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Le scoperte

geografiche
Matteo Parenti
Nuovi strumenti
e nuove
imbarcazioni
Nel Quattrocento, gli europei sapevano già di
abitare nella zona occidentale di un vasto
continente che si estendeva fino alla Cina.
Inoltre, Marco Polo aveva condiviso con loro
che ad est c'era persino il Giappone.

La parte settentrionale dell'Africa, fino al


Sahara, era familiare agli uomini del tempo,
ma rimaneva un mistero quanto si estendesse
verso sud e se vi fosse una via marittima
dall'Atlantico all'Oceano Indiano.
Per evitare gli intermediari, l'approccio all'esplorazione
avveniva via mare. Tuttavia, fino al Quindicesimo secolo,
le limitate competenze nella navigazione e le
conoscenze geografiche limitavano la capacità delle navi
europee a costeggiare le terre.
Lo sviluppo della navigazione marittima avvenne grazie
all’introduzione di nuovi strumenti, come la bussola, il
quadrante e l’astrolabio, e da una messa appunto di un
nuovo tipo di imbarcazione, ovvero la caravella
Il Portogallo in Africa
e in Asia
Tanto nell'uso dell'astronomia per la navigazione quanto nello sviluppo
delle tecnologie navali, il Portogallo fu il principale motore
dell'innovazione. Infatti portoghesi si stavano espandendo verso la
fascia atlantica dell’Africa, avendo come obbiettivo trovare la via per
l’Asia.
Inoltre durante il quindicesimo secolo, gli esploratori portoghesi fecero
scoperte in luoghi precedentemente inesplorati (come Madera, le
Azzorre, il fiume Senegal, l'arcipelago di Capo Verde, il Golfo di Guinea e
le foci del fiume Congo), contribuendo a colonizzare isole
precedentemente disabitate e promuovendo l'insediamento di
economie basate sulle piantagioni.
Tra il 1487-88 ci fu una grande svolta delle
esplorazioni portoghesi tramite la spedizione di
Barolomeu Dias, il quale riuscì a circumnavigare
l’Africa aprendo una via diretta con l’Oceano
Indiano.
Solo dopo dieci anni Vasco da Gama seguì il
percorso precedentemente aperto da Dias,
dirigendosi verso l'India e tornando a Lisbona nel
1499 con una preziosa quantità di spezie a bordo.
Negli ultimi decenni del Quattrocento
i portoghesi esplorarono le coste dell’Africa, fino a
circumnavigarla e
a raggiungere l’India, e a partire da
quel momento, il Portogallo
consolidò il suo controllo sull’
Oceano indiano e dominò il
mercato europeo di alcune
merci tra cui seta,
gommalacca e spezie.
L’insieme dei territori portoghesi in Africa
orientale e in Asia fu denominata "Estado da
Índia". Questa regione era governata da un viceré
o un governatore con la sua residenza a Goa e
contava su una popolazione stabile di pochi
migliaia di portoghesi, accompagnati da un
considerevole numero di abitanti indigeni.

i portoghesi detenevano basi fortificate sul


Golfo Persico, in India, Sri Lanka e Malesia e
giunsero a commerciare fino in Cina e in
Giappone;
l’Impero moghul occupava buona parte degli
attuali Pakistan e India settentrionale.
L’America
Spinto dal desiderio di scoprire un percorso alternativo per raggiungere
le Indie e influenzato dalle stime sulla circonferenza terrestre fornite da
Paolo dal Pozzo Toscanelli, Cristoforo Colombo, il navigatore genovese,
acquisì la convinzione che fosse fattibile raggiungere l'Oriente
attraverso una rotta occidentale.
Il 3 agosto 1492 salpò a Polas con tre navi con le quali riuscì a
raggiungere le Bahamas il 14 ottobre successivo.
Colombo perseverò nel suo obiettivo di completare
l'impresa e arrivare effettivamente in Asia. Durante i
suoi quattro viaggi, Colombo esplorò terre
aggiuntive e iniziò a sospettare che queste non
fossero semplicemente parte delle Indie, ma
piuttosto delle terre di un nuovo continente.

