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ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
INTRO:
L’organizzazione è una delle anime dell’economia aziendale —> organizzazione - di
risorse materiali e immateriali, di fattori produttivi - gestione - utilizzare al meglio le
risorse per creare valore - e rilevazione - contabilità analitica o generale che serve a
misurare le risorse - rappresentano le 3 classi di operazioni che compongono
l’amministrazione di azienda.
Vedremo l’organizzazione in contesti produttivi di beni e servizi.
Tra le risorse produttive si andrà a guardare anche le risorse umane —> organizzazione
del lavoro: organizzare le risorse, definire responsabilità e ruoli, definire premi,
riconoscimenti positivi e negativi, sviluppare le risorse. Organizzare il lavoro vuol dire
ridurre la fatica dell’impegno fisico e mentale sviluppando energia positiva che porta al
valore per l’impresa. Il capitale umano è un valore in quanto ben organizzato e ben
orientato a produrre l’energia positiva per il dipendente e per l’azienda —> LOGICA WIN-
WIN.
Ci sono delle classifiche dove gli stessi dipendenti valutano la propria azienda su base
volontaria e in questa classifica vengono stimate le migliori aziende dove lavorare sulla
base dei giudizi degli stessi dipendenti. Si valutano aspetti come: sicurezza, formazione,
opportunità di carriera… al centro l’idea che si tratti di una società di persone, un
ambiente comunitario. Un migliore ambiente di lavoro si traduce anche in un migliore
rendimento per il business, una maggiore produttività e l’attrazione dei migliori talenti in
azienda.
Organizzare le risorse vuol dire anche stabilire i flussi informativi di queste risorse e
definire poteri e responsabilità.
Una buona soluzione organizzativa produce dei buoni risultati.
Organizzare significa…
Imparare a trasformare una buona idea
- combinando risorse economiche e umane -
in un buon risultato.
Trasformare le buone idee in strategie che con l’organizzazione portano a buoni risultati.
LU 8 MAR 3 Interpretare l’ambiente organizzativo: dimensioni di analisi, aspettative di stakeholder, complessità, instabilità, incertezza. Come Online 4
l’ambiente influenza la progettazione: le risposte delle organizzazioni all’incertezza e al dinamismo. Le logiche della progettazione
organizzativa: confrontare i sistemi meccanici e organici in logica contingente, collegare l’evoluzione delle soluzioni organizzative al
grado di incertezza ambientale.
LU 15 MAR 4 L’impatto dell’organizzazione sulla performance. Come di definisce e si misura l’efficacia organizzativa? Confronto tra diverse modalità Online 2
di valutazione dell’efficacia. Le relazioni tra obiettivi strategici, strategia competitiva e progettazione della struttura organizzativa. Il
ruolo strategico del top management. Tipologie strategiche e progettazione della struttura organizzativa.
3 - LA PROGETTAZIONE DEGLI ASSETTI ORGANIZZATIVI
LU 29 MAR 6 Le caratteristiche delle strutture divisionali, come si configurano, quando è opportuno adottarle. Le caratteristiche delle strutture a Online 3
matrice, come si configurano, quando è opportuno adottarle.
LUN 12 7 Le strutture organizzative evolvono per operare a livello internazionale: relazioni tra strategie multidomestiche, strategie globali e Online 3
APR assetti organizzativi complessi.
ESAME:
Prova scritta che si svolge in 2 parti:
- Prova intermedia - 40 multiple choice sulle nozioni - 19 Aprile su cap. 1 al 6 (NO 5). Si
utilizza la lezione per fare l’esame da 20 minuti con subito l’esito. Con Respondus su
BB. Simile a quello dei test di autovalutazione.
- Prova finale scritta su BB di 40 minuti composta da analisi e diagnosi di piccoli casi e
l’argomentazione di un piccolo tema.
=> voto finale somma delle due parti
Se non supero il test del 19 Aprile faccio la prova in un unico appello della sessione
estiva
Cos’è l’organizzazione?
DEF: è un entità sociale (gruppo di persone, sistema composto da risorse umane e che
creano delle relazioni) guidata da obiettivi (l’organizzazione ha uno scopo che è il fine
organizzativo, lo scopo per il quale l’organizzazione è stata definita. Le caratteristiche
degli obiettivi sono molteplici: strategici, operativi, profit, no profit…. l’obiettivo si declina
nella mission aziendale ma anche nella strategia. L'organizzazione è il mezzo per
raggiungere lo scopo E deve essere progettata per raggiungere tale scopo.), progettata
come un sistema di attività deliberatamente strutturato e coordinato
(l’organizzazione si costruisce e si struttura come un sistema di attività, l’organizzazione è
formata anche dalle attività che le persone nell’organizzazione compiono. Il
coordinamento delle attività si chiama interdipendenza) che interagisce con l’ambiente
esterno (l’organizzazione è un sistema aperto che influenza e viene influenzato
dall’ambiente esterno, coloro che sono esterni all’organizzazione).
Interagire con l’ambiente esterno sembra un elemento ovvio, in realtà è un elemento che
ha cambiato completamente la teoria dell’organizzazione, perché fino al 1940 gli studiosi
dell’organizzazione pensavano all’organizzazione come un sistema chiuso —>
indipendente dall’ambiente di riferimento. Tutte le aziende, a quell’epoca, avevano le
stesse logiche organizzative perché l’ambiente che circondava l’organizzazione, secondo
gli studiosi, era completamente indipendente dalle scelte all’interno dell’organizzazione.
Le organizzazioni erano un pò come delle scatole chiuse che non influenzavano né
venivano influenzate dall’ambiente e che avevano un unico obiettivo: fare efficienza, avere
delle economie di scala - aumentare la produttività, tenendo bassi i costi.
Capostipite degli studiosi dell’organizzazione Taylor che inventa il taylorismo - modello
che basava l’organizzazione fortemente sull’efficienza. Il taylorismo fu poi ripreso da Ford
applicando lo stesso sistema - Fordismo.
Dagli anni 60 in poi cambiano le teorie organizzative e adesso è impossibile pensare a un
organizzazione come un sistema chiuso, ora le organizzazioni sono sistemi aperti dove lo
scambio con l’esterno è continuo e bidirezionale (l’azienda influenza l’ambiente esterno e
e l’ambiente esterno influenza l’azienda). Tutto ciò rende quindi più complesso il lavoro
dell’organizzazione. Le organizzazioni di oggi non sono statiche; esse si adattano
continuamente ai cambiamenti dell'ambiente esterno. Oggi molte aziende stanno
affrontando l'esigenza di trasformarsi in organizzazioni assai diverse a causa di nuove
SFIDE nell'ambiente in cui operano.
Alcune sfide specifiche che manager e organizzazioni si trovano a fronteggiare allo stato
attuale sono:
- GLOBALIZZAZIONE: mercati, tecnologie e organizzazioni sono sempre più Inter
connessi. Cresce la domanda di manager in grado di aiutare le aziende a sviluppare
una prospettiva globale. Le aziende possono collocare le diverse parti
dell'organizzazione ovunque ciò offra un vantaggio economico: il vertice strategico in
Riprogettano
strutture
organizzative e
LE pratiche gestionali
ORGANIZZAZIONI per una maggiore
efficienza
Facilitano
l’innovazione
Conciliano le sfide Utilizzano
di diversità, etica e moderne
coordinamento. tecnologie
Si adattano produttive e
all’ambiente in dell’informazione
trasformazione e
lo influenzano
* non c’è un unico modo di organizzare le aziende, esistono diversi modi per organizzare
le aziende, le entità sociali. Non ne esiste una, ne esistono alcune più adatte, più
coerenti di altre. Si parla di coerenza delle forme organizzative. Ci sono una serie di
variabili che richiedono alle organizzazioni di adottare una forma organizzativa piuttosto
che un’altra. Non è vero che le organizzazioni sono tutte uguali anzi esistono diverse
forme organizzative alcune più coerenti altre meno coerenti.
Le organizzazioni sono entità sempre più complesse in cui questo processo organizzativo
di equilibrio che si deve trovare tra risorse da coordinare e fine organizzativo è un
equilibrio che bisogna sempre ricercare perché potrebbero cambiare le circostanze
interne o esterne all’azienda tale per cui dobbiamo identificare una nuova forma
organizzativa.
CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO - CHANGE MANAGEMENT: l’organizzazione ha
bisogno di esser riadattata perché sono cambiate alcune delle condizioni
nella quale opera.
VARIABILI
STRUTTURALI
Formalizzazione,
CULTURA Specializzazione,
TECNOLOGIA
Gerarchia,
Centralizzazione
Downloaded by Shari Carbone (sharicarbone@gmail.com)
lOMoARcPSD|17044643
dipendenti saranno dirette e non formalizzate, invece in una grande impresa c’è il
bisogno di organizzare e formalizzare e regolare tutte le attività. Il fatturato e il valore
delle attività a bilancio sono altri due parametri per definire la dimensione di una
impresa, ma non indicano la dimensione della sua componente umana.
5) Tecnologia Organizzativa CH.8 - gli strumenti, le tecniche, le azioni utilizzate per
trasformare gli input in output. Riguarda il modo in cui l'organizzazione realizza i
prodotti e servizi che fornisce clienti e comprende elementi quali metodi produttivi
flessibili, sistemi informativi e internet. Trasformare le risorse in output di servizio o di
prodotto. Tutto ciò che viene utilizzato come strumento, come tecniche per il
processo produttivo viene chiamato tecnologia. La tecnologia contiene la tecnologia
informatica perché è una delle tecniche, ma ci sono anche altre tecniche come quella
della robotica. È tecnologia anche quella dell’artigiano che con le proprie tecniche e la
propria capacità costruisce un prodotto artigianale —> il proprio ingegno e la propria
manualità è una tecnologia.
Variabile della struttura organizzativa è il focus - cosa vuol dire progettare la struttura
organizzativa.
Come subappaltatori, entrambe beneficiavano del boom nel settore della telefonia mobile
ed entrambe si aspettavano in futuro di crescere ed espandersi.
Smart-Up, con un organico di 550, fatturava 10 milioni di dollari l’anno; Bright-On, 8
milioni, impiegando 480 uomini. Smart-Up era più efficiente di Bright-On e normalmente
otteneva utile maggiori, con grande disappunto del management di Bright-On. La più
efficiente è Smart-Up, l’efficienza è la misura della capacità di impiegare meno risorse
produttive con lo stesso output, avere meno costi rispetto ai ricavi. L’impostazione
culturale tra le due aziende è molto differente.
