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7. BUDGET PAG. 46
8. REPORTING PAG. 68
9. SCOSTAMENTI PAG. 72
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1. SISTEMI DI PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO
Strategia: Sistema degli obiettivi di medio lungo termine che l’impresa si impegna a
realizzare. Obiettivi di natura qualitativa
Si passa poi da una dimensione di lungo termine (strategia) a una di breve termine
per definire gli obiettivi intermedi. Il processo he porta alla definizione degli obiettivi
di breve termine prende il nome di programmazione
SISTEMI DI REPORTING
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1. Controllo economico: possibilità attraverso i sistemi di programmazione e di
controllo di spezzare la complessità di un’azienda, identificare i driver, ovvero
le determinanti dei risultati economici aziendali
STRUTTURA INFORMATIVA
• Budget: rappresenta l’espressione economico-finanziaria di programmi di
azione aziendali, disaggregati fino ad arrivare alle unità organizzative
elementari. Attraverso questo strumento è possibile verificare la fattibilità dei
programmi di azione prescelti e formalizzare gli obiettivi assegnati alle differenti
unità organizzative.
• Contabilità generale: sistema di rilevazione che ragiona sui valori derivanti dagli
scambi tra l’impresa e i terzi e rappresenta la sintesi economico-finanziaria
della gestione di impresa.
• Contabilità analitica: sistema di rilevazione che parte dai dati della contabilità
generale ma li spezza e li riaggrega in relazione ad oggetti di calcolo differenti
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STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Le informazioni rese disponibili dal sistema informativo devono essere a
disposizione di tutte le unità organizzative. Assume importanza il concetto di centro
di responsabilità: è un’unità organzizativa all’interno dell’azienda che viene
affidata ad un responsabile per ricevere delle risorse per perseguire degli
obiettivi che ha negoziato con la direzione dell’azienda.
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2. CLASSIFICAZIONE DEI COSTI
Il costo di un bene o un servizio è costituito dal valore delle risorse consumate per
lo svolgimento delle attività che rendono disponibile quel bene o servizio.
• Costi variabili: si definiscono variabili i costi che variano, nel loro ammontare
complessivo, in misura strettamente proporzionale al variare del volume di attività.
Esempio le materie prime
• Costi fissi: si definiscono fissi i costi che non variano, nel loro ammontare
complessivo, in misura strettamente proporzionale al variare del volume di attività.
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AREA DI RILEVANZA
In una funzione curvilinea non è possibile determinare questa relazione per
determinare un conto economico in modo semplice (costo unitario x quantità). Ciò è
possibile solo se la funzione ha andamento rettilineo.
Posso assumere quindi che il costo variabile sia una retta che cresce in modo
direttamente proporzionale al variare del volume di attività. Il coefficiente angolare è
dato dal costo variabile unitario (più è alto, più è inclinato).
Il costo variabile unitario è una retta parallela all’asse delle x, non varia con Q
I costi fissi
La quantificazione del costo fisso è riferita ad un orizzonte temporale di breve
termine all’interno dell’anno. Ipotesi di semplificazione.
Gli impiegati sono un costo fisso: MOIND mano d’opera indiretta. È sempre un
costo fisso
Operai.
La capacità produttiva non utilizzata che viene stancata dalla produzione per fare
altro (esempio pulire) diventa un costo fisso.
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programmazione e controllo.È la differenza tra il prezzo è il costo variabile unitario.
Ho convenienza solo se è positivo.
MdCun = P - CVun
Costi specifici: si definiscono specifici quei costi che presentano una relazione
diretta ed immediata rispetto a predefiniti oggetti di calcolo e che, in virtù di ciò,
risultano ad essi direttamente attribuibili.
Costi comuni: si definiscono comuni i costi che presentano una relazione indiretta
e mediata rispetto a predefiniti oggetti di calcolo e che, in virtù di ciò, risultano ad
essi attribuibili solo attraverso l'impiego di opportune basi di ripartizione.
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Costi diretti: si definiscono diretti i costi relativi a fattori di produzione che
presentano una relazione immediata e diretta con l'unita' di prodotto/servizio e
che a questa possono essere oggettivamente attribuiti. Stiamo considerando la
singola camera da letto, il singolo libro, il singolo tortellino. RIFERIBILE IN MODO
OGGETTIVO
L’energia elettrica è un costo non riferibile alla singola unità di prodotto quindi
è un costo variabile ma indiretto.
