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La scrittura musicale e Guido d’ Arezzo

La scrittura musicale
La formazione di una prima scrittura musicale si sviluppa da parte dei musicisti e dai teorici del
Medioevo, in un primo tempo si indicava solamente l’andamento ascendente e discendente della
melodia successivamente si passò col definire in un modo sempre più esatto l’altezza dei suoni.
L’invenzione di un sistema che permettesse di definire il valore esatto delle note si ebbe più tardi
(XII secolo) e fu ideato per rendere più facile eseguire canti a più voci. Il canto veniva tramandato
da una generazione all’altra oralmente, il vasto repertorio di canti che si accumulava a partire dal
VIII secolo richiedeva uno studio da parte dei cantori delle scholae che dovevano imparare questi
canti attraverso dei segni grafici (neumi) che ne facilitassero la memorizzazione. In un primo
tempo la scrittura era “adiastematica” o a “neumi a campo libero”, cioè si tracciavano questi
neumi sopra le parole privi di moto e di intervalli.
Dalla metà del X secolo si iniziano a usare due linee, rossa per indicare il FA e gialla per indicare il
DO al fine per indicare con precisione l’altezza dei suoni, alla seconda metà del XI secolo si inizia a
usare il tetragramma (rigo musicale a quattro linee) dove all’inizio erano fissati le chiavi di DO e di
FA che fissavano rispettivamente le stesse note. Alla fine del IX secolo si iniziò anche ad usare un
tipo di notazione che consisteva nello scrivere le lettere dell’alfabeto, un tipo di questa notazione
alfabetica venne applicata per la prima volta in alcuni di brani polifonici descritti nel Musica
enchiriadis. Si usò anche il sistema “dasiano” che consisteva in nell’uso di quattro segni
fondamentale per il tetracordo RE-MI-FA-SOL dove gli stessi segni venivano capovolti o girati per
indicare le altre note.
Nel trattato De institutione harmonica il monaco Hucbald impiega le lettere dalla A alla P per
indicare una scala di due ottave, nel trattato Dialogus de musica attribuito ada Oddone de Cluny si
usano le dalla A (per indicare il LA) alla G (per indicare il SOL) e all’inizio della scala si trova la
lettere gamma per indicare il sol inferiore.

Guido d’Arezzo
Guido d’ Arezzo era un monaco Benedettino visse tra la fine del 900 e il 1000, come già detto fu
colui che introdusse il tetragramma, mise a punto un metodo per riconoscere la posizione dei
semitoni chiamata solmisazione (esacordo mobile struttura intervallare che si muoveva all’
interno della scala per individuare i semitoni). Scrisse l’epistula de ignotu cantu e il micro locus un
trattato che spiegava il sistema esacordale inventato da lui, infatti prese le sillabe di ogni frase
dall’inno a san Giovanni e diede il nome alle note ut re mi fa sol la. Un particolare ausilio didatto
introdotto sempre da Guido d’Arezzo fu la mano Guidoniana un mezzo attraverso il quale gli
allievi imparavano a cantare gli intervalli seguendo la mano destra dell’insegnate che si muoveva
sulle falangi della mano sinistra, ogni falange indicava una determinata nota.

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