SMART- UP:
Il direttore generale di Smart-Up, Nick Hault, attribuiva la migliore performance della sua
azienda alle capacità dei suoi manager di gestire un’impresa ben organizzata e
disciplinata, caratterizzata da una produzione automatizzata all’avanguardia —> le
tecnologie sono robotizzate e strutturate. Aveva mantenuto l’originale struttura
organizzativa (e il relativo organigramma corredato da dettagliati mansionari) della Smart
Company, che gli sembrava molto efficiente per la produzione di elevati volumi di
smartphones e per il loro assemblaggio. Hault era convinto che se la domanda si fosse
contratta, il suo concorrente non sarebbe sopravvissuto. Inoltre c’era un buon clima
organizzativo, le persone contente di lavorare in quell’azienda. Alcuni manager di prima
linea, tuttavia, avevano espresso il desiderio di ampliare il contenuto del loro lavoro. Pur
rispettando molto le capacità di Nick diceva “ci sono delle volte che vorrei saperne di più
di ciò che sta accadendo” —> sembrava che il direttore generale non passasse molte info
ai manager al di sotto di lui. A ciò si aggiungeva un certo malumore dei manager di
seconda linea e soprattutto dei capi reparto (a cui riportavano direttamente gli operativi)
che si lamentavano di compiti troppo frazionati e rappresentati fino al dettaglio nei
mansionari (lavoro suddiviso in particelle piccolissime) —> malumore tra i manager
secondari. Gli operativi avevano compiti molto frazionati e mansionari dettagliati. L’alto
frazionamento dei compiti rendeva abbastanza agevole assumere anche giovani con
bassa scolarità (grado di competenze basso) per poi addestrarli internamente a mansioni
caratterizzate da pochi compiti bene definiti, ovviando alla difficoltà di reperire sul
mercato giovani ingegneri più generalisti. Si prendevano persone giovani dall’esterno con
bassa scolarità perché li si metteva a lavorare internamente e le persone imparavano
facendo queste attività che erano compiti molto stretti. Si prendono persone con
competenze inferiori e che vengono mese subito sul training on the job per imparare quei
pochi compiti ben definiti e ripetitivi. Gerarchia più verticale e più strutturata e alta è
presente in Smart-Up.
BRIGHT-ON:
Il direttore generale di Bright-On, Tom Higgs, non credeva poi tanto negli organigrammi.
Egli si rendeva conto che la sua organizzazione operava con le stesse funzioni di Smart-
Up, grazie alla presenza di studi per ingegneri e prototipisti all’avanguardia. Tuttavia, egli
pensava che in uno stabilimento così piccolo gli organigrammi ergessero solamente delle
barriere artificiali tra specialisti che avrebbero dovuto lavorare insieme. I memo scritti (la
documentazione interna scritta e formalizzata) non erano permessi dal momento che,
diceva Tom, “l’azienda è tanto piccola da permettere alle persone di fare capolino e dire a
voce ciò di cui hanno bisogno”. Higgs imposta l’organizzazione in modo totalmente
differente, i dipendenti si mettono d’accordo e risolvono i problemi parlandone e
affrontandoli. Alcuni lamentavano che si perdesse troppo tempo a informare le persone
riguardo ai problemi che queste non avrebbero potuto comunque contribuire a risolvere.
Come sottolineava il capo dipartimento di ingegneria meccanica, “Tom passa troppo del
suo e del mio tempo ad assicurarsi che tutti capiscano ciò che stiamo facendo e ad
ascoltare i suggerimenti”. Higgs utilizza più il canale informale di quello formale però
passava molto tempo ad assicurarsi che tutti avessero capito —> metodo informale più
inefficiente perché costava più tempo.
Un neo assunto del dipartimento di ingegneria industriale disse: “quando arrivai in Bright-
On non avevo ben capito quale fosse il mio ruolo né chi fosse il mio capo. Un giorno
lavoravo con alcuni ingegneri meccanici ed il giorno successivo aiutavo il design a
ripensare l’imballaggio dell’ultimo modello. I primi mesi di lavoro erano stati frenetici, però
alla fine avevo capito cosa pulsava in Bright-On”. La maggior parte delle decisioni di
qualche rilievo erano prese collegialmente dai manager di Bright-On.
Questa flessibilità che veniva richiesta ai neoassunti talvolta allungava un po’ i tempi di
addestramento interno, ma aveva sicuro impatto sulla motivazione dei giovani
ingegneri...almeno su quelli che riuscivano a sopravvivere! —> il neo assunto è un
ingegnere, quindi viene scelto sulla base delle competenze dell’esterno e quando viene
inserito nell’azienda non viene inserito con una mansione strutturata, come in Smart-Up,
ma viene fatto un addestramento flessibile. Tempi di addestramento lunghi ma vari con
l’obiettivo di vedere un pò tutta l’azienda.
Elemento molto importante, le decisioni venivano prese collegialmente, da un gruppo di
persone, al contrario di Smart-Up.
Due aziende simili per struttura, per ambiente di riferimento (America), per strategia e
fanno tutte e due lo stesso mestiere, ma alla fine sono diverse.
- Chi produce risultati migliori? Chi produce risultati migliori?
Nel breve periodo Smart-Up produce risultati migliori perché si aggiudica le commesse
migliori, nel lungo periodo invece Bright-On perché si lavora in un clima migliore, più
motivante e coinvolgente.
Sembra che nell’immediato possa sembrare che Smart-Up produca di più, ma i
dipendenti Bright-On potrebbero nel lungo periodo essere più motivati e quindi rilasciare
più vantaggio nel lungo periodo.
=> importante capire rispetto all’obiettivo se l’obiettivo è di breve o di lungo periodo.
La risposta a questa domanda è dipende, perché dipende dal tempo e dipende in cosa
misuriamo i risultati (qual’è l’obiettivo dell’organizzazione?).
Difficilmente le organizzazioni hanno un unico obiettivo, potrebbero averne anche altri e
non solo avere come obiettivo il fatturato.
La valutazione del risultato, che si chiama performance, può essere differente a seconda
dell’obiettivo.
Non sappiamo chi produce risultati migliori, perché dipende dagli obiettivi aziendali.
Le competenze di una azienda si chiamano SKILLS e sono il bagaglio culturale, il saper, il
saper fare e il saper essere delle organizzazioni => Le due aziende hanno competenze
diverse.
La formalizzazione - quantità di documentazione scritta - è diversa nelle due aziende.
La comunicazione e il coordinamento - modalità con le quali c si scambia le informazioni,
il sistema informativo - è diverso nelle due aziende.
Accentramento (sono in pochi che prendono le decisioni) e decentramento delle decisioni
(il direttore generale prende le decisioni insieme ad latri) altra caratteristica diversa nelle
due aziende.
Ampiezza delle mansioni: in un caso molto più strutturate e frammentate nell’altro più
ampie.
Anche la gerarchia è differente: in un caso abbiamo il direttore generale e poi manager di
secondo livello, nell’altro caso c’è un team di decisori.
2) SPECIALIZZAZIONE: del lavoro, concetto vicino alla divisione del lavoro, è il grado in
cui i compiti organizzativi (l’assegnazione dell’attività alle persone) vengono suddivisi tra
posizioni lavorative separate.
Quel criterio organizzativo che definisce chi fa che cosa all’interno dell’organizzazione.
La specializzazione può essere:
ALTA SPECIALIZZAZIONE DEL LAVORO => I dipendenti svolgono solo una ristretta
gamma di compiti. Il compito viene assegnato con poche attività tra di loro ripetitive -
mansioni specializzate e ripetitive. Lavoro circoscritto che va ripetuto.
BASSA SPECIALIZZAZIONE DEL LAVORO o DESPECIALIZZAZIONE => I dipendenti
svolgono una gamma di compiti nei rispettivi lavori. Quando alla mansione vengono
assegnati tanti compiti in varietà. Assegnate tante attività diverse tra di loro.
Dipende dal contenuto del lavoro: nell’alta specializzazione la giornata di lavoro è
monotona e quindi c’è possibilità di programmare l’attività, invece nel caso di
despecializzazione la giornata lavorativa è diversa e ci sono tante attività da fare a magari
molte sono anche poco programmabili.
La specializzazione del lavoro non è la competenza è il contenuto della mansione.
La fabbrica degli stili di Adam Smith - primo che ha definito la specializzazione del lavoro
autore fine ‘800 e inizi ‘900.
Per illustrare la sua teoria, Smith immagina nel dettaglio le diverse fasi in cui può essere
frammentata la fabbricazione di uno spillo. Un operaio trafila il metallo, un altro raddrizza
il filo, un altro ancora lo taglia, un altro gli fa la punta, un quinto lo schiaccia all’estremità
per poi inserire la capocchia – che altri tre, nel frattempo, sono impegnati a fabbricare –,
altri la inseriscono negli spilli. Terminato il lavoro di fabbricazione, nuovi operai pensano a
lucidare gli spilli prodotti e ad avvolgerli nella carta, pronti per essere venduti. La
fabbricazione di uno spillo è così suddivisa in circa diciotto operazioni.
Smith ebbe realmente modo di visitare una fabbrica di spilli. Era una piccola manifattura,
alle cui dipendenze lavoravano dieci operai. Gli operai riuscivano a produrre 12 libbre di
spilli al giorno – in una libbra ci sono più di quattromila spilli, quindi gli operai riuscivano a
produrre in un giorno più di quarantottomila spilli: una cifra da capogiro rispetto a quella
prodotta nello stesso lasso di tempo da una sola persona addetta a tutto il processo di
produzione (una ventina di spilli circa).
Smith comprende che ci sono 18 micro attività e assegnandole a tanti operai dove
ognuno si specializza nella sua attività, ripetendo in continuazione quella micro attività
aumenta la produttività e la velocità.
La specializzazione secondo Adam Smith aumentava la produttività e anche l’efficienza:
se divento veloce a fare un determinato compito aumento le economie di apprendimento
- miglioro e divento più veloce.
Smith pensava che la specializzazione era imbattibile perché guardava solo alla
produttività come risultato. Con l’altissima specializzazione tipica delle catene di
montaggio c’era la demotivazione e l’alienazione del lavoro.
La specializzazione elevata aumenta la produttività ma porta all’alienazione del lavoro. Se
il fine organizzativo è solo la produttività forse l’alta specializzazione è la soluzione, se
invece l’obiettivo è diverso (la crescita, l’innovazione…) allora la specializzazione non è
necessariamente la strada più giusta.
Lo scopo che è sotteso allo studio delle dimensioni strutturali e dei fattori contingenti è
quello di progettare l'organizzazione in modo tale da raggiungere alti livelli di performance
ed efficacia =>i manager adattano le dimensioni strutturali e contestuali per trasformare
gli input in output che fornire valore nel modo più efficiente ed efficace possibile.
EFFICIENZA: si riferisce alla quantità di risorse impiegate per raggiungere gli obiettivi
delle organizzazione; È misurata in base alla quantità di materie prime, denaro e lavoratori
necessaria per produrre un dato livello di output.
EFFICACIA: è un termine più generale che indica il livello di raggiungimento degli obiettivi
di una organizzazione. Definire gli obiettivi e misurare i progressi dell'organizzazione verso
il loro raggiungimento è il modo più comune per valutare l’efficacia. Per essere efficaci le
PROSPETTIVE STORICHE
L’età moderna della teoria manageriale ha avuto inizio con la prospettiva manageriale
classica, fra il tardo 19esimo secolo e l’inizio del 20esimo secolo. Con lo svolgimento del
lavoro su scala molto più ampia da parte di un gran numero di lavoratori si cominciò a
pensare a come progettare e svolgere il lavoro in modo da incrementare la produttività e
consentire all'organizzazione di raggiungere la massima efficienza.
- Efficienza prima di tutto. Secondo quanto postulato dallo SCIENTIFIC MANAGEMENT
- il cui pioniere fu Taylor - il miglioramento dell'efficienza e della produttività del lavoro
può essere conseguito mediante metodi e tempi di lavoro determinati tramite le
metodologie scientifiche. I manager sviluppano precise procedure standard per lo
svolgimento di ogni attività, selezionano i lavoratori in possesso delle capacità
adeguate, gli addestrano nelle procedure standard, pianificano attentamente il lavoro e
forniscono incentivi salariali per incrementare l’output. Si focalizza principalmente sul
nucleo operativo, il lavoro svolto in fabbrica.