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ANALISI DIFFERENZIALE
I valori rilevanti sono valori previsti futuri che saranno diversi nelle differenti
alternative. Per questo motivo non sono rilevanti: i costi storici, ovvero i costi già
sostenuti che non sono rilevanti perché le decisioni sono orientate al futuro e i costi
non differenziali, ovvero i costi che non variano nelle alternative (ad esempio un
costo fisso non eliminabile).
Alla fine del 2001 viene offerto all’azienda da un altro fornitore un impianto che
garantisce la possibilità di ridurre il costo variabile unitario del prodotto a € 3,5, al
canone di affitto di € 20.000 annui.
1 2 Delta
Il costo di affitto del primo macchinario, in quanto storico, non è rilevante per la
decisione.
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Ruolo dell’analisi differenziale nel processo decisionale
L’analisi differenziale è fondata esclusivamente sulla valutazione comparata di
informazioni quantitativo- monetarie.
Le decisioni aziendali, però, vengono assunte integrando i dati economici con
considerazioni di vario tipo: impatto strategico, competitivo, organizzativo,
commerciale delle varie alternative.
• Make or buy?
2. Se ci sono costi fissi specifici anche il MCDII deve essere positivi. Non
conviene produrre/vendere un prodotto se il suo Mdc I° totale è inferiore ai
suoi CFS eliminabili (es. macchinario che produce quei prodotti e basta).
Tuttavia se i costi fissi specifici non sono eliminabili allora mi conviene
mantenere la produzione anche se è negativo perché invece che perdere tutto
perdo solo una parte.
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al MARGINE DI CONTRIBUZIONE CESSANTE (relativo alla linea di prodotto
eliminata “A”)
Esempio
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Make or buy?
MDCu / Stdfis
Stdfis = unità di fattore scarso necessarie per ottenere una unità di prodotto finito
Va sottolineato che i vincoli possono riguardare fattori produttivi (ore MOD, materie
prime, ore macchina) ma anche altre grandezze come ad esempio il fatturato.
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Per risolvere questo problema è necessario innanzitutto:
I L M Tot.
R:E. 530.000
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Verifico presenza vincolo:
Programma:
NOTA BENE
• Le materie prime possono non essere differenziali per esempio se invece che farle
comprare al terzo le acquista Alfa fornendogliele in CONTO LAVORAZIONE
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GLI ALGORITMI OPERATIVI: L’ANALISI COSTI-VOLUMI-RISULTATI
(BREAK-EVEN ANALYSIS)
2. Linearità delle funzioni di costo e di ricavo, cioè: costanza dei prezzi costo,
costanza dei prezzi ricavo, costanza dei livelli di efficienza, costanza dei costi
fissi
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La relazione fondamentale
Con le ipotesi formulate è possibile costruire la seguente relazione:
(P - Cvu) x Q - CF =0
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Quindi la quantità che garantisce tale risultato (QBE, quantità di break-even) è la
seguente:
(P - Cvu) x Q - CF = RE
Anche in questo caso è possibile porre come incognita qualsiasi altra variabile della
relazione fondamentale ricavando le grandezze che consentono di raggiungere il
risultato economico prefissato
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Azienda multiprodotto
La determinazione del punto di pareggio per un’azienda multiprodotto prevede una
sequenza di operazioni:
• Calcolo del punto di pareggio parziale (copertura dei costi fissi specifici)
• Determinazione del fatturato di pareggio globale (copertura dei costi fissi comuni)
• Calcolo incidenza del fatturato di ogni linea di prodotto sul fatturato totale
1.Calcolo del punto di pareggio parziale (copertura dei costi fissi specifici)
• per ogni linea di prodotto occorre calcolare la quantità di produzione/vendita che
consente di coprire i relativi costi fissi specifici Q = CFS / MDC u
2.Calcolo del punto di pareggio globale (copertura dei costi fissi comuni)
• occorre individuare il fatturato aziendale che consente di coprire i costi fissi
comuni
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• somma delle quantità così ottenute con le quantità di pareggio parziale calcolate
nel primo passaggio
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LEVA OPERATIVA E MARGINE DI SICUREZZA
Leva operativa: Esprime la variazione percentuale del risultato economico dovuta
ad una variazione percentuale unitaria del fatturato (dovuta al volume di
attività)
G.L.O. = MDC I tot. / MDCII tot
Nel caso in cui si abbia una variazione di fatturato generata da variazioni del
PREZZO di vendita, il reddito operativo aumenta o diminuisce di un importo pari, in
valore assoluto, all’aumento/diminuzione del fatturato
Il grado di leva operativa esprime la variazione che interviene nei risultati economici
di riferimento dell’azienda (MDCII) per effetto di una variazione nei volumi di attività.