Amerigo Vespucci, esplorando più a sud rispetto ai


suoi predecessori, giocò un ruolo fondamentale
nella promozione dell'idea e nella convinzione che
quelle terre costituissero un "nuovo mondo". In suo
onore, questa nuova terra fu chiamata America,
sebbene per un certo periodo si continuasse a fare
riferimento a quei luoghi come Indie occidentali.
La spartizione del
globo
Già prima dei viaggi di Colombo, Isabella di Castiglia e il re del
Portogallo si erano accordati per dividere l’Oceano
Atlantico in rispettive zone di influenza. Con la scoperta di nuove terre
molto più a ovest, si dovette ridefinire la questione.
Venne quindi interpellato il papa Alessandro VI per definire i confini tra i
territori degli spagnoli e tra quelli portoghesi.
Nel 1494 venne ufficializzato Il Trattato di
Tordesillas, il quale stabilì una linea di confine,
chiamata raya, che delimitava i territori spettanti
alla Spagna (a ovest) e quelli spettanti al
Portogallo (a est).
Magellano, partito da Siviglia nel 1519, raggiunse
l’estremo sud del nuovo continente e arrivò
nell’Oceano poi battezzato Pacifico

Raggiunto l’arcipelago delle Filippine (1521), morì


nel corso di uno scontro con popolazioni
indigene e la sua spedizione fece ritorno in
Spagna.
L’America prima degli
europei
i
Imperi precolombiani che imposero il loro domino nell’attuale Messico e
il Perù furono:
l’impero azteco,
l’impero maya
l’impero inca

Nell’area dell’attuale Messico centro-settentrionale si imposero gli


aztechi, la cui cultura religiosa imponeva il sacrificio umano e a capo del
loro sistema politico vi era la figura di un signore, detentore di poteri
sacerdotali. Invece nell’area delle Ande peruviane, si era affermato
l’impero inca, al cui vertice c’era un imperatore, ritenuto
discendente del dio sole.
I conquistadores
Nel 1519, gli spagnoli iniziarono a prendere possesso del Messico, con
Hernán Cortés come protagonista principale. Egli era stato inizialmente
incaricato dal governatore di Cuba di esplorare la penisola dello
Yucatán, ma Cortés, superando il suo incarico originario, decise di
avanzare verso la capitale azteca.
Gli spagnoli ottennero la supremazia grazie all'uso delle armi da fuoco,
l'introduzione dei cavalli in quelle regioni ancora sconosciuti, e la
diffusione del vaiolo, di cui erano portatori. Tenochtitlán, la capitale
azteca, venne rinominata Città del Messico, e Hernán Cortés assunse il
ruolo di governatore nella regione chiamata Nuova Spagna
La conquista spagnola del territorio
sudamericano fu molto simile alla conquista della
capitale azteca.
Francisco Pizarro avviò infatti l'esplorazione della
costa occidentale ed in seguito intraprese la
conquista dell'Impero inca, entrando nella
capitale Cuzco nel 1533. Dopo aver conquistato
Cuzco, Pizarro fondò la città di Lima.
Gli spagnoli in
America
Una delle grosse difficoltà che dovettero affrontare gli spagnoli nel
governare i territori immensi conquistati, fu la loro lontananza dalla
madre patria spagnola. Siviglia fu designata come l'unico porto
autorizzato per le spedizioni transoceaniche e, a partire dal 1503, ospitò
la Casa de contratación.
Dei territori conquistati la Città del Messico e Lima divennero le capitali
dei due vicereami creati dalla monarchia spagnola per governare i
territori del Nuovo Mondo. I viceré, designati direttamente dal re,
dovevano provenire da prestigiose famiglie aristocratiche, il che portò a
conflitti con i discendenti dei conquistadores.
Gli Indios venivano considerati come sudditi della
corona non schiavi, nonostante ciò venivano
comunque ampiamente sfruttati per compiere
lavori agricoli e per l'estrazione dell'argento dalle
miniere. Erano inoltre assegnati a un padrone
spagnolo che, nella pratica, li trattava come
schiavi tramite il sistema dell'encomienda.

In un breve lasso di tempo, le comunità indigene


sperimentarono una drastica diminuzione della
loro popolazione, dovuta non solo all'oppressione
sistematica e alla violenza, ma anche all'impatto
devastante delle malattie introdotte dai
colonizzatori spagnoli, tra cui il vaiolo, il morbillo e
l'influenza.
Il contatto tra le diverse culture avviarono uno
scambio di piante e animali tra l'Europa e il
"nuovo mondo", portando cambiamenti nelle
pratiche alimentari e nel paesaggio agricolo del
continente americano.

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