- Come organizzarsi. Un'altra sotto-area della prospettiva classica analizzava
l’organizzazione da una prospettiva più ampia. La DIREZIONE AMMINISTRATIVA si
rivolse alla progettazione e al funzionamento dell'organizzazione nel suo complesso.
Fayol propose 14 principi di management, quali ogni subordinato riceve ordini da un
solo superiore (unità di comando) e in un'organizzazione attività simili dovrebbero
essere raggruppate sotto un unico manager (unità di direzione) —> fondamenta della
prassi manageriale e della progettazione organizzativa moderna. La direzione
amministrativa contribuì in particolare allo sviluppo delle organizzazioni burocratiche, le
quali enfatizzarono la progettazione e la gestione delle organizzazioni in un'ottica
impersonale e razionale attraverso elementi quali autorità responsabilità chiaramente
definite e un'uniforme applicazione di regole standard.
=> uno dei punti deboli della teoria classica è il non aver preso in dovuta considerazione il
contesto sociale esterno in cui opera l'organizzazioni e i bisogni emotivi delle persone che
vi lavorano.
- L’attenzione alle persone. Vennero realizzati in una serie di esperimenti in una società
elettrica di Chicago, noti come gli ESPERIMENTI DI HAWTHORNE. I risultati di questi
esperimenti permisero di affermare che un miglior rapporto psicologico con i lavoratori
aveva causato un’aumento della motivazione e della produttività. Queste ricerche
portarono a una rivoluzione nella gestione del personale e posero le basi per successivi
lavori che analizzarono le tematiche della leadership, della motivazione e degli approcci
alla gestione delle risorse umane, aggiungendo nuovi importanti contributi allo studio
del management e delle organizzazioni.
Negli anni 80 le organizzazioni cominciarono a sperimentare il lavoro in team, le gerarchie
piatte e gli approcci di management partecipativo. Inoltre i manager cominciarono a
guardare al sistema organizzativo nel suo insieme, compreso l'ambiente esterno. Si sono
diffusi approcci flessibili alla progettazione organizzativa.
Tra i fattori che di recente hanno influito sul cambiamento della progettazione
organizzativa vanno citati:
• Internet e altre innovazioni nell'information technology e nell'analisi dei big data
• La globalizzazione e la crescente interconnessione tra le organizzazioni
• Il più alto livello d'istruzione dei dipendenti e le loro maggiori aspettative sulla qualità di
vita
• La crescita del lavoro basato sulla conoscenza dell'attività fondate sull'elaborazione
delle informazioni intese come attività organizzative primarie
Sorgono molti problemi quando tutte le organizzazioni vengono trattate come se fossero
simili (caso della Scientific Management e della Direzione Amministrativa), come è
successo con alcune prospettive storiche. Un efficace progettazioni organizzativa
richiede anche la conoscenza di varie contingenze. Il termine contingenza esprime il fatto
che una cosa dipende da altre cose e che, affinché le organizzazioni siano efficaci, ci
deve essere una buona corrispondenza tra la loro progettazione e svariati fattori
contingenti come: dimensione, tecnologia, ambiente, strategia e obiettivi e cultura.
SISTEMA SISTEMA
MECCANICO ORGANICO
C’è una forma diversa dal sistema organico e il sistema meccanico che è l’OLOCRAZIA
- modello senza capi (bosless): forma dove non esistono regole. Le sfide poste
dall'ambiente attuale richiedono a gran parte delle organizzazioni di una maggiore
flessibilità, un elemento che spinge la tendenza al decentramento estremo è la crescita
del lavoro basato sulla conoscenza, dove idee e competenze sono le fonti primarie della
creazione di valore. In un organizzazioni basata sulla conoscenza, i manager raramente
dispongono di tutte le competenze necessarie per risolvere i problemi o creare prodotti
servizi di cui l'organizzazione necessita per avere successo. Le persone a tutti i livelli
devono contribuire continuamente con le loro idee. Quando tutti hanno accesso alle
informazioni di cui hanno bisogno e sono formati per prendere decisioni corrette, avere
tanti livelli manageriali non fa altro che aumentare i costi e rallentare i tempi di risposta. =>
tempi di risposta rapidi per un ambiente in continua evoluzione.
In un'azienda bossless non esistono titoli formali, non conta l'anzianità e non ci sono
manager o dirigenti. I dipendenti lavorano insieme sulla base paritaria. La responsabilità è
verso il cliente o il proprio team piuttosto che nei confronti di un manager. Ex: Netflix è
una azienda senza capi. Ambienti di questo tipo hanno molto vantaggi: maggiore
flessibilità, iniziativa e impegno da parte dei dipendenti, oltre che un processo decisionale
migliore e più rapido. Se è vero che i costi potrebbero risultare inferiori in virtù delle minori
spese generali, è necessario investire denaro nella formazione continua e nello sviluppo
dei dipendenti, in modo tale che possano lavorare efficacemente in un sistema privo di
capi e auto-gestirsi.
Alcune imprese nell’ultimo periodo stanno sperimentando l’assenza di organizzazione, ad
esempio SEMCO azienda grossa che ha deciso di non organizzarsi. In Semco non
esistono organigrammi, piani strategici quinquennali ... dress code o regole scritte, non ci
sono neanche mansioni e ruoli. Il suo assetto organizzativo ha azzerato i senior manager,
sfrondato gradini e ruoli, trasparenza, condivisione ed accessibilità alle informazioni
costituiscono una regola aurea del modus vivendi aziendale. Si incoraggiano i manager a
scambiarsi fra loro le mansioni, permettendo che massimi dirigenti e i lavoratori possano
fissare essi stessi la loro retribuzione.
OLOCRAZIA: si cerca di pensionare gerarchia e vertici con un sistema di “cerchi” dove
tutti i dipendenti discutono e decidono alla pari.
Anche Zappos una azienda di moda ha deciso di sperimentare questa forma però con
meno successo perché molti dipendenti hanno lasciato il lavoro che non si sono trovati a
loro agio con l'eliminazione di tutte le cariche.
Obiettivi
e strategia
CH. 1
Variabili strutturali e variabili contestuali
Ambiente Dimensione
e che sono indipendenti e sulle quali
viene deciso il sistema organizzativo.
Cultura Tecnologia
Struttura
?
Il nostro focus
CASO PHILIPS
Philips oggi si dedica nelle tecnologie mediche questo perché ha assecondato l’ambiente
ed è rimasta influenzata da esso. In questo contesto i sistemi tecnologici, che attualmente
sono i sistemi più importanti, hanno portato il management di Philips a cambiare il suo
posizionamento di mercato e le tecnologie. Philips ha sempre basato l’innovazione
tecnologica come il suo vantaggio competitivo passando dal mondo dell’elettronica al
mondo della sanità. Questo caso ci fa capire come le scelte di Philips nel Health Care
sono state portate avanti dal fatto che l’ambiente, il mercato di riferimento, è un mercato
diverso e Philips si è dovuta adeguare a questo mercato e ha seguito le aree di
innovazione più importanti, come il mondo della salute e della sanità con la tele-medicina.
=> la maggior parte delle organizzazioni a un certo punto deve adattarsi rapidamente alla
nuova concorrenza, alle turbolenze economiche, ai cambiamenti negli interessi dei
consumatori o alle tecnologie innovative. I cambiamenti nell'ambiente possono creare sia
MINACCE sia OPPORTUNITA’ per le organizzazioni.
DEF: L’ambiente è l’insieme di attori, risorse e relazioni che stanno all’esterno dell’azienda
e con le quali l’organizzazione intrattiene delle relazioni di diversa intensità e natura.
Tutto ciò che sta all’esterno dei confini organizzativi ed è composto da: fornitori, clienti
(B2B o B2C), sindacati, istituzioni pubbliche, istituzioni finanziari, competitor (potenziali e
attuali), tecnologia e conoscenze scientifiche, sistema scolastico, sistema giuridico,…
queste istituzioni e organizzazioni fanno parte del contesto entro il quale l’organizzazione
opera e queste relazioni che l’azienda ha con questi soggetti determina le scelte
organizzative.
DEF: L’ambiente organizzativo è tutto ciò che esiste al di fuori dei confini
dell'organizzazione ed è in grado di influenzare l'organizzazione stessa o una sua parte.
SETTORE INTERNAZIONALE
In una azienda nazionale l’ambiente è nazionale, mentre una azienda internazionale essa
si apre a un ambiente diverso e l’ambiente e il contesto diventano globali, internazionali.
Ogni organizzazione è soggetta a un enorme incertezza quando entra nell'ambiente
internazionale. Occorre considerare che eventi internazionali possono influenzare tutti i
settori nazionali. Paesi e organizzazioni di tutto il mondo sono legati come mai prima
d'ora e cambiamenti economici, politici e socioculturali in una zona del mondo finiscono
per ripercuotersi su altre aree. Tutte le organizzazioni devono adattarsi ai cambiamenti
lievi o marcati nell’ambiente.
Le linee evolutive e gli eventi che si sviluppano nei settori ambientali possono essere
descritti in base a tre dimensioni principali:
A. DINAMISMO (se gli eventi sono stabili o instabili)
B. COMPLESSITA’ (se l’ambiente è semplice o complesso)
C. MUNIFICENZA (quantità di risorse finanziarie disponibili a supporto della crescita
dell’organizzazione)
=> nella misura in cui l'ambiente diventa più complesso, gli eventi meno stabili e le risorse
finanziarie meno disponibili, aumenta il livello di incertezza. Le condizioni ambientali di
complessità e dinamismo creano un maggiore bisogno di raccogliere informazioni e di
rispondere al cambiamento in base a tali informazioni.
Queste dimensioni possono essere ricondotte a due modalità principali secondo le quali
l'ambiente influenza le organizzazioni:
a. Il bisogno di ottenere informazioni sul cambiamento dell’ambiente
b. Il bisogno di ottenere risorse dall’ambiente
L'incertezza ambientale riguarda in primo luogo i settori con cui l'organizzazione
interagisce regolarmente. Determinare l'incertezza ambientale di un'organizzazione
significa in genere concentrarsi sulle caratteristiche dell'ambiente di riferimento, come il
numero di elementi con cui l'organizzazione interagisce regolarmente, la rapidità con cui
questi svariati elementi cambiano. Per valutare l'incertezza si può analizzare ogni settore
dell'ambiente di riferimento dell'organizzazione in base a dimensioni come la stabilità o
instabilità e il grado di complessità.
Le organizzazioni devono affrontare e gestire l'incertezza per essere efficaci. Incertezza
significa che i decision maker non hanno sufficienti informazioni riguardo a fattori
ambientali e risulta loro difficile prevedere i cambiamenti esterni. L'incertezza aumenta il
rischio che le decisioni dell'organizzazione falliscano e rende problematico calcolare costi
probabilità associati alle diverse alternative decisionali.
COMPLESSITA’
La complessità ambientale si riferisce all'eterogeneità, ovvero al numero e alla diversità
degli elementi esterni (per esempio concorrenti, fornitori, cambiamenti del settore, leggi e
norme dello Stato) che incidono sulle attività di un’organizzazione.
La complessità aumenta all'aumentare del numero degli elementi esterni che influenzano
regolarmente l'organizzazione ed il numero delle altre aziende nell'ambito organizzativo.
In un ambiente complesso molti elementi esterni differenti interagiscono con
l'organizzazione e la influenzano.
In un ambiente semplice, solo pochi elementi esterni, simili tra loro, interagiscono con
l’organizzazione e la influenzano.
Un modo per gestire la complessità potrebbe essere un piano di scissione in due aziende
diverse o un piano di fusione tra due aziende.