Una maggior incidenza dei costi fissi si traduce in un grado di leva operativa
maggiore, ovvero in una maggiore valutazione di rischio.
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Il conseguimento del punto di pareggio è influenzato dalla struttura dei costi
aziendali
Se le cose vanno bene, l’azienda A con tanti costi fissi, posso far valere le economie
di scala e guadagno tanto. Se vanno male, nell’azienda A si va subito in perdita.
Esempio domande
Quando in un’azienda monoprodotto l’azienda non potrà mai raggiungere il break
even?
Nel momento in cui la curva dei ricavi totali è al di sotto della curva dei costi totali,
ovvero quando MDCu è negativo
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I SISTEMI DI CONTABILITÀ ANALITICA
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Scelte fondamentale della progettazione del sistema di contabilità analitica
• Tipologie di informazioni di costo: su quali elementi di costo lavorare,
attraverso quali criteri procedere per classificare costi, quale configurazione di
costo dovrà costituire l’output del sistema, quali specie di dati di costo
dovranno alimentare il sistema stesso
• Metodologia di rilevazione dei costi: quali percorsi per calcolare le classi di
costo
• Oggetti di calcolo: attorno a quali entità polarizzare le informazioni di costo.
Possono essere prodotti, servizi, asa, aree geografiche, centri di responsabilità,
fasce di clientela, fasi processo produzione o aziendali
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• Costo primo di fabbricazione: costi diretti di produzione (MP, MOD..) + RIM MP
INIZIALI - RIM MP FINALI
• Costo pieno industriale: ottenuto sommando al costo primo quote dei costi
indiretti di produzione (dato utile alla valorizzazione delle rimanenze)
• Esercizio 1: quantità prodotta > venduta. Le rimanenze finali sono 6000 perché ho
un approccio direct, dati dal prodotto dei CVU 60 per Q di rimanenza 100.
Nell’azzurro sono 8500 perché mi porto dietro costi fissi. Avrò un reddito operativo
maggiore nel full costing perché rinvio all’esercizio successivo oltre i costi variabili
anche i costi fissi.
• Esercizio 3: quantità prodotta < venduta, le rimanenze iniziali del valore direct
sono 6000, e in full 8500. Il risultato operativo full è più basso perché vengono
attribuiti all0esercizio costi fissi dell’esercizio precedente.
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Attenzione: un miglioramento dei risultati economici potrebbe essere provocato da
un incremento dei volumi di produzione accompagnato da una valorizzazione delle
rimanenze nel full costing.
1. Oggettività info: full meno oggettivo perché occorre identificare la misura in cui
imputare le risorse indirette, direct oggettivo
2. Completezza info: direct meno completo perché considera solo costi di risorse
che erogano direttamente la propria utilità, full completo perché considera anche
risorse che erogano utilità in via indiretta
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3. Costo info: collegato a rilevazione, aggregazione e elaborazione dei dati. Full
oneroso rispetto a direct
6. Fase del ciclo di vita: full nelle fasi di introduzione e sviluppo quando si
necessità di ingenti investimenti in costi indiretti, direct nelle fasi di maturità e
declino dove l’enfasi è sui volumi di vendita.
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riferimento in merito alle possibili conseguenze di determinati comportamenti
gestionali. Risentono di margini di discrezionalità ampi
Criterio di classificazione
Costo di prodotti: costo che concorre alla valorizzazione delle rimanenze di
prodotto finito, è un elemento di costo di cui tengo conto quando determino il valore
delle rimanenze di prodotto finito. Costi diretti
Con un approccio full costing sia costi diretti che indiretti vengono considerati costi
di prodotto
• Su base multipla
- Orientamento funzionale
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FULL COSTING SU BASE UNICA
Si determina il costo di prodotto senza individuare aggregati intermedi di costo. I
costi indiretti sono imputati al prodotto attraverso un’unica e comune base di
imputazione. Si usa quando l’incidenza dei costi indiretti è bassa e quando questi
sono omogenei tra loro.
• Per piccole aziende con bassa incidenza di costi indiretti, omogenei tra loro
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• Ore MOD: se i costi sono correlati all’impiego della risorsa lavoro (Labour
intensive)
• Costo MOD: differenza nel ricarico dei costi indiretti su prodotti che sconta
eventuali differenze nel costo orario della MOD
• Costo primo: quando i prodotti hanno differenze nella proporzione tra costo MP e
MOD
• Indicatori del volume di produzione: es numero unità, per imprese con prodotti
simili
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Orientamento fattore produttivo
Ogni classe di fattore produttivo è un aggregato intermedio di costo. Occorre
individuare per ogni fattore produttivo una base di imputazione e calcolare i
coefficienti di imputazione. Avremo perciò la classe ammortamenti, classe spese
manutenzione, classe supervisione. Svantaggi:
2. Non è detto che la singola quantità di fattore produttivo sia omogenea (es. gli
ammortamenti possono essere degli impianti, delle auto, dei macchinari ecc.)
