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Teoria musicale greca

Sistema perfetto (systema téleion) di Euclide (c.ca 300 a.C.)

I tetracordi venivano denominati (dall'alto): acuto (hyperboleon), disgiunto (diezeugmenon),


medio (meson), grave (hypaton).
Il sistema scalare è concepito dall'alto in basso.

In base all'idea che la quarta sia l'intervallo consonante più piccolo, gli elementi costitutivi del
sistema sono gruppi di quattro tetracordi, che hanno la caratteristica di una disposizione interna
sempre identica col semitono posto nella parte inferiore.

I tetracordi si dispongono per congiunzione con un suono comune (synaphé) oppure per
disgiunzione di un tono (diaxeusis).

Il sistema è flessibile e permette lo scambio si synaphé e diauxeusis in prossimità del medio, con lo
scopo di creare una nota variabile. La terza nota (dall'alto) del tetracordo al di sopra del “medio”
può così corrispondere a si bemolle.

Grazie ai nomi delle note era possibile rappresentare non soltanto i rapporti fra le altezze ma anche
registrare successioni di note.
Tuttavia l'annotazione delle melodie (tramandate oralmente) non sarebbe il fine della scienza
musicale. Aristosseno (allievo di Aristotele, IV secolo a.C.) nel primo grande testo di teoria
musicale dell'antichità greca, si esprime criticamente nei confronti della scrittura, senza attribuirle
grande valore.
Singoli caratteri usati al posto delle note ci vengono tramandati nel periodo della Roma imperiale e
ci vengono spiegati in epoca cristiana da Gaudenzio ed Alipio. In questo caso si tratta di due diversi
sistemi basati sulle lettere dell'alfabeto greco.
E' probabile che queste lettere siano in connessione con il MONOCORDO, strumento dimostrativo
dell'antica teoria musicale. Le lettere rappresentavano i punti di posizionamento del ponticello sul
monocordo; in questa logica la teoria musicale diventava una disciplina simile alla geometria, nel
cui ambito si è soliti designare i punti con le lettere.

Il primo e più evoluto sistema di scrittura musicale alfabetica universalmente riconosciuto come tale
è quello sviluppatosi per l'appunto nella Grecia classica (V secolo a.C.).
In base alle fonti pervenuteci, è stato possibile individuare due tipi di scrittura musicale, uno
specifico per la musica strumentale, l'altro per la musica vocale.
Il tipo di scrittura per la musica strumentale utilizza l'alfabeto fenicio.
Ogni singolo suono poteva presentare tre diverse intonazioni nella sua altezza, per ognuna delle
quali veniva usato lo stesso simbolo orientato in tre posizioni diverse (diritto, inclinato, rovesciato).
La scrittura per la musica vocale risale ad un'epoca posteriore e si avvale delle lettere dell'alfabeto
ionico classico. Anche in questo caso per ogni suono corrisponde una terna di segni.
A differenza della scrittura strumentale, quella vocale si basa su tre lettere distinte per ogni nota.
Presenti tre livelli di scrittura:
il testo, la notazione alfabetica delle altezze, segni ritmici relativi alla quantità lunga o breve.
La lineetta semplice corrisponde ad un valore di due brevi, mentre quella uncinata sta per tre brevi.
Da: Azzaroni – Canone infinito

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