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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
INDICE STRUTTURATO per ARGOMENTI
Segue una sorta di indice ad albero del programma relativo al libro di organizzazione aziendale, con l’intento di evidenziarne
collegamenti e parti: “cosa fa parte di cosa”, “cosa si riferisce a cosa” e altre amenità simili (a me è servito parecchio, ndPisi).
Elementi di base
Organizzazioni e ambiente:
Sistemi aperti;
Sistemi chiusi.
Funzioni-chiave di un’organizzazione:
Produzione;
Adattamento;
Manutenzione;
Monitoraggio dei confini;
Management.
Modello di Henry-Mintzberg:
Vertice strategico;
Linea intermedia;
Nucleo operativo;
Staff di supporto;
Tecno-struttura.
Dimensioni di un’organizzazione:
Strutturali:
o Formalizzazione;
o Specializzazione;
o Gerarchia;
o Centralizzazione;
o Professionalità;
o Indicatori del personale.
Contestuali:
o Dimensione;
o Tecnologia;
o Ambiente;
o Obiettivi;
o Cultura.
Dalla prospettiva classica alla moderna teoria organizzativa:
Scientific management;
Direzione amministrativa;
Esperimenti di Hawthorne (by Elton Mayo);
Teoria contingente;
Learning organization.
Obiettivi come “stati desiderati delle cose” che l’organizzazione cerca di raggiungere, “dove l’organizzazione vuole andare”:
Obiettivi ufficiali (mission):
o Attività di business, valori, mercati, clienti, filosofia, legittimazione.
Obiettivi operativi:
o Fini perseguiti attraverso le procedure operative, descritti come risultati misurabili inerenti i vari obiettivi primari
dell’organizzazione (performance, risorse, mercato, personale, produttività, …).
Strategie come “modi” nei quali l’organizzazione arriverà a conseguire gli obiettivi previsti:
Strategie competitive di Michael E. Porter:
o Vantaggio competitivo (leadership di costo o di differenziazione);
o Ambito competitivo (mercato focalizzato o no).
Tipologie strategiche di Miles-Snow (congruenza dell’impresa con l’ambiente esterno):
o Impresa esploratrice;
o Impresa difensiva;
o Impresa analitica;
o Impresa reattiva.
Efficacia organizzativa come “misura” di quanto l’organizzazione realizza i propri obiettivi:
Approcci contingenti all’efficacia (accento sulla misurazione di un singolo aspetto tra input, trasformazione e output):
o Approccio basato sulle risorse;
o Approccio del processo interno;
o Approccio degli obiettivi.
Approcci bilanciati all’efficacia (integrano gli interessi relativi a varie parti dell’organizzazione):
o Approccio degli stakeholder:
Ritorno finanziario, compenso e supervisione, qualità, credito, contributi sociali, transazioni, legalità.
o Approccio dei valori competitivi (indicatori classificati per focus interno/esterno e struttura stabile/flessibile):
Modello delle relazioni umane (focus interno, struttura flessibile);
Modello dei sistemi aperti (focus esterno, struttura flessibile);
Modello del processo interno (focus interno, struttura stabile);
Modello degli obiettivi razionali (focus interno, struttura stabile);
Struttura organizzativa come “supporto” agli obiettivi e alle strategie scelte (e viceversa):
Componenti chiave nella definizione della struttura organizzativa:
o Rapporti di dipendenza formale;
Meccanismi strutturali per ottenere collegamenti verticali (controllo):
x Riporto gerarchico;
x Regole e piani;
x Sistemi informativi verticali.
o Raggruppamenti di individui in unità organizzative:
Identificazione dei compiti ritenuti preziosi;
Condivisione di risorse, supervisori, responsabilità e obiettivi tra i dipendenti;
Tipi di raggruppamenti:
x Funzionale (dipendenti con funzioni simili o conoscenze e capacità analoghe);
x Funzionale con collegamenti orizzontali;
x Divisionale (in base a ciò che l’organizzazione produce);
x Per aree geografiche (in base alle caratteristiche degli utenti/clienti);
x Multifocalizzato (matrice bilanciata, funzionale o per prodotto);
x Struttura orizzontale (intorno ai processi fondamentali, ai flussi di lavoro e di informazioni);
x Strutture ibride (es: divisionale ma con economie di scala – funzionali – per alcune attività).
Meccanismi strutturali per ottenere collegamenti orizzontali (collaborazione e coordinazione):
x Sistemi informativi;
x Contatto diretto (ruolo di collegamento, two in the box, …);
x Task-force;
x Integratori full-time;
x Team.