DINAMISMO
Il dinamismo si riferisce alla stabilità o instabilità dell'ambiente in cui l'organizzazione
opera. Una sfera ambientale è stabile se rimane immutata per un periodo di mesi o anni,
mentre in condizioni di instabilità gli elementi ambientali subiscono mutamenti improvvisi.
I cambiamenti dell'ambiente, che si tratti dei gusti dei consumatori, Di nuove tecnologie o
delle innovazioni della concorrenza, possono far sì che un'azienda venga superata dagli
altre. Talvolta sono eventi specifici e imprevedibili a creare condizioni instabili per le
organizzazioni. Le sfere ambientali sembrano essere sempre più instabili per la maggior
parte delle organizzazioni data la natura imprevedibile dell'attuale mondo del business.
Nonostante gli ambienti siano oggi più instabili per la maggior parte delle organizzazioni,
un esempio di ambiente tradizionalmente stabile è fornito da servizi pubblici.
UN MODELLO DI VALUTAZIONE
Per classificare l’ambiente e analizzarlo per stabilire la tipologia di ambiente che è riferito
all’organizzazione si utilizza una matrice che guarda a 2 dimensioni:
1) LA STABILITA’ verso VARIABILITA’ si guarda l’elemento dinamismo, quanto
l’ambiente cambia. È rilevante la dimensione tempo e la dimensione velocità di questo
cambiamento nell’ambiente. La prima dimensione va a definire quanto l’ambiente
cambia e quanto è veloce in questo cambiamento. Ambiente stabile con pochi
cambiamenti o è un ambiente variabile ad alto tasso di cambiamento e
imprevedibilità?
2) LA SEMPLICITA’ verso COMPLESSITA’ (eterogeneità/numerosità) si guarda alla
eterogeneità, alla numerosità dei variabili degli attori, alle connessioni tra queste
variabili e alle ambiguità delle relazioni. L’ambiente quanto è semplice in termini di
eterogeneità di attori che lo compongono, di competitor, di istituzioni o quanto è
complesso perché attori, variabili esterne all’organizzazione sono molte.
La prima è il tasso di cambiamento.
La seconda è la molteplicità e quindi la complessità degli attori e delle variabili che
compongono l’ambiente.
La combinazione di questi elementi - stabilità, variabilità, semplicità, complessità - dà la
misura dell’INCERTEZZA ambientale.
L’incertezza guarda l’ambiente su queste due dimensioni.
MODERATA ALTA
INCERTEZZA INCERTEZZA
Ambiente instabile
Sono due approcci che sono agli antipodi e che non dipendono necessariamente dal
settore.
Esempi approccio del modello meccanico: Amazon, UniCredit, Intesa San Paolo, Zara.
Esempi approccio del modello organico: Valve, Fineco Bank, Brunello Cucinelli.
Sono le strategie e le modalità con le quali si vuole competere che fanno sì che si scelga
uno piuttosto che l’altro approccio.
MODELLO MECCANICO MODELLO ORGANICO
Approccio meccanico è tipico di quelle Il modello organico è fatto di flessibilità,
strutture che vogliono creare dei processi abilità e velocità di cambiamento, nicchie
strutturati e organizzati e competere sul di clienti e nicchie di mercati. In queste
mercato per i loro volumi, aziende grandi aziende già più persone prendono le
che vogliono rimanere nel mercato perchè decisioni.
vogliono anche abbassare il costo della Al contrario, l’approccio del modello
produzione. In queste aziende pochi organico ben si adatta agli ambienti
prendono le decisioni. instabili e incerti perchè proprio
Gli ambienti che meglio si adattano nell’approccio del modello organico nel
all’approccio del modello meccanico sono continuo cambiamento e innovazione che
gli ambienti stabili con bassa influenza e costruiamo una cultura adattiva e il focus è
incertezza perché il focus quello dell’innovazione e
dell’organizzazione è quello dell’efficienza. dell’apprendimento. In queste aziende la
Queste aziende che adottano il modello cultura è più adattiva.
meccanico non sono fatte per cambiare
ma sono fatte per migliorare sempre di più
i loro processi interni ed essere sempre più
grandi e il loro obiettivo principale sono le
economie di scala. Queste aziende hanno
una cultura rigida.
sono più strutturate e organizzate. Gli ambienti di riferimento di queste unità sono
ambienti più stabili. CORE-BUSINESS dell’organizzazione.
3) Unità delle Vendite legata agli aspetti commerciali, agli aspetti di relazione con i
clienti e di vendita dei prodotti. L’ambiente di riferimento prevede un grande scambio
con l’esterno.
Presidente
Orizzonte Temporale Obiettivi per il medio- Hanno obiettivi di breve Hanno obiettivi di breve
lungo periodo. periodo che si misurano periodo che si misurano
settimanalmente/ settimanalmente/
mensilmente. mensilmente.
THOMPSON
Le organizzazioni che operano in condizioni di incertezza generalmente ricorrono a
meccanismi strutturali che incoraggiano la comunicazione e la collaborazione orizzontali
allo scopo di aiutare l'azienda ad adattarsi ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente.
Con l'aumentare della complessità e dell'incertezza dell'ambiente esterno, aumenta
anche il numero di posizioni e di unità organizzative nell'ambito dell’organizzazione, che a
sua volta determina un aumento della complessità interna.
Ogni settore dell'ambiente esterno richiede un dipendente o un'unità organizzativa che si
occupi di esso, ad esempio l'unità marketing va alla ricerca di clienti e il gruppo finanza
lavora con le banche.
Questo studioso sposta l’attenzione su delle unità dedicate alla gestione dell’ambiente e
considera le cosiddette: unità cuscinetto e i ruoli di confine.
UNITA’ CUSCINETTO:
Quelle aree dell’organizzazione interna che circondano il nucleo operativo (CORE-
BUSINESS: attività di produzione e trasformazione) e scambiano materiali, risorse e
denaro tra l’ambiente e l’organizzazione. Queste unità aiutano il nucleo operativo a
funzionare in maniera efficiente, ad esempio l'unità acquisti fa da cuscinetto a nucleo
operativo stoccando forniture e materie prime
Obiettivo: assorbire l’incertezza proveniente dall’ambiente esterno aiutando il nucleo
operativo a funzionare in modo efficiente.
Secondo Thompson è vero che le organizzazioni al loro interno sono differenti e come si
differenziano: si possono distinguere le unità in quelle che partecipano al nucleo
operativo, al core, che devono essere il più possibile stabili e efficienti e poi ci sono delle
unità cuscinetto che si mettono intorno a questo nucleo operativo e cercano di attutire i
cambiamenti dall’ambiente esterno. Sono unità che si occupano di procacciare le risorse
esterne e fanno da ammortizzatore verso l’ambiente esterno, ad esempio l’unità
magazzino (compra e fa lo stoccaggio delle risorse in entrata e poi gestiscono anche il
prodotto finito prima di esser venduto, fa il trade de union tra i fornitori e i clienti rispetto
alla produzione).
RUOLI DI CONFINE:
Sono dei ruoli che possono essere o delle singole persone o delle unità che collegano e
coordinano un’organizzazione con gli elementi chiave dell’ambiente esterno.
Attività:
- lo scambio di informazioni per rintracciare e acquisire dati sui cambiamenti che
avvengono nell’ambiente.
- inviare informazioni all’ambiente al fine di presentare l’organizzazione sotto una luce
positiva.
Il personale che ricopre ruoli di confine perlustra l'ambiente per rintracciare informazioni
importanti e portarle all'interno dell’organizzazione. Chi ricopre questi ruoli ha in generale
il compito di tenere informato il management dei cambiamenti ambientali per farsi che
l'organizzazione non si areni. Spesso l'importanza attribuita ai ruoli di confine cresce
parallelamente a livello di incertezza dell’ambiente.
Ad esempio, il ruolo di confine è l’ufficio marketing e comunicazione che si occupano di
fare analisi dei clienti, dei competitor, dell’ambiente di riferimento lo studiano e lo
interpretano e passano al nucleo operativo e alle altre unità l’elaborato rispetto a quello
studiato e si occupano anche di inviare informazione all’ambiente esterno per influenzarlo
—> definizione della strategia di posizionamento del brand, i valori che il marchio deve
comunicare e come questo influenza l’ambiente esterno. Anche questo fatto apposta per
tutelare il nucleo operativo.
Un altro ruolo di confine che nell’ultimo periodo si sta creando è il ruolo di “Diversity
Officer” per la rinnovata necessità delle organizzazioni di pensare alla diversità e
all’inclusione organizzativa, diversità rispetto al genere, alle minoranze etniche e
linguistiche…. Questa figura è il responsabile della diversità, deve creare dei meccanismi
e strategie di gestione della diversità perché la diversità crea performance.
Un altro ruolo importante è quello anche del Sustainability Manager che è sempre più
richiesto nelle aziende, è il manager della sostenibilità perché oggi è molto importante per
le aziende il tema della sostenibilità. Tutte le aziende si stanno accorgendo che il concetto
di sostenibilità è importante in primis per il business, non solo per buonismo e per etica
ma anche per performance organizzativa e risparmio di costi. È colui che analizza il
mercato delle fonti e si occupano di selezionare i fornitori sulla base delle loro reti di
sostenibilità.
Secondo Thompson quando gli ambienti sono instabili e complessi si devono inserire
tante unità cuscinetto e tanti ruoli di confine perché preservano l’organizzazione.
Le organizzazioni molto instabili e con un ambiente complesso devono avere queste unità
cuscinetto e molti ruoli di confini.
Le unità di cuscinetto sono prevalentemente presenti quando l’ambiente è instabile
perché servono a gestire l’instabilità dell’ambiente. Se l’ambiente è stabile troveremo
meno unità cuscinetto. In Thompson quello che fa più fede è la stabilità e l’instabilità.
Ambiente instabile —> molte unità cuscinetto
Ambiente stabile —> poche unità cuscinetto
La business intelligence, ivi inclusi I social media analytics (raccolta e analisi de dati
provenienti da piattaforme di social media come supporto per prendere decisioni su
questioni specifiche) rappresenta un approccio alle attività di confine.
La business intelligence è correlata a un'altra importante area delle attività di confine la
competitive intelligence: le attività di competitive intelligence consentono al vertice di
raccogliere e analizzare in modo sistematico informazioni pubbliche sui concorrenti E
utilizzarle per prendere decisioni migliori.
Il team di intelligence possono fornire suggerimenti che mettono i manager in condizioni
di prendere decisioni più informate il merito agli obiettivi, oltre che a formulare piani
capaci di fronteggiare gli imprevisti e scenari legati ai temi competitivi emergenti più
importanti.
influenzare i gusti e le opinioni dei consumatori. Le pubbliche relazioni sono simili alla
pubblicità tranne per il fatto che le iniziative sono spesso gratuite e dirette all'opinione
pubblica. Gli addetti alle pubbliche relazioni presentano l'organizzazione in una luce
favorevole in discorsi, comunicati stampa, programmi televisivi e siti Web.
La strategia è lo schema dei fini aziendali e delle maggiori politiche o piani per raggiungere
tali obiettivi, stabiliti in modo tale da definire in quali business l’azienda opera o vorrebbe
operare o il tipo di organizzazione che è o vorrebbe essere. - Kenneth Andrews: The
concept of corporate strategy => introduce 2 concetti: strategia vicina al concetto di
modello di business (modalità con la quale si vuole creare valore) e anche il tipo di
organizzazione, introduce il concetto di modello organizzativo.