3. Non fornisce informazioni sulla formazione dei costi nelle differenti fasi
produttive
Orientamento funzionale
Gli aggregati di costo sono le aree funzionali: direzione industriale, direzione
amministrativa, direzione commerciale, direzione acquisti. I costi indiretti attribuiti
alle diverse funzioni vengono imputati agli oggetti di calcolo mediante diverse basi
di imputazione. Vantaggi:
• Per imprese con numerose classi di costi indiretti (quindi no fattore produttivo)
Svantaggi:
• Aggregato disomogeneo: nella produzione posso avere risorse che meglio
possono essere spiegate da ore manodopera e altre ore macchina
• Quantificazione stipendi per cui il numero fatturo emesse non serve e altri
aggregati per cui serve
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Adatto per imprese con maggior incidenza di costi fissi, fornisce informazioni
precise in relazione all’imputazione dei costi indiretti ai prodotti, è utilizzabile per
controllo direzionale e per orientare il processo decisionale relativo a particolari fasi
della produzione.
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Emerge che non è proprio vero che i centro di costo equivale al centro di
responsabilità. Il centro di responsabilità individua un ambito organizzativo, un
responsabile, delle risorse, degli obiettivi, risultati: esso è creato per obiettivi di
controllo esecutivo. Il centro di costo è la valorizzazione delle risorse, l’unità
minima di rilevazione dei costi e mi permette di misurare i costi delle risorse
governata dal responsabile. Un centro di responsabilità può essere costituito da
uno o più centri di costo, ma non il contrario. Ad esempio il centro responsabilità
tessitura sarà diviso nei centri di costo telaio 1 e telaio ,
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Sviluppare un modello di controllo di gestione richiede un approccio: considerare
elementi che rendono azienda peculiare rispetto a tutte le altre (essi sono i fattori di
input ovvero la produzione, la strategia, la cultura, l’organizzazione). La colonna
centrale sono i componenti del sistema organizzativo: struttura organizzativa,
struttura tecnico contabile e processo (percorso in forza del quale si elaborano
obiettivi da assegnare ai titolari dei centri di responsabilità).
3. Analisi dei processi: Andare giù da basso in produzione. Analisi diretta dei
processi per comprendere come si sviluppa il fabbisogno informativo all’interno
dell’azienda
3. Chi è il responsabile
Occorre che non vi sia eccessiva parcellizzazione dei centri di costo per evitare
complessità e incidenza di costi non attribuibili che comporta arbitrarietà; ma che
non ci sia neanche eccessiva sinteticità che non sarebbe in grado di orientare
l’azienda.
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amministrazione, commerciale, sistemi informativi, acquisti. Accolgono
principalmente costi indiretti, tranne quello commerciale che può avere costi
diretti (provvigioni)
• Centri di costo virtuali: categoria residuale utilizzata per varie ragioni che
accolgono costi non rilevanti (es. costo relativo ai valori bollati, spese cappella
ospedale, costi non funzionali all’attività di impresa (esempio fatture leasing auto
personale imprenditore, gioiello comprato per amante), costi relativi a ricerca e
sviluppo, costi temporanei.
• costi indiretti specifici ad uno o più centri di costo: costi attribuibili ai centri di
costo in maniera oggettiva perché le risorse sono usate in maniera esclusiva da
essi (es. stipendio supervisore centro, amo. Impianti centro). Vengo fatti transitare
dai centri di costo per consentire controllabilità, attribuzione di responsabilità
economiche
• costi indiretti comuni a più centri di costo: risorse usate congiuntamente da
due o più centri di costo (es. riscaldamento, spese di pulizia, mensa). Devo
attivare un coefficiente di attribuzione.
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La Fase di Allocazione.
Per procedere alla determinazione del costo di prodotto è necessario rispondere
preliminarmente alla seguente domanda: in quale misura i singoli CdC svolgono
la propria attività a favore degli oggetti finali di calcolo di cui si intende
calcolare il costo pieno?
In funzione della risposta si potrà distinguere fra:
• Centri di costo finali: hanno una relazione diretta ed immediata con l’oggetto
finale di calcolo. Si può definire un coefficiente che permetta di ripartire il costo
dei centri costo finali sui prodotti (oggetti di calcolo).