Tecnologia e organizzazioni
Tecnologia come azioni/procedure e strumenti/macchinari di cui si avvale un’organizzazione nel suo processo produttivo.
Aziende manifatturiere e studio di Woodward:
Scala di classificazione basata sulla complessità tecnica del processo manifatturiero (e livelli di management richiesti):
o Gruppo I: produzione unitaria e/o a piccoli lotti:
Fattore umano, bassa automatizzazione, clienti con necessità specifiche.
o Gruppo II: produzione a grandi lotti e/o di massa:
Standardizzata e routinaria, clienti privi di necessità particolari, controllo gerarchico, centralizzazione.
o Gruppo III: produzione a processo continuo:
Automatizzazione completa, management elevato causa complessità tecnologica da gestire.
Avvento della produzione integrata ed automatizzata (computer-integrated manufacturing o CIM):
o Produzione flessibile;
o Personalizzazione di massa:
Computer-aided design (CAD);
Computer-aided manufacturing (CAM);
Sistemi informativi integrati.
Aziende di servizi:
Output intangibile;
Simultaneità tra produzione e consumo o prodotti da rendere disponibili dove il cliente vuole essere servito;
Interazione diretta tra clienti e dipendenti del nucleo-tecnico (ruoli di confine meno utilizzati);
Importanza del fattore umano, qualità solo percepibile.
Tecnologia a livello di unità:
Organizzzioni composte da molte unità, ciascuna con differenti tecnologie, output e obiettivi;
Modello di Perrow:
o Dimensioni dell’incertezza ambientale:
Varietà (numero di eccezioni al lavoro = frequenza di eventi inattesi cui far fronte);
Analizzabilità (possibilità di descrivere il lavoro in passi meccanici e oggettivi).
o Tecnologie da routinarie a non-routinarie, classificabili in:
Routinarie (bassa varietà, alta analizzabilità);
Artigianali (bassa varietà, bassa analizzabilità);
Ingegneristiche (alta varietà, ma anche alta analizzabilità);
Non-routinarie (alta varietà e scarsa analizzabilità – es: R&S).
Esistenza di modelli di relazione definiti tra tecnologia di un’unità e sue caratteristiche strutturali ottimali, relativamente a:
o Formalizzazione, centralizzazione, livello di competenza dei dipendenti, span of control.
Interdipendenza del flusso di lavoro tra le unità:
Interdipendenza come misura in cui le unità dipendono le une dalle altre per risorse o materiali;
Classificazione di Thompson:
o Interdipendenza generica (lavoro che non fluisce tra esse – es: struttura divisionale – ):
Tecnologie di mediazione (unità indipendenti, fornenti prodotti/servizi ai clienti nell’ambiente esterno);
o Interdipendenza sequenziale (output di un’unità input di un’altra):
Tecnologie sequenziali (stadi di produzione consecutivi, qualche meccansimo orizzontale di coord.);
o Interdipendenza reciproca (es: reparti di un ospedale):
Tecnologie intensive (varietà di prodotti / servizi forniti ai clienti).
Ogni organizzazione sperimenta diverse interdipendenze nel tempo (es: ciclo di vita di un prodotto) e nelle sue varie parti.
Impatto della tecnologia sulla progettazione:
Progettazione della “mansione” (assegnamento di obiettivi e compiti ai dipendenti):
o Semplificazione (ripetitività);
o Arricchimento (restano solo compiti di responsabilità);
o Allargamento (aumenta il numero di compiti per individuo).
Sistemi socio-tecnici (necessità di ottimizzazione congiunta tra sfruttamento delle risorse materiali e umane).
Ausilio fornito dall’information technology al management:
o Supporto alla produzione:
Transaction processing system (TPS), data warehousing e data mining.
o Risorsa di business:
Management information system (MIS), Executive information system (EIS) e Decision support system (DSS).
o Arma strategica:
Networking, Enterprise resource planning (ERP), extranet;
E-commerce (nuove divisioni o vere e proprie spin-off);
Leadership di costo (efficienza, rifornimenti, coordinamento) o differenziazione (visibilità, plus,…);
Network dinamici di fornitori (attività chiave nell’organizzazione-hub, anche se piccola).
Altro (organizzazioni più piccole, decentralizzazione, coordinamento interno ed esterno, professionalità, partecipazione).
Knowledge management: trovare, organizzare e rendere disponibile (anziché tesaurizzare) la conoscenza dell’organizzazione:
Conoscenza esplicita (data warehousing e data mining, knowledge mapping, manuali e librerie elettronici, networking);
Conoscenza implicita (dialogo, storie di apprendimento, interviste a posteriori, comunità di pratiche);
Tecnologia di supporto, ma da sola non sufficiente.