Cosa il vertice strategico/il top manager fa quando deve definire una strategia, che
processo decisionale pone in essere. La principale responsabilità del top management è
di determinare gli obiettivi, la strategia e la struttura dell'organizzazione, con ciò
adattando l'organizzazione ai cambiamenti dell’ambiente.
Il vertice e team di top manager viene influenzato da 2 ambienti: interno e esterno. Il
processo di determinazione della direzione strategica ha inizio tipicamente con una
rilevazione delle opportunità e delle minacce nell'ambiente esterno, compresa l'entità del
cambiamento, l'incertezza e la disponibilità di risorse. I top manager rilevano anche i punti
di forza e di debolezza interni per definire la competenza distintiva dell'azienda rispetto ad
altre aziende del settore. L’analisi SWOT (strenght, weaknesses, opportunities, threats)
implica un'attenta valutazione dei punti di forza, delle debolezze, delle opportunità e delle
minacce che influenzano la performance dell’organizzazione. I manager ottengono
informazioni su opportunità esterne e minacce da una varietà di fonti: clienti, rapporti
governativi, riviste professionali, fornitori, banchieri, amici in altre organizzazioni…. Le
informazioni sui punti di forza di debolezza interni provengono da bilanci aziendali, indici
finanziari, conti economici, indagini sugli atteggiamenti e sulla soddisfazione dei
collaboratori ed altro ancora. La conoscenza dell’ambiente interno della tradizione
dell’organizzazione, della cultura organizzativa, delle persone che lavorano, dei casi di
successo e di insuccesso determina assieme all’analisi dell’ambiente esterno: LA
DIREZIONE STRATEGICA => sotto processo in cui il top management definisce la
missione e gli obiettivi ufficiali, il primo passo per definire la strategia. Si definiscono poi
anche gli obiettivi operativi e strategia operative, rendere più operative queste missioni e
queste obiettivi ufficiali. Una volta fatta questa attività si progetta l’organizzazione in
termini di:
- Nella forma strutturale (più meccanica o più organica)
- Si determinano i sistemi informativi e di controllo, sistemi di scambio delle informazioni
- Si definiscono le politiche per le risorse umane
- Si definisce la cultura organizzativa fatta dai valori dell’organizzazione
- Si definiscono i collegamenti inter-organizzativi - collegamenti che ci sono all’interno
delle organizzazioni e tra le organizzazioni.
Un secondo approccio che i leader utilizzano per stabilire la direzione in cui andare è una
tecnica di previsione nota come elaborazione di scenari che consiste nell'osservare le
attuali tendenze e discontinuità e visualizzare le possibilità future. Alcuni degli eventi più
importanti per i quali manager potrebbero avere bisogno di elaborare degli scenari sono
le condizioni metereologiche estreme, la perdita di sistemi informatici, la perdita di
personale fondamentale, la perdita dell'accesso a ufficio e impianti, guasto dei sistemi di
comunicazioni e le interruzioni della catena di fornitura. Per ogni insieme di fattori
vengono sviluppati da due a cinque scenari dal più ottimistico al più pessimistico.
Una volta che è stata progettata l’organizzazione si misura l’efficacia, collegata al
concetto di performance. Ogni manager deve identificare quali sono le leve sulle quali ci
si misura, la capacità che l’organizzazione ha di raggiungere gli obiettivi organizzativi in
termini di: risorse, efficienza, capacità di raggiungimento degli obiettivi, di capacità di
soddisfare gli stakeholder, capacità di identificare i valori competitivi.
I risultati di efficacia vanno misurati costantemente dal top management perché dalla
misurazione della performance dell’efficacia deriva un feedback retroattivo che incide
sulla performance passata dell’organizzazione e che può essere un valido aiuto ai top
management per riprogettare la strategia.
Questo processo sta a significare che il compito del top management è:
- Definire obiettivi e sotto-obiettivi più operativi
- Progettare l’organizzazione in coerenza a quegli obiettivi e misurarne l’efficacia
vuole andare l’organizzazione, che tipo di valore vuole creare. La vision dà l’idea
dell’ambiente che si vuole creare.
La VISIONE porta con se una connotazione di futuro atteso, di non- realtà.
E’ l’idea immaginata di una nuova e migliore realtà, desiderata e sognata, che ancora non
esiste; riguarda un contesto molto più ampio di quello dell’azienda e dei suoi attori;
rilevante è la gratificazione che deriva dal partecipare alla realizzazione di un sogno, non
dipende dalle quantità e nemmeno dal raggiungimento di un risultato ben definito, ma
dall’esserci.
Opera sulla motivazione profonda che viene dal senso di appartenenza a qualcosa più
grande di te dove, tu, comunque, stai facendo il massimo e questo ti fa sentire bene.
Determinata dal top manager ma intrisa di valori che tutti gli appartenenti
all’organizzazione ritrovano e si adeguano, sposano e supportano.
Esempi di visone:
«to make the best products on earth, and to leave the world
better than we found it»
Queste vision sono poi quello che noi conosciamo di queste organizzazioni, se nella loro
vision troviamo la parola WORLD vuol dire che hanno obiettivi internazionali. Vogliono
essere leader mondiali.
CASO NETFLIX:
Mission: “To entertain the world.”
Vision: “To continue being one of the leading firms of the
internet entertainment era.”
Valori aziendali:
• encourage independent decision-making by employees;
• share information openly, broadly, and deliberately;
• are extraordinarily candid with each other;
• keep only our highly effective people;
• avoid rules.
(missione e visione) ma determinano un concetto più di breve periodo, più operativo e più
concreto. La missioni e gli obiettivi generali dell'organizzazione costituiscono la base per
lo sviluppo di obiettivi operativi più specifici.
OBIETTIVI OPERATIVI: cosa deve fare ciascuna unità organizzativa per raggiungere gli
obiettivi generali. Designano i fini perseguiti attraverso le procedure operative
dell'organizzazione e spiegano cosa l'organizzazione sta effettivamente cercando di fare.
La via per raggiungere gli obiettivi generali e sono diretti a molteplici finalità.
Fornire le linee guida per il processo decisionale.
Servono per guidare e motivare il personale.
Definire uno standard di performance (monitorare dove l’organizzazione sta andando)
Sono più vicini alla progettazione organizzativa e alla misurazione dei risultati di efficacia
=> declinano operativamente cosa l’organizzazione deve fare - definire standard di
performance. La definizione di obiettivi specifici per ogni compito primario fornisce la
direzione da seguire per le decisioni quotidiane e per l'attività all'interno delle unità
organizzative.
1) Differenziazione
Le organizzazioni per raggiungere il vantaggio competitivo, rispetto ai loro competitor
all’interno del medesimo settore, devono investire sulla capacità di realizzare prodotti o
servizi differenzianti rispetto ai competitor, perché sono unici in termini di qualità e di
eccellenza. Ex: Dyson, Gucci, Cuccinelli…. Il manager possono utilizzare la pubblicità,
alcune caratteristiche distintive del prodotto, un servizio fuori dalla norma ho una nuova
tecnologia al fine di ottenere una percezione del prodotto come unico. Questa strategia si
rivolge solitamente a una clientela che non da particolare importanti importanza al prezzo.
Una strategia di differenziazione può ridurre la rivalità tre concorrenti e scongiurare la
minaccia di prodotti sostitutivi sfruttando il fatto che i clienti sono fedeli alla marca
dell’azienda. Le strategie di differenziazione di successo richiedono un certo numero di
attività costose, quali la ricerca del prodotto, la progettazione e una promozione
massiccia. Le aziende che perseguono tali strategie hanno bisogno di solide capacità di
marketing e di dipendenti creativi, ai quali vengano date il tempo e le risorse per
sviluppare innovazioni.
ü Comunicazione e pubblicità
ü Caratteristiche distintive del prodotto Utilizzati per Percezione del prodotto/servizio
ottenere come “unico”
ü Nuova tecnologia
ü Servizio aggiuntivo
2) Leadership di Costo
Strategia che punta a raggiungere quote di mercato e a posizionamenti di leadership,
quindi determinanti e forti, non con la qualità del prodotto o del servizio, ma con il prezzo
del prodotto o del servizio => incrementare la quota di mercato mantenendo bassi costi
rispetto i concorrenti. Costo finale competitivo rispetto alla concorrenza. Obiettivo:
mantenere i costi dei fattori produttivi bassi per poter generare un prezzo limitato e
battere la concorrenza e posizionarsi con un vantaggio competitivo sulla concorrenza per
il fattore prezzo e non per il fattore qualità. Ex: Easyjet, Tezenis, Lidl…. L'organizzazione
ricerca in maniera aggressiva l'efficienza degli impianti, attua riduzione dei costi e utilizza
stretti controlli per realizzare prodotti più efficiente mente dei propri concorrenti. Una
posizione di leadership di costo implica il fatto che l'azienda può conseguire profitti più
elevati rispetto ai concorrenti per via della propria efficienza e di costi operativi più bassi.
Aziende leader che adottano una strategia di leadership di costo come Ryanair possono
vendere a prezzi inferiori di quelli dei concorrenti e continuare tuttavia a offrire una qualità
analoga ottenendo profitti ragionevoli. Se nel contesto fanno ingresso prodotti sostitutivi o
potenziali nuovi concorrenti, il produttore a basso costo si trova in una posizione migliore
per prevenire perdite di quote di mercato.
3) Focalizzazione
Alcune realtà come i negozi vintage hanno una terza tipologia strategica che è la strategia
della focalizzazione. Le aziende sono aziende di nicchia e in questo caso il prodotto o il
servizio viene offerto a un determinato gruppo di clienti ed ha uno specifico target di
clienti e di competitor. L’ambiente è molto focalizzato e limitato. I negozi vintage sono dei
negozi che possono competere sia per il costo che per la differenziazione ma che hanno
un target di riferimento molto più limitato rispetto ad altre categorie. Ex: Naturasì, negozi
vintage… la focalizzazione è una terza via che può avere sia un vantaggio di costo sia un
vantaggio di differenziazione ma che è peculiare perché si focalizza su una cosiddetta
nicchia di mercato.
Vantaggio Vantaggio di
di “costo” “differenziazione”
Porter decide di classificare queste 3 strategie in 4 quadranti sulla base di: da una parte il
target di mercato (ampiezza e eterogeneità dei clienti: target ampio e target ristretto) e il
vantaggio ricercato sul costo e sulla differenziazione. La composizione dell’ambiente ne
fa definire 4 strategie.
STRATEGIE COMPETITIVE DI PORTER - LA MAPPA
Reazione - Impresa Reattiva => strategia è quella di assenza di piani, strategia del ‘wait
and see’, valore solo nel breve periodo. Chi utilizza un approccio del genere risponde alle
minacce ambientali e alle opportunità caso per caso. Il top management non possiede
piani a lungo termine ben definiti e non ha fornito all’organizzazione una missione o un
obiettivo espliciti, cosicché l’organizzazione intraprende qualsiasi azione che sembri
rispondere alle necessità immediate. Ex: Blackberry, una impresa che era leader nella
telefonia portatile ha avuto una grandissima crisi perché non ha saputo cavalcare
l’innovazione dello smartphone ma ha reagito quando Apple e Samsung si sono presi la
leadership mondiale e a quel punto Blackberry ha dovuto seguire uscendo con un nuovo
smartphone. Blackberry ha subito i cambiamenti non facendo nulla e la ripresa e la
reazione è stata pagata a duro prezzo, perdendo poi quote di mercato e infine è
diventata impresa follower.