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• Allocazione a cascata: un centro di costo intermedio oltre ad aver attive relazioni
fornitore cliente con centri di costo finali, può avere attive una o più relazioni con
centri di costo intermedi. La sequenza di allocazione non è casuale, ma deve
essere operata di volta in volta partendo dal centro di costo “schiavo” ovvero da
quello che ha attive il maggior numero di relazioni fornitore cliente. Occorre
sommare dopo l’allocazione di ogni centro di costo i costi attribuiti ai centri di
costo con i costi provenienti dai centri allocati.
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• Informazione di costo di primo livello: è il costo per centro di costo es in food for
pet sapere che miscelatura è in tot…
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finali. I centri di costo intermedio sono correlati ai livelli di attività raggiunti dai
centri che usufruiscono del servizio da questo erogato. Ai centri utilizzatori
dovranno essere allocate quote di costi evocative dei loro livelli di attività. In
generale è il livello di servizio del centro intermedio assorbito da quelli finali
sarà tanto maggiore quanto maggiore è l’attività che si sviluppa nei finali.
Si usa per centri intermedi con struttura di costo rigida (incidenza costi fissi) con
grado di sfruttamento della struttura variabile.
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Gli scostamenti dai valori standard restano sotto la responsabilità del centro
manutenzione evidenziando inefficienze o sottoutilizzo delle potenzialità; mentre i
responsabili dei centri utenti vengono valutati su quote di costi di manutenzione
standard, ovvero solo su volumi richiesti dai centri ma non sui livelli di efficienza
raggiunti dal centro manutenzione.
La Fase di Imputazione.
Si imputano ai Prodotti/Servizi i costi diretti e indiretti aggregati nei CdC finali (sia
attribuiti, sia precedentemente allocati dai centri intermedi) per trovare il costo
pieno.
Criticità:
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A seconda del tipo di sistema produttivo avremo un criterio di misurazione di costi
diverso. Una grossa commessa può essere considerata come un centro di costi per
l’azienda.
• Produzione per commessa: beni poco standardizzati, che non possono essere
scomposti in una serie di attività ripetitive. La commessa diviene l’oggetto di
calcolo, sarà difficile identificare centri di costo poiché ogni commessa è diversa.
La struttura dei centri di costo dovrà essere progettata sostituendo ai centri di
produzione le singole commesse e identificando i centri ausiliari e di
struttura che supportano il processo di produzione che fa capo ad ogni
commessa. I costi diretti e indiretti vengono imputati alle commesse
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Le metodologie di rilevazione delle informazioni di contabilità analitica
Esse possono essere classificate in base a due dimensioni:
• Metodologia di calcolo dei costi: full scelgo contabile, direct anche extracontabile
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Activity Based Costing
• Riduzione dei margini in molti settori (la non distorsione dei costi diventa
problema di sopravvivenza)
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I costi sostenuti dalle risorse vengono attribuiti alle attività, al cui svolgimento è
connesso il relativo sostenimento sulla base di parametri di assorbimenti detto
resource driver. La misura del contributo di ciascuna attività all’oggetto finale di
calcolo è poi espressa dai cost driver.
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4. Definisco l’output dell’attività (Activity Driver)
5. Determino il costo unitario dell’attività (Oggetto di costo)
• Soggettività
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SISTEMA DI BUDGET
La gestione aziendale
• È un documento formale.
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risultati. Tale esigenza è importante se l’ambiente è discontinuo, la complessità
strutturale elevata, le risorse sono scarse e costose.
Il budget non è:
• una semplice previsione (previsione è momento antecedente)
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• Funzione di programmazione: attraverso la definizione da parte delle singole
unità organizzative dei programmi d’azione vengono allocale le risorse
coerentemente agli obiettivi e attraverso la quantificazione viene verificata la
fattibilità economica. Si corre il rischio che i programmi siano ottimistici (risorse
eccessive rispetto ai fabbisogni con effetto di sottoutilizzo) o pessimistici (risorse
insufficienti)
• Motivazione richiede obiettivo stabili nel tempo, entra valutazione che siano
adattabili e flessibili
Le altre due non generano conflittualità perché implicite nel meccanismo operativo
medesimo.
