti erano però d’accordo con il pregiudizio della superiorità del popolo europeo; Bartolomeo
de Las Casas lottò per denunciare gli abusi degli encomenderos e far abolire l’encomienda stessa.
- Leggi di Burgos (1512): esse affermavano che gli Indios erano uomini e andavano trattati con
umanità e che i proprietari spagnoli potevano farli lavorare, ma pagando loro quanto dovuto.
- Anche papa Paolo III si pronunciò a favore degli Indios e contro gli abusi dei conquistadores
condannando la schiavitù.

Ma Roma e Madrid erano lontane migliaia di chilometri e in America soldati, avventurieri e mercanti
continuavano a sfruttare le popolazioni locali accecati dai profitti e dai guadagni.

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