L'approccio degli obiettivi è utilizzato nelle organizzazioni economiche perché gli obiettivi
di output possono essere facilmente misurati. L'approccio degli obiettivi può risultare utile
anche ad alcune organizzazioni non profit impegnate nel sociale.
Quando si definiscono gli obiettivi organizzativi ci sono diverse modalità di definire gli
obiettivi e di misurarsi. Tutti questi approcci si possono utilizzare e anche
contemporaneamente. Si sceglie in base agli obiettivi dell’azienda, bisogna vedere la
struttura dell’organizzazione (flessibilità e controllo) e il suo focus (se è interno all’azienda
o esterno all’azienda).
L'enfasi sulle relazioni umane incorpora i valori di focus interno e di struttura flessibile.
La pensione del management si rivolge qui allo sviluppo delle risorse umane: ai
dipendenti vengono fornite opportunità per l'autonomia e lo sviluppo, il management
lavora in direzione dei sotto obiettivi di coesione, morale e opportunità di formazione. Le
organizzazioni che adottano questo approccio sono sono più attente ai propri dipendenti
che all’ambiente.
Le organizzazioni possono utilizzare anche degli approcci misti a secondo del fine
organizzativo. La misurazione dell’efficacia permette di migliorare il processo strategico.
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Le tre componenti chiave nella definizione della struttura organizzativa sono:
1) La struttura organizzativa indica i rapporti di dipendenza formale: le relazioni verticali,
chiamate anche gerarchia, compresi il numero di livelli gerarchici e lo span of control
the manager e supervisori.
2) La struttura organizzativa identifica raggruppamenti di individui in unità organizzative e
di unità organizzative nella totalità dell’organizzazione. Modalità di ripartizione delle
attività tra operatori: le unità organizzative
3) La struttura organizzativa comprende la progettazione di sistemi che assicurino una
comunicazione e un coordinamento efficaci e l’integrazione degli sforzi fra le unità
organizzative. I sistemi di comunicazione e coordinamento: sono tutti quegli stimoli
che permettono il funzionamento operativo di tutti i giorni.
Questi elementi strutturali si riferiscono ad aspetti sia verticali sia orizzontali delle attività
dell’organizzazione.
I primi due costituiscono il frame work strutturale ovvero la gerarchia verticale. Il terzo
elemento riguarda gli schemi di interazione tra collaboratore dell’organizzazione.
I primi due punti sono elementi stabili, sempre formalizzabili nell’organigramma.
La struttura organizzativa è rappresentata nell’ORGANIGRAMMA.
Direzione
Risorse Umane
Livello 1
Nel secondo livello sono presenti tante caselle con dei nomi, il nome indica il criterio di
raggruppamento di queste attività. Dentro a queste caselle ci sono le persone che
svolgono delle attività —> unità organizzative.
L’organigramma mostra con un chart due degli elementi chiave, ma NON mostra il terzo
elemento chiave: i sistemi di comunicazione e coordinamento e altre variabili strutturali
come l’accentramento e decentramento decisionale, la professionalità, il formalismo.
L’organigramma è la fotografia statica dell’organizzazione ed è una fotografia parziale.
Esso si legge dall’alto verso il basso, separando i livelli che sono i livelli gerarchici, i livelli
di comando dell’organizzazione.
I livelli mostrano i rapporti di dipendenza formale:
• LIVELLO 0 - si pone l’amministratore delegato o il direttore generale, ovvero il vertice
strategico —> quella unità che rappresenta l’organizzazione e la strategia
dell’organizzazione.
• LIVELLO 1 - si vanno a guardare le linee verticali di comando, la linea continua
gerarchica che separa l’amministratore delegato dal livello successivo. In questo
organigramma troviamo 4 unità organizzative: la direzione risorse umane, direttore
acquisti, direttore di produzione e direttore commerciale. Queste caselle sono di livello 1
perché la linea verticale è continua e non ci sono ulteriori caselle, ulteriori unità
organizzative, che separano il CEO da queste unità. Dal punto di vista gerarchico non ci
sono ulteriori caselle tra CEO e direttore risorse umane o CEO e direttore acquisti. Le 4
unità organizzative del livello 1 hanno la stessa dipendenza formale dell’amministratore
delegato. Il CEO ha 4 riporti diretti, tutti allo stesso livello, l’ampiezza del controllo del
CEO è di 4 unità che riportano direttamente a lui (span of control: numero dei riporti
diretti di ogni soggetto).
• LIVELLO 2 - è formato da altre caselle che si sostanziano da un rapporto gerarchico
diretto con il livello 1. Il responsabile acquisti MT e responsabile acquisti semilavorati
rispondono al Direttore Acquisti. La linea verticale diretta, rapporto diretto di
dipendenza, è tra le unità organizzative di livello 1 e le unità organizzative di livello 2. Il
livello 2 si sviluppa attraverso un rapporto di dipendenza formale e diretto con il livello 1.
I livelli servono per capire quelle posizioni intermedie di responsabilità che sono tipiche
della struttura organizzativa.
Il lavoro intellettuale e il processo decisionale sono svolti da coloro che si trovano al
vertice, mentre il lavoro fisico è svolto dai collaboratori, che sono organizzati in unità
funzionali distinte.
Dall’organigramma si leggono i livelli gerarchici, il numero dei capi che hanno una
posizione intermedia che sono la linea di controllo dell’organizzazione e si vede anche
l’ampiezza di controllo (span of control).
L’organigramma è uno strumento eccezionale di coordinamento interno perché mostra a
tutte le strutture organizzative come è strutturata l’organizzazione dal punto di vista della
gerarchia.
Possono esserci anche più livelli, rispetto a quello dell’esempio. Se ci fossero altri livelli al
di sotto del livello 2 si andrebbe a un livello 3, a un livello 4.
I livelli si creano sulla base della specializzazione del lavoro, più vogliamo strutturare il
lavoro per unità organizzative specializzate (pochi compiti e ben definiti) più creiamo unità
organizzative e quindi gerarchie, per ordinare queste caselline all’interno di un percorso
verticale. Abbiamo tanti livelli quando abbiamo tanta gerarchia e tanta specializzazione
—> organizzazione più meccanica per avere stabilità interna e che lavora in ambienti
stabili e orientata a efficienza nei processi. L’approccio meccanico riesce a creare delle
unità organizzative focalizzate su attività che rimangono stabili e specializzate.
Grandi organigrammi verticali e tante caselline —> l’azienda sarà meccanica.
Il secondo elemento chiave sono le modalità di ripartizione delle attività tra operatori, il
numero delle caselline mi dà la specializzazione ma ciò che è scritto all’interno delle
caselline, la qualificazione delle unità organizzative, mi dà la modalità di ripartizione, come
sono state raggruppate le attività.
Il criterio di raggruppamento si vede nel Livello 1, la struttura è stata divisa in direzioni,
reparti per attività simili.
L’organigramma dà anche l’evidenza di quali sono le unità di staff e le unità di linea. Tutte
e due rispondono al CEO, ma mentre le unità di linea (quelle grigio scuro) sono le unità
che svolgono l’attività chiave, CORE business (acquisizione, trasformazione e vendita); le
unità di staff (quelle gialle) supportano le attività di linea coordinando e strutturando dei
processi prevalentemente interni che non sono dei processi chiave ma sono dei processi
di supporto al core business.
Unità di staff esempi:
Unità amministrazione (bilancio e partita doppia)
Unità gestione degli immobili
Unità di marketing (interpretato come supporto a quelle di linea) —> N.B. può essere
anche unità di linea
Le unità d staff e di linea non si distinguono dal colore, ma dalla posizione in un
organigramma classico, infatti la direzione risorse umane e quella del direttore acquisti
sono una posizione diversa.
CENTRALIZZAZIONE VS DECENTRALIZZAZIONE
CENTRALIZZAZIONE DECENTRALIZZAZIONE
La centralizzazione implica che l'autorità La decentralizzazione comporta che
decisionale si trovi in prossimità del vertice l'autorità decisionale si trovi ai livelli
dell’organizzazione. Un'enfasi inferiori. Un'enfasi sull'apprendimento
sull'efficienza il controllo è associata a l'adattamento dell'ambiente è associata a
compiti specializzati, gerarchia compiti condivisi, gerarchia più blanda e
dell'autorità, regole e normative, sistemi poche regole, comunicazione diretta, molti
formali di reporting, pochi team o task team o task force e processo decisionale
force e il processo decisionale accentrato. informale e decentrato
È possibile che le organizzazioni debbano procedere per tentativi per trovare il grado
adeguato di centralizzazione o decentralizzazione che soddisfi le loro esigenze. I dirigenti
sono alla costante ricerca della migliore combinazione di controllo verticale e
collaborazione orizzontale, centralizzazione e decentralizzazione, più adeguata alle loro
specifiche situazioni.
N.B. => L’organigramma non rappresenta gli stimoli dinamici che sono i sistemi di
comunicazione e coordinamento che sono la profondità dell’organizzazione.
Ci possono essere 2 organizzazioni con lo stesso organigramma ma che hanno dei flussi
di comunicazione e integrazione molto diversi che non si vedono dall’organigramma e
che fanno sì che una organizzazione sia un pò più organica e l’altra più meccanica.
Non si deve vedere unicamente e solo l’organigramma, perché non vengono
rappresentati gli strumenti, i modelli, i tool, le modalità con le quali passano le
informazioni e la comunicazione.
Sistemi di comunicazione e coordinamento:
- Stimoli dinamici
- Governo dei flussi di comunicazione e integrazione
- Coordinamento verticale e orizzontale
Esigenze
di progettazione
strategiche
(ambiente, direzione
strategica)
Soluzione organizzativa
contingente
Esigenze
di progettazione
operativa
(processi di lavoro)
Nella realtà ciò che le organizzazioni fanno è prendere una di queste strutture per poi
modificarla e adeguarla al proprio modello organizzativo per evitare o per diminuire quegli
elementi di rischio, i contro, che ogni struttura ha.
Ogni struttura può essere descritta analizzando la configurazione delle tre componenti
strutturali.
Ogni struttura ha ambiti di applicabilità, vantaggi e svantaggi propri.
Ogni struttura è definita dal tipo di specializzazione degli organi di primo livello.
STRUTTURA ELEMENTARE
È la struttura basica, dove i dipendenti sono pochissimi e si tratta di una micro-azienda. Il
percorso di formazione è on the job, dove tutte le parti del processo vengono assegnati
ad un unico individuo. Alta professionalità operativa e grande vicinanza operativa.
Esempio: Oro Bottega (bottega orafa).
Organigramma:
Direzione
generale
In alto il direttore generale e poi sotto 4 unità, ognuna indipendente dall’altra e che
rispondo tutte e 4 direttamente al direttore generale. Non hanno gerarchie intermedie tra il
direttore generale e le unità lavorazione e ognuna delle unità si occupa del processo di
lavorazione nella sua completezza. Unico livello gerarchico, non più di un livello
gerarchico (livello 0 e livello 1) e unità organizzative uguali fra di loro.
PRO: bassi costi soprattutto quelli di coordinamento (direttore generale rapporto diretto
con i dipendenti), flessibilità (arriva un cambiamento, determinato anche dal cliente,
l’organizzazione si adattano al cambiamento), entusiasmo e identificazione porta a una
identificazione dei collaboratori con l’azienda, quindi c’è un buon clima e il lavoratore
crede nei valori dell’azienda e supporto il brand.