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Il processo di budgeting: fasi
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Gli attori coinvolti
1. Comitato di budget: nelle imprese medio-grandi. Si compone del direttore
generale più i direttori funzionali. Imposta e supervisiona il processo di
elaborazione
Il calendario di Budget
Il calendario di budget scandisce la tempistica delle fasi del processo di
budgeting:
5. Gli attori coinvolti: per ogni fase i soggetti che forniscono o ricevono info
7. Le modalità di realizzazione
II. Flessibile: identifico diversi scenari ai quali son collegati diversi livelli di attività,
per ambiente dinamico
III. A scenari multipli: identifico scenari diversi che prevedono anche strutture
aziendali diverse, per ambiente discontinuo
Contenuto:
I. Budget operativi: identifico il fatturato. Verifica la fattibilità economico-
reddituale
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Il sistema dei budget è l’insieme dei budget elementari che compongono il master
budget.
Budget operativi
1. Area commerciale
2. Area produttiva
3. Area amministrativa
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Processo di costruzione
La dimensione operativa rappresenta il momento iniziale della predisposizione del
master budget perché fa riferimento alla gestione caratteristica corrente
dell’azienda. Di norma si parte da quello delle vendite, ma se la funzione critica
vincolante è quella produttiva si parte da quello di produzione.
4. Interpretazione più restrittiva del budget del costo del venduto il quale contiene
costi di approvvigionamento, variazione di rimanenze, sconti. Si può calcolare i
margine di intermediazione commerciale
• budget dei costi commerciali (budget dei costi di vendita, dei costi
discrezionali, dei costi indiretti commerciali): genera componenti negativi di
reddito
La definizione del fatturato atteso non può che essere funzione dei costi
commerciali. I piani di marketing pongono dei vincoli e definiscono linee guida
da sviluppare nei budget. Bottom-up o top-down
Per la predisposizione del budget occorre effettuare analisi esterne (analisi della
domanda, del mercato e della concorrenza) e analisi interne (analisi storica delle
vendite per ottenere informazioni sulla capacità di vendita, fase del ciclo di vita,
evitare errori..).
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- Budget delle vendite pero prodotto/cliente: per evidenziare dilazioni di pagamenti
concesse a determinati clienti (piccoli medi, grandi o in base a settore attività)
- Budget delle vendite per area geografica: sintetico (area e prodotto) o analitico
(evidenzia non solo fatturato ma anche quantità e prezzi)
- Budget delle vendite per canali di vendita, per ASA, per venditori
• Budget dei costi della rete di vendita: riguarda forza vendita e canali
distributivi (remunerazione, dimensionamento, organizzazione sistema vendita)
• Budget degli altri costi di vendita: hanno funzione rettificativa di valori e sono
sconti, premi a clienti (orizzonte temporale ampio basato su fedeltà) e royalties
(prezzo riconosciuto al possessore di un marchio utilizzato)
• Budget dei costi di innovazione della domanda: costi per conoscenza mercati
e consumatori (ricerche di marketing), di verifica di scelte future o consuntiva a
scelte passate.
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Budget dell’area della produzione
Relativo all’impiego delle risorse nei processi di trasformazione fisica, quindi
solo a componenti negative di reddito. Occorre predisporre programma di
produzione che permetta l’utilizzo efficiente delle strutture.
Programma di produzione
• Determinazione delle quantità e mix di produzione da ottenere nei distinti periodi
infrannuali del budget. Definizione dei fabbisogni di risorse produttive dirette e
indirette.
• Non è un budget ma una premessa (in termini quantitativi)
• Equilibrio e efficienza del rapporto produzione/giacenza/vendita
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I. nuovi investimenti per incrementare la capacità produttiva (budget degli
investimenti)
II. la ridefinizione della politica delle scorte per ottimizzare lo sfruttamento della
capacita’ produttiva disponibile
IV. esternalizzazione di una fase del processo produttivo (budget delle lavorazioni
esterne)
I costi standard
Sono uno strumento per valorizzare il budget della produzione. Riflettono ipotesi
di futuro svolgimento della gestione. Presuppongono una chiara consapevolezza
delle condizioni operative standard della gestione,
Fasi:
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• Determinazione degli standard unitari:
L’articolazione per centri di costo serve a determinare il costo delle singole fasi
del processo e conoscere come e dove vengono consumate le risorse.
I. Budget dei costi diretti: risorse il cui consumo è legato in via immediata ai
volumi di produzione (materie prime, MOD, Semilavorati, Lavorazioni esterne).
Std monetario x std fisico x volume di produzione. Il fabbisogno complessivo è
std fisico x volume di produzione.
II. Budget dei costi indiretti: risorse il cui consumo non è legato in via
immediata ai volumi di produzione (MO indiretta, Ammortamenti,
Manutenzione). Possono essere fissi o variabili (si usano coefficienti espressivi
delle attività)
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Budget approvvigionamenti
Definisce volumi e cadenze degli approvvigionamenti dei fattori di produzione.