CONTRO: non c’è specializzazione perché i collaboratori sono tutti uguali, difficoltà di
attrarre dal mercato esterno (chi entra deve fare tutto e non c’è una forte specializzazione
del compito, bisogna saper fare di tutto), limitato sviluppo professionale (si diventa
autonomi dal punto di vista decisionale ma non c’è possibilità di fare carriera e non si può
diventare capi), limitato sviluppo strategico (l’organizzazione può crescere fino a una
dimensione limitata, fino a un certo punto per rimanere piccola).
La struttura elementare arriva fino a 20/30 dipendenti, solitamente 15 addetti. Comincia a
diventare stretta questa struttura quando le dimensioni si ingrandiscono, quando la
complessità del processo diventa più elevata e quando c’è bisogno di specializzazione.
Prevalentemente la struttura elementare presenta un sistema organico.
LIVELLO 0
Founder, CEO
Una struttura funzionale significa una struttura divisa e nel quale le unità organizzative si
chiamano funzioni. Una struttura un pò più complessa rispetto alla struttura elementare
nel quale le unità organizzative contengono delle attività, che si chiamano funzioni, simili.
In ogni casellina trovo dipendenti che hanno attività similari orientati tutti verso lo stesso
obiettivo e che condividono competenze, skills e risorse molto simili. Ogni casellina si
distingue dall’altra per attività, obiettivi, competenze e skills. Ogni unità organizzativa
raggruppa attività simili con obiettivi simili, chiamati obiettivi funzionali e con competenze,
skills e esperienze similari. Il CEO decide di raggruppare le persone per competenze e
attività simili. In questo caso il CEO ha preso 9 persone con competenze diverse e ha
assegnato dei compiti, dividendo e specializzando per le loro diverse aree sulla base delle
loro skills e competenze e ha assegnato ad ognuna di queste persone un’unità, un
reparto o un ufficio dandogli la possibilità di costruire il proprio ufficio o il proprio reparto
sulla base di quelle competenze specialistiche. Il coordinatore delle 9 unità è il CEO, il
CEO assegna ad ognuna di queste unità i propri obiettivi.
L’organizzazione funzionale è un organizzazione che ha come criterio quel
raggruppamento funzionale secondo 2 criteri: conoscenze e competenze tecniche simili e
attività e processi simili. Le attività vengono raggruppati in base a una funzione comune,
dalla base fino al vertice dell’organizzazione.
Amministratore
LIVELLO 0
delegato
Sistemi
Direzione HR
Informativi
LIVELLO 1
Vendite Vendite
Italia estero LIVELLO 3
Team
Alto permanenti
orizzontale necessario
Integratori full-time
Task Force
Contatti diretti
Basso Alto
Raggruppamento
divisionale Amministratore
delegato
Amministratore LIVELLO 0
delegato
LIVELLO 1
Divisione Divisione
prodotto A prodotto B
Controllo qualità
Controllo qualità
Produzione Produzione
Vendite estero
Al primo livello gerarchico notiamo che ci sono 4 funzioni e 2 divisioni per prodotto => la
struttura è una struttura divisionale per prodotto con funzioni accentrate. Le 4
funzioni nel livello 1, le unità di staff, rispondono direttamente al direttore generale che le
ha volute mantenere centralizzate per controllare e per aumentare le economie di scala e
evitare diseconomie e un aumento dei costi.
Mano a mano che le organizzazioni diventano più complesse tendono a passare da una
struttura funzionale a una divisionale.
CEO
Canada Asia
Latin
America/ Australia
Caraibi
Giappone
La struttura per area geografica aiuta l'azienda ai fan definiti nuovi mercati e a fare un uso
più efficiente delle risorse.
massimizzare i propri risultati. Le divisioni possono anche fare tra di loro competizione
e non fanno sinergie. Il CEO è solo un amministratore delegato finanziario
2. Struttura divisionale con funzioni accentrate: è una struttura dove ci sono delle
divisioni ma rimane una volontà da parte del direttore generale di accentrare a sé
alcune funzioni per motivi di controllo o per motivi di economie di scala. Si
decentralizzano le unità organizzative specifiche di ogni prodotto/mercato. Si
centralizzano: Le funzioni che sono comuni e consentono di realizzare
economie di scala (e.g.: operation, acquisti), Le funzioni che richiedono un controllo
unitario (e.g.: comunicazione, brand image), Le funzioni detentrici di core competence
(competenze distintive. Quando si vedono delle funzioni accentrate si capisce che le
divisioni hanno un pò meno potere rispetto alla struttura divisionale pura e che ci si
aspetta magari dei prezzi di trasferimento, uno scambio di prodotti e servizi, uno
scambio di informazioni….
STRUTTURA A MATRICE
È una di quelle organizzazioni che va verso il concetto di adocrazia (ad-hoc) che vuol dire
sostanzialmente che è una organizzazione che si adatta molto al contesto di riferimento,
in particolare ai mercati di riferimento (mercati flessibili e instabili che richiedono una
soluzione organica).
Il problema delle adocrazie è la necessità che queste organizzazioni rimangano tra di loro
coese e quindi l’integrazione e il coordinamento sono molto importanti perché il rischio di
queste organizzazioni flessibili e organiche è quello di indebolirsi e distruggersi perché
diventano troppo lasche.
La matrice pur avendo molto nella flessibilità ha però nel concetto di coordinamento e
integrazione un elemento molto importante => l’assetto a matrice è una forma di
evoluzione rispetto alle altre strutture.
L’obiettivo della matrice è quello di creare forti ruoli di coordinamento. Il disegno
sottostante mostra come le strutture siano passate dall’essere più vicine a un approccio
maggiormente verticale a uno con coordinazione orizzontale.
Talvolta una struttura organizzativa ha bisogno di essere multi focalizzata in modo che sia
i prodotti sia le funzioni - ovvero sia i prodotti sia le aree geografiche - siano evidenziati
nella festa misura —> bisogna ricorrere a una struttura a matrice.
La struttura a matrice viene usata quando sia esperienza tecnica sia l'innovazione di
prodotto e il cambiamento sono importanti per raggiungere gli obiettivi organizzativi.
Matrice => potente strumento di collegamento orizzontale
FUNZIONALE
FUNZIONALE base MISTA
IBRIDA
STRUTTURA STRUTTURA a
con DIVISIONE
STRUTTURA con TEAM DISTINTA DIVISIONALE con MATRICE
FUNZIONE
FUNZIO interfunzionali
centralizzata
NALE integratori STRUTTURA
pura DIVISIONALE pura
ORIZZONTALE
§ INTERDIPENDENZE tra le
funzioni relative
ciascuna linea di
VERTICALE prodotto
Approccio § FABBISOGNO DI
§ ECONOMIE di SCALA
strutturale ottenibili con funzioni DIFFERENZIAZIONE tra
dominante centralizzate linee di prodotto
§ grado di
SPECIALIZZAZIONE
RICHIESTA all’interno
delle singole funzioni
LIVELLO 0
LIVELLO 1
LIVELLO 2 LIVELLO 3
Da una parte la possiamo vedere come una struttura che è come una struttura funzionale
o divisionale, come in questo esempio. Ma ciò che la contraddistingue è che queste
funzioni in alto (es. design, marketing…) sono delle aree di attività e sono tipicamente
delle funzioni. Mentre quelle al di sotto (Product manager A, product manager B) si
riferiscono ai prodotti dell’azienda che ci ricordano delle divisioni di prodotto come nella
struttura divisionale, ma in questo caso sono delle divisioni di prodotto. La peculiarità di
questa struttura è che, sia la funzione che la divisione, abbiamo delle strutture da duplice
autorità - due gerarchie che si incrociano in ogni struttura. Sostanzialmente, la struttura a
matrice funziona con 2 organi gerarchici, al contrario delle strutture finora viste che hanno
tutte un unico riporto gerarchico (ogni persona ha un unico capo). La struttura a matrice
ha un elemento di novità importante ha una duplice autorità: i capi sono 2 —> uno è il
capo verticale, l’altro è un capo orizzontale con l’obiettivo di integrare l’organizzazione. =>
UNA STRUTTURA A DUPLICE AUTORITA' => via la divisione per prodotti sia la
struttura funzionale sono implementate simultaneamente, e i manager dei prodotti e
i manager delle funzioni (dimensione orizzontale e dimensione verticale) hanno la
stessa autorità all’interno dell'organizzazione e i dipendenti riportano a entrambi.
Rispetto alle altre strutture, nella struttura a matrice il Product Manager è anche un capo e
ha delle persone che rispondono direttamente a lui => Product manager viene data una
autorità formale pari a quella dei manager funzionali. I dipendenti di questa struttura
rispondono direttamente sia al product manager sia al responsabile di funzione.
Nel primo quadratino/team abbiamo risorse che hanno competenze di design e
competenze di prodotto A.
Nel quadratino/team accanto abbiamo risorse che hanno competenze di produzione e
hanno competenze di prodotto A. E così via…
Questa organizzazione si può leggere verticalmente come linee funzionali - ad esempio il
capo del design è responsabile di tutte quelle risorse che verticalmente hanno
competenze di design. Ma questa struttura si può leggere anche orizzontalmente - ad
esempio il capo del prodotto A è responsabile di tutte quelle persone che all’interno delle
caselle ne sanno e ne conoscono di prodotto A. In ogni casellina abbiamo un mix di
competenze - le risorse hanno competenze di funzione o funzionale e competenze di
prodotto, di mercato o di area geografica e quindi la competenza divisionale => Risorsa =
competenza funzionale + competenza divisionale.
Questo da una parte permette di avere meno competenze specialistiche e più
competenze orizzontali, quindi le persone scambiano competenze diverse => sharing di
competenze. Condividere più competenze significa esser meno specializzati e essere più
orientati al risultato e più flessibili.
Le unità di II livello sono unità organizzate in team (gruppi di lavoro flessibili) che può
essere permanente oppure può essere temporaneo (più vicino alla task force se è stato
costituito per una esigenza temporanea). I team sono gruppi di lavoro flessibili che
permettono all’organizzazione di adeguarsi in maniera continua alle esigenze del mercato.
La struttura a matrice non va sempre bene in tutte le condizioni, essa è molto flessibile
perché permette la mobilità interna => la caratteristica che hanno le strutture
organizzative di far cambiare mestiere, lavoro all’interno delle organizzazioni.
La struttura a matrice funziona bene perché questo mix di competenze e questo lavoro
per team temporanei o permanenti facilita lo scambio di persone tra un unità e un altra
—> a seconda delle esigenze interne all’organizzazione o esterne le persone possono
essere spostate orizzontalmente oppure verticalmente.
Gli uffici non sono fissi come nella struttura divisionale o funzionale, ma in questo caso
siccome si lavora per gruppo di lavoro il numero delle risorse (la dimensione delle risorse)
all’interno di questi team dipende dalla variabilità del lavoro. Le risorse possono shiftare
verticalmente o orizzontalmente temporaneamente o per più tempo, fino a quando c’è
l’esigenza - flessibilità interne.
La matrice ha nella seconda linea gerarchica ha molta più delega decisionale, i capi di
divisione o di funzione delegano il potere alla seconda o alla terza linea gerarchica
(questo aspetto non si comprende dall’organigramma). Nella matrice si va ulteriormente a
delegare la decisione, perché questi team o task force che devono rispondere
velocemente alle esigenze del mercato, agli stimoli, alle richieste dei clienti o fornitori
sono dei team che si auto-organizzano. I capi controllano che siano rispettate le linee
guida, entrano nei casi eccezionali, definiscono le decisioni strategiche, ma poi
nell’operatività, nella gestione delegano e misurano la capacità che hanno le loro persone
rispetto al risultato. È nel secondo livello gerarchico che si trova la differenza con una
struttura divisionale o funzionale.