Considera tutti i fattori produttivi destinati al consumo nell’ambito della
gestione caratteristica corrente, acquistati all’esterno dell’azienda, fatta
eccezione per la forza lavoro. Espresso in quantità fisiche e monetarie.
Predisposto per tipologia di fattore.
Approccio incrementale
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modificandoli in funzione di: inflazione attesa e introduzione di nuovi
programmi.
Costo servizi generali t0 x (livello attività t1 / livello attività t0) x (1 + tasso inflazione)
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- Consumi di materie prime
- Costo di produzione
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Costo di produzione complessivo: consumi mp + consumi altri fattori diretti +
consumo mod + costi indiretti di produzione
Costo del venduto = costo di produzione del venduto + costi commerciali + costi
servizi generali e amministrativi
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BUDGET DEGLI INVESTIMENTI
Nel budget degli investimenti sono contenuti sia gli investimenti effettuati nel
periodo interessato sia quelli già autorizzati con manifestazione nel periodo di
riferimento. In esso sono contenti anche i costi accessori.
Se faccio un investimento pluriennale devo calcolare la quota di competenza
Classificazione investimenti
Tre dimensioni rilevanti per la classificazione degli investimenti:
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Altri elementi rilevanti
Gestiti in logica progettuale (Finalità, Promotore, ….)
BUDGET FINANZIARI
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Tipologie di Budget Finanziari
1. Programmazione Finanziaria: Prospetto Fonti/Impieghi, Prospetto Variazioni
CCN
• Flusso di CCN della gestione caratteristica = ricavi netti - costo del venduto
finanziario (monetario) METODO DIRETTO
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Se la risorsa di riferimento è la liquidità, la
rappresentazione è in forma analoga alla precedente. A
livello strutturale si passa dai flussi finanziari a flussi
monetari. Il flusso di liquidità della gestione
caratteristica permette di comprendere in quale misura
l’attività tipica dell’azienda produce liquidità (oltre a
reddito).
Vantaggi:
• Utile strumento per programmare le fonti ed impieghi di mezzi nell’anno
considerato e la variazione nella consistenza del capitale circolante netto
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• Consente di determinare correttamente l’entità degli oneri finanziari
Limiti:
• Non consente di stabilire se l’impresa sarà in grado di fronteggiare i suoi
impegni finanziari nel brevissimo periodo in quanto non è dato conoscere
quando le attività a breve si tradurranno in effettive disponibilità di cassa
• Non è uno strumento adeguato per gestire la liquidità nel brevissimo periodo
in quanto non consente di conoscere l’entità ed i tempi in cui avverranno le
entrate e le uscite monetarie future
Budget di tesoreria
Sintesi delle previsioni di entrata e di uscita monetaria e posizione netta di
tesoreria relative ad un orizzonte temporale. Si definiscono le conseguenze di
specie monetaria, articolate per periodi infrannuali, derivanti da programmi
sviluppati. Viene predisposta la posizione finanziaria netta attraverso la quale si
individua la dinamica del saldo con gli istituiti di credito.
Composizione:
• Prospetto delle entrate
• Prospetto di sintesi
Temporale:
• Periodi infrannuali: più sono piccoli meglio è perché emergono al meglio le uscite
e le entrate. In linea teorica l’infraperiodo migliore è il giorno. Tuttavia i limiti sono
che inserire un entrata di cassa in un periodo così ristretto è complicato
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Articolazione in funzione della gestione di riferimento:
• Gestione caratteristica corrente (legata al ciclo di trasformazione)
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È uno stato patrimoniale preventivo costruito evidenziano le variazioni rispetto alla
situazione iniziale.
Mette in evidenza l’entità e la composizione del capitale netto ad una certa data
Capitale investito
• Liquidità immediate: ottenute dal budget di tesoreria
• Liquidità differite: crediti verso clienti (ottenuto con budget vendite clienti e
dilazioni)
Fonti di finanziamento
• Passività a breve: debiti verso banche (budget tesoreria) e fornitori (previsione
debiti con budget acquisti e dilazioni)
• Passività consolidate: debito per TFR (budget di conto economico per la quota d
competenza e finanziari per gli utilizzi), mutui passivi (budget finanziari)
• Mezzi propri: variazioni sono indotte da reddito netto previsionale (budget di CE) ,
aumenti o riduzioni di capitale sociale e distribuzione dividenti (budget finanziari)
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Il sistema di reporting
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La dimensione strutturale del sistema di reporting
• Le tipologie di report:
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9. reporting per varianti: consuntivi e preconsuntivi vengono arricchiti con misure
che emergono dal confronto tra la valorizzazione dei risultati conseguiti per
effetto della gestione ed i corrispondenti valori obiettivo. Questi confronti
valorizzano le cause determinati degli scostamenti.
5. Valori esterni: valori espressivi dei risultati conseguiti da entità esterne rispetto
all’impresa all’area di attività ovvero al centro oggetto di valutazione. Non è
molto efficace per supportare il processo di programmazione, ma per sviluppare
un’analisi di benchmarking fondata su grandezze non economico-finanziarie.
III. Full costing: conto economico a risultati complessivi: tutti i costi vengono
attribuiti agli oggetti con basi di ripartizione opportune.
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Costi controllabili: valori espressivi del consumo di risorse su cui il manager
esercita un’influenza sensibile. La controllabilità si riferisce a un centro di
responsabilità. Per valutare le performance manageriali si utilizza spesso il conto
economico a margine di contribuzione classificando i costi fissi controllabili e
distinguendo il margine controllabile
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ANALISI DEGLI SCOSTAMENTI
Tecnica contabile che pone a confronto valori consuntivi e valori preventivi con
l’obiettivo di valutare il grado di efficacia ed efficienza realizzato rispetto a quanto
programmato in sede di budget con riferimento:
FINALITÀ
• Corretta attribuzione di responsabilità
• Apprendimento
MODALITÀ DI UTILIZZO
• Integrare l’analisi degli scostamenti con altri meccanismi di valutazione delle
performance
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• L’ordine degli elementi di calcolo è importante:
6. PRIMO METODO:
• Cambio ordine a seconda di Ricavo o Costo
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Ipotesi di azienda multiprodotto
Bisogna tenere in considerazione il mix di vendita.
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Budget: VBGT x QBGT x PBGT
Qstd rappresenta il consumo standard per unità di prodotto del fattore produttivo
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Δ Spesa = Coeff. std X Qeff X Veff – C.I.V. tot ef
Tuttavia la variazione del volume di attività incide sul grado di “copertura” dei
costi fissi; maggiore è la quantità prodotta, minore è la quota di tali costi che grava
sul singolo prodotto.
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Δ Volume costi fissi = Costi fissi assorbiti – costi fissi di budget = coeff.
assorbimento x Qstd x Veff - coeff. assorbimento x Qstd x Vbdg
Budget flessibile: viene rivisto ogni volta che si registrano cambiamenti nel livello di
attività raggiunto dall’impresa. Si tratta di un budget in cui i valori sono ricalcolati
impiegando il volume di produzione effettivamente raggiunto invece che quello
programmato per il budget. È un approccio tipico degli ambienti turbolenti. Lo
scostamento sarà la risultante della differenza tra valori consuntivi e valori di budget
flessibile (già rielaborati per considerare l’effetto volume)
LIMITI:
• Occorre integrare l’analisi degli scostamenti con altri sistemi di indicatori al fine
della valutazione (qualitativi)
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LA GESTIONE PER OBIETTIVI
• Standardizzazione:
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La configurazione più efficace in caso di ambiente dinamico è quella divisionale in
cui vengono presidiate le diverse aree competitive da unità dedicate. Si delega ai
responsabili il come raggiugnere gli obiettivi definiti. La linea intermedia traduce gli
obiettivi in istruzioni operative.
Occorre prestare attenzione però alle variabili esogene (input). Occorre valorizzare le
caratteristiche dell’organizzazione e dell’ambiente in cui opera-
1. Finalità socioeconomiche
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4. Obiettivi globali più specifici
5. Obiettivi di divisione
6. Obiettivi di reparto
- Chiarezza organizzativa
- Feedback sulle prestazione
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2. “Confini” delle responsabilità attribuite (principio controllabilità): i titolari dei
centri devono essere ritenuti responsabili dei risultati da loro influenzabili e
manovrabili.
Tipologie: centro di
• costo: il fabbisogno di risorse è determinabile a priori e non c’è gran autonomia
decisionale.viene usto un indicatore di efficienza per verificare che il consumo di
risorse sia stato ottimale. Leve: volumi produzione, livelli di efficienza
• investimento: autonomia elevata, oltre alle leve dei centri di profitto gestiscono
anche il capitale investito. Occorre confrontare risultati reddituali con risorse per
ottenerli. Si usa l’indice ROAM in cui si isolano le componenti di reddito e quelle di
capitale investito calcolando il rapporto tra le due configurazioni.
Controllo direzionale:
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D. Attivare azioni correttive o riformulare obiettivi
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