Nell’organigramma troviamo:
Livello 0 - il direttore generale
Livello 1 - direttori di funzione (direttore Marketing, direttore Design)
Livello 2 - direttori di prodotto (Product manager A, Product manager B)
Livello 3 - i team o task force
La struttura a matrice va bene per quelle risorse che hanno alta conoscenza/
professionalità (si richiede laurea magistrale) ma poco specializzata. L’alta conoscenza ti
aiuta ad essere più flessibile e a essere in grado di prendere decisioni e veloci nel reagire.
Nella struttura a matrice si hanno mansioni larghe perché le risorse devono essere
spostate dove serve.
=> le matrici vanno sapute interpretare perché più aumenta la complessità della matrice
(3/4 livelli) più va deve esser interpretata da un punto di vista operativo e i manager
devono gestire lo stress, perché è una organizzazione flessibile ma ad alto livello di stress
perché le persone cambiano continuamente il loro mestiere.
La prima struttura a matrice fu la NASA con una missione e una visone importate,
orientata all’innovazione e all’esplorazione. La NASA è creata da progetti e dietro ogni
scoperta ci sono progetti di anni. A seconda dell’obiettivo si costruiscono dei team per
realizzare il progetto.
La transizione verso una struttura funzionale a una struttura a matrice richiede tempo e
tanto coordinamento interno—> è un cambiamento di lungo periodo e non sempre
possibili.
N.B. => spesso i manager di funzioni e divisioni si trovano allo stesso livello e non in due
livelli diversi come nel primo organigramma. Quando passano al secondo livello
gerarchico è perché la complessità è troppo elevata per il CEO e quindi delega ancora di
più il potere.
PRO: (1) Realizza il coordinamento necessario per far fronte a richieste duali da parte dei
clienti
(2) Assicura la condivisione flessibile delle risorse umane tra i prodotti
(3) Si adatta a decisioni complesse e cambiamenti frequenti in un ambiente instabile
(4) Offre opportunità per lo sviluppo di competenze sia funzionali sia di prodotto, mercato
e area geografica
(5) È da preferire in organizzazioni di media grandezza con molteplici prodotti —> in
organizzazioni troppo grandi questa struttura non va bene perché diventa complessa da
gestire. Per le strutture grandi va bene la struttura divisionale e non la struttura a matrice.
La struttura a matrice a volta si trova in una divisione di una grandi organizzazioni, perché
ogni divisione è autonoma e a sé e anche se l’organizzazione nell’insieme ha una struttura
divisionale, una divisone dell’organizzazione può avere una struttura a matrice.
CONTRO: (1) Espone i partecipanti a una duplice autorità, può creare confusione e
risultare frustrante.
(2) Implica che i partecipanti abbiano buone capacità interpersonali e ricevano una
formazione approfondita
(3) Assorbe molto tempo: comporta frequenti riunioni e sessioni di risoluzione dei conflitti
(4) Non può funzionare sei partecipanti non la comprendono e non adottano relazioni
collegiali (di gruppo) anziché verticali. Inclinazione al team working
(5) Richiede grandi sforzi per mantenere un bilanciamento del potere
Dato che molte aziende hanno trovato difficile realizzare e mantenere una matrice
bilanciata, si sono sviluppate 2 varianti della struttura a matrice:
1. Matrice funzionale: i capi delle funzioni hanno un'autorità maggiore e i manager del
progetto o di prodotto coordinano semplicemente le attività relative al prodotto
stesso.
2. Matrice per prodotto: i manager di progetto o di prodotto hanno un'autorità
maggiore e i manager delle funzioni assegnano semplicemente il personale tecnico ai
progetti, fornendo competenze quando si rende necessaria una consulenza.
Per molte organizzazioni uno di questi due approcci funziona meglio della matrice
bilanciata con una duplice linea di autorità.
PRO: (1) Consente anche alle organizzazioni di piccole dimensioni di operare su scala
globale e attingere a risorse internazionali.
(2) Conferisce all'azienda un ampio raggio d'azione senza grandi investimenti in impianti,
macchinari o strutture di distribuzione.
(3) Consente all'organizzazione di essere altamente flessibile e di fornire una risposta
rapida ai bisogni mutevoli.
(4) Riduce i costi amministrativi
CONTRO: (1) I manager non hanno il controllo su molte attività e molti dipendenti
(2) Richiede una grande quantità di tempo per gestire le relazioni e potenziali conflitti con i
partner
(3) Comporta il rischio di fallimento organizzativo se un partner non effettua le consegne o
cessa l’attività
(4) La fedeltà dei dipendenti e la cultura aziendale possono essere deboli perché i
dipendenti hanno la sensazione di poter essere sostituiti da servizi a contratto
STRUTTURA OLOCRATICA
L'approccio più recente alla progettazione organizzativa comporta uno spostamento
verso il self-management.
Il modello più utilizzato dei self-management, la struttura olocratica, è stato adottato in
circa 300 organizzazioni.
In questo modello organizzativo, ciascuno fa parte di un cerchio (team) e non vi sono capi.
Ogni cerchio condivide uno scopo comune e dispone di autorità decisionali su come
svolgere il lavoro e raggiungere gli obiettivi.
I ruoli individuali sono definiti collettivamente e assegnati all'interno dei vari cerchi, e i
cerchi si formano, cambiano e si sciolgono al variare delle condizioni.
Ogni collaboratore di svolge diversi ruoli, e può averne uno in 3 o 4 squadre
contemporaneamente.
Un esempio di azienda olocratica è Zappos.
- MESCOLARE E COMBINARE
Dal punto di vista pratico, molte strutture nel mondo reale non esistono nelle forme pure.
La maggior parte delle grandi organizzazioni spesso combinano caratteristiche di vari
approcci a seconda delle varie parti dell’organizzazione. Combinando caratteristiche, i
manager possono trarre vantaggio dai punti di forza delle varie strutture ed evitare alcuni
dei relativi punti di debolezza.
L'abbinamento delle caratteristiche strutturali garantisce all'organizzazione una maggiore
flessibilità in ambiente mutevole.
Un abbraccio spesso adottato è quello che unisce le caratteristiche della struttura
funzionale e di quella divisionale —> le funzioni importanti per ogni prodotto o mercato
vengono decentralizzate in unità indipendenti, ma allo stesso tempo alcune funzioni
relativamente stabili e per le quali è necessario realizzare economie di scala e
specializzazione vengono accentrate nella sede centrale.
- ALLINEAMENTO STRUTTURALE
Riguarda il giusto bilanciamento tra controllo verticale e coordinamento orizzontale. Il
controllo verticale è associato a obiettivi di efficienza e stabilità, mentre il coordinamento
orizzontale è associato all'apprendimento, all'innovazione e alla flessibilità.
La struttura funzionale è adatta quando l'organizzazione deve essere coordinata mediante
la gerarchia verticale e quando l'efficienza è importante al fine di conseguire gli obiettivi
organizzativi. Essa utilizza la specializzazione dei compiti e una rigida gerarchia per
ottenere un efficiente uso delle risorse scarse, ma non permette all'organizzazione di
essere flessibile o innovativa.
All'estremo opposto, si trova la struttura olocratica che è adatta quando l'organizzazione
ha un grande bisogno di coordinamento tra le funzioni per creare innovazione e
promuovere l’apprendimento. Essa consente alle organizzazioni di differenziarsi e di
reagire ai cambiamenti, ma a spese di un efficiente utilizzo delle risorse.
Struttura Struttura
Struttura A
Elementare Divisionale
Rete
ECONOMIE DI SCALA
Sviluppando una presenza globale, l'organizzazione espande la scala delle sue attività,
potendo così realizzare delle economie di scala. Oggi tuttavia i mercati domestici non
consentono a molte aziende di raggiungere un livello di vendite e un volume di
produzione tali da sfruttare appieno le economie di scala. Poiché i mercati nazionali sono
ormai saturi, per molte imprese le uniche possibilità di crescita sono all’estero.
Raggiungere il costo minimo per unità prodotta espandendo la scala delle attività e
aumentando il volume di produzione => le economie di scala consentono alle aziende di
ottenere degli sconti di volume dai fornitori, con conseguente riduzione del costo di
produzione.
Per esempio, per Furla significa produrre e commercializzare un numero maggiore di
borse e accessori e possibilità di ridurre i costi unitari di produzione.
Stadio DOMESTICO
L'azienda è orientata al mercato nazionale, ma i manager sono consapevoli dell'ambiente
globale e possono considerare l'eventualità di un primo coinvolgimento in mercati esteri
per espandere il volume di produzione e realizzare le economia di scala. Il potenziale di
mercato è limitato ed è relativo generalmente di tipo funzionale o divisionale e le vendite
iniziali effettuate all'estero vengono gestite attraverso un'unità dedicata all’export. Le
attività relative ai trasporti, ai problemi doganali e ai cambi sono esternalizzate.
Stadio INTERNAZIONALE
L'azienda considera le esportazioni più seriamente e inizia a pensare in un ottica multi
domestica. Il termine multidomestico indica che gli aspetti competitivi di ogni paese sono
indipendenti da quelli di altri paesi; l'azienda gestisce quindi ogni paese singolarmente.
L’attenzione è rivolta al posizionamento competitivo internazionale rispetto alle altre
aziende del settore. A questo punto l'unità dedicata all'export è stata sostituita da una
divisione internazionale e sono state assunte persone specializzate per gestire le attività
rivolte all'estero per quanto riguarda le vendite, i servizi e i magazzini. Il mercato
potenziale in questo stadio è identificato con molteplici paesi. Competizione sentita a
livello internazionale. MERCATO: PIU’ PAESI SERVITI. L’azienda si sbilancia più verso
l’interno che verso l’esterno.
Stadio MULTINAZIONALE
L'azienda ha una vasta esperienza in vari mercati internazionali e ha realizzato strutture di
marketing, produzione o ricerche sviluppo in diversi paesi stranieri. L'organizzazione
ottiene un'alta percentuale dei propri redditi dalle vendite effettuate al di fuori del paese di
origine. L’esplosione del business si verifica con il decollo delle attività internazionali, con
le unità di business dell'azienda sparse intorno al mondo così come fornitori, produttori e
distributori.
• Funzioni marketing, servizi e produzione realizzate in tutti i paesi
Stadio GLOBALE
Indica che l'azienda trascende ormai qualsiasi singolo paese. Il business di riferimento
non è rappresentato semplicemente da un insieme di settori nazionali; piuttosto le
sussidiarie sono collegate tra loro nella misura in cui la posizione competitiva influenza
significativamente le attività in altre nazioni. Le aziende globali vere proprie non
considerano più una singola nazione come il proprio paese di origine e vengono indicate
come aziende senza patria. Nella fase attuale la proprietà, il controllo e il top management
aziendali tendono a essere distribuiti in diversi paesi. Le aziende globali operano in
maniera realmente globale e l'intero mondo e il loro mercato di riferimento. La struttura
organizzativa relativa a questo stadio può essere estremamente complessa ed evolve
spesso verso una matrice internazionale o verso un modello transnazionale.
1. Affrontare la 2. Raggiungere
complessità l’integrazione e il
ambientale tramite coordinamento tra
maggiore complessità unità altamente
e differenziazione differenziate
organizzative